Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Italiano Español English Português Dutch Српски

gesù predica200Di Francesca Panfili

‘Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole che danno la vita eterna’

‘Nel tempo dell’inganno universale dire la Verità è un atto rivoluzionario’ riportava in uno dei suoi libri Orwell. Molti oggi amano riferire questa frase e dirsi esperti conoscitori della Verità, detentori di un’antica saggezza…ma che cos’è questa Verità e soprattutto con quale parametro dobbiamo rapportarci ad Essa?

La Verità è un processo di profonda realizzazione che non si alimenta di esaltazioni, fanatismi, salamelecchi, pratiche esteriori, grandi parole, ego o adulazione teatrali del maestro che abbiamo incontrato. Quando la vita ci fa incontrare un vero messaggero di Dio, che porta i suoi Segni, l’iniziato, se è realmente tale, sa quante prove, sofferenze, gioie e dolori dovrà affrontare nel tortuoso percorso dell’iniziazione e della crescita spirituale per potersi liberare dal karma che ha generato e finalmente raggiungere un ulteriore scalino nel sentiero dell'evoluzione.

In tutte le tradizioni iniziatiche leggiamo delle grandi prove a cui il maestro sottopone i discepoli. Prove dure, testimoniate ad esempio nel passo biblico di Giobbe, un uomo che dovette affrontare le avversità più aspre superando la tentazione del maligno che testava la sua fede per conto di Dio. Rimasto senza nulla, spogliato di tutto, Giobbe seppe sublimare se stesso, destrutturandosi completamente per confermare la fede nel suo Ideale e in Dio. Nella tradizione orientale le scritture sono colme delle storie di discepoli che dovevano attraversare anche la prova della vita pur di raggiungere la Conoscenza e la realizzazione del Vero. Si racconta che il maestro di Milarepa, Marpa, sottopose il grande yogi ad ogni tipo di prova fino a portarlo allo stremo della fatica psichica, fisica e spirituale per poi accoglierlo tra le sue braccia e donargli il Sacro Insegnamento. Lo stesso fece Tilopa, grande realizzato del sentiero buddhista, con il suo discepolo Naropa che dovette superare 12 fatiche minori e maggiori fino quasi alla morte da cui fu salvato dal maestro che in quell'istante gli donò la realizzazione suprema. Stessa sorte toccò al grande Yogananda il cui Guru, Swami Sri Yukteswar, lo sottopose ad umiliazione, obbedienza e prove apparentemente anche crude e insensate. Tutte queste storie ci insegnano un’unica verità che l’iniziato, che vuole essere tale, deve mettere in conto: la comprensione che il vero maestro non è colui che esalta il discepolo, lo gratifica, lo adula ma colui che lo prova per indurre un processo di disciplina, crescita, dissoluzione dell'ego che distrugge la vecchia casa per edificarne una nuova. Questo a dimostrazione che la Verità non può essere plasmata a nostra immagine e somiglianza e non può neppure rispecchiare le nostre personali ambizioni e volontà. La Verità è disadorna, disarmante, totalizzante ed estrema cosi come lo è il sacrificio di nostro Signore Gesù Cristo che è Verità e il Suo Insegnamento. Il figlio di Dio si è fatto uccidere per la redenzione e la salvezza dell’uomo. Un uomo che dopo 2000 anni continua a tradirlo e a sputargli addosso, ma nonostante questo Egli ha scelto la croce e poi la resurrezione, un percorso del tutto incomprensibile per quei discepoli che lo amavano e che magari proiettavano nel Cristo il loro piccolo, arrogante e stupido punto di vista, come spesso noi facciamo.

La Verità è come il fuoco che brucia. Se il discepolo vi si avvicina troppo e se pone in essere cause distoniche, la legge del karma, indipendentemente dalla volontà dell’iniziato, si paleserà, anche dopo anni e dopo interi cicli incarnativi.

Non basta la fede cieca per arrivare alla realizzazione dell'Assoluto. Non basta la devozione.

Il tempo delle pratiche esteriori e personali è passato, soprattutto se queste pratiche, sviluppate negli anni, non portano frutti di saggezza ossia la comprensione che lo spirito, quando è autentico, non rispecchia i nostri canoni e non deve piegarsi al nostro piacere, alle nostre gratificazioni e ai nostri bisogni. Anzi, come insegnano tutti i maestri incarnatisi sulla terra, ogni piacere e bisogno personale genera già di per sé un karma che porterà inevitabile ad una sofferenza.

Quando il discepolo entra nel tempio, che nel nostro caso è il cammino del discepolato della scienza dello spirito attraverso l'insegnamento di Cristo e dei suoi Angeli dalla volumetrica coscienza, muore e rinasce. La morte iniziatica nel processo evolutivo presuppone prove e dolori necessari affinché la gioia dello spirito e del servizio alla Causa Universale conduca alla méta prevista dalla mente di Dio. Méta agognata a cui il discepolo aspira per l'armonia universale di tutti gli esseri senzienti che compongono l'universo.

Quante volte quindi l'iniziato cade non mettendo in discussione sè stesso ed entrando nel giudizio del maestro e della Causa che serve?

Quante volte l'iniziato si approccia alla Verità-Una seguendo il parametro lineare della sua mente senza considerare il parametro volumetrico utilizzato dagli Eterni Mutanti che guidano l'evoluzione su questo pianeta?

Il nostro piccolo ego e il nostro metro di giudizio potranno mai misurare e contenere il fiume cosmico e inarrestabile della Verità o la vastità di interi universi?

Quante volte abbiamo permesso che l'arroganza ci accecasse o che il nostro puerile bisogno di riconoscimento prevalesse sulla nostra fedeltà alla Causa? Quante volte abbiamo alimentato la brama di gratificazione, la sete di potere e protagonismo, ingannati dall’ego e dal fanatismo? Quante volte abbiamo ricercato attestati di fama e gloria scambiando il percorso dell'iniziazione per un asilo dello spirito dove il prendere prevale sempre sul dare?

I nostri spiriti sono stati toccati immeritatamente, nel corso del flusso dell'eternità, dalla mano del Padre che offre redenzione e così il tocco dello spirito, tramite il sacrificio supremo del Cristo, ci ha dato la possibilità di uscire dal ciclo delle innumerevoli nascite e morti.

Stiamo seguendo questo percorso più per grazia che per meriti accumulati.

Eppure, quanto siamo ciechi quando invece di mettere in discussione noi stessi e il nostro ego, mettiamo in discussione l'Ideale che si serve o il maestro che abbiamo incontrato e che per il nostro bene sanguina e soffre segretamente lavando le nostre miserie? Anziché destrutturare noi stessi osiamo mettere in dubbio la Verità Cosmica prestando il fianco al sussurratore, a colui che desidera farci cadere. E così dimentichiamo uno dei più importanti insegnamenti che ci è stato dato: LOGICA, DISCERNIMENTO E FEDE. Questa triade esprime la conoscenza della legge universale: la logica che deriva dallo studio e dalla realizzazione della scienza dello spirito che non può avvenire individualmente ma che necessita di un maestro, di un cammino e di opere concrete che ci portano alla sperimentazione del valore a beneficio di tutti gli esseri senzienti dell'universo e non solo di noi stessi; il discernimento rispetto a quanto abbiamo meditato e dedotto attraverso lo studio e la pratica; ed infine la fede ossia la certezza che se aderiamo alle logiche dello spirito e attuiamo il discernimento, la vita e la legge fluiranno nel modo più giusto e naturale in armonia con la Volontà Superiore.

Quanto ancora dobbiamo crescere nel cammino, districandoci dagli impulsi e dalle sollecitazioni del mondo che ha scelto di dirigersi verso l’autodistruzione! Quanto ancora i nostri spiriti devono realizzare per rendersi conto che il sacrificio del Nazareno è stato compiuto a beneficio di tutti noi e dei nostri figli e dei figli che verranno e che la vita e la Verità non sono un comodo giaciglio dove poter trovare semplice ristoro ma un costante divenire di prove in cui è necessario superare noi stessi per rimanere nel solco del fiume dell'eternità?

Facciamo tesoro dell'insegnamento che proviene dalla bocca di Giorgio Bongiovanni.

Il Verbo e la Musica

‘Il Verbo e il messaggio che viene dal Cielo e che ci arriva tramite la parola per noi sono la vera comunione di Cristo. Durante questo incontro, che desidero chiamare ‘Il Verbo e la Musica’ ascolteremo gli insegnamenti che provengono dalle sfere superiori e la musica, per ritrovare forza, armonia, certezze, consolidare speranze, consolare le tristezze che spesso abbiamo, per ricordare e andare indietro nel tempo alle cose che abbiamo vissuto nel passato perché il nostro spirito deve vivere tutti gli stati emotivi che abbiamo attraversato. Lo spirito deve vivere tutto ciò che abbiamo fatto, che stiamo facendo e che faremo.

Il nostro massimo punto di riferimento è Cristo ed è per questo che noi esistiamo, che siamo una comunità, che siamo spiriti individuali organizzati nei diversi settori della stessa famiglia comunitaria. Il nostro perno è Cristo, esempio massimo della nostra vita quotidiana che è vivo nelle nostre anime e nel nostro spirito. L'essenza di ciò che facciamo e di ciò in cui crediamo è il Figlio di Dio, Gesù Cristo, con il Suo insegnamento. La nostra certezza è che Lui compia la Sua missione.

Seguendo la comunità giovannea, all’interno dei gruppi che chiamiamo arche, abbiamo fatto la scelta non solo, e non tanto, di seguire Giorgio ma anche di credere nel Segno che porta, sebbene il sensazionalismo delle stimmate sia stato superato. In questi gruppi abbiamo la gioia di vivere e credere che non siamo soli nell’universo, che ci sono dei Fratelli dello spazio ai quali non bisogna credere in forma mistica ma in modo scientifico. Ho raccolto nel corso della mia vita numerose prove della loro esistenza insieme a tanti ricercatori come Pier Giorgio Caria e a giornalisti come Maussan per avallare ciò che io ho visto e che prima di me aveva visto Eugenio Siragusa. Abbiamo la possibilità di vivere anche la gioia di sapere che non siamo soli, che siamo visitati da questi fratelli del Cielo. Questa è un’altra certezza e le nostre paure cessano quando pensiamo per fede e per scienza che ci sono Esseri che non permetteranno mai la distruzione di questo meraviglioso Pianeta. Non abbiamo bisogno di parlare di continuo di questo perché siamo impegnati in attività sociali e concrete ogni giorno per cambiare la società e vedere le persone felici.

Reputo quindi il nostro percorso bellissimo e quando qualcuno di noi si stanca e desidera lasciarlo mettendolo in dubbio, non deve porre in discussione le certezze acquisite con tanti anni di sacrifici ma deve mettere in discussione se stesso cioè la sua vita e le sue scelte.

Dobbiamo mettere in discussione i nostri desideri, le nostre insoddisfazioni e i nostri sogni ancestrali che si infrangono con la forza della Verità perchè questo non accade per via di altri che ci deludono, dato che tutto ciò che viviamo quotidianamente non solo è un frutto della fede, anche se essa è uno degli elementi principali che caratterizza la nostra comunità, la fede in Cristo, nel vostro fratello chi vi parla, la fede che esiste il Cielo, Dio e una dimensione superiore, la Santa Madre, ma non è solo fede. Il motore, l’arma e la forza che anima la nostra fede sono le opere. Sono le opere che parlano per noi.

Io oggi ho certezza della missione che mi è stata affidata soprattutto per le opere che ogni giorno tutti noi insieme poniamo in essere. Il cuore del discorso di oggi è questo: la fede che ho viene caricata e sorretta dalle vostre e dalle nostre opere che sono la mia certezza. Quindi quando qualche fratello vuole lasciare questo cammino o quando i nostri nemici cercano di ostacolarci e le forze del male ci vogliono fermare, noi vinciamo non perchè ci sono le stimmate o gli ufo o perché io vedo la Madre Santissima e Gesù ma perché siamo sorretti da una forza gigantesca che prima non avevamo ossia le opere che facciamo. Sono queste opere che vincono anche sui nostri dubbi e che ci uniscono. Noi oggi siamo più forti perché sono le nostre opere che hanno superato la certezza dell’esistenza degli ufo, la certezza delle veridicità delle mie stimmate e del ritorno di Cristo. Ciò che dovete comprendere è che ciò che ci sostiene non è più la nostra fede, che è importante, ma sono le opere che sostengono questa comunità. Prima ero io che portavo avanti una missione oggi invece è la nostra missione. Io sono il punto di riferimento ma l’opera è la nostra. Questa è la ragione per cui il maligno a volte ci mette in tentazione dall’interno o dall’esterno con dei personaggi potenti che ci vogliono fermare. Ciò accade perché lui non teme più la nostra fede ma teme moltissimo la nostra Causa. Lui ha paura delle nostre idee che non sono più nella mente e non viaggiano più dentro un corpo seduto su un divano che parla, pregando, ascoltando musica, facendo salotto e parlando di ufo. Il maligno teme il nostro attivismo, teme che i nostri giovani scendano nelle piazze come successo a Palermo dove erano in cinquemila in piazza. Al nostro nemico non frega nulla se preghiamo o crediamo agli ufo e alle stimmate. Il male teme le nostre opere; il male teme che sorreggiamo e difendiamo uomini per bene e soprattutto teme tantissimo, più della fede che abbiamo, il nostro essere laici attraverso questa forma astuta di fratellanza basata su valori universali attraverso i quali trasciniamo nella nostra comunità di cristiani anche i non credenti e siamo uniti a loro nelle opere. Il male teme che noi trasciniamo il popolo, che diventiamo una comunità punto di riferimento di milioni di persone nel mondo perché da 50 anni siamo saldi nei nostri ideali e da 33 anni siamo qui, trasparenti anche con gli errori che possiamo commettere e che poi recuperiamo. Siamo qui a rispettare la legge, a combattere contro le ingiustizie. Non rimaniamo seduti a guardare gli ufo sull’Etna. Noi scendiamo in strada, siamo cittadini, operai, padri di famiglia con bimbi, noi protestiamo contro il sistema che fa stare male l’umanità e che fa soffrire non noi, che grazie a Dio abbiamo tutto, ma i nostri fratelli, soprattutto quelli che non sono nella nostra comunità. Quindi voi dovete essere orgogliosi della nostra battaglia e della nostra Causa e aiutare con la correzione fraterna chiunque venga tentato ad andarsene dall’Opera perché la nostra comunità, non la mia persona, è un esempio per il mondo.

Vi dico questo e non vi sto esaltando. Sapete che spesso vi ho ammonito per certi comportamenti ma io sono un uomo onesto e con il lavoro che faccio mi viene istintivo indagare per capire. Io ho le prove che questa comunità, composta da giovani e meno giovani e persino bambini, è una comunità che vuole cambiare il mondo. Noi siamo una confraternita che non vuole isolarsi dal mondo, come una setta. Noi andiamo a lavorare tutti i giorni, andiamo nelle università e nelle istituzioni perché siamo un esempio. Non siamo perfetti, non siamo degli ibridi o androidi che non hanno istinti animaleschi, gli impulsi della sessualità, dell’orgoglio, dell’ego, dell’arroganza e dell’appartenenza, ma siamo umani e come uomini combattiamo contro questi istinti e vinciamo perché abbiamo eletto come ragione della nostra vita la nostra Causa che supera noi stessi… E questo ve lo dice un mistico, un uomo che dovrebbe stare a pregare dalla mattina alla sera come Padre Pio! Ma difendere la Causa sulla strada, nella comunità dove siamo, nelle arche, in tv, a scuola, in ufficio è più importante della fede.

Servire la Causa fisicamente con il nostro attivismo sociale batte la fede che ci chiede Cristo, la supera, la rafforza, la rende degna di essere vicino al Maestro Gesù. Gesù ha insegnato questo nella sua vita quotidiana. Gesù pregava ma era un attivista sociale. Tutti i giorni difendeva i giusti. Uno dei giusti di 2000 anni fa era ad esempio Giovanni Battista che gridava giustizia, e poi Gesù guariva, attaccava i potenti e predicava le cose mistiche di suo Padre cioè la teologia.

Quindi quando andiamo in crisi esistenziale, dobbiamo parlare con noi stessi e guardarci dentro, senza assolvere né giustificare i nostri limiti e i nostri sbagli. Dobbiamo però essere onesti perché nella bilancia che pesa gli sbagli e le azioni, vi è un abisso che non si equipara e che pende maggiormente a favore delle azioni che compiamo!

Io vi faccio i conti in tasca e sono felice che per una volta nella mia vita posso parlare di voi e non di me. Voi vi siete levati il pane dalla bocca per tutelare e testimoniare a favore dei giusti! Voi siete presenti quando vi convoco e non mi lasciate mai solo quando dobbiamo affrontare il nostro nemico. Siete sempre pronti a sostenermi quando eleggo una Causa visibile e, anche quando non vedete con i vostri occhi certe azioni e cause nelle quali non vi posso coinvolgere per ragioni di sicurezza, poi successivamente vedete i frutti nei processi o nel giornale che dirigo di ciò che ho realizzato nel segreto. E’ stato un lavoro della nostra confraternita aver trovato certi documenti grazie ai quali è stato possibile dimostrare anche delle verità indicibili della storia recente del nostro paese.

Sfido chiunque oggi a mettere in dubbio e a discutere il lavoro che voi e noi tutti stiamo svolgendo. I nostri giovani e l’Associazione Funima sono la prova scientifica e palpabile di ciò che facciamo. Non voglio più parlare delle stimmate che sono come un quadro mistico inarrivabile e il conforto per qualcosa di molto più grande che noi stiamo facendo. Vi dico questo perché non dovete vivere con la paura di sbagliare ma dovete vivere con la gioia di ciò che state facendo perché, al di là delle mie promesse, che vi assicuro sono vere, voi erediterete il nuovo regno e la soddisfazione più grande che potete avere è toccare con mano la Causa che servite.

Voi non avete visto Gesù o gli extraterrestri ma avete realizzato una cosa ancora più grande ossia essere protagonisti delle vostre azioni. Voi siete con me e vi sentite tutti me quando parlo in un teatro insieme ai giusti e questa è la cosa più bella che vi possa capitare. Quindi se noi andiamo avanti cosí aspettando il ritorno di Gesù, nel giro di pochi anni diventiamo una forza politica e spirituale pericolosa per il sistema criminale. Smascherare l’Anticristo significa sbugiardarlo con la forza fisica della nostra comunità, con la conoscenza culturale e cosmica che ci arriva tramite i messaggi, con le conferenze e l’attivismo sociale dei giovani. Di fronte a questo chiunque voglia andarsene sbaglia perché prima di lasciare questa Causa deve mettere in discussione sè stesso.

L’Opera di Giorgio con le stimmate è terminata anche se resta un bellissimo ricordo. Oggi esiste l’Opera della nostra comunità giovannea che fa capo a me ma dove tutti noi siamo uno. In questi anni abbiamo superato gravissimi problemi di divisione. Ora quando questo accade se poi ci ritroviamo e parliamo ci riscopriamo più forti di prima e questo perché crediamo nella nostra Causa che è più in alto di noi stessi e dei nostri dubbi ed è ben più grande delle nostre gratificazioni!

E’ la Causa che ci dà forza quindi. Certamente abbiamo la libertà di non essere insieme nella Causa ma dobbiamo dircelo, essere onesti ed esprimerlo chiaramente che la ragione della vostra vita non è più la Causa ma che vogliamo assecondare altre esigenze. Questo per dirvi che dovete avere l’onestà di affermare che la Causa che fino ad oggi avete servito non è più la vostra vita ma è solo una parte di essa e che non è vero che state servendo Cristo.

Il cuore del messaggio di oggi penso che sia aver compreso dopo tanti anni di lezioni spirituali che il nostro fondatore, Maestro, Guida e Re è Gesu Cristo Figlio di Dio e che seguirlo è un percorso davvero difficile. Spesso si è tentati dalla cultura cattolica nel pensare che, per seguire Cristo, basti andare a messa, credere per fede e vivere la propria vita normalmente. Questo non è cristico e rappresenta la cultura dell’antivangelo. Per seguire Cristo non basta andare a messa, stare in una comunità come la nostra, fare la comunione, appoggiare Giorgio e fare l’elemosina. Questo non è seguire Cristo ma è viverlo solo in modo parziale. Seguire Cristo significa invece lasciare tutto, ossia lasciare tutto vivendo comunque la nostra vita nella società, al lavoro e in famiglia. In poche parole quindi lasciare quel mondo pur vivendoci dentro per necessità fisica e di lavoro, continuando a servire la Causa di Cristo.

E’ più facile vestirsi da francescano che lasciare tutto pur rimanendo e vivendo nel vecchio mondo capitalista, borghese, andando a lavorare nello stesso posto di sempre, parlare con i colleghi di lavoro che non credono in ciò che facciamo ma mantenendo la testa e il cuore sempre nella Causa. Questo significa lasciare tutto ossia fare in modo che, una volta assolto il dovere di pagare l’affitto e sostenere la famiglia, il resto si dà alla Causa. Nella nostra comunità abbiamo addirittura persone che hanno offerto la propria casa, i propri figli, la famiglia e i soldi. Tutti noi insieme abbiamo fatto questa scelta.

Voi sapete che io vivo di questo e anche voi vivete di questa Causa, ovviamente nei limiti umani di ciò che potete fare, ma non sono più solo. Ho voi con me! Di fatto la nostra comunità ha sposato il Vangelo di Cristo ma Gesù è la guida più difficile da seguire. Lui è un Essere che esige che devi prendere la tua croce per essere degno di Lui. È Cristo che ci ha detto: ‘Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e persino la sua propria vita, non può essere mio discepolo. E chi non porta la sua croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo’ (Luca 14, 26-27).

Con la parola odio intendeva dire distacco. Cristo vuole essere il più amato di tutti e il più servito di tutti anche se poi è Lui che ha lavato i piedi agli apostoli suoi fratelli.

È sempre Cristo che ci ha detto che se un fratello pecca contro di te bisogna perdonarlo fino a 70 volte 7 cioè 449 volte. Cristo desidera che gli doniate la vostra vita.

Quando siete venuti a Palermo a sostenere i giusti, sapevate che potevate saltare in aria tutti ma siete venuti lì lo stesso e questo non perché siete masochisti ma per servire la Causa. Eravamo tutti lì, anche chi non è potuto venire per ragioni di salute o di lavoro, ha comunque contribuito ed era lì con noi, insieme ai suoi fratelli, un corpo unico.

Cristo ci ha detto di prendere la nostra croce altrimenti non siamo degni di Lui. Quando eravamo a Palermo potevamo saltare in aria e morire tutti. Questo vuol dire che o siete fuori di testa oppure avete detto di sì alla possibilità che potevano farci del male ed avete accettato anche quell'ipotesi con gioia.

Come comunità abbiamo scelto il percorso più difficile cioè quello di seguire Cristo e all’interno della Sua missione ci occupiamo di tanti settori e temi come l’aiuto agli ammalati, ai bambini, l’evangelizzazione parlando del messaggio secondo gli insegnamenti della scienza dello spirito e facciamo la differenza rispetto ad altre comunità perché viviamo l’attivismo sociale sulla strada. Tutti i cristiani che hanno fatto questo sono stati uccisi o perseguitati oppure sono morti di logoramento fisico per aver dato la vita al prossimo…Noi nel nostro piccolo non siamo paurosi nell’offrire la nostra vita se ci viene richiesta dal Cielo e avete dato prova di questo sostenendo i giusti a Palermo. A me bastano i fatti per avallare ciò che vi sto dicendo e i fatti ci sono e sono tangibili.

Quando negli scorsi anni dubitavamo di ciò che stavamo facendo il Cielo era tollerante. Oggi dubitare delle nostre azioni significa invece essere disorientati, strumentalizzati e nella peggiore delle ipotesi significa prestare il fianco come infiltrati del mio nemico. Il disorientamento è accettabile così come il dubbio e confrontandoci possiamo arrivare al chiarimento, ma se prestate il fianco come infiltrati del mio nemico dovete stare certi che lì interviene il Cielo in forma drastica e vi allontana da soli da questo percorso spirituale.

Penso che oggi ci siamo immunizzati dal fanatismo e dall’esaltazione, dal crederci superiori agli altri e dal non avere discernimento, seppur ancora dobbiamo migliorare molto. Oggi però il rischio che corriamo è che il maligno, dato che non riesce a dividerci, si infiltrerà nelle nostre comunità. Questo significa che in un prossimo futuro, che è già un presente, cercherà di infiltrarsi e dividerci. Io questo non lo permetterò perché sono stato avvisato dal Cielo. Fidatevi di me! Se vi dico di lasciare stare certi personaggi o certe cose è perché qualcuno da lassù mi avvisa che sono infiltrati. Essere infiltrati è un segno positivo perché si vede che contiamo qualcosa e disturbiamo questo sistema che combattiamo. Ho avuto prova di questo con gli attacchi subiti recentemente da certi personaggi vicini agli apparati deviati dello Stato…

Quindi dobbiamo essere orgogliosi di ciò che siamo. Chiediamo perdono a Gesù senza paura dei nostri peccati e chiediamoci perdono tra noi se sbagliamo. Ricordatevi che dobbiamo vivere pensando sempre meno a noi stessi perché arriveranno delle prove molto dure in cui pensare a sè stessi significherà morire. Verrà un giorno in cui non ce la faremo se non staremo insieme perché avremo bisogno di stringerci, difenderci e abbracciarci. Arriverà un giorno in cui dovremo difenderci dalle forze della natura, dalle epidemie, dalle minacce dagli attentati che subiremo e solo stando uniti e vicini non temeremo nulla e nessun capello ci verrà tolto dal capo. Ormai avete compreso che non basta credere a ciò che ci dicono i fratelli del Cielo o dare un contributo all’Opera. Non è più sufficiente perché il Signore vuole vederci uniti, attivi. Lui vuole che siamo una famiglia e quindi se decidiamo liberamente di essere soli, di allontanarci e di non essere una famiglia, andremo incontro al peggio.

Abbiamo la certezza che Cristo esiste e che presto ritornerà e in aggiunta a questo abbiamo la certezza di essere visitati dai nostri fratelli del Cielo. Sappiamo che non siamo soli e che loro ci assistono per superare ogni prova. Non mi riferisco solo alla loro presenza fisica con le astronavi ma anche ai messaggi che riceviamo e alla presenza di Adoniesis, Genio Solare di questo sistema solare che manifesta la sua presenza nei nostri giovani. Lui trasforma le forze amorfe o addirittura indifferenti in oro.

Il corpo di Adoniesis sono i giovani dell’Opera. Lui si è compiaciuto nei nostri ragazzi e nei nostri bambini. Dubitare di quanto vi dico non va bene.

Ho ragione di credere che tutti noi non siamo di questo mondo. Pongo la mia attenzione su di voi anche per non lasciare che veniate trascinati in situazioni e cose che non sono del vostro mondo. Quando vogliono dividerci, quando veniamo tentati o abbiamo dubbi e incomprensioni, si tratta di insinuazioni di uomini di questo mondo che vogliono trascinarvi in un mondo, questo, che non è il vostro.

Voi non siete di qua! A voi non interessa il possesso materiale e non interessano neppure le gratificazioni. A voi interessa essere felici insieme a me con la speranza che questi Esseri dell’Universo ci facciano fare un viaggio nel cosmo perché noi lo conosciamo e abbiamo nostalgia del nostro mondo. La mia preghiera è di non farvi trascinare nelle cose che non sono del vostro mondo. Noi dobbiamo vivere le situazioni umane di questo mondo ma farlo come faceva Gesù, senza farci attrarre dalle cose che non erano del suo mondo. Ciò che non apparteneva al suo mondo, Lui lo lasciava fuori. Noi dobbiamo imitare Cristo che disse:

‘In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo: «Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quelli che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità’ (Gv 17,11-19).

Mi chiedete che valore ha la giustizia nella vita e nell’Opera…Il valore della giustizia nella vita quotidiana e quindi nella comunità spirituale va inteso cosi: noi dobbiamo rispettare le regole e le regole nella nostra comunità sono molto semplici ossia rispettarci, non invadere la libertà e la privacy degli altri, rispettare la scelta di vita della persona, non infrangere le leggi, difendere le cause che non sono personali e nostre. Una regola fondamentale della nostra comunità è non difendere mai se stessi ma il fratello che eventualmente si trova ingiustamente accusato. Quando una persona ha problemi non deve allertare o reclamare giustizia per se stessa altrimenti non può dirsi davvero cristiana. Se nella comunità spirituale ci sono problemi con qualcuno dovete chiamare me. Io sono la guida di quest’Opera che è nostra. Come sapete io non mi permetto mai di entrare nella vostra privacy e nelle vostre cose private. Come responsabile stabilisco chi deve dirigere i vari settori o avere dei compiti perché così si fa nelle comunità spirituali serie, soprattutto quando il leader della comunità dimostra sacrificio, umiltà, dedizione e perseveranza. Io sono il primo ad alzarmi la mattina e l’ultimo ad andare a letto. Siete tutti testimoni che io ci sono per parlare con ognuno dei fratelli anche fino a notte fonda se mi viene chiesto aiuto e sono il primo a porgere l’altra guancia quando un fratello se ne vuole andare e voglio dissuadere. La giustizia tra di noi deve essere applicata solo in un senso ossia la correzione fraterna e non il giudizio. Nella nostra comunità non è accettato l’insulto. Dobbiamo metterci sempre in discussione. Chiunque di voi viene scelto da me per dei ruoli e delle responsabilità deve sempre mettere in discussione se stesso. Nessuno dei responsabili può dire al fratello: ‘Fai cosi e basta’ ma il responsabile deve offrire sempre al fratello la possibilità di chiarezza con me personalmente. Non mi permetterò mai di farvi consulenze sulla vostra intimità o sui vostri peccati. E’ satanico intervenire nella vita di una coppia.

Le cose più preziose della mia vita e che io rispetto negli altri le scoprite dalle accuse che mi vengono fatte. Voi sapete che per me l’intimità dei miei fratelli è sacra e quindi mi accuseranno di dividere le famiglie. Da lì dovrete capire che l’unione delle famiglie è ciò a cui tengo di più. Solo così potrete riconoscere dove sta l’inganno.

Voglio dirvi questo: voi avete bisogno di me ed io ho bisogno di voi. Quindi devo essere in mezzo a voi per evitare che il maligno vi divida, vi separi e vi distrugga. Perciò rimango ancora un po' su questa terra per stare in mezzo a voi.

Fin da quando ero bambino ho avuto una guida perfetta che è stato il mio maestro Eugenio Siragusa. Se leggete i suoi messaggi anche oggi sono di grandissimo insegnamento e attualità e quello che vi dico ricalca ciò che lui mi ha trasmesso. E’ lui che mi ha insegnato ad essere il Calice della Comunione Cristica ed è sempre stato lui a dirmi come si fa ad unire e a congregare i fratelli. Se non avessi avuto Eugenio non ci sarebbero state neppure le arche probabilmente’

__________________________

Incontro all’arca ‘Spirito del Sole’

‘Commenterò degli eventi che hanno riguardato la nostra confraternita senza giudicare ma attraverso delle parabole con le quali potrete interpretare ciò che il Cielo oggi vuole dirvi.

Vi ho sempre detto che la libertà è sacra. Nelle mie precedenti incarnazioni mi sono fatto persino uccidere per la libertà di pensiero. Ogni uomo deve scegliere con coscienza il suo percorso. Questo l’ho sempre pensato. Ed ogni uomo deve avere anche il diritto legittimo di cambiare idea. Io posso intraprendere un percorso e poi strada facendo, senza rinnegare ciò in cui ho creduto, posso cambiare. Quello che non è legittimo, e neppure auspicabile, è dissociarsi insultando il fratello. Questo è un errore grave che la Legge punisce severamente. Nei fatti recenti questo non è accaduto, almeno di fronte a me, e di questo ringrazio chi ha lasciato questo cammino. Queste situazioni nella nostra comunità sono già accadute in 50 anni di storia. Non dovete meravigliarvi se tra un mese o due altri fratelli si congederanno dalla nostra Opera con un messaggino tipo lettera della banca. Questo fa parte della vita. Chi intraprende la nostra missione sa che Gesù Cristo è il solo infallibile e sa che noi siamo solo uomini che cercano di imitarlo nel piccolo.

Sapete che ho avuto un maestro, Eugenio Siragusa, che amavo cosi tanto da chiamarlo papà e padre. Lui era un contattista ma anche un filosofo, uno scienziato dello spirito che ad un certo punto ha vissuto un piccolo calvario di Cristo. Eugenio fu denunciato alla magistratura da alcuni suoi rappresentanti delle arche di quel tempo per plagio, violenza carnale, truffa e violenza aggravata. Si trattò di accuse infamanti ed inesistenti che infatti trovarono la piena assoluzione con formula piena perché il fatto non sussisteva. Eugenio non aveva commesso alcun reato…allora voglio invitarvi a riflettere su questo: come mai alcuni fratelli che vedevano in Eugenio Adoniesis, il Padre Eterno, il maestro o l’apostolo Giovanni, una mattina si sono alzati ed hanno iniziato ad accusarlo di quei terribili reati?

Perché Eugenio fu accusato proprio da coloro che più lo amavano, o che almeno formalmente dimostravano a tutti il loro amore per lui?

Quei fratelli delle arche di un tempo che infamarono Eugenio fecero poi una brutta figura in tribunale, dato che dovettero anche pagare le spese processuali vista l’assoluzione. Dovete sapere che erano fratelli che Eugenio sentiva poi come figli e quindi li amava tantissimo e manifestava loro anche la sua umana natura di padre. Tutti noi per nostro padre e nostra madre saremmo anche disposti a dare la vita nonostante i litigi normali in una famiglia e nonostante gli errori che un genitore può commettere. Entrambi i genitori hanno sacrificato la loro vita per noi. Sono loro che ci hanno cresciuti e mantenuti e non possiamo liquidarli o buttarli nella spazzatura per un problema, anche se grave.

Vi riporto questo per darvi l’insegnamento che segue: quando noi scendiamo sul piano umano ci facciamo tentare. E vi dico di più: anche Gesù ebbe problemi con i fratelli delle arche di un tempo perché quando iniziò ad elevare il discorso, anche materialmente e fisicamente, portandolo su un piano incomprensibile per l’umana natura, fu abbandonato da molti di loro e questo avvenne anche al momento del suo arresto.

Riguardo alle defezioni delle arche di un tempo, vi ricordo questo episodio della vita di Gesù.

Quando Gesù riunì i 12 apostoli e i 72 discepoli, tra loro c’erano anche diverse persone, che oggi potremmo definire come simpatizzanti dell’Opera del Signore. Ad un certo punto Gesù disse all’assemblea: “In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda” (Giov.6, 53-56).

In quel momento alcuni fratelli, rappresentanti delle arche del tempo, vollero che Gesù ripetesse quanto detto perché non riuscivano a capire cosa stesse affermando. Una volta ripetuto il concetto, alcuni di loro, amici intimi e stretti di Gesù, si alzarono e se ne andarono dicendo che Egli era un pazzo perché li invitava a mangiare la sua carne e a bere il suo sangue.

Questi fratelli intimi di Gesù fino a poco prima affermavano che Lui era il Cristo, il Figlio di Dio e che qualsiasi cosa Lui diceva loro era legge. Perché l’indomani se ne andarono avendo udito quella frase pronunciata dal Signore?

Con quanto vi ho raccontato desidero darvi questo insegnamento: se desideriamo essere seri e percorrere un cammino spirituale, e sapete che nel mondo ce ne sono molti di percorsi spirituali e di comunità come la nostra, dobbiamo essere credibili anche quando ce ne andiamo; credibili con le persone a cui parliamo. E l’esempio di quei fratelli che abbandonarono il Signore in questo senso è calzante. Fino al giorno prima erano con Lui al suo fianco e poi se ne andarono e parlarono alle persone che prima li avevano visti con Gesù o li avevano uditi gridare ai Farisei che Lui era il Figlio di Dio. Quando abbandonarono il percorso del Signore questi fratelli non dimostrarono la loro serietà perché non si può andare via per una frase o una cosa che non si capisce mentre fino al giorno prima si affermava che Gesù era il Figlio di Dio, che era infallibile e che qualsiasi cosa diceva veniva dal Padre!

Se facciamo come loro, una volta che andiamo al pubblico queste cose ci verranno chieste e dobbiamo essere seri e spiegare perché fino alla sera prima si adulava e si venerava una persona e il giorno dopo la stessa diventa il demonio.

Se lasci un percorso in questo modo qui, aspettati di trovare chi tra la gente ti chiederà: perché Gesù o Eugenio prima erano dei Padri Eterni e oggi per te sono falsi? E il pubblico chiederà conto di chi ha fatto la bandieruola. Chi si comporta cosi non è credibile.

L’insegnamento allora è questo: quando parlate dovete misurare le vostre parole e se promettete qualcosa poi dovete mantenere la parola perché la cosa più indegna che si possa fare è dare la parola e poi non mantenerla. Quindi prima di dire ‘tu sei il Figlio di Dio, tu sei il maestro’ o frasi come ‘io darò la vita per te’ pensateci molto bene! È meglio dire ‘io oggi ti seguo e, dato che sei anche un uomo, so che fai le cose umane ma finché ce la faccio io ti seguo. Il giorno in cui vedo che le tue cose umane non le capirò allora me ne andrò. Mi accetti cosi?’ e io vi direi ‘certo che si!’.

Tutti quei fratelli che mi adorano e mi adulano io già so come si comporteranno nel futuro. Tutti quelli che mi hanno detto Cristo o Padre Eterno se ne sono andati. Quindi quando mi adulano io già da li so cosa accadrà, anche se non glielo dico. So già in anticipo che chi mi adula mi lascerà.

Quando vedete questi Segni che sanguinano vi emozionate ed io questo lo accetto ma se vi sentite dal profondo del cuore di chiamarmi maestro o l’Unto del Signore, state molto attenti perché poi verrà il nostro nemico a chiedervi se siete proprio sicuri di questo o se siete solo dei quaquaraquà che parlano tanto per farlo e poi scivolano cadendo in tentazione.

I fratelli che lasciarono Eugenio e lo calunniarono, facendolo arrestare, gli arrecarono questa sofferenza legata al fatto che lui manifestò loro la sua umana natura. Perciò voglio dirvi: non fate mai un Dio a vostra immagine e somiglianza!

Poi desidero dirvi anche un’altra cosa: a volte mi sono fatto delle domande e le ho lasciate in stand by. La risposta vera e profonda non ero sicuro di averla anche se dentro di me c’era. E quando mi è successo questo mi è apparso il demonio a farmi le stesse domande. E a lui devo rispondere perché altrimenti il Padre vede che non sono forte.

Il demonio mi ha chiesto: ‘Qual è veramente, per te che dici di essere discepolo di Dio e di Cristo, la cosa che ami di più? E non mi rispondere che tu ami Cristo ma dimmi qual è la cosa che ami di più della tua vita umana e spirituale? E non mi rispondere che ami più di tutti i tuoi figli, i tuoi fratelli, tua moglie o Dio perché non è questa la risposta che voglio. Io voglio una risposta da te che mi convince e se mi convinci me ne devo andare’. E poi ha continuato: ‘Tu devi indovinare, leggermi nel pensiero e capire perché ti sto facendo questa domanda’. Voi sapete che il diavolo lo manda Dio ed è quindi il Padre che vuole la risposta a questa domanda. E allora gli ho risposto questo e spero facciate anche voi vostra questa riflessione: ‘La cosa che mi fa più felice, caro satana, è che quando mi presenterò per il giudizio di Dio io mi sentirò apposto. Mi presenterò serenamente perché so che mi giudicherà, so che lo farà severamente e so che Lui sa tutto di me. Quindi non posso mentire a lui. La cosa che mi piace di più e mi fa più felice è il giudizio di Dio. Questo gli ho detto a satana. Questo è il valore, l’azione e l’evento che mi darà più felicità. Il giorno più importante di tutte le mie incarnazioni e di tutta mia vita spirituale sarà quando Dio giudicherà me perché so che Lui sarà giusto, so che Lui sa tutta la verità e sa che io gli ho dato tutto, la mia intera vita, compresi i miei peccati. Dare la vita a Cristo significa non solo dargli le nostre virtù ma anche offrirgli le nostre debolezze e i peccati che abbiamo commesso nel nostro sbagliare ed essere uomini. Questo me lo ha insegnato Gesù nel Getsemani quando ha detto: ‘Padre allontana da me questo calice’. Lui li ci ha insegnato ad offrire al Padre anche i nostri sbagli e lo ha fatto per darci un insegnamento e non perché Lui avesse commesso degli errori, data la sua natura perfetta. E in quel momento Dio lo aveva abbandonato davvero perché Gesù stava chiedendo delle cose che Dio non poteva fare. Poi, per darci l’insegnamento Gesù ha detto al Padre: ‘Sia fatta la tua volontà’.

Quindi la cosa più vera, soddisfacente, gioiosa e meravigliosa per me sarà il giudizio di Dio verso di me. Ma anche voi dovete pensare che Dio vi giudicherà perché voi e Dio sapete tutta la verità e, se la verità è dalla vostra parte, voi sarete premiati ma se la verità non starà dalla vostra e avete mentito, siete stati bugiardi e stolti, la pagherete. Quindi il problema è individuale. In quel momento ci saremo solo noi e il Padre Eterno. Non ci sta la confraternita.

La sera quando andiamo a dormire, anche se abbiamo vicino una compagna o un marito, siamo soli con noi stessi. Nessuno sa ciò che sentiamo dentro ma c’è un ospite invisibile che è Dio e che sa tutto ed ascolta tutto il profondo dei nostri pensieri. Lui sa tutto di noi!

Per questo ho imparato una cosa che desidero condividere con voi: il comandamento di Gesù ‘Non giudicate’ significa ‘Non permettetevi di entrare nella coscienza e nello spirito dei vostri fratelli perché solo Dio sa cosa c’è nel profondo del loro cuore. Noi possiamo giudicare se vengono commessi reati ma, se non ci sono reati che si commettono, non possiamo giudicare ciò che il fratello sta ponendo in essere perché, se non è un reato, va rispettato.

E allora ho due raccomandazioni da farvi. La prima è quella di stare attenti a come parlate: non esaltate gli uomini all’Olimpo degli Dei e quando questi uomini non vi soddisfano più, dall’Olimpo degli Dei li scaraventate nel pozzo dell’inferno perché questo significa essere schizofrenici. E’ meglio essere sempre guardinghi e non farsi trasportare dalla passione nell’esaltare un uomo. Adulare, esaltare e farsi trascinare dall’emotività è indice di una carenza emozionale che poi può trasformarsi nella distruzione di chi si esalta e questo lo sentiamo tutti i giorni nei telegiornali. Quanti delitti passionali vengono commessi da parte di mariti che sono super innamorati delle mogli, esaltandole a Dee e poi, quando quest’ultime se ne vogliono andare e li lasciano, vengono uccise? Prima consideravano quelle donne come delle Madonna in terra e poi, presi dall’esaltazione, entra dentro di loro il demone che sussurra tutt’altro. Ed ecco che questi uomini, presi dall’ira, uccidono. Questo sistema violento, schizofrenico e arrogante noi lo dobbiamo abbattere.

Altra cosa invece è se una persona vuole prendere un cammino diverso dal nostro. In quel caso sarà bello incontrarci ancora per collaborare. Questo sarebbe auspicabile, evolutivo e coerente.
La seconda raccomandazione che voglio farvi è questa: quando siete sereni e non avete paura del giudizio di Dio siete sempre nella Verità. Se dentro di voi avete timore del giudizio di Dio, è difficile che siete davvero nella Verità. Spero che abbiate colto ciò che ho voluto trasmettervi.

La seconda parte del discorso che voglio farvi oggi è dirvi che il nostro percorso è il più difficile da compiere. Capisco quindi le divergenze e le dissociazioni perché il nostro è un cammino insopportabile; il nostro cammino è in trincea e purtroppo, sia il comandante che i soldati, non hanno riciclaggio cioè non vanno in ferie. Ci siamo solo noi. Quindi il nostro cammino è insopportabile perché è stressante, perché è il cammino di Cristo nella strada. Tu puoi servire Cristo pure a casa o andando a messa ma se decidi di servirlo nella strada devi sporcarti le mani, come ci insegna Don Ciotti. Questo vuol dire che nel percorso che stiamo facendo, pur di continuare la guerra contro l’Anticristo, si è coscienti benissimo che possiamo sbagliare perché combattiamo ogni giorno nella strada.

Se una persona guida bene la macchina ma a volte sbaglia indirizzo, questo significa forse che fa schifo o che non merita nulla?

Per questa ragione noi dobbiamo constatare i fatti e le azioni e non le impressioni personali o le sensazioni che abbiamo perché se giudichiamo le sensazioni e le impressioni e buttiamo nella spazzatura tutte le azioni fatte, noi siamo dei Giuda, degli ipocriti e dei Farisei che colano la zanzara e si ingoiano il cammello.

Il nostro cammino è il più difficile perché nel momento in cui si predica la spiritualità, la meditazione, la preghiera, l’osservazione delle astronavi extraterrestri, i messaggi spirituali, non si rischia nulla e non si sbaglia. Si rimane nel giusto ma non si è operativi. Nel momento in cui tu scegli di essere operativo nella strada ti avvicini sempre di più a Cristo con la croce. Questo significa che sbaglierai perché se non cadrai mai vuol dire che il tuo messaggio non è vero ma è semplicemente preconfezionato.

Coloro che vivono solo di spiritualità e poco o niente nell’azione sono bugiardi e falsi perché vivono un'impressione che non esiste o dicono di servire il Cristo come i cardinali della chiesa cattolica mentendo.

Quindi azione, attivismo e rivoluzione è ciò che ci deve guidare. In questo modo siamo con Cristo. Ed oltre a questo, aggiungiamo anche l’errore nel percorso perché se uno non fa nemmeno un errore vuol dire che non è portatore di un messaggio vero ma di un messaggio falso, preconfezionato e solo all’apparenza perfetto. Il vero messaggio nostro è disadorno. E la Verità quando è disadorna è perfetta, quindi vi auguro di sbagliare tanto ma di operare! Quando vi viene chiesta la perfezione o la verità disegnata a vostra immagine e somiglianza, li si sta sbagliando ed è necessaria la correzione fraterna.

Quando parlate riflettete su ciò che dite perché Gesù fu molto preciso quando disse: “Non quello che entra nella bocca rende impuro l'uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l'uomo!” (cap.15 11-12). Qui il Cristo si riferiva proprio al Verbo, alla parola perché ciò che esce dalla bocca esce direttamente dal cuore e se dal cuore escono giudizi e mal dicenze ciò è grave. State attenti se emergono grandi esaltazioni per le persone che amate. Dovete stare attenti che ciò che dite sia davvero ciò che sentite dal profondo del vostro cuore perché poi non potete dire che quello che prima era il messia ora non vi sta più bene. Se fate questo siete dei pagliacci e non sareste credibili verso chi vuole amore e verità…

Realizzate e realizziamo insieme il percorso che ci porta al giudizio di Dio. Noi dobbiamo avere la serenità di dire: ‘Signore, qui ho sbagliato e qui ho peccato, ma ti ho servito? Ero in buona fede? Ho fatto ciò che tu mi hai chiesto malgrado i peccati che ho commesso?’ Se la risposta a queste domande sarà si allora andrete nel regno dei cieli.

Il valore al quale Cristo teneva più di ogni altra cosa, oltre all’ama il tuo prossimo come te stesso, era questo: la consapevolezza che tu sei un uomo che pecca ma che sei disponibile al tuo Signore cosi come sei e non come vorresti essere. Se voi dite: io vorrei essere Cristo ma siete uomini dovete sentirvi uomini sapendo benissimo di non essere perfetti. Quindi siate coscienti di voler essere voi stessi ed essere felici che andrete incontro al giudizio di Dio che sarà perfetto.

Dato che la vita ti reclama e ti imputa sempre qualcosa, chi è quell’uomo, imputato della vita, cosi fortunato da trovare un giudice e una corte perfetta? Non ci sono giudici perfetti ma giudici bravi sulla terra. Noi troveremo però il giudice perfetto che scioglierà tutti i nodi.

Ciò che a me interessa sapere da Cristo è questo: anche se dovessi essere stato colui che gli ha messo i chiodi al Signore, oggi voglio sapere solo se ho fatto ciò che Cristo mi ha chiesto e se ho seguito la Sua volontà rimanendo uomo con i miei errori ma cercando di imitare il Signore. A me interessa più questo che sapere se ero un apostolo o un discepolo. Ciò che a me importa è la Verità e questo deve interessare anche voi perché solo la Verità vi potrà portare serenamente di fronte al giudizio di Dio.

Siamo eterni e non possiamo morire neppure se lo desideriamo perché la nostra patria è l’eternità.

Ciò che voglio ricordare a tutti noi è che, se veramente seguiamo Cristo, la gratificazione è una tentazione di satana. Questo me lo ha inculcato il mio maestro sulla terra Eugenio Siragusa. E Gesù lo insegnava ai suoi apostoli. Tu devi servire senza chiedere nulla in cambio perché solo il fatto che pensi ad un tornaconto non va più bene. Se sono qua da 50 anni è perché non mi sono mai interessate le gratificazioni. Io sono stato scelto ma non volevo esserlo, mi è stato imposto. Quindi la gioia che puoi provare maggiormente, se credi in Cristo, è seguire con passione la tua missione, servire e sperare nella persecuzione. So che questo non è umanamente accettabile ma è la via di Cristo. Se sei invece osannato, glorificato, divinizzato ed applaudito ciò non va bene. Io nel passato sono stato più perseguitato rispetto ad oggi ma, quando ricevo delle delusioni o vivo delle incomprensioni con i miei fratelli che mi accusano, io ringrazio il Signore perché vuol dire che sono nella giusta via perché è Lui che vuole che io soffra. Poi ci sta un piccolo dettaglio: io porto delle ferite che mi fanno soffrire ogni istante.

Tu, io e noi per evolverci necessitiamo di solidarietà e dolore che devono camminare insieme ma il dolore va inteso come sofferenza per amore degli altri. Perciò se ti capita di essere incompreso e perseguitato, devi essere la persona più felice al mondo. Siccome siamo umani e non riusciamo a sopportare questo, allora dissociamoci. Se invece riusciamo ad abbracciare pienamente l’insegnamento di Cristo e riusciamo a sopportare le persecuzioni, le incomprensioni e gli ammonimenti, rimaniamo con Lui. Per seguire il Signore devi essere perseguitato o deriso ingiustamente cioè devi essere deriso e perseguitato per la Sua Causa e devi gioirne.

Oggi c’è un popolo intero che non crede in Gesù perché convinto che Lui fosse un falso profeta. Ciò significa che la mente prevale su ciò che il cuore sente. Io posso solo darvi degli esempi: chi più amavo, il mio maestro Eugenio Siragusa, mi ha buttato fuori di casa e mi ha detto ‘te ne devi andare, non sei più un mio figlio’. Io nonostante questo non l’ho tradito, fino ad oggi, perché sapevo che era il Padre che voleva tutto quello. Non ho detto che lui aveva sbagliato eppure io conoscevo la sua natura umana e le sue debolezze. Ero cosi intimo con Eugenio che lui mi aveva fatto vedere i suoi peccati e me li diceva, peccati come chiunque e non reati, ma debolezze umane. Io però non ho mai pensato che lui non era più lui per via delle sue debolezze o perché mi aveva rinnegato. Questa si chiama coerenza, integrità e credere veramente nella Causa che stai servendo. Eppure Eugenio ha detto pubblicamente a tutti che io non ero più suo figlio e che si dissociava da me. Io non ho mai divulgato nel sito le telefonate, che lui mi faceva nel segreto, in cui mi spronava ad andare avanti. Quindi quanto ho vissuto, persino quella grandissima sofferenza, era un disegno. Il più grande dolore della mia vita è stato il distacco da Eugenio ma oggi sono pienamente cosciente che quella è stata una sofferenza cristica che mi ha fatto evolvere. Mai come oggi io sento il valore e l’insegnamento del mio padre spirituale ma non sono rappresentante della sua opera. Io non l’ho rinnegato e non l’ho tradito ma ho sempre pensato che quello fosse un percorso necessario per farmi arrivare dove sono arrivato. Uno di quei pochi fratelli che ha compreso questo è Enzo Ranieri che è seduto qui vicino a me.

Era il Padre in persona che mi stava facendo soffrire per farmi arrivare dove sono oggi. Quindi, anche se Eugenio avesse sotterrato in giardino milioni di lire, quello non sarebbe stato sufficiente per convincermi che lui era falso, perché il valore di un uomo, di un messaggio e di un insegnamento non sta nella perfezione dell’uomo che lo porta avanti ma nel suo coraggio di dare la vita per la Causa. Questo hanno fatto Peppino Impastato, Falcone e Borsellino o Eugenio che si fece il carcere senza rinnegare le sue idee. Loro hanno dato la vita per la Causa. Dare la faccia per la causa è il valore più importante. Ciò che conta è che tu dai la faccia e rischi la vita per cambiare la società. Pensate a Pasolini, lui con i suoi peccati umani, era un uomo come tutti noi ma dava la faccia e stava per smascherare chi poi avrebbero indagando anni dopo Falcone e Borsellino. Qualsiasi fossero i suoi gusti o la condotta morale, nulla poteva cambiare il fatto che lui stava dando la faccia e la vita per smascherare il sistema che l’ha ucciso.

La dobbiamo smettere di essere farisei, cattolici e ipocriti perché se facciamo cosi significa che stiamo crocifiggendo Cristo. Se noi non cambiamo Lui si presenterà quando tornerà in un modo in cui provocherà potentemente il nostro falso buonismo.

Pasolini era un mandato da Dio per far conoscere a questo popolo che dorme la verità. Se lui oggi fosse stato il direttore di tutte le arche ve ne sareste scappati, invece dovete crescere! Per questo il Maestro Gesù ci ha detto: ‘Dai loro frutti riconoscerete chi sono’. Il Signore non ha detto che riconosceremo chi sono gli uomini e il loro valore dai peccati che commettono o dal loro orientamento sessuale. Gesù ha parlato dei frutti. Quindi se noi diamo frutti buoni siamo con Dio, nonostante i nostri peccati… a volte temo che voi non leggiate il Vangelo. Cristo si è portato in paradiso un assassino criminale che era il ladrone ed ha portato all’inferno uno dei suoi migliori apostoli che era Giuda il quale aveva fatto per il Signore un’opera gigantesca. Solo perché il ladrone ha detto che Cristo era innocente, il Signore lo ha redento. Queste riflessioni e domande ce le dobbiamo fare la sera prima di dormire. Comportiamoci stando al nostro posto e senza replicare al Padre.

Voi dovete realizzare che io sono in buona fede e vi racconto ciò che credo di aver visto ma la ragione del mio valore non sono i contatti o le visioni mistiche che ho ma le opere che svolgo ogni giorno. Sono quelle che dovete considerare.

Quando Gesù tornerà sarà disadorno e non sarà un Dio preconfezionato a nostra immagine e somiglianza. Non facciamoci aspettative come gli apostoli 2000 anni fa. Lui tornò da loro umile e non usò il suo potere. Ora Cristo tornerà come giudice e vuole trovarci a lavorare nella Sua vigna. Se non abbiamo commesso peccati ma non stiamo lavorando nella sua vigna non saremo perdonati! Gesù non vuole persone che non compiono peccati e che non sbagliano. Gesù vuole solo persone che sbagliano e che fanno le azioni. I perfettini Gesù li vomiterà dalla bocca! Non cerchiamo mai la pagliuzza nell’occhio del fratello, ossia i suoi difetti e peccati, nascondendo la trave dell’ipocrisia che è nei nostri occhi ossia l’ego, l’invidia, la gelosia.
Prossimamente il mio nemico mi invierà una lettera in cui si compiacerà del fatto che nella confraternita inizia a serpeggiare il desiderio di lottare l’Anticristo e i demoni interiormente. E il mio nemico mi inviterà a dare retta a questo valore e a questa rappresentazione perché cosi lui potrà continuare a commettere i più terribili delitti e inganni.
Io risponderò al mio nemico che a me non importa nulla del demone che ho dentro. L’unica cosa che per me conta è cercare di prendere il mio nemico cosi che non possa nuocere più a nessuno. Con o senza i miei fratelli lo andrò a scovare!’

_____________________

La verità procede inesorabile sormontando qualsiasi nostro dubbio o incertezza. La missione che Dio ha affidato al suo messaggero nel mondo si compirà, costi quel che costi, con o senza di noi e il fiume della vita proseguirà comunque la sua corsa verso l’Oceano dell’Infinito.

La legge dello spirito e la missione di Cristo si compiranno nell’eternità della storia. Sta a noi cogliere l’immensa possibilità del discepolato, delle prove, dell’iniziazione solare che l’amato Padre nostro, il Sole, desidera offrirci a beneficio nostro e di tutti gli esseri che compongono la creazione.

Lasciarci sfuggire questa immensa possibilità evolutiva, conquistata ardentemente di vita in vita, sarebbe rinunciare ad una realizzazione che apre le porte alle dimensioni superiori a cui ambiamo e di cui siamo testimoni per grazia e intensa volontà.

Rinunciare all’Amore più grande di tutti gli Amori significherebbe gridare ‘si’ a Barabba e procedere inesorabilmente verso gli effetti nefasti delle cause poste perché il karma esiste anche quando noi arrogantemente non ci crediamo.

‘Non vi assalga il dubbio, pargoletti della mia luce’, diceva Poimandres all’antico vegliardo che, con la forza del Verbo, ha incendiato i nostri plessi dell’amore solare.

Che questo ci sia da monito!

La Verità disadorna è un atto rivoluzionario. Non ci appartiene per diritto ma si realizza e si acquisisce con la vita, dando tutta la nostra esistenza, dando tutto di noi stessi, distruggendo il nostro ego per fonderci con le sacre Leggi che il Padre, tramite il suo servo nel mondo che porta i Segni del Figlio di Dio e gli Eterni Mutanti che si sono succeduti nella storia, ci insegnano.

Che il Sacro Sigillo delle stimmate, che abbiamo visto sanguinare e a cui ci siamo inginocchiati, forgi le nostre anime, fortifichi i nostri spiriti e ci renda iniziati alla più grande Verità del tempo di tutti i tempi che procede inesorabile, nonostante tutto e tutti e si compie nella gloria di Cristo che ci ha già visitati, uno ad uno.

Il tempo che ci è stato predetto si compie.

Se tradiamo Cristo tradiamo noi stessi.

Se inganniamo la Causa inganniamo noi stessi e rifiutiamo quella scintilla divina che soggiace in ognuno di noi e che ardentemente desidera realizzare nell’eternità la Verità-Una e la Conoscenza-Una.
Preghiamo la Madre Santissima che protegga i nostri e che sostenga sempre il suo e nostro messaggero nel mondo. Un messaggero che, anche nel silenzio, porta il peso della croce visibile ed invisibile di ogni creatura che soffre e di ogni demone che ci attacca e che sibila al nostro orecchio falsità e menzogne. Che Dio sostenga eternamente questo essere venuto sulla terra per noi. Attraverso di Lui abbiamo conosciuto il Giovane Nazareno che ci sta offrendo la Liberazione.

Proseguiamo nella grande Verità e nella Via che il Padre ci ha indicato, uniti e coscienti delle sue Leggi, contemplando il sacro timore di Dio.

Abbiamo bisogno di uomini e donne risvegliate alla Verità che applichino con coraggio e logica l’insegnamento che Dio ci ha dato.

Il Signore ci vuole operativi e attivi nella sua vigna.

‘Coloro che credono ma non fanno le opere saranno scartati.

Coloro che non credono ma fanno le opere verranno accolti.

Ed infine coloro che credono in me ed operano saranno accolti con la gioia dello spirito dei miei fratelli extraterrestri. Ciò che non bisogna fare è giudicare perché questo ci porta ad uno stadio negativo dell’essere che ci conduce dritti alla seconda morte’

Ringraziamo il Padre che compie sempre i Suoi disegni, spesso imperscrutabili e fuori dal nostro parametro di comprensione ma sempre giusti. Così facendo Lui ci protegge e ci veglia dal male che desidera attaccarci e fiaccarci.

Solo in Cristo e nel suo santissimo sangue, che continua a versarsi per molti ma non per tutti, potremo ritrovare sempre la certezza del nostro esistere.

Con amore e timore di Dio

Francesca
29 Giugno 2022


Allegati:


- 4-06-22 I giusti di Dio
https://www.thebongiovannifamily.it/cronache/cronache-dalle-arche/cronache-dalle-arche-2022/9467-i-giusti-di-dio.html

- 21-05-22 Conoscenza e verità per comprendere gli inganni del sistema
https://www.thebongiovannifamily.it/cronache/cronache-dalle-arche/cronache-dalle-arche-2022/9456-conoscenza-e-verita-per-comprendere-gli-inganni-del-sistema.html

- 17-05-22 La guerra atomica: la minaccia alla vostra vita continua
https://www.thebongiovannifamily.it/messaggi-celesti/2022/9437-la-guerra-atomica-la-minaccia-alla-vostra-vita-continua.html

- 13-04-22 La verità, la giustizia e la libertà nelle confessioni di un amico dell'uomo
https://www.thebongiovannifamily.it/messaggi-celesti/2022/9408-la-verita-la-giustizia-e-la-liberta-nelle-confessioni-di-un-amico-dell-uomo.html

- 21-03-22 'La guerra mondiale, l'Apocalisse e il Ritorno di Cristo'
https://www.thebongiovannifamily.it/messaggi-celesti/2022/9386-la-guerra-mondiale-l-apocalisse-e-il-ritorno-di-cristo.html

- 18-03-22 La guerra in Europa, gli Ufo e il Ritorno di Cristo
https://www.thebongiovannifamily.it/cronache/cronache-dalle-arche/cronache-dalle-arche-2022/9382-la-guerra-in-europa-gli-ufo-e-il-ritorno-di-cristo.html

- 11-03-22 Quo Vadis? Umanità?
https://www.thebongiovannifamily.it/cronache/cronache-dalle-arche/cronache-dalle-arche-2022/9371-quo-vadis-umanita.html

raggi di luce ITAAltri scritti di Francesca Panfili:
https://www.thebongiovannifamily.it/francesca-panfili.html