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VATICANOGUERREGUERRE DI POTERE IN VATICANO
Di Giorgio Bongiovanni – 30 gennaio 2012

C’era da aspettarselo. Non poteva passare sotto silenzio l’ottima puntata de “Gli intoccabili” dedicata alla corruzione in Vaticano. La santa sede infatti, in un comunicato ufficiale a firma del direttore della sala stampa vaticana Federico Lombardi, ha contestato duramente la trasmissione criticandone i metodi e giudicandola faziosa. Senza preoccuparsi tuttavia di smentire o sconfessare nel merito l’inchiesta che invece si basava su dati e documenti precisi e circostanziati. E senza nemmeno prendere in considerazione che l’impeccabile Nuzzi, per equilibrare la puntata, aveva interpellato ben tre voci interne alla santa sede: il vescovo Giorgio Corbellini e il cardinale Velasio De Polis intervistati nelle proprie sedi e il direttore del “l’Osservatore Romano” Giovanni Maria Vian, presente invece in studio.La stizza vaticana è tuttavia ben comprensibile poiché “carta canta” nessuno dei tre ha potuto sminuire il contenuto esplosivo dei documenti presentati da Nuzzi. Si tratta infatti di un carteggio riservato che l’ex segretario generale del Governatorato Carlo Maria Viganò invia a Papa Benedetto XVI nel quale rappresenta le conclusioni del proprio lavoro assegnatogli dallo stesso Pontefice. La sua “missione” era di risanare i conti del Governatorato in rosso per molti milioni di euro tagliando spese e ottimizzando gli eventuali sprechi. Viganò riesce perfettamente nel suo compito, portando i conti in attivo, ma si premura di avvisare il Santo Padre che l’impresa gli è stata possibile poiché si è semplicemente dedicato ad eliminare corruttele, incarichi gonfiati e appalti truccati.
E non si è limitato a descrivere i fatti, ma ha messo nero su bianco anche i nomi.
Si legge in un estratto di una delle lettere:
“Sul medesimo Mons. Nicolini sono poi emersi comportamenti gravemente riprovevoli per quanto si riferisce alla correttezza della sua amministrazione, a partire dal periodo presso la Pontificia Università Lateranense, dove, a testimonianza di S.E. Mons. Rino Fisichella (presidente del Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione ndr.) furono riscontrate a suo carico: contraffazioni di fatture e un ammanco di almeno settantamila euro. Cosi pure risulta una partecipazione di interessi del medesimo Monsignore nella Società SRI Group, del Dott. Giulio Gallazzi, società questa attualmente inadempiente verso il Governatorato per almeno due milioni duecentomila euro e che, antecedentemente aveva già defraudato L'Osservatore Romano, come confermatomi da Don Elio Torreggiani (direttore generale della Tipografia Vaticana Ndr) per oltre novantasettemila Euro e I'A.P.S.A., per altri ottantacinquemila, come assicuratomi da S.E. Mons. Calcagno (presidente dell'Apsa, l'Amministrazione del Patrimonio della Santa Sede, Ndr). Tabulati e documenti in mio possesso dimostrano tali affermazioni e il fatto che Mons. Nicolini è risultato titolare di una carta di credito a carico della suddetta SRI Group, per un massimale di duemila e cinquecento euro al mese”.
Difficile per Vian cercare di districarsi dalle domande dirette, semplici ed efficaci del giornalista che procedeva per pura logica dei fatti. Le parole di Monsignor Viganò non sono state smentite da alcuno e il suo allontanamento dall’incarico svolto con tanta devozione e rigore appaiono come una controfirma in calce alle sue testimonianze. Infatti dopo aver riferito al Papa il terribile resoconto del proprio operato Viganò viene “promosso” e inviato a Washington con la prestigiosa nomina di Nunzio Apostolico nella capitale Usa. Nonostante l’apparente ricompensa Viganò capisce che invece si tratta di un elegante “ben servito” e lascia per iscritto, senza tanti giri di parole, la sua delusione. In una lettera inviata sempre a Ratzinger il 7 luglio 2011 scrive:
“Beatissimo Padre,
con profondo dolore e amarezza ho ricevuto dalle mani dell'Em.mo Cardinale Segretario di Stato la comunicazione della decisione di Vostra Santità di nominarmi Nunzio Apostolico negli Stati Uniti d'America. In altre circostanze tale nomina sarebbe stata motivo di gioia e segno di grande stima e fiducia nei miei confronti ma, nel presente contesto, sarà percepita da tutti come un verdetto di condanna del mio operato e quindi come una punizione”.

Viganò è convinto che vi sia stata una sorta di congiura ai suoi danni ordita nell’ombra da chi si è visto toccato negli interessi dalla riforma bonificatrice delle clientele vaticane. Anche di questo non fa mistero in una lettera indirizzata questa volta al cardinal Bertone, segretario di Stato.

“Nella lettera riservata che Le avevo indirizzato il 27 marzo 2011, che affidai personalmente al Santo Padre attesa la delicatezza del suo contenuto, affermavo di ritenere che il cambiamento cosi radicale di giudizio sulla mia persona che Vostra Eminenza mi aveva mostrato nell'Udienza del 22 marzo scorso non poteva essere frutto se non di gravi calunnie contro di me ed il mio operato (....) ed ora, dopo le informazioni di cui sono venuto in possesso, anche in sincero e fedele sostegno all'opera di Vostra Eminenza, a Cui è affidato un incarico così oneroso ed esposto a pressioni di persone non necessariamente ben intenzionate (....) con tale spirito di lealtà e fedeltà che reputo mio dovere riferire a Vostra Eminenza fatti e iniziative di cui sono totalmente certo, emerse in queste ultime settimane, ordite espressamente al fine di indurre Vostra Eminenza a cambiare radicalmente giudizio sul mio conto, con l'intento di impedire che il sottoscritto subentrasse al Card. Lajolo come Presidente del Governatorato, cosa in Curia da tempo a tutti ben nota. Persone degne di fede hanno infatti spontaneamente offerto a me e S.E. Mons. Corbellini, Vice Segretario Generale del Governatorato, prove e testimonianze dei fatti seguenti:

   1. Con l'avvicinarsi della scadenza di detto passaggio di incarichi al Governatorato, nella strategia messa in atto per distruggermi agli occhi di Vostra Eminenza, vi è stata anche la pubblicazione di alcuni articoli, pubblicati su Il Giornale, contenenti calunniosi giudizi e malevole insinuazioni contro di me. Già nel marzo scorso, fonti indipendenti , tutte particolarmente qualificate - il Dott. Giani (Domenico Giani, ex finanziere ed ex agente dei servizi segreti italiani nel Sisde poi nominato direttore dei servizi di sicurezza e Ispettore Capo della Gendarmeria del Vaticano ndr.) il Prof. Gotti Tedeschi (Ettore Gotti Tedeschi, presidente dello IOR, l'istituto finanziario del Vaticano, ndr.) il Prof. Vian (Gian Maria Vian, direttore dell'Osservatore Romano ndr.) e il Dott. Andrea Tornielli, all'epoca Vaticanista di Il Giornale, - avevano accertato con evidenza uno stretto rapporto della pubblicazione di detti articoli con il Dott. Marco Simeon, almeno come tramite di veline provenienti dall'interno del Vaticano. A conferma, ma soprattutto a complemento di tale notizia, è giunta a S.E. Mons. Corbellini e a me la testimonianza, verbale e scritta, del Dott. Egidio Maggioni (ex presidente della società pubblicitaria SRI, Socially Responsible Italia Spa in rapporti di affari con il Vaticano ndr.), persona ben introdotta nel mondo dei media, ben conosciuta e stimata in Curia, fra gli altri, dal Dott. Gasbarri (direttore amministrativo di Radio Vaticana, ndr.), da S.E. Mons. Corbellini e da Mons. Zagnoli, già responsabile del Museo Etnologico-Missionario dei Musei Vaticani. Il Dott. Maggioni ha testimoniato che autore delle veline provenienti dall'interno del Vaticano è Mons. Paolo Nicolini, Delegato per i Settori amministrativo-gestionali dei Musei Vaticani. La testimonianza del Dott. Maggioni assume un valore determinante in quanto egli ha ricevuto detta informazione dallo stesso Direttore de Il Giornale, Sig. Alessandro Sallusti, con il quale il Maggioni ha una stretta amicizia da lunga data. 2. L'implicazione di Mons. Nicolini, particolarmente deplorevole in quanto sacerdote e dipendente dei Musei Vaticani, è confermata dal fatto che il medesimo Monsignore, il 31 marzo scorso, in occasione di un pranzo, ha confidato al Dott. Sabatino Napolitano, Direttore dei Servizi Economici del Governatorato, nel contesto di una conversazione fra appassionati di calcio, che prossimamente oltre che per la vittoria del campionato da parte dell'lnter , si sarebbe festeggiata una cosa ben più importante, cioè la mia rimozione dal Governatorato”.

Ci sono insomma tutti gli ingredienti per un ulteriore scandalo per la santa sede che nonostante i tentativi di make-up affidati anche ad onesti funzionari della Chiesa sembra voler continuare a procedere con i soliti metodi opachi, divisa al suo interno da potenti correnti in grado di smuovere o inceppare gli ingranaggi a seconda della bisogna.
Siamo ancora anni luce dalla santità che la Chiesa di Cristo dovrebbe ispirare nei popoli e sempre più vicini ad un Istituzioni materiale invischiata e macchiata dal sistema criminale che avvilisce il mondo e umilia la famiglia degli esseri umani, la vera Chiesa.
Se ancora ci credono, i potenti monsignori, non potranno scordarsi dicolui che tornerà con potenza e gloria sulle nubi del cielo. Come un ladro nella notte. (Matteo cap. XXIV)