Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Italiano Español English Português Dutch Српски
testa sito 2024
giovanone_01DAVANTI AI SEGNI DI CRISTO
La visita di Giorgio in questa città mi dà speranza per un futuro ormai divenuto buio e senza uno spiraglio di luce, ma la forza viene da un uomo segnato dal cielo che promette e grida che presto giustizia sarà fatta.
Giorgio da circa 4 giorni si trova a Palermo per presentare il libro “Don Vito” presso la facoltà di giurisprudenza insieme a Salvatore Borsellino, Francesco La Licata (giornalista e scrittore), Anna Petrozzi e il figlio di Vito Ciancimino, Massimo.
Sono stati giorni, come sempre, intensi e quando i fratelli della redazione antimafia e Giorgio vengono a Palermo è sempre un’esperienza nuova che mi permette di capire con quanta profonda serietà svolgono questo lavoro che diventa una vera e propria missione fatta da tanti sacrifici e rinunce.
Tra gli appuntamenti c’era anche quello di partecipare al festival del giornalismo d’inchiesta  a Marsala, un paese a circa 130 km da Palermo, dove Giorgio ha intervistato il presidente di CONFINDUSTRIA della Sicilia, Ivan Lo Bello. In questa cittadella si sono riuniti illustri nomi del giornalismo e con grande onore ho visto tra questi anche la redazione AntimafiaDuemila che con il loro contributo e la loro  perseveranza sono riusciti  a diventare una delle riviste  e uno dei siti più visitati sull’argomento. Per me è stata una grande emozione vederli in un contesto giornalistico di professionisti del settore che rivendicano con forza la libertà di stampa che giorno dopo giorno si assottiglia sempre di più, affinché i cittadini siano all’oscuro e restino nell’ignoranza… questo è quello che vuole il sistema.

Domenica 23 maggio
Arriva Domenica 23 maggio e io ho organizzato, per volere di Giorgio, un incontro con i fratelli  delle arche della Sicilia  presso la nostra piccola arca di Palermo, dove hanno partecipato i fratelli di Catania, Palermo e Agrigento e alcuni simpatizzanti.
In questa occasione sono venuti anche mia sorella Meri e suo marito Francesco, Meri mia moglie, due sorelle di Giuseppe e la sua ex moglie Angela, che dopo una corrispondenza intensa con Giorgio finalmente lo incontra fisicamente.
Ci incontriamo alle 16:00 circa e aspettiamo Giorgio che dopo una telefonata mi avvisa che ritarda a causa della sanguinazione che era appena avvenuta.
Intanto passa qualche minuto e si chiacchiera nell’attesa che Giorgio arrivi.
Giorgio, Sonia, Sonietta, Vanesa e Anna, arrivano dopo circa una mezzora, mentre Lorenzo e Marco sono alla manifestazione che si svolge ogni anno sotto l’albero Falcone, il giudice ucciso dalla mafia il 23 Maggio del 1992.
Ho sentito subito un’emozione da parte di tutti nel vedere Giorgio che come sempre, malgrado la sofferenza e la sanguinazione di qualche ora prima, mostra sempre il suo sorriso e la sua luce che ci irradia di amore e amicizia.
Giorgio mi aveva chiesto di organizzare questo incontro per parlare a tutti i fratelli della Sicilia del suo prossimo trasferimento nella terra dove svolgerà l’ultima parte della sua missione.
Ci accomodiamo tutti in sala in rigoroso silenzio, Giorgio ci chiede una preghiera per Giovanni  Falcone e la scorta e subito si crea quella atmosfera di silenzio e concentrazione recitando un Padre nostro in onore dei giudici mentre ci invita a creare un unione di  amore, giustizia e fratellanza in quanto chiamati da Cristo per servirlo, e con molto stupore e l’inaspettato gesto ci mostra i segni delle mani  chiedendoci  ad ognuno di venire  per prendere le sue mani.
In fila uno per uno abbiamo preso le sue mani, emozionati e con il cuore che palpitava forte, che da poco avevano elargito la grazia di donare sangue divino versato con amore da un messaggero che il cielo ci ha dato modo di incontrare nella nostra vita dandoci una possibilità di riscatto.
Non si può dimenticare un’esperienza di questo tipo, ti resterà impressa tutta la vita e ne farai tesoro nei momenti di sconforto, perché ti ricorderai che Cristo ti ha preso le mani e ti ha donato la sua benevolenza attraverso il suo strumento, che oggi più che mai annuncia una rivoluzione non fatta di armi ma una rivoluzione dello spirito  e della sua liberazione.
Credo che questo gesto da parte di Giorgio abbia un significato profondo per tutti noi. Questo segno è per noi segno di unione segno di benedizione e segno di unzione, per chi vorrà rimanere e rimarrà a servire questa opera, segno di scandalo per chi ancora non cosciente non capisce il “Segno” che può diventare spada di giustizia e di divisione.
Il perdono e l’unione, malgrado i nostri difetti, devono essere superiori alle nostre debolezze che ultimamente hanno dato possibilità al maligno di turbare la nostra arca e costretti per volere di Giorgio a chiuderla.“Questa arca è la peggiore di tutt e con grande umiltà dobbiamo riconoscerlo, ma io sono qui perché quest’arca diverrà lucente come le altre”. Con queste parole ci fa comprendere che comunque la futura arca di Palermo sarà guidata da lui e soprattutto ci fa intuire che lui ne farà parte integrante, perché la sente sua come tutti noi.
Giorgio poi parla dell’intenzione di stabilirsi qui a Palermo come base operativa e dell’importanza della sua presenza in questa città. “Il motivo perché io devo stabilirmi a Palermo c’è  ed è un motivo spirituale che per il momento non posso dirvi. Posso dirvi solamente che c’è una grande piazza qui a Palermo……. Chi ha orecchie per intendere intenda………!!!!
Queste sono parole che ci dovrebbero fare riflettere e fortificarci ed andare avanti malgrado le nostre debolezze.
“Noi tutti eravamo davanti ai segni di Cristo”

In fede
Giovanni Micale

31 maggio 2010