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francescaUN PIANETA, DUE UNIVERSI
Di Francesca Bianchin  17.10.11
Un pianeta e due mondi completamente diversi nel modo di vivere, lontani anni luce l’uno dall’altro, come fossero due pianeti di due universi paralleli.
Per un bambino che nasce in un paese affamato del terzo mondo, dove avere il piatto pieno di cibo è un miracolo, o una carità di qualche ente benefico, è un miraggio lo stile di vita dei paesi occidentali.
Immaginate la conversazione  di un bimbo che abbia vissuto in Europa o in America, che si trovasse a far ritorno al villaggio di provenienza dei genitori in Africa, raccontare a quei bimbi che  hanno fame, quella fame vera che noi non siamo nemmeno in grado per un secondo di capire, o di immaginare, come noi viviamo.
Quei bimbi che sognano di avere un pezzo di pane in tasca, sempre che abbiano una tasca cui mettere dentro qualcosa, che sentono i morsi della fame dal giorno in cui sono venuti al mondo, e che non sanno nemmeno cosa significhi avere la pancia piena, perché non hanno mai provato questa sensazione, che tutti noi a fine pasto sentiamo, e che a volte quando facciamo il pranzo delle feste, siamo costretti pure a sbottonare il bottone dei pantaloni perché la pancia è troppo piena.
Pensate a questo loro amico venuto dall’occidente, che racconta a questi bambini africani o di un qualsiasi paese povero del mondo, come vivono in questo altro pianeta, un pianeta che potrebbe sembrare da fantascienza, il paradiso in terra.
-Da dove vengo io ci sono negozi pieni di roba da mangiare, ci sono negozi dove vendono solo  dolci e caramelle.
Ma che ne sanno questi bimbi di dolci,di caramelle?
Qui abbiamo solo la terra, la polvere e qualche capanna di paglia, gli rispondono.
-Da dove vengo io ci sono dei posti immensi al chiuso, dove ci sono 30, 40 negozi dentro, con le scale mobili per andare da un piano all’altro, si chiamano centri commerciali.
Ma che ne sanno loro di cosa sono i centri commerciali, loro che hanno come tetto le stelle, e chi è fortunato un tetto di rottami.
-Da dove vengo io in ogni casa arriva l’acqua  fresca e pulita,e possiamo bere acqua a volontà e lavarsi quando ne abbiamo voglia.
Noi abbiamo solo delle pozzanghere d’acqua putrefatta, e quando la beviamo preghiamo perché non ci faccia troppo male, ci laviamo solo quando il cielo ci manda la pioggia.
-Da dove vengo io ci sono negozi dove vendono le medicine per curare le malattie.
Ma che ne sanno loro delle medicine, che se non muoiono di fame, muoiono per dissenteria.
-Da  dove vengo io ci sono perfino gli ospedali per i cani e i gatti.
Ospedali per gli animali? Qui non abbiamo nemmeno i dottori per noi.
-Da dove vengo io  ci sono negozi dove si vende solo cibo per gli animali, tutto nelle loro scatole, igienicamente protette, e la gente li compera per  sfamare i propri animaletti.
Il bimbo povero ha un sussulto.
Ma come! ci sono negozi dove le persone vanno a comperare del cibo per gli animali? E noi qui non abbiamo cibo a sufficienza per nutrirci?
Avete negozi per questo? Noi non siamo in grado di dare da mangiare ai nostri animali, perché non abbiamo cibo nemmeno per noi, ma che posto è questo da dove tu vieni?
È  in un altro pianeta forse?
Sei un extraterrestre tu?
Deve essere molto, molto, molto lontano da qui.
-Oh no, è a poche ore d’aereo, a pochi giorni di auto, a qualche mese a  piedi, gli risponde il bimbo.
È qui vicino, è nel stesso nostro pianeta, ma sembrano due pianeti diversi, due mondi, due universi, uno irreale e uno fantastico, due mondi paralleli che convivono insieme nell’indifferenza della gente, dei politici, come fosse normale che una parte dell’umanità debba vivere peggio che ai tempi  dell’uomo preistorico, mentre l’altra parte, vive al di sopra delle proprie possibilità.
Non doveva andare così la storia dell’umanità, avremmo dovuto crescere insieme, camminare l’uno accanto all’altro, con le stesse possibilità di sviluppo, dovevamo crescere, moltiplicarci insieme, come Dio ci aveva chiesto di fare, tenendoci per mano, fianco a fianco, senza diseguaglianze, senza l’egoismo di sottrarre per tenere per sé ciò che Dio aveva donato a tutta l’umanità, un pianeta meraviglioso colmo di frutti e di tesori immensi.
Dio ha creato un unico pianeta, l’uomo ha voluto invece  dividerlo in due universi.
E un giorno egli chiederà indietro con gli interessi, ciò che una parte dei suoi figli ha sottratto indebitamente all’altra parte dei suoi figli.
Quel giorno non avremmo scuse da dire, quel giorno finalmente la terra, sarà un unico pianeta.
 
Bianchin Francesca

Pordenone, 17 ottobre 2011