Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Italiano Español English Português Dutch Српски
GIORGIOJUANDAL CIELO ALLA TERRA

JUAN ALBERTO RAMBALDO. GIUDICE, AMICO, FRATELLO. UN PADRE PER ME.
LEGGETE, MEDITATE E DEDUCETE.
GIORGIO BONGIOVANNI
Sant’Elpidio a Mare (Italia)
12 novembre 2012
PAROLE DI JUAN ALBERTO RAMBALDO NELLA FACOLTÀ DI INGEGNERIA CHIMICA
Tavola Rotonda a Difesa del Pianeta. Santa Fe, 28 settembre 2012

Buonasera, io dico che non sono un giudice, ma lavoro da giudice, poiché egli impartisce la giustizia, mentre io impartisco legalità. Non sono qui in qualità di giudice, bensì di cittadino qualunque, perché nessuno mi può togliere il diritto di fare e dire ciò che credo sia giusto. Mi discosterò un po’ dal  tema oggetto di questo incontro, i relatori che mi hanno preceduto lo conoscono in maniera più approfondita di me. Il mio compito è aprire le coscienze e queste iniziative aprono appunto le coscienze, che si trovano di fronte ad una realtà che vorrebbero cambiare e, se possibile, andare oltre.Perché la “megamineria”? Perché gli agrotossici? Perché l’energia nucleare? Perché la droga? Perché il contrabbando? Perché la corruzione?La causa è che a livello mondiale domina il controllo delle corporazioni. Le corporazioni  economiche non controllano soltanto l’economia, ma la politica, la cultura e la coscienza degli uomini: siamo sottomessi ed io cerco nelle mie possibilità di dire che dobbiamo ribellarci contro questo assoggettamento, il quale  non è un assoggettamento astratto: ma è concreto.Oggi si è parlato degli agrochimici, che sono vincolati alla soia transgenica, al mais transgenico. Uno studio effettuato in Francia dimostra che il mais transgenico provoca un’accelerazione tremenda nello sviluppo dei tumori, i produttori della soia transgenica sono gli stessi che hanno manovrato il colpo di stato in Paraguay al fine di espandere la frontiera della soia dal Brasile verso l’entroterra del Paraguay.La questione non è, se ci stiamo ammalando o meno: ci stanno calpestando! Ci controllano politicamente.
Hanno perpetrato un colpo di stato istituzionale, spodestato un presidente  legittimamente eletto per istituire il suo centro economico in questo luogo;  l’attuale presidente del Paraguay, durante un’omelia in cui un sacerdote diceva di essere contro la produzione di soia transgenica, si alzò per difendere Monsanto!!... C’è dominazione o non c’è dominazione?
Spostiamoci oltre. Perù: Ollanta Humala pretese di sviluppare un programma di indipendenza economica e politica, ma quando si stava apprestando a “toccare” le miniere o faceva un passo indietro o sarebbe toccato anche a lui un colpo istituzionale. Oggi si sta trattando sul tema delle miniere a cielo aperto, che il Perù ha pagato con il sangue di numerose vittime.
È chiaro allora, che non stiamo parlando di un fatto ecologico, ma della vita in tutti i suoi aspetti.
Chi sono quelli che distribuiscono la droga? Chi la produce? Centri economici mondiali, che corrompono, distruggono; perché hanno un piano. Vi nominerò tre organizzazioni, La Trilaterale Comission, che ha avuto come rappresentante in Argentina  Martínez di Hoz, il quale sosteneva che il nostro Paese avrebbe dovuto contare quindici milioni di abitanti e pretendono che questo sia un mondo per due miliardi di persone; il Counsil Foreing Relation ed il gruppo Bilderberg. I rispettivi membri  interagiscono tra loro e gestiscono l’economia mondiale, le banche, la politica. Dunque, la struttura di questo sistema economico risponde ad una struttura mafiosa, non può essere altrimenti!!!!!!! Distruggono… uccidono…corrompono… a livello mondiale, chi può chiudere la fabbrica di armi negli Stati Uniti? Se Obama non è riuscito a chiudere Guantanamo, come riuscirà a diminuire la produzione di armi nel suo Paese? C’è tutto un sistema che porta alla dispersione del nostro sangue, sotto il giogo della dominazione assoluta,  dell’avvelenamento ambientale o della dominazione sociale.
L’Africa! Nessuno la prende mai in considerazione, sapete il motivo? Perché è la pattumiera del mondo, visto che questi controllori dell’economia mondiale hanno deciso di escluderla. Ci sono milioni di esseri socialmente esclusi, che soffrono la fame, di fatto quello che una persona ha in più, sicuramente un’altra ce l’ha in meno.

Abito a Las Parejas ed ascoltando il signore che parlava di fumigazioni e di inquinamento ambientale penso: Las Parejas è il centro della produzione agricola più importante del Paese, nessuno ha il coraggio di contrastare la soia transgenica, perché chi lo fa, va contro la propria fonte di lavoro! A Zarate, quale persona ha il coraggio di schierarsi contro la centrale nucleare di Atucha? Chi si schiera contro Atucha, va contro la propria fonte di lavoro. Monsanto si appresta ad istallare a Cordoba l’impianto più grande del Sudamerica: chi osa andare contro la Monsanto???
Le fabbriche di cellulosa… Ricordate la lotta contro le fabbriche di cellulosa in Uruguay? Anni di picchetti nelle strade … a Gualeguaychú, ma dall’altra sponda del fiume, a Fray Bentos, avevano promesso grandi posti di lavoro; in funzione di  essi e delle tangenti si difende la morte, perché questi signori sono i mercanti della morte. Noi dobbiamo formarci nella difesa della vita, la vita in ogni suo senso, ritrovare l’uomo nella sua essenza. Sono riusciti a disumanizzarci, a farci perdere i valori, sono stati capaci di compiere delle cose per poi farci scivolare. Pensiamo ai casi di pedofilia che vengono alla luce dappertutto, a cui noi rispondiamo dicendo: che barbarie! Invece di irritarci,  di sconvolgerci…
Prendiamo coscienza: quello che noi vediamo è appunto solo la parte evidente, ciò che appare, ma dietro c’è tutto un meccanismo spaventoso di controllo sociale, contro il quale dobbiamo resistere. Occorre rendersi conto prima, non quando sono già istallati. Dobbiamo resistere contro questo assoggettamento ed affrontare quelle forze che cercano di distruggerci come persone.
La lotta per la terra è la lotta per noi stessi, sapete perché? Perché tutti dicono “difendiamo la natura” e così facendo ubicano loro stessi al di fuori della natura, mentre noi “siamo” natura. Se questa viene distrutta, distruggiamo noi stessi per logica conseguenza. Non è una cosa estranea. Se attaccano la nostra terra aggrediscono noi. Se violano la nostra coscienza, aggrediscono la nostra terra, se distruggono la nostra famiglia (dato che una persona deve lavorare dodici ore al giorno per mantenere i propri familiari), stanno aggredendo la terra anche perché essa è parte di noi e noi parte di lei.
Prendiamo coscienza che si tratta di un tema globale, universale e che attualmente si stanno manifestando grandi movimenti di protesta, per dirlo in qualche modo. Osserviamo Spagna, Grecia, Portogallo ed Argentina. Soffermiamoci sull’esempio  dato dai “cordilleranos”, un paesino piccolo, abitato da persone completamente escluse socialmente, praticamente fuori dal mondo, motivo per cui non ha avuto ripercussione; infatti anche i mezzi di comunicazione rispondono a loro volta alle grandi corporazioni. I nostri centri scientifici fanno ricerca per conto di queste corporazioni, sono molto pochi quelli indipendenti, perché gli studi si svolgono sotto contratto, vengono realizzati a richiesta del potente che vuole il risultato a lui più conveniente. Voi siete studenti, dovete reagire, dire qui: no, … in questa facoltà: no… Dovete interagire con gli studenti di altre facoltà e decidere per la resistenza: qui no. Ragazzi: la resistenza dobbiamo farla tutti, perché questo è il momento. Partiamo dalla resistenza per costruire un’alternativa di vita diversa, in un mondo diverso. Se non partiamo dalla resistenza e non diciamo basta a questo genere di cose, che Dio ci aiuti.