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L'INVASIONE RUMOROSA DEI PAPPAGALLINI ESOTICI
Roma e Genova le colonie principali. Londra li elimina. Arrivano dal Sudamerica, fuori dalle gabbie hanno trovato l'habitat per riprodursi di ELENA DUSI
"Trovare habitat alternativi per gli uccelli, distruggere i nidi o, come ultima opzione, ucciderli". Colorati, amanti della compagnia, chiassosi e famelici: i pappagalli inglesi che hanno riconquistato la libertà dalle gabbie domestiche faranno bene a volare via veloci. La Defra (il Dipartimento britannico per ambiente, cibo e affari rurali) ha assegnato al Parrocchetto Monaco il bollino di "specie invasiva". E ha autorizzato i cacciatori a fare fuoco. Questi uccelli sono originari del Sudamerica e ci sono pochi dubbi sul fatto che non abbiano viaggiato con le proprie ali fino all'Europa. Come per i loro cugini, i Parrocchetti dal collare venuti dall'Africa orientale e dall'India, la rotta migratoria li ha portati piuttosto in un negozio di uccelli esotici, poi in una gabbia nel salotto di casa, che infine per pietà o comodità si è aperta per far ritrovare al pappagallo la libertà.
Una dopo l'altra, seguendo le stesse tappe, i pappagallini esotici capaci di vivere oltre 30 anni hanno colonizzato città come Brooklyn, Barcellona, Londra, Amsterdam, Bruxelles e in Italia soprattutto Roma e Genova. Il cambiamento climatico ha assecondato la loro passione per il caldo. La presenza di parchi e orti botanici gli ha spalancato le porte degli agglomerati urbani, assai più tiepidi e confortevoli di campi e colline. Ma alla fine, la loro voracità che non si ferma neanche davanti a patatine e pop corn ha cominciato a inquietare qualcuno. "Non arriveranno mai a rubare la merenda dalle mani di un bambino
e da noi non sono ancora così numerose, però queste specie non autoctone vanno seguite con attenzione. Da quando li abbiamo osservati per la prima volta a Roma, a Villa Borghese nel 2002, i parrocchetti sono regolarmente aumentati di numero. Neanche per il censimento del prossimo giugno ci aspettiamo flessioni" spiega Fulvio Fraticelli, ornitologo, direttore scientifico del Bioparco di Roma e autore della prima osservazione di Villa Borghese.
In Gran Bretagna si stima che diverse decine di migliaia di pappagalli esotici volino in libertà. "In Italia secondo gli ultimi censimenti abbiamo 4-500 coppie di Parrocchetti Monaco e 5-600 esemplari di Parrocchetti dal collare. La loro presenza è ancora circoscritta, assai più simpatica che ingombrante. Ma in altri paesi l'impatto sulle specie autoctone si è fatto sentire" spiega Marco Gustin, responsabile delle specie e della ricerca per la Lega italiana protezione uccelli.
La tendenza gregaria dei Parrocchetti Monaco li porta a costruire nidi collettivi larghi anche alcuni metri, che si impregnano d'acqua quando piove e danneggiano le linee elettriche, come è avvenuto spesso negli Stati Uniti. Gli agricoltori si lamentano perché la fame porta gli stormi di pappagalli a spolverare gli alberi da frutta. E Fraticelli racconta che "l'abitudine a nidificare nei cavi degli alberi scatena lotte furibonde con gli scoiattoli nei parchi romani, anche se a vincere sono regolarmente questi ultimi". Invece di limitarsi a mangiare i frutti degli alberi, i Parrocchetti Monaco divorano anche le gemme e gli apici fiorali. E i pappagalli dal collare, spiega ancora Fraticelli, "per raggiungere e mangiare i semi dell'olmo tagliano direttamente i rami più piccoli". E proprio la "potenziale minaccia dei Parrocchetti Monaco alle infrastrutture nazionali, ai raccolti e alle specie autoctone" ha convinto la Defra ad aprire la caccia al pappagallo. Ma anche gli altri animali stiano all'erta: il Dipartimento britannico potrà prendersela anche con loro, convinto com'è che "le specie invasive non autoctone causino danni all'economia britannica per 1,7 miliardi di sterline ogni anno".
15 maggio 2011 – La Repubblica.it