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rosarioabril100Di Adriana Navarro.  
Correzione Domenico Silva. 
18, 19 e 20 aprile 2014
Siamo partiti da Montevideo, di domenica, verso la città di Rosario, Loreley, Ricardo, Alicia, Graciela e Zulma, accompagnati da esseri molto speciali, "mamma Raquel" - come Giorgio la chiama da sempre - due dei miei figli, Fátima e Diego, e la sua fidanzata Camila. Dietro suggerimento di Domingo ho  invitato questi tre giovani a fare il viaggio insieme a noi. Con piacevole sorpresa, non solo hanno accettato, ma hanno dimostrato reale interesse nell’accompagnarci, in quanto loro sanno bene che i viaggi dell'associazione non sono viaggi di piacere, ma sono sempre scanditi da un calendario di attività da compiere. Era una gioia anche portare con noi mamma Raquel, che con i suoi 80 anni, ogni lunedì è disponibile a preparare, insieme a Matilde o María del Carmen, la cena da offrire alle persone bisognose che si recano al nostro locale. Arrivati a Rosario ci siamo incontrati con Erika, Georges, Giorgito e Chacho.  

Nonostante tutte le difficoltà economiche, e non solo, che sorgono ogni qualvolta decidiamo di fare un viaggio, siamo arrivati a Rosario senza problemi, ed abbiamo alloggiato in una pensione dall’architettura antica, molto bella.

Purtroppo abbiamo notato che la città di Rosario era cambiata, i tassisti che ci avevano portato fino all'alloggio ci avevano raccomandato di non fidarci di nessuno, perché la città era diventata come Medellin, la droga stava rovinando i giovani. L’umore dei lavoratori della stazione era alquanto ostile. Alle prime luci del mattino, dal balcone della nostra stanza, Fátima ed io scorgevamo gruppi di uomini che tra le urla davano calci a qualunque cosa incontravano sul loro cammino, altri giovani drogati vagavano in cerca di altri di loro, e c’era persino un ragazzo cieco che camminava ubriaco. Con grande angoscia ho chiesto a Fátima di andare via dal balcone e di dormire un po’. Anche lei era profondamente turbata, tanto che voleva scendere in strada per parlare col ragazzo che gridava il nome di un altro, mettendo costantemente a rischio la sua vita in mezzo al traffico... 

Siamo andati diverse volte a Rosario, per partecipare all’incontro delle arche, ma quest’anno il desiderio era ancora più forte, era importante stare tutti insieme sotto lo stesso tetto, guardarci, ascoltarci l’un l’altro, nonostante il tempo a disposizione non ci avrebbe permesso di entrare in confidenza con tutti.

rosarioabril1Prima della riunione delle Arche è stato dato spazio al tema Antimafia. In Italia si vivevano dei giorni molto importanti. Era in atto il tentativo di rimuovere il giudice Nino di Matteo dal processo in corso sulla trattativa Stato-mafia, e la mattina del 19 aprile ci eravamo dati appuntamento dinnanzi all’Ambasciata italiana, tutti insieme, a sostegno, se pur nella distanza, di quest’uomo coraggioso e determinato nella lotta per arrivare alla verità sulla morte del suo maestro ed amico, il giudice Giovanni Falcone, e di tante altre vittime innocenti delle organizzazioni criminali, le mafie. Anche noi ci sentivamo vicino a questo nostro amico che lotta per la nostra stessa causa; tutto il nostro amore, la nostra passione per sostenerlo – che era come sostenere noi stessi – si tramutava in entusiasmo: eravamo lì a gridare tutti insieme “giustizia e rinnovamento”! 

rosarioabril2In merito alla riunione delle arche, chiedo scusa innanzitutto se non nominerò tutti, dovrei riascoltare l`audio dell`incontro per non escludere nessuno, ma almeno in queste righe vorrei trasmettere quello che ho registrato nei miei appunti, nella mia memoria, ma soprattutto nel mio cuore, affinché le persone che non lo hanno vissuto, possano sentirlo almeno in parte, e allo stesso tempo sviscerare gli insegnamenti che Giorgio ci ha lasciato in Sud-America in questa occasione.  
… Una delle prime persone a prendere la parola è stata Alicia Conti, dell'Argentina, che ha affermato che seguirebbe Giorgio anche se non avesse le stigmate, perché egli si mette sempre all'ultimo posto, si sacrifica, lotta contro la mafia e ci invita ad imitare Cristo. Le sue parole sono state molto toccanti. 

Ricardo e Silvana, dell'Argentina, hanno parlato del principio dell'unità: “Sapersi umiliare davanti ai fratelli". "Il corpo mistico per noi è avere bisogno l`uno dell`altro, cercare il fratello". Hanno anche ricordato una sorella, Gloria, che non era presente fisicamente, ma che s`impegna tutti i giorni nelle attività dell`opera, e per l'unità dei fratelli.  Hanno ricordato le parole di Giorgio che ci esortano all'unione , facendoci capire quanto questa sia importante: "Io vi voglio dire che se non siete uniti, soffrirò così tanto da lasciarmi morire”.

Come già avvenuto prima di altri incontri, ci comunicano che Giorgio aveva sanguinato, e che sarebbe arrivato più tardi. Ansiosi di vederlo abbiamo continuato a parlare tra di noi, ad ascoltarci e a riflettere sul fatto che così come desideriamo vedere Giorgio, dobbiamo desiderare incontrarci tra di noi, se abbiamo capito realmente cosa ci chiede e si aspetta da noi. 

Paola, di Zarate, Campana, ci ha raccontato che il suo gruppo è impegnato principalmente nella lotta contro l'energia nucleare. Riguardo al valore di stare uniti Paola ha detto: "Saremo degni di entrare nelle arche, ma non saremo degni di entrare nel Regno di Dio, se non riusciamo ad essere uniti. Dobbiamo condividere con il fratello, non focalizzarci soltanto in Giorgio." 

Nell’Arca di Parana si interessano di ambiente, studiano e si documentano sull'inquinamento, su come resistere al sistema in cui viviamo. Sono solo 4 persone. Nicolás, uno di loro, fa parte di un gruppo impegnato a favore del transito costiero nel fiume Paranà, contro il fracking. Ci ha spiegato che è stata abrogata una legge che lo limitava. Movimenti analoghi sono nati in altre città.

Questo gruppo scende anche in strada per avere un contatto diretto con la gente. Lavorano nel campo dell’educazione non formale: teatro, circo, cercando un approccio spensierato ed allegro, restando saldi negli obiettivi che vogliono raggiungere. "Con la gioia di non avere niente ma avere tutto allo stesso tempo".  
Al suo arrivo Giorgio ha detto a tutti noi: "Perdonatemi per il ritardo, ho sanguinato... oggi saremo insieme, questo è il nostro giorno, voglio ascoltare tutti i fratelli...". Abbiamo recitato insieme il Padre nostro, l'unica preghiera che lui ci consiglia di recitare, poiché è l'unica che Gesù ha insegnato. Uno dei più grandi insegnamenti che Giorgio cerca di lasciarci è che la preghiera più importante di tutte è l'azione, è il nostro impegno a sostegno dei cambiamenti sociali o di altro tipo che dovranno verificarsi se crediamo che questa società cambierà radicalmente; dobbiamo anche denunciare il male, perché se non lo individuiamo, come potremmo combatterlo? 

Santa Fe: Stanno lavorando anche in sinergia con Parana, per il recupero dei ruscelli. “Ci stanno uccidendo con gli agrochimici” - affermano -. Loro vanno nelle campagne cercando la partecipazione degli abitanti per essere ancora più incisivi. 

Giorgio ha letto il messaggio di Pasqua, dove Gesù dice che "è già qui"…  
Dal Cile sono saliti sul palco Marco Antonio, Luis Ayala, e Claudio Rojas. Giorgio ha nominato vicepresidente Claudio Rojas. Luis Ayala ha rimarcato l’importanza di lavorare per l’unione e di cercare Cristo nel fratello. I fratelli del Cile hanno ricordato anche Francia Pérez che ha lasciato questa dimensione, ma che aveva fatto parte del gruppo ai tempi di Eugenio Siragusa. Infine Marco Antonio ha commentato che il direttore dell'Università dove lavora lo ha autorizzato a diffondere il sito web www.chile-delCieloalaTierra.   
Giorgio, ancora una volta, ha ripetuto le stesse parole trasmesse durante la conferenza all’hotel Bauen il 13 aprile: "L'unione  non è più un'offerta, è un'imposizione." 

Mara Testasecca era presente tra noi attraverso una lettera, dove ci ricorda una frase che Giorgio ripete sempre "io sono venuto in questo mondo per servire i miei fratelli". È emozionante ascoltare le parole di questa donna che conosce così profondamente Giorgio, lei è una voce saggia che lo ha conosciuto ed accompagnato da quando aveva 24 anni, sempre, ed ha condiviso fino ad oggi, molte esperienze di vita, preoccupazioni di ogni tipo che Giorgio ha dovuto affrontare, oltre ai continui viaggi in tutto il mondo, tra gioie ed sofferenze.

È stata la volta di Omar Cristaldo, sua moglie Hilda, e Jorge Figueredo.  
Per noi vedere ed ascoltare questi fratelli è molto confortante. Meritano molto rispetto ed ammirazione, perché hanno saputo mettere in pratica, con enormi difficoltà, tutti gli aspetti dell’Opera con la stessa intensità. In tutti questi anni hanno dimostrato sempre coerenza nell’umiltà e gratitudine verso Giorgio ed il lavoro di FUNIMA International.

L’incontro delle arche è sempre un’occasione per conoscere l’intima relazione dei fratelli con l’opera, né è un esempio l’aneddoto raccontato dal giudice Jorge Figueredo, che quando era bambino e chiedeva a Giorgio cosa doveva studiare? Lui gli rispondeva che doveva diventare avvocato.
Prendendo nuovamente la parola Giorgio ha detto: "La domanda più importante che mi hanno fatto a Radio Mantra è -‘Perché stai qui?’- Perché il Padre vuole che condivida con i miei fratelli... e se il Padre mi dà la possibilità ogni anno di stare coi miei fratelli... di "fare il punto della situazione" del nostro lavoro, di purificarci, amarci come ha detto nostro fratello Figueredo, io lo faccio. Più tardi vi darò alcune indicazioni su come dobbiamo diffondere i due eventi principali: la Seconda Venuta di Cristo e la Giustizia Divina. Ma ora voglio ascoltarvi tutti per riempire il mio cuore. È importante per me che vivo a Palermo, per me voi siete il famoso scudo di cui ho bisogno per portare avanti il mio compito. L'Uruguay è come la mia seconda casa, io ho vissuto con questa gente, e per me chiamarli qui accanto a me e come chiamare la mia famiglia." 

Ed ecco che Giorgio ha chiamato al suo fianco Erika País, la nostra rappresentante, accanto a lei "mamma Raquel" e Domingo Silva, su espressa richiesta di Giorgio.  
Erika ha fatto un riassunto delle nostre attività: il sito web di Antimafia a cura di Georges Almendras, il programma Radio, attraverso il quale, Erika spiega, si cerca di mettere in relazione tra loro temi diversi, le conferenze con diversi relatori che vengono organizzate nella nostra sede su vari temi come il settore minerario, l'energia nucleare, la situazione palestinese, temi ambientali e quanto gli stessi siano relazionati con i poteri mondiali, altri incontri che organizziamo per diffondere il messaggio spirituale dell’Opera cercando di coprire zone diverse di Montevideo; la fiera americana (mercatino di indumenti usati), gestito da María del Carmen, che tutti i giorni dal lunedì al venerdì si reca al nostro locale per vendere le donazioni che riceviamo, per classificare e sistemare gli indumenti. La aiutano in questo compito Raquel, Matilde e Loreley, e tutti noi insieme quando si organizzano giornate di pulizia o vendita nei fine settimana. Con i fondi raccolti sosteniamo alcune spese del locale e prepariamo dei pasti caldi per la gente bisognosa. 

rosarioabril3In questo scenario Giorgio ha commentato: "Mamma Raquel mi serviva a casa, quando sanguinavo" e ha fatto a Domingo un'importante promessa: “Ti prometto che la Giustizia di Dio si manifesterà in questo mondo. Allora devi essere felice, pieno di rabbia sempre, ma felice." 

Domingo ha parlato della lettera che abbiamo inviato a quasi tutti i partiti politici del nostro paese, nell’intento di trasmettere una responsabilità spirituale, di impedire loro giustificazioni, almeno nell’intimo del loro essere. Sappiamo che forse non è stata diffusa abbastanza, ma è responsabilità di chi l’ha ricevuta. "Voglio rendere omaggio ad un amico che mi è stato fedele per molti anni, il direttore della Rivista Antimafia 2000, Jean Georges Almendras", così Giorgio ha chiamato Georges sul palco. 

Dopo tante emozioni, lacrime ed allegria, Giorgio ha letto uno scritto di un fratello: "Come non servirti Signore?, di Ramón Gómez e poi ha chiamato anche Raúl Blázquez.

Subito dopo ha preso la parola Juan Alberto che ha espresso la sua gratitudine in modo speciale a Carmen De Huertos, "perché ci sono mansioni che non sono molto visibili, ma si noterebbe se non ci fossero".  Il sentimento di gratitudine di Juan Alberto lo estendiamo a tanti e tanti fratelli che in modo anonimo, in tutto il mondo, svolgono dei lavori fondamentali, ma che non risultano visibili e quindi non conosciamo i loro nomi, ma senza il loro lavoro l'opera non sarebbe quella che è. 

Sappiamo che Valeria, figlia di Juan Alberto si occupa del sito web Argentina ‘No Nuclear’ e ‘Movimiento Ciudadano Autoconvocados por la vida’. È nata una collaborazione con la Chiesa Metodista per sensibilizzare il comune di Las Parejas ed aiutare i giovani che si drogano, ed allo stesso tempo denunciare e lottare contro il narcotraffico.  
Fermín lavora nell’elaborazione del sito web Alternativa Hoy e fa parte dello staff di Studio 3. 

"Nella Terra la spiritualità si esprime denunciando, si manifesta attraverso delle proposte della cittadinanza, dobbiamo combattere giorno per giorno per i nostri ideali" - ha rimarcato Juan Alberto Rambaldo che insieme ad Alejandra, sua moglie, ha accolto il gesto di gratitudine di Tati e Diego dell’arca di Las Rosas, perché, come loro stessi hanno detto, "ci tengono sempre per mano".

Anche Nico e Kati, dell’arca di Piedrabuena hanno lasciato alcune riflessioni in questo giorno così importante per tutti:  "Giorgio viene qui ogni anno a chiederci di stare uniti. Dobbiamo mettere in pratica quello che diciamo a parole, siamo consapevoli della nostra pochezza... non abbiamo diritto di stancarci”. Nico ha detto inoltre che hanno un programma radiofonico dove lui ama provocare, in cui a mettere equilibrio sono le due donne del gruppo che arricchiscono l’aspetto spirituale.

Seguono gli interventi di Jorge Pracilio di La Pampa, Joele di Neuquén, ed Inés Lépori. Tutti preziosi, emozionanti, e confortanti, poiché è il momento dell'anno in cui possiamo guardarci negli occhi e ritrovarci insieme tra persone che sperano in un cambiamento per questa umanità e che, al di là dei personali infiniti errori, credono nella venuta di Cristo, e credono ed amano il suo messaggero diretto Giorgio Bongiovanni. Giorgio ha letto a tutti noi uno scritto di Matías Gufantti, dal titolo "Dio mi ha fatto un regalo" che rivela l'emotività e dedizione di questo giovane di Rosario scelto - insieme ad Emilia – come rappresentante dell’Arca di Rosario, "sempre consigliati da Inés - ha aggiunto Giorgio - è importante che noi diminuiamo ed i giovani crescano”.  
Matías: "Per me Inés è lo spirito dell’Arca di Rosario. Ringrazio Juan Alberto che è stato sempre un maestro, un mago per me", ed Emilia visibilmente emozionata ha aggiunto: "Sia sempre fatta la volontà dal Padre."  

Juan Alberto: "I fratelli crescono in quantità e profondità e fanno crescere anche me… cerco solo di fare quelle cose che Lui attraverso Giorgio ci chiede, cerco solo di far conoscere una verità che dovrebbe commuovere il mondo, la grandezza della presenza di Cristo tra noi, il significato che ha la Sua manifestazione tra noi, è una gioia poterlo gridare. Così come è una gioia, seppur potrebbe terrorizzare, che il Padre metta ordine, che ci introduca, che lo vogliamo o no, nell'armonia universale..., allora provo allegria perché la Giustizia del Padre porterà armonia nel cosmo..., anche se dovremo prima ritrovarci nell’oscurità più profonda,... Egli non ci abbandona mai, nemmeno nell'oscurità, perché, anche questa, è un'opportunità per ricominciare”. 

Per la prima volta abbiamo visto Sonia Tabita nel video di presentazione dello spettacolo “L’arte uccide la mafia”. Questa bambina, che abbiamo visto crescere nel tempo, accompagnando Giorgio nei suoi viaggi in Sud-America, è la manifestazione viva della dolcezza di sua madre e della passione di suo padre. Con dispiacere, mi sono dovuta assentare alcuni minuti, perché Fátima non si sentiva bene, e non sono riuscita a vederlo, ma ho raccolto l'impressione di Diego, mio figlio che, pur non essendo un assiduo frequentatore dell’arca, si è sentito commosso e stimolato a fare qualcosa - forse perché anche lui trova nel teatro la sua espressione e il suo modo di comunicare - gli è piaciuta l'idea di mettere in scena opere che abbiano come tema la denuncia.  
Ha accompagnato Giorgio in questo viaggio Oscar Morosini, un giovane italiano che collabora con Funima e con l’opera del Padre Scordato a Palermo, che cerca di preservare i bambini di Palermo dalle mani delle mafie. 

A questo punto dell'incontro Giorgio, sorridente, ha chiamato accanto a se Sonia Alea, la quale ci ha ricordato, sempre con la sua naturale spontaneità e bellezza, che: "… L'opera di Giorgio è sempre più grande e più intensa. Noi uniti formiamo il suo corpo, la sua anima, il suo cuore, che ci porterà a vedere un mondo migliore, ed a lasciare ai nostri figli un mondo migliore. Penso proprio che tutti noi abbiamo già quel mondo migliore - se riusciamo a vederlo - con l'unione che Giorgio ci chiede. Vi voglio bene" .

È stato ancora Giorgio a prendere la parola. Tutti noi attendevamo le sue parole, i consigli di un padre molto amato, o di un buon amico, quelli insegnamenti che non vengono dalle semplici parole, ma dal carisma della vibrazione con cui vengono pronunciate da lui: "... l'universo, la grandezza dell'universo, la fratellanza cosmica che ci aiuta a comprendere la metafisica spirituale ed il cuore di Cristo. L'esempio di questo giovane eterno che io amo e che ho scoperto 2000 anni fa - forse lo conoscevo anche prima - ma 2000 anni fa l’ho visto incarnato, è l'esempio dell'Amore, della Giustizia,... e ha promesso di ritornare. Allora noi ci dobbiamo credere, e non smettere mai di lavorare, soprattutto adesso che incombe l'Ira di Dio.

Abbiamo la certezza che molte persone cambieranno, ma l'umanità ha un destino fatale, deve essere distrutta; quindi, quando diffondiamo il messaggio, dobbiamo essere umili e tolleranti e dire che gli eventi accadranno, perché l'uomo ha scelto il male, ma che non dipende da noi, ed annunciare che è importante fare le opere. Far parte della nostra opera non significa avere più possibilità di salvezza, ma soltanto accompagnare la missione di Cristo. La salvezza dipende dalle opere. Non è importante neanche credere in Cristo, bensì lottare, coinvolgere la gente nella lotta sociale ed ovviamente spiegare la nostra fede. È importante che quando ci presentiamo non imponiamo il fatto che Dio scatenerà la Sua Ira. Lo diciamo con tristezza, non ne gioiamo di questo.  Dio lo farà per evitare che i Giusti, o gli innocenti, possano perdersi con l'umanità. Cristo ha detto nel Vangelo che il Padre accorcerà i giorni per evitare che gli eletti si perdano”.
 
Il primo comandamento non è credere in Dio o in Cristo, neanche denunciare l'anticristo; il primo è l'unione tra tutti, la nostra amicizia, l'opera, condividere, discutere, ma alla fine proseguire insieme. La nostra opera fallisce se ci dividiamo, e trionferà se continuiamo insieme costi quel che costi. Per questo dobbiamo essere astuti. Ci offriranno molte cose nel futuro, incluso cose che riterremmo positive.... Migliaia di uomini "suoneranno il campanello" delle arche. Non potremmo più fare la nostra riunione annuale, perché migliaia e migliaia di persone vorranno sapere perché il mondo è in rovina, perché in cielo appaiono luci, figure e tanti eventi inspiegabili.... Loro sanno già, non solo i governi, anche i cittadini, e quando inizieranno a manifestarsi i nostri segni, correranno a chiederci cosa succede. Fino all'ultimo minuto abbiamo l'obbligo di annunciare la Venuta di Cristo e non possiamo nasconderci. Usciremo dalle nostre case per aiutare chi sta subendo la punizione di Dio, per aiutarli a risvegliarsi, fino alla discesa di Cristo, è lì che si conclude la nostra missione. Il Cielo mi ha detto: "Fino ad ora abbiamo detto tutto quello che dovevamo dire. Adesso aiuta i tuoi fratelli, ma non con debolezza." 

Seguite l'opera in Sicilia, perché da essa scaturirà qualcosa  di importante per la nostra opera. Seguitela, ci saranno delle cose che traumatizzeranno le vostre anime con grande sofferenza. Che Dio vi benedica”.

Sui veggenti, Giorgio ha detto: "Nel mondo ce ne sono - non molti - ma ci sono altri messaggeri. In base alle ultime direttive di Cristo, noi riconosciamo i veggenti, contattati e contattisti, ma solo quelli che fanno le opere; questo è il discernimento fondamentale per riconoscere se una persona è un vero contattato. Non tutti devono fare la lotta contro la mafia, ma devono fare opere. 

Un'altra cosa che mi hanno detto è che loro si presenteranno davanti a centinaia di persone, non saranno più necessari i contattati, ma il messaggio bisogna spiegarlo, ci sono elementi base da seguire per non sbagliarci. Grazie con tutto il cuore, perché ciò che voi mi trasmettete è un po' all’antitesi di quello che io ricevo nella mia lotta contro la mafia. Aumenta la mia fede, la mia forza, la mia sicurezza. Ed oggi, giorno della Santa Pasqua, non mi sento degno, perché Cristo rimase solo, i suoi fratelli lo abbandonarono, ma io sono qui..., il regalo più grande del Padre è che non sono solo, per me è molto importante perché devo trovarmi faccia a faccia con l'anticristo”. 

  La sera, al termine della riunione, abbiamo cenato insieme, anche se Giorgio era troppo stanco per partecipare. Abbiamo saputo da Erika il sacrificio di Giorgio per fare questo viaggio, sofferente per un forte dolore ai denti, che si aggiunge al dolore permanente delle stigmate.  
Il giorno dopo abbiamo celebrato la Pasqua, tutti insieme a Las Parejas, in un bellissimo posto che sembrava proteggerci dalla pazzia di questa società predatrice e suicida in cui ci troviamo tutti immersi. In uno spazio adiacente alla casa, con grandi finestroni e circondato di verde, che ricordava il "quincho" molto più umile nel quale ci riunivamo nel 2004, all’arrivo di Giorgio in Uruguay.

Più tardi Giorgio ha suonato la sua musica: bella, intensa, magica come molti definiscono la sua stessa opera. Abbiamo gioito anche della musica di Sonia Tabita, che ha suonato una melodia russa, bella, un regalo a suo padre che si dilettava ad ogni nota. 

Il luogo ideale per la comunione che  Giorgio avrebbe impartito a tutti. Un momento di grande emotività, ricordo i volti anche degli uomini che si lasciavano andare a lacrime di emozione, commossi, in quel momento sentivamo Cristo tra noi, con noi. Si sentiva una bellissima energia, un’alta vibrazione, ma era arrivato il momento dei saluti, dovevamo scendere con i piedi per terra, e prepararci a rientrare nelle nostre case, e continuare la battaglia, una battaglia senza armi, dura, difficile, ma necessaria se crediamo veramente nel Ritorno di Cristo. 

Già sull'autobus di ritorno, pensavamo alle attività del lunedì successivo:  preparare il cibo, come ogni lunedì. Mamma Raquel - nonostante la stanchezza del viaggio - disse che per niente al mondo avrebbe smesso di farlo.

rosarioabril4A quel punto Fátima, che insieme a Camila, sono diventate le "protettrici" di "mamma Raquel" - si è offerta di collaborare i lunedì in questa attività di distribuire i pasti a chi ne ha bisogno. Siamo riusciti ad aggiungere un altro giorno,  il giovedì. Ma ad occuparsene siamo altri, per non pesare ancora di più su María del Carmen, Raquel o Matilde. Contiamo sulla collaborazione di una delle mie figlie maggiori, Karina, lei non viene a cucinare nella nostra associazione Un Punto en el Infinito per i suoi impegni e perché deve accudire suo figlio piccolo, ma cucina con molto amore a casa. Lei cucina il condimento per la pasta che poi noi prepariamo nella nostra sede. Anche Fátima adesso ci accompagna tutti i giovedì, accoglie le persone che arrivano da noi, dà loro i numeri, li ascolta e da loro i piatti pronti. È meraviglioso vederla in azione, mentre interagisce con le persone che arrivano. Per me, nonostante io conosca la bellezza della sua anima, è un grande frutto del  nostro viaggio a Rosario. Ci saranno senza dubbio molti altri, e sono grata per la bella opportunità che la vita ci offre. Grazie Giorgio, per venirci a trovare, per essere la nostra guida, per ritornare a queste terre, per essere il nostro amico.  

Ci sarebbero molti altri aneddoti da raccontare, ma ho cercare di fare solo un riassunto affinché rimanga nel nostro cuore il ricordo di questi momenti tanto preziosi per tutti. 



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Con amore,   
Adriana Navarro.  
Correzione Domenico Silva.  
Montevideo, 7 settembre 2014