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georges
DAL CIELO ALLA TERRA
 
HO SCRITTO IL 5 OTTOBRE 2020:

L'AMICO E FRATELLO ALMENDRAS, TESTIMONE DELLA VERITÀ. EROE NAZIONALE DEL SUO PAESE, L'URUGUAY. UN ONORE PER ME, PER NOI, ESSERE SUOI AMICI. SIAMO RICONOSCENTI ALLA SUA PERSONA PER ESSERE ANCHE TESTIMONE DELLA VITA E DELL'OPERA CHE IL CIELO CI HA AFFIDATI 31 ANNI OR SONO.
ASCOLTATE E VEDETE.
IN FEDE
G.B.

PIANETA TERRA
4 Ottobre 2020

JEAN GEORGES ALMENDRAS A CANAL 12 TV NACIONAL URUGUAIANA

Sono nato settimino nel ‘55, a La Paz, in Bolivia. A quel tempo, la medicina era ancora molto precaria, le possibilità di sopravvivenza erano poche. Ma il destino decise che dovevo vivere.
Sono stato concepito nei quartieri latini di Parigi, ma allo scadere della borsa di studio alla Sorbona i miei genitori tornarono in Bolivia".

JEAN GEORGES ALMENDRAS A “ALGO QUE DECIR” CANAL 12

Per essere primavera la notte era molto fredda, mentre parlavamo del tempo e aspettavamo l'auto per andare agli studi televisivi ho notato Georges molto teso, i suoi occhi mostravano preoccupazione. Molto strano per qualcuno che per più di 20 anni ha dato notizie di cronaca giudiziaria a Canal 4. Qualcuno che con la sua impronta televisiva è diventato un eroe nazionale, conquistando i cuori di tutti gli uruguaiani e dei colleghi, e che ha alle spalle migliaia di interviste alla radio e alla televisione, portando in ogni angolo dell'Uruguay l'Opera di Giorgio Bongiovanni, la realtà extraterrestre, FUNIMA, Antimafia ed i giovani.

Mi dava l’impressione che questa volta sentisse fortemente che non si sarebbe trattato solo di una delle tante interviste. Oggi, che il mondo sta attraversando una pandemia senza precedenti nella storia moderna, sta vivendo i segni annunciati chiaramente nei testi sacri e iniziando l'epilogo della nostra Opera, dell'umanità e del mondo come lo conosciamo, quelle interviste sicuramente pesavano più che mai nella sua coscienza.

Almendras per tutti gli uruguaiani era già "Almendras" quando, negli anni ‘90, incrociò per la prima volta lo sguardo di Giorgio Bongiovanni, che sarebbe poi diventato il suo Maestro ma soprattutto amico e padre spirituale, con cui avrebbe vissuto momenti intimi inimmaginabili. Strani percorsi disegnati molto prima che le loro coscienze si incrociassero per sempre. Da quell'incontro all'aeroporto Carrasco dentro e fuori dall'Uruguay, Almendras smise di essere se stesso per diventare "Almendras e Bongiovanni"
Ovunque lo invitino, dovunque vada, per strada, sugli autobus, sui taxi, le domande sono le stesse, su una stessa linea, le cronache giudiziarie e Giorgio Bongiovanni.

Arrivati al Canal abbiamo percepito molto profondamente l'immenso rispetto e amore che tutti provano per Georges, dal portinaio che ci ha accolto alla porta, ai produttori e gli stessi giornalisti che avrebbero condotto l'intervista. Un ambiente televisivo caratteristico dell'Uruguay che ci ha permesso di vedere varie cose, l’elevata professionalità di Georges durante la sua carriera e la serietà con cui ha saputo unire senza ipocrisie i differenti aspetti del suo vivere quotidiano.

Non ha mai nascosto la sua passione per la realtà extraterrestre, né i suoi valori di lotta e di impegno sociale, né il suo amore e rispetto per il suo Maestro al quale durante tutti questi anni, ha aperto le porte di tutti i media. Senza paura di essere bollato come matto, senza paura di perdere tutto, fama, famiglia, lavoro, il suo linguaggio è stato sempre uno e oggi questi frutti si raccolgono appena varca la porta di un canale televisivo.

"La cronaca giudiziaria mi manca. È un linguaggio diverso, dove uno deve adattarsi alla violenza, alla morte. Abbiamo partecipato insieme ai cameramen a sparatorie e situazioni violente. Siamo anche intervenuti come mediatori nella rivolta di un carcere”.
"L’adrenalina del giornalista fa sì che ad un certo punto ci immergiamo completamente nella situazione, e ciò ci permette di affrontare anche situazioni di rischio, ma allo stesso tempo ci permette di vivere momenti di profondo contatto con la vita. In definitiva, bisogna avere sangue freddo”.

Arrivato allo studio di "Algo que decir" Almendras incontra gli altri intervistati, quattro in tutto, che interverranno nel corso del programma che dura un'ora e mezza, per cui ognuno di loro sfrutta al meglio il tempo a disposizione. Abbiamo potuto apprezzare la genialità della comunicazione giornalistica, capace di tracciare nella mente e nel cuore dei telespettatori quello che vogliamo che apprendano. Georges voleva parlare del messaggio dell'Opera, di antimafia, voleva che tutti sapessero che esiste un movimento giovanile.

Cecilia Bonino, una dei due giornalisti conduttori, dà inizio all'intervista:
"Georges è un piacere averti qui, la gente ti conosce attraverso la cronaca giudiziaria, la verità è che la tua storia è impressionante".

Sottintendendo con queste parole che il percorso di Almendras ha quelle sfumature dai colori belli e brillanti con cui il Cielo normalmente dipinge le persone che sono disponibili a diventare suoi strumenti. Il Cielo li disegna con volti diversi, doni diversi, sfumature diverse tutte utili per il piano Sacro.
Sopravvivere ad una nascita anticipata e pochi anni dopo ad un terremoto fortissimo dimostra che la vita di Georges non gli appartiene né gli apparterrà. La sua vita è in mano alla volontà del Cielo. È quanto è emerso anche dalle espressioni dei giornalisti che hanno sottolineato “come la sua vita, quando si occupava di cronaca giudiziaria, è stata più volte in pericolo”.
Dopo le presentazioni di tutti gli intervistati, una psicologa (che si meravigliava nel sentire le esperienze limite raccontate dal nostro amico), un musicista ed un'attrice di teatro, personaggi famosi della società uruguaiana hanno parlato di brevi episodi della loro infanzia e di cronaca giudiziaria. Dopo i vari interventi i vari racconti ha preso nuovamente parola Almendras che ha risposto a domande sul tema ufologico. L'intervento si rifà alle stesse parole di Georges in un altro programma (Desayunos informales) dove è stato ospite recentemente:

A questo punto non dobbiamo più chiederci se esistono. Ci sono molteplici testimonianze, evidenze e prove. Ora dobbiamo chiederci perché vengono".

Ancora una volta è stata la giornalista a sorprendere con queste parole: “Forse tutto il mondo sa che esistono questi esseri".

Da parte sua Fabregat ha chiesto: "che risposta darebbe con il passare degli anni sulle dichiarazioni riguardanti la realtà extraterrestri fatte 4 anni fa?”.
Con immagini dello spazio e dell'universo proiettate sullo sfondo, il discorso di Georges ha sintetizzato il cuore di una verità che ad oggi è difficile ribattere. Con maestria ed esperienza, nel silenzio dello studio, ha parlato nel dettaglio di quello che viene nascosto, della logica non umana che c’è dietro questa realtà.

"È ormai una questione di buonsenso. In tutto il mondo ci sono costanti avvistamenti, e gli esseri che guidano queste astronavi hanno una logica, un progetto. Non quello di conquistare il pianeta, non quello di invadere. Ma c'è un progetto di scienza con coscienza”.
"La risposta sta nel buonsenso se comprendiamo la società moderna, come assimiliamo i programmi tv, le riviste, i social network, se comprendiamo che nel cielo ci sono luci e ci sono avvistamenti non solo di gente comune, ma anche di persone delle istituzioni, del potere, militari e servizi di intelligence, significa che questi esseri a bordo di queste astronavi non sono episodi isolati, ma rientrano in una logistica e un progetto semplice". "Loro non vogliono conquistare l'Uomo perché lo avrebbero già fatto dai tempi biblici con la loro tecnologia. La nostra in confronto si può paragonare a quella degli indios Yanomamis. Davanti a queste civiltà siamo come formiche. Loro hanno una scienza con coscienza mentre l'umanità ce l’ha senza coscienza”.
"L'umanità ha sviluppato una tecnologia di devastazione, senza etica, senza valori. La cronaca giudiziaria non esisterebbe in una società dove esistono questi esseri con i loro alti valori etici e morali”.

FABREGAT: "Tu hai detto che chi potrebbe informare su questo tace"

"Dobbiamo prepararci ad un contatto massivo. I fatti lo dimostrano. Dal 1947 esiste il fenomeno del contattismo, i grandi contattati parlavano delle loro esperienze con questi esseri e davano una serie di insegnamenti all'umanità annunciando che stava andando verso la perdizione. Fino a quel momento era soprattutto fenomenologico. Ora entriamo nella fase del contatto massivo. Sta accadendo. Ci sono grandi contattati come Antonio Urzi che, seguendo la logica di questi esseri, diffondono i video dei contatti. Sono loro a scegliere determinate persone. A volte persone semplici che hanno valori, e in alcuni casi preparano persone per il contatto."
"Il potere cerca di distorcere la verità. Nel 2017 il Pentagono e la CIA hanno declassificato archivi dove affermano l'esistenza e il contatto con questi esseri e che i piloti, prima di allora, avevano il divieto di fare queste dichiarazioni. Il problema è che il potere comanda su tutto. Non vuole che l'Umanità sappia che esistono civiltà che non hanno i problemi della comunità umana generati da interessi economici, di dominio, di reddito e dell'impero”.
“Questi esseri ci stanno dando un insegnamento positivo che minaccia il potere e i servizi di intelligence delle grandi potenze. Questo potere si sente minacciato da questi esseri. Ma questi esseri non minacciano le persone, questi esseri minacciano il potere. Il popolo sente, intuisce che questi esseri non sono pericolosi. E ci saranno i contatti, ve lo dico con consapevolezza e convinzione”.

La giornalista Bonino fa una domanda mentre annuisce con la testa ad ogni dichiarazione.

BONINO: L'hai sempre pensata in questo modo?

"Cecilia la tua domanda risponde ai telespettatori. Tutti in qualche momento, se applichiamo il buonsenso, arriveremo alla considerazione che non siamo soli nell'universo. Crederci soli è una superbia propria della specie umana".

Bonino ha chiesto ancora quale esperienza ha portato Georges a sentire e pensare in questo modo, e Georges ha parlato delle sue esperienze di bambino che scrutava il cielo. Fabregat ha insistito ancora:

FABREGAT: Conoscere Bongiovanni non è stato in qualche modo l’innesco?

"Prima ho conosciuto il messaggio di Eugenio Siragusa che è colui che ha formato spiritualmente Bongiovanni. Negli anni ‘90 ci siamo incontrati professionalmente con Giorgio. Ma ascoltando la sua esperienza, la semplicità della sua vita, mi trasmise i veri valori spirituali dell’esistenza dell'uomo. Lui rappresentava tutto quello che un contattato poteva trasmettere. Lui insegnava quali erano i valori positivi di quelle civiltà che l'Uomo moderno non ha accettato. Ha riso di questi contattati."

BONINO: Molte volte vengono presi per pazzi.
A queste parole Almendras ha iniziato a rispondere, ma sono stati gli stessi giornalisti a completare il suo discorso:

"Il problema non è credere negli ufo, perché è un fatto scientifico dimostrato. Se non siamo soli, chi sono questi esseri? Un famoso psichiatra, John Mack, fece uno studio su casi di persone rapite da questi esseri, e su persone che hanno avuto un contatto con loro. Queste persone non avevano avuto un'esperienza traumatica, ma avevano avuto esperienze positive che contenevano profondi insegnamenti. Lui è morto in modo strano, forse ucciso, perché non è lo stesso che queste verità vengano da gente comune o da un professionista”.

Oltre alla diretta, la realtà extraterrestre e Giorgio Bongiovanni hanno attirato l’interesse dei presenti nello studio anche durante gli intervalli pubblicitari, durante i quali giornalisti e ospiti hanno continuato a fare domande. Un musicista invitato ha confessato di essere devoto di Padre Pio e ha mostrato una medaglia che porta sempre con sé. Evidentemente nei piani del Cielo niente è lasciato al caso o alla coincidenza.
Avvicinandoci già alla conclusione del programma ha iniziato a crescere in noi la preoccupazione su quello che ancora non era stato approfondito, soprattutto Antimafia ed i giovani, anche se Georges vi aveva fatto riferimento quando parlava dell’occultamento dell’informazione da parte del potere. Ma bisognava approfondire. Il momento è arrivato quando gli è stato chiesto del famoso boss della ‘Ndrangheta catturato a Montevideo pochi anni fa e fuggito prima di essere estradato in Italia, Rocco Morabito.

"Il potere condiziona la verità. Qui tocchiamo il tema del crimine organizzato. Esiste l'interesse per il traffico di armi. Il crimine organizzato, la proliferazione di armi nucleari. Sono argomenti che si tengono nascosti, segreti. È un argomento lungo da approfondire".

Non è mancato segnalare le nostre pagine web in cui diamo ampio spazio a queste denunce:
FABREGAT: Tu gestisci il sito www.antimafiadosmil.com. Da quanto tempo?

"Si, me ne occupo da 15 anni." I giornalisti, sorpresi e riconoscenti, hanno dato spazio a Georges per parlare di antimafia. Tra le altre cose ha denunciato che il caso Morabito ha messo in evidenza la corruzione del sistema politico uruguaiano e l'infiltrazione della mafia nei servizi. Per poi mettere in risalto l'importanza del lavoro che sta portando avanti il gruppo giovanile, capitanato da Sonia Tabita Bongiovanni, in tutto il mondo e soprattutto in America latina. Un gruppo che, attraverso l'arte, denuncia l’infiltrazione del potere criminale nella società, e allo stesso tempo risveglia altri giovani come loro rendendoli consapevoli di tutto ciò che il potere nasconde, per condurli così verso l'educazione alla legalità.

"In Italia ci sono 4 grandi famiglie mafiose che comandano in Italia e nel mondo intero, la ‘Ndrangheta domina il traffico internazionale di droga e la presenza di Rocco Morabito, purtroppo per la società uruguaiana, argentina e brasiliana, rende visibile l'alto grado di corruzione al quale è arrivata in questi paesi questa organizzazione mafiosa e la sua penetrazione. Perché non si tratta solo di portare droga verso l'Europa bensì tutto quello che implica questo passaggio. La corruzione degli Stati e dei sistemi politici. Non è un caso che dopo 15 anni di latitanza dalla giustizia italiana sia stato arrestato qui, per fuggire poi in un contesto scandaloso di corruzione. La presenza di Morabito significa che il crimine organizzato non è un problema solamente italiano ma del mondo intero".

I giornalisti hanno espresso il desiderio di parlare di mafia nel loro programma e hanno quindi esteso l'invito per una nuova partecipazione.
In quel momento Georges con una genialità comunicativa ha lanciato il suo appello sulla necessità di dare visibilità al movimento dei giovani.

"C'è un gruppo di giovani con cui io lavoro, creato dalla figlia di Bongiovanni a 13 anni, oggi ne ha 19, perché vogliono lottare contro la mafia attraverso l'arte. È importante che i giovani comincino a comprendere il livello di penetrazione della mafia nel mondo. Se un gruppo di giovani si impegna in questo modo, è altamente positivo per noi vecchi, per le nuove generazioni, per i nostri nipoti. Dobbiamo cambiare subito questo sistema. Il potere ci sta manipolando."

Nel frattempo, un amico addetto alle pubbliche relazioni, che era presente perché aveva accompagnato una delle invitate, mi ha fatto vedere i messaggi che gli erano arrivati sul cellulare e che chiedevano il contatto di Almendras per invitarlo in altri programmi per approfondire tutto ciò di cui stava parlando durante la trasmissione.

Le luci si sono spente e siamo ritornati a casa in silenzio. Siamo consapevoli che questo segna l’inizio di una nuova tappa della divulgazione.

Erika Pais
3 Ottobre 2020

Link programma:

- Una noche con el secreto en las estrellas, la resistencia al mobbing, un sueño en el escenario y canto en la capital
https://www.teledoce.com/programas/algo-que-decir/una-noche-con-el-secreto-en-las-estrellas-la-resistencia-al-mobbing-un-sueno-en-el-escenario-y-canto-en-la-capital/


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