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antoniomariawebDi Antonio Cardarelli
Antonio Caldarelli racconta il sogno-esperienza che ha vissuto la notte del 20 dicembre
Racconto…
 
Non so, se stavo dormendo o ero semisveglio, ma è stato un messaggio così chiaro, intenso, vivo che mi ha spinto a dare un’occhiata all’orologio; perché so che certi messaggi-sogni sono inerenti e coerenti con l’orario. Erano circa le 04:40-05:00 del mattino.   
Tutto inizia con la “visione” del CRISTO VIVO IN CROCE.  
Il volto leggermente insanguinato (simile, ma con meno sangue di quello riportato Dal Cielo alla Terra del 23 dicembre 2013, ore 14:35). I Capelli Neri, Forti, leggermente ondulati-ricci, e qualche ciuffo cadeva nella fronte, causa la testa piegata verso il basso.   
Il Corpo nudo, ricoperto nei fianchi solo da un panno bianco, sufficiente a coprire le nudità.     
Mi ha colpito la Pelle pallida e sensibile, che lasciava trasparire sotto di essa, una muscolatura  provata, ma ancora  forte e possente.      
Una Pelle sottile quasi da far intravedere alcune vene ed arterie sanguigne caratteristiche nel loro colore blu e rosso.
Ad un certo punto vedo la testa alzata, ed il suo  sguardo su di me. Gli occhi spalancati, neri, filtranti. Si muove nella CROCE. Si intravede il sangue nelle mani e nei piedi che si confonde con i chiodi. Mi ricordo ora che scrivo, di non aver notato la corona di spine. E sempre guardandomi fisso, stacca la sua mano destra dal CHIODO che la fissava al legno, quasi, se si può dire così, ulteriormente lacerandosi la carne della mano, ma con molta naturalezza.  
Mi accorgo che anche i piedi non sono più inchiodati, ma pur feriti sono appoggiati ad una sporgenza legnosa della CROCE e, muove un po’ le gambe adattandosi alla posizione.
Porta ora la mano, con il palmo rivolto in alto, verso la ferita a taglio orizzontale come iconograficamente rappresentata nei sacri segni. Questa, un po’ più lunga rispetto alla tradizionale rappresentazione, era posta sotto il petto a sinistra e ancora sanguinante.   
A questo punto sempre rivolto a me con uno sguardo e una forza viva come solo un UOMO-DIO può infondere, sento le sue parole, con una voce POTENTE IN COSCIENZA, tanto da provare la sensazione che ogni cellula del mio corpo fosse attenta e nello stesso tempo indipendente, ma unita e integrata alla mia anima-coscienza.  
“SONO MOLTO IRATO, CON QUESTA UMANITÀ” sentenzia, e continua “SONO STANCO DI VERSARE QUESTO SANGUE INUTILMENTE”.            
Contestualmente alle parole “questo sangue”, muove la mano dalla ferita stigmatizzata con un gesto, come fa il seminatore nella campagna allargando il braccio spandendo le sementi, irrorando il suo sangue verso di me. Il sangue stesso non investe la mia persona, ma va oltre, oltre, come un manto si sarebbe posato da qualche parte.   
Quello che sento su di me, però, è l’ENERGIA del suo sangue, che mi pervade e mi fa sentire QUELLA EMOZIONE. Emozione che non è paura, ma consapevolezza del momento. E anche STUPORE, perché facevo fatica a cogliere il CRISTO, stanco e irato.      
Mi sono alzato, mi sono rimesso a letto e mi sono riaddormentato. Dopo qualche ora mi sono risvegliato ma, a differenza di altri sogni, me lo ricordavo bene. Lo ho poi confidato in famiglia.                                             
Un caro abbraccio
Antonio                
Brugnera (PN), 03 gennaio 2014