SIETE DIVENTATI, GRAZIE AL LIBERO ARBITRIO CONCESSOVI DALL’ALTISSIMO SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA, PIÙ MALVAGI DEI PEGGIORI DEMONI DELL’UNIVERSO. IL VOSTRO KARMA È CARICO DI EFFETTI BUI E TENEBROSI.
QUANDO MORIRETE, PERCHÉ MORIRETE, SIATENE CERTI, IL VOSTRO SPIRITO DOVRA PERCORRERE PER LUNGHISSIMO TEMPO IL CAMMINO ESTREMO-DOLOROSO DELLA SECONDA MORTE.
SIETE VOI CHE AVETE SUSCITATO L’IRA SANTA DI DIO, LA QUALE SI ABBATTERÀ INESORABILMENTE SUI VOSTRI ESERCITI E SUL VOSTRO POTERE MALEDETTO CHE HA RESO INVIVIBILE IL PIANETA TERRA E UCCISO LA VITA INNOCENTE E SACRA AL PADRE CREATORE.
QUESTO È UN MESSAGGIO CHE ANNUNCIA LA VOSTRA PROSSIMA FINE, LA SALVEZZA DEI BEATI E DEGLI ELETTI.
PACE!
COMANDANTE
Ore 10:14
Mondo, l’1% più ricco possiede quanto il 99%
Un dossier che conferma come la disuguaglianza di ricchezza a livello globale, sia un fenomeno che non accenna ad attenuarsi.
Un anno fa Oxfam aveva ipotizzato che entro il 2016, l’1% più ricco della popolazione mondiale sarebbe arrivato a detenere una ricchezza maggiore del restante 99%. Una previsione che si è rivelata giusta con un anno di anticipo. A denunciarlo è il nuovo rapporto di Oxfam “Un’economia per l’1%”, diffuso oggi alla vigilia del World Economic Forum di Davos. Un dossier che conferma come la disuguaglianza di ricchezza a livello globale, sia un fenomeno che non accenna ad attenuarsi.
Se nel 2010 le 388 persone più facoltose del pianeta detenevano la stessa ricchezza della metà più povera del mondo, oggi sono appena 62. E se nulla cambierà, nel 2020 saranno solo in 11. Metà del pianeta, di cui poco meno di 800 milioni di persone intrappolate nella povertà estrema, di fronte a 62 super-ricchi, che, dal 2010 ad oggi, hanno visto incrementare il proprio patrimonio di ben 542 miliardi di dollari. Un quadro che di certo non migliora in termini di disuguaglianza di reddito. Nello stesso periodo – quasi un quarto di secolo – in cui il reddito medio pro-capite del 10% più povero del pianeta è aumentato di appena 3 dollari all’anno, l’amministratore delegato della principale azienda informatica indiana è arrivato a guadagnare 416 volte lo stipendio di un suo impiegato e il 10 per cento circa di lavoratori in Europa rischia ogni giorno di piombare nella trappola della povertà. Numeri ed esempi che da soli danno il senso di uno squilibrio che, sic stantibus rebus, sta divenendo il vero e principale freno per una crescita economica sostenibile ed inclusiva nei paesi ricchi, dove rischia di ridurre ai minimi termini quella classe media in grado di stimolare i consumi; ma soprattutto nei paesi poveri perché, avverte Oxfam: “continuando così sarà impossibile centrare l’obiettivo dell’azzeramento della povertà estrema entro il 2030, così come stabilito lo scorso settembre dai Governi di tutto il mondo all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite”.
Il Pil globale è raddoppiato negli ultimi trent’anni, arrivando a 78 mila miliardi di dollari nel 2014, e contribuendo (dal ’90 al 2010) a dimezzare il numero di persone sotto la soglia della povertà estrema, sono lo stesso in pochi ad averne beneficiato; di fatto l’1% più ricco del mondo ha ricevuto la metà dell’incremento di ricchezza registrato negli ultimi 15 anni su scala globale, mentre solamente un misero 1% è fluito verso la metà più povera del pianeta. In estrema ratio – sottolinea il rapporto di Oxfam- se i progressi degli ultimi trent’anni non fossero stati contraddistinti da tanta iniquità e disuguaglianza, 200 milioni di persone in più sarebbero uscite dal vortice della povertà. Una cifra che sarebbe potuta salire addirittura a 700 milioni, se soltanto le persone più povere del pianeta avessero beneficiato della crescita economica più dei super-ricchi. “Osserviamo ogni giorno le devastanti conseguenze dell’estrema disuguaglianza in molti paesi in cui siamo al lavoro. – spiega la direttrice di Oxfam International, Winnie Byanyima – Per fortuna l’allarme è stato raccolto anche da personalità come il Presidente Obama, Papa Francesco o Christine Lagarde del FMI. E anche per questo motivo le cose stanno cominciando a muoversi, a cambiare. Tutto questo però non basta. Siamo di fronte ad un paradosso inaccettabile, su cui chiederemo con forza ai leader e alle grandi corporation presenti a Davos, di intervenire al più presto per eliminare le cause alla base dell’attuale stato di cose. Partendo dall’obiettivo di mettere fine all’era dei paradisi fiscali che alimentano la grande disuguaglianza, ostacolando la lotta alla povertà.”
Anche se pensiamo che non si possa far appello al buon cuore di chi è la causa di queste ingiustizie globali così spaventose.
18 gennaio 2016
Fonte: Megachip
Gates, Slim e Buffett al vertice. Tra gli italiani Del Vecchio e la vedova di Ferrero
Francesco Semprini – 19 Gennaio 2016
La dinamica a cui si è assistito negli ultimi 5 anni mostra, secondo Oxfam, che il patrimonio della metà meno abbiente della popolazione mondiale – circa 3,6 miliardi di persone – è sceso del 41% (pari a mille miliardi di dollari). Allo stesso tempo, la ricchezza dei 62 super miliardari che capeggiano la classifica dei Paperoni del mondo stilata ogni anno da Forbes (sulla cui edizione del 2015 è stato condotto lo studio Oxfam) ha accumulato oltre 500 miliardi di dollari, fino a 1760 miliardi complessivi. Di chi stiamo parlando? Dei vari Bill Gates, fondatore di Microsoft, con 79,2 miliardi di dollari, Carlos Slim, magnate messicano delle telecomunicazioni, 77,1 miliardi, Warren Buffet, l’oracolo di Omaha e guru degli investimenti, che tra beni e denaro vanta un patrimonio di 72,7 miliardi di dollari. Fra i 62 ricchissimi ci sono anche due italiani, Maria Franca Fissolo (residenza a Monaco), vedova di Michele Ferrero, che grazie a Nutella può vantare ricchezze pari a 23,4 miliardi di dollari, al trentaduesimo posto nella classifica, e Leonardo Del Vecchio, patron di Luxottica, forte d’un patrimonio di 20,4 miliardi, grazie a cui conquista la quarantesima posizione. A far volare gli «inarrivabili» del Pianeta, ma non certo tutti, sono i paradisi fiscali e le abilità in materia di «gestione della ricchezza». Ammonta a circa 7600 miliardi di dollari il patrimonio complessivo conservato «off-shore», oltre la somma dei Pil di Germania e Regno Unito. L’ampliamento del divario di ricchezza, quindi di quello sociale, vale pure per l’Italia, conferma la sezione dello studio dedicata al nostro Paese, con l’1% dei cittadini che controlla quasi un quarto (il 23,4%) della ricchezza nazionale netta. Mentre fra 2000 e 2015 metà dell’incremento del benessere è finito in tasca ad appena un 10% di fortunati.
Negli Usa si va ben oltre con distanze ancora più accentuate visto che i 400 «top-billioner» contano nei loro forzieri 234 mila miliardi di dollari. E in base a una ricerca dall’Institute for Policy Studies, i 20 Paperoni a stelle e strisce – fra cui filantropi come Gates, Buffet, Mark Zuckerberg, Jeff Bezos, Larry Ellison, Michael Bloomberg o i fratelli Koch – si ripartiscono l’equivalente di ciò che è in possesso dal 50% dei loro connazionali, 152 milioni di anime, al netto delle donazione al riparo da fiscalità. Un’istantanea sinistra che arriva in coincidenza dei lavori del World Economic Forum di Davos, in Svizzera, raduno globale dei personaggi più potenti (e ovviamente più ricchi) del Pianeta.
La Stampa, 19 Gennaio 2016