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soleDi Michela Raddi

Alla luce degli ultimi giorni, la notizia della comunicazione di Giovanni in quanto referente dell’Arca di Roma ci ha colti tutti con sorpresa, ma con tanto entusiasmo e riconoscenza.
Riconoscenza perchè conosciamo Giovanni e la sua dedizione. La sua instancabile diligenza, il suo ardore, la sua fermezza amorevole.

E’ da quasi tre anni che collaboro con FUNIMA International, il che mi ha dato la possibilità di vivere a stretto contatto con lui e far parte di questo “mondo” meraviglioso che sta costruendo quotidianamente con il suo costante lavoro.

Un mondo che, a mia volta, mi consente ogni giorno di imparare, di ricercare, di approfondire e che ci mette di fronte a noi stessi ogni istante. La sua figura è ispirazione, consapevolezza, sacrificio, logica e responsabilità.

Ammiro Giovanni per ciò che è, per ciò che pone in essere, nonostante si possano riscontrare difficoltà e incombenze.

E’ presenza continua nonostante i mille impegni, dedicando il suo tempo ad ognuno indistintamente.

Il Sole è il simbolo del supremo potere cosmico: la divinità onniveggente e il suo potere, l’essere immobile, il cuore del cosmo, il centro dell’essere e della conoscenza intuitiva, illuminazione, giustizia e intelletto. Non è un caso se l’Arca di Roma prende il suo nome.

Arca del Sole: Siamo certi che i fratelli, insieme alla figura e alla guida di Giovanni, sapranno portare nuovi punti di riferimento, nuovi obiettivi e un nuovo percorso, costruttivo e concreto.

Ad oggi, per esperienza e dopo diverse riflessioni, penso che l’Opera spirituale, così come la Vita, richieda sentire dentro di sè quella pienezza interiore che ti dia la vera spinta a dare il tuo contributo.

Quella fiamma che all’inizio del percorso e della conoscenza della Verità brucia l’Anima dal desiderio di mettersi al servizio deve essere poi alimentata dalla consapevolezza, da azioni dettate da una presa di coscienza e cognizione di causa. Senza idealizzazioni e aspettative illusorie. La vita stessa è un flusso in crescita, un continuo sviluppo. Ogni giorno è la fioritura di noi stessi.

Realizzare ciò che siamo, ciò che desideriamo esprimere ci offre la possibilità di agire con concretezza.

Solo se ci si sente “pieni”, si può allora donare davvero, senza correre il rischio di sentirsi un giorno “prosciugati” e consumati.

Metaforicamente immagino ognuno di noi come un recipiente pieno di acqua: se non badiamo alla quantità che ne versiamo senza a nostra volta andare alla fonte a riempirci, ci ritroveremo vuoti.

Non basta sentirsi innamorati, c’è bisogno di introspezione, di sentirsi soddisfatti di ciò che si svolge. Essere consapevoli che si incontreranno anche giornate di fragilità, di stanchezze, di preoccupazioni. Siamo esseri umani, e con esso tutto ciò che ne consegue. Saper riconoscere che abbiamo dei limiti, dei difetti, ma che con volontà e azione si può crescere. Vivere l’Opera è sperimentare se stessi, conoscersi, evolversi.

Un’evoluzione umana e interiore.

Il giusto equilibrio tra il materiale e il non.

Possa essere questo nuovo inizio per i fratelli di Roma e per tutti noi un soffio di rinnovo, di “presenza” e “prosieguo”.

Presenza intesa come partecipazione viva e attiva.

Prosieguo come continuazione di un cammino che conduce all’unica, vera Meta.

Michela Raddi
1 Luglio 2022

 
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