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FLAVIO CIUCANI

flaviocapito200Di Flavio Ciucani

Se, come dicono gli storici, Gesù è morto nel 26, tra otto anni saranno trascorsi duemila anni da quell'evento. In tutto questo tempo gli uomini si sono affrettati a decorarsi di emblemi che richiamassero alla fede cristiana. Oggi ci sono due miliardi di persone che affermano di essere cristiani. Ancora oggi riecheggiano slogan, si pubblicano libri, vengono diffusi libretti, giornalini, volantini, venduti gadget in cui si strombetta che il cristiano è “il sale e il lievito della terra”, che è il portatore di “amore che cambierà il mondo”; ed ancora si legge che “la preghiera unisce gli uomini”, che “Gesù ha dipinto un sorriso in te”... Tutte belle e colorite frasi, ma qualcosa non quadra: due miliardi di persone non riescono a cambiare il mondo! Non dico un uomo, un presidente, un manager, un uomo d'affari, no: due miliardi di persone che dicono di essere cristiani. Eppure i teologi cattolici sbandierano che Tommaso d'Aquino aveva affermato che “La conoscenza è sempre un bene, anche la conoscenza del male!” Abbiamo forse bisogno di altri venti secoli per capire il bene e il male?

aovejas200Di Flavio Ciucani

Durante le feste natalizie è difficile sentir parlare di “falsi profeti”. Si vedono giovani delle associazioni umanitarie che distribuiscono cibo e coperte ai senza tetto, ai poveri, ai “minimi” come avrebbe detto San Francesco. Ci sono tanti buoni propositi, buoni sentimenti e buone azioni: la parola buono è la più usata a Natale. Proprio perché tutto è buono che suona strano che non si parli di falsi profeti.

Saranno infatti sicuramente buoni i cibi delle tavolate natalizie (che contribuiranno senza alcun dubbio a riempire i cassonetti della spazzatura); saranno apprezzati i pacchi e pacchettini pieni di sorprese e regali che avranno certamente impoverito le finanze familiari e riempito le tasche di coloro che non hanno bisogno di regali. Tra le buone intenzioni e la lacrima per l'ultimo commovente cartone animato abbiamo dimenticato, almeno fino al bicchierino di amaro, che ottocento milioni di persone non hanno di che vivere; ci è sfuggito, almeno dopo aver strappato carta e cartoncini dell'ultimo regalo, che ogni anno la terra viene privata dai 13 ai 15 milioni di ettari di foresta. Tutto ciò è scandaloso, ma è Natale.

comunidad3DAL CIELO ALLA TERRA

LA METODOLOGIA DI DIO PADRE


HO SCRITTO IL 23 OTTOBRE 2017:

IL MIO AMICO E MAESTRO FLAVIO CIUCANI MI HA INVIATO QUESTO SCRITTO TEOLOGICAMENTE PROFONDO E ISTRUTTIVO PER TUTTI NOI.
LEGGIAMO, MEDITIAMO E DEDUCIAMO.
IN FEDE VOSTRO
G. B.

Sant’Elpidio a Mare (Italia)
23 ottobre 2017



IL "PADRE NOSTRO" È SOLO UNA PREGHIERA?

comunidad1

Le comunità cristiane dei primi secoli, quando si riunivano, rinnovavano il ricordo del sacrificio di Cristo partecipando alla “mensa del Signore” o “frazione del pane” (fractio panis) e recitavano insieme la preghiera insegnata da Gesù, il “Padre nostro”. Anzi la recita di questa preghiera era consigliata di farla tre volte al giorno: così troviamo raccomandato in uno dei primi scritti delle comunità cristiane, che era tenuto in molta considerazione, almeno nei primi tre o quattro secoli, e rappresentava una specie di primo manuale di dottrina o di riti liturgici. Il testo ha per titolo Διδαχή (Didaché) che significa “insegnamento”, dalla prima parola della prima frase, che completa è: Διδαχή Κυρίου διά τών δώδεκα αποστόλων τοίς έϑνεσιν (Insegnamento di Cristo da parte dei dodici apostoli ai pagani/gentili). In questo libretto per la prima volta dopo la “frazione del pane” veniva usato il termine “Eucarestia” che significa “rendere grazie”. “Nel giorno del Signore (in latino domenica), riuniti, spezzate il pane e rendete grazie (εύχαριστήσατε, eucaristésate) dopo aver confessato i vostri peccati, affinché il vostro sacrificio sia puro.” (14, 1)
Possiamo quindi affermare, senza ombra di essere smentiti, che il rito della fractio panis, rinominato Eucaristia, e il “Padre nostro” erano sempre presenti, fin da subito, nelle assemblee (chiese), dei cristiani dei primi secoli. Erano talmente distintivi questi due momenti delle riunioni dei seguaci di Gesù, che lo Stato romano li prendeva come prove accusatorie per affermare che nelle riunioni notturne (all'alba, prima che sorgesse il sole, simbolo di resurrezione) essi si nutrivano di carne e sangue umani e proclamavano il loro ateismo verso la religione romana.

fatimafla200DAL CIELO ALLA TERRA

HO SCRITTO IL 29 SETTEMBRE 2017:

RICEVO DAL MIO AMICO E MAESTRO QUESTO SCRITTO SULL’APPARIZIONE DI FATIMA CHE VOLENTIERI PUBBLICO.

IN FEDE
G. B.
 
Sant’Elpidio a Mare (Italia)
29 Settembre 2017
 
 
IL 13 OTTOBRE STA ARRIVANDO. IN VATICANO NON VEDONO L'ORA …
Di Flavio Ciucani

fatimafla1È stato un momento importante per la storia delle apparizioni mariane a Fatima. Tutti, credenti e non, hanno visto un segno “straordinario” nel cielo: la danza del sole. Era il 13 ottobre 1917 e un numero impressionante di persone era alla Cova da Iria per seguire i tre fanciulli che dichiaravano di vedere la Madonna, e per vedere il grande segno visibile a tutti che la “visione” aveva promesso. La Cova era un luogo di pascolo, dove Lucia, Francesco e Giacinta portavano le loro pecore, nei pressi di un borgo di una ventina di case. In quel giorno erano presenti non meno di settantamila persone di tutti i ranghi, contadini, pastori, commercianti, proprietari terrieri, massoni, cristiani, atei e, senza meno, molti curiosi. Tutta questa massa di gente non era stata fermata neanche dalla pioggia fitta e insistente che cadeva dalla notte precedente.

Apocalisse bis WebDAL CIELO ALLA TERRA

HO SCRITTO IL 17 SETTEMBRE 2017:

L'AMICO E MAESTRO FLAVIO CIUCANI MI HA MANDATO QUESTO SCRITTO CHE PUBBLICO.
CON STIMA E AFFETTO.
G. B.

Sant’Elpidio a Mare (Italia)

17 Settembre 2017
MESSAGGIO DI FATIMA E IL DEBITO
Di Flavio Ciucani

Quando si parla dei segreti, o dei messaggi, di Fatima e di altre apparizioni mariane, la mente subito si perde in scene apocalittiche. Questo è il termine più usato, apocalittico, che deriva dalla prima parola del famoso libro delle visioni di Giovanni l'apostolo. Infatti il libro inizia così:Ἀποκάλυψις Ἰησοῦ Χριστοῦ (Apokàlipsis Iesù Kristù)… Rivelazione di Gesù Cristo .

Apocalisse quindi significa Rivelazione. Anzi nel caso del libro di Giovanni, si legge che Gesù fece la rivelazione a Giovanni, per mezzo di un angelo, e “la consegnò per mostrare ai suoi servi le cose che dovranno accadere tra breve. ... Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia e custodiscono le cose che vi sono scritte”. (Ap 1, 1-3) Credo fermamente che essere avvertiti di ciò che sta per accadere o accadrà in futuro non è un male, ma è certamente una fortuna saper in anticipo le cose che succederanno, in quanto si ha tutto il tempo di provvedere a evitare eventuali “incidenti”, o come meglio prepararsi ad avvenimenti in cui saremo coinvolti.

sacerdotes100Di Flavio Ciucani

Un lettore mi ha fatto notare che nelle conferenze sono solito spiegare che il termine “sacerdote” derivi dal latino “sacra docens”, maestro, insegnante delle cose sacre; quindi ha sottolineato che egli mai ha sentito o letto tale derivazione etimologica e che è quindi inventata! Accusato, processato e condannato. Senza avere l'intenzione di difesa e tanto meno di considerarmi nel vero, sono andato a riprendere i miei polverosi appunti e le mie vecchie letture e ho elaborato quanto segue, senza pretesa che ciò sia esaustivo.

sibilla100Di Flavio Ciucani

Tra le Marche e l'Umbria si staglia una catena montagnosa degli Appennini che non prende il nome dalle regioni che attraversa né dalla cima più alta. Il suo nome è legato alla lunga tradizione e leggende popolari che avvolgono, in un manto di mistero e di storie, il monte della Sibilla.

La popolazione umbro marchigiana, che dà vita a paesi e borghi all'ombra dei monti sibillini, ha fatto sempre riferimento alla figura leggendaria della Sibilla, per spiegare le tradizioni culturali legate al matriarcato, alla medicina naturale, alle regole di coltivazione, agli organi sociali.

Fatima veggenti WebDi Flavio Ciucani

Cosa succederà il 13 maggio? Sono parecchi mesi che si aspetta questo momento, così come si aspettava il primo gennaio del duemila, anno che prevedeva “non più mille” di altri anni, così come si aspettava il 21 dicembre del 2012 indicato dal popolo Maya come la fine del loro calendario. Il 13 maggio 1917, a Fatima, i tre  pastorelli più famosi del mondo avevano visto la Madonna. Cova de Iria, il luogo delle apparizioni, si è trasformato in questi cento anni nel santuario più grande e più conosciuto del mondo cristiano e, così dicono le statistiche, vi si recano quasi dieci milioni di pellegrini ogni anno, pari agli abitanti del Portogallo. Sono passati cento anni da quell'avvenimento e ci si chiede (non in  molti a dire il vero) se il terrorismo, se le guerre in Siria e in Africa, se i migliaia di profughi che ingolfano non solo le terre europee, ma anche i pensieri e i valori degli occidentali, se le tensioni internazionali che hanno fatto dire a papa Francesco che stiamo vivendo la terza guerra mondiale “a pezzi”, come una telenovela, se tutto ciò sia collegato all'apparizione di Fatima e ai suoi messaggi segreti.