Giorno: Settembre 19, 2017

TESTIMONI DELLA VERITÀ

arca gubbio560DAL CIELO ALLA TERRA

HO SCRITTO IL 20 SETTEMBRE 2017:

RACCONTARE LA VERITÀ NON È FACILE, MA I GIOVANI RISVEGLIATI E REALIZZATI NELLO SPIRITO SONO TESTIMONI DELLA VERITÀ E LA RACCONTANO.
LEGGETE, MEDITATE E DEDUCETE.

Sant’Elpidio a Mare (Italia)
20 Settembre 2017
G.B.

GLI INSEGNAMENTI CHE ROVESCIANO I POTENTI DAI LORO TRONI
Di Francesca Panfili

Divulgare la verità sui messaggi che la Santa Madre ha donato ai Suoi figli nel corso della storia è compito arduo anche nell’anno 2017. Censure, calunnie, falsità e “scomuniche” contraddistinguono ancora oggi l’agire di Santa Romana Chiesa, nonostante i vènti di rinnovamento proposti dall’attuale Papa. Eppure, se i tempi del rogo sono, grazie a Dio, un lontano ricordo, la caccia alle streghe da parte delle menti dai piccoli orizzonti, non è del tutto cessata. Ma mi domando: si può parlare di fazioni, inimicizie e calunnie se l’etica che spinge l’essere umano alle azioni risponde ai parametri dell’Evangelo di Cristo?

Questa breve introduzione al racconto di una bellissima e potente giornata, quale è stata quella di sabato 16 settembre, serve a far comprendere a chi legge il clima di tensione che si è respirato in città i giorni prima della conferenza: segno che, a cento anni dalle Apparizioni di Fatima, la forza profetica dei messaggi annunciati dalla Vergine ancora scuote le coscienze e fa tremare i potenti che temono di essere “rovesciati dai troni”.

Una vera medicina a questo atteggiamento viene però dalla Conoscenza. “La verità vi farà liberi” dice Cristo nel Vangelo e il metodo di ricerca della verità che insegna il Maestro è sintetizzato oggi nel concetto di Scienza dello Spirito. Un percorso didattico che ogni uomo dovrebbe compiere, basato sulla sperimentazione di Leggi precise annunciate da Cristo duemila anni fa e ribadite ancora nei messaggi che provengono dalle Sfere Superiori. Tali Leggi andrebbero comprese e messe in pratica per poter non solo migliorare l’eticità delle nostre azioni ma anche e, soprattutto, crescere nell’evoluzione divenendo così coscienti della nostra eternità. E raggiungere realmente la nostra libertà grazie alla pratica della Verità che appunto rende liberi. Questo processo passa per un radicale cambiamento di noi stessi che costa fatica, molta fatica, questo è innegabile, e che rappresenta un grande sacrificio. In cambio però si otterrà una conoscenza e una realizzazione di ciò che Cristo ci ha donato nel Suo Insegnamento assai superiore a qualsiasi sforzo umano.

Ieri si è svolta a Gubbio la conferenza “I CENTO ANNI DELLE APPARIZIONI DI FATIMA: 1917-2017 SI COMPIE LA PROFEZIA”, un incontro ricco di interazioni con i presenti in sala, giunti anche da molto lontano. I relatori, lo Storico Flavio Ciucani, il Ricercatore Pier Giorgio Caria e lo Stigmatizzato Giorgio Bongiovanni, hanno guidato il pubblico in un percorso conoscitivo sulla profezia di Fatima. Una profezia che si è solo in parte compiuta e che si sta realizzando con l’incalzare degli eventi che quotidianamente viviamo, annunciati dalla Santa Madre ai tre Pastorelli e allo Stigmatizzato di Fatima Giorgio Bongiovanni.

Le profezie, quali atti di misericordia trasmessi da Dio all’uomo, rappresentano uno scenario che ci invita al ravvedimento, al cambiamento. Un cambiamento che significa radicale trasformazione delle nostre esistenze a partire da quelli che consideriamo Credo e che in realtà altro non sono che cieco fideismo, ottusi convincimenti senza alcuna base scientifica e razionale, utili a perseverare in uno stato di massificazione e schiavismo collettivo, messo in atto dai potenti del mondo per proseguire i loro progetti palesemente autodistruttivi. Tali Credo quindi hanno condotto l’umanità ad una situazione critica basata solo su inganni e sopraffazioni. Basti pensare al rischio di ecatombe nucleare che corriamo ogni giorno oppure alle guerre, alle invenzioni annesse al cosiddetto terrorismo internazionale e all’economia del capitale che schiaccia i molti per favorire gli interessi di pochi, pochissimi padroni del mondo.

Un scenario, questo, scandito dal tempo della Rivelazione (Apocalisse) in cui tutto ciò che per secoli è stato nascosto oggi diviene manifesto e svelato con dati concreti e palesi. Di queste rivelazioni hanno parlato in modo magistrale Flavio Ciucani e Pier Giorgio Caria, lasciando poi la parola a Giorgio Bongiovanni che, non potendo essere fisicamente presente per problemi di salute, è intervenuto via Skype. Nonostante la sofferenza che i sacri Segni arrecano al suo corpo e nonostante le sue condizioni di salute, Giorgio è riuscito a coinvolgere tutti con le sue parole, rispondendo anche alle interessanti domande del pubblico.

Sulla donazione degli organi

G: Io personalmente non sono d’accordo con la donazione degli organi, ma siccome donare una parte di se stessi al prossimo, quando si ha la coscienza di farlo, significa mettere in pratica gli insegnamenti di Cristo, penso che le persone che donano spontaneamente gli organi a chi ne ha bisogno, soprattutto ai bambini, compiono un grande atto nobile da ammirare. Non sono d’accordo che lo Stato italiano, in questo caso siamo in Italia per cui parliamo dell’Italia, dichiara ufficialmente e legalmente la morte di un soggetto che in quel momento è vivo, perché questo è stato provato da casistiche e da statistiche scientifiche… Ci sono diversi casi di persone in stato di coma profondo, con l’encefalogramma piatto, quindi “morte legale”, che poi per fortuna, per destino o per miracolo, sono ritornate in vita. Quindi lo Stato italiano dovrebbe dire questo perché altrimenti lo Stato democratico da Repubblica passa ad essere stato criminale… Finché il cuore di una persona batte e pulsa, la persona è viva. Allora vorreste, malgrado la possibilità di ritornare in vita e svegliarvi, donare gli organi? A quel punto, caro amico che mi hai fatto la domanda, io penso che dal 60-70% dei donatori si passerebbe a 0 o forse 1%. Infatti sfido chiunque abbia la possibilità di ritornare in vita a donare gli organi. Siccome io sono un provocatore, qualora io dovessi andare in coma un giorno e so che mi posso svegliare, io voglio comunque donare gli organi ma lo voglio fare con coscienza e con la consapevolezza che sono vivo e che sto dando la vita per il prossimo. Non lo voglio fare per inganno o per business… Sono stato sempre d’accordo con Eugenio Siragusa. Lui stesso diceva “aspettate tre giorni e dopo il terzo giorno, se è il caso, fate quello che volete”. Ma dopo tre giorni lo spirito si è distaccato completamente dal corpo il cuore non pulsa più. Quindi la donazione degli organi diventa inutile per la nostra attuale scienza medica… Se un mio fratello ha bisogno del fegato io glielo dono, ma non sono morto: sono vivo e sto facendo un atto d’amore. Mi sono spiegato?

I messaggi dei veggenti e il discernimento

G: Dobbiamo avere l’umiltà e il discernimento di confrontare i messaggi che leggiamo con la rivelazione profetica che ci hanno lasciato Gesù Cristo e gli apostoli fino all’ultimo capitolo della Bibbia che è l’Apocalisse. Dobbiamo capire se i messaggi dei veggenti che leggiamo coincidono con le rivelazioni del Vangelo, dell’Apocalisse e dei profeti che annunciano la Venuta di Cristo, la prima ed anche la seconda Venuta, quindi Isaia, Ezechiele, Daniele, fino a San Paolo, Giovanni l’Apostolo e ovviamente i quattro Vangeli canonici, ma anche i vangeli apocrifi. Se queste rivelazioni coincidono, allora i messaggi dei veggenti sono corretti.

Cosa dicono le rivelazioni nel Vangelo, nelle profezie della Bibbia e nell’Apocalisse? Dicono che prima della fine dei tempi e della Seconda venuta di Cristo apparirà l’Anticristo. A contrastare l’opera dell’Anticristo sono due profeti che Giovanni nell’Apocalisse evidenzia molto chiaramente con i due Testimoni (cap. 11 dell’Apocalisse): Enoch ed Elia, cioè Giovanni l’Apostolo e Giovanni Battista. Questi sono i due Testimoni dell’Apocalisse.

Come riconoscere i due Testimoni

John Mpaliza, “The Peace Walking Man”

peacewalkingman100John Mpaliza, conosciuto anche come “Peace Walking Man”, è un attivista per la pace ed i diritti umani, cittadino italiano di origine congolese.
Per questioni politiche, nel 1991, John ha dovuto lasciare la sua patria, la Repubblica Democratica del Congo ed è approdato in Italia nel 1993. Dopo varie peripezie legate alla “vita da migranti”, egli è riuscito a riprendere gli studi laureandosi in Ingegneria Informatica presso l’Università degli Studi di Parma. Ha lavorato 12 anni come programmatore presso il Comune di Reggio Emilia ma, il 30 maggio 2014, per sua scelta, si è licenziato e, di conseguenza, ha dovuto lasciare tutto, casa compresa, dedicandosi, a tempo pieno, all’organizzazione di marce nazionali ed internazionali per la pace.