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MATTEODi Matteo Cordella
AD 2020. Questa quarantena invita a importanti riflessioni.
In tanti lo hanno già fatto, ciononostante chiedo a chiunque, almeno per qualche ora, spegniamo la tecnologia. Prendiamoci il tempo per parlare con la nostra coscienza, ascoltare quello che ha da dire. Guardiamo il cielo, interroghiamo la natura e cerchiamo di capire…
Proviamo, per un momento, ad allontanarci dai preconcetti, dalle verità, da ciò che sappiamo e che abbiamo imparato, abbandoniamo ogni forma di certezza. Mettiamoci, vuoti, di fronte al mondo. Da questo momento non siamo più noi.
Guardiamo con gli occhi della mente i miliardi di processi naturali che hanno creato la vita in questa terra. Minerali, cellule, piante, microbi, fiumi, mari, boschi, animali…
Formatosi magistralmente seguendo precise regole e determinati equilibri.
Siamo circondati da un’infinità di esseri viventi, tutti figli della stessa Natura, che hanno bisogno l'uno dell'altro per sopravvivere e prosperare in equilibrio con il tutto perché il tutto sia perfetto.
Un dipinto più che meraviglioso;
l'opera d'arte più affascinante e preziosa che non una qualsiasi mente potrebbe concepire.
Adesso, proviamo a visualizzare un uomo.
Guardiamolo da lontano mentre muove i suoi passi in quella terra perfetta, affascinante, inviolata.
Osserviamolo attentamente. Come fosse un ospite nel nostro immenso giardino, perfetto e curato in ogni dettaglio.
Guardiamolo mentre inizia a tagliare tutte le nostre piante, prosciugare le acque dei nostri pozzi, uccidere i nostri animali, inquinare la nostra terra…
Possiamo solo guardarlo mentre lui intanto decide di stabilirsi lì, nella nostra proprietà! Vivendo inquina, sfrutta, distrugge e violenta tutto quello che abbiamo accuratamente progettato. Possiamo gridargli di tutto ma pare ostinarsi nell'indifferenza, ad ogni grido ci ignora mancandoci puntualmente di rispetto.
Immaginiamo ad un certo punto di poter fare qualcosa per fermarlo. Non esiteremmo probabilmente a fargliela pagare dandogliele quantomeno di santa ragione.
Chi dei due potremmo identificare come virus?
Noi o quell'altro?
Chi sarebbe l'anticorpo? Quello che distrugge o noi che lo prendiamo a calci?
Covid-19 è con ogni probabilità il Davide che sconfigge Golia. Un essere invisibile e microscopico che ha messo in ginocchio il gigante umano.
Ha ridicolizzato la nostra onnipotente società, i nostri infallibili mercati, i nostri saggi governanti, i lapidari eserciti, i sommi luminari accademici.
Mentre prima si faceva la fila per l'Iphone, oggi la si fa per cose ben più basilari come sopperire al bisogno di pulire il deretano.
Le immagini degli scaffali vuoti nelle grandi metropoli sembrano gridarci in faccia con irriverenza: “ora mangiatevi le vostre scarpe griffate!”
Probabilmente sarebbero anche più buone dell'amarezza che rimane nel guardare tutt'oggi le nostre ombre. L'egoismo delle persone che pensano solo a sé sviluppando tecniche da 007 per sottrarre chili di prezioso lievito in quel supermercato… quelli che cercano di scovare un girone dantesco del complotto o chi spegne il proprio cervello davanti a Netflix ungendosi già di olio santo "San Carlo"… o quelli che si danno all'ingrasso mettendo a punto tutte le diavolerie culinarie apprese in anni di buona scuola "C&C", Clerici e Cannavacciuolo.
Amarezza a cui anche io mi sento di appartenere purtroppo.
Mi guardo e guardo il mondo che mi circonda. Guardo la gente che lotta, tra i turni negli ospedali; quelli che perdono i loro cari; chi li ha già persi ed è più solo di prima o quelli che, di cari, non li hanno mai avuti… quelli che non possono stare con i propri figli perché il loro compito è quello di aiutare il prossimo, quelli che si occupano dei dimenticati e di chi non può contare su nessuno...
Questi ultimi forse mi danno il significato di tutto.
Non posso fare a meno di pensare a quanto sia profondamente ingiusto il nostro modo di vivere.
Quante volte ci fermiamo a riflettere sulla sofferenza generale, all'impatto critico che il modello occidentale, il nostro succulento life-style, ormai meta unica nella grande mente mondiale, ha su tutto e tutti, natura e uomo? Quante volte ci fermiamo a riflettere profondamente sulle conseguenze delle nostre scelte? Quante?
Forse questo momento va preso così. Una scelta obbligata, quella di fermarsi, di fermare tutto, che regala, dopo la paura, una boccata di calma alla mente e allo spirito, per pensare, ragionare, e farci vedere, ancora una volta, quanto grande sia la nostra vulnerabilità di fronte alla natura.
Serviva questo, dopo terremoti e tsunami... e vorrei sperare che sia abbastanza, per cambiare…
Cambiare il cinismo in altruismo, l'odio in amore, la sofferenza in vigore, l'invidia in gioia.
No, non è utopia.
La società è fatta di persone, e se davvero volessimo tutti qualcosa di più ci metteremmo all'opera stasera stessa.
Abbiamo costruito cose sbalorditive inventando tutto ciò che abbiamo voluto, stiamo persino solcando le terre di Marte...
Perché non potremmo essere capaci di creare una società migliore?
Se volere è potere, tutto diventa possibile.
Dunque guardiamoci, guardiamo l'Italia, l'Europa, il mondo, e mettiamoci una mano sul cuore e chiediamogli, al cuore, con onestà e mente aperta se davvero questo nostro folle mondo è quello giusto, quello che vogliamo.
Poi prendiamo la forza che ci serve e creiamo la nostra pandemia, con il nostro virus, quello del riscatto, per chiederci perdono l'un l'altro e sanare tutti i danni che abbiamo generato.
Così, come i nostri medici e infermieri, anche noi domattina ci sveglieremo e sapremo che la nostra vita è importante perché abbiamo un grande compito da svolgere. Anche noi da domani saremo medici e infermieri, al lavoro per mettere fine alle nostre eterne contraddizioni e sanare le metastasi di questa nostra grande civiltà.
Mi auguro che tra qualche decennio, se le cose cambieranno, se noi cambieremo, i miei nipoti potranno leggere di quanto un virus molto piccolo è riuscito a fermarne uno di proporzione immane, scoprendo magari che quel che chiamavamo covid-19 altro non era che un efficace anticorpo.
Matteo Cordella
31 Marzo 2020