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aaronSE SONO I GIOVANI A DIRE NO ALLA MAFIA SI RIACCENDE LA SPERANZA
Como 19 aprile. Curiosità, voglia di sapere, voglia di confrontarsi, voglia di giustizia, di legalità, di libertà, voglia di emergere, di non rassegnarsi, di dimostrare di poter essere protagonisti di un cambiamento forte. E' questo il messaggio dei giovani della VF dell' Istituto Tecnico Commerciale di Como “Caio Plinio”. Accompagnati dall'energia trainante di insegnanti come Graziella e Giovanna, sono stati capaci di realizzare un percorso straordinario che parte dalle parole di Salvatore Borsellino, fino ad arrivare a Palermo, passando per Cinisi e quei centopassi che dividevano la casa di Peppino Impastato da quella di don Tano Badalamenti. Un percorso lungo un anno e che si è sviluppato in più fasi. Il primo passo è stato la realizzazione di una simulazione di un processo di mafia, reso possibile il 17 marzo grazie alla collaborazione con il Tribunale di Como. Poi l'organizzazione di una marcia, il 22 marzo, a sostegno della magistratura e contro la mafia, quindi il convegno di sabato: “Liberi dalla mafia. NOI protagonisti del cambiamento” a cui ho avuto l'onore di partecipare come relatore. Era la prima volta che mi trovavo ad affrontare una platea. La prima volta che rappresentavo pubblicamente la redazione di ANTIMAFIADuemila. A queste emozioni si aggiungevano quelle date dalla presenza di relatori importanti come Angela Napoli, Gilio Cavalli, Gaetano Guarino e, soprattutto, Salvatore Borsellino. Rimango affascinato dalle loro parole. Borsellino è straordinario per la sua capacità di infiammare i cuori di chi lo ascolta. Il suo grido di giustizia e verità ha vibrato forte nell'aula magna del Politecnico di Como. Giulio Cavalli, col suo essere attore, ha ricordato l'importanza della parola nella lotta alle mafie. Angela Napoli e Gaetano Guarino hanno relazionato sui ruoli delle istituzioni (politica ed amministrazione pubblica) invitando i giovani, circa duecento i ragazzi presenti, a denunciare il malaffare senza sottovalutare i piccoli gesti. Dallo “spinello” al comprare merce contraffatta si deve essere consapevoli che il denaro speso finisce direttamente nelle casse della criminalità organizzata. E tra le tante parole vi erano i video testimonianza del progetto realizzato dagli alunni della VF. In ogni video, in ogni loro parola detta traspariva la passione e la consapevolezza del messaggio che volevano esprimere e ciò non è affatto scontato nella società di oggi, proiettata più verso il consumismo e l'egoismo. Guardandoli mi sembra di tornare indietro, alla loro età, quando sceglievo di intraprendere gli studi di giornalismo. In me come in loro c'è la stessa voglia di esprimermi, voglia di conoscere, voglia di verità.  Magari nel mondo scolastico si vivessero sempre esperienze simili, forse il mondo di oggi sarebbe diverso. Magari esistessero più Graziella, più Giovanna, capaci di educare ed al tempo stesso ascoltare. “Ho avuto dieci piccoli insegnanti in questi anni” ha detto a più riprese Graziella durante questi due giorni. Paolo Borsellino, in uno dei suoi ultimi discorsi, diceva che la lotta alla mafia non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione o un compito delegato ai soli magistrati, ma doveva essere un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti, in particolare le giovani generazioni. Ebbene vedere i giovani presenti, attenti, inchiodati fino all'ultimo ad ascoltare le testimonianze su un tema così duro, vedere la gioia dei dieci ragazzi della VF al termine del convegno, percepire la profonda unione che li lega ai propri insegnanti accende in me una grande determinazione e una grande speranza. In quei giovani ho visto i valori per cui lotto e in cui credo e sapere che non siamo soli in questa lotta, che qualcuno porta dentro se certi ideali è come una spinta ulteriore ad andare avanti. Personalmente sono ritornato nelle Marche profondamente arricchito dall'esperienza vissuta, uno stimolo ad un ulteriore presa di coscienza sull'importanza di quanto stiamo facendo. Non posso fare a meno di ringraziare alunni e professori, per il loro impegno e la loro passione così come non posso non ringraziare i ragazzi della redazione, Lorenzo, Anna, Monica, Maria, Silvia, Marco, Emanuele, Dora e, soprattutto, il mio padre spirituale, Giorgio. A tutti loro sono grato per avermi dato l'opportunità di vivere tutto questo, di condividere onere ed onori di questo impegno di lotta in nome della verità e della giustizia.
di Aaron Pettinari – 20 aprile 2010

I PROTAGONISTI DEL CAMBIAMENTO
Osservo i ragazzi e le ragazze della VF dell'I.T.C. Caio Plinio Secondo di Como. Giovani di 18/19 anni alla conclusione di un percorso di vita, con l'esame di maturità tra un paio di mesi. Ma soprattutto giovani che hanno dimostrato una particolare sensibilità ai temi della giustizia e della lotta alla mafia. Le loro insegnanti, Graziella e Giovanna, hanno saputo trasmettere loro un senso civico molto raro di questi tempi.
E il risultato è sotto gli occhi di tutti. Il convegno svoltosi lo scorso 17 aprile che racchiude l'ultimo anno di lavoro si intitola “Liberi dalla mafia. Noi protagonisti del cambiamento”.
Ospiti di eccezione si intervallano fin dalle 10 del mattino. Nell'aula magna centinaia di studenti attentissimi non si distraggono un attimo.
La chiusura degli aeroporti del nord Italia per la questione delle ceneri del vulcano islandese ha impedito a Sonia Alfano e Luigi De Magistris di poter partecipare all'incontro.
Salvatore Borsellino, il primo ad intervenire, riesce immediatamente a catalizzare l'attenzione dei ragazzi con la testimonianza forte e appassionata della sua ricerca di giustizia e verità.
Sul palco, insieme alle due insegnanti ideatrici di questo progetto di legalità, anche l'On Angela Napoli, deputata calabrese da anni sotto scorta per il suo impegno antimafia, Giulio Cavalli, attore e ora neo consigliere regionale in Lombardia, anch'egli sotto scorta per le minacce ricevute in questi anni a fronte del suo teatro civile e Gaetano Guarino, funzionario della Regione Sicilia, minacciato più volte per le sue denunce sulle infiltrazioni mafiose nella pubblica amministrazione.
Seduto insieme a loro anche Aaron Pettinari, amico, fratello e collega di redazione.
E' la prima volta che Aaron interviene in un dibattito pubblico a nome di Antimafia Duemila. La sua emozione la sento in parte dentro di me, seduto in prima fila nell'auditorium.
Nel momento che inizia a parlare la forza del suo spirito riesce a controllare l'impatto emotivo del momento. Sentirlo pronunciare con convinzione le motivazioni per le quali è nata Antimafia Duemila mi dà forza ed emozione contemporaneamente.
“Contribuire al raggiungimento della verità sui mandanti esterni delle stragi del '92” spiega Aaron scandendo le parole, mentre lo ascolto penso al significato profondo di simili dichiarazioni fatte da un ragazzo di 26 anni.
Osservo i suoi coetanei che lo ascoltano senza fiatare. La maggior parte di loro non sa quasi nulla delle stragi di Falcone, Borsellino, così come di quelle del '93. Ne tanto meno sono a conoscenza della gravità assoluta del termine “mandanti esterni”. Lo ascoltano immagazzinando quelle informazioni di cui magari dopo andranno a fare qualche ricerca su Internet.
Ma soprattutto percepiscono la sua passione civile, il suo impegno sociale che, in un Paese “televisivo” fatto da tronisti e veline, acquista ancora più valore.
L'intervento di Aaron prosegue impeccabilmente toccando i diversi aspetti del lavoro di Antimafia Duemila. E' una testimonianza di chi sta maturando, con tutti i limiti e le difficoltà di un giovane in questa società, una consapevolezza del proprio ruolo all'interno di un'opera sociale e spirituale.
Le potenzialità di divenire anche lui un “protagonista del cambiamento” ci sono tutte.
E in questo cammino che lo porterà al passaggio da ragazzo a uomo, ripenso al ruolo fondamentale che ha avuto la presenza di Giorgio.
Così come Giorgio ha stimolato in ognuno di noi quelle potenzialità che ci hanno portato là dove operiamo oggi, allo stesso modo ha interagito con Aaron e tutti gli altri ragazzi che lavorano nella nostra opera, affinchè giorno dopo giorno si assumano sempre di più la responsabilità dei propri ruoli. La conferenza di Aaron è una conferma tangibile.
Nel frattempo, prima che la Giustizia del Padre si compia attraverso suo Figlio, resta ancora molto lavoro da fare. Ognuno di noi ha bisogno dell'altro, mai come in questo momento, per gettare insieme le fondamenta di una nuova civiltà.
di Lorenzo Baldo

Sant'Elpidio a Mare, 19 aprile 2010