DAL CIELO ALLA TERRA
MESSAGGIO INVIATO NEL 1980
AI CAPI DI STATO DI TUTTE LE POTENZE NUCLEARI DEL MONDO.
[…] Una forza inimmaginabile e con poteri impensabili, sorveglia costantemente e attivamente l’evolversi della grave situazione venutasi a creare con la folle corsa agli armamenti nucleari e al proliferare sempre crescente di questi ordigni di distruzione e di morte. Ho anche il dovere di invitare ad […] instaurare senza indugio una pacifica e fruttuosa convivenza con l’impegno di istituire e di istruire una politica universale che affratelli tutti i popoli della Terra […]. La presenza […] di questi Signori dello spazio, mira principalmente ad impedire una degenerazione capace di travolgere inesorabilmente la vita su questo mondo. […] È nelle loro possibilità un forzato condizionamento e quindi un radicale mutamento dell’attuale situazione, al fine di evitare il ripetersi di un’immane catastrofe che cancellerebbe totalmente il respiro della vita su questo pianeta. […] La loro missione si limita allo specifico compito di fermare l’attuale progressiva involuzione divenuta pericolosa per la stabilità degli equilibri cosmofisici e cosmodinamici del sistema solare. Occorre, secondo la loro saggezza, che prevalga un reale, fattivo senso di responsabilità mettendo a profitto la buona volontà e l’intelligenza, e smorzando l’odio e il delirio del potere, della violenza e del dominio del forte sul debole. Occorre, essi dicono, che il bene prevalga sul male e che l’opera proficua di tutti gli uomini venga indirizzata alla soluzione dei problemi di fondo che ora più che mai travagliano l’umanità, e per una vigorosa evoluzione morale, materiale e spirituale. Occorre infine, ripetono, debellare le oscure forze di impedimento che antepongono al bene supremo della pace e degli inalienabili diritti umani, discordia e malefiche influenze per fini facilmente intuibili. […] Mi rendo conto quanto sia difficile dar credito a quanto, attraverso questo scritto, comunico. E comprendo altresì quanto sia difficile interpretare realisticamente questo mio atto d’amore. Come fece a suo tempo il profeta Giona, non faccio che ripetere la sua storia, e questa volta senza disubbidire. Ritengo di aver fatto il mio dovere e mi auguro dal più profondo del cuore che voi facciate il vostro. Con consapevolezza, con umiltà e con coraggio, vi ringrazio per avermi letto.
Con dilezione, Eugenio Siragusa
Nicolosi, 5 gennaio 1980