1° NOVEMBRE: LA COMUNIONE DEI VIVI. INCONTRO CON GIORGIO BONGIOVANNI

1° NOVEMBRE: LA COMUNIONE DEI VIVI. INCONTRO CON GIORGIO BONGIOVANNI

Di Sandra De Marco
Signore torna perché si fa sera!
Qui il tempo scorre sempre più velocemente trascinando dietro di sé milioni e milioni di vittime innocenti.
Stralci di vita indifesi, abbandonati ai bordi delle strade, nel lerciume, immersi nel fetore di discariche, storditi dai tuoni assordanti degli ordigni. Corpi martoriati, mutilati, malformati… vittime di abusi, violenze, soprusi, volti smarriti che s’arrampicano invano sull’ipocrisia e sull’apatia dei loro simili.
Sguardi travolti da eterni silenzi in attesa di essere pronunciati, da parole mai dette soffocate da viltà e codardia dove regna l’impietosa nullità dei meschini.
Li ritrovi ovunque, donne e bambini segregati in vicoli urlanti di solitudini che attendono invano il coraggio di chi ancora si ritiene decente e  si proclama innocente.
Signore torna perché si fa sera…!
I loro occhi imploranti vagano senza meta tra i gironi infernali di questo pianeta, dove uguaglianza e fratellanza sprofondano in una nauseante discrezione; cullate da una tracotanza umana che ha sottomesso ogni verità a dimensioni personali e da un relativismo tenebroso e quotidiano che soddisfa unicamente il proprio io e le proprie voglie.
Martiri immolati sull’altare della libertà e della giustizia, condannati da cori indecisi che non avranno mai voce; da parole capovolte, ingoiate, di testimoni passivi, fautori e complici di destini impregnati di orrore e sangue. Figli di uno stesso Dio traditi da un’omertà anacronistica priva di qualsiasi ideale o filosofia, senza un passato o un futuro da difendere, già colpevole di aver ucciso anche chi ancora non c’è.
Signore torna perché si fa sera… !
Torna presto perché i pargoletti e gli amanti della vita non hanno pace. Fallo presto perché sui giusti alitano pesanti persecuzioni e i tuoi profeti respirano solo presagi di morte; condannati dall’indifferenza e dall’insopportabile abulia di un’umanità che da quella Croce non ha riscattato la sua scelta. Non ha trovato mai il coraggio e la forza di agire, o di reagire.
O molto più semplicemente, di amare.
PALERMO – 1 NOVEMBRE 2012
Il cavaliere errante che porta la spada di Cristo prosegue il suo eterno viaggio sotto un cielo che profuma di libertà e di promessa, intagliando sentieri d’amore e giustizia sui quali sparge il seme incorruttibile del Verbo. L’innato spirito ramingo cavalca il tempo e lo spazio, inneggiando passo dopo passo alla libertà e ai valori universali, mentre il suo grido continua a scuotere il cuore degli uomini e ad incutere il timor di Dio anche su questo lembo di terra perfido e bugiardo.
GIORGIO: Dal nostro ultimo incontro e mi rivolgo ai fratelli della Sicilia, sono accadute molte cose. Ho ricevuto messaggi molto belli che parlano dell’eternità dello spirito e delle astronavi extraterrestri. Ci sono stati tanti segni in Cielo e in Terra, tra cui il filmato dell’astronave che entra nel vulcano Popocatepetl, i quali ci indicano che siamo alla fine dei tempi. Tempi che si concluderanno con il segno finale, il più importante di tutti, che è il ritorno di Gesù Cristo sulla Terra. Oggi purtroppo la situazione nel mondo è gravissima sotto ogni punto di vista, gli eventi che si stanno manifestando e che prossimamente si manifesteranno, sia per volontà degli uomini che per volontà di Dio, quale espressione del livello di negatività raggiunto dalla nostra civiltà, ci imporranno una scelta di vita. Nonostante la manipolazione dell’informazione sia molto forte ed i grandi poteri riescano ancora a nascondere la verità, è pur vero che questa è sotto gli occhi di tutti. Stanno preparando una guerra internazionale, forse mondiale e dopo le elezioni negli Stati Uniti probabilmente attaccheranno l’Iran. La spaventosa crisi economica sta coinvolgendo tutti, Europa e Italia compresa, l’inquinamento della Terra è esteso ad ogni livello e la grave crisi sociale sta mietendo miliardi di poveri, mentre i ricchi sono sempre più ricchi. Infine ci sono i segni celesti attraverso i quali il Cielo, cioè Cristo, ci sta chiamando, ora dipende solo da noi.  Possiamo rispondere ‘sì, ci credo’ e quindi impegnarci in un cammino spirituale, oppure dire ‘no, non m’interessa’ e continuare a vivere la propria vita. Nella peggiore delle ipotesi, ignorarli e perseverare nell’apatia e nell’indifferenza. Una cosa è certa: di fronte a questi eventi e alla nostra coscienza non possiamo dire di non essere stati chiamati. Quando ci guardiamo allo specchio non possiamo affermare: “Non è vero, io non so niente. Non sono stato chiamato. Non è vero che Gesù Cristo mi ha chiamato attraverso il segno delle stimmate, un’apparizione della Madonna, un’astronave, un messaggio spirituale o un miracolo”. Se la chiamata si manifesta davanti ai nostri occhi attraverso dei segni, che possono essere personali o addirittura pubblici come la lacrimazione di una statua, avvistamenti di astronavi o la storia di Giorgio Bongiovanni trasmessa alla televisione, noi dobbiamo rispondere..
Nel contempo si prospetta davanti ai nostri occhi anche uno scenario costellato di eventi forti, catastrofici, molto più chiari e che fanno più paura: terremoti, maremoti, guerre, crisi economica, eventi che tutti possono vedere, anche se il potere mondiale cerca di occultare, manipolando l’informazione con la promessa di un futuro migliore. Vi posso assicurare che tra non molto, io parlo di giorni, settimane e mesi, questi eventi si moltiplicheranno.
C’è comunque una sorpresa positiva per voi fratelli che siete qui oggi, che mi ascoltate e in un certo senso seguite un cammino spirituale o ne siete alla ricerca: prossimamente succederanno degli eventi spettacolari in cielo e in terra, miracoli, apparizioni della Madonna e di esseri provenienti da altri mondi, i quali si mostreranno in tutto il pianeta e di cui la televisione sarà costretta a parlare. Quello è il segno, io ve lo anticipo, che i tempi si sono ulteriormente accorciati.
Se siete ancora alla ricerca o aspettate chissà cosa per scegliere da che parte stare, chi servire e che cosa fare, questi segni v’indurranno a farlo.
Per chi già si sente in missione da tempo come molti di noi, e mi riferisco alle nostre arche, sono segni che hanno una doppia funzione: ci dicono chiaramente e con forza che ‘loro’, angeli e  arcangeli, sono con noi e ci esortano a restare uniti nelle difficoltà quotidiane della vita, economiche, di adattamento e di sofferenza anche fisica, altrimenti ci perderemo..
Per coloro invece che non si sentono in missione, i segni che stanno apparendo e che appariranno avranno la funzione di richiamare il mondo ed il principe di questo mondo, cioè Satana e allo stesso tempo annunciare la Verità, il ritorno di Gesù Cristo e il giudizio finale.
Cristo lo dice chiaramente nel capitolo 24 di Matteo: «Se il Padre non abbreviasse i giorni a causa del male, nemmeno gli eletti si salverebbero». Di quali giorni sta parlando il Signore? Si riferisce a questi giorni, dove c’è un bambino di dieci anni che s’impicca, trentamila bambini che muoiono ogni giorno di fame e milioni di morti a causa delle guerre. Cristo parla dei nostri giorni, quelli che stiamo vivendo, dove tre miliardi di persone vivono con meno di un dollaro al giorno e milioni muoiono per assenza di cure e medicinali. I giorni di una Terra agonizzante, devastata dalla contaminazione radioattiva, dall’inquinamento, dalle malattie, in cui ci sono ventiduemila missili nucleari puntanti sulle teste di tutti sufficienti a distruggere il pianeta Terra venticinque volte.
Gli eletti sono i santi, non siamo noi, noi siamo poveracci, messaggeri, missionari che vogliono seguire Cristo con tutti i propri peccati. Nel Vangelo Gesù dice anche che pochi si salveranno. Pochi significa qualche milione e sarebbe settario, fanatico e assurdo pensare che Gesù possa fare riferimento solo alle persone riunite in questa sala e al centinaio di fratelli in ascolto. Resta il fatto che, anche se si trattasse di dieci milioni, come spero, su sette miliardi sono pochi coloro che salveranno lo spirito, anche perché  la salvezza del corpo è importante, ma non è fondamentale.
Oggi vi voglio terrorizzare, non per spaventarvi, ma affinché voi apriate gli occhi. Noi siamo chiamati a scegliere, a rispondere a questa chiamata. Infatti a coloro che risponderanno con indifferenza, facendo finta di niente, Dio dirà: “Così, perché sei tiepido e non sei né freddo né fervente io ti vomiterò dalla mia bocca”.
Ovviamente non sta a noi giudicare, perché saranno giudicati come Cristo vuole giudicarli, ma coloro che non scelgono né sì, né no, saranno puniti più severamente di chi ha detto no ed ha servito il male. Scegliere il male non si riferisce solo al male assoluto, di chi ad esempio, come Totò Riina, ha ucciso migliaia di persone, è anche quello di coloro che non hanno fatto del male a nessuno, ma che scelgono la vita materiale, cioè una vita egoistica dedicata solo alla propria carriera, alla famiglia, agli amici, alle vacanze e ai propri figli. Anche questa è una risposta negativa alla chiamata di Dio e lo è pure se preghi e vai a messa tutte le settimane; non è quella la salvezza.  Poi c’è la scelta del sì, dove dici: “Si Signore, tu mi chiami e io voglio servirti”. Questa è la scelta più difficile, anche se non impossibile, perché servire Cristo significa lasciare la propria vita alle spalle, senza ovviamente tralasciare i doveri personali, altrimenti si diventa fanatici. Si deve abbandonare tutto, perciò chi lavora deve continuare a farlo per mantenere la famiglia, ma lo farà in funzione della scelta che ha fatto, dedicando la propria vita a Cristo.
Nel nostro caso, se abbiamo detto di si, dopo il lavoro dobbiamo dare tutto finché non si chiudono gli occhi per il sonno, divulgando il messaggio, scrivendo il giornale, facendo riunioni, organizzando conferenze e quant’altro. Quindi state attenti! Chi ancora non ha scelto, si prepari perché non avrà molto tempo. Chi invece ha già deciso, perseveri nella scelta che ha fatto e sia unito ai suoi fratelli fino alla fine. Chi è indifferente stia molto attento, perché potrebbe fare la morte seconda o addirittura essere messo alla prova e soffrire tantissimo.
È tutto, ma prima di passare alle domande volevo ricordare una cosa importante, perché lo devo alla Madonna. Ventitré anni fa, a Porto Sant’Elpidio, in provincia di Ascoli Piceno, esattamente da quattro ore, mi inginocchiai di fronte ai tre pini, davanti ad una folla di mille persone e mi è apparsa la Madonna. Oggi è la ricorrenza di questa esperienza che ho vissuto e non dimenticherò mai, perché è stata una delle più belle della mia vita come mistico e stimmatizzato. Ero giovane, avevo ventisei anni e portavo i segni delle stimmate solo nelle mani, perché nei piedi, nel costato e nella fronte non erano ancora apparsi. Da quella collinetta di Porto Sant’Elpidio, a 150 – 200 metri slm, si vedeva tutta la città ed il mare. Ricordo anche di aver visto uscire dal mare Adriatico una sfera di luce che con grande velocità veniva verso di me, arrivando sopra la mia testa, dalla quale è uscita una figura che io avevo già visto altre volte e mi ha dato un messaggio. Mia madre era presente insieme a mio fratello Filippo, che mi sosteneva in questa mia estasi contemplativa. Vi erano inoltre molte persone che venivano dalla Spagna, Svizzera, Francia, dal Sud America. La maggior parte non vide nulla, ad eccezione di alcune persone che, entrate in sintonia e dotate della mia stessa sensibilità, erano in grado di vedere, ma non di sentire. Gesù mi disse tante cose, in particolare dell’anticristo e del lavoro che sto svolgendo oggi qui in Sicilia. Purtroppo, anche se questo può far soffrire relativamente la Madonna, nel luogo dell’apparizione non hanno dedicato né una statuina, né una grotta ed essendo proprietà del comune, non sono riuscito a metterci neppure un simbolo in ricordo. Nella nostra arca invece, dove ho avuto un’altra apparizione, abbiamo costruito una piccola grotta e vi abbiamo messo la statua di Gesù e della Madonna. Ora fatemi domande, io sono a vostra disposizione per spiegare, approfondire e chiarire i vostri dubbi.
 
D: Nel Vangelo di Matteo, Gesù dice: « A chi ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha». Vorrei sapere se ‘coloro che hanno’ sono i chiamati, cosa hanno e cosa sarà tolto loro.
G: Si, i chiamati sono coloro che hanno ricevuto i talenti. Nella parabola dei talenti Gesù dice: «Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per paura andai a nascondere il tuo talento sottoterra; ecco qui il tuo. Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell’abbondanza, ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti». (Mt 25,14-30).
Il servo ricco è il Padre e il talento è la conoscenza della verità. Tutti noi chiamati da Cristo abbiamo ricevuto dei talenti, anche se in diversa misura, che dobbiamo moltiplicare attraverso l’opera di divulgazione. Se invece la seppelliamo sottoterra, cioè la teniamo solo per noi e non diamo tutto noi stessi per farla conoscere, Cristo ci toglierà anche quello che ci ha dato e ci manderà all’inferno. Infatti nella parabola Gesù premia tutti, tranne il servo ingrato a cui riserva un giudizio severo.  
Ecco che a chi ha sarà dato, a chi non ha sarà tolto anche quello che non ha; a chi ha la verità e  l’ha fatta fruttare, Gesù darà il Regno, ma chi questa verità l’ha tenuta in tasca oppure nascosta come fanno la chiesa cattolica ed i potenti, la pagherà cara. Noi chiamati dobbiamo dare tutto, altrimenti ci sarà tolto anche quello che abbiamo. È chiarissimo. Io dico sempre: “Aver conosciuto Cristo rappresenta la salvezza. Anche proclamarsi cristiani e credere in Cristo significa essere salvi, ma è un’arma a doppio taglio perché se tu non dai tutto e non prendi la croce come Lui dice nel Vangelo, ti sarà tolta ogni cosa. Quindi conoscere Cristo è la salvezza, ma è anche un grande rischio.
 
D: Cosa succede a chi si perde?
G: Dipende da come si perde. Se si è dato alla bella vita, farà la morte seconda. È scritto nel Vangelo: molti i chiamati e pochi gli eletti. Gesù, ad eccezione dei poveri di spirito che non avevano capito, non farà sconti a nessuno, mentre noi che abbiamo conosciuto Cristo, abbiamo capito e detto sì al Signore, se non ce la facciamo non saremo perdonati. Non dipende dall’essere buoni o cattivi, ma da ciò che hai ricevuto. Io posso essere la persona più buona del mondo, ma se da Cristo ho ricevuto un miliardo e l’ho tenuto da parte, andrò all’inferno. Se invece questo miliardo, inteso come evoluzione spirituale dell’anima non come soldi, lo trasformo in due, tre, quattro miliardi, Cristo mi premierà. Certo posso anche essere tentato, posso anche cadere, ma devo rialzarmi. Cadere non è un problema. Se cadi Gesù ti richiama, se ricadi ti chiama di nuovo, ma alla fine se cadi sempre non ti chiama più. Se scivoli per terra Cristo non è così cattivo da non perdonarti più: il Signore è infinitamente misericordioso con noi indegni e miserabili che sbagliamo continuamente. Ma c’è un limite, ad un certo punto il Signore dice: ‘quante volte vuoi cadere? Ora basta, fatti la tua strada’. E sarà una brutta strada.
 
D: Vorresti ripetere quella stupenda lezione che ci chiarisce cos’è lo spirito, l’anima, la volontà, l’intelligenza, la coscienza, il libero arbitrio e il corpo fisico?
G: Lo spirito è eterno ed è la vera identità del nostro essere. Il cervello funge semplicemente da trasmittente che lavora sul corpo. La scelta è ciò che noi siamo chiamati a fare di fronte a Cristo. Nel caso del nostro gruppo spirituale la scelta di servire l’opera è un impegno di vita e di morte, perché seguire Cristo non è una passeggiata, a differenza di altri cammini spirituali, che garantiscono felicità, priva di qualunque sofferenza, ma facendo così ingannano, Quello non è Cristo, è il diavolo. In questa società per lottare e ottenere giustizia non puoi non soffrire. La strada di Cristo è la strada della sofferenza, non intesa come cinismo o masochismo, ma come sofferenza nella lotta, nella battaglia dei più ricchi contro i più poveri, i miserabili. Quella è la battaglia di Cristo, dove la nostra scelta sarà coronata dalla gloria di Gesù che vincerà con l’autorità, con la forza e con la giustizia, ma finché non arriverà il giorno in cui apparirà con la Gloria dal cielo noi dobbiamo seguire le quattordici stazioni della croce: frustate, cadute, corone di spine, sputazzate, persecuzioni, etc. Nella strada del Vangelo la felicità deve essere interiore. Molto spesso siamo tentati e ci chiediamo perché le cose vanno male, perché stiamo soffrendo ed abbiamo sempre difficoltà, dimenticando che quella è la strada di Cristo. Se noi ricevessimo applausi, gloria nei teatri o negli stadi, se fossimo accolti con le rose o con biglietti da cento euro che piovono dal cielo, se io mi presentassi vestito di bianco, con i calzari e le stimmate in compagnia di Bush, Obama o il Papa, dinanzi ad uno stadio pieno di centomila persone che gettano banconote, mentre voi, miei discepoli, li raccogliete felici con i cesti… quella non sarebbe la strada di Cristo, ma dell’anticristo. La strada di Cristo è l’umiltà, la semplicità, l’incomprensione, la persecuzione, il sacrificio, non possedere niente, avere sempre problemi. Dov’è il segno della nostra vittoria? Nell’unione, nella solidarietà, nel trionfo della giustizia, nel difendere una causa giusta fino alla morte, nei segni che vi appaiono, che porto nel mio corpo. La vittoria sta nel non essere compreso dalla società, deriso o seguito da pochi; dove il potere ti odia e nessun Papa, Presidente, capo di stato o capo mafia siederà mai vicino a te. Questo è seguire Cristo e questa deve essere la nostra scelta.
Dopotutto, noi siamo stati graziati dalla Santa Madre, perché nonostante le difficoltà e il non essere compresi, non stiamo vivendo quello che hanno vissuto gli apostoli. Qualcuno di voi è stato mai incarcerato o arrestato? Vi hanno forse frustato nella schiena, messo una corona di spine, avvelenato o sparato contro? No, e la maggior parte di noi fratelli delle arche, stiamo bene e non ci manca niente. Dov’è la persecuzione? Certo, abbiamo dei problemi, ma sono niente di fronte a ciò che Gesù ci chiede per seguirlo. Noi dobbiamo ringraziare ogni giorno la Santa Madre ed il Suo infinito amore se non siamo perseguitati, se non è stato tolto il pane dalla bocca ai nostri figli, se malgrado tutto stiamo ancora lavorando, permettendoci di seguire Suo Figlio, perché se dovesse essere come Lui ha detto, per seguirLo dovremmo non avere niente ed essere perseguitati o uccisi, invece il Suo infinito amore permette che non ci accada nulla. Per questo motivo richiamo spesso i nostri fratelli e me stesso a non lamentarsi, essere felici e fare tutto il possibile. La nostra scelta nel momento in cui abbiamo detto ‘si’, di voler seguire questo cammino, deve essere totale anche a costo della vita, in caso contrario è una scelta non scelta.
 
D: I chiamati sono anche segnati?
G: Si, voi chiamati siete segnati sulla fronte, anche se non è visibile.
 
D: Quando parliamo con le persone riusciamo a trasmettere questo segno?
G: Noi trasmettiamo questo segno cristico solo se siamo liberi. Dipende da come ti senti interiormente.  Se dentro sei felice e ti scoppia il cuore, se gioisci perché sei eterno nello spirito, porti Cristo dentro di te e segui la verità, se nonostante le sofferenze trasmetti amore e giustizia, allora trasmetterai energie cristiche e guarirai quella persona. Se invece sei attanagliata dalle preoccupazioni, dalle bollette da pagare, se ti affanni perché qualcuno pensa male di te o ti guarda male, se ti lamenti perché hai mal di testa o perché credi che nessuno ti voglia bene, a quel poveretto trasmetterai solo i tuoi travagli.
 
D: L’uragano Sandy che si è abbattutto sull’East Coast degli Stati Uniti rappresenta una chiamata?
G: Caro fratello, quella per me è una soffiatina di naso del Padre Adonay, che inizia a raffreddarsi;  siccome l’uomo ha degenerato, nel momento in cui comincerà a starnutire come mangiafuoco, la Terra salterà in aria. Se voi credete nella Bibbia, sapete anche che il Padre Adonay non è solo amore. Nella Bibbia c’è un Padre Adonay che scatena la Sua Santa ira facendo opere uguali, nella forma, A ciò che è successo a New York, sollevando gli oceani e distruggendo le città dove, oggi come allora, il Padre ci dice: “State attenti! Io posso fare questo e molto altro”: sollevare tutto l’oceano e quando si ritirerà non resterà più niente, niente di niente; per me significa questo. Se io fossi un potente o il rappresentante di una chiesa proporrei una bella riunione per cambiare la situazione, perché se il Signore si arrabbia ci farà scomparire e poi non potremo fare più nulla. Loro l’hanno capito? Io credo di no, perciò gli eventi che succederanno in base alle scelte dei potenti della Terra non avranno una forma minore. Le tempeste saranno sempre più forti, sempre più catastrofiche e apocalittiche. Sai fino a quando? Fino a quando gli uomini non diranno: “Benedetto Colui che viene nel nome del Signore”. Finché non lo diranno, la Terra proseguirà con l’annientamento dell’uomo; è inevitabile! Se Dio ha distrutto Sodoma e Gomorra, ha aperto il mar Rosso, ha sterminato gli egiziani, perché pensate che non lo possa fare anche oggi? Dio non è solo Cristo crocifisso misericordioso che ha salvato tutti, anche noi che non ce lo meritiamo. Dio non è solo amore infinito. Dio è anche quello che ha distrutto Sodoma e Gomorra e ha scatenato il diluvio universale.
È scritto nel Vangelo: «Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo». (Mt 24,37) Gesù ritornerà mentre la gente guarda la partita di calcio, pranza al ristorante, si sposa, si diverte nei night, uccide, mentre i mafiosi rubano, etc. e li sterminerà tutti tranne quello che opera per il bene e la giustizia. Se Dio l’ha fatto migliaia di anni fa quando non c’erano nemmeno le bombe atomiche, può farlo oggi che siamo in una situazione peggiore. Quindi gli uragani sono una chiamata per i presidenti, per le chiese e noi tutti.
 
D: Cos’ha provato e cosa ha pensato Giordano Bruno mentre camminava incatenato dal carcere fino a Campo dei fiori? E cosa fecero i suoi discepoli dopo il rogo?
G: Giordano Bruno è una figura universale che abbiamo avuto la fortuna di conoscere quattrocento anni fa, in un’epoca tra le più grandi dell’oscurantismo della storia del mondo. Un momento in cui la vita valeva meno di niente, come sta accadendo ai nostri giorni dal punto di vista della violenza e dell’odio. Ora viviamo un momento peggiore sia per il numero di armi e guerre, sia come ferocia, ma quattrocento anni fa c’era qualcosa di più terribile rispetto ad oggi.
Giordano Bruno, Tommaso Campanella, lo stesso Galileo ed altri filosofi pionieri del Rinascimento che lavoravano universalmente con altri rivoluzionari, appaiono contemporaneamente in un momento gravissimo della storia. Secondo me, Giordano Bruno è la figura più alta a livello spirituale, perché rompe tutti gli schemi. Lui pone in evidenza il momento più buio della storia dell’umanità dal punto di vista dell’ideologia e della ferocia, dove la Chiesa fondata da Cristo, in quel periodo, era al massimo della sua espressione anticristica. La chiesa di nostro Signore era completamente personificata da Satana, dal Papa fino all’ultimo dei sacerdoti, tranne qualche missionario sparso, mentre oggi essa continua ad essere tentata o violentata da Satana nelle sue istituzioni. La chiesa di Cristo era il diavolo in persona, perché non solo perseguitava ideologicamente il libero pensiero, la libera espressione, ma uccideva, violentava e torturava. Quindi nella metafora della storia di Giordano Bruno, Cristo non è più Cristo: è l’anticristo.
Il Logos solare manda allora sulla Terra la più alta figura che possiede dopo Cristo, quel filosofo che noi identifichiamo nell’apostolo Giovanni, colui che manifesta le idee giovannee soprattutto quelle di Giovanni l’apostolo e di Giovanni Battista, che incarna il grido di quest’ultimo nel denunciare il male nella chiesa e la filosofia ermetica di Giovanni l’apostolo, il Consolatore promesso che dice la verità. Quindi cosa prova Giordano Bruno mentre cammina incatenato? Prova tristezza, quando viene ucciso nella gloria di Cristo prova gioia e annuncia profezie che oggi si stanno verificando. Con la sua filosofia dell’universo infinito in cui ogni cosa ha un’anima, ogni punto dell’universo è il suo centro e la Terra non è l’unico pianeta abitato, dove il Sole è la manifestazione del vero Dio, non esiste il dogma, la Trinità, né la verginità della Madonna, dove Cristo è il Sole e la madre è la Terra, lui provoca Satana che possiede la chiesa di Cristo.
Quando la chiesa lo condanna a morte, egli bestemmia e sputa sulla croce, perché di Cristo la chiesa ne aveva fatto uno schifo. Protesta violentemente contro quel Cristo crocifisso che salvava le anime e poi uccideva gli indios e torturava la gente. Ma se oggi, dopo quattrocento anni la gente ancora non capisce, figuriamoci nel 1600 cosa poteva capire. Giordano Bruno è il più grande filosofo della storia che il mondo ci abbia regalato, soprattutto del nostro Paese, ma c’è anche il Giordano Bruno politico che vuole la pace e cerca di cambiare i potenti, anche se poi lo tradiranno. Quando parla delle religioni lui critica tutti, dalla religione protestante luterana ai calvinisti, ma alla fine del suo percorso che poi è stato sempre la sua filosofia, ammette che dopotutto la migliore religione è quella cattolica, perché gli insegnamenti sono reali e sacri, sebbene ne contestasse il fanatismo ed il dogma, per i quali le persone che non li riconoscevano venivano addirittura torturate ed uccise. Da quel momento oscurantista la chiesa è cambiata positivamente. Oggi è sempre nefasta, ma non uccide più nessuno, perlomeno non così palesemente e comunque non ha più lo stesso potere di vita o di morte di allora, quando le esecuzioni non solo erano legali, ma avvenivano nelle piazze pubbliche.
Quindi la filosofia di Giordano Bruno, che è la filosofia solare, s’incarna per porre fine a questa aberrazione che durava da secoli, dopo di lui inizierà l’escalation al contrario della fine dell’Inquisizione.  
 
D: In questi giorni il Papa ha parlato di rinnovo della Chiesa. Ritieni che possa essere una forma di ammissione di tutti gli errori commessi nel passato?
G: Certamente. Parlando di segni dei tempi, anche lo scandalo del maggiordomo che ha trafugato molte carte del Papa e le ha consegnate al nostro collega Gianluigi Nuzzi è un segno di severo ammonimento per la Chiesa. Un segno di Cristo per dire: “Quando voglio e come voglio Io inizio a giudicare la mia chiesa. Io posso usare qualsiasi strumento per giudicarvi e mostrare all’umanità le vostre nefandezze! State attenti, sto per tornare”. È un segno per il Papa e per tutti i cardinali, ma non so se l’hanno capito. È un messaggio chiarissimo: il maggiordomo si chiama Paolo Gabriele, Gabriele è l’arcangelo annunciatore e Paolo è il primo apostolo della Chiesa, quello che ha divulgato il Vangelo più di tutti gli altri apostoli.
 
D: Leggendo gli scritti di Eugenio Siragusa, mi ha profondamente colpito l’umiltà con cui si rivolge a Dio, che lui chiama Poimandres. Da essi ho dedotto che noi, scintille divine scaturite dalla Sua fonte, non solo facciamo il percorso evolutivo per ritornare a Lui, ma allo stesso tempo Lo istruiamo. Di conseguenza nel momento in cui usciamo dal percorso che le leggi cosmiche impongono, Dio si ammala e per reazione difende gli spiriti che Lui ha fatto incarnare. È così?
G: È necessario esprimere diversamente il tuo concetto per non cadere nell’equivoco o nella mala interpretazione. Poimandres non è un’entità con due gambe e due occhi, ma è l’espressione del Santo Spirito, la forza creante. È una forza, un’intelligenza cosmica unica, individuale e allo stesso tempo è anche onnisciente ed onnipotente. Entrando nella profondità del concetto, realizziamo che è anche onnipresente, ciò significa che la forza creante è immanente e trascendente, cioè allo stesso tempo dentro e fuori le cose. Nel momento in cui è trascendente, fuori dalle cose, all’esterno, essa governa, comanda, dirige, aiuta, insegna. Nel momento in cui è immanente, cioè che allo stesso tempo è dentro, complementa quest’ordine, prova tutte e due le emozioni, le sensazioni. Perciò se noi sbagliamo e facciamo delle scelte errate o ancora peggio perseveriamo nell’errore e quindi diventiamo negativi facciamo soffrire la forza creante, quella che sta dentro, immanente. La forza creante trascendente invece non soffre, non perché sia cinica, bensì ha il compito di riordinare il disordine che noi abbiamo posto in essere. Quindi la forza trascendente corregge quella immanente e tutto ritorna nell’equilibrio. Ecco perché lo Spirito Santo è unico e voi non lo dovete mai bestemmiare, altrimenti non sarete perdonati. Se bestemmiate Cristo, lo dice Lui nel Vangelo, sarete perdonati; se bestemmiate lo Spirito Santo non lo sarete, perché lo Spirito Santo è la forza creante. Quindi in un certo senso non si ammala, soffre.
 
D: Voltare le spalle a Dio dopo aver ricevuto la salvezza è una bestemmia contro lo Spirito Santo?
G: Si, perché tradendo sposi il male. Anche l’essere favorevole alla bomba atomica è una bestemmia contro lo Spirito Santo, perché questa non solo non permette alla vita di esprimersi, ma la annienta completamente. Oltretutto l’annientamento è scatenato dalla stessa forza con la quale lo Spirito Santo crea la vita: l’energia nucleare. La forza creante è nell’atomo d’idrogeno, quindi con la forza stessa distruggi e bestemmi la forza creante.
 
D: Nel dialogo con questa forza, Eugenio diceva: “Quando Tu soffri, io soffro; quanto Tu gioisci, io gioisco”.
G: Quella forza è dentro e fuori di te, basta che tu prenda coscienza in Lui. Se tu lo fai, Lui ti parla ed oltrepassa tutte le dimensioni. Non devi dimenticare che la forza creante, ti può parlare, mentre tu puoi andare a Lui solo attraverso Cristo, il Redentore. Gesù non dice che il Padre non ti parlerà mai; se ti ascolta, significa che a Lui puoi parlare. È scritto nel Vangelo: “Ma tu, quando vuoi pregare, entra nella tua camera e, serratone l’uscio, prega il Padre tuo che sta nel segreto e il Padre tuo che vede nel segreto te ne darà la ricompensa” (Mt 6,6). E Gesù dice anche: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di Me» (Gv 14,6), perciò chiunque dica di stare con il Padre e vede in Cristo uno dei tanti profeti, teologicamente cade in errore.
 
D: …questo dopo l’avvento di Cristo. E prima dell’avvento di Cristo?
G: Prima dell’avvento di Cristo furono sperimentate alcune offerte preventive di redenzione, ma non fu l’ultima perché il figlio di Dio non si era ancora incarnato. C’era innanzitutto una legge più severa, occhio per occhio, dente per dente, anche se di fatto non è mai cambiata. Allora era necessaria una legge molto più rigida, perché le anime non avevano ancora raggiunto l’individualità ‘Io sono’. Erano anime mezze collettive e mezze individuali, per cui se sbagliava uno, sbagliavano migliaia di anime. Dopo la distruzione di Atlantide, gli eletti caduti rimasti sulla Terra si sono mescolati con altri popoli ed hanno fatto la morte seconda, incarnandosi nello spirito collettivo non animale, non più individuale; per uscirne hanno dovuto fare molte reincarnazioni. Quando Mosè liberò il popolo di Israele, ha liberato non solo una parte di esseri individuali, ma anche molte anime collettive, che in realtà erano duecento, trecento o cinquecento. Per permettere che quel popolo uscisse dalla morte seconda le selezioni dovevano avvenire attraverso leggi molto rigide. Coloro che seguivano lui ed il Padre erano anime individuali, mentre quelle che si sono fatte il vitello d’oro erano collettive, poiché non riuscivano a staccarsi dalla materia, solo dopo aver vagato quarant’anni nel deserto Dio le rese individuali. Da lì è iniziato il lento processo delle reincarnazioni, che li ha portati fino all’incarnazione di Cristo dove tutto il popolo d’Israele, ad eccezione degli indemoniati che Gesù liberava, aveva raggiunto lo spirito individuale. Se non avesse scelto Barabba, oggi non saremmo qui, ma nella gloria.
 
D: L’avvento di Cristo è una questione ciclica legata, diciamo, all’evoluzione dei tempi o è una questione dovuta invece agli errori compiuti dagli uomini fino a quel momento?
G: È una questione legata sia alle scelte umane che all’evoluzione naturale di una civiltà. Ogni pianeta dell’universo che ospita una civiltà umana è soggetto a dei cicli di evoluzione: il regno minerale, vegetale, animale e umano, incarnazioni, crescita e quindi scelta tra male e bene. Il Redentore viene ed offre la redenzione; se l’umanità sceglie il bene, passa dal bene umano al bene supremo, se invece sceglie il male, il Redentore s’incarna, offre la redenzione e l’umanità passa dal male al bene relativo, non al bene supremo.  A noi è stata concessa la redenzione dal male assoluto al bene relativo. Agli abitanti di Iarga o Venere, ad esempio, il Redentore ha offerto la redenzione dal bene relativo al bene supremo ed ora sono nel bene supremo. Gli Atlantidei invece sono passati dal bene relativo al bene supremo, ma poi hanno tradito e quindi sono sprofondati nella morte seconda. La gente pensa che io sia pazzo, ma per i ricercatori e gli iniziati la verità è questa.
 
D: Quando avverrà il contatto con gli esseri extraterrestri annunciato dal calendario Maya?
G: In questo momento è in atto un forte attacco da parte di forze umane molto negative e quindi anche spirituali, per far apparire questi esseri angelici come dei diavoli, dei violentatori che ammazzano i bambini. Ho saputo recentemente che gli extraterrestri hanno avuto il permesso dalle gerarchie superiori, gli arcangeli, di mostrarsi a tutto il mondo con un programma ben preciso e lo faranno molto presto. Il giorno in cui avverrà il contatto, tutti i mezzi di comunicazione del mondo, cervelli umani compresi, ascolteranno il loro messaggio perché lo faranno entrare in tutte le cose che sono trasmissibili: cervelli, orecchie, computer, telefoni e cellulari, microfoni, nei canali di tutte le televisioni e le radio dell’intero mondo, nei satelliti e in tutti i mezzi di comunicazione militari del pianeta. Tutti, anche il bambino che sta morendo di fame ascolterà questo messaggio. Loro diranno chi sono, perché vengono e che cosa vogliono. Si mostreranno anche fisicamente e sceglieranno uno di noi come portavoce e rappresentante della loro confederazione sulla Terra. Dopo di che spariranno di nuovo e ritornerà tutto come prima. Il loro messaggio non sarà coercitivo, ma chiarissimo. Chi vuole credere, crederà; chi non vuole, non ci crederà, ma quando Cristo ritornerà chi non avrà creduto non sarà perdonato.
D: Perché alcune persone riescono a vedere e altre no?
G: La scelta degli extraterrestri è dettata dalla sensibilità interiore della persona.
 
D: Cosa succederà il 21 dicembre 2012?
G: Il 21 dicembre 2012 è una data di cambiamento e di scelta. Io sto preparando tutti i  fratelli dei nostri gruppi spirituali che entro quella data, di fronte a Dio e quindi al Sole, devono dire: “Io ho scelto e non torno più indietro”. Perché dopo quella data, interiormente ed energeticamente parlando, non sarà più facile scegliere. Questo per me è il significato e lo sto divulgando da ventitré anni. Ne hanno parlato tutti, ovunque, molti l’hanno ridicolizzato. Ognuno è libero di scegliere.
 
D: Dire la verità sul ritorno di Cristo funge quasi da filtro per le persone che ci ascoltano.
G: Se decidi di divulgare la verità spirituale, non puoi non parlare della Seconda Venuta di Cristo, costi quel che costi. Poi sta agli altri scegliere di crederti o meno. Non puoi dirlo a metafore, lo devi dire e basta, anche se ti ridono in faccia. Se senti che la persona non è pronta o che per il momento non è adatta ad ascoltare il messaggio, poniti su un altro piano: quello sociale. Ad esempio io non parlo di Cristo con tutti, anche se sanno che ho le stimmate. Se vedo che non c’è predisposizione a parlare di spiritualità, ma c’è la predisposizione ad esempio a parlare di lotta alla mafia, mi metto a parlare di quello, perché così facendo mi ritrovo in un comune ideale che piace a Cristo: quello di sconfiggere il male. Bisogna avere discernimento, ma se per qualsiasi motivo ti ritrovi a parlare di spiritualità non puoi non parlare della seconda venuta di Cristo, altrimenti commetti un peccato.
 
D: Nella parabola dei talenti il Signore al ritorno dal Suo viaggio disse al servo a cui aveva affidato un solo talento: “Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. […]E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre: là sarà pianto e stridore di denti (Mt 25,26) “.  Il servo è colpevole di essere tiepido o indifferente?
G: No, l’errore sta nel non aver fatto fruttificare il talento, che è la verità di Cristo. Gli altri servi hanno fatto il loro dovere, mentre lui se l’è tenuto per sé e ha taciuto, pensando di salvarsi comunque. Esattamente quello che fa la chiesa oggi.
D: Io sono preoccupata del fatto che molti ragazzi oggi esprimono una spiccata sensibilità interiore, ma di fronte al messaggio di Cristo sono comunque sfuggenti.
G: La scelta riguarda l’azione che può compiersi dentro il cammino spirituale di Cristo, che è un corpo immenso. È la nostra opera, ma è anche l’opera dei missionari, dei sacerdoti veri, dei laici che non credono in Dio ma aiutano i poveri. È l’opera delle suore missionarie, non di clausura, che operano in Africa e aiutano i bambini ed è anche l’opera dei magistrati antimafia, che sacrificano la loro vita per la giustizia; anche questo è Cristo. Quello che conta sono l’azione e l’impegno e noi adulti abbiamo il compito di gettare le basi: onestà, educazione, etica, rispetto per il prossimo, la non delinquenza e mantenere i giovani lontani da certi ambienti, dalla mafia. etc.  
Dopo aver ricevuto tutto questo, lavorando o studiando, il giovane deciderà se impegnarsi per trasmettere giustizia, amore e solidarietà alla società. Se tuo figlio ha scelto e s’impegna, puoi dormire serena, essere felice e ringraziare il Signore per aver compiuto un miracolo. Se è impegnato nella società per migliorare il tasso d’inquinamento affinché i bambini non muoiano di cancro, o aiuta ed assiste gli anziani, lui sta lavorando per Cristo. Ti devi invece preoccupare se non succede niente. In quel caso bisogna aiutarlo a formarsi, a crescere e poi ad impegnarsi. Se non c’è impegno il problema è grave, spirituale, perché quando ritorna Cristo tuo figlio e tutti noi dovremo rendere conto. Non ci sarà chiesto se abbiamo creduto in Lui, perché il Giudice Supremo è chiamato da Dio, Suo Padre, a giudicare le opere. A Gesù non interessano le preghiere, né il numero di comunioni prese. Certamente Lui vuole che preghi e prendi la comunione, ma nel giudizio universale queste cose non saranno essenziali. Se hai pregato poco e preso la comunione ogni dieci anni, ma hai fatto le opere buone, Gesù ti premierà comunque. Mentre se avrai preso la comunione ogni giorno dell’anno senza fare le opere buone, Gesù non ti porterà con Sé..Noi dobbiamo lavorare tenacemente e considerare il nostro impegno come una missione, stimolare i nostri giovani cercando di inculcare loro l’impegno, perché la società oggi ci chiama e non possiamo rimanere indifferenti.   Purtroppo se stiamo vivendo una situazione gravissima, la colpa non è solo dei nostri genitori, ma anche nostra. Io avrei voluto che i nostri figli nascessero in una società diversa, migliore, dove regna la pace, l’armonia, il lavoro, invece sono nati nel momento peggiore della storia del mondo. Perciò non solo non possiamo mentire ai nostri figli, ma dobbiamo invitarli ad impegnarsi e a collaborare per cambiare questa società, insegnare loro a rispettare gli altri, essere coscienti che dobbiamo amarci, volerci bene, non inquinare la Terra. In questo modo di fronte a tuo figlio e senza nominare mai la parola Cristo, starai predicando il Vangelo.
 
D: Se non riusciamo a dedicare del tempo, possiamo comunque farlo anche nell’ambito del lavoro, nelle piccole azioni, dando l’esempio?
G: È un buon inizio, un allenamento, ma prima o poi verrai chiamato a giocare la partita, cioè ad impegnarti. .  Il Signore non ti chiede di tagliarti le vene, ma di fare quello che puoi fare. Di fronte a Lui non possiamo dire: “non lo possiamo fare”, quando invece non lo vogliamo fare, perché Lui sa benissimo se  potevi farlo o no. Se operi in un centro di Emergency a Kabul, stai svolgendo una missione di Cristo, ed è già un impegno. Se invece, ad esempio, lavori in banca o al supermercato, devi trovare un po’ di tempo libero per la missione politica, sociale. Qui a Palermo una sola cosa possiamo fare tutti insieme: liberare la nostra terra dal suo cancro.
 
D: A Palermo non ci sono strutture o organizzazioni su cui indirizzare i giovani.
G: Noi dobbiamo spingere i nostri ragazzi ad impegnarsi. Io sono molto critico e forse posso anche sembrare un pochino ossessionato, perché vedo la mafia dappertutto, ma non è sempre così. A Palermo ci sono molti ragazzi impegnati in bellissime associazioni, non solo nella nostra antimafia: i ragazzi di Addio pizzo, Libera, delle parrocchie dei quartieri a rischio, etc. Tutti noi possiamo scegliere, ma lo dobbiamo sentire dentro perché se è un’imposizione dopo pochi secondi non ce la fai più.
 
D: Se non siamo magistrati né dottori, ma vogliamo comunque impegnarci e lavorare a favore della società, come facciamo a riconoscere i nostri talenti?
G: Da quello che senti. Lo sai cosa faccio io? Oltre a vivere la mia esperienza mistica sono direttore della rivista Antimafia duemila. Non sono magistrato e nemmeno dottore.  Non sono niente, eppure sono diventato quello che sono perché l’ho sentito dentro. All’età di trent’anni, nonostante l’impegno della famiglia e dei figli, mi sono messo a studiare e sono diventato giornalista. Se mi guardo indietro, mi spaventa vedere tutto quello che ho fatto, solo perché ho creduto nell’impegno e l’ho fatto con tutta la mia passione. Ho letto milioni di pagine, ho ascoltato oltre cinquemila ore di registrazioni di processi dei pentiti, ho intervistato collaboratori di giustizia tant’è che alcuni magistrati, amici miei, mi hanno definito un investigatore mancato.  Non perché sono bravo, ma per la mia passione. Se questa ti brucia il petto, avrai sicuramente successo nel raggiungere l’obiettivo che ti sei prefissato, se invece sei insicuro non andrai da nessuna parte. Perciò non ti preoccupare, fai tutto quello che senti nel cuore e non ti fermare di fronte a niente e a nessuno, perché dall’alto c’è sempre qualcuno che guarda e ti dà energia, una spinta, una forza di cui anche tu rimarrai sorpreso di te stesso. Lorenzo ad esempio, è vicedirettore della rivista Antimafia e scrive degli articoli straordinari, eppure non era giornalista, ma lo è diventato ed oggi è molto rispettato da tutti i giornalisti antimafia; perché lui l’ha voluto e ci ha messo tutta la passione. Certo è, che devi fare anche la gavetta.
 
D: All’inizio delle tue esperienze cadevi spesso in estasi, anche pubblicamente. Oggi invece questo non avviene.  Cosa è cambiato nel rapporto con il divino?
G: Durante le apparizioni ‘pubbliche’ in cui io vedevo la Madonna, cadevo in estasi entrando in profonda contemplazione, perdevo i sensi, o quasi, ma rimanevo sempre cosciente di quello che succedeva. Lo stesso è successo a Medjugorje, Fatima, Garabandal, perché un piano divino voleva ‘traumatizzare’ positivamente i presenti e raccogliere la sensibilità di chi in quel momento percepiva la Madonna. Ora io non posso giudicare se il test sia riuscito o sia fallito. Ricordo però che durante queste esperienze c’erano persone che piangevano, si emozionavano e gente che vedeva cose che anch’io vedevo, mentre la maggioranza non vedeva niente. Oltretutto l’esperienza mistica era particolarmente marcata dal fatto che io sono uno stimmatizzato e porto i segni di Cristo. Dopo dopo un pò di tempo negli anni la Madonna non mi ha più chiesto di convocare centinaia o migliaia di persone, tant’è che oggi vivo tutte le esperienze in una forma più privata, in presenza di pochi amici e fratelli. Io ho mostrato i segni a tutte le televisioni del mondo, compresi canale 5, la Rai, Italia Uno, e le televisioni Sud Americane. Sono lo stimmatizzato più fotografato della storia e questo non lo dico con felicità, ho solo ubbidito. Diciamo che l’era pubblica come mistico, o per meglio dire, l’era della visione, della sensazione si è conclusa, mentre prosegue la divulgazione del messaggio. Potrebbe comunque succedere che la Madonna domani mi chieda di andare alla Rai e sanguinare  davanti alle telecamere per dare un messaggio, io lo farei subito. Padre Pio non le ha mostrate quasi mai le stimmate e in cinquant’anni sono state fotografate rarissime volte. Eppure tutti credono a padre Pio. Io che le ho fatte stravedere, cosa dovrei fare ancora? Quindi chi vuole credere, creda.  Oggi le faccio vedere pubblicamente solo quando recito la preghiera, per rispetto della preghiera, non perché mi è stato ordinato, ma continuo a parlare in nome dei segni e di  Cristo. Quando non sarò più degno di portare i segni, lo farò per il Segno.
 
D: Hai conosciuto Natuzza Evolo?
G: Si, l’ho conosciuta  ma non ho parlato con lei. Le stigmate sul suo corpo comparivano durante la Quaresima, non erano permanenti. Io invece i segni li porto 24 ore su 24, 365 giorni all’anno da 23 anni. I primi anni sanguinavo una, anche due volte al giorno. Ora il Signore mi dà un po’ più di tregua e in media sanguinano ogni tre quattro giorni, ma può succedere che sanguinino per due giorni consecutivi e poi per altri cinque non succeda nulla. Quando sanguino devo restare immobile a letto fino alla  cicatrizzazione temporanea della ferita,  finché il dolore non scende ad un livello che mi permette di riprendere a lavorare. Tuttavia le stimmate ci sono sempre ed il dolore è costantemente presente. La ferita si chiude miracolosamente e il chiodo, diciamo, rimane lì mentre il grumo di sangue copre la ferita che sotto resta sempre come la lava in ebollizione. Oltretutto io sono anche diabetico e a questo la medicina non sa dare spiegazione, perché nelle mie condizioni l’amputazione degli arti dovuta a cancrena doveva essere inevitabile. In Argentina un medico molto famoso si è convertito dopo avermi visitato e mi ha detto: “O sto sognando o è tutto vero”. Da ateo e marxista incallito si è arreso di fronte all’imponderabilità del fenomeno ed ora crede.
D: Il fenomeno della sanguinazione avviene in concomitanza con altri eventi nel resto del mondo?
G: Durante la sanguinazione succede sempre qualcosa: ci sono le guerre e migliaia di bambini continuano a morire di fame, il che è già un’altra crocifissione.  Altre volte succede qualche cosa che diventa pubblico a livello mondiale, ma non sempre è così. Nella sanguinazione io cerco di unire tutti voi che siete i miei fratelli in Cristo e dopo ventitré anni posso dire tranquillamente, senza esagerare, che questo è il segno per tenere uniti i fratelli dell’opera Giovannea. È il calice della comunione di Gesù nella nostra opera che parte, questo non lo dimenticherò mai e lo dirò sempre, da Eugenio Siragusa per continuare ancora oggi con noi e con altri. Gesù che è infinito amore ha scelto uno dei vostri fratelli, forse non il migliore, per dare un segno alla nostra opera che annuncia l’Apocalisse e la Sua Seconda Venuta. Quindi il segno è innanzitutto per noi, ai quali è stato chiesto di offrirlo a tutti quelli che vogliono condividerlo e credere che Cristo esiste. Anche per questo motivo, e mi rivolgo alla nostra famiglia spirituale, alle arche che ci ascoltano, dobbiamo esultare sempre di gioia anche se moriamo di fame, perché Cristo ci ha visitato, mentre Berlusconi sebbene possieda miliardi di euro morirà triste, perché Cristo non lo ha visitato. C’è una bella differenza, non credi? Noi tutti siamo fatti di carne umana, non siamo certamente dei santi, però in fondo in fondo, se questo segno è arrivato per noi, a prescindere da chi lo porta,  dobbiamo esultare di gioia.
Comunque anche se, nella peggiore delle ipotesi, un giorno questo segno dovesse rivelarsi un semplice segno paranormale prodotto dal demonio, voi andrete in paradiso lo stesso, perché avete creduto in Cristo. In questo segno avete visto Cristo, avete cambiato la vostra vita e fatto del bene e a me non importa se all’inferno ci andrò solo io. Se sono il demonio, ma con questo segno salverò molte anime, poi lo dirà Cristo chi ero. Non è stato forse detto di non giudicare? Oppure nella migliore delle ipotesi il segno che porto potrebbe rivelarsi vero, come io sento. E vi dico anche un’altra cosa: sento che io e l’Altro siamo la medesima cosa. Scegliete voi se credere o meno.
 
D: Se un giorno per ipotesi le stigmate scomparissero dal tuo corpo, cambierebbe qualche cosa in quello che fai?
G: Dio è sempre chiaro, non è vigliacco. Siccome Gesù non è vigliacco, sicuramente mi apparirà e mi dirà: «Caro figliolo, ti levo le stimmate per questo motivo..». Sebbene io non sia perfetto e abbia dei peccati, la mia vita è basata sull’onestà e sulla trasparenza, perciò organizzerei subito una conferenza pubblica dove mostrerei le mani e direi: “Ho avuto un’apparizione di Gesù, il quale mi ha tolto i segni per questo motivo…”. Ti assicuro che se questo dovesse succedere non è perché mi sono alleato con la mafia, ho truffato miliardi di euro alla povera gente o perché ho stuprato un bambino, bensì perché Lui ritiene che io non sia preparato per cose più grandi. Al che umilmente direi: “Ho fatto tutto quello che Gesù mi ha chiesto. Se Lui reputa che io non debba portare i segni perché ci sono cose che non riuscirei a fare, posso solo dire che sono onorato di averLo servito e che per me non cambia nulla, perché continuerò a servirLo”. Al mio posto ci saranno altri fratelli più grandi di me. Se ciò avvenisse, non mi permetterei di parlare nel nome di Cristo, soprattutto nell’autorità, nella denuncia, ma continuerei a fare quello che sto facendo e cioè denunciare il male, la lotta contro la mafia e annunciare la Sua Seconda Venuta, come un comune cittadino nell’attesa di vedere il Suo prescelto. Qualcuno dovrà scegliere, perché Gesù non ci lascerà orfani.
La missione che ho, o chiunque altro al mio posto, dovrà essere portata a termine fino al giorno  del Suo Ritorno sulla Terra. Quindi se un domani non avessi più i segni, li dovrà avere qualcun altro, perché è scritto nella Bibbia: se un altro sarà scelto al mio posto, io non avrò nessun problema a seguirlo.
 
D: Se un uomo s’impegna ma ha molti peccati, Dio lo salva comunque?
G: Dipende da quali sono i suoi peccati. Se uno s’impegna nella lotta contro la mafia e poi partecipa a orge e spaccia droga, il suo impegno non vale niente. Se invece s’impegna contro la mafia e poi un giorno si ubriaca e offende un amico o la moglie con uno schiaffo, ma poi si pente, non viene squalificato dall’opera che sta facendo. È una cosa grave, ma ci sono prove che si possono fare e per le quali si viene perdonati. Non dobbiamo essere tiranni, perché solo il Signore è perfetto. Gesù infatti nel Vangelo permette a Pietro di rinnegarlo e quindi di sbagliare, per poter dire :”Voi siete i miei discepoli, dovete avere fede in me, ma se sbagliate Io posso perdonare”, altrimenti chissà cosa avrebbe preteso da noi, discepoli di Cristo. Non bisogna nemmeno sentirsi appagati o pensare che l’impegno ci dia credito per i nostri errori, perché è esattamente il contrario: più è grande la responsabilità, meno ti viene concesso di sbagliare. Ovviamente c’è sempre un limite a tutto: la tolleranza e la misericordia del Signore sono grandi, ma non illimitate, se perseveriamo nell’errore non saremo perdonati.
 
D: Durante la conferenza di Codroipo di due mesi fa ho visto un Giorgio diverso e volevo sapere se era il luogo che ti faceva parlare in quel modo.
G: Io sono così sempre. Oggi è un’eccezione, non era il luogo in sé a farmi parlare così, bensì la percezione errata e borghese della verità di Cristo. Errata e borghese nel credere che Egli è bello e che stiamo migliorando. Come puoi pensare che si stia migliorando quando stiamo morendo tutti? Come puoi pensare che non succederà più niente?
Siccome sono tutti fratelli spirituali, quindi amici, ho voluto terrorizzarli e continuerò a farlo in tutte le prossime conferenze, perché le persone devono capire che siamo in una situazione senza ritorno e dobbiamo darci da fare. Per questo mi sono scatenato. La meditazione e la preghiera sono importanti, ma pensare che i bambini in Africa muoiano di fame perché stanno scontando un karma e con questo giustificare il nostro far niente, quello è satana. Per questo motivo mi sono scatenato e lo farò sempre di più.
D: Quando un essere umano si trova in uno stato di coma e rimane sospeso tra la vita e la morte, cosa accade dal punto di vista spirituale?
G: In quel momento si trova nel limbo e sta vivendo la spiritualità; se gli sarà permesso di risvegliarsi, darà testimonianza che esiste l’eternità dello spirito. Se non gli sarà permesso, si libererà.
 
D: È possibile che ci sia un essere candidato a diventare un Padre che possa divenire un reggente su Giove?
G: L’essere candidato a diventare Padre è Cristo. Giove è un altro sole che si accenderà e avrà un proprio essere cristico: Giovanni. Nella gerarchia, sia Cristo che Giovanni dipendono dal Padre Adonay.
 
D: Da cosa distingui se le azioni e le opere che compiamo sono finalizzate a realizzare qualcosa per se stessi o finalizzate a Cristo?
G: Sono finalizzate a Cristo quando dai senza chiedere niente in cambio e malgrado ciò tu sei felice; quando ricevi, perché Cristo è dare-avere, lo consideri una grazia, un dono, non una pretesa. Nel momento in cui tu dai e nel cuore pretendi di ricevere è un atto d’amore, ma egoistico, non Cristico. Lo diventa se io ti dono una rosa e poi ritorno a casa felice di averlo fatto, qualunque cosa succeda nella vita. Se poi un giorno busserai alla mia porta per donarmi una margherita, io dovrò dire: “Signore, grazie perché permetti questo, che io riceva una margherita. Grazie, Benedetto sia il Signore”. Quando invece nel donare ci creiamo aspettative, è amore egoistico. Cristo è dare senza nulla chiedere. Quello è Cristo.  
 
D: Ho trovato musiche e suoni che rilevano la coscienza con determinate frequenze e penetrano internamente, tant’è vero che l’altra notte ho dormito divinamente dopo averne ascoltato dei brani. Dio comunica direttamente con noi anche attraverso queste speciali frequenze?
G: Dio comunica anche e soprattutto attraverso la musica. Anch’io sono ‘mezzo’ musicista: i messaggi spirituali che ricevo dagli esseri cristici li riporto non solo su scrittura con la penna, ma molti li metto anche sulla tastiera dove suono. Secondo me, la musica le cui note sono vibrazioni, armonia, equilibrio, riflessione, creatività, è senz’altro il canale più bello della trasmissione divina verso di noi. Nel vastissimo scenario musicale posso dire che mi piacciono quasi tutti i generi: Pink Floyd, Genesis, Mozart, Beethoven, Bach, Chopin. Purtroppo oggi c’è anche musica le cui note sono caos, anarchia, distruzione, depressione, confusione come l’heavy metal e l’hard rock, che inneggiano a satanismo e violenza.
 
D: Noi a casa abbiamo due cani e mia figlia (il nome è omesso a tutela della privacy) mi chiedeva se gli animali hanno un’anima e dove vanno quando muoiono.
 
Giorgio si rivolge alla bambina: Ciao bambina. Quanti anni hai tesoro?
R: Undici.
 
G: Gli animali hanno un’anima e rinascono per diventare uomini. Tu devi vivere tanto, mentre loro dovranno morire prima di te, altrimenti andiamo contro natura. Quando moriranno li seppellirai, poi ti concentrerai e pensando ai loro nomi dirai:“Ci vediamo presto. Quando sarete uomini e donne vi rincontrerò”. Ti assicuro che li rincontrerai, perché tu sei un essere angelico, alla prima reincarnazione i tuoi cani diventeranno persone e ti verranno a trovare subito.
 
D: La bambina ieri sera mi ha raccontato di aver vissuto una bella esperienza: la visione della Madre.
Giorgio: Me lo racconti?
Bambina: Mentre ero in macchina con mia madre, non ricordo la strada, ho visto il volto della Madonnina in un albero.
Giorgio: E cosa ti ha detto tesoro?
Bambina: Niente. L’ho solo vista. Il volto era molto molto bello, era giovane e aveva il velo blu.
 
Madre della bambina: Io guidavo ed ero concentrata sulla strada. Ma lei insisteva che guardassi e mi diceva: “È li!”
Giorgio: La Madonna era in sintonia con la bambina.
Giorgio si rivolge nuovamente alla bambina: Io ti credo ciecamente, noi tutti qui ti crediamo. È una cosa bellissima. Sai perché l’hai vista? Perché sei un angelo e la Madonna si serve degli angeli per portare messaggi a noi miseri uomini. Tramite te, Lei ci ha dato un messaggio e noi ti ringraziamo con tutto il cuore. È così.
Sonia Alea si rivolge alla bambina: Giorgio ha prima raccontato che ventitré anni fa, il primo di novembre 1989, ha visto la Madonna. E oggi, 1° novembre 2012, attraverso te, Lei ci dà un segno bellissimo; un bellissimo regalo per tutti noi, ricordandoci che Lei è presente, che lo segue continuamente nella sua missione, è vicina a te e a tutti noi.
Prima di partire per venire qui a Palermo, mentre mi trovavo in casa, il mio sguardo si è posato sul piccolo rosario della Madonnina, dove teniamo le garzette bagnate di sangue delle ferite delle stimmate di Giorgio. Senza sapere perché, ho sentito che lo dovevo prendere e l’ho messo in borsa. L’ho portato con me ovunque, sapevo che dovevo darlo a qualcuno, ma non sapevo ancora a chi. Ora so che la Madonnina voleva che lo dessi a te.
Giorgio: La Madonna è apparsa qui a Palermo a questa bambina per darci un messaggio: il segno che Lei è veramente apparsa il 1° di novembre e che è ancora in mezzo a noi. Spero che i fratelli di Porto Sant’Elpidio e di tutte le arche collegate capiscano l’importanza di questo bellissimo segno. Oltretutto la nazionalità sudamericana della mamma e della figlia rappresentano un altro collegamento, quello con il latino America al quale io sono molto legato e dove ho fondato tantissime arche, gruppi spirituali in Uruguay, Paraguay, Argentina, Costa Rica, Messico, Brasile, Cile.. anche in Venezuela abbiamo dei contatti. Anche questo fa parte del segno della Madonna che è arrivata tramite questa figliola: il collegamento tra latino America, noi e la Madre Celeste.
Mara T.: È stata una cosa bellissima ascoltare la voce di questo angelo, perché di angelo si tratta: un’ulteriore consolazione, una carezza della Madre Celeste. Io l’ho sentito così.
D: Poco fa hai detto che Giove è un sole che si dovrà riaccendere. Tanto tempo fa un mio amico mi ha raccontato che dopo la dipartita di Eugenio lui lo ha rivisto e gli ha detto: “Farò piovere benedizioni da Giove”.
G: Eugenio è molto legato a quest’antico sole. La benedizione da Giove è simbolica e si riferisce a Cristo, perché Giove è uno degli antichi nomi che davano al nostro sole. Nel futuro dovrà accendersi e quando si stabilirà sulla Terra il Nuovo Regno offrirà uno spettacolo straordinario, perché il nostro pianeta avrà una vibrazione ed una luce propria molto più forte.
I pianeti ai confini del sistema solare – come Nettuno, Uranio, Plutone ed un certo Giano che ancora non hanno scoperto – si trovano a sei miliardi di chilometri dal nostro Padre Sole.
Nonostante la distanza ricevono l’energia psichica solare, ma la vita si trova su due o tre pianeti e ce ne sono ancora una decina di vuoti; mi riferisco a tutto il sistema solare sebbene, ospitino già basi extraterrestri. Quando ci sarà il Nuovo Regno sulla Terra il nostro sistema solare dovrà ospitare la vita su tutti i pianeti che lo compongono, perciò  la funzione di Giove sarà quella di illuminare questa parte del sistema solare affinché arrivi energia psichica e calore e si sviluppi la vita, piante, flora, fauna; anche in quei pianeti dove adesso ci sono gas e ghiaccio.
La Terra passerà nella quarta dimensione e noi, chi sarà degno, ne diventeremo i colonizzatori e offriremo la redenzione a quelle civiltà che iniziano il percorso evolutivo si verso la quarta dimensione. Avverrà ciò che è scritto nell’Apocalisse: “In quel tempo la notte sarà giorno e il giorno splendore”, perché Giove riaccendendosi prolifererà la vita nella terza dimensione ed illuminerà anche la Terra. Vedremo un sole a ponente e uno a levante; quando tramonterà il Padre Adonay, Giove manterrà una luce simile all’alba e la notte non ci sarà più. Quando sarà Giove a tramontare e nascerà il Padre Adonay, assisteremo per alcuni minuti ad uno spettacolo meraviglioso, perché i due soli si baceranno e li vedremo entrambi. Noi passeremo ad una frequenza maggiore, perciò il sonno sarà regolato in un modo molto più accelerato.
 
D: Quando i soli si spengono passano ad una dimensione superiore o si trasformano in qualcos’altro?
G: I soli si spengono solo se hanno terminato completamente la loro funzione. In quel caso vengono   risucchiati da un buco nero e si annientano passando nell’antimateria. Ma se non vengono assorbiti dal buco nero ed orbitano nella materia fisica c’è la possibilità che si riaccendano. Se nella mente del Creatore c’è questo disegno, verranno riattivati con una cometa. Nel 2007 Giove è stato colpito da una cometa e quindi è probabile che si riaccenda.
 
D: Che funzione hanno i buchi neri?
G: Gli scienziati sostengono che il buco nero, che noi vediamo come un cerchio nero di materia fisica e di antimateria, sia una massa immensa la cui forza centrifuga riduce un solo pianeta a una pallina di ping pong. In realtà, secondo quello che gli extraterrestri mi hanno detto, il buco nero è una porta dimensionale, attraverso la quale si passa da una dimensione ad un’altra. La materia di soli, pianeti e galassie viene annientata, ma l’anima e lo spirito vanno in una dimensione superiore.
 
D: Ma se il Sole ha già raggiunto la settima dimensione, dove va?
G: Il sole è lo strumento fisico ed è della terza dimensione, mentre gli esseri che abitano nel nucleo centrale sono della settima dimensione. Se così non fosse non potresti vederlo al telescopio, perché non puoi vedere la settima dimensione con l’occhio fisico.  Puoi vedere la quarta se hai gli strumenti extraterrestri adatti, mentre la quinta, la sesta e la settima non le puoi vedere. Il sole, così come l’uomo, ha un corpo fisico ed uno spirito che lo compenetra. Il Sole ha una coscienza divina, mentre l’uomo ha ancora una coscienza umana, ma la scintilla è la stessa.
 
D: Una persona che si reincarna e vive accanto o accompagna una persona che soffre per karma, automaticamente soffrirà insieme a lei. Che legame c’è tra le due persone?
G: Se sei stato messo accanto ad un essere che soffre di karma c’è sicuramente un motivo. La tua funzione sarà quella di consolarlo o di maltrattarlo. Quindi ha una doppia funzione: se maltratti la persona assumi a tua volta un karma, mentre lei sconta il suo. Se invece la consoli compi una missione cristica, per lei e per te che ti evolvi. La scelta dipende da te: può diventare consolazione cristica o dannazione per entrambi.
 
D: L’omosessualità è un karma o è causata da uno squilibrio dell’organismo dovuto all’inquinamento terrestre che può cambiare i desideri naturali dell’uomo?
G: Innanzitutto devo fare una premessa: l’omosessualità non è una malattia, non è causata dall’inquinamento e non è nemmeno un karma. Se così fosse, diventerebbe karma non solo l’omosessualità, ma anche un rapporto di coppia eterosessuale nel momento in cui questi due esseri hanno scelto di reincarnarsi, incontrarsi e di unirsi, perché nelle incarnazioni precedenti hanno commesso degli errori e devono scontare una colpa.  La loro unione diventa sofferenza, prova e quant’altro, ma non ha niente a che fare con l’omosessualità o l’eterosessualità in sé. L’omosessualità non è una malattia, ma una scelta di vita. Chi invece nasce omosessuale è per un riflesso di qualche vita precedente, se vuoi chiamalo karma, che impone a quella creatura nata maschio di sentirsi femmina e viceversa, ma in tutti gli altri è per scelta. Quindi la mia posizione è questa: oggi viviamo la fine dei tempi, il momento più brutto dell’umanità, molto più brutto dei tempi di Mosè e di Cristo, malgrado Lui sia stato crocifisso, il peggiore di tutta la storia del mondo. Riguardo ai mali che lo attanagliano noi dobbiamo vedere e pregare per la salvezza delle anime. Cristo mi ha detto di guardare le opere delle anime e in funzione di questo comandamento ricevuto personalmente qualche anno fa, dobbiamo guardare le opere e basta.
Il mio giudizio nel caso degli omosessuali è questo: la scelta è personale, il mio rispetto è elevatissimo e li considero a tutti gli effetti miei fratelli o mie sorelle. Io non sono omosessuale e anche se non condivido la loro scelta, li rispetto tantissimo e valorizzo anche il coraggio di presentarsi di fronte alla società affermando: “Io sono così e mi dovete accettare”. Quello che non condivido, anzi detesto, è l’esibizionismo non solo degli omosessuali, ma anche degli eterosessuali e delle donne che si mostrano in posizioni erotiche davanti agli uomini e ai bambini. Nel caso di persone serie come Crocetta o Vendola posso solo ammirarli ed accettarli, sono addirittura favorevole al loro matrimonio e se un mio amico omosessuale m’invita io ci vado. Sono invece assolutamente contrario e su questo combatto battaglie feroci riguardo l’adozione dei bambini nelle coppie omosessuali. In quel caso divento un loro nemico, non perché non lo meritano, ma perché il fanatismo e l’egoismo non danno diritto di inculcare una situazione contro natura ad un bambino. Semmai lo possono adottare a distanza, quando il bambino avrà compiuto sedici anni e sarà in grado di capire, lo incontreranno per spiegargli la situazione.
Ognuno di noi, uomini e donne, quando fa delle scelte si assume delle responsabilità, non si può pretendere tutto, ci sono regole etiche e spirituali che bisogna rispettare  e questo vale anche per le coppie ‘normali’. Così come noi, coppie eterosessuali, non possiamo avere quattro mogli o quattro mariti in casa, una coppia omosessuale non può crescere un bambino in casa. Per lo stesso motivo può pretendere il matrimonio civile, ma non quello spirituale, perché la loro è una scelta propria, non una scelta in sintonia con l’istinto naturale; bisogna essere umili nell’accettare le regole.
D: Gesù cosa pensa dei gay?
G: Gesù pensa quello che penso io, alla lettera. Gesù non era gay, ma a favore del matrimonio uomo-donna. La chiesa purtroppo ha censurato molte cose, ma duemila anni fa tra coloro che seguivano Gesù c’erano anche i gay e Lui non li ha mai giudicati, né condannati. Egli diceva loro: “E’ una scelta. Tu uomo non puoi pretendere di fare un figlio con un altro uomo, perché la natura non te lo permette. Sii umile nell’accettarlo”.
 
D: Una mattina mentre stavo caricando in macchina il materiale per i banchetti di Funima ho percepito e visto un essere fiero ed austero che mi guardava con molta severità. Inizialmente ero spaventata, poi mi sono fatta coraggio e recitando il Padre Nostro ho continuato a caricare la macchina e dopo un po’ è andato via. Secondo te si trattava di un defunto o di un essere positivo?  
G: Non devi avere paura e non ti devi preoccupare! Sono i nostri fratelli che vi controllano e vigilano su di voi.
 
D: Quando Gesù dice “Beati quelli che credono senza aver visto” è riferito alla Madonna, a Gesù, alle astronavi o a qualcos’altro?
G: É riferito a tutto ciò che riguarda il divino, astronavi comprese. Se tu credi senza vedere, sei beato, se poi vedi sei doppiamente beato. Gesù si riferiva a chi avrebbe creduto in Lui, a Sua Madre, ai Suoi insegnamenti, agli apostoli, senza bisogno di vedere. Voi in un certo senso siete beati rispetto a me che ho visto e  toccato. Io sono fortunato, ma voi che credete senza vedere siete beati.
 
D: Plutone è stato mai un pianeta abitato?
G: No, perché si trova a miliardi di chilometri dal sole. Ci sono comunque basi costruite dagli extraterrestri a scopo esplorativo e di studi, perché un giorno dovrà ospitare la vita, ma non subito. Molto prima lo faranno i satelliti di Giove, Io ed Europa, che sono più grandi della Terra. Marte invece la ospiterà sottoterra, perché i residui del pianeta Mallona hanno distrutto ogni forma di vita presente sulla sua superficie ed ora ci sono solo tracce.
 
D: Perché i cerchi nel grano non appaiono su altri tipi di superfici?
G: La scelta dei campi di grano è dettata da vari motivi. Innanzitutto il grano è un elemento naturale più evoluto rispetto ad altri e a differenza può essere manipolato da una forza superiore senza perdere le caratteristiche naturali: la formazione, la fioritura e quant’altro. Se il pittogramma venisse fatto in un campo di lattuga o di pomodori, l’effetto potrebbe essere simile, ma non avrebbe quella forma geometrica che solo il grano può dare. Inoltre questo ubbidisce perfettamente e senza anomalie alle onde pensiero sparate da laser psichizzati di menti extraterrestri, che in pochi istanti provocano figure geometriche che sono veri e propri messaggi. Il segno è spettacolare, ma il linguaggio scelto è rivolto a pochi. Secondariamente il grano ha un significato biblico profondo che ti lascio immaginare.
Ora vi saluto ricordandovi ancora una volta che far parte dell’arca significa scegliere. Non è un hobby, ma un impegno forte. A presto. Un abbraccio a tutti. 
Sandra De Marco
1 Febbraio 2013