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FLAVIO CIUCANI

giovanni battista200Di Flavio Ciucani
Il Vangelo di Giovanni
Lettura dei primi quattro capitoli
Introduzione

Molte persone mi hanno chiesto di parlare della Chiesa Giovannea, recentemente Marco Marsili mi ha fatto un’intervista sul significato di essa, quindi vi rimando al suo canale per poterla visionare.

Abbiamo spiegato cos’è la Chiesa Giovannea, cioè che non è una vera e propria Chiesa e non è una istituzione, però molti si chiedono tutte queste Verità Giovannee dove le troviamo?

Le troviamo nel Vangelo, quindi l’unica cosa da fare è proprio quella di prendere il Vangelo e di leggerlo, perché io credo che nel Vangelo di Giovanni ci sia la maggiore concentrazione di quelle verità che noi diciamo essere le Verità Giovannee.

Spero che vi innamoriate del Vangelo di Giovanni...

Che differenza c’è tra il Vangelo di Giovanni e gli altri Vangeli?

Io faccio sempre questo paragone: consideriamo un film in cui il regista deve far vedere una scena nella quale Gesù parla alla folla; seguendo i 3 Vangeli, Matteo, Marco e Luca, il regista farà una inquadratura su una gran folla e in fondo, lontano, Gesù che parla; invece nel Vangelo di Giovanni osserviamo una scena opposta, ci verrà presentato Gesù di spalle, oppure neanche sarà possibile vederlo, potremmo sentire solo la sua voce, e in fondo la gente raccolta ad ascoltarlo. Perché tutto questo?

Perché Giovanni racconta un Gesù che lui ha vissuto, Giovanni è stato sempre considerato fin dall’antichità “colui che ha appoggiato la sua testa sul petto del Signore”. Il significato di questo appellativo era molto logica nel medioevo e nell’antichità, perché “appoggiare la testa sul petto” significava appoggiarsi sul Cuore.

Il Cuore per tutto il medioevo è la parte in cui sono concentrati i ricordi, i pensieri e soprattutto la memoria, per cui Giovanni è colui che ha sentito attraverso il Cuore la memoria di Gesù Cristo e infatti in tutta l’antichità veniva chiamato “L’apostolo scelto da Gesù” ma veniva chiamato ancora “Colui che ha appoggiato il suo capo sul petto del Signore” e questo è molto importante: significa che egli è colui che ha sentito il battito del cuore di Gesù Cristo, che ne ha carpito e compreso i sentimenti, le emozioni e il significato esoterico della sua memoria. “Il battito di Gesù Cristo” vuol significare apprendere attraverso il cuore; ancora oggi per esempio in Francia si usa il termine “Apprendre par Coeur” che ha lo stesso significato della frase che abbiamo appena analizzato, vuol dire imparare a memoria e già nella vecchia tradizione medievale era presente questo modo di dire.

I Due Fratelli

L’apostolo Giovanni aveva un fratello che si chiamava Giacomo, essi erano chiamati “Figli del tuono” perché erano impetuosi, erano persone che avevano l’impeto, la fede, l’orgoglio di essere vicini a Cristo, talmente vero che la loro madre un giorno andò da Gesù per dirgli “ti raccomando questi due figli, uno mettitelo alla tua destra e uno a sinistra”, come per dire: quando farai il tuo Regno uno facciamolo ministero degli esteri e uno ministro degli interni...

Però dobbiamo constatare, a parte le affinità genetiche e comportamentali, Giovanni non è stato mai tanto vicino a Giacomo, ma nella lettura del Vangelo troviamo spesso Giovanni accumunato a Pietro. Perché proprio Pietro?

la giustizia flavio200Di Flavio Ciucani

Intervento conclusivo all'incontro tenuto, con l’arca di Varese, avvenuto il 15 novembre 2021

È stata una bella discussione nella quale avete espresso delle belle idee. Adesso per me è difficile mettere insieme tutto ciò che avete detto.
Vorrei partire dagli ultimi che hanno parlato perché penso che sia un modo più facile per partire.

Partiamo dal concetto della conoscenza e della consapevolezza.
Attraverso la conoscenza e la consapevolezza di chi siamo possiamo risolvere questo dilemma della giustizia.

Molti di voi hanno puntato molto sulla giustizia Divina, nel senso che la giustizia umana c’è e non c’è, ma l’importante è la giustizia divina. È passata l’idea che solo la giustizia divina possa risolvere un problema fondamentale, cioè quello della giustizia sulla terra.

Se noi andiamo a vedere cosa significa questa sofia di noi stessi, questa conoscenza del nostro essere, scopriamo che comunque, come tutti avete detto, noi siamo nella terza dimensione, nella dimensione in cui prevale la parte materiale. Questa prevalenza della materia non è di per sé un male perché se è stata creata la terza dimensione è perché serve la terza dimensione. Qualcuno di voi dice che questa terza dimensione serve per il karma, io dico che la terza dimensione ci serve per evolverci. Nell’evoluzione dobbiamo tener conto che non è la terza dimensione che ci salva, ma come usiamo la terza dimensione.

Cristo quando è venuto sulla terra ha detto: “Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia!”

Quindi Gesù indica come priorità il Nuovo Regno; è come se dicesse “Lavorate per il Nuovo Regno, poi io ritornerò e metterò le cose a posto, ma ora facciamo il nuovo regno”.

Abbiamo detto che le comunità cristiane avevano capito questa cosa e quindi stavano lavorando per il Nuovo Regno. In tal senso, come qualcuno di voi ha detto, giustizia umana e giustizia divina si possono rapportare tra di loro, perché, se io lavoro per creare il Regno di Dio, lavorerò con le condizioni che ho, cioè di essere limitato dalla terza dimensione. Le conoscenze però le ho, le debbo avere, perché dobbiamo avere la conoscenza e la consapevolezza di chi siamo noi. Chi siamo noi? Noi siamo due cose: animali razionali nella terza dimensione, ma siamo anche gli esseri immortali, e questo è il nostro IO, quello che ci dovrebbe guidare. Se siamo essere o animali razionali dobbiamo capire che se Cristo ci ha detto che dobbiamo fare il regno di Dio sulla terra, allora bisogna farlo. Che aspettiamo che Dio venga e dica: adesso le leggi le do io e dà gli incarichi di giudice, avvocato... Dobbiamo invece crearle noi. Quindi essere razionale significa che dobbiamo già fin da adesso lottare per la giustizia, non possiamo esimerci dal lottare per la giustizia, ma qualcuno ha fatto capire non possiamo lottare per quella divina che non conosciamo. Non è proprio così? Ma andiamo per ordine.

flavio Madonna 200Di Flavio Ciucani

L’uomo ha sempre espresso la sua religiosità in qualsiasi tempo e in qualsiasi spazio dove ha trascorso il suo esistere. La religiosità non è la religione, sono esperienze individuali che parlano ai contemporanei, sono pratiche in cui si manifesta il sentire religioso, sono pratiche liturgiche o extra-liturgiche, preghiere, fustigazioni, digiuni, letture devozionali, testi che indicano i metodi di indirizzo, ma che non sono prescrizioni. Il “prescritto” è quello che la gerarchia ecclesiastica predica e inculca attraverso tutti i canali di comunicazione; il “vissuto” è ciò che viene interiorizzato da coloro ai quali quelle prescrizioni sono rivolte.

Ci sono dei momenti in cui la religiosità umana sembra trovare una espressione mistica quando l’azione religiosa sembra travolgere i concetti limitati del pensiero umano e travalica ogni sentire per immergersi nella perfezione cosmica, nell’anima stessa della creazione. Sono quadri storici del sentire religioso che segnano quanto sia vicino l’infinito alla limitatezza umana, il maestoso all’umiltà del sentimento, il cosmo all’imperfezione, il creato alla creatura.

flavio200Di Flavio Ciucani

Ho sempre pensato che l'evangelista Matteo non fosse quel Levi, esattore di tasse, che Gesù ha chiamato a seguirlo. Sono consapevole che è solo una mia supposizione e che mai ho approfondito.

Questa idea però mi è ritornata in mente, rileggendo il Vangelo di Matteo nell'episodio in cui parla di Giovanni Battista. Ho avuto la sensazione di leggere un testo di una persona istruita e non di un semplice contabile arricchito, ma di uno che conosce la scrittura, conosce i metodi del racconto tipico ebraico della Torah e biblico in genere e che è ferrato nelle problematiche teologiche: insomma se non è un rabbi, è molto probabilmente uno scriba. Egli presenta un personaggio diverso dagli stessi altri due sinottici: il Giovanni descritto sembra conoscere chi è Gesù e quale sia la sua missione. Matteo per la sua composizione usa il Vangelo di Marco, ma lo mette in ordine e soprattutto lo fa con una visione teologicamente competente.

flavio1

DAL CIELO ALLA TERRA

HO SCRITTO IL 15 SETTEMBRE 2021:

IL RITORNO DI CRISTO SPIEGATO DAL RABBI CIUCANI.
UN ONORE E UNA GIOIA LEGGERE E IMPARARE.
IN FEDE
G.B.

PIANETA TERRA
15 Settembre 2021

PERCHÉ CRISTO DEVE RITORNARE
Di Flavio Ciucani

Ci troviamo a vivere in una situazione di tale sconforto generale che ci tocca ammettere che, con le nostre capacità fisiche, culturali e le risorse in genere, non siamo in grado di risolvere i problemi sociali, economici, ambientali e politici. Eppure è palpabile un gran desiderio di cambiamento: lo esige la gente, lo esige la natura, lo esige la concezione del sistema spirituale legato all’evoluzione cosmica del creato. Anche lo stesso rivolgerci al “Cielo”, per un suo intervento diretto, fa parte dello stesso sistema spirituale in cui la stessa anima umana è un mezzo di intermediazione tra l’umano e il divino. Molti uomini, scavalcando religioni e ideologie, invocano il cambiamento e si adoperano e si sacrificano per ottenerlo; le loro intenzioni, le loro grida e soprattutto le loro azioni, si uniscono in un unico fiume di energia della manifestazione umana che si trasmette alla manifestazione soprannaturale e da questa ricade forza divina fino al più misero degli uomini. “Nell'angoscia ho invocato il Signore, ho gridato al mio Dio, Egli ha ascoltato dal suo tempio la mia voce; il mio grido è giunto ai suoi orecchi.” (2Sam 22,7)

Il Messia desiderato

La venuta del Cristo duemila anni fa venne desiderata e richiesta. Il Verbo si era già manifestato al mondo. Nelle tenebre dell'abisso informe e deserto della materia, lo Spirito di Dio della Genesi inviò il Verbo a sacralizzare con la Luce la materia stessa che si animò e si dipinse di mille colori e si crearono infinite armonie e il Cosmo (Ordine) cantò le lodi al Signore e lo manifestò agli uomini, ma la materia-uomo non lo riconobbe. “In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta.” (Gv 1, 1-5)

flavio200Di Flavio Ciucani

«Con la seconda sua venuta il Cristo conferma la vera natura divina di suo Padre Dio, il Creatore, che non è solo Amore, ma anche e soprattutto la Giustizia, vale a dire la manifestazione dell’ordine e dell’armonia dell’intero edificio cosmico. Cercate prima il Regno di Dio e la sua Giustizia” (Mt 6, 34). Questa frase avalla quanto noi abbiamo espresso precedentemente. Solo nel tempo dei Vangeli, per la stessa volontà del Padre, è stato permesso a Cristo di anteporre l’Amore alla Giustizia per aiutare gli uomini». È uno dei messaggi celesti comunicato allo stimmatizzato Giorgio Bongiovanni (“Il Ritorno”, pag. 37)

flavio200Di Flavio Ciucani

Francesco lasciò l'Egitto dove aveva visto gli orrori della guerra dei crociati. Aveva parlato con il sultano al-Malik. Aveva approfittato per visitare la Palestina e i luoghi santi. Nella primavera del 1219 Francesco, prima di imbarcarsi per l’Italia, incontrò un certo frate Stefano che gli raccontò della divisione tra i frati, avvenuta durante la sua assenza, a causa della regola; si parlava di tradimenti e che qualcuno stava rivedendo, in maniera meno rigida, la regola.

flaviomen200DAL CIELO ALLA TERRA

HO SCRITTO L'8 APRILE 2020:

SCRITTO TEOLOGICO E PROFETICO DEL FRATELLO E RABBI, FLAVIO CIUCANI.
LEGGETE E MEDITATE.
IN FEDE
G.B.

PIANETA TERRA
8 Aprile 2020

UN’ALTRA CHIESA… UN’ALTRA STORIA

Ireneo era ancora molto giovane quando il suo maestro Policarpo, vescovo di Hierapolis, assecondando l’ardore giovanile di divulgare il Vangelo, lo benedisse e lo inviò tra i popoli delle Gallie. La città di Hierapolis, di cui oggi restano solo bellissime rovine, era all’epoca molto nota perché era un luogo di passaggio per chi dalla Palestina volesse recarsi verso la Grecia, passando per l’Anatolia (odierna Turchia); ci passavano i mercanti che venivano da lontano, con le loro carovane, i quali approfittavano delle acque termali per rimettersi in sesto dalla stanchezza, ma ci erano passati anche tutti, o quasi tutti, gli apostoli e i discepoli di Gesù nel loro peregrinare per portare al mondo la “bella novità(εὐαγγέλιον), il Vangelo. Era passato anche l’apostolo Giovanni e ci si era anche soffermato per un bel po' di tempo. Ed è stato proprio Ireneo, oramai anziano e vescovo della città di Lione, a raccontarci che, a Hierapolis, Giovanni, durante il suo soggiorno, aveva raccontato la sua esperienza vicino al maestro Gesù e aveva sempre accanto a sé due giovani, assetati di sapere, i quali lo sollecitavano con molte domande: uno si chiamava Policarpo che, quando Giovanni si recò verso Efeso con la Madre di Gesù, venne eletto vescovo di Hierapolis; l’altro era Papia che dai racconti dell’apostolo aveva compilato ben cinque libri dal titolo «Spiegazione dei detti del Signore», dei quali purtroppo non rimangono che poche affermazioni, ma da queste si desume che Giovanni molto aveva raccontato.

Anticamente si riteneva che la memoria risiedesse nel cuore. Ancora oggi i francesi usano il detto antico «apprendere attraverso il cuore» (apprendre par coeur) per dire «imparare a memoria». I primi cristiani chiamavano Giovanni come il “discepolo prediletto di Gesù” o “colui che ha appoggiato il capo sul petto del Maestro”; egli aveva appreso dal cuore della memoria del Cristo ed era portatore delle sue confidenze.