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flavioroma200Di Alessandra Miccinesi

Accade spesso di ritrovarsi all’Arca di Roma, che siano occasioni di studio, approfondimenti spirituali o conferenze d’attualità, ma di sicuro ogni incontro è un momento di crescita che accende la fiamma del cuore. Ci piace considerare questi incontri come un training formativo: prove tecniche di laboratorio per la vita nel Mondo Nuovo. L’empatia spinge a una più profonda conoscenza dell’altro e questo ci porta ad assaporare la legge emanata dal Maestro Gesù Cristo: Ama il prossimo tuo come te stesso. E siccome è solo vivendo la fratellanza che si riesce a fare “rete”, l’arca diventa “lo spazio sacro” in cui vivere la Vera Comunione coi fratelli, e cogliere lo spunto per pensare e fare l’azione.

Può capitare che si riceva la chiamata di riunione all’arca con pochi giorni di preavviso. Quando ciò avviene, tutti noi sappiamo che l’adunanza improvvisa nasconde una sorpresa. I responsabili dell’associazione “Liberté Egalité Fraternité” Francesco Mazzacane e Stefania Del Busso, oltre a spendersi per l’opera e i fratelli in modo totale e sublime, sanno come valorizzare ogni singola anima e realizzare i suggerimenti che la Vita offre a chi ha occhi per guardare. E loro sono campioni in questo: hanno compreso che l’intuizione va afferrata al volo, prima che si disperda.

Sabato 6 marzo, oltre alla gioia di vederci per condividere saperi che nutrono la fiamma della conoscenza della tribù giovannea, si è aggiunta la contentezza di incontrare Flavio Ciucani, fine storico e amico fraterno di Giorgio Bongiovanni, il quale ha preso parte all’incontro intitolato “Il percorso Giovanneo rivisto nell’excursus dal Maestro Gesù Cristo ai giorni nostri”.

Una conferenza dal format inedito che si è sviluppata su vari punti di vista e nessun canovaccio: “Parleremo dell’opera giovannea: come e dove nasce” dice Francesco Mazzacane, per l’occasione nella veste di moderatore, rivolgendosi ai relatori Luana Amici, Roberta Galletti, il professor Gabriele Gallo e la sottoscritta. Ad aprire l’incontro una provocazione di Flavio Ciucani: “E se vi dicessi che la chiesa giovannea è nata prima di Gesù? La chiesa cattolica basa la sua capacità di leggere il divino su una elucubrazione del 1200 di Tommaso d’Aquino, ma da lì non ci si siamo spostati di un millimetro, non c’è stata evoluzione spirituale”. Far coincidere la nascita della chiesa giovannea con l’opera di Giovanni, equivale a lasciare fuori la filosofia essena, cioè quella che introdusse i concetti di reincarnazione, evoluzione e immortalità dell’anima. “Cristo nasce nel contesto della comunità essena perché è un movimento non inglobato nella religione ebraica” prosegue lo storico amico marchigiano, contestualizzando la partenza della chiesa giovannea da Giovanni evangelista, perché vivendo egli nella famiglia di Gesù fu il custode dei segreti della vita del suo Maestro. Molto di ciò che il Redentore disse sul ‘Nuovo Cielo e la nuova Terra’ lo conosciamo tramite il Vangelo di Giovanni e gli scritti di autori come Papia, il quale conobbe l’apostolo prediletto e da lui ebbe dettagli sulla vita del Maestro, scrivendo diversi libri purtroppo andati perduti.

Ma qual è la vera chiesa giovannea? “Cristo Gesù stesso ce lo dice: “Chi ascolta la mia Parola e la mette in pratica”. Il Nuovo Regno è fatto da chi fà scendere la parola di Dio dal cervello al cuore e là agisce. Questa è la chiesa giovannea: il Regno è di Cristo che tornerà con la sua schiera di angeli e governerà il Nuovo Cielo e la nuova Terra”. Ciucani è perentorio. L’annuncio che doveva essere dato dagli apostoli, la nuova novella, era questa. Gesù non voleva che si parlasse di Lui o della Sua Vita. E la chiesa giovannea parte proprio da questi concetti, che ritroviamo nelle chiese-comunità dell’Asia e che nel tempo si dissolvono. Ma siccome le idee restano intorno ad esse si formano gruppi spontanei che annunciano la buona novella: “Ci sono comunità che nascono per annunciare la verità anche tramite le donne, che sono i pilastri della chiesa poiché predicavano tramite visioni e profezie” aggiunge Ciucani citando Caterina da Siena. E riassume: dal movimento dei Rosacroce, che nasce come filone segreto ma nel ‘700 si corrompe, al movimento intellettuale ottocentesco, la chiesa giovannea muta. Con l’avvento della ragione, la storia della chiesa evangelica ce la raccontano i santi, gli stigmatizzati e qualcun altro. “Sapete chi ha inventato l’arca? Il frate domenicano Girolamo Savonarola … ‘Servirà per la vostra salvezza – diceva - ma dovrete essere insieme perché da soli non vi salverete’”.

Il microfono passa all’esperta di numerologia e astrologia Luana Amici, discepola di Eugenio Siragusa sin dagli anni ‘70 e oggi di Giorgio Bongiovanni. Su invito di Francesco, Luana si racconta e lo fà in modo singolare dicendo “Vengo da lontano, vengo dalle stelle. A 8 anni sono caduta dalle scale che mi ha procurato la morte cerebrale. Sono stata rianimata in tutti i sensi e da quel momento Gesù è diventato il mio amante segreto”. La formazione di Luana spazia dall’azione cattolica degli anni ‘60 ai percorsi alternativi orientali, dove trova la medesima sostanza spirituale. Sempre scortata da Gesù e Maria (“i miei accompagnatori”), Luana confida di aver fatto altri viaggi ‘in cielo, in terra e in ogni luogo’ per concretizzare e trasformare il cerchio in quadrato (terra, acqua, aria, fuoco) e il quadrato in triangolo. Linguaggio esoterico-alchemico per dire che l’iniziazione deve avvenire prima di tutto nella materia se la si vuol trascendere nello Spirito. Cuore e intelletto trovano il trait d’union tramite la parola, ma se questi non sono in equilibrio, non possono triangolare e portare la giusta espressione e forma. Numerologia, cartomanzia e astrologia sono strade iniziatiche? Sì, prosegue spiegando che da bambina si vedeva cadere dalle stelle continuamente “è lì che vidi il percorso” ed intuii anche il significato intrinseco dei tarocchi. “In ogni cosa ho visto l’Uno, l’increato, l’energia che sta nello zero e che tramite gli elementi diventa concreto”. All’inizio compresi che era davvero il Verbo, la Parola Creante … “perciò attenzione a ciò che diciamo”. Su invito del moderatore Francesco, spiega inoltre il periodo storico in cui nacque il Messia, l’era dei Pesci: quella del misticismo, del servizio e dell’amore che sta per trovare la sua massima espressione proprio qui in questo nuovo capitolo che si è appena affacciato, una Nuova Era. Questi duemila anni ci hanno preparato e Gesù Cristo non è venuto a cancellare il passato, ma ad ampliare ciò che dovrà avvenire, a dare compimento: “Dobbiamo realizzare il messaggio che Gesù ha portato tramite il servizio: l’Opera giovannea è soprattutto azione, non basta pregare”.

La figura giovannea torna al centro del dibattito, e Ciucani si sofferma sull’apostolo prediletto da Gesù spiegando che questa inclinazione ha una doppia valenza: una amata dai massoni e l’altra da Colui che vive in eterno ed ascolta silenzioso. “Nelle comunità cristiane tra il I e il II secolo, Giovanni era definito ‘Colui che riposò sul petto del Signore’. Costantino fece scrivere sulla chiesa apostolica: ‘Qui giace Giovanni che è morto ma vive ancora’. Sia nella chiesa dopo il concilio di Trento, sia nella massoneria (è ancora in uso), si leggeva sempre il primo capitolo di Giovanni”. In realtà Flavio ragiona su altri due motivi che spiegano la predilezione del Signore per Giovanni. Uno di questi è la trasmissione ereditaria data da Cristo sulla croce, cioè un testamento spirituale sancito dalle parole di Gesù che prima di rendere lo Spirito al Padre mormora ‘Donna questo è tuo figlio’: “il testamento spirituale passa tramite Giovanni e Maria”. L’altro motivo sono le apparizioni mariane, che dall’800 in poi hanno cambiato valenza a causa dello smarrimento di questa ereditarietà: è come se la Madonna dicesse ‘Voi, piccolo gruppo che ci vedete e che sapete leggere le cose del mondo, che sapete leggere l’universo, date luce uscendo allo scoperto’.

Chi sa leggere insomma riconosce “la legge”, e la legge cristica è stata trasmessa da Gesù al discepolo giovane, che porta avanti il discorso messianico. Lui ha trasmesso l’ereditarietà del nuovo Regno e la forza di questa eredità spirituale che non sono le religioni bensì la religiosità, che non tocca le leggi della comunità ma le vibrazioni (Verbo) dello Spirito. “Per questo Giovanni è il prediletto di Gesù” spiega Flavio, contestualizzando la presenza della chiesa giovannea sia dentro la chiesa cattolica, sia nelle varie chiese ortodosse orientali e in alcune africane. Nel medio evo questa religiosità veniva combattuta coi roghi: gli eretici venivano arsi per lesa maestà perché non obbedivano al papa. “E Satana ha voluto colpire la chiesa giovannea, che si esprimeva attraverso le visioni delle donne, colpendo questa ereditarietà” profetica.

Quando il discorso vira sulla Massoneria (“organizzazioni segrete per portare avanti il progresso scientifico: nacque un modernismo filosofico” chiosa Ciucani) la domanda sorge spontanea: cosa c’entrano misticismo e alchimia nel contesto giovanneo? Risponde Roberta Galletti, che fa un passo indietro e parla dei templari che non furono solo monaci guerrieri ma anche astrologi, simbolisti e alchimisti e protettori dei pellegrini durante le crociate. Nel percorso verso la Terra Santa essi scoprono le qualità della religiosità orientale, dei Sufi in particolare (i mistici dell’Islam). “I templari scoprono che l’uomo è una scintilla divina che deve fare i conti con la propria interiorità: gli esseri umani cadendo nella materia si sono identificati con essa”. I templari riescono a comprenderlo, usano un linguaggio sacro che non parte dalla ragione ma dal sé superiore. Uniscono il “terreno” allo spirituale ed imparano a gestirsi con l’alchimia interiore, iniziando altri alla conoscenza. “Gettano insomma le basi della società moderna (organizzata), ma siccome le realtà dell’epoca era assai complessa e diventano nel frattempo sempre più potenti e quindi pericolosi, vengono eliminati proprio dalla chiesa cattolica romana”. Un po’ lo specchio di ciò che accade ora nella nostra società attuale.

I templari erano quindi dei giovannei che non vanno confusi coi crociati, così aggiunge in modo deciso Francesco Mazzacane e sottolinea ancora come essi, nascono in primis come pellegrini e soltanto durante questi lunghi viaggi verso la Terra Santa scoprono le meravigliose realtà alchemiche, mistiche ed esoteriche. Riprende ancora ciò che Flavio ha già perfettamente descritto, come il popolo giovanneo fosse nel corso del tempo sottoposto a continue trasformazioni. La grande eredità spirituale ricevuta da Gesù, lascia a Giovanni, il più mistico degli apostoli (colui che scrisse l’Apocalisse), il compito di condurre il Suo Popolo alla meta, alla realizzazione! Quindi non più un popolo mosso da una mera spinta religiosa ma scientifico-iniziatica. A quel tempo, continua Francesco era vivo il rischio di essere arsi vivi per eresia, come Girolamo Savonarola, lo stesso che per fanatismo fece mettere al rogo migliaia di anime innocenti. Dante Alighieri, invece, manifestò “segni giovannei” importanti, portando una lettura nuova cristiana-messianica in chiave mistico- alchemica ed esoterica e lo fece in modo allegorico attraverso la Divina Commedia. Egli apparteneva alla schiera chiamata” I Fedeli d’Amore” che avevano come simbolo la croce e l’aquila, due simboli innegabilmente giovannei. L’ereditarietà di questa formazione nel tempo evolve: il contenitore templare confluisce nella Massoneria e personaggi come Saint-Martin, Saint- Germain e Cagliostro vengono considerati Grandi Iniziati, cioè maghi, poiché conoscono le leggi dell’universo.

Per fare chiarezza sulla Massoneria, il cui significato è stato tradito da false credenze, interviene il professor Gabriele Gallo, il quale spiega che essa è una espressione pragmatica delle leggi divine. Parlare di Vera Massoneria è come parlare di alchimia, o di linguaggio cristico, perché parliamo dei modi di “muovere” (portare alla giusta disciplina) gli uomini per diventare divini. Nacque dunque con lo scopo di renderla una scuola di iniziatica. “Noi siamo qui per creare e mettere in moto un apprendistato per conoscere i metodi che ci hanno tramandato i grandi avatar, da Atlantide a Giorgio Bongiovanni che molto ha in comune con il filosofo Louis Claude de Saint Martin. Lo scopo è arrivare a diventare ‘creati’ e coscienti e poi co-creatori con coscienza”. La scuola iniziatica serve a far conoscere all’iniziando che ha raggiunto un buon livello di consapevolezza, la giusta disciplina e il giusto fare che porta a Dio. Noi siamo tutti apprendisti, in sostanza. Stiamo imparando. E la regola più importante di questa scuola è che bisogna seguire “chi guida e sa come-andare”. In qualità di medico psichiatra, Gallo conferma una relazione tra magia, psicanalisi e Massoneria: magia per l’uomo comune è qualcosa di non fisico, non fa parte della nostra conoscenza. “Ma l’immaginazione – il mago in azione – è prerogativa di tutti noi, è conoscere le regole della matematica superiore, della fisica, della geometria dello spirito. Noi siamo stati educati alla materia, non allo Spirito. Queste sono leggi immutabili. La Massoneria deve insegnare le regole che portano a creare col pensiero. Perché pensare è creare”. Ma ci sono norme importanti da osservare: si entra quando si è pronti, con umiltà e fede. Trovare la Gerusalemme celeste nella materia è facile, basta spiritualizzare ovvero alchemizzare, trasformare la materia in arte: “dobbiamo diventare artisti in tutte le nostre espressioni materiali e farle diventare divine”. I fratelli del cosmo che plasmano la luce ci esortano ad essere co-creatori disciplinati e coscienti.

“Bisogna diventare spiriti nella materia – sorride Luana Amici - dobbiamo ricordarcelo per realizzare l’opera giovannea. I fratelli delle stelle ci stanno dicendo ‘imparate a riconoscere che siete luce che ha preso su di sé la carne’. La terra è un grande mezzo per realizzare questo”.

Plasmare la materia ha a che fare anche con lo yoga, così Francesco coglie l’occasione per indirizzare l’attenzione su quanto stiamo facendo in questo percorso di discipline iniziatiche d’oriente ed occidente. Agganciandomi a quanto finora detto, do voce alla mia esperienza di Maestra Yoga e discepolato cristico (i miei maestri indiani conoscono molto profondamente Gesù e lo considerano il Guru per eccellenza). “Tutto ha a che fare con lo yoga, che è nella vita, nella natura e in ciascuno di noi. Yoga è la sintesi tra materiale e spirituale”. L’estrema fisicità degli asana, negli ultimi 50 anni, è il segno del decadimento spirituale. Lo yoga è un approccio filosofico all’esistenza. Fu uno dei setacci usati in passato dai rishi, dai poeti veggenti, per vivere in contatto con il divino. Leggendo i ‘segni’ della natura, tramite lo yoga le popolazioni traevano il meglio dalla vita terrena, restando connessi all’energia onnicreante. L’assunzione di droghe o bevande inebrianti come il ‘soma’ fu appannaggio di tutti coloro che non conoscendo le tecniche yogiche, dovevano creare artificialmente stati di coscienza alterati per connettersi al Brahman.

Questa possibilità di fare vaticini ha a che fare con le ‘donne oracolo’ che, a causa della cultura patriarcale sono state estromesse dal rituale. Le donne ‘ispirate’ però sono state tenute in grandissima considerazione dai maestri (vedi la Mére per Sri Aurobindo). La donna era e continua ad essere la “soluzione nascente e trascendente”, in linea con quel discorso giovanneo che “forse non è nato duemila anni fa” dice Francesco Mazzacane, riferendosi alle donne atlanti-dee di Atlantide citata anche dal professor Gallo. Quest’ultimo riprende la parola asserendo che tutto questo si sposa con la psicanalisi, che è l’analisi dell’anima e può essere fatta in vari modi. Il vero problema è sapere chi siamo. “In Massoneria c’è il termine Vitriol, il cui significato sta nel guardare dentro il profondo essere interiore per trovare la pietra grezza e trasformarla in pietra filosofale, perché quei vizi di cui l’uomo è pregno non ci permettono di essere un ricevitore pulito dell’Amore e della Verità cristica”. Se non siamo puliti, siamo dei profani fuori dal tempio sacro. Servono dunque tecniche che sappiano educare la psiche, poiché in essa c’è già tutto ciò di cui abbiamo bisogno”. In quest’epoca dominata dal modernismo e dal caos, la Sacra Scienza dello Yoga e la Scuola Iniziatica massonica non riescono più a contenere al loro interno i valori per i quali sono nati. “La massoneria moderna è una contro-Massoneria”, spiega ancora il professor Gallo.

Anche io asserisco la stessa cosa sottolineando che alcune metodiche gnostiche e mistiche che di fatto legano l’oriente ad occidente, si sono svilite con questo movimento New Age che negli ultimi decenni ha sviato completamente le reali qualità Iniziatiche.

Tornando alle questioni della materia, è quindi importante sottolineare che lo yoga è una via di salvezza, tramite le purificazioni del corpo si può arrivare al contenitore cristallino (cervello) ed unire tutto nel cuore: per ritrovare la retta via, che abbiamo smarrito. “Si può fare yoga spirituale oggi, ma c’è bisogno del guru che ci porti dal buio alla luce: senza la guida di un illuminato non c’è base iniziatica. Per elevarsi serve la figura del Maestro che ha già sperimentato il cammino. Questi maestri esistono ancora - confesso - e il lavoro sull’immaginale fa il paio con la psichiatria: con l’anima che parla tramite immagini”. Il mago in azione, è la donna che crea.

Nell’unione tra oriente e occidente lo yoga indica il Sé come guida, elevando la coscienza dal corpo all’emozione e dal mentale e sovra-mentale, aggiunge Roberta Galletti. “Ma non c’è divisione con l’occidente che fa del cammino di sé una presenza attiva, ovvero il percorso cristico con le sue 7 tappe: mettere in croce la personalità non significa farla morire bensì trasformarla”. Usare le leggi della materia si può solo dopo aver trasformato la testa come un cristallo che ha una visione pura: lo yoga aiuta a trovare il testimone che ci indica chi siamo veramente nell’agire. Osservando le proprie personalità faccio il lavoro dell’alchimista e del fisico quantistico! “Quando Eugenio Siragusa fu abitato dal mutante, gli extraterrestri hanno lavorato su di lui per 10 anni. Per ospitare la realtà cristica noi dobbiamo pulire le nostre basse frequenze”. Quando lo spirito cade nella materia e crea l’anima, il testimone – cioè il sé - consente di fare l’esperienza umana per tornare allo Spirito. Allora arriviamo a Cristo. Per questo Oriente e Occidente oggi possono dialogare: il grande Tempo sta dicendo sì. Tornando all’opera di Giorgio Bongiovanni, appare chiaro che è stato dato un nuovo giro di vite alla trasformazione giovannea. “L’adepto veniva iniziato in modo singolare in passato, oggi le iniziazioni saranno collettive” chiosa Francesco Mazzacane. Quando parliamo di arca intendiamo qualcosa che dovrà contenere, mettere insieme e tenere più persone, unendole in com-unione. I due lobi del cervello sono anche i lobi del pianeta che è una entità fisica, animica e spirituale “e quando Gesù diceva io sono l’Alfa e l’Omega, intendeva che era sia il maschile che il femminile, l’Occidente e l’Oriente”.

Con amore Alakananda
10 Marzo 2021
 

flavioarcaromaAllegati:

- 25-11-20 Giorgio Bongiovanni incontra l’arca di Roma
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- 28-11-20 Il kurukshetra, messaggio per l’uomo cosmico
https://www.thebongiovannifamily.it/cronache/cronache-dalle-arche/cronache-dalle-arche-2020/8760-yama-e-nyama-la-linfa-dello-yoga.html

- 14-11-20 Il Kurukshetra, messaggio per l’uomo cosmico
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- 22-10-20 L’antica scuola iniziatica degli alchimisti francesi
https://www.thebongiovannifamily.it/messaggi-celesti/2020/8714-l-alchimia-ermetica-della-parola.html