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FUKUSHIMA DAIICHI: MAPPA AEREA DEL FALLOUT NUCLEARE. PREOCCUPANO I LIVELLI DI STRONZIO
Atomic energy society of Japan: «Troppe agenzie nucleari e responsabilità non chiare» La Nuclear safety commission del Giappone ha annunciato oggi che una nuova mappa aerea del fallout della contaminazione radioattiva (nell'immagine) «Ha confermato i livelli di radiazione nella zona attorno alla centrale nucleare di Fukushima Daiichi».
Il presidente della Commissione, Haruki Madarame, ha detto ai giornalisti che la mappa «Rafforzerà il sistema dell'agenzia per monitorare la contaminazione e aiuterà a trovare i modi per abbassare i livelli di radiazione».
Il Ministero giapponese della Scienza e il Dipartimento per l'energia degli Stati Nuniti d'America hanno condotto una ricerca aerea congiunta dal 6 al 29 aprile in un'area in un raggio di 80 chilometri intorno all'impianto nucleare. La mappa che ne è uscita fuori mostra la densità di cesio radioattivo in rosso o giallo, a seconda della concentrazione nel suolo. La zona ad alta densità si trova a nord-ovest della centrale di Fukushima Daiichi e coincide con i dati raccolti sul campo.
Secondo Madarame «La situazione nella centrale si sta stabilizzando» ed ha aggiunto che «E' arrivato il momento di rivedere il modo di effettuare ogni giorno i controlli sul campo. «Il suolo potrebbe essere testato un minor numero di volte, ma più meticolosamente, con l'aiuto della mappatura aerea».
Della stabilizzazione della centrale si hanno solo deboli e contraddittori segnali, intanto Goshi Hosono, un consigliere del primo ministro giapponese Naoto Kan, ieri ha detto che «Ci deve essere un attento monitoraggio dei livelli di stronzio radioattivo intorno all'impianto nucleare di Fukushima Daiichi».
Le dichiarazioni di Hosono arrivano dopo che la Tokyo Electric Power Company (Tepco) ha reso noto solo l'8 maggio di aver rilevato il 18 aprile alte concentrazioni di stronzio-90 nei campioni di terreno all'interno del compound di Fukushima Daiichi. I livelli di stronzio sono circa 130 volte superiori al livello massimo osservato in passato nella prefettura di Fukushima, dopo alcuni test atomici stranieri nell'atmosfera. Il 13 aprile, il ministero della scienza aveva annunciato che da 3,3 a 32 becquerel per chilogrammo di stronzio-90 erano stati rilevati in campioni di terreno in 3 punti della città di Namie e del villaggio di Iitate, a 30 chilometri dalla centrale nucleare di Fukushima Daiichi.
Allora si disse che quantità estremamente piccole di stronzio erano state trovate tra il 16 e il 19 marzo in vegetali prelevati nelle città di Motomiya e Ono e nei villaggi di Otama e Nishigo, che sorgob no tra i 40 e gli 80 chilometri dall'impianto nucleare di Fukushima.
Hosono non è l'ultimo arrivato: è l segretario generale della joint nuclear accident task force , istituita dal governo giapponese e dalla Tepco e ha fatto notare ai giornalisti che lo stronzio è pericoloso per la salute umana: «E' necessario iuun esame approfondito, compresa l'analisi dei dati passati, per determinare come la sostanza radioattiva si sia sparsa. Una volta inalato, lo stronzio radioattivo si accumula nelle ossa, come il calcio, e potrebbe causare il cancro».
La verità è che fino ad ora, il governo non ha controllato regolarmente i livelli di stronzio vaste aree intorno a Fuikushima Daiichi, dato che è facile da distinguerlo da altri materiali radioattivi e che richiede tempo e lavoro per misurarlo. Il ministero della scienza ha annunciato piani per determinare il miglior metodo per il monitoraggio dello stronzio.
Ma che qualcosa nei controlli e nelle indagini non funzioni, anche a causa della loro parcellizzazione e dell'accavallarsi di competenze, lo rivale la richiesta fatta oggi da 15 scienziati dell'Atomic energy society of Japan che chiedono la creazione di un unico ente che vigili sul nucleare giapponese, sul modello della Nuclear regulatory commission Usai.
Gli scienziati nucleari hanno analizzato l'incidente alla centrale di Fukushima Daiichi e in un rapporto affermano che «L'esistenza di molteplici istituzioni di supervisione producono responsabilità non chiare e ostacolano una comunicazione fluida sulla scia dell'incidente».
Il documento dell'Atomic energy society of Japan chiede un comando unificato e di rivedere i ruoli della Nuclear safety commission, della Nuclear and industrial safety agency (Nisa) e dello stesso ministero della scienza. Gli scienziati chiedono anche di rivedere «L'entità l'entità presunta di uno tsunami che una centrale nucleare potrebbe dover affrontare. Gli impianti dovrebbero essere dotati di macchinari pesanti per rimuovere i detriti in caso di tsunami, oltre a dispositivi per proteggere gli strumenti chiave per la sicurezza» e avvertono che «I piani di emergenza esistenti non tengono pienamente conto di disastri come gli tsunami, che sono meno frequenti, ma hanno un impatto di vasta portata».
Secondo il rapporto « I regolamentatori e Iigestori degli impianti contano troppo sui precedenti nelle loro analisi dei rischi, senza fare sufficienti sforzi per riflettere sui risultati degli ultimi studi.
Koji Okamoto, un professore dell'università di Tokyo che ha partecipato allo studio, ha sottolineato che «I piani di emergenza dovrebbero essere elaborati sulla premessa che gli incidenti si verificano. Spero che le lezioni apprese a Fukushima possano essere condiviso per i più di 400 reattori di tutto il mondo».
10 maggio 2011  -  Greenreport