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DAL CIELO ALLA TERRA

COMUNICAZIONE URGENTE.
DOPO LA DIFFUSIONE DELLE ULTIME NOTIZIE, QUI ALLEGATE, È INEVITABILE  LA DIFFUSIONE DI QUESTA EPISTOLA.                                

MESSAGGIO PER SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
CITTÀ DEL VATICANO

IL PAPA SI DIMETTA

SAREBBE UN ATTO SAGGIO E POTREBBE DARE SPERANZA AD UN RINNOVAMENTO DELLA CHIESA CATTOLICA APOSTOLICA ROMANA.
LE DIMISSIONI DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI, CON UMILTÀ E RECITANDO IL MEA CULPA SAREBBERO AUSPICABILI E OPPORTUNE.
IL PAPA TEOLOGO DOPO LE SUE ARROGANTI DICHIARAZIONI CONTRO LA STAMPA PURTROPPO INIZIA A MANIFESTARE LA VECCHIA E MAI TRAMONTATA METODOLOGIA DITTATORIALE DELLA SANTA INQUISIZIONE.
JOSEPH RATZINGER DOVREBBE SCACCIARE I MERCANTI DAL TEMPIO, I LADRONI, I MAFIOSI E CHIARIRE ALMENO LE ULTIME FOSCHE E NEFASTE VICENDE DEL SUO GOVERNO, INVECE RISPONDE CON ARROGANZA E SUPPONENZA.
SI DIMETTA, SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI, E DIA UN SEGNO CRISTICO ALLA  COMUNITÀ CATTOLICA DEL PIANETA. NOMINI UN SUCCESSORE TEMPORANEO PRIMA DEL CONCLAVE, UN MISSIONARIO TEOLOGO CHE VIVE IL CRISTO TUTTI I GIORNI CON I POVERI, I MISERABILI, GLI ULTIMI DEL MONDO, OPPURE UN MISSIONARIO SACERDOTE TEOLOGO CHE LOTTA TUTTI I GIORNI CONTRO LA MAFIA, NE AVETE PARECCHI IN ITALIA E ALL'ESTERO NELLA COMUNITÀ CRISTIANA CATTOLICA, SPESSO IGNORATI DALLE GERARCHIE VATICANE.
SAREBBERO I PIÙ INDICATI QUESTI VERI SACERDOTI DI CRISTO, PER FARE PULIZIA ALL'INTERNO DELLE SUE STANZE, SANTITÀ BENEDETTO XVI, E SOPRATTUTTO ALL'INTERNO DELLE STANZE DOVE LO STERCO DI SATANA CERCA IN TUTTI I MODI CON IL SUO ODORE PUZZOLENTE DI INFANGARE IL CORPO MISTICO DI CRISTO. LE STANZE DELLO IOR, LA BANCA DEL VATICANO.
NELL'ATTESA DELLA SECONDA E GLORIOSA VENUTA DI CRISTO NOSTRO SIGNORE, PREGHEREMO PER LEI, SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI.
IN CRISTO, NOSTRO SIGNORE.
PACE!

DAL CIELO ALLA TERRA

Palermo (Italia)
22 giugno 2012
Giorgio Bongiovanni
Stigmatizzato  

DAL CIELO ALLA TERRA

DA SCRUPOLOSI SONDAGGI: I NOMI DEI CONTI CIFRATI DELLO IOR    

DOPO LA LETTURA DEL SEGUENTE COMUNICATO, SE AVETE IL CORAGGIO, CHIEDETEVI QUALI SONO E DOVE SONO LE DIMORE DELL'ANTICRISTO!

5 MILIARDI DI EURO NEI DEPOSITI DELLA BANCA DEL VATICANO: LO IOR.
MIGLIAIA DI CONTI CORRENTI LEGITTIMI DI PRETI, SUORE, VESCOVI E CARDINALI.
IL PAPA NON HA CONTO CORRENTE PERSONALE, MA È IL CAPO ASSOLUTO DELLA BANCA CHE HA UN SUO CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE.
I CONTI CIFRATI (SENZA NOME) SONO CENTINAIA E APPARTENGONO A CITTADINI ITALIANI E STRANIERI ANONIMI CHE IL VATICANO SI RIFIUTA DI RIVELARE ALLE AUTORITÀ COMPETENTI ITALIANE. IN REALTÀ SI TRATTA DI EVASORI FISCALI, CRIMINALI MAFIOSI (PROVENZANO, RIINA ED ALTRI APPARTENENTI ALLE 4 ORGANIZZAZIONI CRIMINALI ITALIANE), TERRORISTI INTERNAZIONALI, MASSONI, POLITICI CORROTTI,  BANCHIERI, INDUSTRIALI, FUNZIONARI DI STATO DI ALTISSIMO LIVELLO. ALTI VERTICI MILITARI, SERVIZI DI INTELLIGENCE ANCHE DI POTENZE STRANIERE.
QUINDI IL COINVOLGIMENTO DI PERSONAGGI LEGATI AL VATICANO  E CHE POSSIEDONO CONTI CORRENTI MILIARDARI IN EURO NELLO IOR SAREBBE DEVASTANTE PER IL SISTEMA MONDIALE POLITICO E   FINANZIARIO DI ALCUNE SUPER POTENZE CHE FANNO PARTE DEL PONTE DI COMANDO DI COLORO CHE  CONTROLLANO IL PIANETA TERRA. PER QUESTO MOTIVO E SOLO PER QUESTO IL PROF. GOTTI TEDESCHI TEME DI ESSERE UCCISO QUALORA RIVELASSE IL SEGRETO DEI SEGRETI.
LO IOR HA RICICLATO MILIARDI DI EURO APPARTENENTI A COSA NOSTRA IN QUESTI ANNI E UNA SENTENZA DI UNA CORTE GIUDIZIARIA ITALIANA LO HA CONFERMATO. (Tratto dalle pagg. 3-4 della sentenza della prima Corte di Assise d’appello di Roma emessa il 7 maggio 2010 – Presidente Guido Catenacci / Consigliere estensore Piero De Crescenzo. Cosa nostra, nelle sue varie articolazioni, impiegava il Banco Ambrosiano e lo IOR come tramite per massicce operazioni di riciclaggio. Il fatto nuovo, rispetto alle acquisizioni di primo grado, consiste nella assunzione del dato per cui tali operazioni avvenivano quanto meno anche  ad opera di Vito CIANCIMINO, oltre che di Giuseppe CALÒ).
DA NOSTRI SONDAGGI ABBIAMO AVUTO NOTIZIA CERTA CHE VI È ALL'INTERNO DEL VATICANO UNA SANGUINOSA BATTAGLIA PER LA CONQUISTA DEL POTERE TRA VARIE CORRENTI ANTICRISTICHE E LA STESSA SI CONCLUDERÀ CON LA MORTE DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI. QUESTO TRAGICO EVENTO PORTERÀ AL POTERE UNA CORRENTE POTENTISSIMA CHE TENTERÀ CON OGNI MEZZO DI CONQUISTARE LA CHIESA CATTOLICA E SOTTOMETTERLA DEFINITIVAMENTE ALLE FORZE DEL MALE, MA IL CRISTO FONDATORE DELLA CHIESA STESSA CON I SUOI UMILI MESSAGGERI TERRENI E I SUOI ANGELI CELESTI LO IMPEDIRÀ CON I SEGNI POTENTISSIMI IN CIELO ED IN TERRA, CON IL SACRIFICIO DEI SUOI UMANI MESSAGGERI E DEFINITIVAMENTE CON LA SUA DISCESA DAL CIELO CON LA POTENZA DELLE LEGIONI DI ANGELI E LA GLORIA DI DIO PADRE. (Matteo cap. 24)
ABBIATE FEDE! E PREPARATEVI!
IL GIUDIZIO DI CRISTO È PROSSIMO ED IL REGNO DI DIO SARÀ INSTAURATO ANCHE SULLA TERRA
IL TEMPO È VENUTO!
PACE!

DAL CIELO ALLA TERRA

Palermo (Italia)
22 Giugno 2012. Ore 13:35
Giorgio Bongiovanni
Stigmatizzato


DAI DEPOSITI CIFRATI DELLO IOR VENNE TRASFERITO UN MILIARDO
PER TIMORE DELL'ANTIRICICLAGGIO

Oggi Gotti dai magistrati di Roma e Napoli

ROMA — Conti aperti presso le banche italiane e straniere utilizzati per il «passaggio» di denaro proveniente dalla Santa Sede. Depositi dello Ior «svuotati» lo scorso anno quando fu varata la procedura di trasparenza e poi riutilizzati quando le norme sono state modificate. Flussi di capitali che su alcuni depositi «esterni» hanno superato addirittura il miliardo annuo. Si concentra anche su questo il nuovo interrogatorio fissato per oggi di Ettore Gotti Tedeschi, che sarà assistito dal legale Fabio Palazzo.
I pubblici ministeri di Roma e Napoli lo ascolteranno insieme, soprattutto esamineranno il contenuto dei 47 faldoni sequestrati nel corso della perquisizione disposta dagli inquirenti partenopei due settimane fa. E decideranno quali documenti allegare ai fascicoli processuali tra le migliaia di carte che il banchiere aveva archiviato negli ultimi anni. Atti che riguardano la sua permanenza al vertice dello Ior.
Ma anche fogli relativi al periodo durante il quale è stato alla guida del Banco Santander e ha avuto rapporti con i responsabili di alcune aziende del Gruppo Finmeccanica, in particolar modo per quanto attiene a contratti e finanziamenti.

L'incontro con il Papa
Continua dunque la collaborazione di Gotti Tedeschi con i titolari delle inchieste, dopo il licenziamento deciso dal board dell'Istituto Opere Religiose e ratificato dalla commissione cardinalizia. Più volte Gotti Tedeschi ha fatto sapere che attende di essere ricevuto dal Pontefice, ma appare davvero difficile che l'incontro possa avvenire, quantomeno in tempi brevi. Soprattutto dopo la scoperta del memoriale preparato da Gotti Tedeschi e destinato tra gli altri proprio al Papa, per indicare «i miei nemici» ed esternare i «timori per la mia vita».
L'attenzione dei magistrati, che procedono per riciclaggio, è puntata su quei conti cifrati per nascondere l'identità degli intestatari. Politici, faccendieri, imprenditori che sono riusciti ad occultare i proprio capitali e che lo scorso anno effettuarono prelevamenti in contanti anche per importi elevatissimi nel timore che le norme varate per l'accesso alla «white list» consentissero la loro individuazione e la ricostruzione dei movimenti.
Del resto nell'ultimo interrogatorio è stato lo stesso Gotti Tedeschi a ribadire quanto aveva già dichiarato nel 2010 dopo essere finito sotto inchiesta per la gestione di 23 milioni di euro: «Fino a un anno fa c'erano numeri di codice per i bonifici a nome Ior e io ho detto mai più, questo è intollerabile. I rapporti con le istituzioni erano attraverso codici, non dichiaravano chi era l'Ente».

Le carte segrete
Nel memoriale Gotti Tedeschi specifica che la guerra con il direttore generale Paolo Cipriani e con numerosi alti prelati, compreso il segretario di Stato Tarcisio Bertone, è cominciata proprio quando «chiesi notizie dei conti intestati ai laici». Ma con i magistrati sarebbe stato più esplicito specificando numerose circostanze che hanno segnato i due anni e mezzo di permanenza al vertice dello Ior. Oltre agli «ostacoli» che sarebbero stati posti dai componenti del board alle società di controllo e consulenza, il banchiere ha ricostruito il rapporto con la Jp Morgan che alla fine dello scorso marzo ha deciso di interromperlo definitivamente.
Gli stessi responsabili di Jp Morgan hanno dichiarato di non aver potuto avallare alcune operazioni e hanno fatto particolare riferimento alle movimentazioni avvenute su un conto aperto presso la filiale di Milano nel 2009 sul quale sono transitate somme ingenti (si parla addirittura di entrate e uscite per circa un miliardo annuo) senza ottenere informazioni reali su intestatari e gestori del deposito. E questo nonostante ci fossero state richieste di chiarimento da parte dell'Uif, l'Ufficio di indagine finanziaria della Banca d'Italia e gli organismi di controllo interni. Un atteggiamento che alla fine ha portato alla decisione di chiudere del conto. Scelta che lo stesso Gotti Tedeschi ha condiviso.

Gli affari Finmeccanica
I pubblici ministeri napoletani si occupano del filone che riguarda i finanziamenti erogati dal Banco Santander alle aziende della holding specializzata in sistemi di difesa. Due giorni fa hanno avuto un lungo incontro con il procuratore generale di Lugano per alcuni conti svizzeri che — è l'ipotesi dell'accusa — sarebbero intestati a mediatori internazionali ingaggiati come consulenti da Giuseppe Orsi, attuale amministratore delegato di Finmeccanica, quando guidava Agusta Westland.
Numerose intercettazioni allegate agli atti dell'inchiesta dimostrano lo stretto rapporto che c'era tra Gotti Tedeschi e lo stesso Orsi e su questo il banchiere dovrà fornire oggi spiegazioni. La pista esplorata nel corso delle verifiche riguarda le commissioni bancarie versate dalle società a Santander che potrebbero in realtà nascondere il versamento di tangenti per il conseguimento di appalti e commesse.
Fiorenza Sarzanini
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IL CORRIERE DELLA SERA – 20 giugno 2012


BENEDETTO XVI PARLA DI “MENZOGNA SOTTO VESTE DI INFORMAZIONE”, E PENSA A CAMBIAMENTI TRA I SUOI COLLABORATORI PIÙ STRETTI. IN TEMPI BREVI
Di Marco Ansaldo

Vatileaks, l’ira del Papa contro la stampa e la Curia

CITTÀ DEL VATICANO — Un Papa arrabbiato: con la stampa, ma anche con alcuni dei suoi collaboratori, e soprattutto con la situazione creatasi in Vaticano per la vicenda delle lettere interne diffuse sui media. «È nero dall’ira», lo descrivono all’interno con qualche timore. E così, venuta la sera, il Pontefice si scatena quando a Roma parla nella Basilica di San Giovanni in Laterano: «No a un tipo di cultura dove non conta la verità, dove conta solo la sensazione, lo spirito di calunnia e di distruzione», e «dove la menzogna si presenta nella veste della verità e dell’informazione».
Sceglie bene le parole Joseph Ratzinger. E le scandisce forte, quando lancia all’esterno il suo attacco per le rivelazioni sui giornali. Parla, è chiaro, pur senza nominarlo, del caso Vatileaks. «Lascio a ognuno di voi riflettere sulla pompa del Diavolo e su questa cultura a cui diciamo no, per emanciparci e liberarci». Si sofferma sull’espressione inusuale, sull’origine del termine «pompa del diavolo». E spiega che l’immagine è rivolta al passato, a «grandi spettacoli cruenti» in cui il diavolo si presentava «con apparente bellezza» ma «con tutta sua crudeltà».
E’ più duro Benedetto XVI rispetto al mattino quando, con un discorso alla Pontificia accademia ecclesiastica aveva parlato con gratitudine della «lealtà che si vive nella Chiesa e nella Santa Sede», lealtà che non è mai «cieca». Riferimenti, questi riguardanti i collaboratori e la loro fedeltà, al suo braccio destro, il cardinale Tarcisio Bertone, accusato di guidare con un’eccessiva disinvoltura la Segreteria di Stato, e al suo segretario particolare, monsignor Georg Gaenswein. All’esterno Ratzinger li difende a spada tratta. Ma poi c’è il fronte interno.
E qui il Papa appare determinato, in pochi giorni, a cambiare qualche assetto. È così concentrato, Benedetto, che sembra voler fare questa volta tutto da sé, senza parlarne nemmeno con padre Georg. L’altro giorno, poi, il Pontefice ha avuto parole piuttosto ferme con altri collaboratori, che sul fronte della stampa hanno permesso dichiarazioni e interviste sui problemi interni allo Ior, rivelatesi al dunque dei boomerang.
Ma è molto preoccupato, Ratzinger, sull’attività della Segreteria di Stato. Il braccio operativo della Santa Sede appare troppo preso dal caso Vatileaks. «Ad esempio — si spiega — c’è stata una strage orribile in Nigeria, con i cristiani letteralmente massacrati. E non si fa niente, al di là delle dichiarazioni ufficiali di dolore».
Sul fronte delle indagini, ieri il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ha detto che Paolo Gabriele, il maggiordomo del Papa per ora unico arrestato, non è un «capro espiatorio». E ha commentato come «non piacevole» il parere psichiatrico stilato da un medico su Ettore Gotti Tedeschi, presidente sfiduciato dal board della banca vaticana, come rivelato da Il Fatto.
Repubblica – 12 giugno 2012


E AI PM DI MILANO LE CARTE DI GOTTI SULL' OSPEDALE
Di Dario del Porto

NAPOLI — «Per me non è ancora venuto il momento di parlare, perché penso al dolore che darei al Santo Padre verso il quale sta crescendo la mia devozione proprio perché so che sta soffrendo», fa sapere l’ex presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi. Intanto la Procura di Milano acquisisce il dossier del banchiere sul caso San Raffaele. E dunque un altro capitolo si apre dopo le perquisizioni disposte il 5 giugno dalla Procura di Napoli. Per circa tre ore, ieri pomeriggio, Gotti Tedeschi è stato sentito come teste nel capoluogo campano dai pm Henry John Woodcock e Vincenzo Piscitelli. Al centro dell’audizione, i rapporti con il presidente di Finmeccanica Giuseppe Orsi, indagato per corruzione internazionale; le relazioni tra il colosso di Stato e il Banco Santander, di cui Gotti Tedeschi è rappresentante in Italia. E forse anche l’interessamento dell’imprenditore veneto Stefano Bonet, emerso nelle intercettazioni di un’altra inchiesta, quella sulla Lega, per operazioni con il Vaticano e su ospedali napoletani.
In mattinata, a Milano, i magistrati di tre Procure avevano esaminato i 47 faldoni sequestrati durante le perquisizioni: insieme al pm Woodcock, il pm di Roma Stefano Rocco Fava, che lavora sulle vicende legate allo Ior, e il pm di Milano Laura Pedio, che si occupa del caso San Raffaele. Quando Gotti Tedeschi era ancora alla guida dell’Ior, il Vaticano avviò, su impulso del segretario di Stato Tarcisio Bertone, un’operazione che avrebbe dovuto portare lo Ior a rilevare l’ospedale di don Verzè. Piano poi rientrato per le riserve espresse da Gotti Tedeschi: il primo strappo, prima dell’uscita di scena del banchiere.
Repubblica.it - 21 giugno 2012


GOTTI AVVERTE: PER ORA NON PARLO
Di Fulvio Bufi e Fiorenza Sarzanini

La linea della riservatezza, ma risponde ai pm su appalti e cliniche

ROMA — Il messaggio forte e chiaro arriva qualche ora prima dell'interrogatorio di fronte ai magistrati di Napoli. Il banchiere Ettore Gotti Tedeschi lo affida all'agenzia Ansa e tanto basta a garantirgli che avrà la massima diffusione. «Per me - dichiara - non è ancora venuto il momento di parlare, perché penso al dolore che darei al Santo Padre verso il quale sta crescendo la mia devozione proprio perché so che sta soffrendo». Lo aveva già detto il 24 maggio scorso, poche ore dopo il suo licenziamento da presidente dello Ior. Lo ribadisce adesso, dopo aver preso la decisione di collaborare con gli inquirenti. E non è tutto, perché Gotti subito dopo aggiunge di essere «combattuto» tra l'ipotesi di prendere posizione in maniera più diretta e l'ipotesi di mantenere per ora il riserbo. Ma sostiene di aver scelto «per ora» questa seconda via in «coerenza con i presupposti con cui ho assunto il mandato allo Ior e con la linea seguita già in precedenza».
Da giorni il banchiere ripete agli amici di essere in attesa di incontrare Benedetto XVI. E le parole pronunciate ieri suonano inevitabilmente come una sorta di «pressione» affinché questo avvenga. Del resto anche una copia del suo memoriale era destinata al Pontefice e il fatto che in quelle carte vengano indicate tra i «nemici» anche persone ritenute vicine al Papa, sembra significare che Gotti - prima di effettuare nuove rivelazioni pubbliche - voglia ottenere una sorta di via libera. O comunque, ormai consapevole che la possibilità di incontrare Benedetto XVI sia piuttosto remota, avvisare gli avversari che lui conosce circostanze non ancora svelate. Quanto basta per rendere ulteriormente avvelenato il clima dentro e fuori la Santa Sede.
La scelta di Gotti di collaborare è stata ribadita ieri quando il pubblico ministero Stefano Rocco Fava, titolare dell'inchiesta romana coordinata dall'aggiunto Nello Rossi che ipotizza il reato di riciclaggio, è volato a Milano per acquisire tutti i documenti posti sotto sequestro dai colleghi partenopei, relativi alla gestione dello Ior. Nel pomeriggio il banchiere, nella veste di testimone, ha invece risposto alle domande dei magistrati napoletani Vincenzo Piscitelli, Henry John Woodcock e Francesco Curcio che indagano sugli appalti di Finmeccanica e sui finanziamenti ottenuti dalle aziende controllate, compresi quelli del Banco Santander di cui Gotti è stato presidente per l'Italia.
Fu da una perquisizione disposta dalla Procura di Napoli ed eseguita dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico il 5 giugno che gli inquirenti vennero in possesso del memoriale e di tutti gli altri documenti raccolti da Gotti Tedeschi. Materiale che ancora ieri mattina i pm hanno esaminato durante la riunione tenutasi a Milano che ha preceduto di qualche ora l'interrogatorio napoletano dell'ex presidente dello Ior. Stavolta, oltre agli investigatori napoletani e romani era presente anche il sostituto milanese Laura Pedio che ha preso in carico la documentazione relativa al San Raffaele, l'ospedale per il cui salvataggio il cardinale Tarcisio Bertone avrebbe voluto l'intervento dello Ior che però Gotti Tedeschi impedì.
Si apre quindi un terzo filone di indagine, mentre su quello già avviato dai pubblici ministeri napoletani - che intendono accertare se con i finanziamenti concessi dal Banco Santander alle aziende del gruppo Finmeccanica siano stati creati fondi neri da utilizzare per il pagamento di tangenti per commesse all'estero - potrebbe innestarsene ancora un altro che si incrocerebbe con l'inchiesta sull'ex tesoriere della Lega Nord Francesco Belsito. Dalle deposizioni di Gotti Tedeschi i pm napoletani potrebbero cercare di ottenere elementi utili all'ipotesi che Stefano Bonet, imprenditore indagato insieme con Belsito, abbia pagato tangenti per ottenere dal Vaticano l'appalto per il monitoraggio oltre centomila strutture sanitarie sparse per il mondo appartenenti alla Santa Sede.
Il Corriere della Sera – 21 giugno 2012