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DAL CIELO ALLA TERRA

 IN MEMORIA... TRA 5 ORE, A CAMPO DEI FIORI A ROMA, UCCIDERANNO GIORDANO BRUNO, IL BOIA DELLO STATO CAPITOLINO, PER "DESIDERIO" DEL SANTO PADRE CLEMENTE VIII, PAPA ALDOBRANDINI E DEL SUO PRINCIPALE ACCUSATORE, IL CARDINALE, POI FATTO SANTO, ROBERTO BELLARMINO. OGGI G. BRUNO È ANCORA VIVO E OPERANTE, MENTRE ALDOBRANDINI E BELLARMINO SONO MORTI CHE SOTTERRANO I MORTI.

CON AMORE
VOSTRO G. B.

Roma (Italia)
17 Febbraio 1600. Ore 00:28

A Giordano
Di Erika Pais

Sugli infiniti universi che ti riportano al nostro mondo.

Come un battito di ali stellare, l'eternità ti raggiunge riversando su di noi quelle parole che un tempo bruciarono. La coscienza universale acquisita da pochi è intrasferibile alle anime ignoranti che masticano bugie e assaporano iniquità.

Come poter comprendere uno spirito toccato dalla Verità che rende liberi! Come poter essere degno di accompagnarti in quel viaggio senza ritorno verso un luogo dove le anime concepiscono materializzare la materia, dove i suoni costruiscono e i colori irradiano luce! Un viaggio all’assoluto, eterno ed effimero, un viaggio dentro e fuori il centro dell'Universo. Quanto sangue versato e pelle bruciata per far tacere quello che sempre tornerà a fiorire nei campi, quanti corpi lacerati per cercare di occultare quello che la luce illuminerà eternamente. Quanta ignoranza perversa e sottile che uccide i corpi e compra le anime, ma non riuscirà mai a rinchiudere nelle gabbie dell'illusione gli esseri che appartengono a te.

Ignoranti assassini che beffardamente la Vita ripaga con la propria moneta, perché tu ritorni ad ogni istante, ritorni nel corpo di ogni giusto che morirà, ritorni nel sorriso di un bambino che ha compreso l'amore, ritorni nella voce di chi chiede Giustizia. Ritorni, ritorni sempre; e ci parli dell'arcobaleno e dei suoi colori, ci parli dell'eternità del tempo, del sapore delle stelle, dei dolci aromi degli astri che ci illuminano. Ritorni e ci fai volgere lo sguardo verso l'alto, ci fai amare la luce del sole. Ritorni una ed un'altra volta per insegnarci i segreti della Giustizia, ci spingi a guardare dalla finestra dell'anima verso quella luce eterna che folgora i nostri spiriti. Il mondo ti fischia, ti attacca, si prende gioco di te, ti uccide, ma tu trionfi perché rinasci e ritorni a respirare aria di luce, a odorare aromi di saggezza ed assaporare il destino pensato prima che il pensiero stesso prendesse forma. Ritorni e sei, Paolo, Giovanni, Luther King, Gandhi, Giorgio… Sei loro e sei tutti contemporaneamente. Sei UNO.

E noi divoriamo con ansia quei semi che ci elargisci e li nutriamo timidamente con l’acqua del sapere che proviene dal Tuo Verbo e, così come l'albero della Vita, quel seme germoglia dentro noi, crescendo ad ogni istante. A molti quel seme si secca, ad altri appassiscono le foglie perenni, ma i tuoi frutti in ogni caso sopravvivono alla sostanza e purificano gli spiriti. Impariamo a guardare il sole di fronte senza paura di bruciarci e a bagnarci sotto la pioggia senza paura di ammalarci e a salire le montagne senza chiederci se cadremo. I paradigmi del tempo e dello spazio che una volta ti accusarono, facendoti morire sul rogo, oggi ci Salvano una ed un'altra volta e ti permettono di sussurrarci all’orecchio: un giorno come oggi in cui mi ricordate non sono morto, un giorno come oggi sono rinato per Ritornare verso di voi. E le tue ceneri che ancora oggi continuano a navigare nel Tevere prendono forma e ci visitano in ogni notte stellata e quando la luna piena illumina i nostri sonni perduti.

INTERVISTA IMMAGINARIA A GIORDANO BRUNO
Di Aaron

31 ottobre: la Chiesa cattolica riabilita lo scienziato italiano Galileo Galilei, condannato nel 1633.

«Verrà un giorno che l'uomo si sveglierà dall'oblio e finalmente comprenderà chi è veramente e a chi ha ceduto le redini della sua esistenza, a una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene schiavo». Giordano Bruno, getta a terra la “mordacchia”, guardandosi attorno osserva piazza Campo de’Fiori. Non è poi tanto diversa da quella di un tempo. Tra mercatini e locali, di giorno e di notte, l’atmosfera è vivace.
In un attimo la mente torna a quel 17 febbraio del 1600 e a quelle parole dette di fronte al Santo «Ricordo ancora quel momento eterno. Un silenzio che si sviluppava in tutto il Vaticano. Guardai i miei carnefici dritti negli occhi e dissi: ”Forse tremate più voi nel pronunciare la sentenza che io nell’ascoltarla”. In quel momento ho lottato. Ho creduto nella mia vittoria senza temere la morte. Non potevo accettare di vivere una vita da imbecille».

Chi l’avrebbe detto che quello stesso giorno, 392 anni dopo, sarebbe entrato nella storia per le manette a Mario Chiesa? Il nolano sorride di fronte al crollo della partitocrazia, una rivoluzione simile a quella condotta contro i dogmi della Chiesa: «Ho sempre detto che la politica vera non è quella del potere per pochi, ma della cittadinanza per tutti. “Non è possibile che tutti abbiano una sorte; ma è possibile ch’a tutti sia ugualmente offerta” per questo sono necessari diritti umani in grado di garantire l’emancipazione individuale e sociale. Anche per questo mi son fatto bruciare».

Eretico, impenitente, ostinato. Secoli dopo quella filosofia così moderna e diretta torna attuale e fa ancora paura. Il 1992 è l’anno in cui la Chiesa, con Papa Giovanni Paolo II, sceglie di riabilitare un altro accusato di eresia, Galileo Galilei. Non lui. Non il suo pensiero libero. Il volto di Bruno non è sconsolato e scrutando il cielo osserva quell’universo infinito da lui tanto amato: «Sono contento, lo dico sinceramente. Quelle concezioni astronomiche erano rivoluzionarie e posso comprendere, anche se non l’ho condivisa, la scelta dell’abiura. La scienza ha un ruolo fondamentale ma se questa non verrà utilizzata per comprendere se stessi finirà per rivoltarsi contro l’uomo stesso. Un rischio che vedo anche ora dove il confronto si muove su piazze virtuali più che reali. Bisogna finirla di sprecare le occasioni. Utilizziamo “la lanterna della Raggione”».

L’ex frate domenicano è quasi incredulo nel guardare l’arroganza di un liberismo incontrollato, capace di assicurare la ricchezza a pochi mentre ai molti resta una vita sempre più precaria. «La ricchezza non è un male se è risultato del lavoro che consente l’emancipazione a cui tutti devono essere posti nella condizione di accedere. Ma, cara Ricchezza sei da spacciare (scacciare) via ‘quando amministri alla violenza, quando resisti a la giustizia […] e non sei quella, che dai fine a’ fastidi e miserie, ma che le muti e cangi in altra specie’».

Forse le sue parole sarebbero state scomode anche oggi. «Quante stragi. Quanti misteri. Ho letto di recente il romanzo di Orwell, 1984. Lo trovo molto attuale anche se fu scritto solo nel 1949. La Terra suddivisa in tre grandi potenze totalitarie, costantemente in guerra, allo scopo di controllare le masse. Il mondo occidentale ha il suo Grande Fratello che tiene costantemente sotto controllo la vita di tutti i cittadini attraverso telecamere presenti ovunque e tramite il controllo psichico operato dalla psicopolizia. Non esiste? Però l’informazione sembra davvero viaggiare su un unico binario, tramite quel linguaggio del “benpensiero”, che impone come verità l’assurdo. E chi non si adegua viene subito additato come “folle” o “complottista”. Un tempo li chiamavano “eretici”».

«E’ reprimendo l’eresia che si manifesta il controllo sociale. Il potere, con tanto di legittimazione del diritto, si muove nell’intento di conservare la propria supremazia, di impedire il libero sviluppo dell’autonomia del singolo essere umano, che resta prigioniero attraverso la superstizione religiosa e politica, delle oligarchie sociali, che lo vogliono suddito, non cittadino. Ho conosciuto un uomo che mi ha parlato di uno strano fenomeno che da oltre un secolo è presente in Italia. Lui diceva che “è un fatto umano e che come tutti i fatti umani ha un inizio ed avrà anche una fine”.

Io credo fermamente che se questo non avviene dipende “dalla inegualità, iniquità ed ingiustizia di voi altri, che non fate tutti equali e che avete gli occhi delle comparazioni, distinzioni, imparitadi ed ordini, con gli quali apprendete e fate differenze. Da voi, da voi, dico, proviene ogni inegualità, ogni iniquitade”. Ed è vero che gli uomini possono produrre le ingiustizie, ma possono anche rimuoverle. E sono fiducioso. “Non so quando, ma so che in tanti siamo venuti in questo secolo per sviluppare arti e scienze, porre i semi della nuova cultura che fiorirà, inattesa, improvvisa, proprio quando il potere si illuderà di avere vinto”».

Messaggi allegati:

- 17-02-18 Il filosofo mutante nel tempo
https://www.giorgiobongiovanni.it/messaggi-celesti/2018/7513-il-filosofo-mutante-nel-tempo.html 

- 17-02-17 Il rogo della libertà
https://www.giorgiobongiovanni.it/messaggi-celesti/2017/7124-il-rogo-della-liberta.html 

- 30 -07-09 Giordano Bruno. Mutazione e reincarnazione
https://www.giorgiobongiovanni.it/messaggi-celesti/2009-2000/2009/439--giordano-bruno-mutazione-e-reincarnazione.html