Giorno: Luglio 4, 2019

CARA MAESTRA

Cara maestra, un giorno m’insegnavi che a questo mondo noi noi siamo tutti uguali. Ma quando entrava in classe il direttore tu ci facevi alzare tutti in piedi, e quando entrava in classe il bidello ci permettevi di restar seduti. Mio buon curato, dicevi che la chiesa è la casa dei poveri, della povera gente. Però hai rivestito la tua chiesa di tende d’oro e marmi colorati: come può adesso un povero che entra sentirsi come fosse a casa sua? Egregio sindaco, m’ hanno detto che un giorno tu gridavi alla gente “vincere o morire”. Ora vorrei sapere come mai vinto non hai, eppure non sei morto, e al posto tuo è morta tanta gente che non voleva né vincere né morire? Luigi Tenco 22 settembre 2019 GIOISCI DONNA! Gioisci Donna! Avrai due cuori e in un respiro uniranno il loro battito. Le tue braccia diventeranno culla della vita. I tuoi occhi specchi in cui riconoscersi Tu sarai, madre. Oscar Morosini 21 settembre 2019 UNA PENNA SENZ’INCHIOSTRO Una penna senz’inchiostro Che scriveva su un foglio bianco Un manichino di questo mondo Che errava tra errori In un labirinto di inganni Questo ero senza voi… Poi… Tra la confusione L’incontro da

IL CELESTE RAPIMENTO

035 650 Dipinto di Bruce Pennington

DAL CIELO ALLA TERRA

HO SCRITTO L’8 LUGLIO 2019:

IL MIO AMICO E FRATELLO SPIRITUALE ROSARIO PAVONE MI HA INVIATO UNA ANALISI “ISPIRATA” INTERPRETANDO ALCUNI PASSI PROFETICI DEL NUOVO TESTAMENTO.
LEGGETE E MEDITATE.
IN FEDE VOSTRO

G. B.
Sant’Elpidio a Mare (Italia)
8 Luglio 2019

Messaggio allegato:
– “Ovunque sarà il cadavere, lì si raduneranno le aquile” (Matteo cap. 24, 28)
https://www.giorgiobongiovanni.it/messaggi-celesti/2018/7573-ovunque-sara-il-cadavere-li-si-raduneranno-le-aquile-matteo-cap-24-28.html


IL RAPIMENTO 
Di Saro Pavone

Uno degli avvenimenti più importanti e suggestivi della Grande Profezia Cristiana della Seconda Venuta di Cristo, è il cosiddetto Rapimento, o Prelievo, salvifico della “Sposa”, o Chiesa con tutta la schiera di Eletti che la compone.

Ove il termine “Chiesa” non è da intendersi rigidamente come gruppo confessionale e religioso, ma ha un suo discrimine che trova pieno riscontro e rigore teologico nelle perentorie parole dello stesso Maestro: “Or non chiunque mi dice Signore Signore entrerà nel Regno dei Cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che sta nei Cieli”. Ciò vuol dire che, per essere “salvati”, non sono sufficienti il “credere” e la pratica di culti, precetti e sacramenti, bensì bisogna dare e al tempo stesso essere verace testimonianza del Bene Universale di Cristo, nella concretezza della vita e in ogni attimo di essa. Vivere per gli altri, così come ci ricorda anche Giovanni con la sua sapienza evangelica: “adorare Dio in spirito e verità”, cioè senza esteriorità e nella coerenza fattiva del servizio ai valori dello Spirito e alle cause della Vita, che sono cuore del messaggio cristico; “mangiare la mia carne” e “bere il mio sangue”, ovvero assimilarsi a Lui, mangiando il “pane della vita” e di conseguenza bevendone il “calice” della passione.

Per cui, in quel giorno, sarà grande sorpresa vedere tanti che non “ci aspettavamo”, sedere degnamente e con merito al Convito, poiché la chiamata e l’elezione tengono grandemente conto dell’essere e non dell’apparire, del fare e non del vuoto predicare. Ciò vuol dire che questo tipo di salvezza è esteso a tutti, a prescindere dalla religione cui si appartiene e persino a prescindere dal considerarsi “ateo”, in virtù e a suggello del servizio reso al Vero Cristo, quello che non sta nell’alto dei cieli o nei tabernacoli, confinato tra il mistico e il misterico, bensì Quello che alberga nei cuori e nei bisogni di ogni uomo.

LA NASCITA DELL’ARCOBALENO

Di Michela RaddiIl Cielo, profondamente innamorato del Mare, si struggeva per non potersi unire a lui.Specchiandosi nelle acque cristalline, osservava il suo triste riflesso aleggiare su tanta bellezza.I giorni trascorrevano e il dolore, ormai lancinante, iniziò a condensarsi in cupe nubi. Il cuore sempre più colmo di amarezza.Il suo grido di disperazione si tramutò in fasci di luce e ruggiti che attraversavano la sua volta infinita.D’improvviso, nel silenzio, una goccia scaturì dal suo ventre, frutto di quel sentimento che bramava il suo amato.Come dolci lacrime, le copiose gocce si riversavano nelle acque del Mare, fondendosi con esso.Il Sole, in lontananza, si stupì del grande ardore. Profondamente emozionato, lasciò che i suoi raggi attraversassero le piccole gocce.Una cascata di colori scivolò dall’alto. Come sigillo vivente a simboleggiare tale consacrazione.É così che nacque l’arcobaleno, da una sacra unione d’amore. Michela Raddi4 luglio 2019