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Semarus e Giovanni

DAL CIELO ALLA TERRA

DA ADONIESIS ASCOLTATEMI.
IL FRATELLO SEMARUS, UNO DEI MIEI ANGELI, A SUO TEMPO AVEVA DETTO E SCRITTO L'EROICO VALORE CHE INCARNA GIOVANNI, FIGLIO E FRATELLO DELLO SCRIVENTE. RICORDARLO A TUTTI VOI OGGI, NEL TERZO MILLENNIO, È COSA BUONA E GIUSTA.
GIOVANNI, COME ELISEO, È PORTATORE DI PACE, GENEROSITÀ E GIUSTIZIA.
CON AMORE VOSTRO ADONIESIS.
PIANETA TERRA
12 Marzo 2023.
G. B.

DAL CIELO ALLA TERRA

SEMARUS E I FRATELLI DELLA LUCE:

GIOVANNI B, UNO DI NOI.
ESISTONO NELLA NOSTRA CONFEDERAZIONE INTERSTELLARE IN VIAGGIO PER L'UNIVERSO DELLE SQUADRE SPECIALI MILITARI CHE HANNO MISSIONI MOLTO PARTICOLARI: AIUTARE I BAMBINI E IL PROSSIMO IN DIFFICOLTÀ NEI PIANETI CHE HANNO CIVILTÀ IN DECADIMENTO, IN DISFACIMENTO E AL LIMITE DELL'AUTODISTRUZIONE. QUESTE SQUADRE HANNO UN NOME IN CODICE CON UNA MISSIONE DA COMPIERE: “SOCCORSO D'AMORE”.
SPESSO I COMANDANTI DI “SOCCORSO D'AMORE” DECIDONO DI INCARNARSI NEL MONDO DOVE SVOLGERANNO LA LORO MISSIONE E SCELGONO LORO COLLABORATORI E LE LORO COLLABORATRICI SOLO SE SONO IN SINTONIA CON I VALORI COSMICI DEI QUALI ESSI (I COMANDANTI) SONO PORTATORI.
NOI, “ALIENI” DI LUCE, PER VOLONTÀ DEI MAESTRI COSMICI E DEL MAESTRO DEI MAESTRI GESÙ CRISTO, ABBIAMO SCELTO UNA FAMIGLIA PER PERSONIFICARE I NOSTRI SPIRITI DI LUCE IN ESSERI UMANI E OPERARE IN MEZZO A VOI. QUESTA FAMIGLIA È STATA BENEDETTA DA DIO E NOI LA SERVIAMO E LA SORREGGIAMO.
GIOVANNI, IL DIRETTORE DI FUNIMA, È UNO DI NOI, COSÌ COME LO SONO TUTTI COLORO CHE SULLA TERRA AMANO IL PROSSIMO COME LORO STESSI.
PACE, SEMARUS SALUTA CON EMOZIONE E AMORE TUTTI I FRATELLI DELLE ARCHE.

PIANETA TERRA.
27 Novembre 2019. Ore 16:08
G. B.

500 ANNI DI OLOCAUSTO

olocausto giovanni1

di Giovanni Bongiovanni

1900 d.c…. “Nella regione di Alta Verapaz in Guatemala risultava più conveniente far trasportare il caffè a dorso d’indio… non erano necessari né camion, né carri…”

“Perché l’Argentina. Perché proprio tra i popoli indigeni. Cosa ti ha spinto proprio in quelle terre…”. Queste sono le domande che mi vengono poste per la maggiore. Provo a dare una risposta proprio a pochi giorni che mi separano dal prossimo viaggio nella foresta del Chaco salteño.

Di certo credo che l’uomo debba spingersi verso la sua evoluzione e la costruzione di una civiltà più sana, e amo profondamente i valori etici ed i principi morali che sono motore per l’essere umano. Forse sono un sognatore?

Sono passati ormai 20 anni dall’inizio della mia immersione in questa “avventura” e, per dare una risposta, è doveroso fare un salto nella storia delle comunità indigene dell’America Latina. Queste hanno visto la distruzione della propria civiltà per mano dei paesi europei, i predatori del “nuovo mondo” che hanno costruito il loro benessere depredando ogni risorsa e specialmente perpetrando uno dei più grandi Olocausti della storia dell’umanità. Su questi fatti si fonda la ricchezza e lo status dell’ordine mondiale, del sistema capitalistico che ha trasportato i paesi occidentali sul podio dei poteri del mondo.

Lo sterminio delle popolazioni indigene del continente americano iniziò con l’arrivo di Colombo e delle sue caravelle nel 1492 d.c.. Quella data sancì l’inizio della colonizzazione e avviò un sistema di schiavitù e di sfruttamento intensivo delle terre. Le pagine di questa storia sono un susseguirsi di brutalità che hanno distrutto non solo fisicamente milioni di uomini, donne e bambini, ma anche l’intera “cultura indigena” dal punto di vista antropologico e sociale. Il processo di omogeneizzazione europea, iniziato al tempo dagli ispanici e ancora oggi in atto, ha reso queste popolazioni irriconoscibili, trasformandole in qualcosa di ibrido, un mostro dilaniato che mai si era visto prima. Un uomo non più indigeno, tantomeno uniformato a quel modello occidentale, culturale, di comportamento, di mode, di linguaggi che il potere d’oltreoceano promuove attraverso la “cultura globalizzata”.

Le stime parlano di 100 milioni di nativi che abitavano il continente che in meno di 100 anni furono sterminati al 95%. Ma questo genocidio non si limitò solo alle popolazioni americane, furono importati, per essere utilizzati come bestie nel lavoro di schiavitù oltre 60 milioni di africani, di cui il 90% morì durante la traversata oceanica per le pessime condizioni di viaggio. Presto o tardi la stessa fine sarebbe toccata anche ai sopravvissuti, in una miniera per l’estrazione di oro e argento o in un campo di canne da zucchero o di caffè.

Questi fatti raccontano come, forse, i primi lager non siano nati con il Nazismo… ma io non ricordo nessuna commemorazione per i nativi d’America. Forse perché non fanno parte di quell’élite di famiglie più ricche del mondo?

Ma anche dopo la fine del colonialismo, questo sistema di sfruttamento di uomini e terre non si esaurì, modificò la sua forma, ma continuò ad essere ufficialmente il modus operandi dei paesi occidentali anche dopo la nascita delle organizzazioni internazionali in difesa dei diritti dell’uomo (1948) e dell’ambiente. Per secoli avevano depredato l’America Latina sottraendo tutte le risorse e accumulando ricchezze per la scalata al potere mondiale. Primato che ancora oggi detengono e con metodologie che strutturalmente non sono diverse da quelle avviate negli anni della colonizzazione anche verso altre popolazioni. Oro e metalli insieme a materie prime alimentari erano la priorità per gli imperi di allora. Oggi lo sono i combustibili fossili, gas e petrolio.

Da quando gli Stati Uniti, durante la Guerra Fredda, hanno dichiarato guerra al comunismo e alla nascita di tutti i movimenti nazionalisti, con il sostegno degli alleati Europei, hanno fomentato guerre e promosso dittature violente in tutto il mondo. Il supporto ai partiti di estrema destra aveva l’obiettivo di creare paesi vassallo che appoggiassero politiche a favore di attività estrattive per favorire in questo modo i paesi occidentali allineati che potevano lucrare dalle risorse di quelle terre.

Dopo l’America Latina l’espansione coloniale non si è mai arrestata. Il mondo stava diventando sempre più competitivo e altri paesi emergenti hanno iniziato a pretendere di voler giocare una parte da attori protagonisti nello scacchiere internazionale degli imperi per la scalata al potere.

Con la caduta dell’URSS il nemico dichiarato divenne il terrorismo internazionale, altro mostro partorito e alimentato dall’occidente per giustificare il solito sistema di depredazione dei paesi del sud del mondo. Quella che noi definiamo civiltà e democrazia, che ci sentiamo in diritto non solo di difendere ma anche di esportare, è stata fondata sul genocidio delle popolazioni indigene per generazioni.

Alle multinazionali enormi come la Monsanto (compagnia statunitense) vengono concessi permessi per operare indiscriminatamente sui territori, non lasciando alcun beneficio locale se non la devastazione dell’ecosistema stesso, causa a sua volta di avvelenamento e mortalità per la popolazione locale. E non subiscono alcuna ripercussione dal punto di vista legale, per via dell’assenza, in molti paesi, di una legislazione che punisce chi perpetra danni ambientali. Questi colossi divorano, territorio dopo territorio, paesi interi con la complicità degli stessi governi locali sostenuti dai paesi occidentali; il tutto funzionale a mantenere il loro status di potere. Un meccanismo malsano. Ed i paesi già impoveriti da queste misure ricevono addirittura prestiti dai paesi “benefattori” a favore del risanamento e dello sviluppo. E restano con un debito maturato e l’imposizione, tra altre spese, dell’acquisto di armi prodotte sempre dai paesi “benefattori” del prestito.

È proprio così che avviene l’esportazione della democrazia? Rendendo questi paesi dipendenti dai nostri? Tenendoli sotto scacco e manipolati come marionette?

Depredazione, sfruttamento, distruzione di popoli e culture.

Dovremmo ora sommare le atroci conseguenze di questo smercio di armi prodotte e vendute. Questo avviene nei paesi liberali e democratici! I nostri! Fondatori di costituzioni eccelse e carte dei diritti dell’uomo.

Voglio ora portare esempi della storia di alcuni paesi e popoli.

La Bolivia per iniziare, grazie alle sue ricchezze, ha contribuito di più all’arricchimento dei paesi usurpatori, mentre oggi rappresenta uno dei paesi più poveri. Potosí, la città delle miniere, è l’emblema di questa situazione, un luogo in cui morirono più di 8 milioni di uomini, donne e bambini indigeni; in questa città, le madri arrivarono ad uccidere i propri figli piuttosto che vederli vivere in miniera per le enormi sofferenze. Ancora oggi nelle miniere boliviane continua questo sfruttamento, migliaia di giovani si recano per tentare una strada diversa, ricevere un salario anche senza la tutela dei propri diritti, per non soffrire la fame, in città o nelle campagne.

Gli spagnoli godevano. Come scimmie sollevavano l’oro e si sedevano in atteggiamento di piacere, come si rinnovasse e s’illuminasse loro il cuore. Quel ch’è sicuro è che lo bramano con grande sete. Il loro corpo si gonfia, ne hanno fame furiosa. Come porci affamati bramano l’oro”, dice un testo nahuatl conservato nel Codice fiorentino”. (Eduardo Galeano, Le vene aperte dell’America Latina, Pick Wick).

Minerali e metalli, oro, argento, rame, stagno, bauxite, ferro, petrolio… ma anche materie prime alimentari e monocolture intensive di canne da zucchero, caffè, cioccolato e poi cotone e caucciù. Ogni cosa subisce il saccheggio, e mentre i paesi colonizzatori vedevano e vedono accrescere il loro potere, paesi come Brasile, Colombia, Venezuela, Ecuador, Guatemala, Messico, Cile, Bolivia, per citarne alcuni, vengono derubati. Non ultima la cordigliera delle Ande dal Perù fino all’Argentina. Ricchezze che ogni giorno volano via attraversando l’oceano. Non solo terre e corpi vennero dilaniati, l’Olocausto delle comunità indigene dilaniò l’intera cultura indigena.

Furono costretti a modificare il loro sistema di vita, le loro abitudini, la loro visione universale e armonica dell’uomo e della natura dove anche le montagne, i fiumi, le piante e gli animali possedevano un’anima ed erano considerati famiglia, con tutto ciò che ne consegue il legame affettivo. Le leggi che conformavano la vita tra gli esseri viventi erano paritarie e non vi era superiorità da parte dell’uomo. La sintonia tra l’uomo e la natura era tale che l’interazione veniva vissuta come un vero e proprio dialogo. Le capacità sensoriali erano amplificate da una consapevolezza che vedeva l’unificazione di tutti gli esseri viventi abitanti dello stesso ecosistema.

Viceversa, la visione dell’uomo occidentale era totalmente antropocentrica e vedeva l’uomo da un lato come dominatore, e la natura dall’altro che doveva essere dominata e sottomessa al suo servizio insieme a tutto ciò che lo circondava. La filosofia che si sviluppò attorno i primi anni del 1500 a.c. con Cartesio, Copernico e Newton, di fatto giustificò il dominio irrefrenabile della natura da parte dell’uomo e gettò le basi che diedero alla luce il processo industriale e capitalistico delle società occidentali. Da qui in avanti, l’economia estrattiva, che fu il vero motore di ricchezza, lo è ancora, per i paesi occidentali, venne considerata in questo processo come consuetudine di un’elaborazione di pensiero filosofico e di natura oserei dire Divina.

Interessi politici, economici e finanziari, di grandi imprese come di Stati, ruotano attorno all’economia estrattiva, e i danni vengono contati delle popolazioni locali dei paesi impoveriti. In questo modo il sistema colonialista, gettò le basi per il capitalismo. La terra non doveva più essere considerata un bene comune, fu imposto alle popolazioni di dividere il concetto di unità uomo-natura e di ragionare in forma dualistica per considerare la terra uno strumento da cui trarre profitto. Di fatto fu necessario per i colonialisti imporre questa visione per giustificare lo sfruttamento senza limiti. Le credenze e i saperi sulla vita che venivano tramandati per generazioni da antiche tradizioni locali, attraverso racconti di miti e leggende, vennero fatte a pezzi.

Anche le ritualità considerate sacre nella loro cosmo-visione vennero sostituite dalla spietata evangelizzazione che avvelenò definitivamente quel substrato spirituale che le popolazioni avevano nutrito per generazioni. Vediamo, come di fatto, la religione per i paesi occidentali è sempre stata necessaria per avallare le politiche espansionistiche e predatorie. Lo furono l’evangelizzazione degli indigeni, le crociate con la guerra santa e lo è ancora oggi la lotta al terrorismo islamico. La Chiesa Cattolica ha giocato un ruolo nefasto in questo senso, avallando il massacro degli indigeni intesi come sub-umani che dovevano subire il dominio cristiano e avallando lo sfruttamento nonché l’usurpazione di quelle che chiamavano terra nullius (terra di nessuno), con due Bolle papali, la “Romanus Pontifex” (1452) e “Inter coetera” (1493). Decisero di dividere i territori tra Spagna e Portogallo.

Oggi l’inganno più grave è stato quello di far passare le metodologie colonialiste come necessarie per alimentare quel modello di sviluppo che è stato fatto credere sia l’unico possibile. L’economia estrattiva è molto spesso promossa non solo dai governi occidentali, ma anche dai politicanti locali dei paesi che abbiamo iniziato a definire “in via di sviluppo”. Ma che di sviluppo non vedranno mai nulla, perché, qualora riuscissero a svincolarsi dal controllo geopolitico dell’occidente, sarebbero privi di mezzi per contrastare il potere dei grandi gruppi di interesse che possiedono risorse e tecnologie sempre superiori e all’avanguardia. E intanto le compagnie occidentali che hanno le mani immerse in quei paesi continuano nella loro devastazione.

Immense foreste come il Chaco e l’Amazzonia, che danno ossigeno al mondo, stanno per essere cancellate per la necessità di legname e per le produzioni di soia e Ogm. Come la cordigliera delle Ande per estrarre materie prime e l’ecosistema della cintura di Orinoco, in Venezuela, devastata dagli stabilimenti petroliferi. Questi sono solo alcuni esempi. E così tutta la ricchezza continua a defluire altrove lasciando i paesi ricchi di risorse, impoveriti dal sistema. Bisognerebbe capire una volta per tutte che l’economia estrattiva nasce con il sistema colonialistico e che per questi paesi non è un’opportunità di sviluppo, ma è generatrice di sottosviluppo schiacciante. Inoltre è sempre pregna di sfruttamento umano e inquinamento ambientale. Dov’è andato a finire quello sviluppo e quel benessere per le comunità locali tanto promesso dai politicanti? Le comunità mapuche della Patagonia, civiltà millenarie, vengono sfrattate dalle loro terre, costrette a rifugiarsi ai margini delle città, nelle villas, offrendo manodopera a basso costo.

Gli usurpatori sono grosse compagnie che hanno ricevuto il favore politico dai governi che si sono succeduti, sono imprese del settore minerario, turistico ed energetico, o delle monocolture intensive.

Non si può far tacere il legame profondo che c’è tra i sistemi di sfruttamento e la componente razziale che li alimenta. Come durante la colonizzazione ancora oggi vi è sempre la considerazione di inferiorità che la società dominante ha sopra la dominata, e che domina per tale ragione. Aver raggiunto un livello tecnologico avanzato non dovrebbe darci il diritto di sopraffare, anzi, la tecnologia dovrebbe crescere in conseguenza dell’evoluzione dell’uomo per essere in grado di utilizzarla a beneficio di tutta la società umana.

Giovanni Bongiovanni
Mar 9, 2023

Articolo originale: https://funimainternational.org/2023/03/09/500-anni-di-olocausto/

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- 21-02-23 L'anno del 7 e l'alba della terza guerra mondiale
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- 14-02-23 Funima Int. inaugura un nuovo pozzo nella foresta del Chaco
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- 9-11-22 Il Natale si veste di magia quando è condivisione, cooperazione ed inclusione!
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