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domingoyadrianaI VALORI DI CRISTO NELL'AZIONE DEI GIUSTI
Di Adriana Navarro e Domingo Silva 5.10.11
Mercoledì 28 settembre 2011 ci svegliamo con la triste notizia che alle prime ore dell'alba il pubblico ministero uruguaiano Dottor Enrique Viana è stato oggetto apparentemente di una rapina e degli sconosciuti gli hanno sparato. Adesso si trova ricoverato nel Sanatorio La Spagnola, ma non è in pericolo di vita. La prima reazione al sentire la triste notizia trasmessa da alcune emittenti radio è di stupore, angoscia, impotenza, irritazione, rabbia. Superato il primo momento di shock per la stima che tutti noi nutriamo verso questo uomo ci telefoniamo per avere informazioni sull’accaduto. I pubblici ministeri uruguaiani fanno parte del Potere Esecutivo e sono indipendenti nelle loro funzioni. La Legge Organica del Ministero Pubblico e dei Pubblici ministeri n. 15.365 regola le competenze e le funzioni degli stessi ed ha per oggetto la tutela e la difesa degli interessi generali della società.

È da tempo che la nostra Associazione Un Punto nell'Infinito segue da vicino l’operato di questo pubblico ministero e vogliamo sottolineare il suo impegno nella difesa dell’ambiente, motivo per il quale ha acquisito una certa notorietà di recente e ha indicato il cammino a seguire per frenare l’avanzare delle aziende multinazionali (che lui denomina Anazionali, perchè non hanno nazionalità) che nella loro brama per i guadagni economici stanno provocando impatti ambientali negativi che nocciono alla salute umana, oltre a causare altri problemi.

Enrique Viana ha fatto causa allo Stato uruguaiano in varie occasioni. Esponiamo i casi più noti, come ad esempio la causa instaurata alcuni anni fa, nel 2001, in seguito alla scoperta di alti livelli di piombo nel sangue di molte persone, fondamentalmente bambini, che vivono nella zona della raffineria di ANCAP (organismo statale di grande importanza nel nostro paese), installata sul Rio de la Plata, nella zona nota come “La Teja” della città di Montevideo. Poco o niente è stato fatto fino ad oggi e l'inquinamento di piombo in quella zona della capitale continua ancora a colpire soprattutto la popolazione infantile che vive lì, e in special modo coloro che hanno meno risorse economiche.
Con l'installazione della fabbrica di cellulosa, BOTNIA, il pubblico ministero fece causa per l'inadempimento da parte dello Stato delle norme di protezione dell'ambiente permettendo l'installazione di detta fabbrica nella città di Fray Bentos, sul Fiume Uruguay.
Nell'anno 2007 sollecitò lo Stato attraverso l’“Istituto del Bambino e dell’Adolescente dell'Uruguay” (INAU) a prendere misure per proteggere i bambini che vivono in strada – numerosi attualmente a Montevideo.
A marzo di questo anno Viana contestò giuridicamente la condotta adottata dal governo uruguaiano rispetto alla proposta di investimento e al progetto minerario di ARATIRI dell'azienda ZAMIN FERROUS e presentò un’istanza formale al Potere Esecutivo di urgenti comunicazioni per determinare il carattere delle trattative in corso con suddetta azienda, preparatoria a possibili azioni in difesa dell'ambiente. A tale riguardo ha richiesto a vari Ministeri interessati all’oggetto di fornire informazioni sui fatti denunciati nello scritto presentato. Il giudice Viana ritenne che l'attività della miniera a cielo aperto implicasse ed implichi tutt’ora significativi impatti ambientali negativi e ha segnalato inoltre che con la sola attività di esplorazione nella zona di VALENTINES, dove il controllo ambientale da parte dello Stato è stato assente, si registrano già danni considerevoli.
Recentemente - il 29 agosto passato – esperì un’azione giudiziale contro il Potere Esecutivo dello Stato Uruguaiano e la Corporación “Anacional” Montes Del Plata, un complesso economico costituito da due aziende private straniere, STORA ENSO E ARAUCO, una nuova industria per la lavorazione di pasta di cellulosa nel Dipartimento di Colonia, zona ricca di terre per la coltivazione, la produzione di latte e l’allevamento. Viana formalizzò la richiesta di nullità del Contratto di Investimento tra il Potere Esecutivo e la Corporazione Anacional Montes del Plata, per violazione della sovranità popolare e delle norme a tutela dell'ambiente. Il sopracitato Contratto di Investimento conteneva una clausola vessatoria di collaborazione che grazie al procedimento giudiziale intrapreso dalla procura uscì allo scoperto. Pertanto, oggi la popolazione può conoscere il contenuto del Contratto grazie a Viana. Questa querela è una brillante difesa della sovranità del paese, è un'eccellente difesa dell'ambiente e della salute umana e poche volte nel nostro paese si è vista una cosa simile, a tal punto che possiamo definirla un vero e proprio trattato spirituale per la difesa della Madre Terra e dei cittadini.

Come abbiamo appena detto, Viana venne colpito da due spari e il caso ha voluto che proprio la mattina di mercoledì 28 settembre, mentre il giornalista di una nota radio di Montevideo stava dando una notizia che riguardava il giudice Viana - nello specifico la causa da lui intrapresa e condotta contro il Ministero della Salute Pubblica per sollecitare attraverso il Potere Giudiziale la realizzazione di studi su medicine che non producano effetti indesiderati - nello stesso momento un altro giornalista della radio stava dando la notizia dell’avvenuto attentato al pubblico ministero, mentre proseguivano gli aggiornamenti su quanto accaduto.
Il comunicato stampa della polizia rendeva noto un tentativo di rapina con conseguente ferito da arma da fuoco. Nel Diario “EL PAIS” di giovedì 29 settembre il pubblico ministero dichiarò di aver subito un tentativo di furto, benché dall'intervista non si desume se i delinquenti hanno avuto accesso alla sua abitazione e se hanno portato via alcun oggetto di valore.
Dichiarò inoltre che la rapina non era collegata in alcun modo alla sua professione perché non aveva ricevuto minacce nè segni che potessero far collimare l'episodio al suo lavoro di magistrato. Comunque la polizia non stava scartando alcuna ipotesi. Secondo il diario “IL PAIS” del 30 settembre la polizia non aveva altre informazioni e nemmeno una pista che potesse fornire dettagli sull’identità dei delinquenti; pertanto il fatto avrebbe continuato ad essere investigato come un furto.
Anche noi pensiamo che quanto accaduto possa effettivamente essere relegato ad una questione di sicurezza pubblica, che purtroppo manca nelle strade di Montevideo. Ma potrebbe anche avere un'altra connotazione completamente differente legata all'attività giudiziaria che il pubblico ministero porta avanti. Per questo motivo riteniamo necessario ed importante mettere in risalto la sua attività che colpisce interessi economici importanti perchè da liberi pensatori quali siamo possiamo supporre che quanto accaduto sia un monito o un avvertimento.
Nei tempi che corrono – ma anche nel passato - è stata una costante che gli uomini giusti e retti siano caduti per l’esercizio delle loro funzioni, o siano stati perseguiti, derisi, picchiati, in totale impunità. Ciò ci fa dubitare e ci spinge ad essere vigili. E’ lecito almeno avere il diritto di dubitare e di pensare in modo diverso rispetto a come ci vengono presentati i fatti. Questo pubblico ministero si è guadagnato il soprannome di “pubblico ministero verde” per la sua costante difesa dell'ecosistema, ma anche quello di “pubblico ministero pazzo” nell'ambiente giudiziario da parte di persone che supponiamo non capiscano il significato delle cause da lui formulate solo perché i risultati ottenuti sembrano dimostrare un vero fallimento. In un'intervista risalente a marzo del 2011, Viana dichiarò che:
“A differenza di un avvocato, un pubblico ministero o un giudice non deve misurare le sue decisioni secondo i risultati, bensì secondo quanto gli detta la sua coscienza giuridica. Questo si chiama indipendenza tecnica, che non sempre è ben capita, nemmeno da noi stessi. Ma ovviamente quando uno agisce in difesa degli interessi generali della Nazione, o della cosa pubblica, lo fa per cambiare una realtà che considera antigiuridica, nell’ottimistica fiducia che in qualche momento la nostra giurisprudenza cambierà. Speriamo che non sia tardi poiché in tema ambientale i ritardi nel reagire sono fatali... Lo dimostra quanto è accaduto tristemente in Giappone.”

Noi che sappiamo che tutto ciò che accade nella vita materiale ha una causa o una trascendenza spirituale ci domandiamo se sia solo un caso il fatto che lo stesso giorno che il pubblico ministero è stato ferito il gruppo culturale della nostra associazione avesse un appuntamento proprio con lui nel pomeriggio alla procura nella città vecchia di Montevideo per trattare alcuni temi di natura giuridica che intendiamo approfondire e divulgare. Non lo sappiamo.
Per questo motivo, in suo sostegno e come segno di riconoscenza al lavoro di quest’uomo e allo stesso tempo per condividere con i fratelli di differenti parti del mondo – oltre che a quelli presenti durante l’incontro - vogliamo riportare le sue parole durante la seconda riunione dell’Arca del passato 16 agosto 2011. Approfittando della presenza di Giorgio Bongiovanni in visita a Montevideo in quei giorni abbiamo invitato il giudice Enrique Viana nell’intenzione di delineare il cammino a seguire della nostra associazione seguendo le giuste indicazioni di Giorgio di ascoltare, accompagnare ed appoggiare uomini integri, giusti, impegnati in cause a favore della vita.
Riuniti nella sede della nostra Arca, Georges Almendras presenta il Pubblico ministero.

Fiscale Enrique Viana: “Grazie Almendras per le tue parole, sono stato qui in varie occasioni ed è un piacere essere qui con voi. Sono stato in due località all'interno del paese, Guichón e Tacuarembó. Ho assistito a riunioni simili a questa con cittadini che sono preoccupati e che vogliono uscire da uno stato che io definisco di NON DIFESA, vengono effettuate delle fumigazioni sopra le loro case, sulla città, sulla scuola dove vanno i bambini. E sono preoccupati per questo; inoltre, l’acqua potabile si sta inquinando a causa dei prodotti chimici usati. La polizia forestale sta applicando un prodotto per eliminare le radici e coltivare di nuovo. La gente non è contro la fumigazione e i prodotti transgenici, ma semplicemente non vuole che fumighino sulle loro case e chiede all’OSE i controlli, sollecitando le autorità competenti ad effettuare degli studi sull'acqua.
Ad esempio, sono stati trovati 50 contenitori bruciati in una discarica municipale, senza che se ne conosca il motivo o chi li abbia buttati. La popolazione denuncia che sono state cancellate delle prove. Ho lavorato per anni a Paysandú e conosco bene l’ambiente: per questo faccio notare che in mezz'ora sarebbe stato possibile individuare i responsabili; invece non si è fatto niente. É stato denunciato il fatto alle autorità competenti ed è stata trasmessa una richiesta informativa al Ministero dell’Ambiente e dell’Allevamento. L’unica cosa che raccomandano è che i contenitori siano lavati tre volte, ma è chiaro, non c’è nessuna indagine. I vicini sanno perfettamente chi li ha buttati nella discarica. Qualcosa di simile è successo a Tacuarembó, dove la gente sente che la deforestazione sta provocando una vera emigrazione…Non si sa molto bene dove, ma è chiaro che si sta facendo di tutto affinchè la gente che da fastidio vada via.
Una vera espulsione. La popolazione di Colonia e San José è preoccupata per l’attività dell’industria Monte del Plata perché lo Stato si è compromesso a deforestare in un raggio di 200 km dal punto dove dovrà sorgere Monte del Plata. Sono a rischio tutta la produzione del latte e tutta la produzione di formaggi. La gente è preoccupata per le loro fonti di lavoro. In altri incontri ho citato il giudice Antonio Gustavo Gómez, originario dell'Argentina, che lavora in una giurisdizione di Tucumán: è un giudice penale che si occupa di diritto ambientale e dice in un suo libro: “Se sei a conoscenza di un delitto ambientale denuncialo, non essere complice”. Lui si riferiva alla realtà argentina ma ciò si sposa perfettamente con la situazione che si sta vivendo in Uruguay. La preoccupazione più grande è l'inquinamento. Nella formula di interesse ambientale delle imprese la variabile di adeguamento non è più oramai il lavoro, come lo era anni fa, bensì l'inquinamento. Gómez dice che maggiore è l’inquinamento maggiore è il guadagno; più guadagno è più capitale; più capitale è più corruzione; più corruzione è più impunità. Questo si traduce in VULNERABILITÀ. Se le autorità non prendono dei giusti provvedimenti e vedono da lontano il problema... Sta succedendo come in quei film del Far West in cui arrivava il treno al paese ed i potenti vedevano futuri guadagni economici, ambivano a comprare terre ad ogni costo e allora apparivano i pistoleri che costringevano i vicini minacciandoli a vendere e così a comprare le loro terre; questo sta succedendo oggi, ed i cittadini si sentono sottovalutati, sottomessi al potere…
Al cittadino comune che non ha potere l'unica risorsa che rimane è la fiducia che le autorità compiano il proprio dovere; in caso contrario, il cittadino è indifeso.”

Viana spiega che alle grandi imprese europee inquinanti che decidevano di aprire delle sedi in altri paesi veniva consigliato di scegliere luoghi poco abitati per due motivi: avrebbero trovato meno resistenza e l’indice di mortalità a causa dell’inquinamento sarebbe stato minore e aggiunge: “Questa è la tragedia dell'Uruguay ed il grande vantaggio per altri è che siamo un paese poco popolato.”

Giorgio: “Sono cosciente che lei è un magistrato e rappresenta lo stato uruguaiano, ma non posso non farle una domanda politica. In Europa siamo abituati ai prodotti transgenici. Ma l’Uruguay possiede una natura meravigliosa e ha avuto la fortuna di vedere vincere le elezioni da un partito di sinistra che negli anni ‘60 denunciava la destra. Questi uomini oggi sono al potere, il presidente di quei movimenti è al governo, e allora cosa sta facendo concretamente questo governo? Ora sta appoggiando i corrotti? Come possono capire questo le persone? C'è gente che ha dato la vita per questo. Mi sembra un tradimento, questa è la domanda.”
Georges Almendras: “Giuridicamente ci sono i meccanismi per neutralizzare queste politiche.”


Enrique Viana: “Non sono domande facili a cui rispondere. Per prima cosa, in effetti, chi ha una carica di funzione pubblica esercita anche una funzione politica. Da un giudice che detta una sentenza di divorzio a un Ministro che adotta una risoluzione, tutti esercitano comunque un potere politico e di governo. Un'altra cosa è la politica dei partiti, la bandiera politica di ognuno. Quando un pubblico ministero agisce sta esercitando una piccola funzione politica, lo stesso avviene per un giudice, ma c’è chi non vuole che sia così, e c’è chi afferma che il Potere Giuridico deva essere subordinato al Potere Esecutivo. In realtà, è vero che la politica attuale non è quella che si auspicava nel passato....
Recentemente ho ascoltato il senatore Agazzi che diceva che “siamo vittime del nostro proprio successo”, cioè viviamo le conseguenze del nostro successo collettivo. Il Ministro del Turismo, Lescano, difese Aratirí così come difese l’industria di cellulosa, dicendo che è qualcosa di nostro, quando in realtà non è così perchè si trova in una zona franca. In ogni caso, sarebbe nostro per la sovvenzione che è stata data all'impresa. A mio parere, credo che ci sia la convinzione che molti degli ideali attribuiti alla sinistra hanno subito una metamorfosi…E non solo da adesso. L’Uruguay ha firmato negli anni ’90 non meno di trenta trattati di investimento con privati, con imprese più potenti del proprio Stato. Nel 1965 il governo capitanato dal Partito Nazionale respinse il Trattato di CIADI, organismo privato dipendente dalla Banca Mondiale, (istituzione finanziaria anche essa privata che, precisamente, promuove gli investimenti nei paesi sottosviluppati). Si rifiutò che l'Uruguay entrasse in quel trattato perché cedere territorio ad un potere privato significava perdita di sovranità e violava la Costituzione. Tuttavia nel 1999 si disattese questo precetto e l'Uruguay firmò il Trattato con il CIADI ed in seguito si conclusero vari accordi di investimento.
La dignità difesa nel 1965 venne meno dopo, con la Finlandia, e si ripetè nuovamente nel 2011, anche se la Costituzione è la stessa e non è stata modificata. Oserei dire che siamo nella stessa situazione di 200 anni fa, stiamo subendo una specie di neocolonizazione. Anni fa lottavamo per diventare un paese sovrano ed oggi facciamo passi indietro. Oggi non interessa più governare il popolo.
Riguardo l'altra domanda, se esistono alternative per neutralizzare queste scelte?
Siamo sottomessi al Potere Esecutivo, a quello Legislativo, non solo al Potere Giudiziario, e c'è una catena di sottomissioni e una serie di censure che interessa il Potere Giudiziario.
Ci troviamo in un paese sottomesso, l'Uruguay non si sta adoperando per la tutela dell’ambiente. È comunque importante che ci siano pubblici ministeri e giudici indipendenti che agiscano allo stesso modo come affronterebbero un caso di rapina. La strada che ha intrapreso la mia procura è una strada solitaria. Mi sono stati sollecitati inutili espedienti e non sono rimasto fermo, ho fatto come nel calcio, “non c'è migliore difesa che un buon attacco”, sempre cercando di stare un passo avanti non mi sono lasciato intimidire ma mi sono difeso. Ho viaggiato a Gualeguaychú per un incontro, ho fatto dichiarazioni alla stampa, ho cercato di trasmettere alcuni concetti, e subito dopo mi hanno chiesto rendiconti, mentre invece ad altri colleghi che sono andati a Cuba non hanno chiesto niente. Nel diritto ambientale non esiste il riservo mentre con altri pubblici ministeri penali che sono tenuti al riservo, ciò non è stato fatto.
Mi piacerebbe fare un riferimento ai contratti di investimento. Io sto lavorando per sollecitare la nullità del primo contratto di investimento dell'Uruguay. Nel contratto di investimento lo Stato (ROU), l'Impresa ROU, cioè noi, ci compromettiamo con Monte del Plata, mi fa ridere il “ROU”, come se si trattasse di una piccola impresa.
La formalità del contratto di investimento esiste nei paesi di tradizione mineraria. Le Nazioni Unite hanno parlato anche dei contratti di investimento, li ha chiamati contratti di investimento parallelo (trattato tra Stati). Si tratta di un accordo tra lo Stato ed una corporazione e che si negozia in uguaglianza di condizioni, benché l'uguaglianza diventi subito un fattore marginale quando l'impresa detta tutte le condizioni, il che implica perdita e violazione di sovranità. Il termino negoziare presume uguaglianza di condizioni, ma l’ente dominante è sempre l'impresa che impone obblighi a scadenza al Potere Esecutivo.
Rappresenta un congelamento del diritto alla firma del contratto, in caso di modifiche l'impresa può fare ricorso perché il diritto è stato cambiato. Cioè non può essere applicata all'impresa una nuova esigenza ambientale ed in caso dovesse essere applicata, quest’ultima può esigere un'indennità.
In sintesi, con la clausola di congelamento del diritto, l’impresa Monte del Plata, di fronte a qualunque esigenza posteriore alla firma del contratto che alteri l'equazione economica dell'investimento, può reclamare un’indennità allo Stato; viene denominata anche “clausola di protezione”, o di “non rinnovo”, cioè non rinnovare il diritto pregiudicando gli interessi dell'impresa, è chiamata anche clausola di sicurezza giuridica. Viene applicato il diritto commerciale privato e questo riassume la perdita di sovranità, presuppone la scomparsa del principio di uguaglianza, perché l'impresa è regolata da uno statuto speciale che gli è concesso, tutto il contrario del principio di uguaglianza di fronte alla legge, tutto il contrario dei precetti di una repubblica. Ecco in sintesi la perdita di sovranità. I quattro primi articoli della Costituzione Nazionale ci definiscono come Repubblica con propria sovranità.
Questi contratti di investimento sono contratti a sè perché creano un privilegio, viene redatto uno statuto speciale per questi casi e c’è il diritto di reclamare se non viene rispettato. Nei fatti, e da ciò che vi ho elencato, si deduce che abbiamo smesso di essere un stato indipendente.”

Giorgio: “Noi come società, attraverso le associazioni culturali, possiamo organizzare un movimento nazionale per proporre un referendum alla popolazione, come è stato fatto in Italia contro tutte quelle imprese inquinanti, contro l'energia nucleare, contro la privatizzazione dell'acqua pubblica, dove abbiamo vinto con il 57%, e Berlusconi ha dovuto frenare i contratti con le imprese per privatizzare l'acqua. Qui non so se si può fare lo stesso perché io vedo nel futuro una catastrofe in questo paese.”

Fiscale Enrique Viana: “Qui non è come in Italia..., abbiamo alcuni meccanismi. Nel 2004 avemmo un plebiscito per l'acqua, fu varata una legge di protezione per l'acqua ed immediatamente nel 2005 la violammo quando autorizzammo l'installazione di Botnia. Le riforme dell'acqua non hanno avuto successo sebbene furono approvate con il 70% della popolazione a favore. Coloro che la promossero adesso sono al governo e hanno dimenticato tutto. Bisogna dirlo con concretezza. Stiamo assistendo ad una nuova forma di governo. Lo Stato sta diventando socio e non ha la serietà di contrattare in quelle caratteristiche. Sparisce l'obiettività da parte di chi deve contrattare. Quando c'è congiunzione di interessi pubblici e privati scompare l'interesse pubblico, diciamo che l'interesse pubblico si trasforma in interesse privato.
Stiamo vivendo una specie di neo-mercantilismo, e ancora di più ora con la legge di partecipazione pubblica privata, per cui il conflitto di interessi fa in modo che prevalga il diritto privato, rimane solo il “guscio dello Stato”, chi comanda sono gli interessi privati, crediamo falsamente che possiamo reclamare qualcosa. Le organizzazioni ambientali si stanno isolando un po' dal mondo giuridico, politico. È giusto premunirsi di tutta l'informazione ambientale, ma non tutto finisce lì, e non tutto può rimanere nell'orbita ambientale, ma bisogna discutere dal punto di vista della sovranità e della Repubblica. Se si perde quella colonna vertebrale, tutto ciò che ci circonda continuerà a cadere. I danni li vediamo oggi alla porta di casa nostra. Un produttore di Cerro Largo, Martín Echevarría, disse qualcosa di molto interessante, uno dei crateri che farà Aratirí, sarà di 8 chilometri, dall'obelisco fino alla porta della Ciudadela (la città di Montevideo) ed avrà 500 metri di profondità.
In queste due o tre settimane la gente ha incominciato a capire un po' la situazione, sta incominciando a preoccuparsi ed a attingere all'informazione, soprattutto con il “passa parola”, ad esempio, iniziano a domandarsi che capitali ci sono dietro Aratirí. Questo ha un effetto esterno ed interno. Esterno perché i capitali diventano un po' “nervosi”, la gente si fa domande, e vedono che la cittadinanza incomincia a contestare i suoi politici. La sicurezza di cui hanno bisogno queste imprese inizia a traballare, e dubitano se entrare o meno in quel paese nonostante esercitino un importante dominio sul governo. Per quanto riguarda l'effetto interno, nel futuro potrebbe ricadere un peso sulle nostre autorità, i giudici e pubblici ministeri non possono essere imparziali in merito all’Ambiente, non possono astrarsi dagli effetti ambientali, perché ne saranno colpiti.
Le riunioni ci sono, generano presa di coscienza, cambiamenti, e presto o tardi le autorità ci ripenseranno e diranno: “Non si tratta più di questo pubblico ministero pazzo, coinvolge anche i cittadini...”. Quella è in qualche modo la democrazia, che il cittadino si interessi, e questo preoccupa le autorità.”

Domanda: Lei sente propria la causa della gente?
Fiscale Viana: “Noi rappresentiamo la difesa di interessi generali, quando dobbiamo pronunciarci di fronte ad un divorzio, ad un attestato di paternità, in difesa dell’ambiente. Ancora di più quando ci dobbiamo pronunciare in difesa della sovranità. Io ho cominciato ad occuparmi di questo tipo di cose da tempo, a Paysandú, a causa delle inondazioni. Le case della gente si allagavano, la popolazione viveva in condizioni miserabili, e io come Pubblico ministero del Dipartimento, chiamai in causa la Croce Rossa, le Forze armate ed esigetti che fosse consegnato alla cittadinanza quanto era stato promesso, materassi, indumenti invernali, o almeno quello. Poi ho vissuto la situazione del piombo. Io agisco per dovere, è il mio dovere funzionale agire, anche se quando ti trovi sul posto e vedi i cittadini indifesi il senso del dovere aumenta molto di più per ragioni etiche, per ragioni di umanità. C'è un pubblico ministero del Brasile che dice che il Diritto Ambientale non è un diritto, è un obbligo, il cittadino è indifeso, e non può bere acqua avvelenata…
Sebbene i giudici e pubblici ministeri godano di indipendenza tecnica vivono questi limiti, meno giustificazione hanno i giudici della Corte Suprema. Una senatrice disse che il potere giudiziale dovrebbe essere sottomesso al potere esecutivo e purtroppo chi ha detto queste parole non lo ha fatto prevedendo il futuro ma basandosi su qualcosa che già c’è. Non abbiamo giudici e pubblici ministeri indipendenti.”

Domanda: È tutto un tema di coscienza?
Fiscale Viana: I pubblici ministeri ed i giudici sono uomini con tutte le passioni umane. Io comprendo i giudici e i pubblici ministeri dell'interno del paese che si espongono al rischio di un trasferimento e ne sono condizionati perchè esiste la carriera funzionale. Ma non ho la stessa comprensione per i giudici di Montevideo che sono arrivati già al top. Non c'è giustificazione.

Giorgio: “Il fiscale Viana ha spiegato quello che avviene in un pezzettino del pianeta, e lo stesso accade in tutto il mondo. Per me non ci sono ideologie di destra o di sinistra, né ideali, né autorità, per me l'unico baluardo che ci rimane, - e non lo dico perché lei è qui, Almendras lo sa, perché lavoro in Antimafia -, sono i giudici indipendenti che, ironicamente in Italia, fanno le veci dei politici, dei docenti civili e spiegano che le cose sono molto gravi, e sono sottomesse a questo potere economico, al quale a loro volta sono sottomessi i governi. Per questo motivo i giudici sono l'ultima speranza parlando laicamente, perché io sono credente, ho fede, credo in Dio.”
Fiscale Viana: Ci sono questioni che dipendono della coscienza di ognuno. Uno può subire un trasferimento e bisogna affrontarlo. Io sono stato trasferito tre volte, mi piacerebbe continuare a Paysandú. Una volta mi trasferirono perché stavo indagando su una somma di settantamila dollari scomparsa da un commissariato, e non ascoltai il mio superiore perché consideravo di poter agire con indipendenza. Mi trasferirono dandomi una promozione a Montevideo. Nel Tribunale della Dogana, alzai alcuni “coperchi” che non dovevo alzare ed allora mi trasferirono al Tribunale civile. Non mi possono trasferire al Tribunale penale e nemmeno al Tribunale minorile. Ma uno quando è indipendente deve avere il coraggio di assumersi la propria responsabilità. Minore indipendenza significa avere meno responsabilità, alcuni colleghi insinuano questo.”

Giorgio: “Vi salutano le persone rimaste a casa, giovedì faremo la prossima riunione…
Mi è sembrata importante la presenza del giudice Viana per il tema antimafia, e vorrei fosse fatta una raccolta firme tramite l'associazione per proporre un referendum contro queste leggi nefaste, rivolgendoci anche ad altre associazioni”…
Erika País: “Ieri Loreley ha chiamato il giudice Viana e oggi lui era qui. Dimostra serietà, non siamo religiosi, fanatici, rispetta il lavoro del nostro gruppo di cultura che ha parlato con lui, è stato serio e propongo di organizzare l'anno prossimo un congresso su questo tema, e di invitare coloro che più gridano contro tutto questo e condividere con loro materiale e alcuni video.
Giorgio: “… Dobbiamo fare un doppio lavoro, annunciare la fede ed appoggiare i giusti. Proporre una rivoluzione culturale, rivoluzionaria, se non ci ascoltano, pazienza, rimaniamo soli, ma dobbiamo farlo, agire ed appoggiare i giusti, fisicamente, spiritualmente, psichicamente ed anche intellettualmente. Ci vediamo giovedì, un bacio grande, e che Dio vi benedica tutti.”

Dobbiamo chiederci perché Giorgio in questa sua breve visita in America Latina, forse la più breve dopo il periodo di tempo in cui ha vissuto qui, dimostri tanto interesse ed invita questo pubblico ministero per spiegarci le sue idee ed il lavoro che sta portando avanti. Dobbiamo meditare profondamente sulle parole di questo uomo che possiamo definire “un giusto”, un uomo che sente di stare semplicemente compiendo il proprio dovere. Oggi che la scienza sta scoprendo che non c'è differenza tra materia e spirito, anche noi dobbiamo meditare sul fatto che questi concetti sono spirituali, perché vanno alla ricerca della dignità dell'uomo. L’azione deve essere vissuta, le dichiarazioni dei diritti umani non devono rimanere parole ma definitivamente essere un obiettivo urgente, spirituale e materiale, dobbiamo lottare per ristabilire un vincolo armonioso, di equilibrio e rispetto con la nostra madre natura, la nostra unica casa.
Ci è sembrato importante che la nostra associazione manifestasse il nostro appoggio, la nostra solidarietà verso il pubblico ministero, e nel pomeriggio dello stesso giorno dell'incidente, Loreley, Adriana e Domingo siamo andati all’ospedale a fargli visita, e a trasmettergli da parte di Giorgio, Erika, Almendras, di tutti noi e di altre persone, il nostro appoggio, la nostra riconoscenza al suo lavoro. Lo abbiamo trovato di buon umore, nonostante tutto.
In un incontro pubblico organizzato nella nostra Arca il 30 novembre del 2007 con il titolo URUGUAY NATURALE O AGGRESSORE DELLA NATURA?, uno degli invitati come relatore era stato proprio Enrique Viana: “... Se in una Repubblica i tre poteri dello Stato non comandano e chi comanda viene da fuori è proprio il concetto di Repubblica che perde valore. I poteri dello Stato rimangono in qualche modo subordinati ai dettami di un potere che viene da fuori. Io l’ho detto in qualche mio scritto, stiamo retrocedendo ad una situazione di colonia o vassallaggio vissuta 200 anni fa. Purtroppo non abbiamo un José Artigas che ci difenda come a quei tempi.”
È verità che non c’è un José Artigas, ma ci sono uomini come il pubblico ministero Viana che usano la propria conoscenza ed intelligenza al servizio del bene; ci sono molti altri uomini che lavorano anonimamente e vivono per plasmare un'altra esistenza differente, e ci sono altri come noi che sappiamo che la promessa del liberatore dello spirito, Gesù Cristo, si realizzerà e ritornerà per collocare ogni uomo di questo mondo nel suo giusto posto, a secondo la coscienza ed i valori che abbia manifestato verso gli altri.

Montevideo, mercoledì 5 ottobre 2011
Adriana Navarro
Domingo Silva