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saroarmerina5aDi Saro Pavone
La Domenica passata del 20 Dicembre, fredda e uggiosa, ci ha visti tornare a Piazza Armerina.
Eravamo parecchi e da tre province siciliane, Messina, Catania e Siracusa.
Gioacchino, Lina, Filippo R., Enzo F., Minòu, Antonella, io, Angelo, Stella, Giorgino, Enzo R., Carmela, Daniele. Riccardo si trovava già in città e ci ha guidato. Insomma, una piccola truppa!
Motivo di questo viaggio era fare un sopralluogo alla sala hotel dove si sarebbe svolto il Convegno del 3 Gennaio prossimo e contestualmente dare la possibilità di visitare la casa della famosa statuina della Madonna dai fratelli saroarmerina1aCosenza a chi di noi lo desiderasse e ancora non aveva avuto possibilità di farlo.
Visionato l'hotel e la sala, e dopo aver mangiato un boccone in un bar del centro, ci siamo diretti tutti quanti in via Montalto, borgo storico dove ha sede la umile dimora di Giuseppe e Crocifissa.
saroarmerina2aCi siamo sistemati nella piccola stanzetta dove vi è la statuina ed il letto dove passa i suoi giorni la stessa Crocifissa.
Abbiamo avuto modo di vedere e rivedere i tanti segni prodigiosi rimasti dopo tante manifestazioni ed anche la possibilità di parlare con i due nostri ospiti di alcune tappe di questo sensazionale caso, esperienze vissute, guarigioni e manifestazioni continue. Crocifissa ci racconta anche di quando lei, che faceva oltre alle pillole ben 5 fiale di insulina al giorno per la pesante problematica diabetica, in seguito ad una particolare evento razionalmente inspiegabile, guarisce praticamente da questa grave malattia. Giuseppe, che tra l'altro avverte assieme alla sorella la necessità di far conoscere il caso a quanta più gente possibile, ci racconta anche di quando, anni fa, vide un globo di luce intensissima entrare dentro la stanza e riuscì anche ad immortalarlo in una foto. Egli è abbastanza tonico, ci esprime, come sopra saroarmerina3aaccennato, la sua disillusione per quanto riguarda le autorità ecclesiastiche del luogo che "non ne vogliono sapere" di quanto avviene a casa sua e parimenti il desiderio pressante che la storia venga fatta conoscere al grande pubblico. Nonostante la "metodica" suggeritadalla stessa Madonna sia imperneata, per lo meno nell'apparenza, ad un rispetto aderente la pratica religiosa. Ricordiamo che lui ogni 13 del mese ha un'apparizione cui conseguono, almeno sinora, messaggi molto semplici di esortazione.
Una logica ed una "strategia" già osservata che mira al recupero di quanto di buono possa esservi ancora nella istituzione religiosa, ivi comprese le "numerose energie spirituali" che in seno ad essa vogliono e pretendono di viverlo il Vangelo.
Crocifissa al solito sembra essere molto contenta e confortata dalla nostra compagnia. La sua dinamicità emotiva si esprime in battute, racconti, osservazioni con la "sospetta" saroarmerina4acapacità di voler e saper quasi leggere dentro ognuno di noi. Senza mai tralasciare l'attenzione verso la statuina posizionata su un mobiletto vicino al suo letto. Ed è cosi che vedendoci avvicinare verso la Madonnina, toccandola e prendendola anche nelle mani, mi chiede di porgiergliela. Sotto i miei attenti occhi la prende in mano e le accarezza il viso toccandole con il polpastrello gli occhi... Me la ridà ed io la rimetto a posto, tutto come prima.
Senonchè dopo alcuni secondi mi dice: "Guarda, guarda...vedi? Non vedi che sta lacrimando?"
Avvicino lo sguardo e noto che dalla base dell'occhio destro in effetti pare sia sgorgata una piccolissima lacrima.
Tutti vediamo e rapidamente sembra colare verso la corrispondente guancia tracciando un piccolo ma chiaro e visibile rivolo che tende ad esaurirsi. Poi ho l'impulso di prendere in mano la statuina e prendendola mi accorgo, e ci accorgiamo, che il fenomeno pare avere una precisa ed altrettanto chiara replica.                                                                                                    
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Credo di poter interpretare bene la meraviglia, lo stupore, la commozione ed anche la gioia dei tanti che eravamo, soprattutto di coloro che per la prima volta erano venuti. Un segno ancora per noi tutti. Che se volessimo interpretarlo secondo quanto sappiamo in materia non può che essere che di conforto e di buon auspicio per la salute e la crescita spirituale nostra. Un segno della benevolenza e della commozione dell'anima Mater verso le nostre anime, piccole, fragili, ma nello stesso tempo unite che cercano e vogliono essere veicoli e testimoni dell'Amore Cristico e della sua Comune Unione. E se vogliamo, senza tante riserve, anche un segno di avallo e "consolazione" alla nostra "opera" sempre tracciata nel solco del cristico impegno.
saroarmerina7Ma non finì lì. Poco dopo qualcuno chiede a Crocifissa di poter mettere un fazzolettino di carta dentro la tasca della sua vestaglia, ed è una cosa che faremo quasi tutti. E puntualmente dopo alcuni secondi i fazzolettini di ognuno di noi escono con impresse delle macchie rosse, sangue, in cada uno di essi. Una in particolare, di queste macchie, ci ha colpito: "disegnata" sul fazzolettino posto da Angelo appare quello che secondo l'interpretazione di tutti sembra essere un calice...
Un segno ed un simbolo, a mio parere caro Angelo, significativo ed impegnativo... E bello!
Dopo l'esortazione di Giuseppe ai rituali, e di ringraziamento, Padre Nostro e Ave Maria, abbracciamo Crocifissa e prima di uscire facciamo sosta nella cappelletta al piano terra. Ci si sofferma a parlare un poco e scambiare qualche parola con Giuseppe, leggiamo anche l'ultimo messaggio della sua apparizione del 13 ed io non resisto a dare uno sguardo alle pagine in cui è aperto il solito messale sull'altarino. Vedo di cosa si tratta, da Luca, e desidero leggere a tutti: Gesù racconta ai suoi di un signore che parte per un lungo viaggio ed affida ai suoi servi e sudditi delle monete d'oro, a chi una, a chi tre, a chi cinque....
saroarmerina8Si, la cosiddetta parabola dei Talenti, un ulteriore sprone e altrettanta motivazione a dare quanto sappiamo di dover dare.
Chiudo la sintesi di questa giornata esternando anche che è stato veramente bello vedersi tutti insieme, convenuti da più parti, conoscersi, riconoscersi, rinsaldare e coltivare il legame che deve inevitabilmente creare unione delle anime.
La cristica comune unione è basilare per i Figli di Dio, specie in questo Tempo.
Amarsi, rispettarsi, riprendersi, consolarsi, aiutarsi, operare.
"State uniti! Uniti sopravvivrete!" ci ripeteva sempre qualcuno...
Penso avesse ragione il nostro caro Eugenio, così come Giorgio che si è sempre prodigato per ciò.
Da soli... si, si può camminare ma non si arriva molto più in là.
Il Cielo lo indica chiaramente.
Saro Pavone
Kaggi, 23 dicembre 2015

P.S.  Il giorno del Convegno, il 3 Gennaio 2016, parleremo durante i lavori del caso della  Madonnina di Piazza Armerina. Giuseppe Cosenza sarà presente con noi.
 
Video della Madonna che piange: https://youtu.be/2K3euFZO_B0