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almendrassixto100Di Erika Pais
Navigando nel mare della ricerca, della divulgazione, dell’impegno verso la nostra causa e nell’intento di realizzare nuovi programmi radio e tv abbiamo preso dei contatti per intervistare il contattato e ricercatore del fenomeno Ufo Sixto Paz che si trovava in Uruguay per una serie di conferenze e seminari.
A volte ci chiediamo dove sono la verità e la luce, un dubbio che deriva dalla propria inquietudine di ricercare e discernere e dalla concretezza  di messaggi e esperienze di diversi contattati. A volte ci chiediamo perché gli stessi esseri extraterrestri possano dare messaggi differenti. Questa domanda può avere diverse risposte e potremmo entrare nel mondo della filosofia e della ricerca sulla condotta umana e sulla forma con cui ciascuno di noi tende a reagire di fronte alle stesse esperienze.
Quando non si ha una grande conoscenza o quando la speculazione ha la meglio considero sia più sano ricorrere ai sentimenti, alla vibrazione e a ciò che ognuno di questi esseri toccati da Dio lasciano in noi. Perché in definitiva è il nostro cammino personale verso Cristo ciò che conta e perseverare nel nostro impegno verso la missione che abbiamo fatto nostra.
Ovviamente è stato Jean Georges Almendras il responsabile nel realizzare le interviste mentre io mi sono occupata di trovare i contatti giusti per arrivare al contattato, supportati dall’appoggio tecnico di Claudio che ha catturato le immagini e filmato il tutto. In Uruguay è luogo comune che è quasi impossibile arrivare a Sixto e che si trova una certa resistenza nell’intento, quindi ero pronta ad un rifiuto, ma è stata una gradita sorpresa sentire la sua rappresentante Bety dire che lui ci avrebbe concesso con piacere non un’intervista, ma  due, una per la tv e un’altra per la radio in diretta dallo studio.
Affiora subito nella mia mente un ricordo di 10 anni fa quando feci la mia prima intervista proprio a Sixto Paz per il nostro programma radio che in quel tempo veniva trasmesso da una città dell’interno del paese e ancora non potevo neanche immaginare che un giorno avrei convissuto con Giorgio Bongiovanni. Ho ricordato i miei nervi e il mio sudore perché avevo un registratore prestato da mio padre e che per risparmiare energia si spegneva in mancanza di suoni, per cui durante il dialogo con Sixto, a causa anche della mia mano tremante, l’intervista si interrompeva e dovetti ripetere diverse volte le stesse risposte. In quell’occasione mi concesse l’intervista dietro le quinte del teatro dove poco dopo avrebbe tenuto la sua conferenza, ricordo di aver visto vicino a lui molta gente che anni dopo avrei rivisto formando parte della nostra Opera. Quando siamo entrati nella casa dove alloggiava e ci siamo salutati ho temuto che si ricordasse di quella disastrosa intervista.
Con Giorgio Bongiovanni, Sixto Paz è uno dei contattati moderni più famosi del momento e tutti e due hanno in comune un’esperienza molto forte nel nostro paese. Dopo lo scambio dei saluti e dopo aver visionato alcuni video che lui aveva con se abbiamo iniziate a filmare. Non potevo evitare di mettere a confronto le sue spiegazioni con quelle di Giorgio, perché dentro di me, guidata da un istinto umano e affettivo, forse erroneamente, mettendo così a rischio la mia capacità obiettiva di analisi, speravo di ascoltare le stesse cose che sento dire a Giorgio. Questo è il momento di entrare nel campo scabroso qual’è il fenomeno del contattismo. Il discorso di Sixto corrisponde per il 90% a quello di Giorgio, cioè corrisponde a quello che leggiamo, ascoltiamo e vediamo su tutti i ricercatori seri. Nel suo caso particolare si percepisce una forte inclinazione allo studio rigoroso del fenomeno in se e allo sviluppo delle nostre capacità di contatto, comunicazione e interazione con questi esseri extraterrestri che ci visitano, così come la preparazione, attraverso la meditazione, per superare nel modo più armonioso possibile questo cambio di coscienza e l’unione di due realtà parallele, vale a dire un tempo reale cosmico e un tempo alternativo esclusivo del pianeta Terra creato dalle civiltà extraterrestri per darci la possibilità di salvarci e che si coniugheranno in questo tempo secondo quanto lui afferma, da cui si deduce, sempre secondo la sua impostazione, l’enunciato di due tempi e un tempo. I suoi enunciati e ricerche sono focalizzate soprattutto verso la nostra interiorità  e il modo di influenzare il mondo esterno è per mezzo della meditazione, irradiando, in questo modo, armonia, pace e amore, in modo tale che siamo in grado di attraversare gli eventi che accadranno irrimediabilmente con il minor dolore possibile.
Ricorda con molto rispetto e gratitudine i vecchi e grandi contattati come Eugenio Siragusa, George Adamsky, ecc. e ha un buon concetto di Giorgio Bongiovanni: “Un grande amico, un profeta moderno e un Essere di Luce”.
Sulla sua metodologia di contatto e di operatività possiamo essere d’accordo o meno, nel senso che personalmente ho imparato da Giorgio la denuncia delle ingiustizie e la realtà che esistono moltissime persone in questo pianeta che hanno la capacità di sviluppare le basi di una superciviltà accettando non soltanto il Cristo in se, ma concependo che è possibile realizzare dentro se stessi il senso della vera Giustizia e dell’ amore altruistico. Ma per essere in grado di dimostrarlo è necessario sostenere i Giusti e lavorare sin da adesso e la meditazione è soltanto parte di una struttura di lavoro che deve essere accompagnata dalle Opere e dalle lotte.
Sixto sostiene con molta forza che sul tema ufologico non si può parlare di “credere” perché si tratta di una tema il cui approccio è solo dal punto di vista scientifico e non sulla base della Fede, che non si può trasformare in un sistema di credo perché la religione non forma parte di questo fenomeno, in poche parole, non si può parlare di ufo e di religione.
A questo punto mi fermo e faccio un’osservazione. Se accettiamo che tutta la nostra storia esoterica, spirituale e perché no, anche religiosa è basata sulla concezione di qualcosa, una forza “superiore” e che quando parliamo di questo tema incoscientemente guardiamo verso su, cioè verso il cielo e non verso la terra, stiamo intrinsecamente associandolo a qualcosa che viene da “su”. ¿Non vi siete mai chiesti perché diciamo: “Oh Dio Mio” e alziamo la testa al Cielo quando l’Opera di Dio in realtà è visibile in Terra, nella natura, negli oceani, in noi stessi? E se parliamo di contatti avvenuti migliaia o almeno centinaia di anni, ovviamente stiamo affermando che le civiltà di quelle epoche inevitabilmente avranno associato questi “esseri” agli “Dei” venuti dal cielo. Se analizziamo il termine ufologico, evidentemente ci troviamo lo studio degli ufo ma si collegherebbe anche alla logica degli ufo, una logica che in questo momento tocca a noi Uomini sviluppare e che è fortemente influenzata da sentimenti e passioni umane.
Ma spezzando una lancia a favore del pensiero di Sixto sul: “sistema di credo e religione” voglio interpretare che quello che intende è il non fare UNA religione del tema e non di eliminare dai nostri spiriti il sentimento rigorosamente religioso, non istituzionale, che il messaggio extraterrestre apporta alle nostre vite perché la parola “religione” viene dal latino religio. Religio viene dal verbo religare formato da re (di nuovo) e ligare (legare). In sintesi, riunire gli uomini con Dio, ognuno può nominare Dio come desidera, o per gli “Dei” di ieri, extraterrestri oggi, sarebbe una contraddizione in termini parlare degli ET e sconoscere allo stesso tempo la ragione per cui sono qui, qualunque essa sia, quello che Sixto dice o che Giorgio insegna e in cui io credo, è secondario, perché in definitiva entrambi parlano di creare un uomo nuovo, e assomiglia molto a quanto dicono tante ideologie politiche e sociali che ho studiato. Ne deduco che quella stessa forza e energia che unisce le persone nella meditazione per la pace del pianeta possa influenzare le nostre azioni, e allora devo accettare che quella stessa energia ha influenzato da sempre l’Uomo, e pertanto molti combattenti, preti missionari, gente comune e impegnata rispondono a questo stimolo. E dimostra anche che la lotta sociale, la denuncia, l’annuncio del Ritorno del Nostro Maestro (Sixto ha manifestato che crede nella Seconda Venuta di Cristo) formano parte anche di questo contatto, di questo fenomeno e di questo messaggio.
Guardando attraverso la finestra dell’amore, credo che esistano diverse tribù in questo pianeta, ognuna di loro ha una missione diversa e tutte si complimentano reciprocamente. Il resto sono le diverse interpretazioni di sentieri forse diversi, ma comunque aventi lo stesso fine.
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Erika Pais
20 Agosto 2012