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Di Marusca Ricci

Bambini e miniere: questi due soggetti a noi sembrerebbero assolutamente contrastanti ma purtroppo la realtà del nostro mondo ci insegna che non è così.

Repubblica Democratica del Congo. Altisonante termine per definire una parte della terra che non ha niente a che fare con la repubblica e la democrazia. Può essere democratico un paese dove i bambini, fin dall’età di sei anni, lavorano con i piedi nell’acqua acida e fangosa per 12 ore allo scopo di scavare nella roccia a mani nude, per poi trasportare sassi più pesanti di loro stessi?
Il tutto per una retribuzione di uno o due euro al dì.

Il 43% di bambini soffre di malnutrizione, un bambino su cinque muore prima dei cinque anni. Questi bambini non vanno a scuola, non hanno nessuna assistenza medica e vivono in estrema povertà. Anche le donne, con i bambini neonati fasciati sulle spalle, lavorano in queste condizioni. La ragione di tutto si chiama: rame, cobalto, coltan, diamanti e altre ricchezze.

Da un lato il Congo è un enorme bacino di risorse naturali, produce più del 3% di rame e del 50% del cobalto venduto nel mondo, dall’altra si classifica al 175º su 189 nazioni per indice di sviluppo umano e il 72% dei suoi abitanti vive in estrema povertà.

In questo inferno sulla terra si getterà un seme di speranza grazie a Nicolò Govoni direttore della onlus Steel I Rise, che in autunno aprirà un centro di emergenza e riabilitazione nell’area di Kowezi nel sud del paese. “Qui si concentrano le più grandi miniere di cobalto del mondo, il nostro scopo è di togliere i bambini dal lavoro minorile. Numerose sono le testimonianze di abusi e violenze sui bambini stessi. Verranno messe in campo strategie di sensibilizzazione e distribuzione di beni di prima necessità”

Così scrive Govoni sul sito della onlus da lui diretta.

Il lavoro minorile è una piaga molto nota: sebbene, dopo un report di denuncia pubblicato da Amnesty International, il paese abbia annunciato di voler eliminare entro il 2025 l’impiego dei bambini nel settore minerario, attualmente questi continuano a essere sfruttati senza alcun minimo rispetto dei loro diritti umani. Una stima Unicef del 2014 parla di circa 40.000 bambini impegnati nell’estrazione del cobalto.

Dalla sua pagina Facebook Nicolò ribadisce che quella del cobalto è una catastrofe umanitaria avvolta dal silenzio, dall’omertà e dalla paura, in uno dei business e in una delle mafie più grandi al mondo.

Creare una scuola per i bambini nelle miniere congolesi è un progetto veramente coraggioso, ma Nicolò Govoni e i suoi collaboratori hanno portato a termine con successo altri programmi simili e anche questa volta ci riusciranno.

Nel nostro mondo, in qualsiasi parte del globo, l’innocenza viene violentata. Il volto del male che in modo spudorato vuole manifestarsi non tollera il sorriso dei bambini e vuole vedere attorno a sé solo pianto e annientamento. Ma il male è relativo, vive solo in un tempo e in uno spazio. L’Amore invece è Assoluto e attende solo di essere riconosciuto.

Marusca Ricci
26 Luglio 2021

Foto: Ilcambiamento.it

Allegati:

- 29-09-18 I bambini sono Dio
https://www.thebongiovannifamily.it/messaggi-celesti/2018/7743-i-bambini-sono-dio.html

- 3-08-16 Uccidere i bambini significa uccidere Dio
http://www.giorgiobongiovanni.it/messaggi-celesti/2016/6831-uccidere-i-bambini-significa-uccidere-dio.html

- 23-08-13 L’Olocausto dei bambini
http://www.giorgiobongiovanni.it/messaggi-2013/5087-lolocausto-dei-bambini-.html

- 20-11-12 150 milioni di bambini annientati
http://www.giorgiobongiovanni.it/messaggi-celesti/2012/4472-150-milioni-di-bambini-annientati.html

- 20-02-12 Il pianto dei fanciulli cari a Cristo
http://www.giorgiobongiovanni.it/messaggi-celesti/2012/4123-il-pianto-dei-fanciulli-cari-a-cristo.html