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Tomas CaravaggioDi Sandra de Marco

Non sarebbe certo un gran problema credere in Dio se, una volta ritornato al Padre, fosse rimasto nell’alto del Suo Eremo a godersi la Creazione. Invece, come doveva finire, lo sappiamo tutti, e anche troppo bene. Gesù di Nazareth, il Risorto, ha mantenuto la Promessa e duemila anni dopo ha bussato alle porte delle nostre vite; Egli è qui: con i Segni della Sua Passione, e con numerosi segni che manifesta in Cielo e in Terra, è venuto a risvegliare il tommaso giovanneo, l’incredulo credente che vive in tutti noi.

Uno dei più grandi geni della storia ripropone fedelmente, tramite l’apostolo più scettico, dubbi e timori secolari e li traspone anche ai discepoli, che appaiono meno sfrontati nella richiesta di prove e di conferme. Con “L’incredulità di San Tommaso” (1600 -1601 Bildergalerie), una delle sue opere più straordinarie, il Caravaggio è riuscito a immortalare con insuperabile realismo cosa avvenne nel Cenacolo, sigillando dentro pochi centimetri tutti i nostri turbamenti, la nostra umanità contraddittoria.

Una narrazione pittorica che punta dritto verso il cuore del Messaggio, scavalcando ogni trascendenza e mettendo in risalto un Dio fatto carne e sangue e l’uomo che da sempre lotta contro il peggior nemico: sé stesso.

Il Messia è privo di qualsiasi alone di deità, lontano dalla luce dei riflettori, senza aureola e angioletti che fanno da cornice, costringendo l’occhio a deviare verso il senso più profondo dell’opera. Il Suo volto è lasciato nell’ombra, mentre l’inquadratura si restringe sulla mano destra del Signore, che delicatamente sposta la tunica per scoprire la ferita sul costato e con la sinistra guida la mano di Tommaso. Una mano segnata dal tempo e dalla fatica, inseguita dalle fronti aggrottate e dagli sguardi sgranati e tesi dei testimoni; le teste chine con le bocche aperte di stupore, curiosità e meraviglia, fanno ben intendere quanto il dubbio fosse attecchito anche nel cuore degli altri apostoli.

L’autore condensa in una folgorante sintesi le paure e l’ostinazione dell’uomo, non rendendoci semplicemente partecipi, ma forzatamente protagonisti. Non è sua pretesa consegnare all’umanità una verità assoluta ma, con la pura descrizione dei fatti, provocare un corto circuito alle nostre menti fossili e lasciare in eredità a ognuno di noi lo spunto per interrogarsi su se stessi e sul nostro essere diversamente cristiani.  

Senza dubbio, il percorso di Tommaso è stato anche il cammino di ciascuno di noi, con un'unica variante: noi siamo entrati nel Cenacolo una, cento, mille volte, abbiamo visto, toccato i Segni della Sua presenza; abbiamo pianto, pregato, giurato, osannato… ma ora il tempo è venuto e il Cielo pretende un nuovo passo, una  svolta radicale: esclamare “Mio Signore e mio Dio!” (Gv 20,28) e lasciare tutto per seguirLo.  O voltarsi e andare oltre, per identificarci nel prossimo capolavoro dell’artista: “Natura morta con frutta” (1601-1605 Denver Art Museum).

5 NOVEMBRE 2017 - PORDENONE

Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Ci presentiamo sempre così, perché il Segno della Croce, secondo la tradizione spirituale cristiana e gli insegnamenti di Gesù, squarcia il velo di Maya, armonizza, rompe le energie negative e attira su di noi lo Spirito di Cristo. Fare il Segno della Croce non è un caso, nemmeno una tradizione o un rito: è importante perché significa che noi chiediamo a Nostro Signore di essere presente. Gesù ha detto: «Dove siete due o più di due riuniti nel Mio Nome, Io sono in mezzo a voi», quindi, una volta riuniti, con il Segno della Croce attireremo la Sua presenza.    

Oggi vorrei che voi realizzaste definitivamente una cosa. Mi riferisco al cuore del nostro messaggio, tutto concentrato sulla Seconda Venuta di Cristo, che comprende i Messaggi, gli insegnamenti, le nostre attività, l’attivismo nelle Arche. La nostra storia ha una provenienza bellissima, poliedrica. Molti di noi sono cristiani, di origine islamica, buddhista, ci sono fratelli devoti ai maestri orientali e addirittura dei laici, che intraprendono l’attivismo sociale e non contemplano quello spirituale, ma ne fanno parte e sono con noi. Però tutti sanno che il cuore del mio messaggio, della mia storia, del Segno che porto, è la Seconda Venuta di Cristo.

Nelle conferenze mi rivolgete spesso questa domanda per approfondire, capire: "Come tornerà Gesù e come si manifesterà?". Ne abbiamo parlato tante volte in questi anni, anche in pubblico; spesso è sottinteso, ma a volte il sottinteso può creare un equivoco e far distrarre. Stasera voglio approfondire questo discorso del Vangelo.

Noi dobbiamo sempre tenere presente (e vi prego poi di andare a rileggere i passi del Vangelo corrispondenti), realizzare anche fisicamente, averlo ben chiaro in mente oggettivamente e razionalmente che Gesù Cristo è risorto. Voi tutti, per fede, credete anche senza vedere ("beati coloro che crederanno senza vedere", Gv 20.29), mentre io credo perché L’ho visto fisicamente e la fede mi aiuta a superare la tentazione di pensare che forse sono diventato pazzo; di aver visto lucciole per lanterne. Quindi, la mia e la vostra fede camminano su strade diverse.

Fate molta attenzione: sto facendo un discorso razionale, umano, soprattutto materiale che nasconde l’insegnamento spirituale; mi rivolgo anche ai laici che mi ascoltano.

Cosa significa: Gesù è risorto? Resurrezione è una parola trascendentale. Nel Vangelo viene più volte espressa da Gesù con vari significati. Con la resurrezione, il corpo di Lazzaro, senza vita da quattro giorni, si rialza ed esce dal sepolcro. Rivolto alle folle, Gesù ha dichiarato: «Questa, infatti, è la volontà del Padre Mio: che chiunque vede il Figlio e crede in Lui abbia la vita eterna; e Io lo risusciterò nell’ultimo giorno». (Gv. 6,37) Resurrezione significa anche reincarnazione.

Erroneamente, in base a questo passo, molti credono che, alla fine dei tempi, tutti i morti risorgeranno dalle tombe. Gesù si riferiva a coloro che, nel processo delle vite, metteranno in pratica i Suoi insegnamenti, e li resusciterà nell’ultimo giorno (nell’ultima reincarnazione), cioè libererà le loro anime e le farà risorgere proiettandole nell’Eternità.                

Ritornando al messaggio di oggi, la parola resurrezione deve essere presa alla lettera: Gesù è risorto fisicamente! Gli Angeli della Luce avevano distrutto con un fulmine la pietra che copriva il sepolcro, subito dopo Gesù, in carne viva, si alza ed esce fuori solo con i segni nelle mani, nei piedi e nel costato per farsi riconoscere dai fratelli. Gesù di Nazareth è vivo e, nei quaranta giorni successivi, si mostra in diverse occasioni. Il Vangelo riporta alcuni incontri, come quando attraversa il muro del Cenacolo e sorprende gli apostoli, suscitando non poco spavento. Dato che in tavola c’era del pesce arrostito, Gesù chiede di poterne mangiare e, masticandolo, vuole dimostrare che era presente fisicamente; in realtà non aveva bisogno di nutrirsi. Quando poi ascende al Cielo, lo fa con tutto il corpo, lo stesso con il quale si fa vedere. Questo Spirito Cristico non è un maestro asceso, ma è presente con il corpo. Se Gesù è resuscitato e poi asceso al Cielo, noi che non lo abbiamo visto, ci aspettiamo che ridiscenda. Invece, io vi dico che Cristo è di nuovo presente fisicamente in mezzo a noi dal 1952 con il corpo resuscitato, da quando è iniziata l’opera di Giovanni, di Eugenio. Noi siamo la prosecuzione. Gesù è ritornato e ora voglio che voi abbiate questa verità scolpita nel cuore e nella mente: non si è ancora manifestato con Potenza e Gloria, ma vi invito a leggere i nostri messaggi in cui si proclama che Egli è in incognita sulla Terra, con alcuni dei Suoi apostoli. Non dovete aspettare che discenda dal Cielo. Lo farà, ma questa sera al vostro rientro potreste incontrarLo davanti all’entrata di casa, vestito con la tunica perché vuole vedervi, salutarvi e Gli darete da mangiare! Gesù è in incognita, ma ogni tanto si mostra. Ora vi racconto alcuni episodi sconcertanti…    

Un sabato sera, tre ragazzi di Catania decidono di andare a divertirsi in discoteca. Percorrendo un tratto di strada su una piccola utilitaria, incontrano un giovane uomo che indossa una tunica e fa segno di fermarsi; istintivamente i tre giovani rallentano e lo accolgono in macchina.

Il giovane ‘barbone’ si siede umilmente e riprende il viaggio ascoltando la derisione e le bestemmie dei tre ragazzi divertiti, finché, ad un certo punto, chiede di scendere un po’ più avanti. Incuriositi e spinti da un’inspiegabile attrazione, i tre gli chiedono chi fosse, da dove venisse e perché si trovasse in quel luogo.

Sceso dall’auto, l’uomo si appoggia al finestrino, li guarda fisso negli occhi e dice loro: “Adesso vi dico chi sono, duemila anni fa mi chiamavate il Salvatore, oggi mi date del porco. Fate buon viaggio”; e scompare davanti ai loro occhi. I giovani sconvolti, invece di recarsi in discoteca, sono andati direttamente all’Ospedale Garibaldi di Catania. Riguardo  questo episodio, hanno scritto anche un articolo sul giornale. Non so che fine abbiano fatto questi ragazzi. Penso che inconsciamente abbiano rimosso l’accaduto, o non se lo siano mai spiegato, ma il fatto non è stato mai smentito.

Una sera d’estate di qualche mese fa, all’imbrunire, mentre viaggiavo con Sonia Alea, ho fatto una sosta sotto un ponte non lontano da qui. Incuriosita, Sonia mi ha chiesto  perché mi fossi fermato ed io le ho risposto: “Vedi, lì ho incontrato Gesù, Lui mi ha fermato in questa strada. E’ salito nell’auto e abbiamo parlato”. Prima che se ne andasse Gli ho chiesto: “Dove vai Signore? Cosa fai, come vivi…?”. In quei momenti sei preso dalla tua essenza umana e dunque vorresti aiutare, ospitare. Allora Lui mi ha guardato, forse impietosito e ha risposto: “VIVO GIORNO PER GIORNO”, poi è scomparso. Ho visto strane luci nella Sua direzione, probabilmente i Fratelli del Cielo Lo stavano aspettando; Gesù non ha bisogno dell’asinello. Il Signore mi ha dato un messaggio, una risposta così profonda sulla quale si potrebbero scrivere interi libri. Questo vuol dire che Gesù Cristo è ritornato. Qualcuno potrebbe ribattere ricordando che lo avevo già detto, inoltre ci sono tanti messaggi che avvertono della presenza di  Gesù sulla Terra, ma io vorrei che noi lo vivessimo. A volte lasciamo questa grande verità nella teoria, nella nostra fede, come una cosa puramente spirituale che c’è, magari è la ragione della nostra vita, ma che di fatto non viviamo nella quotidianità. Molte cose apprendiamo nella vita, ma noi ci evolviamo solo se le realizziamo nella quotidianità. È così che impariamo la sopravvivenza: dobbiamo lavorare, ci preoccupiamo per i nostri figli, per i fratelli ed è bellissimo! Ma io voglio che noi viviamo nella quotidianità il fatto che Gesù sia qua e ci visiti! L’aver visitato me significa che ha visitato noi, quindi è un grande onore, una cosa spaventosa! A volte mi vengono tentazioni, depressioni, mi chiedo come farò ad andare avanti e Satana entra nella mia mente (non nel mio spirito, poiché ormai non ho più bisogno di essere provato sull’esistenza del Cristo). Gesù fa un blitz nella mia vita e si fa vedere, anche alcuni di voi mi raccontano avvenimenti che mi fanno capire che Lui è presente.

Cristo è resuscitato, ma non credete a nessuno che dice: “Io sono il Signore! Sono ritornato!”. È falso! Se un giorno dovessi dirvi: “Io sono il Messia”, non credetemi! Io posso essere un messaggero di Gesù; anzi, a volte vengo personificato, come quando sanguino. In quel momento è come se Lui fosse presente, ma nessuno è Gesù.Cristo ha detto di far attenzione ai falsi profeti, ha rivelato che Lui è resuscitato dai morti; quindi Gesù è presente sulla Terra con il corpo di Gesù di Nazareth, con l’Anima di Cristo e lo Spirito del Padre Adonay. Dio è in mezzo a noi, anche se è in incognita, umile, in silenzio. Quando Egli si manifesterà al mondo, avrà lo stesso volto del Consolatore che tutti voi conoscete. Quello è il volto del Padre, di Gesù Cristo resuscitato dai morti. Lo dico perché Lui vuole prepararvi, tutti voi Lo vedrete; molti Lo incontreranno per strada. Se vi apparirà quando sarete soli, Lo vedrete con il volto del Consolatore; se Lo incontrerete in un bar o per strada, non si mostrerà con il Suo vero volto, ma vi darà un segno. In quel momento il cuore vi scoppierà, Lo riconoscerete e direte: "Questo è il Signore!". In pubblico, invece, si trasfigura come è accaduto per i discepoli di Emmaus (Lc 24,13) i quali, facendo parte dei settantadue discepoli, avevano conosciuto Gesù ed assistito a diverse funzioni da Lui celebrate. Gesù si è mostrato loro in Galilea, in mezzo ad altra gente, ha cominciato a dialogare e ad intrattenere le persone con discorsi teologici. Ad un certo punto, ha chiesto del pane, lo ha spezzato e solo a quel punto i due discepoli hanno riconosciuto il Signore!  Si sono inginocchiati e Lui ha detto loro: "Sì sono Io!".

D: Qual è stato l’incontro più sensazionale che hai avuto con Gesù?

Giorgio: E difficile rispondere a questa domanda. Una trentina di anni fa, mi trovavo in Sicilia e percorrevo una strada a bordo di una Fiat 128 bianca, quando ai lati della strada ho visto un giovane vestito come un hippy, con i capelli lunghi, indossava un abito con le frange e dei mocassini in stile indiano. Il giovane, con il volto del Consolatore, della Sindone, mi ha profetizzato quello che sarebbe dovuto succedere. Mi ha detto: "Sono Io, il Figlio dell’Uomo. Raccogli i fiori del tuo giardino, figliolo; sono venuto per dirti questo". L’ho raccontato subito ad Eugenio, a lui dicevo qualsiasi cosa.

Ho avuto un'altra esperienza nel 2001, mia figlia non era ancora nata. A causa della nebbia fitta, guidavo la macchina ad una velocità di 30-40 km/h. Ad un certo punto, mi ha fermato una persona vestita di bianco, ai bordi della strada, che teneva in mano una ciotola. Io guardo tutto, sono sempre pronto ai segni. Osservo le targhe delle auto, le nuvole, gli alberi, a volte vedo luci, ma poi realizzo che non sono i Fratelli del Cielo, bensì luci di elicotteri o i laser delle discoteche. Ho capito che era Gesù, perché subito dopo si è fatto riconoscere e mi ha detto: "Tu sai che Io ho tante legioni e ho tanti servi " e allora ho risposto: "Signore, io voglio essere un Tuo servo". Lui: "Sì, lo sei!" ed ha aggiunto: "Ti ordino di ospitare un soldato di queste legioni nella tua famiglia". Successivamente è nata Sonia Tabita. Io credo che tutti voi siate soldati delle legioni cristiche, ma quella volta mi ha voluto annunciare la nascita specifica di un Suo soldato. Un giorno ho visto un raggio di luce scendere dal soffitto della mia casa e dalla silouette di luce si è materializzato un giovane bellissimo, palestinese, che indossava una tunica. Si è seduto a tavola, Gli ho offerto del pane (paradossalmente ho dato io la Comunione) e poi mi ha detto: "Figliuolo, dobbiamo mangiare il pane della vita". Si è alzato, ha  indietreggiato senza voltarmi le spalle, fino a quando è divenuto una torcia umana di luce, un raggio laser ed è sparito dal soffitto, così come era entrato. Non ci dobbiamo meravigliare: quando Gesù entrava nel Cenacolo,  attraversava il muro, non bussava alla porta.

Voi dovete avere inculcato nel cuore che Gesù è qua, in tutto quello che noi facciamo, peccati compresi, perché noi ci rendiamo conto di aver sbagliato.

Il peccato non ci allontana da Gesù: se noi ci ravvediamo, il Signore ci perdona e ci avviciniamo di più a Lui.  Ci allontaniamo se non ammettiamo di aver peccato o incolpiamo il fratello. Noi non siamo cattivi, non vogliamo fare del male; io vi conosco, siete tutte brave persone. Pecchiamo in buona fede, valutiamo male una situazione, la giudichiamo in modo errato, commettiamo peccati di ego perché vogliamo sopraffare qualcuno, ma non sono peccati di cattiveria, malignità o diabolicità. Tuttavia, sono  sempre dei peccati, quindi, quando sbagliamo ci dobbiamo rivolgere al Signore ed ammetterlo. Se ci comportiamo male con il fratello, andiamogli incontro dicendo la verità e ammettendo il nostro errore; anche se eravamo in buona fede.            

Noi non ci allontaniamo da Cristo se pecchiamo; Lui ci è sempre vicino. Tutto ciò che facciamo durante la giornata, peccati ed errori compresi, deve essere offerto a Cristo: questa Causa è Sua, la nostra vita è Sua. Noi non abbiamo una missione: siamo collaboratori della missione di Gesù Cristo nel mondo. Non abbiamo una candidatura definita, possiamo solo dire: "Signore, la mia vita è Tua; se entrerò nel Regno di Dio sarò felice, altrimenti sia fatta la Tua volontà” .

Tutto quello che facciamo deve essere in funzione della Missione di Cristo per il rinnovamento del mondo, come operare per una causa giusta, la spiritualità, l’attivismo sociale, aiutare i bambini, denunciare le ingiustizie, aiutare le persone giuste. Voglio che voi pensiate che Gesù è qui, anche se non sapete dove abita, fisicamente, umanamente. Lui è il nostro direttore, il nostro Maestro, il nostro Guru, la nostra Guida, il nostro Avatar. Certo, tutti vorremmo un dialogo diretto con il Signore, io pagherei anche con la vita se questo bastasse affinché Lui possa parlarvi ora al mio posto, ma sia fatta la Sua Volontà e non la mia. Il Signore mi delega per darvi dei messaggi, ma non sono solo io ad avere dei contatti (sogni, etc.) con Gesù. Voi dovete pensare a Lui come ad un amico che è presente.

Oggi voglio che torniate a casa con questa certezza: tutta la vostra vita (figli, lavoro, donna, moglie, compagna, fidanzata, realizzazioni, programmi, progetti) deve essere vissuta in funzione alla Sua missione, per servirLo! Dovete rivolgervi a Cristo dicendo: "Signore, tutto ciò che faccio è solo per Te; non per Giorgio. Vado a Palermo, in Sud America… per Te Signore! Scrivo, mangio, penso, vado ad una conferenza, faccio l’amore con mia moglie, ma voglio che in tutto questo ci sia anche Tu Signore! Senza di Te non c’è niente! Ti offro tutta la mia vita fisica, psichica e spirituale, perché Tu mi hai dato la Vita Eterna!".

Io non so quanto ancora dovrò stare qua; non sono eterno, prima o poi rimarrete orfani per un certo periodo di tempo.

Ora voglio fare una provocazione: coinvolgete Cristo in tutto quello che vivete, anche quando state peccando, perché Lui vi blocca e vi impedisce di proseguire. Ditegli: "Signore, sto peccando, ci sei?". Lui c’è, è presente, è lì con voi e vi libera! Egli ha detto agli ipocriti che pregavano e si credevano senza peccato, giusti e perfetti: «In verità vi dico, Io darò il Regno ai peccatori, ai ladri, alle prostitute e lo toglierò a voi». Il peccatore invece si rivolge a Lui dicendo: "Signore, guardami, sono qui, salvami affinché io possa servirTi!". Gesù vuole questo, non i falsi che dentro sono pieni di morte, non pensano mai a Lui, ma fanno credere a tutti che Lo servono. InvochiamoLo anche mentre pecchiamo, Cristo legge nel pensiero, è sempre presente. Tanto vale che ci rivolgiamo subito a Lui e diciamo: "Signore, io mi voglio liberare di questo male, Tu sei qui con me e quindi trascinami verso di Te”. Egli risponderà e vi trascinerà verso di  Sé, vi darà la Conoscenza e vi libererà. Se stiamo facendo le cose dell’Opera, a maggior ragione Lo dobbiamo coinvolgere. Gli dobbiamo parlare, anche se sembreremo dei matti. Parlateci con la mente: "Signore, sto facendo questa conferenza. Tu sei qui presente, come dice il mio amico Giorgio, magari sei vicino a me, sei seduto laggiù in fondo alla sala, e allora questa conferenza la voglio fare per Te...". Fate questo senza fanatismo, cioè vivendolo! Qualsiasi cosa facciamo ci dobbiamo rivolgere a Cristo, perché Lui è padrone delle nostre vite, non come dittatore, ma noi abbiamo detto di sì alla Sua chiamata per servire la Sua missione! A livello burocratico possiamo dire che ognuno di noi ha la propria missione personale, ma con la consapevolezza che noi siamo qui perché abbiamo detto di sì, per seguire la missione di Cristo.

Egli mi ha rivelato: "Chi di voi farà questo, non sarà giudicato, perché è già con Me in Paradiso, quindi può anche peccare, è già nel Regno di Dio!". Io Gli ho chiesto cosa si deve fare e Gesù mi ha risposto: “Bisogna amare il proprio fratello come amate Me! Se il fratello sbaglia e ti fa arrabbiare, lo devi amare ancora di più! E se lo devi correggere, fallo con l’amore!”.                                  

Non è facile, ma questa è la condizione! Se noi ci amiamo, ci abbracciamo, ci serviamo, non proviamo pregiudizi nei confronti del fratello e della sorella che ci sta davanti, noi  siamo già nel Regno di Dio; il Signore vuole che io li ami come amo Lui! E’ un percorso quasi impossibile da realizzare perché, dalla statistica che possiedo, risulta che nessuno di noi ne è capace, nemmeno io; almeno dobbiamo dimostrare a Cristo che siamo disponibili a farlo con tutta la nostra volontà. Cercheremo anche di dare la vita per raggiungere questo risultato, prima che Egli ritorni con Potenza e Gloria nel mondo! Noi ci dobbiamo amare, non con adorazione o devozione come bisogna fare solo nei confronti degli Avatar. Non mi devo inginocchiare davanti al fratello come farei con Gesù; peccherei, perché Uno solo è il nostro Maestro. Devo amare mio fratello come amo Cristo ed insieme dobbiamo essere devoti a Lui. La nostra missione è questa! Quindi andiamo avanti e soprattutto dedichiamo il GIORNO PER GIORNO a Lui!

D: Il fratello è colui che appartiene alle Arche o qualsiasi persona che incontriamo nella nostra vita?

Giorgio: Il fratello è qualsiasi essere umano che incontriamo durante la nostra strada, ma Gesù si riferisce a noi nel caso del comandamento che mi ha dato. Dopo l’ultima cena Cristo raccomanda agli apostoli di amarsi come Lui ha amato loro: è un comandamento specifico rivolto ai presenti,  non a tutta l’umanità.  Noi, insieme a tutti coloro che credono in Cristo,  siamo la discendenza degli apostoli. Io l’ho inteso così. Se poi riusciamo ad amare il fratello che non conosciamo come amiamo Gesù, significa che ci siamo trasfigurati nell’Essenza Cristica: è questo il percorso finale. Gesù ama l’intera  umanità, anche Totò Riina e vuole che lui si ravveda e dica tutta la verità. Fate attenzione, non dobbiamo scambiare l’amore con la debolezza o la giustizia con la vendetta; bisogna stare attenti e discernere.

A volte scambiamo l’amore con la debolezza e permettiamo ad altri di continuare a sbagliare. Non lo possiamo fare, li dobbiamo correggere anche con determinazione o   gridando. Gesù ha preso il bastone e ha distrutto le bancarelle dei mercanti del tempio, ferendone alcuni, ma ha detto anche di porgere l’altra guancia. Noi non possiamo vendicarci; dobbiamo fare giustizia. La giustizia è il traguardo che si raggiunge quando riusciamo a convincere una persona a ravvedersi, pur avendo un peccato mortale, a cambiare, a pentirsi e a dire tutta la verità. Spesso noi commettiamo l’errore di scambiare la giustizia con la vendetta o con l’arroganza. In nome della giustizia sono stati commessi genocidi, dittature, disuguaglianze, discriminazioni, razzismi, che nella migliore delle ipotesi erano atti di vendetta; nella peggiore, si trattava di odio, diabolicità! È importante, e anche determinante che, chi commette reati, soprattutto  quelli mafiosi dove sono coinvolti uomini potenti, paghi con la giusta pena. Ed è altresì giusto concedere attenuanti alla pena, se il pentito racconta tutta la verità ai giudici e si pente di fronte a Dio.

D: In questi ultimi tempi ho notato momenti di depressione improvvisa anche tra i bambini.

Giorgio: Se succede ai bambini, è perché loro sono lo specchio degli adulti. I bambini sono sempre puri ed innocenti, non hanno mai colpe. Il bambino, anche se commette un omicidio o una strage, è impunibile. A Napoli ci sono bambini di undici anni sfruttati  dalla camorra per spacciare droga o per compiere omicidi; diabolicamente, noi uomini li usiamo per fare del male. Gli adulti hanno depressioni inutili quando Cristo non è con loro, non c’è amore o una causa da servire. Il lavoro più grande che ora Satana (le forze negative) sta facendo è quello di renderti vuoto; ha visto che molti atei operano meglio dei cristiani, quindi non ha bisogno di farci  credere che Dio non esista. Poco tempo fa ho incontrato il personificatore di Satana all’aeroporto di Roma che mi ha detto: “Io ti creerò il vuoto”, ma non si riferiva solo al vuoto fisico, anche a quello interiore. Quando vi sentite vuoti è perché su di voi c’è la mano dell’anticristo. Non è una cosa gravissima, succede, ma Cristo ci dice: “State insieme e uniti. Dove siete due o più di due riuniti nel mio nome, Io sono in mezzo a voi”. Gesù non è un pazzo, Lui è veramente in mezzo a noi! Allora dobbiamo farci passare tutte le depressioni e le tentazioni. Io so che siamo messi alla prova. A volte Cristo o Suo Padre, che è un po’ più severo, ci prova nella fede, nella perseveranza, per vedere se noi stiamo vivendo di Luce riflessa, se siamo sanguisughe. Ci fa soffrire, ma se il Padre ti mette alla prova non ti abbandona mai!

D: Come possiamo conciliare l’amare il prossimo con il non dare le perle ai porci?

Giorgio: Non dare le perle ai porci, significa che non bisogna offrire la Verità del Messaggio di Cristo ad una persona che non ne ha fatto richiesta o è disinteressata; o addirittura ad una persona che lo ridicolizza. Se noi insistiamo a rivelarle quella verità, stiamo dando le perle ai porci. Il messaggio deve essere trasmesso quando c’è la predisposizione reciproca. Qualche anno fa mi hanno invitato ad un programma su Mediaset e, concedendomi la diretta, mi hanno promesso che avrei potuto raccontare la mia storia, rispettandomi. In collegamento da Palermo, la trasmissione è iniziata con una bella signora che parlava di Cristo, mentre la telecamera le inquadrava le gambe e la scollatura. La parola è passata anche ad un prete presente in studio, che mi ha ridicolizzato, ed un chimico spacciatosi per medico mi ha accusato. Io ho cercato di dire che le immagini mostrate non corrispondevano al vero, ma ero interrotto continuamente. Così non ho detto più nulla, perché qualsiasi cosa avessi dichiarato  sarebbe stato dare le perle ai porci. Ho sopportato tutte le calunnie. Ogni tanto inquadravano le mie mani e il messaggio è stato più che sufficiente. Se avessi rivelato  altro, il Signore mi avrebbe ammonito: “Perché dai le perle ai porci?”.  Non è una contrapposizione all’amore. Alcuni miei amici mi hanno detto: “Ma come, tu non eri Giovanni Battista che gridava? Perché sei rimasto zitto?”. Ho ricevuto tantissime e-mail di persone che fino a quel momento nemmeno mi conoscevano; mi hanno elogiato  per il mio silenzio, per l’umiltà, perché di fronte al linciaggio che stavo subendo hanno visto un comportamento secondo il messaggio evangelico. Gesù non ha detto niente quando Lo hanno insultato. Se si fosse parlato di un giusto, di Cristo o di un amico, mi sarei scatenato come una belva per difenderlo.

D: Hai mai avuto esperienze dirette di bilocazione?

Giorgio: Per quanto riguarda la bilocazione, personalmente non  so dare una risposta specifica. È successo che alcuni fratelli mi abbiano visto in una spiaggia in Uruguay o in Argentina, quando mi trovavo fisicamente in Italia; io ci credo. Comunque sia, se dovesse succedere, non sarebbe una mia intenzione. Gesù è padrone della bilocazione: può sedersi qui e mostrarsi contemporaneamente in altri quattro posti, può farlo personalmente o con l’aiuto degli Angeli; grazie alla loro scienza olografica essi possono farLo apparire in posti differenti, ma è come se fosse Lui. Quando puoi toccare il corpo di Gesù o Lui stesso ti chiede un pezzo di pane e lo mangia davanti ai tuoi occhi, non si tratta di un ologramma, Egli è presente fisicamente!

D: Cristo in croce dice al discepolo prediletto: 'Ecco tua Madre' e alla Madre 'Ecco tuo Figlio'. Vorrei una spiegazione un po' approfondita del significato globale di queste parole.

Giorgio: Ci sono due spiegazioni: una umana-teologica ed una spirituale-teologica. Nella  prima Gesù consegna nelle mani di Giovanni la propria madre, affinché venga assistita fino alla Sua ascensione al Cielo. La spiegazione spirituale-teologica, quindi eterna, riguarda la missione di Cristo: Giovanni e la Santa Madre sono i custodi della Madre Terra. La Santa Madre rappresenta lo Spirito della Madre Terra e Giovanni è l’apostolo prediletto, il più evoluto in missione nel mondo. Gesù spiritualmente consegna la Sua missione a Giovanni e alla Madonna, i custodi spirituali o principi dell’umanità, in antitesi al principe di questo mondo che è Satana. Giovanni è l’annunciatore della Venuta di Cristo. Sotto la croce, come già vi ho detto, dentro Giovanni c’era anche l’altro Giovanni: entrambi rappresentano l’essenza dell’Essere precursore di Cristo. La Madonna è la Santa Madre, l’Annunciatrice della Venuta di Cristo.    

D: Cosa teme l’anticristo?

Giorgio: Quando sulla Terra ci sono uomini giusti come me (io sono l’ultimo, ci sono anche molti altri giusti che gridano la Verità), i potenti e gli uomini temono potenzialmente che venga ostacolato il loro potere. L’anticristo, come altri spiriti potenti, è millenario: non pensa al 2019, pensa al 2150 al 2400 nella sua mente millenaria; lui ha potere di prendere corpi come vuole! L’anticristo è un Cristo al contrario. Gesù ha detto che la Verità rende liberi! Se un Giorgio Bongiovanni, come altri, dice la Verità, allora l’anticristo teme che questa Verità coinvolga in futuro milioni di persone e ciò rappresenterebbe la sua fine; non potrebbe governare con tutti questi spiriti liberi. Ecco perché l’anticristo cerca di attuare un attentato preventivo prima che questa cosa diventi inarrestabile. Gesù tornerà presto, ma se decidesse di ritornare tra duecento anni,  la nostra Verità, quella che io vi offro, sarà dentro il cuore di centinaia di milioni di persone! Noi dobbiamo gioire: abbiamo già vinto il mondo poiché questa nostra Verità non la fermerà nessuno, nemmeno l’anticristo! La Chiesa spirituale che noi serviamo entrerà nel cuore di milioni di persone e abbatterà la falsa Chiesa che ora vive nella ricchezza, nello sfarzo e nella corruzione. Noi dobbiamo continuare così, senza trasformarci in un’ istituzione. Gesù tornerà sicuramente; anche se dovesse ritardare, noi abbiamo già vinto il mondo. Quando vedo i ragazzi so che non li fermerà più nessuno, nemmeno le bombe! Quindi gioite e sentitevi bene! Tutto ciò non significa che non soffriremo o che non avremo prove. Il Signore ci proverà, ma dobbiamo stare attenti al vuoto che ci aggancia subito, sentitevi sempre motivati. Il mio maestro Eugenio mi diceva: “Ricordati, se Dio non ti manda le prove e ti senti vuoto, cercatele! Così ti sentirai pieno e le supererai”. Noi ne abbiamo già tante, non c’è bisogno di cercarle.

D: Mi sfugge la connessione tra gli alieni e la spiritualità. Vorrei capire il loro ruolo, il perché sono qua e quale rapporto possiamo avere con essi.

Giorgio: Se lei entra nel sito web della NASA, troverà fotografie del nostro Universo; sono modeste, banali, quasi infantili, ma sufficienti per farci capire un concetto. Per esempio, la sonda spaziale europea che sta per concludere il suo programma intorno al sistema solare, è arrivata fino a Saturno, dal quale ci ha inviato meravigliose immagini  dell’Universo. In alcune di queste, figura un puntino grande come una lenticchia: la Terra. Lei immagini di mettersi alla guida di quella sonda e di volgere il suo sguardo su quel puntino, che siamo noi. Secondo i dati della NASA, ci sono cento miliardi di stelle nella nostra galassia e centinaia di migliaia, di miliardi di pianeti. Lei supponga di leggere quell’informazione sul computer di bordo, poi guardi quella lenticchia, dopodiché comincerà a pensare: “Signore, noi siamo dentro quella lenticchia,  come cellule visibili solo al microscopio elettronico, quindi siamo nulla o poco...”. Poi, mentre sta pensando a tutte queste cose, immagini di vedere una strana navicella che si avvicina e attracca la sua. Lei si spaventerà, si chiederà se sono esseri cattivi e temerà quello che potrebbero fare. Gli alieni entreranno, di loro iniziativa, nella sua cabina di pilotaggio e si presenteranno: sono Esseri di Luce, bellissimi! Lei allora domanderà cosa vogliono, chi sono e da dove vengono. E gli extraterrestri le risponderanno: “Noi siamo abitanti di altri pianeti e abbiamo visto nascere quel puntino che lei vede: la Terra. Siamo miliardi di anni più avanti di voi, siamo stati creati dal vostro stesso Dio quindici miliardi di anni fa!”. Nel diciannovesimo secolo, noi uomini non avevamo ancora inventato la macchina, ma sono trascorsi duecento anni ed ora voliamo nello spazio. Se in così poco tempo abbiamo raggiunto tanto progresso, diventa inconcepibile per noi immaginare quale tecnologia abbia raggiunto una civiltà più evoluta di miliardi di anni! Inoltre, nel momento in cui domanderà a questi splendidi Esseri se sono credenti, essi le risponderanno: "Certo che crediamo in Dio, in Cristo, noi Lo conosciamo da miliardi di anni, molto  prima di lei". Nella Bibbia, questi alieni  vengono chiamati Angeli. La Bibbia non parla dell’Universo, ma Cristo nel Vangelo annuncia agli apostoli: "Io me ne vado, ma vi manderò il Consolatore che vi parlerà delle cose Celesti di cui Io adesso non posso parlarvi; allora lo comprenderete e crederete che Io ho mandato lui per darvi questo insegnamento". Le cose celesti a cui si riferiva Gesù sono l’Universo, il Cosmo. Se noi dovessimo incontrare una civiltà extraterrestre non penseremmo di vedere demoni.  Adesso è più facile per noi comprendere la vita su altri pianeti, quindi vorremmo sapere il motivo della loro visita. Teologicamente, l’Universo è infinito, è stato creato da Dio, è abitato e per fortuna ha vita intelligente e pacifica. Qui sul pianeta Terra, la vita è infernale, loro invece vivono in un Paradiso. Anche Gesù nel Vangelo dice: "la Casa del Padre Mio ha molte dimore"; si riferisce ad altre civiltà più ubbidienti e solerti che ci visitano. Sono così amorevoli che ci guardano con le loro astronavi straordinarie e piangono per pena. Potrebbero annientarci, ma aspettano con ansia le direttive di Cristo, Lo conoscono e Lo vivono. Loro chiamano il Cristo: Intelligenza Onnicreante o Intelligenza Suprema.    

D: Dopo il 1952, Gesù ha visitato altre persone che non conoscevano il messaggio di Eugenio Siragusa?

Giorgio: I ragazzi di Catania che ho citato prima non avevano mai conosciuto Eugenio, né me; noi abbiamo letto l’episodio sul giornale. Moltissime persone mi hanno detto di aver incontrato Gesù. Certo, tante storie sono senza riscontro, ma credo che molte siano vere perché Gesù stesso mi ha rivelato che si presenta anche ad altre persone, a tutti gli iniziati; alcuni non fanno parte delle Arche e non mi conoscono. Se Gesù è andato da quei tre ragazzi di Catania c’è un motivo, forse anche loro erano iniziati.

D: Come possiamo essere degni di incontrare Gesù e come contenere tutta l’emozione che potremmo sentire in quel momento?

Giorgio: Non devi preoccuparti, ci penserà Lui! Attenzione, potreste averLo già incontrato senza che ve ne siate resi conto; prenderete coscienza più avanti. A questo riguardo, Gesù dice: "In verità vi dico, ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi Miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a Me". (Mt 25,40)

D: Nell’Annunciazione, cosa ha visto di preciso la giovane Maria? In che forma si è presentato l’Arcangelo Gabriele?  

Giorgio: L’Arcangelo è un Essere di Luce che io chiamo Ashtar Sheran; di lui abbiamo qualche immagine. I sette Arcangeli di Dio si chiamano tutti Ashtar Sheran: possiedono un solo Spirito e sette Anime Collettive Divine, ma sono Entità diverse. Sono tutti comandanti di questa grande Confederazione Angelica. Pur essendo Entità individuali, il loro Spirito è unico, compenetrato dallo Spirito Santo. Anche Cristo è un Arcangelo, ma è compenetrato dallo Spirito Santo. Il Padre Adonay è un Avatar, un Essere Divino, è Dio  compenetrato dallo Spirito Santo. Questi Esseri Divini sono tanti, ma se lo Spirito Santo è Uno, io vedo sempre l’Uno attraverso diverse forme e diverse sostanze. Noi siamo nel cammino iniziatico e dobbiamo cominciare a realizzare questi altissimi concetti. Infatti il Cristo ha detto: " Io e il Padre Mio siamo una ed una sola cosa!". Il Padre, il Figlio, l’Arcangelo Gabriele, la Santa Madre, Krishna, gli Avatar... sono tutti personificati dallo Spirito Santo! E’ Dio che ti sta parlando, è la Divinità! Quindi devi essere devoto. Non devi guardare lo strumento; puoi anche farlo ed essere devoto, ma tu sai chi c’è lì: è quell’Uno! Noi ancora non siamo Divinità, non siamo Anime Collettive Divine. Siamo tutti spiriti individuali con il nostro libero arbitrio, il nostro ego, il nostro orgoglio: -  …io sono io,  tu sei tu… lui è lui... lei è lei  - e ci sentiamo divini. Invece siamo solo degli spiriti individuali, da aiutare e da accompagnare con la mano. Gli Spiriti veri, evoluti, divini, sono una Collettività nell’Uno e ricevono delle caratteristiche dall’Uno: la Giustizia, l’Amore, la Misericordia, la Tolleranza.

D: Le azioni che noi compiamo hanno un effetto anche in Cielo?

Giorgio: Ad ogni causa che noi produciamo corrisponde sempre un effetto, in questa vita o nelle successive, nella nostra esistenza e nella sfera dimensionale nella quale  operiamo. Ora noi siamo in terza dimensione, quindi l’effetto delle nostre cause sarà manifesto in questa dimensione e all’interno della nostra esistenza, che racchiude tutte le persone, esseri e spiriti con i quali siamo in contatto. Non produce nessun effetto nei confronti di una persona che si trova in Australia, la quale non ti conosce. Le nostre azioni possono produrre anche un effetto nell’intero Universo, ma solo nella misura in cui le consideriamo come energia che il Sole capta ( tutto è energia, anche la materia, tutte le nostre espressioni). Il Sole riceve da noi e trasmette a noi, se le azioni sono negative ne subisce un’influenza, una sofferenza; se sono positive riceve gioia, amore e poi le rigurgita sulla Terra. Quindi le nostre azioni influiscono sul Cuore del Sole: se noi produciamo bene riceveremo del bene e se produciamo del male riceveremo  sofferenza! Siamo legati in tutto e per tutto a questo Sole, che a sua volta è legato agli altri Soli, i quali sono uniti alla Galassia.

D: È vero che noi siamo in più posti contemporaneamente (pianeti o dimensioni)?    

Giorgio: A livello filosofico, spirituale, noi siamo inseriti all’interno di un’Essenza che è infinita e si manifesta in diverse dimensioni. Ora noi siamo nella terza dimensione e partecipiamo, senza rendercene conto, alla vita dell’Universo. Viaggiamo al suo interno e ci spostiamo con l’Universo. Ad esempio: il nostro Sistema Solare si trova alla periferia della Via Lattea, ma tende verso il centro, che raggiungerà tra due miliardi di anni. Noi non lo sappiamo, però viviamo tutto ciò che è all’interno di questa Galassia la quale, a sua volta, si trova all’interno dell’Universo. Gli Esseri della sesta dimensione sono coscienti delle dimensioni inferiori e quindi vivono il Tutto. Noi viviamo una parte del Tutto cosciente; il nostro spirito però vive il Tutto. Più ci evolviamo e più acquisiremo la Conoscenza dei nostri Fratelli Superiori. Questo dipende da noi, da ciò che seminiamo nell’azione quotidiana della nostra vita e durante le nostre reincarnazioni.

D: Quando facciamo del bene al nostro prossimo, come possiamo leggere nel nostro cuore e capire se abbiamo agito in Cristo o se invece lo abbiamo fatto in maniera interessata, per essere amati?

Giorgio:  Hai la prova di aver agito in Cristo quando non ricevi niente in cambio e sei comunque felice; se ricevessi in cambio qualcosa rimarresti sempre nel dubbio, ma questo qualcosa non va rifiutato. Nel tempo realizzerai che puoi dare a Cristo e ricevere, perché anche quello è per Lui.

D: Gli Esseri di Luce conoscono già tutto l’Universo, le galassie, le varie dimensioni o stanno ricercando anche altre cose?

Giorgio: Adoniesis, che io conosco e che noi chiamiamo Padre, conosce tutto il Cosmo, ma non ciò che è nella Mente Creativa dello Spirito Santo per quanto riguarda il futuro della Creazione. Lo scoprirà giorno per giorno durante la creazione di mondi e universi che lo Spirito Santo partorisce in continuazione. Questo vale per tutti gli Esseri come Lui. Gli Esseri di Luce conoscono il 30% dell’Universo conosciuto. La Confederazione Interstellare ha raggiunto il 40% dell’esplorazione universale. I Geni Solari – settima dimensione – conoscono tutto l’Universo e danno direttive all’intera essenza di vita, a tutti gli esseri che stanno sotto quelle dimensioni. Ma la Mente Creativa dello Spirito Santo, dell’Unico Dio, è sconosciuta: nemmeno Dio stesso la può conoscere! Ecco perché vuole essere adorato come Unico Dio; sebbene noi raggiungeremo la Sua dimensione, non potremo mai entrare nella Sua Mente Creativa e progettare il disegno della Sua Essenza Continua: questo lo dobbiamo solo a Lui! Noi siamo il manifestato, il creato; Egli è l’Increato. Quindi il Santo Spirito ha il diritto unico ed assoluto di progettare nella propria Mente la Creazione che è sconosciuta persino agli Dèi; diventerà conosciuta nel momento in cui Lui la manifesterà.

D: L’Io Sono, Spirito puro, immutabile ed eterno, dimora nella settima dimensione? È per questo che ascendendo e diventando Spirito puro saremo Uno con Lui che E’?

Giorgio: Saremo Uno con Colui che È,  quindi della Sua stessa evoluzione. Diventeremo Dèi, contempleremo solo il Cosmo creato e lo faremo nel momento in cui Lui lo manifesterà. Ecco perché dice: “Io Sono l’Unico Dio!”.

D: Perché Ashtar Sheran/Gabriele si è inginocchiato a Maria?

Giorgio: Maria di Nazareth era lo strumento che doveva far nascere Cristo, Maria è anche l’involucro dello Spirito Santo. Gabriele lo sapeva e si inginocchia di fronte a Lei. Lui sa chi possiede Maria all’interno del cuore: il suo Dio! Noi dobbiamo realizzare queste cose.  Gesù lo dice: “Io non sono venuto per essere servito, ma per servire” . Quando  svilupperemo il valore assoluto dell’umiltà – che è intrinseco nello Spirito Santo – noi diventeremo Angeli. Il più grande atto di umiltà che lo Spirito Santo offre a tutta la Creazione è farci  diventare come Lui! Trovatemi un solo uomo sulla Terra che vuole che gli altri diventino come lui: potente, forte ... nessuno! Gli uomini, tutti noi siamo arroganti ed egoisti, invece lo Spirito Santo offre l’Eternità, la Deità e ti fa diventare un Essere Creante. Ciò che devi concedere allo Spirito Santo è l’ubbidienza e rispettare la Sua volontà di fare progetti a te sconosciuti: guai se non fosse così! Lo Spirito Santo non condivide la propria progettualità con nessuno: lo fa solo nel momento in cui i Suoi disegni sono manifesti, realizzati. Questo è Dio!

Vi bacio nel cuore, con tanto affetto. Dio vi benedica: nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

15 APRILE 2018 - ACIREALE

D: Quale struttura sociale, economica, politica vige nelle civiltà extraterrestri?

Giorgio: Una risposta esaustiva a questa domanda, necessita un’intera conferenza su questo tema, dovrò quindi  essere sintetico.

Parlerò di civiltà umane, come la nostra, poiché vi sono altre civiltà composte da Esseri di luce che vivono negli astri, nei soli (quei mondi che Gesù chiamava Paradiso), e accennare al modus vivendi di questi ultimi, creerebbe confusione interiore. Quindi mi limiterò a illustrare la vita di civiltà extraterrestri umane (razze umanoidi) formate da esseri con un corpo molto più sensibile del nostro, ma pur sempre fatto di materia. Si tratta di civiltà molto più evolute della nostra di milioni e milioni di anni; possiedono una tecnologia avanzata molto lontana dalla nostra immaginazione: questi esseri possono superare la velocità della luce decine di volte, costruire astronavi con materiale biologico creando mezzi materiali vivi (cellule vive). La vita politica è basata su un unico Stato, un governo mondiale e la ricchezza del pianeta viene messa a disposizione di tutti, non esiste la moneta. La sofisticata tecnologia e i risultati scientifici sono messi a disposizione di tutta la società: ad esempio, se creano un’auto, come la nostra Ferrari, questa sarà messa a disposizione di tutti i cittadini di quel mondo. Ciò non significa che tutti sono proprietari della Ferrari, della villa, della piscina o del terreno: la proprietà è dell’intera società. Il Parlamento è composto da scienziati, teologi e filosofi che discutono in armonia. Non ci sono uomini politici, cosi come li intendiamo noi, né persone che si appropriano indebitamente della ricchezza pubblica, in quanto non esiste il valore della moneta. Non è possibile avere più degli altri, tutta la società usufruisce dei beni.

Qualsiasi tentativo di sopraffazione o atto di violenza viene neutralizzato dall’intervento di un organo di polizia formato da robot. al quale è affidata la sicurezza.

Questo sistema di controllo, potrebbe apparire ai nostri occhi come una dittatura; in realtà viene applicato immediatamente solo in caso di violenza nei confronti della società, della Terra (inquinandola) o del fratello ed è invece proibito il controllo del libero pensiero dei cittadini; ognuno è libero di esprimere un pensiero, un’idea creativa che contribuisce al miglioramento dell’economia, della politica, della letteratura, dell’arte, della filosofia, della scienza. Quindi questa idea non viene solo discussa e amorevolmente accettata ma viene messa subito a disposizione nel campo che gli è proprio: nella scienza se è un’idea scientifica, teologia se è un’idea spirituale.

Vi faccio un esempio semplice ma significativo. Se sei alla guida della tua macchina e ignori un semaforo rosso per raggiungere prima la tua fidanzata, l’auto si spegnerà automaticamente. Verrai poi raggiunto da un  robot (un agente artificiale), che procederà con il sequestra immediato del mezzo impedendoti, per punizione, di trascorrere la giornata con lei! Quindi, per quanto riguarda la possibilità di fare violenza, la libertà è praticamente nulla, mentre quella di espressione è totalmente agevolata.

I giovani studenti che frequentano le scuole di queste società extraterrestri, vengono stimolati attraverso la guida di insegnanti psicologi, filosofi, ecc. ad esprimere la loro creatività, il loro talento.    

Esiste anche l’obbligo di quello che noi chiamiamo servizio di leva, ma le loro milizie non hanno bombe, carri armati, fucili… Le loro milizie fanno parte della Confederazione e hanno l’obbligo di studiare la Costituzione di quel pianeta, basata soprattutto sulla solidarietà, sull’amicizia, sulla fratellanza ed eventualmente sulla difesa; hanno armi molto sofisticate e molto potenti che vengono utilizzate solo per difendersi da un attacco abusivo, violento e ingiustificato di qualsiasi civiltà, ma non uccidono nessuno, cercano di neutralizzare gli aggressori.   

Durante la ‘leva militare’, lo studente ha l’obbligo di intraprendere viaggi nell’Universo a bordo delle astronavi per comprendere la Grande Creazione, il Grande Padre, la Grande Energia d’Amore e soprattutto per visitare le civiltà che sono in difficoltà e quindi esprimere il sentimento della pena, della misericordia, della tolleranza e l’aiuto a chi è più debole. Gli studenti venuti sulla Terra, vedranno un ammasso di animali che si ammazzano l’un con l’altro e di conseguenza svilupperanno la pena, la misericordia e l’aiuto. Quando ritorneranno sul loro pianeta, dovranno realizzare il proprio talento.    

Io conosco  quelle civiltà evolute, le ho vissute e me le ricordo. Qui Cristo è stato accolto con le palme: Benedetto Colui che viene nel Nome del Signore!; non c’è stata Croce, né processo, non ci sono stati gli insulti, sputi…; c’è stato l’inchino, l’onore di aver ricevuto la visita del Creatore, della manifestazione dell’Amore più grande di tutti gli amori e in premio hanno ricevuto la possibilità di essere immortali, di viaggiare nell’Universo, di essere eterni. Noi cretini, uomini della Terra, uccidendo questo Amore, siamo stati condannati a morire, a resuscitare, a morire di nuovo, a soffrire, ad essere ignoranti, a non ricordare niente della nostra vera esistenza.

Cala la sera, mentre si apre un nuovo squarcio sul velo di Maya. Ma chi è questo Dio che percorrendo le vie di un mondo incallito di passioni, svilito di giustizia e ideali, ancora si piega alle esigenze della nostra carne? Che si serve di un uomo semplice, filosofo, che, con le Sue Ferite trasmette un amore che sconvolge? Chi? Chi è questo Dio che si ripropone, interroga, che risveglia, ammonisce, castiga e perdona? Chi? Chi è questo Dio che parla di mondi infiniti e, vestito di solo Vangelo, vive un’umanità a servizio dei deboli, degli indifesi, degli ultimi? Chi? Chi è questo Dio che ci da forza e coraggio, oltrepassando i muri delle nostre paure, dei nostri dubbi, delle miserie che appannano occhi, mente e i cuori più duri?

È il Re dell’Universo, il primo e l’ultimo, il povero, l’eretico, il provocatore, l’uomo segnato da Dio, il filosofo e lo straccione. È il Cireneo che solleva le nostre croci, il Verbo che tende la mano a noi, mendicanti d’amore e d’infinito, nostalgici di eterno, fino al giorno in cui esclameremo: “Mio Signore mio Dio!” e impareremo a vivere il Regno di Dio che è dentro di noi, il Suo Amore e la Sua Giustizia, ovunque, giorno per giorno, in paradiso e all’inferno.

Con amore e devozione,

Sandra de Marco
San Giovanni di Polcenigo
25 aprile 2018

Tomas Caravaggio grande