Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Italiano Español English Português Dutch Српски
testa sito 2024

conferenciairani100x100

Di Domingo Silva.    Adriana Navarro. 
Sabato 12 maggio 2012, la nostra Associazione Un Punto en el Infinito, ha invitato l'ambasciatore dell'Iran in Uruguay, il signor Hojjatollah Soltani, a tenere un incontro nella nostra sede. È la prima volta che organizziamo un evento di queste caratteristiche. Tutti, in maggior o minor misura, abbiamo sentito parlare dell’Iran e della difficile situazione che in questo momento vive il Medio Oriente a causa dell’inimicizia con gli USA ed Israele. Era nostro desiderio conoscere la sua cultura, le sue verità. Abbiamo pubblicizzato l’evento attraverso i mezzi di comunicazione inviando loro due locandine e due comunicati. Abbiamo informato anche diverse organizzazioni sociali.
Un primo comunicato diceva: “L’Oriente e l’Occidente… quanto  si amano?  Quanto si conoscono? Alla conoscenza di una nazione accusata di possedere armi atomiche, quando anche i suoi accusatori le possiedono. Cosa si nasconde dietro tali accuse? Quale futuro aspetta la nostra umanità così ignorante? Siamo tanto diversi al punto di ucciderci a vicenda attraverso lo scoppio di una terza guerra mondiale? Conosciamo un po’ di più l'Iran, la sua cultura. CONVERSIAMO CON L'AMBASCIATORE DELL'IRAN IN URUGUAY. Sabato 12 maggio 2012....
L'altro comunicato recitava: “IRAN ASSEDIATA: LA SUA STORIA, LE SUE TRADIZIONI, E LA SUA VERITÀ. Incontro con l'Ambasciatore iraniano in Uruguay: Hojjatollaj Soltani. Modera: Giornalista Jean Georges Almendras”...  
A motivare questo incontro, inoltre, gli eventi internazionali, che sembrano avallare le profezie di Cristo, “Gerusalemme circondata da Eserciti”... l'Iran non è lontana da Israele, tutta la zona del Medio Oriente sembra essere sempre più agitata. Dobbiamo essere onesti ed accettare la nostra ignoranza, non siamo stati educati ad approfondire se non una parte ristretta della Storia, principalmente quella dell’Occidente.

In un momento in cui si parla tanto di questo paese, accusato di possedere armi nucleari, di essere un paese quasi selvaggio, dove la donna non è rispettata, e dove in nome della religione si commettono atti ingiusti, ci è sembrato molto interessante cercare di conoscere più da vicino questa realtà, per essere in grado di formulare un giudizio più esatto. Noi, come il nostro presidente, Giorgio Bongiovanni, non appoggiamo alcun tipo di violenza, o di guerra, tanto dell’Oriente come dell’Occidente, ma dopo questo incontro, ci sembra di capire meglio l’intero processo degli ultimi 20 o 30 anni, e che oggi sembra arrivato ad un punto cruciale. Più  informati stiamo tutti, più saremo in grado di fare il possibile affinchè ci sia uno sbocco positivo. Non siamo neppure favorevoli all’uso dell'energia nucleare e la nostra rappresentante Erika Pais e Loreley Latierro lo fanno presente all’Ambasciatore, sottolineando che non si sa ancora dove depositare i rifiuti nucleari e che i rischi di questi impianti di fronte alle catastrofi naturali non giustificano in nessun modo la costruzione delle stesse. Come associazione siamo a favore della pace, dei popoli e dello scambio culturale. Abbiamo fiducia che se i paesi conoscessero e comprendessero di più le loro differenze e similitudini, non ci sarebbe spazio per le guerre.  
Erano passate le 17:00 di questo sabato 12 maggio quando è arrivato a casa nostra, il corpo diplomatico dell'Iran, con in testa il giovane ambasciatore Hojjatollah Soltani, accompagnato dall’addetto politico Ahmad Sanad Gol e da altre due o tre persone che portavano la bandiera del loro paese.    
Erika País ha presentato l'evento dicendo che era necessario conoscere la cultura del Medio Oriente, poiché l’informazione che ci arriva è fuorviante, disinformazione più che informazione, e la presenza dell'ambasciatore era molto importante per questo motivo. Non dobbiamo dimenticare che il nostro è un gruppo spirituale, ma ogni cosa deve essere rapportata sul piano fisico, materiale. Noi appoggiamo cause giuste, e oggi tocchiamo un tema serio, una probabile guerra mondiale, e sembra ingiusto che non si sappia la verità. Oggi siamo qui per ascoltare l’ambasciatore che ci parlerà della sua cultura.  
Georges Almendras chiede la parola:   
Vorrei innanzitutto scusarmi con l'ambasciatore, la nostra casa è umile, ma è un piacere avere qui la Repubblica Islamica dell'Iran ed il corpo diplomatico. La cultura trasmette sempre qualcosa, è sempre positivo conoscere culture differenti, soprattutto deve farlo l’Occidente. L'Associazione Un Punto en el Infinito rappresenta una corrente spirituale ed è impegnata in cause sociali; conoscere la cultura iraniana arricchirà questo gruppo spirituale. Cedo la parola al signore ambasciatore, e gli diamo il benvenuto.”  

Presentazione dell'Iran. Situazione geografica. Popolazione.
Rivoluzione Islamica dell'Iran

Ambasciatore Hojjatollah Soltani: “Nel nome di Dio, prima di tutto voglio ringraziare i presenti; esprimiamo solidarietà ed appoggio a questo gruppo, vorrei anche fare i nostri auguri alle mamme, domani è il loro giorno. Noi dobbiamo molto alle madri fautrici di felicità e prosperità... Il formalismo non è importante, importa il cuore, l’avvicinamento è spirituale, il luogo non importa. Chi crede nella giustizia, nell’uguaglianza è tuo fratello, non importa l’appartenenza sociale…
Voi vedete e leggete notizie che parlano dell'Iran..., una parte rilevante sono negative. Dicono che l'Iran non collabora con la lotta antiterrorista, che costruisce bombe e che collabora con il terrorismo. È vero tutto ciò? Bisogna avere acceso al 100% delle notizie che giungono in Occidente, non al 50% che per di più, a fini politici, sono purtroppo negative. È necessario rispettare altre opinioni.  Ma io preferisco presentare il mio paese in cifre, la Repubblica Islamica dell'Iran di oggi, che non ha relazioni diplomatiche da trentatrè anni con gli USA, con l’emblema dell'Impero… e presentare l'Iran antecedente alla rivoluzione islamica, alleato strategico degli USA.

Il mio paese è situato in Medio Oriente, nel continente dell'Asia, ha una superficie di 1.648.195 km quadrati. La rivoluzione islamica ebbe luogo l’11 febbraio del 1979. Fino ad allora il mio paese era governato da un re, un dittatore, un dittatore alleato strategico degli USA. In quell’epoca il mio paese esportava 6.000.000 di barili di petrolio al giorno negli USA e  i dollari provenienti dal petrolio, principale introito del paese,  invece di essere investiti in infrastrutture nel paese, in medicina, tecnologia, educazione, erano spesi per la maggior parte nell’acquisto di armamenti dagli USA. In questo modo il denaro rientrava nelle banche nordamericane, mentre la maggior parte della popolazione viveva nella miseria e nella povertà. L’analfabetismo nelle donne oscillava tra il 60 e il 70%. La popolazione in quel tempo era di 36.000.000, attualmente, dopo 33 anni, nel 2012, la popolazione è circa 75.000.000 di abitanti. Le esportazioni di petrolio, principale fonte di guadagno del paese, sono 2,5 milioni di barili al giorno, vuol dire la metà di prima.
Ma vediamo la differenza tra l'Iran di oggi e l'Iran di prima, con un'entrata maggiore e una popolazione più ridotta. Nella decade dei settanta, prima della rivoluzione, l'assemblaggio di veicoli nel mio paese, simbolo del progresso industriale, girava intorno alle 50.000 unità l'anno. L'anno scorso fabbricammo 1.650.000 veicoli all'anno, e siamo il dodicesimo paese per quanto riguarda la produzione di veicoli, e la metà corrisponde alla produzione nazionale, con la nostra propria tecnologia. Prima della rivoluzione, la produzione di cemento, un altro simbolo del progresso industriale del paese, non raggiungeva 5 milioni di tonnellate, oggigiorno noi produciamo 70 milioni di tonnellate l'anno e siamo il nono paese al mondo in quanto alla capacità di produzione di cemento ed abbiamo anche la tecnologia per installare impianti in altri paesi. Oggi stiamo installando una pianta nel paese fratello del Venezuela. Ci sono voluti circa 30 anni per sviluppare questa tecnologia, perché l'Impero non dà la propria tecnologia a noi, a voi, non la dà ai paesi in via di sviluppo. Vogliono mantenere il monopolio della tecnologia, per saccheggiarci, rubare le nostre materie prime. Ma noi al contrario, come repubblica, come paese rivoluzionario, la nostra politica è così: se abbiamo la capacità, se abbiamo la tecnologia, dobbiamo condividere con altri paesi. Se quella tecnologia contribuisce al benessere della comunità, allora dobbiamo offrirla ad altri paesi. Come stanno le cose. L’accordo che abbiamo firmato con i fratelli venezuelani, contempla che il primo impianto lo installiamo noi, perché ancora gli ingegneri venezuelani non sanno maneggiare la tecnologia, ma essi devono lavorare con noi, per passare loro la nostra tecnologia, il secondo impianto lo istalleranno loro stessi. Ed i nostri ingegneri li affiancano per controllare, per assicurarsi che tutto sia corretto. Per noi ci sono voluti 30 anni per adoperare questa tecnologia, mentre noi la trasmettiamo in 5 anni ad un altro paese rivoluzionario che vuole progredire. Questa è la differenza tra le politiche capitaliste dell'impero e le politiche economiche di un paese rivoluzionario. L'energia elettrica - la nostra vita dipende dall'energia elettrica -, prima della rivoluzione, la produzione non raggiungeva i 5000 megawatt, oggi, in Iran la produzione di energia elettrica, supera i 60.000 megawatt, noi esportiamo energia elettrica, ed anche le nostre compagnie adoperano la tecnologia per fabbricare le turbine che si usano negli impianti di elettricità. Nel mondo ci sono solo otto o nove paesi che hanno quella tecnologia. Noi facciamo parte di quegli otto o nove paesi.”  

Progressi scientifici in Iran. Indipendenza rispetto all'Impero.  
“Prima l'Iran non esisteva nel ranking mondiale nel campo della scienza e della tecnologia. Nel 2011 ci siamo posizionati al 22 posto nel ranking mondiale. Stiamo dicendo che dei 195 stati che ci sono nel mondo occupiamo il ranking 22, grazie ai nostri progressi tecnologici. E la velocità dell’avanzamento nella scienza in Iran nel 2011 – sono cifre pubblicate dalle Nazioni Unite- è stata undici volte superiore alla media mondiale. Questo progresso ci ha permesso oggi di fabbricare alcune medicine di nostra esclusiva produzione, nemmeno negli USA, o in Europa fabbricano queste medicine. Medicine a base di piante, non chimiche, con degli effetti collaterali molto bassi. Ad esempio, sappiamo che uno dei problemi e sfide delle comunità sono due malattie, l'AIDS ed il diabete. Abbiamo medicine che combattono tutti e due. Ma la domanda è: se l'Iran produce la medicina contro l'AIDS, perché non fa notizia? perché non è sul mercato? Ed ecco di nuovo in gioco i fini commerciali e politici in cui si muove il mondo capitalista dell'Impero. La medicina che noi produciamo è molto economica. Il trattamento dura solo novanta giorni, non tutta la vita, non ha effetti collaterali. Se entrasse nel mercato… le aziende in occidente non avrebbero più mercato, non avrebbero l'opportunità di vendere i loro prodotti e di guadagnare milioni di milioni di dollari. Sulla malattia del diabete, sappiamo che quando la malattia è un po' avanzata i medici non hanno altra soluzione che tagliare la gamba, ma in Iran non lo facciamo più. Curiamo con la medicina. Allora sorge una domanda spontanea, se l’Iran è così tanto avanzato,  perché pubblicano nel mondo che l'Iran è un paese arretrato? La risposta è questa fratelli: Prima l'Iran era un alleato strategico degli USA e viveva in povertà e miseria. Oggi l’ Iran, dopo 33 anni senza relazioni  diplomatiche con gli USA, ha avuto il suo sviluppo. Che messaggio vuole dare al mondo? Vuole dire di prestare attenzione… è positivo essere indipendente dall'Impero e dagli USA. Un paese, un popolo, può progredire senza dover obbedire alle politiche della Banca Mondiale, del Fondo Monetario Internazionale, che vengono solo per rubare le nostre ricchezze. Un popolo può avanzare. Non dimentichiamo che l'Impero per decenni ha cercato di inculcare nella mente dei popoli che se vogliono avere uno sviluppo devono seguire le loro politiche economiche, selvagge, dove i popoli devono morire, appunto perché sono i poveri, mentre i ricchi, ogni giorno guadagnano di più appunto perché sono i ricchi. In questo modo l'Impero ha cercato di giustificare il furto, il saccheggio che sta facendo del nostro territorio e dei nostri paesi. I segni di sviluppo di una nazione, che non dipende dall’Impero, fa cadere la teoria di cui esso si serve per saccheggiare le nostre ricchezze. Se analizzate a fondo gli investimenti e le attività di quelle aziende vedrete che oltre l’80 /85%, prelevano le materie prime dai nostri paesi. Non vengono qui per investire e produrre un prodotto con valore aggiunto. No! Si portano via il petrolio, e ci restituiscono le plastiche ed altre cose con un valore aggiunto. Vengono qui, in America Latina e si portano, ad esempio, lana, e restituiscono tessuti, con un valore aggiunto. Quante aziende sono venute in America Latina per avviare sul posto una struttura per l’elaborazione dei tessuti, abiti, e poi esportare i prodotti finiti, con un valore aggiunto? Non lo fanno, perché non è la politica dell'Impero. La loro politica è rubare, saccheggiare sempre più.”  
 
Iraq-Paese Musulmano Arabo, Iran-Paese Musulmano Persiano. La guerra del 1980 – La doppia morale dell'Impero.  
Purtroppo oggi esiste una doppia moralità su molti argomenti. Quando l'Impero non sopporta più uno stato, quando non ha argomenti, ricorre alle armi. Sapete e sappiamo molto bene quante guerre abbiamo avuto nel secolo XX, dopo la seconda guerra mondiale. La guerra in Vietnam, dove morirono milioni di persone. Poi la guerra imposta in Iraq contro l'Iran. Per essere chiari, ci sono due paesi, Iraq che è un paese musulmano arabo, Saddam fu dittatore di questo paese, ed Iran che è un paese musulmano persiano. I due sono vicini, ma completamente differenti, con differenti culture, differenti territori, differenti popolazioni. Allora l'Impero provocò  Saddam, dittatore dell'Iraq affinchè attaccasse l'Iran, una guerra che durò otto anni, dal 1980 al 1988. Abbiamo perso in quella guerra circa 400.000 persone. L'esercito iracheno utilizzò bombe tossiche contro di noi, le bombe venivano dall'occidente, le materie prime venivano dall'occidente. Lo stesso occidente che successivamente accusò l'Iraq di possedere bombe nucleari, quando sapevano bene che non esistevano armi nucleari in Iraq, e basandosi su quella grande bugia, attaccarono l'Iraq. La domanda è: quante persone sono morte durante l'occupazione dell'Iraq? Qualcuno lo sa? Circa un milione di iracheni morirono durante l'occupazione del loro paese, per mano delle forze USA. Forse quel milione di iracheni non erano esseri umani? Perché dovrebbe esistere una doppia moralità, secondo la quale un cittadino degli Stati Uniti conta, mentre un milione di iracheni non valgono niente? In pieno secolo XXI la dignità dei paesi non accetta questa doppia moralità, se parliamo di esseri umani, siamo tutti uguali. Non importa quale sia la nostra religione, la nostra nazionalità, la nostra lingua, e quale sia il colore della nostra pelle, nera, bianca, gialla, non importa, siamo tutti esseri umani, e tutti meritiamo di vivere. Ma deplorevolmente le politiche dell'Impero dicono altro: “Le vite degli esseri umani che favoriscono il mio interesse politico economico sono importanti, il resto non mi importa”, questo dice l'Impero.”  

Terrorismo buono. Terrorismo cattivo.  

“Tutti sappiamo che gli attentati terroristici vanno condannati; il terrorismo non è buono, uccidere gente innocente non è buono, non c’è alcuna giustificazione per un attentato terroristico o uccidere una madre e suo figlio mentre attraversano la strada nel momento che esplode una bomba. Non c’è giustificazione, l’atto va condannato. Ma cosa succede? Per l'Impero esistono due tipi di terrorismo: terrorismo buono e terrorismo cattivo.  Terrorismo buono è il terrorismo che favorisce le politiche e gli interessi politici ed economici dell'Impero. Il terrorismo cattivo è il terrorismo che non favorisce loro. Nel mio paese, noi siamo vittime del terrorismo. Dal 1979 ad oggi abbiamo avuto 17.159 persone uccise in attentati terroristici. 12.000 furono uccise da un gruppo terroristico che si chiama MKO, sotto la protezione degli USA. Vengono finanziati ed armati dagli USA. In un solo attentato terroristico di questo gruppo, fate attenzione, in un solo attentato, assassinarono il presidente della Repubblica Islamica dell'Iran, il primo Ministro e settantadue deputati del Parlamento. Come reagirebbero gli USA di fronte ad un attentato terroristico? Forse non darebbe il via ad un'altra guerra mondiale?
A questo mi riferisco quando parlo di doppia moralità. Quel gruppo terroristico favorisce gli interessi politici degli USA, ed è contro la Repubblica Islamica dell'Iran.
Non condannano gli attacchi terroristici di questo gruppo, bensì li appoggiano. Al contrario noi diciamo, no, Dio mio, non esiste terrorismo cattivo e buono, tutti lo dobbiamo condannare. Non importa dove accade, noi abbiamo condannato l’attentato contro le torri gemelle, è un attentato terroristico, e deve essere condannato, non importa se gli USA sono nemici dell'Iran. Il popolo non ha colpa, il governo è nemico, ma il popolo non ha colpa. Ovviamente loro devono pensarla allo stesso modo, deve essere reciproco, ma invece, nella pratica è un'altra cosa.”.  

Politica nucleare dell'Iran. Un “prima” ed un “dopo” del 1979.  

“Sulle notizie che giungono a voi in cui ci accusano di fabbricare bombe nucleari, cosa dice l'Iran? Qual’è la politica dell'Iran sull'energia nucleare? E quale è la politica dell'Iran sulle bombe nucleari? Prima di tutto dobbiamo differenziare tra energia nucleare a fini pacifici e quella destinata alla costruzione di bombe nucleari. Sono due cose completamente differenti. L’energia nucleare può essere sfruttata per aumentare il benessere della comunità, per produrre energia elettrica, medicine ed anche utilizzarla nel miglioramento dei semi, ed altri usi sempre a fini pacifici. È ovvio che è illegale usarla per produrre armi nucleari e bisogna condannarlo e proibire la produzione per produrre qualsiasi tipo di armi nucleari. Questa è la politica dell'Iran. Ci accusano. Noi abbiamo attività nucleari, abbiamo un impianto nucleare che produce 1000 megawatt di energia elettrica, e non dimentichiamo che nel mondo esistono circa 440 centrali nucleari che producono energia elettrica, 104 centrali si trovano negli USA. In Francia l’85% dell'energia elettrica viene prodotta da centrali nucleari. Noi ne abbiamo una. Noi diciamo questo: se avere centrali nucleari per generare energia elettrica non è positivo, perché voi ne avete 104? Allora che chiudano quelle centrali! e chiudiamo pure noi. Ma se è positivo, - ed ovviamente è positivo - e voi avete 104 impianti, anche noi vogliamo avere una centrale, perché anche il nostro popolo  ha bisogno di energia elettrica, ed il fabbisogno aumenta di giorno in giorno. I mezzi di informazione trascurano alcune osservazioni o addirittura tacciono su alcune realtà. Di quali realtà parlo? In primo luogo, Iran, USA, Germania, Francia, ed Inghilterra durante il regime dello Sha, prima della rivoluzione islamica iraniana, sostenevano il regime nell’istallazione degli impianti nucleari. Loro stessi incoraggiarono il regime dittatoriale dello Sha ad avviare le attività nucleari. Loro stessi nel 1974, 1975, sto parlando di 37, 38 anni fa, firmarono contratti per circa 8000 milioni di dollari con l'Iran per la costruzione di centrali nucleari. Otto mila milioni di dollari negli anni ‘70, circa 20.000 milioni di dollari al valore attuale.  Le aziende di quei paesi iniziarono a costruire gli impianti. Nel 1979 dopo la rivoluzione islamica dell'Iran cambiò tutto, invece di incoraggiare, appoggiare e rispettare gli accordi, iniziarono le critiche: Perché l'Iran ha bisogno dell’energia nucleare? Nel 1979, i lavori di uno degli impianti era al 64% del completamento, un secondo al 45%, abbandonarono i lavori e andarono via. Non ci fu alcun risarcimento per non avere rispettato il contratto, e devono restituirci il denaro… non restituirono il denaro del mio popolo, del mio paese. Tutti sappiamo che in ogni contratto c’è un articolo che prevede un indennizzo, una multa, in caso di mancato adempimento del contratto stesso. Non pagarono niente.

Noi abbiamo cercato di convincerli che le nostre attività sono pacifiche, ma il loro problema non è tecnico, perché loro più di qualunque stato al mondo, mi riferisco agli USA, Francia, Germania, Inghilterra, i quattro paesi che attualmente sono apertamente ostili al programma pacifico nucleare dell'Iran, tecnicamente loro sanno molto bene, che l'Iran non ha la capacità tecnica per fabbricare bombe nucleari. È lo stesso che dire che qui sfruttiamo il petrolio, quando ancora non abbiamo fatto uno studio di fattibilità, quando ancora non abbiamo perforato il pozzo, quando ancora non abbiamo la piattaforma, come facciamo a sfruttare il petrolio?

Lo stesso esempio vale per il tema del nucleare. L’Iran tecnicamente non ha la capacità di costruire bombe nucleari… fin quando non ha la capacità, come può …………………..produrre bombe nucleari? In secondo luogo gli ispettori dell'Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, hanno ispezionato per 4000 giorni i nostri impianti atomici. In nessun paese del mondo hanno effettuato tante ispezioni. E noi diciamo, bene, per dimostrare la nostra sincerità e la trasparenza delle nostre attività, abbiamo accettato 4000 giorni di ispezioni, allora per favore, permettete anche voi agli ispettori dell'Agenzia di ispezionare i vostri impianti il 10%, non 4000, solo il 10% delle 4000 ispezioni che hanno effettuato da noi al fine di verificare se tutto è a norma; non c’è niente di straordinario in questa proposta. Ma non lo permettono. La domanda è perché non lo permettono? Perché in questi laboratori, in questi impianti, forse si stanno costruendo nuove generazioni di bombe atomiche. Dopo le bombe che hanno utilizzato in Iraq, adesso nascono bambini che non assomigliano per niente agli esseri umani, e sono gli effetti delle nuove bombe atomiche lanciate nei dieci anni di guerra in Iraq. L'Impero si serve di queste guerre per provare i nuovi armamenti che ha costruito, le nuove generazioni di bombe che ha prodotto. Nascono bambini malformati in Iraq, in Afghanistan, mai visti prima. Potete vedere in internet le foto di questi bambini, e ve ne rendete conto personalmente. Prima non si registrava questo tipo di nascite in questi paesi. Noi per dimostrare, ancora una volta, la nostra sincerità e trasparenza, abbiamo permesso l’installazione in tutti gli impianti  di telecamere a circuito chiuso, che per 24 ore al giorno, tutta la settimana, 365 giorni all'anno, filmano e controllano le nostre attività. A noi non importa, perché non abbiamo niente da nascondere, tutte le nostre attività sono trasparenti, rispettiamo le leggi e norme internazionali. Ma abbiamo chiesto loro, forse voi permettete che l'Agenzia installi telecamere a circuito chiuso nei vostri impianti? No. Il regime sionista di Israele possiede tra le 200 e 400 bombe nucleari. Quante delegazioni hanno ispezionato gli impianti di questo regime? Nessuna. Perché Israele non ha firmato il Trattato di non proliferazione di armi nucleari. Fabbrica armi nucleari. Ma noi abbiamo firmato l'accordo e abbiamo tutti i requisiti e rispettiamo gli articoli che vietano la produzione di armi nucleari. Sorge spontanea una domanda, noi abbiamo bisogno di combustibile nucleare per far funzionare il nostro impianto, perché abbiamo 800.000 malati, pazienti, che hanno bisogno di medicine, di radioisotopi, isotopi, che dovrebbero essere prodotti attraverso il nostro impianto nucleare. Non ci hanno dato il combustibile, e 800.000 pazienti sono stati lasciati senza cure. Il governo non deve sentirsi responsabile e difendere il diritto del suo paese? Il mio governo ha deciso di conseguenza, produrre combustibile nucleare per dare assistenza ai nostri 800.000 pazienti. Allora perché l'Impero è contro il programma pacifico nucleare dell'Iran? Prima dicevo che l'Impero vuole avere il monopolio della tecnologia che possiede, non vuole trasmetterla al resto del mondo ed a altri paesi. Nel mondo ci sono sette paesi che hanno la tecnologia dell'energia nucleare, e non la trasmettono a nessuno. Noi siamo puniti perché ci siamo arrivati da soli, attraverso la nostra propria tecnologia, con i nostri propri scienziati. Noi siamo puniti perché non abbassiamo la testa, non andiamo a pregare l'Impero di darci la loro tecnologia, invece loro ti chiedono migliaia di cose prima di darti qualcosa, devi vendere il tuo paese prima di avere qualcosa in cambio da loro. Noi siamo puniti perché ci fidiamo dei nostri scienziati, del nostro paese. Quando l’Impero ha visto che non poteva fermare lo sviluppo nucleare dell'Iran, iniziò ad assassinare i nostri scienziati. Hanno ucciso cinque scienziati iraniani, che non hanno alcuna colpa, sono professori universitari e scienziati che lavorano nei lavoratori. In due casi tentarono di uccidere lo scienziato, sua moglie ed il loro bambino. In entrambi i casi le mogli e i figli sono stati feriti, mentre gli scienziati sono morti. All’Impero non importa se c’è un bambino, figlio, figlia, donna, no! L'obiettivo è: “Dobbiamo fermare lo sviluppo nucleare dell'Iran” e basta. Qualunque mezzo è legale e giustificato”.
 
Diritti umani. Partecipazione democratica. Rispetto delle minoranze.   
“Ma, noi non viviamo in una foresta, viviamo in un mondo che ha regole che ha norme, che ha diritti internazionali che devono essere rispettati. I paesi, i governi devono essere uniti per difendere i propri diritti di fronte all'Impero. A quel punto, quando l'Impero vede che non può fermare lo sviluppo della Repubblica dell'Iran, che questo paese, o altri, sta diventando un simbolo del progresso nei paesi in via di sviluppo, e quindi potrebbe nel futuro dire: “Basta, no, non vogliamo più che tu ti intrometta nei nostri affari, noi stessi possiamo risolvere le nostre cose”. Ed è a questo punto che cercano di uccidere la Repubblica Islamica dell'Iran, il prestigio dell'Iran, di presentare l'Iran come un paese che non collabora nella lotta contro il terrorismo, che non rispetta i diritti umani. Vi faccio un esempio sui diritti umani. In tutte le nazioni esistono minoranze. Queste minoranze possono essere etniche, religiose, di razza diversa, ma comunque minoranze. Il comportamento del governo verso loro può essere un esempio di rispetto verso la democrazia, e i diritti umani. Nel mio paese ci sono 75.000.000 di abitanti, il 99% sono musulmani, ma abbiamo una minoranza di circa 50.000 ebrei che vivono nel mio paese da mille anni, circa 50.000 cristiani, e circa 20.000 zoroastroiani (di Zoroastro) che appartengono ad una religione molto antica, più antica di quella ebrea. Nel parlamento abbiamo 290 deputati, come l’Uruguay, come in qualunque parte del mondo, ogni candidato che prende più voti, entra in parlamento, diventa deputato, ma in questo caso, queste minoranze con una popolazione così ridotta, in confronto ai milioni di musulmani, non hanno alcuna chance di avere un deputato in Parlamento.

Come può allora questa minoranza difendere i diritti della sua comunità, della sua religione? Nella Costituzione della Repubblica Islamica dell'Iran - dopo il regime dello Sha -, è stato introdotto un articolo che concede a queste minoranze un diritto esclusivo, un posto riservato a loro in Parlamento. Ed allora i candidati degli ebrei vengono scelti tra loro stessi, chi vince entra in Parlamento. Non tutte le 50.000 (persone) che formano questa minoranza sono elettori, ma solo circa 25.000. La persona viene eletta magari con 7000 voti. Il deputato degli zoroastriani che sono ancora meno, vince con 2.000, 3.000 voti. Ma questo deputato, che rappresenta quella minoranza, ha gli stessi diritti di un deputato musulmano che è entrato in Parlamento con 5.000.000 milioni di voti. Questo è un esempio di rispetto dei diritti umani, perché sono esseri umani, parte della nostra comunità. Passiamo invece agli Stati Uniti dove vivono circa 40.000.000 di latini, forse i latini hanno pari diritti negli Stati Uniti? Non ce l’hanno. Per caso il governo degli Stati Uniti ha lo stesso atteggiamento verso i latini che ha con gli statunitensi? Sappiamo che non è così. Per caso quei latini godono delle stesse agevolazioni che hanno gli statunitensi? Non è così. Allora di quale diritti umani stiamo parlando? Di quale democrazia stiamo parlando? Chi ha più rispetto dei diritti umani? Nelle ultime elezioni presidenziali che abbiamo avuto, due anni e mezzo fa, la partecipazione al voto raggiunge l’85% degli elettori. Nel mio paese votare non è obbligatorio. Qui in Uruguay è apparentemente obbligatorio. E comunque ci fu una partecipazione del 85%, paragonate la percentuale di partecipazione con le ultime elezioni presidenziali negli Stati Uniti. In Iran c’è una partecipazione del 15/20% in più che negli Stati Uniti. Chi ha più democrazia? Per caso la democrazia non è la maggioranza? Quella che ha partecipato nel mio paese. Quando l’Impero vede che non riesce a fermare il nostro progresso, cerca di disinformare l’opinione pubblica. Presentare l'Iran come un paese che in realtà non esiste, non esiste con le caratteristiche che dice l'Impero. Parlano della lapidazione delle donne in Iran, avete visto notizie, ma non esiste in Iran. Per il contrario, abbiamo una legge che vieta la lapidazione nel nostro sistema giudiziale. Non solo non esiste, ma è proibito. Dove vogliono arrivare con queste bugie”.

Partecipazione delle donne nella vita democratica del paese.
Differenza con l'anteriore regime dello Sha.

Mettete a confronto questa situazione con quella di alcuni paesi del Medio Oriente, nostri vicini, ma alleati strategici degli Stati Uniti. Oggi, 13 maggio 2012, in quei paesi le donne non hanno diritto di guidare, di votare, non possono partecipare. L’Impero degli Stati Uniti non critica mai questi suoi alleati strategici per violazione dei diritti delle donne, perché questi paesi esportano giornalmente tra 8.000.000 a 10.000.000 di barili di petrolio agli Stati Uniti. L'interesse economico è molto più importante della Democrazia, dei diritti umani, ecc. Durante il regime dello Sha si esportavano 6.000.000 di barili al giorno di petrolio agli Stati Uniti e gli Stati Uniti non criticavano mai il regime dello Sha per violazione dei diritti delle donne. In quel  tempo l’analfabetismo girava intorno al 60% / 70%, oggi l’alfabetizzazione delle donne nel mio paese raggiunge circa il 95%. Dei 4,2 milioni di studenti che abbiamo all'università, il 64% sono donne.   
Durante il regime dello Sha, non c’erano donne né al governo, né al parlamento, né nella società. Veramente forse era anche giusto, come potevano partecipare alla società con un indice di analfabetismo del 70%? Ma attualmente la nostra vicepresidente è donna, il ministro della salute è donna, e abbiamo 15 deputate donne, e ci accusano di violazione dei diritti sulle donne. Perché? Perché non vogliamo obbedire alle politiche degli Stati Uniti? Perché non vogliamo vendere ed esportare il nostro petrolio agli Stati Uniti? Perché non vogliamo comprare il riso ed il grano, di cui abbiamo bisogno, dagli Stati Uniti? Vogliamo comprarlo da altri paesi. Questo è il problema. E allora ci accusano di cose non vere e quindi chiediamo di andare a verificare le notizie, dove sono nel mio paese che io conosco quelle cose che dicono loro? Ma grazie a Dio oggi l'opinione pubblica è più intelligente, più sveglia, quasi non segue più le informazioni che provengono dai mezzi di comunicazione dell'Impero. Anche perché ci sono altre fonti informative dove la gente può accedere in cerca di informazione verace.

Abbiamo un canale di televisione internazionale in castigliano che è possibile seguire in diretta tramite internet. Vi daremo i link di accesso per accedere a notizie non solo sull’Iran, ma anche sul Medio Oriente, sul mondo, sull'Asia. In questi siti web vedrete notizie, video che non avete mai visto e che non vedrete mai né alla CNN, né alla BBC, né nei mezzi di comunicazione dell'Impero. E sono sicuro che cambierete opinione di fronte alle nuove informazioni che riceverete, perché fino a questo momento voi avete avuto accesso al 50% dell'informazione, e a partire da adesso potrete accedere al 100% delle notizie. Io non vorrei dilungarmi ancora, vorrei lasciare spazio alle vostre domande, dubbi, perfino critiche. In alcune riunioni chiedono di formulare le domande per scritto e magari qualcuna viene censurata, ma io non lo farò, rispetto l’opinione pubblica. Ognuno ha la propria opinione. Magari non coincidiamo in tutte le cose, ma sappiamo molto bene che dobbiamo rispettarci. L'Impero invece dice “Io dico, devi accettare, non ascolto le critiche.”  
Con tutto il rispetto io ascolto anche le vostre critiche e cerco di spiegare se è necessario, altrimenti rispetterò qualsiasi vostra opinione. Molte grazie.”(applausi)  

Erika País: “Formiamo parte del Movimento Alternativa di Giulietto Chiesa, europarlamentare, ed uno dei progetti realizzati è stata un'investigazione riportata poi nel film Zero –che abbiamo qui-, dove si è dimostrato che non c’è stato un attentato, bensì un auto-attentato contro le torri gemelle. Prima si parlava di terrorismo buono o cattivo, da parte di questo Impero che in realtà risponde, non abbiamo paura di dirlo, ad un potere sionista; che in realtà muove le fila. Noi come associazione non crediamo a quanto ci è stato raccontato sull’attentato alle torri gemelle, ed inoltre, come associazione, siamo contro l’uso dell'energia nucleare sotto qualsiasi forma, perché consideriamo che l'evoluzione tecnica e scientifica deve essere accompagnata da un'evoluzione spirituale ed etica. La nostra umanità non equilibra il progresso tecnico e scientifico con l’evoluzione etica e spirituale, quindi corre verso l’autodistruzione.

Non appoggiamo l'energia nucleare per due ragioni, perché in realtà sappiamo che serve per fabbricare armi nucleari, sappiamo che Stati Uniti, Inghilterra, Francia, Germania, Israele, tutti i paesi coinvolti in questa scalata contro il Medio Oriente, possiedono armi nucleari. In realtà quello che stanno facendo è un atto di contro-difesa, perché? Perché ci sono minoranze, come hai detto tu, che hanno dentro un fuoco, una forza che trova origine solo nella spiritualità. Di fronte a queste minoranze loro non possono fare molto, e allora devono indebolirle dal punto di vista bellico, o causando fame, distruzione, malattie. Sappiamo  che i bambini che nascono deformi in Afganistan, ma soprattutto a Falluja, in Irak, è dovuto all’uso di armi chimiche contro la popolazione civile durante la guerra, vorremmo che non fosse usato più questo tipo di armamento. Dovevo fare questa premessa per le persone qui presenti che non conoscono bene la nostra associazione, la nostra posizione.”
 
Un membro del Movimento Alianza Pachamama chiede:  “Prima di tutto voglio ringraziare l'ambasciatore per questo istruttivo incontro. Ho imparato molto grazie all'informazione che ha condiviso con noi. Ringrazio anche l'associazione che si è impegnata tanto nell’organizzazione dell’evento. Noi crediamo ovviamente nell'informazione che lei ci ha trasmesso, siamo ancora abbastanza sotto il tallone dell'Impero, forse perchè continuiamo a fare alcuni favori, continuano a venire in cerca delle risorse naturali, siamo molto ubbidienti e questo ci condanna a continuare sotto il giogo dell'Impero. Non solo degli Stati Uniti, ma anche di gran parte dei paesi centrali e delle multinazionali che oggi sappiamo che sono quelle che muovono le file. Ma la mia domanda riguarda un tema sul quale lei ha insistito molto, quello dell'uguaglianza. Lei ha parlato di uguaglianza, e di doppia moralità. È chiaro che per l'Impero è perfetto dividerci, separarci per poi dominarci, e sì, credo che  l'Iran ha una politica di uguaglianza con i fratelli di tutte le razze come lei ha detto. Ma mi fermo su uno dei dati che lei ha rilevato, cioè che nel Parlamento Iraniano ci sono 15 donne. Lei lo ha detto come se si trattasse di un importante traguardo e io ho fatto un calcolo rapido, sarebbe il 5% del totale, in un paese dove le donne sono più del 50%. Ho letto anche sulla disparità di diritti in ambito familiare, secondo le Nazioni Unite l’Iran si posiziona negli ultimi posti del ranking di disuguaglianza in famiglia, insieme ad altri paesi arabi. Io credo in quello che lei ha detto, che avete fatto delle conquiste riguardo l’uguaglianza, ma ho la sensazione che oltre la metà della popolazione dell'Iran non goda di pieni diritti. Forse l'informazione che arriva a me è equivoca. Apparentemente la dichiarazione di una donna di fronte alla Giustizia vale la metà di quella di un uomo, apparentemente la donna deve chiedere permesso al marito per lavorare fuori di casa, o viaggiare fuori del paese. Forse alcuni dati sono sbagliati, alcuni sono delle Nazioni Unite, un’organizzazione in cui non credo molto ma che lei ha citato diverse volte, allora la domanda è, se è reale quell'informazione, quando ci sarà la parità di diritti in famiglia in Iran?”
 
Ambasciatore: Molte grazie, prima di rispondere, vorrei fare un chiarimento sugli attentati terroristici alle torri gemelle. Anche io ho letto molte informazioni, ho visto molti documentari che mettono in evidenza che non si è trattato di un attentato terroristico, ma di un auto-attentato, un informazione in particolare, molto interessante, fa pensare e dubitare se realmente è successo quello che ci hanno detto. Ho letto un articolo che diceva che nelle torri gemelle lavoravano circa 4000 ebrei, tutti i giorni andavano a lavorare lì, ma precisamente nel momento dell’attentato nessuno di loro era al lavoro. È un dato che vale la pena approfondire e studiare, e ci sono altri documentari a riguardo. Ma c'è un punto fondamentale, che sia stato un attentato terroristico o un auto-attentato rimane il fatto che morirono circa 3000 persone, e quelle 3000 persone erano innocenti. Questo merita una condanna, nessuno aveva il diritto di uccidere 3000 persone, e noi lo condanniamo, qualsiasi sia stata l’intenzione che lo ha ispirato. La risposta, amico, sulla partecipazione delle donne nel parlamento. Per entrare al Parlamento, tu devi convincere la gente che ti deve votare, fino a questo momento quindici donne sono riuscite a trovare le persone che votino a loro favore. Se non ci sono più donne non è a causa delle leggi, ma dal fatto che non sono riuscite a convincere i seguaci. Quante donne ci sono qui in Uruguay nel Parlamento? Ovviamente il numero di uomini è superiore a quello delle donne, speriamo che un giorno le donne possano convincere più seguaci ed entrare in Parlamento. Ma è un sistema democratico, chi ha più voti viene eletto. Alcune informazioni che lei ha indicato e che posizionano l’Iran in fondo al ranking mondiale, in alcuni casi sono notizie corrette, non lo possiamo ignorare. Noi siamo eredi di alcune leggi che esistevano 60 anni fa, per alcune c’è stata un’evoluzione, ma per altre ci vuole tempo. Non dimentichiamo che ogni comunità ha la propria cultura, la propria tradizione e bisogna ragionare in base alla cultura di qualunque società; questo punto è molto importante. Per esempio sul fatto che la testimonianza di una donna vale la metà di quella di un uomo, è corretto, ma non nel sistema giudiziario dell'Iran, è così in 53 paesi musulmani perché viene dall'Islam, la nostra religione. Ma c'è ora un dibattito enorme tra avvocati, assessori, difensori che vogliono cambiarla. Tocca al Parlamento cambiare le leggi ed i deputati sono i rappresentanti del paese. Il popolo può scegliere i deputati che vogliono cambiarla, le donne devono votare i candidati che vogliano cambiare questa legge. In alcuni casi noi abbiamo potuto cambiare alcuni leggi. Vi faccio un altro esempio: secondo le regole dell'Islam un uomo può avere fino a quattro donne, sono norme dell'Islam in 53 paesi musulmani, ma nel mio paese da alcuni anni abbiamo approvato una legge che l'uomo non può avere più di una donna. Un traguardo che le donne meritano. Io non sono d’accordo che l'uomo possa avere tante donne. L'uomo deve avere cura di sua moglie e la moglie deve avere cura di suo marito. Se non vanno d’accordo, possono divorziare ed ognuno fa la propria strada, ma fin quando sono insieme devono rispettare il compromesso che hanno fatto.
Un altro esempio che lei ha fatto: che  una donna deve chiedere permesso per uscire dal paese, è corretto. Ma è una legge vecchia di sessant’anni, del regime dello Sha che era alleato strategico degli Stati Uniti. Non è una legge che abbiamo fatto noi. Addirittura la legge stabilita durante il regime dello Sha prevedeva che la donna non può chiedere il divorzio ma è sempre l'uomo che prende la decisione. Abbiamo cambiato quella legge, ed oggi la donna ha lo stesso diritto dell'uomo. Ad esempio, tutti sappiamo che è l'uomo che chiede la mano alla fidanzata che vuole sposare. Nel mio paese, sia per cultura che per tradizione, l'uomo nel momento del matrimonio deve portare una dote, che può essere qualunque cosa. È un accordo al 100 per 100 bilaterale tra la fidanzata ed il fidanzato. La fidanzata può chiedere un dollaro, mille dollari, centomila dollari, o un milione di dollari, oppure niente. L'accordo è privato tra loro. Ma nel momento della firma nel Registro Civile, la fidanzata può chiedere la dote. Supponiamo che il marito si è compromesso per 10.000 dollari, la fidanzata può dire: “Dammi i 10.000 dollari che mi hai promesso." A quel punto l’uomo ha due opzioni, o ha 10.000 dollari e paga, o se non ce l’ha, ma possiede macchine, appartamenti, terreni, la fidanzata può ricorrere al Tribunale, si tratta di un processo semplice, non è complicato, e si rivolge alla giustizia. Il  rappresentante del potere giudiziale vende il veicolo, l’appartamento o il terreno e consegna i 10.000 dollari alla donna. Se il “povero” uomo non ha beni, né 10.000 dollari, allora deve andare in prigione; fin quando la donna non è soddisfatta egli deve rimanere in prigione. È una legge, questa volta si tratta di disuguaglianza a beneficio delle donne… Voglio dire che ci sono alcuni leggi che favoriscono le donne, altre favoriscono gli uomini, ma la cosa importante è quello che lei ha detto: Uguaglianza. Ma per caso in tutto il mondo, in tutte le comunità esiste l'uguaglianza al cento percento? Non esiste, nel mio paese neanche, esiste la disuguaglianza come in qualunque paese del mondo. Ma qual è la differenza? Qualunque cosa succede nel mio paese viene riportato a caratteri cubitali nei giornali, le disuguaglianze e quant’altro, ma se si tratta dell'Occidente le notizie non appaiono. È una doppia moralità che non deve esistere, e tutti dobbiamo lottare per cambiare. Tutti gli uomini iraniani sono d’accordo che questa legge non deve esistere, ma è una legge. Dobbiamo ubbidire. Come è una legge che la donna che vuole uscire dal paese deve chiedere il permesso a suo marito. È una legge. Se vogliamo che la comunità abbia la tranquillità e la sicurezza dobbiamo rispettare le leggi, non importa se siamo d’accordo o no. Se ho fretta, e sono ad un semaforo rosso, non mi giustifica che ho fretta e passo, devo aspettare il verde. Bisogna rispettare le leggi, ma anche lottare per migliorarle. La dote viene riportata nel Registro Civile, ma realmente sono molto poche le donne che la chiedono, su cento matrimoni, novantanove donne non la chiedono…

Le donne possono lavorare in qualunque settore lavorativo. La legge non pone limiti. Non ho qui disponibili le cifre della percentuale degli uomini e delle donne nel mondo del lavoro, ma posso assicurare che non c’è una grande differenza, certamente non un 80% e un 20%. Posso avere i dati. Le aziende devono garantire uno stipendio base, poi dipende dalle politiche delle aziende lo stipendio reale. Nel settore pubblico non c’è differenza tra l’uomo e la donna. Inoltre le donne godono di alcuni benefici che gli uomini non hanno. Ad esempio, una donna incinta ha 6 mesi di licenza e può gestirli come desidera prima e dopo il parto. Mia moglie è insegnante, quando era incinta ebbe 6 mesi di licenza, come altre donne. Anche le donne che lavorano nel settore privato hanno il diritto di usufruire di questa legge.”

D: Innanzitutto voglio ringraziare l’associazione che ci ospita, io la conoscevo già grazie ad alcuni amici, ma non ero venuto mai, è molto interessante questo incontro e l'apertura verso questo tipo di argomenti. Inizio con un suggerimento, non sono molto d’accordo che lei abbia detto che ci mostra il suo paese attraverso le cifre, per un momento mi è stato difficile stare dietro alle cifre, e modestamente suggerirei per le prossime presentazioni un power point con delle immagini che attirino di più l’attenzione… Avrei tante domande, come vede la questione della Siria, c’è molto fumo ma in realtà non c’è niente? È reale o no la possibilità di uno scontro bellico? Poi, voi dite che siete una nazione rivoluzionaria, ma su quali basi affermate questo? E, l’ultima domanda, che analisi può avanzare sui mezzi di comunicazione dell’ Uruguay?”
 
Ambasciatore: “Sul tema della Siria, un anno e mezzo fa iniziò la protesta dei popoli arabi, voi la definite “la primavera araba”, noi diciamo invece “il risveglio islamico”, ma al di là del nome, ciò che importa sono gli eventi. Perchè i popoli si sono ribellati?  Perché erano stanchi dei dittatori che erano al governo da 30 anni, addirittura da 42 anni e tutti erano alleati strategici degli Stati Uniti, questo lo sapete meglio di me. Qual è la politica della Repubblica Islamica dell'Iran? Noi in tutto il mondo appoggiamo i popoli, sono i popoli che prendono decisioni, sono i popoli quelli che rimangono, i governi vanno e vengono. In Medio Oriente, i popoli chiedono giustizia, e comunque, in democrazia bisogna ascoltare il popolo.
Come in altri paesi, anche in Siria il popolo si è ribellato, cosa volevano? Un po’ più di libertà, un po' di democrazia, un po' più di attenzione e considerazione del ruolo del popolo stesso nello scenario politico della nazione, un po’ di miglioramento dell'economia. Nient’altro.
In Siria non esisteva un altro partito, il presidente rimane in carica per alcuni anni. C’è una differenza che dobbiamo tenere in conto tra gli eventi accaduti negli altri paesi e quello che sta avvenendo in Siria. Siamo tutti d’accordo che l’intervento negli affari interni di altri paesi non è giustificato, non è accettabile. Nessuna nazione può venire in Iran, a fare pressione su un governo su come deve agire con il proprio popolo. Tocca al popolo decidere se vuole quel governo o meno. Anche in altre parti del mondo è così. In Siria il governo ha ascoltato e rispettato quello che chiede il popolo: ha cambiato la costituzione affinché il presidente non sia in carica per tutta la vita. Ha permesso la formazione di altri partiti politici, la settimana scorsa hanno celebrato l’elezione parlamentare con la partecipazione di tutti i gruppi politici. Il governo ha accettato altre richieste del popolo e ci sta lavorando, ha il sostegno di circa il 62% della popolazione, che ha partecipato e approvato la nuova costituzione del paese. Ma la domanda è: da dove viene allora questa guerra civile in Siria? Circa 7.000 morti in Siria, da dove vengono? È il risultato dei conflitti di alcuni gruppi armati, illegali, contro il governo. Qualsiasi cambiamento deve avvenire attraverso la democrazia, le vie civili, non attraverso le armi o comportamenti illegali. Quello che alcuni gruppi armati stanno facendo in Siria, delle settemila persone morte, circa tremila sono militari, poliziotti. Chi li ha uccisi? Quei gruppi armati illegali. Da dove vengono le armi? Da fuori, dagli Stati Uniti e da Israele. Potete trovare in internet la notizia sulla confisca di una barca che trasportava migliaia di armi illegali per questi gruppi armati in Siria. Da dove provenivano le armi? Hanno marche occidentali. Non è la nostra politica, prima di tutto non appoggiamo il massacro dei popoli, non lo accettiamo da parte di nessun governo. La Siria è un nostro alleato, ma non giustifichiamo l’uccisione del popolo, - il governo non lo sta facendo -. In secondo luogo il governo deve ascoltare ciò che chiede la gente e il governo siriano lo ha fatto. Terzo, non ci deve essere l'intervento straniero negli affari interni dei paesi, come invece stanno facendo con la Siria. Quarto, non dovrebbe esistere una doppia moralità. Se l’occidente sostiene i popoli, perché non appoggia il popolo del Bahrein, dove da un anno e mezzo sono in lotta contro la monarchia di questo paese che ha un re? Almeno la Siria ha un presidente eletto tramite uno strumento stabilito dalla costituzione. Ma a Bahrein c'è un re per tutta la vita e quello non è accettabile. Il paese vuole un cambiamento, un presidente eletto dal popolo. Allora l'Occidente perché non appoggia il popolo del Bahrein, o quello dell'Arabia Saudita dove ci sono delle proteste, dove chiedono un po' più di democrazia. Dove sono le notizie della CNN? Cercate voi, perché non permettono che quelle notizie giungano all'opinione pubblica, come quella della polizia di Bahrein che a due metri di distanza, spara al cuore di un ragazzino che cade davanti alle telecamere? Cercate questi video! A Bahrein esistono basi militari degli Stati Uniti. L'Arabia Saudita è un paese che esporta 8.000.000 di barili di petrolio agli Stati Uniti e in cambio acquista 60.000.000 di dollari in armamenti dagli Stati Uniti. Interessi economici e politici. Noi appoggiamo il piano di pace del rappresentante delle Nazioni Unite: il signore Kofi Annan. Lui ha presentato un piano di pace approvato dalle Nazioni Unite che molti paesi ed anche noi appoggiamo. Dobbiamo dare fiducia al piano di Kofi Annan per stabilire la pace e la riconciliazione in Siria. In quanto ai mezzi di comunicazione in Uruguay io non ho avuto fino ad ora problemi. Sappiamo molto bene che esiste la libertà di espressione, libertà di pensiero. A volte alcuni giornali pubblicano notizie sull’Iran che sono menzogne, pure bugie. Quello che noi possiamo fare è inviare una contro risposta al giornale chiedendo, nel rispetto della libertà di espressione, di pubblicare i nostri chiarimenti affinchè l'opinione pubblica conosca un’altra versione. A volte alcuni giornali lo pubblicano, a volte no. A noi piacerebbe che rispettassero la libertà di espressione e che pubblichino anche la nostra risposta. (…) Nei mezzi di comunicazione dovrebbero prevalere i principi morali che vanno rispettati e speriamo che sia così un giorno e che pubblichino solo la verità.”
 
D: “Prima di tutto voglio ringraziare per l'invito ad avere un contatto diretto con i protagonisti della realtà dell'Iran. È importante perché viviamo in un mondo globalizzato ed ovviamente ci sono delle situazioni che interessano un paese che magari è lontano, ma allo stesso tempo vicino quando si tratta per esempio dello sviluppo nucleare. Noi abbiamo lavorato giustamente molto con altre organizzazioni su questo tema che coinvolge tutta l'umanità, per gli effetti delle radiazioni, al di là dell’atteggiamento dell'Iran di sostenere un programma nucleare che potrebbe interpretarsi, ovviamente, come una scelta strategica di fronte alla pressione esercitata intorno alla stessa dagli Stati Uniti. Ma avrei due domande, prima se può parlarci dell’aereo spia catturato in territorio iraniano. Si sa che informazione cercavano esattamente, cosa facevano in quello territorio?"  
 
Ambasciatore: "Tutti noi vediamo la televisione e i film, la maggior parte sono film di Hollywood…dove l’eroe…sconfigge l’esercito nemico, libera i prigionieri e ritorna alla base militare sano e salvo, lasciando migliaia di persone morte dalla parte nemica…. Vogliono farci credere che i nordamericani sono invincibili, ma in realtà non è così. Non è così. Loro, come tutti gli altri, sono esseri umani. In quei film vediamo che grazie ai satelliti, agli aerei di combattimento, hanno un controllo assoluto del mondo (…) L'aereo catturato dall'Iran era un RK170, ultima generazione di aerei di spionaggio degli Stati Uniti. Dicono che non sono visibili che sono intercettabili, ma non è così. Quando lo abbiamo intercettato, abbiamo interrotto il contatto dell'aereo con la sua base in Afghanistan. Siamo entrati nel computer dell’aereo, inserito una nuova destinazione e lo abbiamo fatto atterrare senza provocare alcun danno. Per loro è uno scandalo che possa succedere questo, e allora dichiararono che  non era caduto, non volevano confessare che era in mani iraniane. A questo punto abbiamo pubblicato due foto dell’aereo e sono stati costretti a confessare... L'informazione classificata è in mano alle autorità superiori, ma ciò che è importante è che l'impero non è indistruttibile.”  

D: “Nel 2006 il presidente iraniano dichiarò di fronte all’Assemblea dell'ONU che tutta l'umanità era in pericolo. Vi preparate per una guerra mondiale"?  

Ambasciatore: "Perché la terza guerra mondiale? Per caso la sicurezza internazionale è in pericolo? Non bastano le guerre del secolo XX? Non è arrivato il momento di regalare ai nostri figli pace, amicizia, uguaglianza? Cosa si è risolto con le guerre? In Iraq trovarono armi nucleari? Dobbiamo iniziare a pensare alla pace, abbandonare le politiche che fomentano le guerre e che vengono dall'Impero. Gli USA hanno 44 basi attorno all'Iran, ci minaccia, Israele ci minaccia, ed abbiamo il diritto alla legittima difesa. Abbiamo una storia di 7.000 anni. Un tempo c’era l'Impero Persiano. Ma sono 300 anni che noi non iniziamo nessuna guerra, che non attacchiamo nessuno. Siamo preparati, lo siamo nell’eventualità che qualunque "matto" venga da noi. Ma  ci auguriamo che le madri possano avere i loro figli vicino e stare tranquille, dobbiamo pensare ad aiutarci, scambiare"…  

D:  Sul Sionismo…  

Ambasciatore: "Dobbiamo distinguere gli ebrei dal regime sionista. Sionismo è un pensiero che si basa sul razzismo. I sionisti si credono una razza superiore, pensano e dicono che sono una razza superiore. Il sionismo dice che tutto il Medio Oriente dal Nilo dell'Egitto fino al Eufrates dell'Iraq, appartiene a loro e che è scritto nel loro libro sacro. Per questo motivo lo vogliono, lo devono conquistare. E quindi hanno problemi con tutti i loro vicini. Hanno bisogno dell'appoggio dell’Occidente, per affermare le loro idee, e quindi non parlano molto dell’Occidente. Hanno bisogno dell'Occidente per finire con l'Oriente. E se un giorno dovessero conquistarci, vedrete come inizieranno a parlare in un certo modo dell’Occidente. Essi vivono con la loro idea di essere una razza superiore, il popolo eletto da Dio, e quindi non rispettano nessun diritto internazionale, non rispettano le norme umanitarie. Hanno utilizzato armi al fosforo sui palestinesi. La Cisjordania è la prigione più grande del mondo, non permettono ai migliaia di palestinesi di uscire da lì. Oltre 1.000.000 di palestinesi vivono lì senza alcun contatto con l'esterno, li vogliono annientare ... I paesi che hanno dignità non accettano questo pensiero, ed oggi ci sono altri paesi che si oppongono a questo.... Noi crediamo che gli abitanti più antichi sono gli zoroastriani.... Dopo arrivò Mosè, un profeta di Dio. Poi venne Gesù a completare quello che aveva detto Mosè, per avvicinare i popoli.  Noi crediamo che dopo verrà Maometto, il profeta dei musulmani e si compirà la sua missione. Noi pensiamo che tutte le religioni, non importa quale sia la loro origine, hanno uno scopo: avvicinare i popoli a Dio e alla giustizia sociale. Non importa tanto se ci sono stati differenti profeti, Dio non direbbe cose diverse ai suoi profeti. È importante la prosperità di una comunità, accettare la giustizia sociale, questo è importante. Il problema sono gli esseri umani che tergiversano le cose come dicevamo prima dei sionisti."   

D: Può rispondere ad una domanda che le hanno fatto prima, perché considera che la Repubblica Islamica dell'Iran è rivoluzionaria?  

Ambasciatore: "L'articolo primo della Costituzione iraniana stabilisce che la Repubblica Islamica dell'Iran è una Repubblica rivoluzionaria. Perché? Perché parla di un cambiamento politico, economico, sociale. Prima della Rivoluzione Islamica, l'Iran obbediva alle politiche dell'Impero. Prima il regime dello Sha, non rispettava certi diritti, i diritti di altre etnie, non rispettava l'indipendenza, ed i diritti umani. Ora è il contrario, per questo motivo quando diciamo rivoluzione, è perché è contrario alle norme dell'Impero, all'obbedienza dei dettami dell'Impero. È un cambiamento, una rivoluzione, perché sfidiamo le tesi degli Imperi, e non sono molti i paesi che criticano l'Impero, l’Iran sì.  “Se hai denaro, mi favorisci, sto con te”, così pensa l'Impero.... E la nostra rivoluzione pensa ad aiuti umanitari..., vogliamo per esempio trasferire tecnologia al Venezuela. La rivoluzione ha qualcosa di intellettuale - prima sì, adesso no all'Impero! -.... e siamo orgogliosi della nostra rivoluzione.”   

Abbiamo riportato solo alcune delle domande del lungo incontro per dare un’idea delle inquietudini del pubblico presente.

Rispondendo ad altre domande l'ambasciatore ha detto che ci sono i sindacati e che sono liberi; che il sistema politico iraniano, il sistema repubblicano viene scelto in base al voto del popolo. Sceglie i suoi rappresentanti che a loro volta scelgono i Saggi del Consiglio Supremo della Rivoluzione.
Sull'utilizzo di altre fonti di energia ha affermato che utilizzano ogni fonte di energia, solare, eolica, gas naturale, ma utilizzano anche l'energia nucleare che è economica e pulita. La nostra cara Loreley Latierro, ha sottolineato nuovamente la nostra posizione già espressa all’inizio dell’incontro: soprattutto dopo il grave incidente del Giappone, dovremmo astenerci dall’utilizzarla, perfino nella medicina.  

Per concludere è stato donato ad ognuno dei presenti un dolce iraniano da parte dell’ambasciata con la promessa di invitarci a degustare un tipico pranzo persiano.
Noi da parte nostra, in ricordo della loro presenza nella nostra associazione, abbiamo consegnato all’ambasciatore  una raccolta rilegata di 76 messaggi intitolata:
Messaggi Profetici ricevuti dallo Stigmatizzato Giorgio Bongiovanni – Dono dell’'Associazione Un Punto en el Infinito all’'Ambasciata dell'Iran; le lettere dorate brillavano sulla copertina. Nella parte interna, la foto di Giorgio e a seguire il titolo: “Messaggi ricevuti dallo stigmatizzato italiano Giorgio Bongiovanni sulla drammatica situazione mondiale a livello politico, sociale, economico ed ambientale. Messaggi sull'energia nucleare, sull’Harbar: la peste dei neuroni, le guerre, la mafia, la difesa della natura, messaggi di ammonimento ai potenti ed altri.”

Ringraziamo il nostro Presidente Giorgio Bongiovanni per la realizzazione di questo evento; ringraziamo gli amici che hanno collaborato con noi e tutte le organizzazioni presenti all’incontro, poichè con le loro domande hanno contribuito ad arricchire i contenuti; ringraziamo i membri della nostra associazione, perché tutti insieme abbiamo reso possibile questo evento, ed ovviamente ringraziamo l'ambasciata del paese fratello dell'Iran per avere accettato l’invito.

Dedichiamo questa cronaca a tutti i fratelli di differenti parti del mondo: Italia, Spagna, Messico, Cile, Paraguay, Argentina, ed a tutti coloro che sentono nei loro cuori i principi di giustizia, pace, uguaglianza e fratellanza tra i differenti paesi del mondo.
 
Montevideo, martedì 5 giugno 2012.  
Domingo Silva.   
Adriana Navarro.