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claudiorojas1Di Claudio Rojas G.

A volte, col passare del tempo, non so se progrediamo, ma acquisiamo un po' più di conoscenza o di capacità di comprendere il significato e la profondità dell'Opera di Cristo che abbiamo abbracciato insieme allo Stigmatizzato di Fatima, ci sentiamo, mi sento ogni giorno più piccolo, a volte ho paura. Ma non paura delle catastrofi, quelle che a volte, forse erroneamente, ci auguriamo perché stanchi di tanto male, nemmeno paura del demonio che possa avere la meglio su di me; ma paura del Dio Padre, di non avere la fede e la forza sufficiente per riuscire a compiere ciò che devo.

Nel momento in cui crediamo di capirci qualcosa e il Signore ci chiede di lasciare tutto, non possiamo lasciare il nostro lavoro, ma tutto ciò che è al di fuori del mio lavoro deve essere fatto esclusivamente pensando e sentendo l'Opera di Cristo, altrimenti, non ha senso per me. Non riesco più a pensare a cose o progetti mondani, non ho né il tempo né la voglia, e per di più quasi tutto mi sembra spregevole in questo mondo.

A volte metto in discussione ogni cosa che faccio, e penso che sia sbagliata, ho paura di sbagliare proprio adesso in questo tempo, quando non c'è più tempo ormai; a volte mi sento molto stanco e penso che potrei rimanere alcuni minuti in più a letto, ma poi mi dico… no posso!! ... quanti muoiono mentre io sto riposando o lascio spazio alla svogliatezza? Allora cerco consolazione, e se non sono impegnato in qualcosa di operativo in quel momento, preparo sempre programmi radio e faccio ricerche, per passione, per cercare consolazione, per paura o semplicemente perché mi piace; ed è così che ho scoperto qualcosa che non posso tralasciare, perché sento che in qualche modo serve a tutti noi.

Si tratta di:

Alcuni stralci di messaggi dati dalla Santissima Vergine al sacerdote Stefano Gobbi nel 1989:

claudiorojas2"Figli prediletti, oggi guardate al candore immacolato della vostra Madre Celeste.

Sono l'Immacolata Concezione.

Per questo motivo il mio disegno si inserisce nel mistero stesso della vostra salvezza.

Al principio sono annunciata come la nemica di satana, colei che otterrà su di lui completa vittoria.

"Porrò inimicizia fra te e la Donna, tra la tua e la sua discendenza. Essa ti schiaccerà il capo, mentre tenterai di mordere il suo calcagno". (Gen. 3:15)

(08.12.1989) Alla fine, sono vista come la Donna vestita di sole, che ha il compito di combattere contro il Drago rosso ed il suo potente esercito, per vincerlo, per legarlo e cacciarlo nel suo regno di morte, perché sul mondo possa regnare solo Cristo.

Eccomi allora presentata dalla Divina Scrittura nel fulgore della mia materna regalità: “e un altro segno apparve nel cielo: una Donna, vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle”.

Attorno al mio capo vi è dunque una corona di dodici stelle.

La corona è il segno della regalità.

Essa è composta da dodici stelle, perché diviene il simbolo della mia materna e regale presenza nel cuore stesso del popolo di Dio.

Le dodici stelle indicano le dodici tribù di Israele che compongono il popolo eletto, scelto e chiamato dal Signore a preparare la venuta nel mondo del Figlio di Dio e del Redentore.

Allora le stelle attorno al mio capo indicano coloro che si consacrano al mio Cuore Immacolato, fanno parte della mia schiera vittoriosa, si lasciano guidare da Me per combattere questa battaglia e per ottenere alla fine la nostra più grande vittoria.

Così tutti i miei prediletti ed i figli consacrati al mio Cuore Immacolato, chiamati ad essere oggi gli Apostoli degli ultimi tempi, sono le stelle più luminose della mia regale corona.

Le dodici stelle che formano la luminosa corona della mia materna regalità, sono costituite per le dodici tribù di Israele, per gli Apostoli e per gli Apostoli di questi vostri ultimi tempi.

(06.05.1989) Cosi Io posso esercitare, in questi vostri tempi, il grande potere che dalla Santissima Trinità mi è stato dato, per rendere inoffensivo l'attacco che il mio avversario, il Dragone rosso, ha scatenato contro di Me, vomitando dalla sua bocca un fiume di acque (Ap 12,15) per sommergermi.

Il fiume di acque è formato dall'insieme di tutte le nuove dottrine teologiche, che hanno cercato di oscurare la figura della vostra Mamma Celeste, di negare i miei privilegi, di ridimensionarne la devozione, di mettere in ridicolo tutti i miei devoti.

A causa di questi attacchi del Dragone, in questi anni, la pietà verso di Me è andata diminuendo presso tanti fedeli e, in alcuni luoghi, è addirittura scomparsa.

Ma alla vostra Mamma Celeste sono venute in soccorso le due ali della grande aquila.

La grande aquila è la Parola di Dio, soprattutto la Parola contenuta nel Vangelo di mio figlio Gesù.

Fra i quattro Vangeli, l'aquila indica quello di S. Giovanni, perché esso vola più in alto di tutti, entra nel cuore stesso della Santissima Trinità, affermando, con forza, la divinità, l'eternità e la consustanzialità del Verbo e la divinità di Gesù Cristo.

https://forosdelavirgen.org/47767/maria-explica-el-apocalipsis-al-padre-gobbi-mensajes-de-1989/

Un altro importante messaggio da tenere presente:

“Bellissimo dialogo per l’umanità tra Gesù e Maria del Getsemani, dialogo 6 del 31 agosto 2012”, Via Crucis degli ultimi tempi.

Gesù mi ha accompagnato nella preghiera della Via Crucis. Mi ha detto di annotare questo: La terza caduta fu la più dolorosa e fu per questa generazione degli Ultimi Tempi. Vide lì l'immagine di come il Suo Sacro Sangue sarebbe stato sparso invano per la stragrande maggioranza, ecco perché quella caduta fu così dolorosa, che non fu in grado di rialzarsi se non perché in quel momento arrivarono nel Suo Cuore Sacratissimo i suoi amici di questi tempi: i Suoi “Giovanni” e le Sue “Marie”.

Come posso rimanere impassibile di fronte a questo, se i messaggi riguardano il Vangelo di Giovanni e in un certo modo la tribù di Giovanni che accompagnerà la Santissima Madre nella parte finale della fine, cioè probabilmente dopo il Grande Miracolo e prima dello scatenarsi su larga scala della Grande Tribolazione - cioè la distruzione della civiltà di Ominidi (classificazione tassonomica a livello di ordine, poi c’è il genere Homo e specie sapiens), perché non posso chiamarli "umani".

Precisamente i messaggi dati nel 1989 riguardano la tribù di Giovanni. Quindi, mi consolo, mi sento privilegiato e tutti dobbiamo sentirlo, per il ruolo che abbiamo, seppure secondario per quanto riguarda i più adulti e primario da parte dei nostri giovani, ma, tutti infine protagonisti dell’importantissimo capitolo dell'evoluzione del Pianeta e di noi stessi.

SIAMO BENEDETTI… E NON LO APPREZZIAMO.

Claudio Rojas G.
02.05.2019