G.B.
È oramai sera. La terra si volta per andare a riposare dalle fatiche del giorno. Gli ultimi bagliori di luce trasformano il paesaggio in un opera d'arte dai molteplici, caldi colori. Ogni giorno un nuovo dipinto posa per noi, regalandoci attimi di magia, prima di aprire il sipario alla notte con la sua incantevole volta celeste costellata di preziosi diamanti. Quale meraviglia più grande! Rapita dal magico incanto della luna e dalla bellezza del firmamento mi lascio trasportare da una dolce malinconia che richiama nostalgia di mondi lontani. Da questa parte della terra tutto tace.
Incontro con la “Libera comunità degli Apostoli della Fede” di Nuvolera (Brescia)
L'Unione delle anime nel rispetto delle Leggi Universali compone il corpo mistico di Cristo. Ecco rivelata in queste poche parole la chiave per capire la fondamentale importanza del valore dell'unione nelle comunità cristiane. Non solo. Dell''unione tra i tanti movimenti laici e spirituali nel mondo che lottano in favore della vita sostenendo cause giuste e sposando i valori evangelici. Ci siamo recati oggi al rientro dal viaggio in Uruguay presso una delle comunità cristiane degli Apostoli della Fede che fanno capo al veggente Rino Celin nato dalla Missione Divina di Basilio Roncaccia, dipartito nell'anno 1959, il cui intento era quello di riformare la chiesa cattolica corrotta dal potere. Rino Celin, assunta la Missione Divina nel 1946, nella sede di Torre di Padova fonda la sua comunità che si diffonde poi nel Veneto a Padova e Vicenza, in Lombardia a Brescia e in altre parte d'Italia.
Sono le opere che parlano degli uomini. Le opere di una intera vita.
La coerenza di parole pronunciate instancabilmente riecheggiano nell'aura di coloro che si sentono chiamati dalla fede in Cristo in questo tempo di prove e segni: “Siate uniti... Amatevi”. Parole vive, vere nell'esempio delle azioni di una vita vissuta al servizio del prossimo, in difesa dei giusti, in sostegno degli ultimi, nella denuncia contro quel sistema criminale che governa il mondo per il risveglio di una nuova Coscienza Universale. Nel sacrificio di ogni passo vissuto al servizio di Cristo e di quei meravigliosi Esseri che dal Cosmo parlano al cuore dell'uomo. La coerenza nel tempo rende vera la sua testimonianza. Una coerenza impregnata di sacrificio, donazione e servizio che ha dimostrato la trascendenza dei segni e l'autenticità del suo messaggio.
Fin dalle più antiche radici della storia della nostra umanità, fin dai tempi di grandi civiltà che giungono a noi come leggende, dai tempi della grande Atlantide, Mu, Lemuria, per arrivare alla fiorente civiltà egizia, greca, romana, fin dalla notte dei tempi, dalle tribù indigene alle più grandi istituzioni che si sono succedute nella nostra società, religiose, politiche, militari, ai movimenti laici, l'uomo spinto da comuni ideali si unisce ad altri uomini per raggiungere obbiettivi che da solo non potrebbe mai raggiungere. Nel bene e nel male. L'evoluzione nasce dall'esperienza, dalla realizzazione e quindi dalla coscienza che solamente attraverso la condivisione può essere conquistata.
Le mani impresse dai segni di Gesù coperte dai bianchi guanti accarezzano gli antichi calici poggiati sulla lunga tavolata. Le note di una dolce e malinconica armonia accompagnano le parole di un servo di Dio innamorato del Suo Signore. La tavola è imbandita. Tanti fratelli si stringono come una corona intorno a lui. Il segno vivente è ancora là, ferito dalle cinque piaghe della passione di Cristo. Superando dolore, stanchezza, sofferenza, delusione e derisione, a volte, ha proseguito incessante il suo cammino per il mondo, cercando i suoi fratelli per riportarli a Colui che è il Signore del Cielo e della terra, a Colui che è ritornato ed è già in mezzo a noi ma che presto si manifesterà nella Sua potenza e nella Sua Gloria. Oggi lui ha già vinto. Ha vinto nella sua costanza, nella sua umiltà, determinazione, sacrificio, donazione, nella sua coerenza vissuta negli anni. Saggezza e consapevolezza traspaiono dal suo volto segnato dal tempo. Quanti Natali intorno a quel tavolo, quanti incontri, quante belle anime, antiche e nuove, quanti fratelli perduti, quanti ritrovati, quanti pianti e quante risate hanno registrato quelle mura che un tempo ospitavano caprette e pecorelle con le loro mangiatoie. Quante emozioni, quanti ricordi indimenticabili e scolpiti nei nostri spiriti. Chi riceve il dono di poterti incontrare non ti dimenticherà mai più perché tu sei una lacrima del Cielo.
Ad Oristano un primo maggio pieno di pubblico per l'incontro con Giorgio Bongiovanni
L'Isola del silenzio. L'Isola del Sole. Così è stata definita la Sardegna, una delle terre emerse più antiche del pianeta, talmente antica che alcuni studiosi ipotizzano possa essere una piccola parte del leggendario continente sommerso di Atlantide. A differenza delle altre regioni dello stivale, la Sardegna appartiene alla zolla africana, questo ne fa una terra particolarmente stabile, non soggetta a terremoti o alla deriva dei continenti. La storia della Sardegna è ricca di leggende che si perdono nella notte dei tempi, tramandate di epoca in epoca che ancora oggi conservano il loro fascino. Leggende sulla sua formazione e sui popoli che la abitarono sulle coste, sulle rocce, sui monti o sulle sue vallate.
Note di un’armonia divina risuonano in uno dei Giardini del Re. Le prealpi Venete e quelle Carniche delle Dolomiti fanno da cornice alla bellezza dei boschi e dei campi che profumano di soavi essenze di fiori colorati, alberi di frassino, olmi e ciliegi. É un caldo pomeriggio d'estate, il 15 agosto, giorno dell'Assunzione di Maria. La Regina degli Apostoli appare di fronte a noi tutti, uniti in grande gaudio per quella celeste visita che onora i nostri spiriti già graziati dal segno vivo e presente in mezzo a noi. Di una bellezza eterea, leggiadra, dolcissima, viene verso di noi lentamente sorretta da due dei nostri fratelli, Emmanuel Mouriño e Loretta Rui.
Fàtima nel 1917 è un piccolo paese del Portogallo centrale, di appena qualche dozzina di case, raccolte attorno alla Chiesa e al camposanto. Attorno i campi in pendenza, trattenuti a stento da muretti di pietra, sono cosparsi di olivi e di elci. Qualche tratto di terra è coltivato a cereali ed ortaggi che, con i prodotti delle greggi, danno di che vivere ai pochi abitanti. Sulle colline circostanti alcuni mulini a vento macinano il grano per il pane, che verrà cotto in paese in un grande forno comune. Uscendo dal paese e andando verso occidente, una stradicciola di campagna conduce ad una frazione di Fàtima chiamata Aljustrel: è qui che nacquero e vissero i tre piccoli protagonisti della storia di Fatima. Da Aljustrel, salendo verso nord, dopo un paio di chilometri di sentiero si arriva ad una grande spianata verde a forma di anfiteatro che gli abitanti, appunto per questo, chiamano «Cova (o conca) da Iria»: è qui che la Madonna si manifestò ai tre pastorelli ed è qui che sorge oggi la Basilica di Fatima.
Quei piedi trafitti dalle piaghe camminano lentamente in una delle piazze della città di Asunción. In umili scarpe dal colore della notte quel sofferente passo traccia ripetutamente il perimetro del palco segnando lo scorrere del tempo. Lo sguardo si dirige ancora una volta verso lo schermo del cellulare. Sono le 19:00. L'appuntamento con il pubblico era stato fissato per le 18:30. Ma si sa, il ritardo appartiene alle terre del sud. Attendiamo ancora un po'. Gli occhi scandagliano la piazza.