Troppo spesso pensiamo di non essere utili nel processo che potrebbe portare a un cambiamento, solo perché le questioni per cui siamo chiamati a prendere posizione ci sembrano troppo grandi.
Troppo poco informati, ci limitiamo a far parte del numero più ampio che mostra di appoggiare un’idea.
Nelle pagine dei vangeli, in Matteo 16:27, leggiamo come ognuno di noi vedrà un tempo in cui le scelte che prendiamo durante il cammino saranno esaminate e si tradurranno in base all’impegno, in vita, di ognuno di noi nel rispetto e nella messa in pratica delle leggi che regolano la creazione.
Stiamo sempre più prendendo coscienza di come queste leggi siano state violate in ogni forma possibile su questo pianeta.
Ciò che sta accadendo a Gaza non è solo un conflitto, è un attacco a tutti noi. I nostri diritti fondamentali sono stati violati e anche se oggi non siamo noi sotto le bombe, domani gli effetti di quei diritti lesi ad altri ricadranno su ognuno di noi.
Le stesse parole di verità che si leggono sui cartelloni esposti durante il Flash-mob, organizzato dal coordinamento contro la terza guerra mondiale nucleare, che vuole scuotere il popolo indifferente e risvegliare sentimenti di umanità. “3000 bambini uccisi a Gaza. Un bambino ogni 15 minuti” recita uno.
Il 29 ottobre 2023, in piazza Vittorio Veneto a Torino, i suoni della guerra e le vite perdute avvolte nei lenzuoli bianchi ci spingono a immedesimarsi in chi perde la vita per un odio che deriva dal potere, in tutti quei bambini che si erano appena affacciati alla vita e anche quelli che un futuro non hanno mai potuto nemmeno immaginarlo.
Queste azioni sono necessarie perché è compito di ognuno di noi adoperarsi per la pace. Non possiamo e non dobbiamo voltare le spalle al prossimo perché questo significa anche chiudere la porta dei nostri cuori a Dio.
“Esiste un legame profondo tra la pace e la giustizia e tra la pace e i diritti umani… solo se fondata sul riconoscimento della dignità di tutte le persone, cominciando in casa nostra, la pace autentica è destinata a durare” sostiene Don Luigi Ciotti e conclude il suo intervento sottolineando che la fiaccolata sia un esempio di come sia “possibile organizzare la speranza”.
Solo uniti possiamo fare la differenza.
Noemi Carchedi
5 Novembre 2023