BAMBINO MORTO IN UN POZZO. IL FALLIMENTO DELLA SCIENZA UMANA
DAL CIELO ALLA TERRA
HO SCRITTO IL 9 FEBBRAIO 2022:
“La tecnologia della vostra scienza incapace di sottrarre da un pozzo il corpo di un bambino.
In questo caso avete dimostrato di essere animati solo di presunzione e di blasfemo orgoglio. La vostra intelligenza è capace di servire con solerzia il male, la morte.
A Vermicino si è verificato un dramma che deve indurre seriamente a meditare e a trarre conclusioni ancora più preoccupanti. Un bambino si è sacrificato per insegnare agli uomini, spettatori ed attori, che i problemi più importanti per sopravvivere non sono stati risolti e che nei prati verdi della vita si semina, con cinica indifferenza, il seme del male mortale”.
Scriveva così, a Nicolosi, il maestro e contattista Eugenio Siragusa. Un messaggio di profondo ammonimento e delusione consegnatogli dai fratelli di Luce, in occasione della tragica morte del piccolo Alfredino, il bambino precipitato in un pozzo il 13 giugno 1981 e poi morto di fame, freddo e soffocamento dopo tre giorni.
Oggi possiamo dire che il sacrificio di Alfredino è stato vano perché lo scorso 5 febbraio la storia si è ripetuta allo stesso modo. In Marocco, infatti, un altro bambino di soli 5 anni, Rayan, è morto dopo essere precipitato in un pozzo nelle campagne di Chefchauen. Dopo 100 ore al freddo, da solo, senza cibo e senza ossigeno, il corpo di Rayan si è spento ieri sera. I soccorritori sono arrivati troppo tardi e il mondo intero, dopo un primo momento di euforia con la notizia lanciata e poi smentita, del suo salvataggio, è piombato in un profondo dolore e sconforto.
Ma il mondo non è degno di piangere questo bambino. Perché la morte di Rayan è dovuta a questa umanità nefasta. Dopo quattro decenni l’umanità non ha imparato la lezione perché continua a sviluppare tecnologie procreatrici di morte e sofferenza. La tecnologia e la scienza umana non sono al servizio del prossimo, della solidarietà e dell’evoluzione. Ma dell’involuzione, della sopraffazione, dell’egoismo e della violenza.
Nell’anno domini 2022, l’uomo produce macchine di morte miliardarie in grado di spazzare via un continente in pochi minuti, è in grado di creare trivelle che violentano la madre terra per estrarne stupidamente idrocarburi inquinanti, ma non è in grado e non vuole creare una trivella o un macchinario capace di salvare bambino intrappolato a 30 metri sotto terra.
L’umanità, per tale ragione, ha fallito. Questa umanità preferisce tutelare il profitto, il potere, la conquista, piuttosto che tutelare i diritti umani, le anime indifese, i bambini. E quindi, Dio. La tecnologia umana è a servizio dell’autodistruzione e non della vita. Rayan ora è stato accolto nel regno, nei giardini dell’Eden. Quest’umanità invece è condannata a vivere la morte seconda su questo pianeta dove viene seminato, come disse Eugenio Siragusa 40 anni fa, “il seme del male mortale”.
Una frase che oggi, Giorgio Bongiovanni, suo discepolo e nostro maestro, ha ereditato. Una voce, quella di Giorgio, e prima di lui quella di Eugenio, da sempre sola in mezzo al deserto che è questo mondo.
7 Febbraio 2022
IN QUESTO CASO AVETE DIMOSTRATO DI ESSERE ANIMATI SOLO DI PRESUNZIONE E DI BLASFEMO ORGOGLIO.
LA VOSTRA INTELLIGENZA È CAPACE DI SERVIRE CON SOLERZIA IL MALE, LA MORTE.
A VERMICINO SI È VERIFICATO UN DRAMMA CHE DEVE INDURRE SERIAMENTE A MEDITARE E A TRARRE CONCLUSIONI ANCORA PIÙ PREOCCUPANTI.
UN BAMBINO SI È SACRIFICATO PER INSEGNARE AGLI UOMINI, SPETTATORI ED ATTORI, CHE I PROBLEMI PIÙ IMPORTANTI PER SOPRAVVIVERE NON SONO STATI RISOLTI E CHE NEI PRATI VERDI DELLA VITA SI SEMINA, CON CINICA INDIFFERENZA, IL SEME DEL MALE MORTALE.