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DAL CIELO ALLA TERRA

 

MESSAGGIO PER IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI  BARACK OBAMA

ABBIAMO SPERATO CHE LEI, SIGNOR PRESIDENTE, POTESSE INCARNARE UNA SPERANZA PER TUTTA L'UMANITÀ,  PURTROPPO GLI EVENTI POLITICI INTERNAZIONALI CI DANNO DELLE INDICAZIONI CONTRARIE E LA VEDIAMO SCHIACCIATO DA PROBLEMI E POTERI PIÙ GRANDI DI LEI.
UNA PICCOLA SPERANZA ANCORA SPINGE I NOSTRI SPIRITI E LA NOSTRA INTELLIGENZA A CREDERE CHE GLI ALTI IDEALI CHE CARATTERIZZANO LA SUA ANIMA POSSANO PREVALERE CON FORZA SU TUTTI COLORO CHE VOGLIONO STRUMENTALIZZARE LA SUA PERSONA E CONDIZIONARE IL SUO INCARICO DI COMANDANTE SUPREMO DEGLI STATI UNITI D'AMERICA.
SIGNOR PRESIDENTE, GUARDI E ASCOLTI ATTENTAMENTE QUESTO VIDEO DI PROTESTA DI UN SUO SOLDATO IN GUERRA. È LA VOCE DEI GIOVANI CHE LA RICHIAMANO AL DOVERE DI PRESIDENTE, QUELLO DI ESSERE CONTRO LA GUERRA E CONTRO LE INGIUSTIZIE.
LA NOSTRA COMMISERAZIONE E LA NOSTRA COMMOZIONE INVADONO I NOSTRI CUORI DI TRISTEZZA E DI PENA.
VOGLIAMO RICORDARLE, SIGNOR PRESIDENTE, CHE LA TOLLERANZA DIVINA HA UN LIMITE E CHE GLI ELEMENTI DELLA NATURA DEL PIANETA TERRA INIZIANO A REAGIRE CON MOLTA FORZA. SOLO LA PACE, LA GIUSTIZIA E LA FRATELLANZA TRA TUTTI I POPOLI POTRANNO SUSCITARE LA DIVINA MISERICORDIA, IN CASO CONTRARIO LA DIVINA GIUSTIZIA SI MANIFESTERÀ RIPETENDO UNA STORIA CHE GIÀ L'UOMO HA SPERIMENTATO MA NON REALIZZATO. (Diluvio Universale. Sodoma e Gomorra)
PACE!

DAL CIELO ALLA TERRA

Sant'Elpidio a Mare (Italia)
21 Aprile 2010.  Ore 20:40
Giorgio Bongiovanni
Stigmatizzato

OBAMA SI CONFESSA: MI SENTO SOLO


In North Carolina da Billy Graham, il popolare pastore dei presidenti americani
MAURIZIO MOLINARI
CORRISPONDENTE DA NEW YORK
Barack Obama si reca a sorpresa in pellegrinaggio nella casa di Billy Graham e prega con il leader di 38 milioni di evangelici, confessandogli di «provare solitudine» nel guidare l’America.  
L’incontro è avvenuto nella residenza in legno dei Graham a Montreat, in North Carolina, ed è stato tenuto segreto fino all’ultimo nel timore che qualcosa potesse andare storto. Anche perché quanto avvenuto in precedenza suggeriva prudenza. Nel 2008 Obama aveva tentato di essere ricevuto prima dei dibattiti presidenziali ma Graham aveva declinato per «ragioni di salute», poi lo scorso novembre vi era stata una breve conversazione al telefono in occasione dei 91 anni del pastore ma la Casa Bianca aveva dovuto incassare lo smacco della visita a Montreat di Sarah Palin, ex candidata repubblicana alla vicepresidenza, e paladina dell’opposizione all’aborto sostenuta dagli evangelici.
A complicare il tutto, negli ultimi giorni, era arrivato il veto del Pentagono alla presenza del figlio e erede spirituale di Graham, Franklin, all’annuale «colazione di preghiera» in ragione delle dichiarazioni fatte in dicembre alla Cnn e considerate «ostili nei confronti dei musulmani». «Non mi piace come trattano donne e minoranze, lo trovo orrendo, il vero Islam non può essere praticato in America, i musulmani devono sapere che Gesù è morto per i loro peccati» aveva detto Franklin.
Lo scenario di un conflitto sull’Islam con la famiglia Graham, venerata come una stirpe di profeti da decine di milioni di «born again» di ogni matrice politica, deve aver fatto temere il peggio ad un presidente alle prese con un consistente calo di popolarità che minaccia di trascinare i democratici verso la sconfitta alle elezioni di novembre per il rinnovo del Congresso. Da qui la decisione di Obama di trascorrere con la moglie Michelle un weekend di riposo fra i monti della North Carolina per tentare di ottenere il colloquio negato nel 2008. E questa volta Graham gli ha aperto le porte. «E’ in buona salute» ha fatto sapere Mark DeMoss, confermando ieri mattina che il presidente e il pastore avrebbero «pregato assieme». Meno di due ore dopo la carovana d’auto blindate nere della Casa Bianca era di fronte allo chalet dei Graham. Obama è sceso dalla sua vettura accompagnato da Josh DuBois, trentenne consigliere per gli affari religiosi, e assieme si sono immersi per circa 30 minuti nell’universo del pastore che negli ultimi 60 anni ha parlato di fede e politica con tutti i presidenti degli Stati Uniti da Truman a George W. Bush. Graham ha accolto il presidente con accanto il figlio Franklin, assieme hanno gli regalato due Bibbie, una per lui e un’altra per la First Lady e poi hanno iniziato a discutere parlando di Chicago, la città dove Obama ha scoperto la fede cristiana ma che anche il reverendo conosce bene avendo studiato al Weathon College. E’ stato in tale contesto che, secondo la ricostruzione fatta da Franklin, «Obama ha confidato a   mio padre come l’esercizio della presidenza comporti per lui solitudine, sacrifici e umiltà». Graham aveva già affrontato questo tema con altri presidenti e gli ha così riproposto la convinzione che «l’unica maniera per affrontare questa solitudine è ricorrendo alle risorse della fede e dello spirito».
Prima di salutarsi i due leader hanno voluto pregare l’uno per l’altro. Graham ha pregato «per la nazione ed affinché Dio dia saggezza a Obama al momento in cui prende le decisioni» mentre il presidente ha «ringraziato Dio per la vita di Billy Graham». Il commento della Casa Bianca su quanto avvenuto sulle pendici degli Appalachi è stato del portavoce Bill Burton: «Il reverendo Graham è da decenni un importante leader spirituale per il popolo americano e per i suoi presidenti, è un tesoro della nostra nazione e Obama ha apprezzato l’opportunità di rendergli visita» anche perché «mai prima una presidente in carica si era recato a casa sua».
LA STAMPA 26 APRILE 2010