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tepco-headFUKUSHIMA: LA FUSIONE DI COMBUSTIBILE NEI REATTORI 2 E 3 PIÙ ESTESA DI QUANTO PENSAVA LA TEPCO
Nuova analisi computerizzata dei danni a noccioli e barre
Una fonte più che insospettabile, World nuclear news (Wnn) , l'agenzia stampa delle multinazionali pubbliche e private del nucleare, rivela che a Fukushima Daiichi, «Le analisi computerizzate al reattore danneggiato di di Fukushima Daiichi hanni indicato che probabilmente si è verificata una fusione di carburante più grave di quanto si pensasse nelle unità 2 e 3».

Fino a che non sono state fatte le simulazioni al computer, la Tokyo electric power company (Tepco) ha stimato i danni al nocciolo del reattore basandosi sui livelli dell'acqua e della temperatura, ma Wnn sottolinea che «Alcuni di questi sono stati inaffidabili fin dalle prime ore dell'incidente», probabilmente a causa dello stress delle strutture provocato dagli aumenti di temperatura e pressione.
L'agenzia delle industria nucleari spiega che «E' stato riscontrato che i dati di simulazione e i dati reali erano abbastanza vicini per la prima parte della sequenza degli incidenti, ma emergono differenze significative tra i sistemi di tutto il tempo che gli impianti di raffreddamento di emergenza erano "esausti" e quando i livelli dell'acqua sono scesi rapidamente nel "bottom" e dei fuel assemblies».
Nella ricostruzione fatta dalla Tepco e resa nota da Wnn, quando è cominciata l'iniezione di acqua di mar, i sensori nei nuclei dei reattori mostravano un recupero di circa due metri al di sotto del "top" delle barre di combustibile: «Mentre questo avrebbe messo i nuclei a rischio di danno, sarebbe stato ancora ragionevole attendersi un effetto di raffreddamento grazie alla elevata conducibilità termica del rivestimento allo zirconio del combustibile. Tuttavia, i due casi di simulazione suggeriscono che i livelli di acqua non sono aumentati rapidamente o di molto».
Il primo scenario del reattore 2 evidenzia che l'acqua è risalita solo a circa tre metri sotto la "cima" del carburante, e il secondo mostra livelli del tutto sotto il nocciolo. «In entrambi i casi la temperatura del carburante si pensa sia schizzata intorno a 2.700° C, il livello al quale il rivestimento di zirconio reagisce con l'acqua per produrre idrogeno e più calore. In queste condizioni il danno al nocciolo si pensa sia iniziato alle 8 di sera del 14 marzo, tre giorni e cinque ore dopo che lo tsunami ha colpito».
Il primo scenario della Tepco si conclude con la fusione di circa il 54% della parte superiore del nocciolo, con la formazione di «Una massa sostenuta e circondata da una serie di elementi di combustibile danneggiati». Secondo la simulazione, questo stadio sarebbe stato raggiunto intorno al 18 marzo.
Il secondo scenario presenta circa il 12% del nucleo rimasto sul support plate, con il restante 88% precipitato nell'acqua nella parte più bassa del pressure vessel del reattore. Questo disastro «Può essere accaduto entro il 15 marzo».
Secondo Wnn «La situazione reale è probabile che stia tra questi casi, ma la prognosi non regge il confronto con la stima dei danni del nocciolo del 35%,sulla base di letture fatte al momento».
Per l'unità 3, la storia è simile: «La strumentazione dell'impianto mostra livelli dell'acqua che ritornano a circa due metri sotto il "top" del carburante, mentre i due casi di simulazione pongono i livelli a circa tre metri più in basso e appena sotto il nocciolo». Le temperature raggiunte arrivano a livelli dannosi il 13 marzo. Anche la ricostruzione al computer dei due possibili stati del nocciolo del reattore 3 seguono lo stesso schema dell'altra unità: «Il primo ha il 42% del nocciolo fuso in una massa di combustibile danneggiato. Tutto questo posa su una piattaforma del 16% di carburante non danneggiato nel bottom (la parte inferiore, ndr). Nel secondo caso, si presume che circa il 94% del combustibile sia precipitato in acqua dalla mattina del 14 marzo».
La Tepco ha detto che il secondo indicherebbe che pressure vessels dei reattori potrebbero essere danneggiati, ma ritiene che «Tali danni siano limitati, dato che le temperature intorno ai vessels dimostrano che una varietà di sensori funziona ancora. Ma ammette che «l'analisi dell'unità 1 suggerisce che l'intero nucleo sia caduto nell'acqua nel bottom del reactor pressure vessel» e che questo «Consente che in qualche modo l'acqua fugga ad una velocità limitata».
27 maggio 2011 - Greenreport