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erikapais100Di Erika Pais
Come riuscire a trasmettere con la limitazione delle parole le sensazioni che si accalcano nell’anima. Come riuscire con il nostro primitivo linguaggio che risponde ad una mera concezione tra processi chimici celebrali, connessioni neuronali e impulsi muscolari, ad esprimere le conoscenze dell’anima, la trascendenza dello spirito, la luce che emana questa Terra ed avvolge il nostro essere. Come dare forma all’etereo sentimento e all’informazione ancestrale che il nostro corpo nasconde. Come attraversare la barriera del tempo nella stessa maniera in cui abbiamo attraversato l’oceano per reincontrarci con questa Terra, la mia terra, la nostra terra e completare il puzzle di questo intricato capriccio della storia umana. Pezzi liberati a caso e occulti agli occhi dei gentili, pezzi che se riusciamo ad incastrare in questo labirinto di misteri porteranno alla luce la verità su questa Terra oltre il Giordano. La nuova Gerusalemme.
Sicilia, terra di luce, di ombre, di sangue che bagna i tuoi mari, di anime che affiorano dalle strade soleggiate, di spiriti ancorati nelle opere dei pochi giusti che lottano ancora per la dignità dell’anima!
Sicilia tanto misteriosa e passionale come l’oceano che ti avvolge, tanto aggressiva come le montagne che ti circondano, tanto luminosa come il sole che ti abbraccia, tanto libera come l’omertà che ti avvolge, tanto oscura come le intenzioni di chi ti sottomette, tanto ingenua come i donchisciotte che ti sostengono e che cercano di liberarti, tanto generosa come i maestri che hanno calpestato le tue terre, tanto egoista come i sentimenti che emergono dalle tue fauci, tanto mistica come l’energia che ti crea, tanto superba come i mafiosi che ti opprimono, tanto mia, tanto nostra, tanto Sicilia!
Tu esprimi solo poesia, poesia allegra, poesia triste, erotica poesia, violenta poesia che ci scuote l’anima, fino a lasciarci privi di parole e di incertezze, ciechi della verità che tesoreggi. Poesia commovente, poesia rilevante, mistica poesia che parla di lotte e orrori, di conquiste e martiri, di amore e di odio, di chiaro e oscuro, di notte e di giorno. Di amanti e assassini nelle penombre delle tue strade vie, di giusti e corrotti nei corridoi delle tue aule. Di noi che veniamo a cercarti e di Lui che ci incontra.
Prendiamo l’aereo con l’ansia di cercare risposte e con l’incertezza che queste risposte porteranno, con l’allegria dello spirito di raggiungere quell’abbraccio protettivo che ci riempie, che ci da forza, ci guida. Questo abbraccio di cui abbiamo bisogno e che perfino critichiamo, l’abbraccio dei nostri fratelli e il sorriso di colui che è stato inviato da Colui che ha promesso di ritornare. Dando vita alle lettere morte dell’antico Vangelo, trasformando in certezza le vaghe parole trasmesse fino ad ora da una Chiesa corrotta, facendo nuove, ancora una volta, tutte le cose.
Respirare il profumo del catrame, di oli rancidi e la pazza energia dell’aeroporto di Palermo disegna un sorriso nel mio volto, rendo grazie a Dio perchè, nonostante non lo meriti, mi da ancora una volta l’opportunità di essere testimone di una nuova chiamata. Chiedo al cielo la chiarezza dell’interpretazione dei segni, sguardi, gesti, occasioni, risate, pianti, parole, vissuti per poter trasmettere a coloro che non sono presenti fisicamente tutto quello che avvolge questa Terra, questo nuovo evento, questo punto di svolta. Ci sono tante emozioni da provare, tanto da vedere, da amare, da abbracciare che da quando sono qui, fino ad ora che sono seduta a scrivere, cerco serenità.
Seduta nell’ufficio della redazione di Palermo di fronte alle foto dei Giusti assassinati e dei miei fratelli sommersi nel duro compito di portare speranza, una strana energia mi abbraccia e sembra che mi elevi, una sensazione che vorrei non mi abbandonasse, è la soave melodia che suona quando gli eventi fortuiti prendono forma di informazione per essere trasmessi. Partiamo insieme a Loreley verso questa terra grazie ad una chiamata di Giorgio per accompagnarlo in un nuovo anniversario delle sue stimmate, della sua vita in questa terra e della morte fisica del suo maestro Eugenio Siragusa.
Giorgio ha aperto recentemente una base e un centro operativo qui a Palermo dove si è trasferito per compiere l’ultima parte della sua missione. Intimamente legata alla lotta contro la mafia, oltre ad un profondo e complesso carattere spirituale, questo bastione di luce eretto in cima ad un colle da dove è possibile vedere tutta la città, sviluppa giorno dopo giorno tutta un’impalcatura di contatti, investigazioni, pubblicazioni e impegno nella  lotta contro la mafia. Per molti è ancora difficile comprendere la relazione con l’aspetto mistico di Giorgio, ma l’impegno di alcuni nel trasmettere che si tratta di un’unica missione pur con differenti componenti, lentamente sta dando i suoi frutti.
Perchè la Sicilia, perchè Palermo, perchè la mafia all’interno di un’Opera che parla del ritorno del Cristo e degli Esseri delle galassie? Sono domande che trovano risposta nel momento in cui permettiamo a questo Essere a forma di Isola di compenetrarci, di vivere giorno per giorno le sue strade cariche di morte; quando permettiamo che il profumo della sua passione ci abbracci e la sua voce ululi nei reconditi e dimenticati sentieri lungo i quali abbiamo camminato.
Il suo alito ci trasporta a Dio e come soavi raffiche cerca di comunicarci i segreti che si nascondono nelle sue viscere vomitandoli in ogni angolo dove il nostro fratello Lorenzo con amore si soffermava per mostrarci il segno di un corpo caduto a causa degli atroci atti commessi dall’anticristo per contaminare la terra dalla quale il Nostro Maestro annuncia la sua pronta ed imminente visita. Nell'eco dell'ombra risuonano gli spari che falciarono vite umane e davanti agli occhi della nostra memoria, che riaffiora grazie alla dolce voce di Lorenzo, quei corpi tornano a cadere una ed un'altra volta. Il suono delle loro ossa cadute sull'asfalto ci opprime, pumm un'altra volta, pumm, un'altra ancora, pumm il sangue che santifica scorre lentamente verso qualche fogna e noi vorremmo trattenerla, vorremmo che non fosse successo mai. Ma per il Cielo è necessario il sacrificio di questi martiri per impregnare le terre fertili che faranno germogliare le speranze di un nuovo regno.
Come esseri deboli ed egoisti vorremmo che tutto fosse più facile da assimilare, che le cose venissero alla luce in modo tale da essere comprese senza bisogno del sacrificio. Ma il Cielo possiede sin dalla notte dei tempi la propria metodologia e le nostre anime sparse nel pianeta, vagando da sole viaggiano per ritrovarsi, uruguaiani, cileni, argentini, paraguaiani, italiani sotto il manto protettivo dell’ombra dell’aquila di Giovanni e gli esseri di Luce che guidano la nostra Opera, lungo il percorso e come una carezza di stelle Matias imprime con la sua macchina fotografica il maestoso e formidabile volo di un’aquila, mentre Andrés filma una luce strana che il Cielo ci regala una strizzata d’amore, di solida compagnia e apprensiva osservanza.
Tutto può accadere in questa Terra, dove le stelle, la Verità e il Cielo giocano a nascondino, noi dobbiamo cercarle, frugando nella memoria dei tempi conciliando tutte le nostre forze emozionali, debolezze umane, storie personali come croci sulle nostre spalle e per eccellenza la Sicilia complice li nasconde tra le sue verdi valli, azzurri oceani e rosse albe. La verità sta lì in qualche recondito angolo, nell'etere dei tempi, nella storica presenza di questi "angeli" e nel cammino errante di colui che ci chiama. Corriamo ad abbracciarla, a riempirci di lei, a spremerla ed innamorarla, a corteggiarla e conquistarla affinché ci accompagni per  mano per donarla a chi è rimasto ad aspettarci a casa.

Erika Pais.
30 de agosto 2012.
1a parte.