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giorgio soniaDi Claudio Rojas

Dopo aver parlato con i fratelli e aver riflettuto insieme su quanto abbiamo vissuto nelle riunioni di Pasqua 2022 a Montevideo, non possiamo tacere di fronte ad un evento così bello e importante.

Così come Eugenio Siragusa tempo fa passò il testimone della missione a Giorgio Bongiovanni, ora lui sta passando il testimone di una parte importante della missione a Sonia Tabita Bongiovanni. Questo è sempre accaduto in passato con i profeti e i loro discepoli nella Bibbia, è un processo naturale e non deve sorprenderci, ci è stato anche preannunciato.

Si è parlato di una nuova alleanza, quasi come una richiesta di aiuto… “sosteneteci”, non dobbiamo più smettere di essere una cosa sola, altrimenti vorrebbe dire che non abbiamo compreso il messaggio, non abbiamo capito che possiamo essere parte dell’opera appoggiando, sostenendo emotivamente ma anche economicamente se possiamo. Sono loro quelli che hanno la freschezza e un’energia travolgente, sono forti, puri, limpidi, franchi, onesti, semplici, senza antiche strutture e senza accenni di “io”, con la capacità di attivismo e dedizione tipici della loro età; e che noi, anche volendo, non possiamo più avere.

Il caso che rispecchia più chiaramente quanto detto è quello delle ragazze del Paraguay (Natalia e Victoria Pereira Melgarejo), una di loro festeggiava il suo diciottesimo compleanno. Quando era ancora più giovane, riflettendo sul senso della propria vita abbracciò questa bandiera della lotta per la giustizia. Prese una decisione trascendentale per la sua vita, qualcosa che nessuno di noi ha fatto, lasciò tutto, famiglia, paese e ogni altro tipo di legame e se ne andò in un altro paese per lottare insieme ad altri ragazzi della sua età, con gli stessi sogni e valori. Ha dimostrato così di essere molto più avanti di noi, questo è il messaggio di Cristo nella pratica che al tempo stesso ci sbatte in faccia un grande insegnamento.

Questo è lo scopo dell’opera, dobbiamo capirla, altrimenti non possiamo vincere la gara. Questo è il significato di un vero lavoro di squadra… non sono le parole che ci porteranno al risultato, ma i fatti!!! Una squadra ottiene risultati quando il sentimento di appartenenza si rafforza… Tutti per uno e uno per tutti!!

E la gara non è altro che la salvezza. Sì, la salvezza di tutti noi. Per una ragione molto semplice, ossia che la nostra permanenza nell’opera deve essere di supporto a loro in qualsiasi modo, perché loro sono l’opera!!! Sono corpi giovani con una genetica del Cielo (GNA) e sono diretti da nostro Dio Padre. Non sono più giovani o ragazzi, di cui si parlava con una certa disattenzione come se stessero giocando, loro non sono altro che la punta di diamante di questa opera spirituale con una metodologia “laica”, basata sui valori, lontana dai dogmi e dalle religioni.

Siamo qui per dargli forza, per dare loro gli strumenti affinché costruiscano le armi per vincere la battaglia, dobbiamo dare loro tutto, anche la vita. È una seconda opportunità che il cielo ci dà per recuperare ciò che non siamo riusciti a realizzare da soli; ora da dietro le quinte dobbiamo dare loro tutto ciò di cui hanno bisogno. D’ora in poi questo è il nostro importante compito, essere i loro genitori e la loro casa ovunque vadano… Uruguay, Paraguay, Argentina, Cile, Messico, Italia, ecc. … ovunque arrivino, devono trovarsi a casa e sentirsi protetti, amati e sostenuti.

Anche se i giovani, insieme a Sonia Tabita, sono l’avanguardia dell’opera, l’incontro ci ha fatto prendere più consapevolezza, approfondire ancora di più il ruolo che “Noi, i più vecchi” dobbiamo svolgere …visto che per natura i giovani hanno la Potenza e la Flessibilità della canna o dei rami verdi e noi abbiamo la Rigidità e la Durezza del tronco che deve sostenere i rami verdi.

Entrambi possono essere combinati, amalgamati perfettamente per la battaglia finale!!!

Prendere coscienza che TUTTI siamo parte dell’opera e che ognuno di noi svolge un ruolo importantissimo, aggiungendo la propria virtù, il proprio dono, per potenziare i risultati.

Pensando a tutto questo, ci viene in mente l’immagine delle “staffette” o delle “corse a staffetta” dove i membri di ciascuna squadra devono passarsi un elemento chiamato TESTIMONE … altrimenti non possono continuare a gareggiare.

Forse questo sport ha qualche somiglianza con la dinamica della Nostra Opera?

Noi adulti dobbiamo rompere i nostri rigidi schemi, dobbiamo abbattere l’“io” e cambiarlo in “NOI”, solo così potremo comprendere una vita in comunità, cosa che loro hanno capito prima di noi; solo allora potremo andare avanti e superare queste prove e questo processo di selezione.

Questo è il motto: Accompagnarli sempre, è quello che chiedono… loro hanno abbandonato tutto, hanno rinunciato alla loro giovinezza per lottare per un mondo migliore, e già solo per questo, dobbiamo loro tutto…

Claudio Rojas
19 Aprile 2022

Allegati:

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