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laplataconferenciaDi Carmen de Huertos
Sabato 10 eravamo a La Plata. Il gruppo operativo della città aveva organizzato una conferenza per mostrare il video: “I messaggi segreti della Madonna”, alla presenza di Juan Alberto Rambaldo.
La settimana precedente, alcuni fratelli di Buenos Aires si erano recati a La Plata per collaborare nella distribuzione di volantini informativi. L’evento è stato pubblicizzato anche nel programma radiofonico “La Vida y el Universo”, seguito da diverso tempo da numerosi ascoltatori.
L'appuntamento era nell'ex casinò degli uffici del 7° reggimento della fanteria di La Plata, oggi diventato un grazioso spazio adibito a conferenze ed esposizioni di diverse manifestazioni d'arte. A presenziare l'evento erano presenti anche alcuni fratelli di Buenos Aires.
Dopo la proiezione del video ha preso la parola Juan Alberto, esponendo in modo magistrale la situazione nella quale viviamo oggi, annunciata e profetizzata dalle diverse apparizioni della Vergine fin dal secolo XIX: “Tutta l’umanità sta assistendo agli effetti dell'opera del principe di questo mondo.  Stiamo vedendo un pianeta decimato, questa cellula cosmica, nostra madre, la pachamama dei nostri fratelli grida di dolore, per colpa delle nostre azioni, azioni perverse, perchè la loro ragion d'essere deriva dall'insaziabilità, nel consumo perverso... Stiamo consumando il petrolio, il sangue della nostra madre, in modo assolutamente incontrollato; quando si potrebbero utilizzare altre forme di energia scoperte da diverso tempo, ma che non sfruttiamo. Il Padre Sole ci dona in ogni istante la sua energia affinché noi la usiamo, ma non la utilizziamo perchè ci sono in ballo gli interessi delle grandi corporazioni, che formano gruppi di potere”.
Juan Alberto sintetizzando ciò che è accaduto a livello economico, politico e sociale dalla creazione del Consiglio  CFR (Council Foreing Relation), nato nel 1890, passando al gruppo Bilderberg e la Trilateral Commission (i cui obiettivi non sono solo avere il controllo mondiale, ma anche riuscire ad avere per sé e in modo perverso le poche risorse rimaste sulla Terra), spiega ciò che è avvenuto in Argentina con Martinez de Hoz, membro della Commissione Trilaterale e con i protocolli Santa Fe 1, Santa Fe 2 e Santa Fe 4; dove è in progetto ciò che stiamo vivendo, con i governi progressisti.
laplata2conferencia2Egli continua: “Gli eventi catastrofici, che aumenteranno a partire dal 21 dicembre 2012,   conseguenza dell'energia che colpirà il pianeta, faranno fiorire in ciascuno degli abitanti della Terra il meglio o il peggio, in base alle loro azioni, alle azioni solidali e di amore o a quelle egoistiche”. Riflettiamo. “Ma cosa possiamo fare? Nascondere la testa? No, ...  – mentre punta il dito verso persone presenti in sala – è necessario e dobbiamo stare uniti, dobbiamo incontrarci, perché se ci incontriamo e stiamo uniti riusciremo di più ad affrontare gli eventi. Se siamo consapevoli che alla fine della scala che stiamo salendo troveremo il Regno Nuovo, che ci è stato promesso, riusciremo a superare ogni cosa. Ciò che conta è la nascita dell'uomo nuovo. In questa lotta di Armagheddon noi siamo soldati scelti per la costruzione dell'uomo nuovo, soldati arruolati per aprire la coscienza, affinché ogni uomo destinato a ricevere il Regno promesso sia generato da questo seme e non sia la conseguenza del ripopolamento del pianeta.
È il momento delle domande ed uno dei presenti, un fedele ascoltatore della radio, tra le altre cose ha chiesto:
 
P: ... “Temo sempre una sola cosa, che il giorno in cui morirò scoprirò che Dio era una menzogna, questa è l'unica paura che ho”.
J.A.: “Se ascoltiamo i nostri fratelli del cosmo, essi non parlano di Dio, non lo chiamano Dio come lo chiamate voi, bensì parlano della suprema intelligenza cosmica universale, parlano del supremo concetto evolutivo. Capiremo che Dio non è una bugia...”
Qualcun'altro chiede: “Ricordando alcune parole che lei ha detto: che siamo in guerra, stiamo vivendo momenti difficili e arriveranno tempi più duri, saremo pronti a questo?” Facendo riferimento alla sottile manipolazione della Chiesa aggiunge: “dobbiamo ascoltarci, non devono dirci niente e in qualche modo inizieremo a cicatrizzare, a sanare e a vedere una prospettiva migliore. Nella mia interiorità prego Dio che ci siano dei canali più onesti, che ci portino all’essenza della vera esistenza”.
J.A.: ... “Il vincolo che noi offriamo a Cristo è, da una parte personale ed interiore, dall'altro lato comunitario ed esterno; non basta solo la prima parte. Una persona si misura nel modo di rapportarsi con l’esterno, verso l’altro. L’uomo deve darsi all’altro, l’uomo non è un essere assolutamente individuale, è un essere nato per guardarsi negli occhi, per comunicare e per sentire che noi e l’altro siamo la stessa cosa. Questa è una guerra, siamo dei soldati, lottiamo per la conoscenza del fratello, di mio fratello, il quale non riesce a vedere perchè ha un velo davanti agli occhi e al cuore e bisogna levarlo”. ... Inoltre aggiunge: “Trovarci, incontrarci è la ragione di tutto questo, dobbiamo riunirci, imparare a guardare l'altro per capirci, perchè noi guardiamo sempre gli altri con i nostri occhi e cadiamo nel meccanismo del giudicare “guarda cosa ha fatto quello”. Se ci mettessimo nei panni dell'altro e guardassimo con i suoi  occhi, non dico che dobbiamo approvare le sue azioni, ma sicuramente riusciremmo a comprendere. La comprensione è l’elemento fondamentale per poterci incontrare, se comprendo non porto rancore, perché è un sentimento che ci consuma dentro”... “Potreste dire, come facciamo con questa struttura sociale che ci schiaccia? Io non vi dò un metodo. I ragazzi di Greenpeace credono che una forma per cambiare la coscienza delle persone sia difendere il pianeta, così come i ragazzi di ‘conciencia solidaria’, i preti che raccolgono i bambini dai quartieri degradati ai quali riconosco l’amore e la forza nel fare quello che fanno, per riscattare il meglio da questi luoghi. I missionari che vanno in Africa, dove si registrano 150 milioni di casi di peste, i medici senza frontiere, quello che voglio dire è che non c’è un unico modo...”
P: “Permettimi Juan, comprendo quello che cerchi di trasmettere, comprendo bene, io sono un medico senza frontiere, l’ultimo luogo dove sono stato è la Bosnia,  sento che non basta ciò che faccio, non è sufficiente...”.
J.A.: “Non è sufficiente e sapete perchè non è sufficiente niente? Perchè la situazione non cambia, non c’è via di ritorno, questo non si cambia! Ciò che possiamo salvare sono le singole anime, a cominciare da questa apertura di coscienza. Io non posso dirti di non continuare a farlo, come non lo dico ai ragazzi che lottano contro le miniere o ai poveri ragazzi di Famatina, che vengono bastonati, incarcerati, colpiti per gli interessi di una multinazionale che vuole contaminare tutta l’acqua del pianeta. No,... dobbiamo seguire lottando, dobbiamo lottare”.
P: “Dobbiamo lottare sapendo che perderemo la guerra?”
J.A.: “Sì! Perchè quello che stiamo perdendo sono battaglie, la guerra l’abbiamo vinta,  poiché il Cristo tornerà sulla Terra e porterà la Giustizia! Non c’è giustizia adesso! Ma non possiamo aspettare Cristo stando seduti... Dobbiamo aspettare Cristo gridando! Dobbiamo aspettarlo lottando! Mettendo in gioco tutto ciò che abbiamo....”.
P: Interviene una persona anziana: “Scusami, devo andare ad accudire mio marito che non si può muovere… È servizio! Amare, servizio, dimenticarsi dell’ego... Ho 80 anni... sono venuta con mio nipote... ho i miei nipoti...e lavoro gratis...lavoro sempre ad honorem... Mi congratulo, vi amo e prego per voi. Spero di incontrarvi nuovamente”.
Jaun Alberto ha continuato con un’esposizione che ha fatto tremare tutti i presenti, facendoci venire le lacrime per l’emozione. Una rivendicazione a tutti i caduti durante il governo militare, in questo luogo, nell’epoca della dittatura, migliaia di persone sono state torturate ed uccise vigliaccamente dai militari, sicari di un governo genocida.
J.A.: “Voglio raccontare una storia... Negli anni ‘60/70 ero convinto che il mondo sarebbe cambiato. Ce la misi tutta affinché cambiasse socialmente…, abbiamo perso la guerra... Siamo passati ad un’altra tappa..., una tappa dove l’umanità non può tornare indietro..., perchè si è arresa..; ma ciò che noi possiamo fare è non arrenderci, perchè se ci arrendiamo chi è al nostro fianco si perderà. Allora fino all’ultimo minuto, fino all’ultimo secondo e fino all’ultima goccia del nostro sangue, dobbiamo lottare, ma senza pensare che la nostra lotta cambierà tutto; la nostra lotta porterà un cambiamento in qualche essere, in alcune persone. Quando Lui verrà, perchè verrà, Colui che è già qui, come ci annunciano i nostri fratelli dal Cielo, la guerra finirà, ma sai cosa succederà se siamo realmente effettivi? Questa nuova società, il nuovo mondo avrà abitanti che verranno da questa Terra con un nuovo stato di coscienza e non sarà necessario portarli da altri pianeti per ripopolarla, perchè sarebbe il fallimento più grande di tutta la nostra vita, in questa incarnazione senza pena né gloria; anzi, con molta pena, perché non abbiamo adempito al nostro dovere. Pensi di essere venuto su questa Terra con il sentimento di fare il medico senza frontiere, per caso? Ti sei incarnato nel mondo per compiere una missione, così come ciascuno di noi. Compierla bene o male è una responsabilità nostra e ne renderemo conto. Non lasciamoci calpestare, non lasciamoci sottomettere, Lui ci sta guardando, ci sta chiedendo ogni giorno di più,   perchè noi siamo il Suo corpo operativo sulla Terra ed esseri della superficie. Figli della stessa madre, di Sua Madre, di questa cellula cosmica che si chiama Terra inseminata da questa cosa meravigliosa che si chiama Sole.
Voi forse crederete che io sia panteista, ma nostro Padre, il Padre delle Sacre Scritture, è Colui che sorge tutte le mattine e tramonta ogni sera.
La Madre, nelle Sacre Scritture, è questa che stiamo calpestando, se noi avessimo coscienza di cosa stiamo calpestando e di chi ci illumina, saremmo un pochino diversi”. – E aggiunge – “Colui che vi sta parlando è profondamente cristiano, le sue origini sono marxiste, vi lascio laplata3conferencia3immaginare... questa domanda tu sai quante volte me la sono fatta? Nei momenti più difficili della nostra storia, dicevo: non mi importa, i cristiani hanno la soluzione in Dio, ma io? Mi dicevo: io chi sono? Senza Dio, io chi sono? Se mi guardo intorno, vedo ingiustizia ovunque.
Per la mia stessa dignità non posso sopportarlo. Oggi, da un altro osservatorio, penso molto simile, non sarei degno non di Lui, degno neanche di me stesso, se guardassi quello che succede e rimanessi in silenzio.  Sono convintissimo, l’ho appena detto, che Dio esiste, ma se non esistesse, esiste la mia dignità e non posso andare contro di essa, come tu non puoi andare contro la tua e anche se hai paura che Dio non esista, la tua dignità ti spinge”.
Ad una domanda sulla veridicità della Bibbia, Juan Alberto ha risposto: “Se voi leggete il Vecchio testamento ed il Nuovo, ci sono alcune cose che non tornano, si riscontrano delle differenze. Alcune letture seguono una continuità ed altre sembrano all’antitesi, ma riguardano i distinti momenti della storia. Yavè, il Yavè degli Ebrei e del Vecchio testamento, non è l’Adonay del Nuovo testamento: è un altro Dio, che obbedisce a distinti momenti storici dell’evoluzione del popolo. Yavè è il Dio della materialità, il Dio che trasmette la genetica originaria portata dal popolo di Abramo, per questo motivo a comandare gli eserciti è il Dio Yavè. E perchè comandava? Per costruire una genetica sulla Terra. Conclusasi questa fase, iniziò l’altra, il nuovo testamento. Il Signore non è più Yavè, è Adonay, che corrisponde ad un altro stato di coscienza e di conseguenza il discorso è diverso. Diverso stato di coscienza...”
L’incontro termina con questo insegnamento: “Dobbiamo gridare per ottenere la giustizia, ci sono moltissime persone che sentono la nostra stessa necessità di giustizia... Credo che le battaglie le abbiamo perse, ma la guerra la vinceremo e se non la vincerò io la vinceranno coloro che verranno dopo di me. Giovanni Falcone, un giudice antimafia italiano, ucciso dalla mafia, disse: “Non importa quello che succederà, perchè qualcun’altro prenderà il fucile che io lascerò”. Qui è lo stesso, non importa, qualcuno proseguirà con il nostro lavoro, ciò che non possiamo permettere è lasciarci abbattere. Ringrazio tutti coloro che sono stati qui”.

Carmen de Huertos
15 novembre 2012
Las Parejas – Santa Fe (Argentina)