Il tempo della grazia e il tempo della prova

di Sonia Alea

SONO L’IMMORTALE ADONIESIS E VI DICO CHE SONIA ALEA È UN’ANCELLA DEL MIO AMORE. UNA DELLE MADRI CHE HANNO CONCEPITO E PARTORITO, CON IL SEME ANTICO DI ARAT RA, FIGLI DEL SOLE SULLA TERRA.

Il tempo della grazia e il tempo della prova

di Sonia Alea

SONO L’IMMORTALE ADONIESIS E VI DICO CHE SONIA ALEA È UN’ANCELLA DEL MIO AMORE. UNA DELLE MADRI CHE HANNO CONCEPITO E PARTORITO, CON IL SEME ANTICO DI ARAT RA, FIGLI DEL SOLE SULLA TERRA.


DAL CIELO ALLA TERRA

HO SCRITTO IL 6 MAGGIO 2024:
SONO L’IMMORTALE ADONIESIS E VI DICO CHE SONIA ALEA È UN’ANCELLA DEL MIO AMORE.
UNA DELLE MADRI CHE HANNO CONCEPITO E PARTORITO, CON IL SEME ANTICO DI ARAT RA, FIGLI DEL SOLE SULLA TERRA.
LEI, SONIA ALEA, E ALTRE DONNE COME LEI, SONO DA ME BENEDETTE E AMATE PERCHÉ DEVOTE AL CRISTO, IL MESSIA, FIGLIO DEL DIO VIVENTE.
PACE!
VOSTRO ADONIESIS.

Adoniesis

Pianeta Terra / 6 maggio 2024 / G.B.


Il tempo della grazia e il tempo della prova

Felici e gioiosi amiamo la vita e tutto ciò che in lei si manifesta.

Osserviamo i suoi innumerevoli colori, ascoltiamo le melodie della natura che riusciamo a percepire intorno a noi nonostante il caotico fermento umano che procede rumoroso e disarmonico in totale automazione.

Una umanità alla deriva verso l’annientamento. Una massa umana priva di coscienza votata alla sofferenza, al dolore, alla disperazione, governata e dominata da uomini senza scrupoli che possiedono il mondo. In un gioco malato tra vittima e carnefice la clessidra conta il suo tempo tra la vita e la morte. Ricco, povero, sano, malato, chi subisce e chi violenta respirano sotto lo stesso cielo. Notizie nefaste giungono ogni giorno.

Dove ci siamo perduti? Quando? Perché?

La volta celeste ci ricorda che respiriamo sotto lo stesso cielo e il manto stellato ci proietta verso mondi lontani dove tutto è pace e armonia.

Dimenticando la nostra identità abbiamo perduto il cammino rifugiandoci nel nostro egoismo, chiudendo le braccia e scollegando le nostre radici dalla Madre che ci ha generati. I nostri occhi sono diventati ciechi e duro è divenuto il nostro cuore. Così abbiamo scordato che la nostra patria è il cosmo e che gli esseri che lo abitano sono i nostri fratelli e sorelle.

Nei millenni messaggeri del cielo hanno camminato in mezzo a noi per illuminare le nostre coscienze. Ma l’avvento dell’uomo Dio segnò l’ultimo tempo. Il Suo regale passo seminò sulla Terra i germogli di una nuova era. E quell’amore incomprensibile folgorò per sempre il nostro spirito. Toccammo la Sua veste mentre passava e fummo vivi. La Sua misteriosa alchimia liberò il nostro occhio dal velo dell’illusione e la Sacra Fiamma si impossessò di noi. E vivemmo nei secoli reincontrandoci e riconoscendoci come i rinati di quel Nazareno.

Il valore della grazia ha inebriato il nostro cuore di vita in vita.

Trasportati dal vento della fede nel giardino del sacro risveglio tutto diviene semplice. Camminiamo leggeri. Estasiati dalla gioia dello spirito percorriamo il nostro cammino al servizio della Causa che ci ha chiamati.

Nell’alternarsi delle stagioni della vita giunge però anche il momento della prova.

Nella dimensione della dualità la Legge impone la sperimentazione dei due stati. Come un’onda che tocca il fondo per prendere forza e raggiungere l’apice della sua ascesa verso una continua evoluzione. Tra una lacrima e un sorriso.

Ed è nel momento della prova che la pressione del mondo improvvisamente ci cade addosso e come un uragano tenta di spazzare via le nostre antiche certezze. Soli con noi stessi combattiamo la nostra battaglia contro l’antico nemico che tenta di insinuare il dubbio, sussurra pensieri perversi, infonde paura, esalta stanchezza, arroganza, vittimizzazione, gelosia, celandosi dietro l’alternarsi degli stati mutevoli dell’anima, tentando di far vacillare la nostra fede.

La fede è un dono del Cielo. La volontà è il valore che la sostituisce nel momento della prova.

La comunione degli spiriti uniti in Cristo l’arma contro il nemico.

L’azione, il pensiero e la preghiera costantemente attivi nella Causa rappresentano invece lo scudo che allontana il tentatore.

È questo il momento più importante del pellegrino nel suo cammino spirituale.
Il Getsemani.

Il nostro Maestro Gesù Cristo fu lasciato solo da Suo Padre nel momento più drammatico della sua vita, tradito, umiliato, frustato, crocifisso e poi risorto per dimostrare a tutti noi che la morte si può vincere. Lui, certezza della vita, essenza della verità, ci ha chiamati per la via stretta, la via del dimenticare noi stessi per il prossimo, del lasciare tutto per servire la Causa, la via del coraggio, della coerenza, di lottare fino a dare la vita in sostegno dei giusti per il riscatto degli ultimi e la libertà dei popoli, la via dell’umiltà e della tolleranza, dell’altruismo e del servizio.

La via più impervia ma l’unica che ci eleverà verso la libertà dello spirito, la coscienza dell’eternità e la gioia infinita dell’amore divino.

Con devozione

Vostra

Sonia Alea

6 Maggio 2024

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