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arca_catania_0124 APRILE 2010: NELL’ANTICO COVO DELLA MAFIA
Sono le 13, io Angelo e Giorgino siamo in viaggio, destinazione Corleone, per assistere alla presentazione del libro “Don Vito. Le relazioni segrete tra stato e mafia nel racconto di un testimone d’eccezione.” Di Francesco La Licata e Massimo Ciancimino.
corleone_01La strada è tanta, ci aspettano tre ore di viaggio in auto, e il tempo non è dei migliori.
Prima di giungere al bivio di Villabate ci fermiamo a Casteldaccia per passare a prendere Giuseppe Leotta e la sua ragazza Marilina.
Giuseppe è un fratello di vecchia data che conosceva e frequentava il gruppo di Eugenio Siragusa nei primi anni ‘90 e che per diversi anni ha lavorato come redattore nella rivista mensile “La Voce dei Giovani”.
Dopo questa brevissima sosta, ripartiamo per Corleone che si trova nell’entroterra siciliano. Quindi ci troviamo a passare strade immerse nelle campagne.
Da un lato le distese di prati verdi danno una sensazione di serenità, di pace, ma allo stesso tempo tutte quelle curve, i lavori in corso, le strade prive di abitazioni e il cielo cupo trasmettono uno stato di angoscia. La sensazione è quella di non arrivare mai e personalmente sento come se stiamo percorrendo una strada che va verso il cimitero.
Di fatto, quando arriviamo al paese mi rendo conto che così non è perché è tutto ben tenuto, pulito, le strade hanno ancora la pavimentazione antica, non il moderno asfalto. Le stradine sono strette e tutte in salita.
Arriviamo al C.I.D.M.A. (Centro Internazionale di Documentazione sulle mafie e del Movimento Antimafia), saliamo al primo piano dove si trova la sala del convegno e subito ci troviamo davanti Massimo Ciancimino con la sua scorta.
corleone_02Raggiungiamo la stanza e iniziamo a dare un’occhiata in giro: nell’atrio antistante la sala si trova un enorme scaffale che va dal pavimento al tetto e che contiene l’archivio, in continuo aggiornamento, degli atti dei tre processi alla mafia istruiti dai giudici Falcone e Borsellino.
La sala è intitolata a Carlo Alberto Dalla Chiesa. Sui muri sono appese alcune foto scattate all’atto dell’arresto di famosi boss mafiosi come Riina, Provenzano e Bagarella e una foto dei giudici Falcone e Borsellino.
Nell’attesa che arrivino Giorgio e i fratelli di S.Elpidio il corpo di polizia cinofila effettua il consueto giro di perlustrazione per bonificare l’area.
Nel frattempo arrivano Anna, Lorenzo e Silvia che salutiamo calorosamente e immediatamente ci prodighiamo per allestire il banchetto informativo sulla rivista Antimafiaduemila.
In questo frangente noto una locandina sulla porta d’ingresso dell’anticamera della sala convegni che cattura la mia attenzione. Così mi avvicino e noto che si tratta di un incontro organizzato dal movimento del Rinnovamento dello Spirito con su l’immagine di una fiammella che fuoriesce da una bugìa (termine che si usava in passato per indicare un  portacandele e che nessuno utilizza più da anni, nella nostra lingua, con quel significato. Pare che si chiamasse bugìa perché, al contrario delle candele, nascondeva la parte finale, e quindi mentiva sulla durata della luce). Sopra di essa si staglia una frase tratta dal Vangelo secondo Luca: «Nessuno accende una lampada e poi la mette in un luogo nascosto…».
corleone_03Lo percepisco immediatamente come un segno legato alla Verità che non può essere nascosta e immagino come se Ciancimino con le sue rivelazioni avesse acceso una lampada che non può più spegnere tornando indietro sui suoi passi.
Subito dopo arrivano Giorgio, Francesco, i fratelli di Palermo e poi Valter, Domenico e Carla di Pordenone.
Intorno alle 17:30 inizia la presentazione del libro: i vari relatori espongono le loro idee riguardo al polverone sollevato dalle rivelazioni di Ciancimino negli ultimi mesi.
In particolare ricordo gli interventi dell’attuale sindaco di Corleone e dell’ex sindaco, entrambi determinati e fortemente predisposti a che si scopra integralmente la verità sulle stragi del ’92 e del ’93. Nonostante la loro differente appartenenza politica hanno dimostrato una grande sintonia e una comune volontà di affermazione della Verità e della Giustizia.
corleone_04Quando prende la parola Giorgio non c'è ne per nessuno. Non lascia adito a dubbi o fraintendimenti su quella che è la sua valutazione dei fatti, sul ruolo estremamente ambiguo dei servizi segreti e sulla complicità della classe politica alla realizzazione di quegli eventi nefasti che hanno caratterizzato la storia conclusiva della prima Repubblica.
Massimo Ciancimino si è dimostrato aperto ad ogni critica da parte del pubblico, mostrando una grande sincerità di intenti. In effetti sembra proprio che non voglia nascondere nulla.
La critica mossa dal pubblico, che era poi la più prevedibile, è stata quella di aver cominciato a parlare di questi fatti dopo tanto tempo, e questo sicuramente lo mette in una posizione di ambiguità nei confronti della gente che ascolta le sue rivelazioni.
Questo, negli ultimi tempi, è stato un pretesto utilizzato da certi soggetti coinvolti nelle questioni citate, in primis il premier Berlusconi, per gettare discredito sulla sua persona.
Un altro punto importante della sua esposizione riguarda il fatto che i processi pendenti a suo carico stanno per cadere in prescrizione e che egli, per fugare ogni dubbio sulla sua buona fede, ha deciso assieme a sua moglie di rinunciarvi. Ciò per il semplice fatto che, a differenza di suo padre, egli vorrebbe evitare che i suoi figli possano ricevere un lascito negativo.
Molto bello, poi, è stato l’intervento di una signora del pubblico che ha raccontato di essere stata vittima di mafia. Lei ha affermato che il marito imprenditore è stato sequestrato e ucciso da mafiosi, anche se questo non è stato pienamente accertato dalla magistratura, ed ha fortemente incoraggiato Ciancimino e Francesco La Licata (giornalista de La Stampa) affinchè non si arrendano in questo percorso, per quanto tortuoso, che porta all’affermazione della Verità.
Ha anche detto a Ciancimino di non avere paura di essere considerato pazzo per ciò che dice, perché anche con lei hanno usato lo stesso metodo, da lei stessa definito “da linguaggio mafioso”.
Questo perché, quando le rivelazioni sono talmente sconvolgenti da non essere facilmente digerite dall’opinione pubblica, l’unico mezzo che si ha per difendersi è quello di demolire la dignità della persona in questione.
Il convegno si conclude, e in noi si è rafforzata la convinzione che Ciancimino sia stato onesto e si sia mostrato desideroso di un vero e concreto riscatto nei confronti della società, essendo stato uno dei pochi figli di mafiosi acclarati ad aver rinnegato pubblicamente la mentalità e i modi di fare del padre. Addirittura qualche giorno fa egli ha ricevuto anche le critiche della sorella Luciana, che in un intervista si è dissociata dall’immagine che viene data del padre.
Si è esposto molto Massimo Ciancimino, la scelta che ha fatto non è certo facile, ed è comprensibile che sia passato tanto tempo prima che abbia preso coscienza e si sia fatto coraggio sulla decisione da prendere.
Con un po’ di dispiacere abbiamo ripreso la strada del ritorno: non c’è stato il tempo di salutare Giorgio e gli altri fratelli. Loro sono andati a visitare la casa dove è avvenuto l’arresto di Bernardo Provenzano, mentre a noi spettavano tre ore e mezza di viaggio e non potevamo trattenerci oltre.

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Valeria Di Blasi,
Angelo Aiello
Catania 27/04/2010


25 APRILE 2010: FESTA DELLA LIBERAZIONE

Oggi in Italia è un giorno di festa, ricorre il 65° Anniversario della Liberazione d’Italia dal regime fascista.
Pronunciare quella parola, liberazione, mi fa strano. Ci sono voluti anni, tantissime persone hanno perso la propria vita per la conquista della libertà, ma pare che in 65 anni nulla sia cambiato. Questa tanto desiderata libertà non è ancora arrivata. Ancora oggi sono tante le cose che impediscono al mondo intero di essere libero. Basti pensare a quanti bambini muoiono di fame, a quante ingiustizie, maltrattamenti, violenze fisiche e psicologiche siamo costretti a subire ogni giorno. Per non parlare del razzismo che imperversa non solo fra i popoli, ma anche all’interno delle stesse nazioni e delle città.
Uomini al potere che dovrebbero garantire quella libertà a ciascun individuo, a ciascun essere presente su questo pianeta, e che invece pensano solo ai propri sporchi interessi.
Grazie a Michele, un collega di lavoro di Angelo, qualche giorno fa siamo venuti a conoscenza di un evento che si tiene ogni anno a Linera, una frazione di S. Venerina a poca distanza da Acireale.
Il “Basula fest 2010”, questo il nome dell’evento, è una festa dove grandi e piccini trascorrono il tempo mangiando, ballando, ascoltando musica ecc. E’ nato come una giornata di festa pensato a favore della collettività nel comune denimonatore della fratellanza, dell’uguaglianza e della gioia di vivere.
Esso si svolge all’intero del grande parco Cosentini, dove si possono trovare artisti di ogni genere, da fotografi a marionettisti, a musicisti con piccoli banchetti sui quali espongono i propri lavori.
Quest’anno anche noi dell’associazione culturale “Dal Cielo alla Terra – Catania” abbiamo avuto l’occasione di partecipare. Intorno alle nove del mattino, Claudio, Federica e Antonio si sono recati per primi in paese dove hanno iniziato a montare il gazebo e i due tavoli. Un’ora dopo li abbiamo raggiunti io, Angelo e Giorgino con il materiale da esporre.
In poco tempo abbiamo sistemato i tavoli, uno con le riviste di Antimafiaduemila consegnateci da Lorenzo il giorni prima a Corleone, e l’altro con i DVD di Mystery Collection realizzati da Studio3TV.

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Durante l’evento abbiamo avuto modo di pubblicizzare la conferenza sul 2012, i Maya e i cerchi nel grano, che terremo a Siracusa il prossimo 8 maggio e che vedrà come relatore Pier Giorgio Caria. La locandina che abbiamo esposto al pubblico ha suscitato l’interesse di molti passanti che hanno voluto segnarsi il luogo e il giorno della conferenza.
La giornata non era il massimo, tirava un po’ di vento e il sole giocava a nascondino tra le nuvole.
C’era tanta gente, e molti stranieri. In particolare ricordo di una ragazza messicana che ha riconosciuto il volto di Jaime Maussan sul retro della copertina di un DVD. C’erano persone di tutte le età: bambini, ragazzi, adulti, anziani ed anche tantissimi cagnolini.
Durante la mattinata sono venuti a trovarci Grei e il suo amico Salvo, e poi anche diversi colleghi di lavoro di Angelo che si trovavano a passare da quelle parti. Fra di essi Davide e Daniela che hanno partecipato la settimana scorsa alla conferenza di Taormina, dimostrando grande interesse per gli argomenti trattati.
Facendo, poi, un giro per il parco abbiamo notato la presenza di gruppetti di ragazzi che raccoglievano le firme per la campagna referendaria “L’acqua non si vende” su iniziativa del movimento “acquabenecomune”,  e tutti noi, chiaramente, abbiamo deciso di aderire.
Il nostro stand era posto in vicinanza di uno degli ingressi. Molta era la gente che osservava incuriosita, ma anche la diffidenza era tanta: la maggior parte si fermava a debita distanza e quando qualcuno di noi cercava di dare qualche chiarimento sembrava allontanarsi quasi d’istinto.
Non sono mancate le persone che schernivano l’argomento, tuttavia abbiamo potuto constatare che molta gente è ormai a conoscenza del fenomeno ufologico.
Ci è capitato, ad esempio, di parlare con un signore di una certa età che dichiarava di essere aperto ad ogni tipo di lettura o argomento, per poi affermare di aver conosciuto in passato Eugenio Siragusa. Ci ha raccontato anche di alcune sue esperienze personali molto particolari.
Poi è stata la volta di una coppia che si è fermata incuriosita dalle immagini di uno dei DVD che eseguivamo, a rotazione, sul portatile. Osservando l’immagine di Giorgio il ragazzo affermava di aver già visto alla televisione quel personaggio, che (ironizzava) comunque aveva rifiutato di sottoporsi alle visite mediche e alle analisi delle proprie stigmate (chiaro era il riferimento alla partecipazione di Giorgio al programma condotto qualche anno fa da Enrico Ruggeri su Italia 1, “Il Bivio”). Immediato è stato l’intervento di Angelo, Giorgino e Claudio per spiegare i retroscena di ciò che era apparentemente accaduto e della strumentalizzazione mediatica che era scaturita a seguito di quella trasmissione.
Intorno alle 17:30 decidiamo di smontare lo stand e, mentre sistemiamo tutto il materiale per fare rientro a casa un uomo di origini francesi, una sorta di artista di strada che poi ci racconterà di aver girato il mondo, anch’egli venuto al Basula Fest per predisporre un banchetto e vendere i propri lavori, si avvicina a noi. Sembra conosca abbastanza bene l’argomento. Dice che non ci ha più visto da queste parti negli ultimi anni. Ci sprona a diffondere la realtà extraterrestre, soprattutto verso i giovani, e a proposito di questo ci spiega che a Catania, presso l’Istituto Agrario Filippo Eredia, ogni seconda domenica del mese, da ottobre a giugno, si svolge una fiera detta “a fera bio”: un mercatino in cui vengono esposti prodotti biologici tipici e locali che offre l’opportunità di sostenere il commercio equo e solidale e i progetti di carattere sociale.
L’uomo, che si fa chiamare Nanga (o François all’occorrenza), ci ha invitato la prossima domenica a venire a conoscere il responsabile della fiera e a portare il nostro stand!
Subito dopo nota il DVD con l’immagine di Eugenio, e definendolo un grande maestro ci dice di averlo conosciuto anni addietro e di essere a conoscenza della sua “dipartita”.
Dopo una breve consultazione tra di noi decidiamo di regalargli il DVD.
Poi prende in mano anche quello della storia di Giorgio, “Una lacrima del cielo”, affermando di essere al corrente del fatto che si tratti del successore della missione portata avanti da Eugenio. Quindi lascia un’offerta e ci saluta uno per uno affettuosamente ricordandoci di non mancare all’appuntamento della prossima domenica.
Sono poco meno di tre anni che personalmente seguo l’opera. Mi rendo conto che da allora siamo cresciuti tanto, ma la strada da percorrere è ancora tanta e tutta in salita. Sono certa che l’affetto che ci unisce ci aiuterà a superare le difficoltà.
Queste esperienze, anche se piccole, ci fanno crescere e credo siano una sorta di preparazione per il momento in cui Giorgio scenderà in Sicilia per completare la sua missione.

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Valeria Di Blasi
Catania, 27/04/2010