Di Sandra De Marco
Alcuni giorni dopo la crocifissione, Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli, si trovavano sul lago di Tiberiade. In un tempo in cui era vivo l’annuncio della Resurrezione del Signore, l’evento più straordinario della storia di questa umanità, ai suoi discepoli non fu riservato alcun privilegio, né furono risparmiate difficoltà, disagi e tribolazioni. Privi di qualsiasi sostentamento, quella notte Simon Pietro disse loro: «Io vado a pescare»; tutti gli altri lo seguirono e salirono con lui sulla barca, ma quella notte, sebbene avessero più volte gettato la rete a mare, non presero nulla e, stanchi e sfiduciati, ritornarono a terra. “Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che fosse Gesù. Egli disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?» Gli risposero: «No». Allora egli rispose loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava, disse a Pietro: «È il Signore!» Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì sulla barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?» perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Egli si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti”. (Gv 21,1-14)
In un luogo ed un tempo in cui ancora arde l’attesa del Suo Ritorno, dopo essersi manifestato attraverso i Sacri Segni della Sua Passione, dopo aver unto i cuori di tutti i Suoi fratelli con lo spirito di Verità… oggi come allora ci attende un viaggio su una barca che solcherà un mare tempestoso, che divellerà tutte le nostre certezze in una notte di tenebre. Le onde come artigli si alzeranno furiose per strappare anche l’ultimo stralcio di mondanità, anche l’ultimo squarcio di malinconico e futile sogno che sgorga dalla sorgente delle nostre insicurezze. Raffiche di vento, cariche di angoscia del quotidiano vivere, ci scuoteranno sotto una cupa distesa priva di stelle, mentre il soffio violento dissolverà i castelli di sabbia innalzati sulle spiagge deserte del nostro ego. Ogni cuore diviso e incerto sarà lasciato in balia delle paure e del dubbio, affinché, dopo una notte di fallimenti e delusioni, trovi come Pietro, fidatosi della parola del Maestro, la forza di gettare nuovamente le reti per rinascere integro nella fede.
Fu scritto: «Iddio non abbandona il giusto; lo scampa alle insidie dei peccatori, e discende con lui nel pozzo delle tribolazioni; lo toglie dalle mani di quelli che l’opprimono, non gli si leva dal fianco quando è in catene; entra nell’anima del suo servo; gli paga il prezzo dei suoi lavori, lo guida per una via miracolosa, gli fornisce immancabilmente tetto e lume» (Sap. X, 13-17); così Noè scampò alle acque del diluvio e Lot dalla pioggia di fuoco che condannò Sodoma e Gomorra; Mosè e gli Ebrei dalla tirannia del Faraone, dalle onde del Mar Rosso, dalla fame e dalla sete; Giuseppe dal complotto dei fratelli, Davide dalla lancia di Saulle, Daniele dalle fauci dei leoni, Tobia dal demonio Asdemone ed Elia dalle ire di Gezabele.
Negli smarrimenti, nei naufragi.. quando getteremo la rete per raccogliere solidarietà e amore, e alla sera ci accorgeremo di non aver raccolto nulla; nello sconforto e nella frustrazione… quando ogni sacrificio sembrerà vano e prevarrà il sentimento di abbandono; nella persecuzione e nella calunnia.. ogni volta che si spezzeranno le maglie delle nostre relazioni e gli amici si allontaneranno per disperdersi nelle acque torbide delle tentazioni; nella malattia, nella povertà e nell’ingiustizia… quando il nostro grido sembrerà non avere più eco e, stremati, stenteremo a sfamare le bocche dei nostri figli.. il faro della fede di ogni guerriero, di ogni compagno di viaggio, dovrà ergersi sull’indomabile lamento del mare, affinché, uniti con le mani salde sul timone, nessuno abbandoni mai la barca e venga trascinato nel profondo degli abissi.
Perché le prove e i dolori che ci affliggono non vengono né dagli uomini né dal demonio, ma da quello stesso Dio che inviò Satana a tentare Giobbe, da Colui che disse: «Tutti quelli che amo, io li riprendo e li castigo» (Ap 3,19), affinché il fuoco delle prove bruci tutto ciò che vi è d’impuro, ci consolidi e perfezioni nella virtù e ci renda degni di servirLo. Cristo è più amato nella sofferenza e nel tormento piuttosto che nelle gioie e nelle consolazioni, ed è lì che potremo misurare la nostra fede e assaporare quanto grande sia la sua forza. Se nelle notti buie della vita ci affideremo a Lui e manterremo aperte le porte del cuore, la luce dei nostri spiriti divamperà per illuminare il nostro cammino fino a ricondurci alla riva dove il Maestro è, da sempre, rimasto lì ad aspettarci.
Un Maestro che ci invita alla Sua mensa, pronto a servire i Suoi fratelli e a donarci con l’esempio, come fece sulla Croce, la legge che regola gli infiniti mondi: «Ama il prossimo tuo come te stesso», il dono totale e incondizionato di se.
In un luogo ed un tempo in cui ancora arde l’attesa del Suo Ritorno, dopo essersi manifestato attraverso i Sacri Segni della Sua Passione, dopo aver unto i cuori di tutti i Suoi fratelli con lo spirito di Verità… oggi come allora ci attende un viaggio su una barca che solcherà un mare tempestoso, che divellerà tutte le nostre certezze in una notte di tenebre. Le onde come artigli si alzeranno furiose per strappare anche l’ultimo stralcio di mondanità, anche l’ultimo squarcio di malinconico e futile sogno che sgorga dalla sorgente delle nostre insicurezze. Raffiche di vento, cariche di angoscia del quotidiano vivere, ci scuoteranno sotto una cupa distesa priva di stelle, mentre il soffio violento dissolverà i castelli di sabbia innalzati sulle spiagge deserte del nostro ego. Ogni cuore diviso e incerto sarà lasciato in balia delle paure e del dubbio, affinché, dopo una notte di fallimenti e delusioni, trovi come Pietro, fidatosi della parola del Maestro, la forza di gettare nuovamente le reti per rinascere integro nella fede.
Fu scritto: «Iddio non abbandona il giusto; lo scampa alle insidie dei peccatori, e discende con lui nel pozzo delle tribolazioni; lo toglie dalle mani di quelli che l’opprimono, non gli si leva dal fianco quando è in catene; entra nell’anima del suo servo; gli paga il prezzo dei suoi lavori, lo guida per una via miracolosa, gli fornisce immancabilmente tetto e lume» (Sap. X, 13-17); così Noè scampò alle acque del diluvio e Lot dalla pioggia di fuoco che condannò Sodoma e Gomorra; Mosè e gli Ebrei dalla tirannia del Faraone, dalle onde del Mar Rosso, dalla fame e dalla sete; Giuseppe dal complotto dei fratelli, Davide dalla lancia di Saulle, Daniele dalle fauci dei leoni, Tobia dal demonio Asdemone ed Elia dalle ire di Gezabele.
Negli smarrimenti, nei naufragi.. quando getteremo la rete per raccogliere solidarietà e amore, e alla sera ci accorgeremo di non aver raccolto nulla; nello sconforto e nella frustrazione… quando ogni sacrificio sembrerà vano e prevarrà il sentimento di abbandono; nella persecuzione e nella calunnia.. ogni volta che si spezzeranno le maglie delle nostre relazioni e gli amici si allontaneranno per disperdersi nelle acque torbide delle tentazioni; nella malattia, nella povertà e nell’ingiustizia… quando il nostro grido sembrerà non avere più eco e, stremati, stenteremo a sfamare le bocche dei nostri figli.. il faro della fede di ogni guerriero, di ogni compagno di viaggio, dovrà ergersi sull’indomabile lamento del mare, affinché, uniti con le mani salde sul timone, nessuno abbandoni mai la barca e venga trascinato nel profondo degli abissi.
Perché le prove e i dolori che ci affliggono non vengono né dagli uomini né dal demonio, ma da quello stesso Dio che inviò Satana a tentare Giobbe, da Colui che disse: «Tutti quelli che amo, io li riprendo e li castigo» (Ap 3,19), affinché il fuoco delle prove bruci tutto ciò che vi è d’impuro, ci consolidi e perfezioni nella virtù e ci renda degni di servirLo. Cristo è più amato nella sofferenza e nel tormento piuttosto che nelle gioie e nelle consolazioni, ed è lì che potremo misurare la nostra fede e assaporare quanto grande sia la sua forza. Se nelle notti buie della vita ci affideremo a Lui e manterremo aperte le porte del cuore, la luce dei nostri spiriti divamperà per illuminare il nostro cammino fino a ricondurci alla riva dove il Maestro è, da sempre, rimasto lì ad aspettarci.
Un Maestro che ci invita alla Sua mensa, pronto a servire i Suoi fratelli e a donarci con l’esempio, come fece sulla Croce, la legge che regola gli infiniti mondi: «Ama il prossimo tuo come te stesso», il dono totale e incondizionato di se.
1 Gennaio 2013 – Sant’Elpidio a Mare
L’anno della scelta ha scoccato anche il suo ultimo gong; sono passate solo poche ore dalla mezzanotte e ci ritroviamo qui, riuniti, ad inaugurare il nuovo anno, l’alba di una Nuova Era. L’alba di una nuova resistenza, sotto il vessillo della rivoluzione cristica, che ci accompagnerà nella via dell’amore e della giustizia, per diventare, come disse Ghandi, quel cambiamento che vogliamo vedere.
Giorgio prende la parola e da inizio a questo incontro con la voce del Maestro:
Giorgio prende la parola e da inizio a questo incontro con la voce del Maestro:
DAL CIELO ALLA TERRA
SANTO NATALE 2012
NON SONO NATO NEL VOSTRO MONDO IN UN PALAZZO IMPERIALE. MI SONO INCARNATO 2000 ANNI OR SONO IN UNA GROTTA. SONO STATO E SONO ANCORA NEMICO DEI POTENTI E DEI CAPI DEL SINEDRIO. SONO STATO E SONO ANCORA AMICO E DIFENSORE DEI PICCOLI, DEGLI INDIFESI E DEI GIUSTI.
VOGLIO RICORDARVI CHE SONO STATO UCCISO, SONO RISORTO, SONO APPARSO ALLE MIE SORELLE, AI MIEI FRATELLI E POI IL PADRE ADONAY, TRAMITE I SUOI ANGELI CELESTI E LE NAVI DI LUCE, HA PERMESSO LA MIA ASCENSIONE AL CIELO.
OGGI 25 DICEMBRE DELL’ANNO DOMINI 2012 VI ANNUNCIO, TRAMITE UN MIO AMICO E DISCEPOLO, CHE SONO RITORNATO SULLA TERRA CON IL CORPO DI GESÙ RESUSCITATO PERSONIFICATO DAL MIO SPIRITO: IL CRISTO FIGLIO DI DIO.
PREPARATEVI!
PRESTO MI MANIFESTERÒ AL MONDO E CON ME 12 LEGIONI DI ANGELI CON A CAPO L’ARCANGELO DELLA GIUSTIZIA.
PREPARATEVI!
VIENE IL TEMPO DEL VOSTRO SIGNORE! VIENE IL TEMPO PER LA SALVEZZA DEI GIUSTI, DEI BEATI. VIENE ANCHE IL TEMPO DELL’ESILIO DA QUESTA TERRA PER TUTTI COLORO CHE GIÀ NEL VOSTRO MONDO VIVONO E FANNO VIVERE DA TEMPO LE ANIME NEL TORMENTO DELLA MORTE SECONDA.
GIOITE! RALLEGRATEVI VOI CHE SIETE STATI RISVEGLIATI DAL MIO CALICE VIVENTE IN MEZZO A VOI E ATTENTI! NON SCIVOLATE NELLA DEPRESSIONE E NELLA DISPERAZIONE CHE NULLA CAMBIA E TUTTO È PERDUTO.
STATE ATTENTI E GIOITE! GIOITE! IO SONO QUI! TOCCATEMI! RESPIRATE IL MIO ALITO DI LUCE E ASCOLTATE IL VERBO DELLA VIA, DELLA VERITÀ E DELLA VITA.
VI BENEDICO!
PACE!
VOGLIO RICORDARVI CHE SONO STATO UCCISO, SONO RISORTO, SONO APPARSO ALLE MIE SORELLE, AI MIEI FRATELLI E POI IL PADRE ADONAY, TRAMITE I SUOI ANGELI CELESTI E LE NAVI DI LUCE, HA PERMESSO LA MIA ASCENSIONE AL CIELO.
OGGI 25 DICEMBRE DELL’ANNO DOMINI 2012 VI ANNUNCIO, TRAMITE UN MIO AMICO E DISCEPOLO, CHE SONO RITORNATO SULLA TERRA CON IL CORPO DI GESÙ RESUSCITATO PERSONIFICATO DAL MIO SPIRITO: IL CRISTO FIGLIO DI DIO.
PREPARATEVI!
PRESTO MI MANIFESTERÒ AL MONDO E CON ME 12 LEGIONI DI ANGELI CON A CAPO L’ARCANGELO DELLA GIUSTIZIA.
PREPARATEVI!
VIENE IL TEMPO DEL VOSTRO SIGNORE! VIENE IL TEMPO PER LA SALVEZZA DEI GIUSTI, DEI BEATI. VIENE ANCHE IL TEMPO DELL’ESILIO DA QUESTA TERRA PER TUTTI COLORO CHE GIÀ NEL VOSTRO MONDO VIVONO E FANNO VIVERE DA TEMPO LE ANIME NEL TORMENTO DELLA MORTE SECONDA.
GIOITE! RALLEGRATEVI VOI CHE SIETE STATI RISVEGLIATI DAL MIO CALICE VIVENTE IN MEZZO A VOI E ATTENTI! NON SCIVOLATE NELLA DEPRESSIONE E NELLA DISPERAZIONE CHE NULLA CAMBIA E TUTTO È PERDUTO.
STATE ATTENTI E GIOITE! GIOITE! IO SONO QUI! TOCCATEMI! RESPIRATE IL MIO ALITO DI LUCE E ASCOLTATE IL VERBO DELLA VIA, DELLA VERITÀ E DELLA VITA.
VI BENEDICO!
PACE!
PER BOCCA DEL MIO SERVO E SERVO VOSTRO
Santo Natale 2012
Sant’Elpidio a Mare (Italia)
25 dicembre 2012. Ore 19:00
G.B.
Sant’Elpidio a Mare (Italia)
25 dicembre 2012. Ore 19:00
G.B.
Giorgio: Era Cristo che parlava… Dato che siamo tutti insieme, sono presenti i fratelli che rappresentano tutte le arche d’Italia, voglio ripetere per ragioni di trasparenza, correttezza e fratellanza, quanto ho detto quindici giorni fa nella riunione congiunta insieme a tutti i fratelli delle arche del Sud America. Concetti che, per chi è collegato e qui presente in sala, chiedo di trasmettere ai fratelli assenti o che non hanno potuto fare il collegamento. Oggi è il primo di gennaio 2013. Alcuni mesi fa vi avevo detto che il destino della mia vita spirituale e fisica dipendeva dalla fine di quest’anno: spirituale, per quanto riguarda la missione che in questo momento sto portando avanti nel mondo; fisico, nel senso che avrei potuto lasciare questo corpo con un trapasso (usando un linguaggio molto grezzo e impreciso si indica con la parola morte) a causa di una morte violenta, quindi con la mia uccisione, per ragioni di malattia o di tragico destino, anche se in realtà il destino non è mai tragico. Se avessi avuto la possibilità di superare l’anno 2012 avrei avuto moltissime probabilità, le certezze sulla vita e sulla morte le hanno solo Dio e Gesù Cristo, di rimanere ancora un po’ di tempo fisico con voi sulla Terra nei prossimi mesi o anni. Oggi, primo gennaio 2013 sono ancora qui, dunque questa profezia che si doveva compiere e che comunque dovrà realizzarsi prima o poi, è stata semplicemente rinviata. Per usare le parole pronunciate da un nostro grande fratello, amico e anche guida della vita Paolo Borsellino, quando sentiva che prima o poi se ne sarebbe andato da questo mondo, posso tranquillamente dire: “È stato un appuntamento rinviato”. Non so di quanto, sicuramente il tempo che il Signore, che ha nelle Sue mani la mia vita e quella di tutti noi, deciderà se sia necessario che io resti ancora con voi. Quindi tutto il tempo, qualunque esso sia, un anno, due anni, cinque, dieci o anche vent’anni, lo dedicherò alla missione che mi è stata affidata il 2 settembre del 1989. Anzi, mi impegnerò con più forza, determinazione e con più consapevolezza, perché adesso sono molto più cosciente di tutte le cose che stanno succedendo nel mondo, cosciente della verità che si appalesa agli uomini, del messaggio che ho ricevuto e del male che sto combattendo. Questo, poiché nell’anno 2012 ho realizzato definitivamente il motivo per cui sono qua, chi sono, da dove vengo e perché sono venuto in questo mondo. Credo di poter dire tranquillamente che ho capito come stanno le cose in questo momento sul pianeta Terra, e le cose nei secoli dei secoli nel Cielo. Io sono qui per servire, sono cosciente che non appartengo a questo mondo, perché ho definitivamente scelto di rompere non con tutto il sistema della società terrestre, ma con alcuni schemi e regole imposte da questa, per creare un’alternativa. Ho scelto, perché così mi è stato chiesto, di andare a vivere in Sicilia, terra nella quale adesso sto vivendo per svolgere l’ultima parte della nostra missione. Qui a Sant’Elpidio a Mare, l’arca madre di tutte le arche, dove è nata in un certo senso la mia opera – che è la prosecuzione dell’opera di Eugenio che va dagli anni ’50 fino alla fine degli anni ’90 – io sono in trasferta, come lo sono quando mi trovo a Pordenone e in altre arche d’Italia. Palermo è la base e la Sicilia è il territorio in cui devo operare, ma ora più che mai tutti voi che mi ascoltate dovete essere partigiani.
Per usare le parole che in questi tempi ricorrono nella bocca di un giusto, dovete essere sempre più partigiani di questa rivoluzione, nel nostro caso spirituale e in un certo senso sociale. Visto che il 21 dicembre 2012, l’anno della scelta, è passato io spero che nei vostri cuori sia maturata la scelta definitiva di servire quest’Opera. Il passo che adesso dobbiamo fare è assolutamente utopistico da un lato, ma decisivo dall’altro. Io ho sempre creduto che la fede possa smuovere le montagne, perché così è scritto nel Vangelo e voi dovete credere in quello che adesso vi dico. Noi dobbiamo lavorare senza essere fanatici o violenti, evitando colpi di testa, anzi con un discernimento sempre più acuto; essendo protagonisti, dobbiamo agire fianco a fianco insieme al nostro fratello Giorgio, con una prospettiva: risvegliare più anime, additare l’anticristo, fare la lotta alla mafia, aiutare i poveri bambini del Sud America e della Sicilia.
Per usare le parole che in questi tempi ricorrono nella bocca di un giusto, dovete essere sempre più partigiani di questa rivoluzione, nel nostro caso spirituale e in un certo senso sociale. Visto che il 21 dicembre 2012, l’anno della scelta, è passato io spero che nei vostri cuori sia maturata la scelta definitiva di servire quest’Opera. Il passo che adesso dobbiamo fare è assolutamente utopistico da un lato, ma decisivo dall’altro. Io ho sempre creduto che la fede possa smuovere le montagne, perché così è scritto nel Vangelo e voi dovete credere in quello che adesso vi dico. Noi dobbiamo lavorare senza essere fanatici o violenti, evitando colpi di testa, anzi con un discernimento sempre più acuto; essendo protagonisti, dobbiamo agire fianco a fianco insieme al nostro fratello Giorgio, con una prospettiva: risvegliare più anime, additare l’anticristo, fare la lotta alla mafia, aiutare i poveri bambini del Sud America e della Sicilia.
SE AVREMO FEDE, PIOVERÀ LA MANNA…
All’interno di questa scelta di vita e di fede, che deve essere confermata da tutti voi adesso, subito, dovete lavorare anche per un’utopia. Il Signore, se tutti insieme lo pensiamo, se ci crediamo e lo vogliamo nella stessa misura con tutta la nostra forza, la nostra fede e con tutta la nostra passione, se lo facciamo all’unanimità, con il cuore, con tutto il discernimento e la maturità, noi potremo ottenere un risultato: non dover più dipendere da nessuno. Ecco, questa è già una cosa che dovete iniziare a pensare, a pregare. Non fatemi la domanda: “Come facciamo? Tu che proposte hai? Che progetti hai in merito?”
Potete comprarvi un gratta e vinci, ma quello non è un progetto, è un azzardo, un tentare il colpo della fortuna. Non vi dico di non farlo, ma lo dobbiamo lasciar fare a chi veramente non ha più niente da perdere. Potete anche spendere un euro e tentare la fortuna, ma certamente non è a questo che dovete pensare. Il gratta e vinci o la giocata al superenalotto è un tentativo, ma non è il progetto e non è la strada vincente, come ovviamente sapete e sappiamo. La strada vincente è pensare con fede. Chiedere con forza: “Signore, se vuoi che noi risvegliamo dieci volte di più le anime che possiamo risvegliare adesso, con le nostre possibilità limitate, devi toglierci dalla schiavitù”. Voi ci dovete credere, perché domani mattina questo regalo il Signore ce lo potrebbe fare.
Io ci credo, sono sicuro che a me lo darà, ma prima c’è un altro problema gravissimo da affrontare. Tra noi combattenti non vi è nessuno che viva di rendita, se ci fosse lo andrei subito a cercare e gli direi di aiutare l’Opera e distribuire ai suoi fratelli il giusto; quindi è meglio che non me lo dica. In questo momento tutti noi, fratelli delle arche, vorremmo uscire dalla schiavitù nella quale ci troviamo. Dobbiamo innanzitutto lavorare con noi stessi, tutti insieme, non un solo gruppo, non solo l’arca di Bari o di Palermo, ma pensare che, se il Signore ci dovesse dare questa possibilità, significherebbe non dover più lavorare otto, dieci o dodici ore per guadagnare una miseria, di cui quasi il 40% va allo Stato, altrettanti in bollette e spese per sopravvivere. Con il resto riusciamo a malapena a farci la spesa e pagare i debiti che abbiamo accumulato, non di certo per fare le vacanze, ma per poter fare l’Opera. Quindi noi, che ora ci troviamo in queste condizioni, per essere operativi al cento per cento dobbiamo uscire dalla schiavitù.
All’interno di questa scelta di vita e di fede, che deve essere confermata da tutti voi adesso, subito, dovete lavorare anche per un’utopia. Il Signore, se tutti insieme lo pensiamo, se ci crediamo e lo vogliamo nella stessa misura con tutta la nostra forza, la nostra fede e con tutta la nostra passione, se lo facciamo all’unanimità, con il cuore, con tutto il discernimento e la maturità, noi potremo ottenere un risultato: non dover più dipendere da nessuno. Ecco, questa è già una cosa che dovete iniziare a pensare, a pregare. Non fatemi la domanda: “Come facciamo? Tu che proposte hai? Che progetti hai in merito?”
Potete comprarvi un gratta e vinci, ma quello non è un progetto, è un azzardo, un tentare il colpo della fortuna. Non vi dico di non farlo, ma lo dobbiamo lasciar fare a chi veramente non ha più niente da perdere. Potete anche spendere un euro e tentare la fortuna, ma certamente non è a questo che dovete pensare. Il gratta e vinci o la giocata al superenalotto è un tentativo, ma non è il progetto e non è la strada vincente, come ovviamente sapete e sappiamo. La strada vincente è pensare con fede. Chiedere con forza: “Signore, se vuoi che noi risvegliamo dieci volte di più le anime che possiamo risvegliare adesso, con le nostre possibilità limitate, devi toglierci dalla schiavitù”. Voi ci dovete credere, perché domani mattina questo regalo il Signore ce lo potrebbe fare.
Io ci credo, sono sicuro che a me lo darà, ma prima c’è un altro problema gravissimo da affrontare. Tra noi combattenti non vi è nessuno che viva di rendita, se ci fosse lo andrei subito a cercare e gli direi di aiutare l’Opera e distribuire ai suoi fratelli il giusto; quindi è meglio che non me lo dica. In questo momento tutti noi, fratelli delle arche, vorremmo uscire dalla schiavitù nella quale ci troviamo. Dobbiamo innanzitutto lavorare con noi stessi, tutti insieme, non un solo gruppo, non solo l’arca di Bari o di Palermo, ma pensare che, se il Signore ci dovesse dare questa possibilità, significherebbe non dover più lavorare otto, dieci o dodici ore per guadagnare una miseria, di cui quasi il 40% va allo Stato, altrettanti in bollette e spese per sopravvivere. Con il resto riusciamo a malapena a farci la spesa e pagare i debiti che abbiamo accumulato, non di certo per fare le vacanze, ma per poter fare l’Opera. Quindi noi, che ora ci troviamo in queste condizioni, per essere operativi al cento per cento dobbiamo uscire dalla schiavitù.
LAVORARE PER CRISTO
Ma, come dicevo, c’è un problema gravissimo che dobbiamo superare, un padrone da convincere, e sconfiggere che si trova nel posto più difficile da raggiungere, in un posto spettacolare, straordinario: il più bello che possa avere l’uomo nella sua vita, ma è anche il più inaccessibile tranne a Dio e a Cristo, ed è dentro di noi. La verità è questa. Che cosa faremo? Signori, se oggi primo gennaio 2013 vi faccio questo discorso è perché so quello che sto dicendo. Voi non lo sapete, potete intuirlo e fare delle domande, ma io sono l’unico in mezzo a tutte le persone in ascolto a conoscere il vero motivo: noi usciremo da questa situazione ed entreremo in un’altra. Non posso dirvi tutto perché dovete analizzare da soli, ma vi voglio aiutare. Da quanto tempo, mesi o anni, vi sto dicendo: SIETE DISPOSTI A DARE LA VITA? SIETE DISPOSTI A LASCIARE TUTTO E SEGUIRE LA VERITÀ? SIETE DISPOSTI A RINNEGARE VOI STESSI E NON AVERE PIÙ PRIVILEGI? A NON AVERE PIÙ COMODITÀ, A RINUNCIARE ALLA STANCHEZZA, A DORMIRE, A FARE DEI GROSSI SACRIFICI, MOLTO PIÙ GROSSI DI QUELLI CHE STATE FACENDO ATTUALMENTE A CAUSA DELLA CRISI ECONOMICA? SIETE DISPOSTI A RINUNCIARE AI VOSTRI FIGLI, A RIVEDERLI FORSE MAI PIÙ O UNA VOLTA ALL’ANNO? Queste sono le domande che ci dobbiamo porre, perché il Signore è un altro tipo di padrone, totalmente diverso dai padroni terrestri che ti pagano con una miseria. Il Signore è un padrone onesto, che paga il dovuto, però dobbiamo fare il nostro dovere, perché se non lo faremo non solo ci toglierà quello che ci ha dato, ma anche l’anima, perché abbiamo abusato della Sua misericordia. Per un uomo non c’è cosa più grande di fare quello che gli piace di più. Quindi, qual è il lavoro che ci piace di più? Lavorare per Cristo. Se per ipotesi Gesù ci desse la possibilità di lavorare sempre per Lui, lo faremmo? Siamo disposti a farlo?
Bene queste sono le domande da porsi. Il progetto però è uno, dunque gli atteggiamenti e la metodologia da perseguire sono: chiedere con tutto il cuore ed ottenere con la fede.
Noi non abbiamo progetti di investimenti, non dobbiamo chiedere soldi alle banche, né alla chiesa e neppure aspettare di vincere con i gratta e vinci. Questi sono progetti assolutamente utopistici. Il Vangelo dice: “Hai fede? Chiedi a Cristo”, quindi dovete chiedere al Signore di togliervi dalla schiavitù. Il problema è: cosa succederà se Cristo accoglierà la vostra richiesta? Cosa farete? Lo farete? Siete in grado di farlo? Siete pronti o continuerete a fare gli schiavi di qualche padrone, nell’attesa di essere pronti? Il mio giudizio, cioè la mia consapevolezza, coscienza e convinzione è che voi siete pronti, che noi siamo pronti. C’è solo una cosa da superare: la paura della morte, della sofferenza anche fisica, della vergogna se ci rideranno in faccia o della perdita di chi ci ama, figlio, moglie, marito, sorella, padre, madre.. Io sono convinto che ci troveremo in queste condizioni e mi preparo da 23 anni. Vi chiederete a cosa mi sono preparato, se ho già fatto la missione: ebbene, mi sono preparato all’ultima parte di essa, in cui devo dare la vita. E c’è una novità: non sarò più solo io a dare la vita, ma un gruppo di persone. Dare tutta la nostra vita, anche se già la stiamo dando, lo posso tranquillamente dire senza che il Signore mi rimproveri. Adesso dobbiamo decidere se essere tutti o no. La mia proposta in questo primo gennaio 2013 è che ognuno di noi può farlo. Siamo un numero sufficientemente alto per poter fare una grande rivoluzione, così pericolosa che il potere potrebbe perseguitarci e anche ucciderci. Ma a volte vedo segni che non mi piacciono: sofferenze, vittimismi, lamentele, paure, stanchezza, irritazioni, gelosie. Queste cose devono essere completamente vinte! Se da stasera voi chiederete: “Signore toglici dalla schiavitù del denaro! Facci avere tutto quello che dobbiamo avere”, vi consiglio, prima di formulare questa richiesta, di fare una profonda riflessione per capire se siamo pronti a superare stanchezza, paura, malattia, sentimento, gelosia, depressione. Solo dopo, la preghiera andrà in porto. Gesù disse: “Se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: Spostati da qui a là, ed esso si sposterà e nulla vi sarà impossibile». (Mt 17,20).
Dire “Io lavoro per Cristo” è una parola troppo grossa, perché se dite così significa che, se vi arriverà la manna dal Cielo, sarete pronti a lasciare tutto. Conoscete la storia di Mosè e la manna? Mosè vagava in mezzo al deserto in cerca della Terra promessa, ad un certo punto le risorse economiche, che a quel tempo erano il cibo, l’acqua, le pelli per scaldarsi e gli animali per cibarsi, scarseggiavano. Ci fu una grande carestia e Mosè, che era la guida, come oggi in un certo senso io sono la vostra guida, disse a tutti: “Volete la Terra promessa?” Ed essi risposero: “Sì, il Signore ce l’ha promessa”. “Quindi, se oggi non abbiamo soldi per mangiare, ma avete fede e siete disposti a sacrificare voi stessi, chiedete al Padre Adonay ed il Padre, se avrete fede, ve la darà. Voi genitori dovete anche essere disposti a morire di fame, perché la dispensa sarà distribuita prima ai bambini”. Mosè che parlava direttamente con Dio e quindi aveva più fede di tutti, diceva: “Voi siete quelli che dovranno guidare i bambini nella Terra promessa perché io da solo non ce la posso fare. Se avrete fede il Padre ci darà il pane”.
Continuarono a camminare nel deserto, cercando la Terra promessa, ma pane non se ne vedeva. Alcuni uomini della tribù di Israele cominciarono ad accasciarsi, alcuni morirono tant’è che uomini e donne cominciarono a lamentarsi, ma Mosè diceva loro: “Io credo nel Signore”. Una mattina all’alba, sotto un cielo azzurro, cominciarono a scendere fiocchi simili alla neve: era la manna che cadeva dal Cielo (La manna è un pane senza lievito simile al pane azimo). Ne hanno raccolto così tanta che gli è bastata per alcuni anni. Pensate un po’.
Io sono convinto che, come allora, anche per noi cadrà la manna dal Cielo, ma i guerrieri dovranno combattere, altrimenti il Signore li eliminerà. Ce la faremo? Si. Siamo in difficoltà, ma so che il Signore ha i Suoi mezzi. Io ho fede e dovete averla anche voi. Il problema è, se siamo convinti, nel profondo del cuore, di dover dare la vita per questa causa; essere convinti che siamo eterni, che possiamo avere soltanto soddisfazioni spirituali e delle gioie infinite se abbiamo servito con tutto noi stessi Gesù Cristo. Egli disse: “Dai loro frutti conoscerete chi sono”, la nostra Opera, la nostra comunità spirituale, con tutte le debolezze umane che possiamo avere, è l’Opera più semplice e più umile che esista al mondo. È così! Tutti, davvero tutti i gruppi spirituali del mondo che hanno un leader, ad eccezione dei missionari scalzi, di fronte ai quali mi posso solo inchinare e baciare i loro piedi santi, hanno le casse piene di denari. Quindi, malgrado tutto, sono schiavi. Noi no. Questa è un’arma a doppio taglio: ci rende limitati, ma se abbiamo fede come un granello di senape la manna scenderà dal Cielo.
Insisto, il problema non è questo, ma è: “Noi ce la sentiamo di dare tutta la nostra vita?”
Ma, come dicevo, c’è un problema gravissimo che dobbiamo superare, un padrone da convincere, e sconfiggere che si trova nel posto più difficile da raggiungere, in un posto spettacolare, straordinario: il più bello che possa avere l’uomo nella sua vita, ma è anche il più inaccessibile tranne a Dio e a Cristo, ed è dentro di noi. La verità è questa. Che cosa faremo? Signori, se oggi primo gennaio 2013 vi faccio questo discorso è perché so quello che sto dicendo. Voi non lo sapete, potete intuirlo e fare delle domande, ma io sono l’unico in mezzo a tutte le persone in ascolto a conoscere il vero motivo: noi usciremo da questa situazione ed entreremo in un’altra. Non posso dirvi tutto perché dovete analizzare da soli, ma vi voglio aiutare. Da quanto tempo, mesi o anni, vi sto dicendo: SIETE DISPOSTI A DARE LA VITA? SIETE DISPOSTI A LASCIARE TUTTO E SEGUIRE LA VERITÀ? SIETE DISPOSTI A RINNEGARE VOI STESSI E NON AVERE PIÙ PRIVILEGI? A NON AVERE PIÙ COMODITÀ, A RINUNCIARE ALLA STANCHEZZA, A DORMIRE, A FARE DEI GROSSI SACRIFICI, MOLTO PIÙ GROSSI DI QUELLI CHE STATE FACENDO ATTUALMENTE A CAUSA DELLA CRISI ECONOMICA? SIETE DISPOSTI A RINUNCIARE AI VOSTRI FIGLI, A RIVEDERLI FORSE MAI PIÙ O UNA VOLTA ALL’ANNO? Queste sono le domande che ci dobbiamo porre, perché il Signore è un altro tipo di padrone, totalmente diverso dai padroni terrestri che ti pagano con una miseria. Il Signore è un padrone onesto, che paga il dovuto, però dobbiamo fare il nostro dovere, perché se non lo faremo non solo ci toglierà quello che ci ha dato, ma anche l’anima, perché abbiamo abusato della Sua misericordia. Per un uomo non c’è cosa più grande di fare quello che gli piace di più. Quindi, qual è il lavoro che ci piace di più? Lavorare per Cristo. Se per ipotesi Gesù ci desse la possibilità di lavorare sempre per Lui, lo faremmo? Siamo disposti a farlo?
Bene queste sono le domande da porsi. Il progetto però è uno, dunque gli atteggiamenti e la metodologia da perseguire sono: chiedere con tutto il cuore ed ottenere con la fede.
Noi non abbiamo progetti di investimenti, non dobbiamo chiedere soldi alle banche, né alla chiesa e neppure aspettare di vincere con i gratta e vinci. Questi sono progetti assolutamente utopistici. Il Vangelo dice: “Hai fede? Chiedi a Cristo”, quindi dovete chiedere al Signore di togliervi dalla schiavitù. Il problema è: cosa succederà se Cristo accoglierà la vostra richiesta? Cosa farete? Lo farete? Siete in grado di farlo? Siete pronti o continuerete a fare gli schiavi di qualche padrone, nell’attesa di essere pronti? Il mio giudizio, cioè la mia consapevolezza, coscienza e convinzione è che voi siete pronti, che noi siamo pronti. C’è solo una cosa da superare: la paura della morte, della sofferenza anche fisica, della vergogna se ci rideranno in faccia o della perdita di chi ci ama, figlio, moglie, marito, sorella, padre, madre.. Io sono convinto che ci troveremo in queste condizioni e mi preparo da 23 anni. Vi chiederete a cosa mi sono preparato, se ho già fatto la missione: ebbene, mi sono preparato all’ultima parte di essa, in cui devo dare la vita. E c’è una novità: non sarò più solo io a dare la vita, ma un gruppo di persone. Dare tutta la nostra vita, anche se già la stiamo dando, lo posso tranquillamente dire senza che il Signore mi rimproveri. Adesso dobbiamo decidere se essere tutti o no. La mia proposta in questo primo gennaio 2013 è che ognuno di noi può farlo. Siamo un numero sufficientemente alto per poter fare una grande rivoluzione, così pericolosa che il potere potrebbe perseguitarci e anche ucciderci. Ma a volte vedo segni che non mi piacciono: sofferenze, vittimismi, lamentele, paure, stanchezza, irritazioni, gelosie. Queste cose devono essere completamente vinte! Se da stasera voi chiederete: “Signore toglici dalla schiavitù del denaro! Facci avere tutto quello che dobbiamo avere”, vi consiglio, prima di formulare questa richiesta, di fare una profonda riflessione per capire se siamo pronti a superare stanchezza, paura, malattia, sentimento, gelosia, depressione. Solo dopo, la preghiera andrà in porto. Gesù disse: “Se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: Spostati da qui a là, ed esso si sposterà e nulla vi sarà impossibile». (Mt 17,20).
Dire “Io lavoro per Cristo” è una parola troppo grossa, perché se dite così significa che, se vi arriverà la manna dal Cielo, sarete pronti a lasciare tutto. Conoscete la storia di Mosè e la manna? Mosè vagava in mezzo al deserto in cerca della Terra promessa, ad un certo punto le risorse economiche, che a quel tempo erano il cibo, l’acqua, le pelli per scaldarsi e gli animali per cibarsi, scarseggiavano. Ci fu una grande carestia e Mosè, che era la guida, come oggi in un certo senso io sono la vostra guida, disse a tutti: “Volete la Terra promessa?” Ed essi risposero: “Sì, il Signore ce l’ha promessa”. “Quindi, se oggi non abbiamo soldi per mangiare, ma avete fede e siete disposti a sacrificare voi stessi, chiedete al Padre Adonay ed il Padre, se avrete fede, ve la darà. Voi genitori dovete anche essere disposti a morire di fame, perché la dispensa sarà distribuita prima ai bambini”. Mosè che parlava direttamente con Dio e quindi aveva più fede di tutti, diceva: “Voi siete quelli che dovranno guidare i bambini nella Terra promessa perché io da solo non ce la posso fare. Se avrete fede il Padre ci darà il pane”.
Continuarono a camminare nel deserto, cercando la Terra promessa, ma pane non se ne vedeva. Alcuni uomini della tribù di Israele cominciarono ad accasciarsi, alcuni morirono tant’è che uomini e donne cominciarono a lamentarsi, ma Mosè diceva loro: “Io credo nel Signore”. Una mattina all’alba, sotto un cielo azzurro, cominciarono a scendere fiocchi simili alla neve: era la manna che cadeva dal Cielo (La manna è un pane senza lievito simile al pane azimo). Ne hanno raccolto così tanta che gli è bastata per alcuni anni. Pensate un po’.
Io sono convinto che, come allora, anche per noi cadrà la manna dal Cielo, ma i guerrieri dovranno combattere, altrimenti il Signore li eliminerà. Ce la faremo? Si. Siamo in difficoltà, ma so che il Signore ha i Suoi mezzi. Io ho fede e dovete averla anche voi. Il problema è, se siamo convinti, nel profondo del cuore, di dover dare la vita per questa causa; essere convinti che siamo eterni, che possiamo avere soltanto soddisfazioni spirituali e delle gioie infinite se abbiamo servito con tutto noi stessi Gesù Cristo. Egli disse: “Dai loro frutti conoscerete chi sono”, la nostra Opera, la nostra comunità spirituale, con tutte le debolezze umane che possiamo avere, è l’Opera più semplice e più umile che esista al mondo. È così! Tutti, davvero tutti i gruppi spirituali del mondo che hanno un leader, ad eccezione dei missionari scalzi, di fronte ai quali mi posso solo inchinare e baciare i loro piedi santi, hanno le casse piene di denari. Quindi, malgrado tutto, sono schiavi. Noi no. Questa è un’arma a doppio taglio: ci rende limitati, ma se abbiamo fede come un granello di senape la manna scenderà dal Cielo.
Insisto, il problema non è questo, ma è: “Noi ce la sentiamo di dare tutta la nostra vita?”
CRISTO A NOI NON DEVE DARE, HA GIÀ DATO
Sicuramente una specie di manna già l’abbiamo: la gioia di esistere, di essere e sentirci vivi. Durante gli ultimi due giorni, qui a Sant’Elpidio a Mare, abbiamo avuto delle giornate meravigliose dove il freddo ha reso il cielo terso e pieno di stelle, mentre di giorno il sole splendeva fortissimo e sembrava uno scudo dorato. Ieri, mentre tornavo a casa in macchina accompagnato da fratelli e sorelle, guardavo il sole attraverso il finestrino; quel sole che io adoro, perché come sapete e vi ho insegnato, in questo astro vi è la coscienza Cristica.
La luce del sole, che dista dalla Terra 150 milioni di km, mi toccava il volto, ma la luce che investiva il mio viso non era scaturita dal seno solare in quel preciso istante.
Quando il Padre Sole vuole accarezzare il volto di un Suo figlio, che si chiama Giorgio Bongiovanni, la Sua carezza arriva dopo otto minuti. Di conseguenza, a noi il sole non deve dare, ci ha già dato; l’amore di Cristo non deve darci una carezza, l’ha già data, l’ha già partorita. Noi che viviamo in un pianeta tridimensionale la riceviamo dopo, per ragioni di spazio, di tempo e per i nostri limiti umani, ma se ci trovassimo in un’altra stella potremo ricevere la carezza solare in tempo reale. Bisogna aspettare che ci arrivi, ma Lui l’ha già emessa. Non dobbiamo chiedere al Sole, a Cristo: “dammi”, perché Lui a noi ha già dato e questo è l’amore più grande di tutti gli amori. Quando realizzeremo una tale verità, che abbiamo già ricevuto da Cristo e dobbiamo solo aspettare di godere questo beneficio, questa carezza, in quel momento forse riusciremo veramente ad avere fede e dare la vita per Lui, per questo Essere che ci ha donato l’amore, la vita e continua a darcela ogni giorno.
Se non ci succederà nulla di violento nella vita, né verremo colpiti da una grave malattia, noi lasceremo il nostro corpo a ottanta, novanta o forse cent’anni. Il Sole invece vive dieci, dodici miliardi di anni, quindi non siamo niente, solo una piccola apparizione infinitesimale della vita dell’universo a livello fisico. Per noi è difficile pensare di vivere mille anni o cento milioni di anni, tant’é che un miliardo di anni ci appare incalcolabile; infatti nel Vangelo Gesù dice: “Vi condannerò alla morte eterna”, ma non è così; anche il filosofo Giordano Bruno fu condannato perché, criticando l’idea dell’inferno, sosteneva che il fuoco non fosse eterno per nessuno, nemmeno per i demoni.
Gesù invece lo dice, non perché si è sbagliato; perché per l’uomo è inconcepibile pensare ad un miliardo di anni. Se quell’astro, che ogni mattina si affaccia alla nostra finestra mentre facciamo colazione, è spuntato nello stesso posto per cinque miliardi di anni, io di fronte al Sole sono niente. Ma siccome ho conosciuto Cristo, ho sposato la Sua Verità e credo in quello che Lui mi ha dato, oggi posso dire: “Io, di fronte al Sole spirituale sono un Suo figlio, perché il Sole spirituale è Cristo. Ma io, spirito, sono più grande del sole fisico. Io, particella infinitesimale, faccio parte della Terra, che è mille volte più piccola del Sole, tuttavia sono molto più grande del sole fisico, perché lui può vivere fino a dieci miliardi di anni, mentre io posso vivere in eterno. Io vedrò la nascita e la morte di migliaia di soli e di galassie, perché non morirò mai”. Questo lo dice solo Cristo! Infatti gli antichi abitatori d’Egitto e di Atlantide, che si erano fatti ingannare dalla materia e pensavano che il sole fisico, riconosciuto come re di un sistema solare abitato da esseri cristici, avesse una durata eterna; e che, tuttavia, dopo quei miliardi di anni, sarebbero morti anche loro. In verità gli esseri di luce hanno un corpo di luce che dura dieci miliardi di anni del nostro tempo; poi “muoiono”, cioè cambiano frequenza, lasciano quel corpo ed emigrano in un altro sole per altri dieci miliardi di anni, e cosi via fino all’infinito perché hanno lo spirito eterno, cosi come lo abbiamo noi.
Cristo ci dice: “Tu sei eterno” e, se sono eterno, ho visto la nascita di questo sistema solare e della galassia. Perciò, nel momento in cui prendi coscienza che il sole spirituale compenetrante questo sole fisico è Cristo e che il sole spirituale che compenetra il tuo corpo è il tuo vero ego sum, hai conosciuto la verità e sei libero. Noi dobbiamo essere coscienti che siamo eterni e che possiamo fare tutto quello che vogliamo solo se lo vogliamo. Se non fosse così e non riuscissimo ad averlo è perché in fondo in fondo non lo desideriamo. Prima di tutto lo dobbiamo volere.
Sicuramente una specie di manna già l’abbiamo: la gioia di esistere, di essere e sentirci vivi. Durante gli ultimi due giorni, qui a Sant’Elpidio a Mare, abbiamo avuto delle giornate meravigliose dove il freddo ha reso il cielo terso e pieno di stelle, mentre di giorno il sole splendeva fortissimo e sembrava uno scudo dorato. Ieri, mentre tornavo a casa in macchina accompagnato da fratelli e sorelle, guardavo il sole attraverso il finestrino; quel sole che io adoro, perché come sapete e vi ho insegnato, in questo astro vi è la coscienza Cristica.
La luce del sole, che dista dalla Terra 150 milioni di km, mi toccava il volto, ma la luce che investiva il mio viso non era scaturita dal seno solare in quel preciso istante.
Quando il Padre Sole vuole accarezzare il volto di un Suo figlio, che si chiama Giorgio Bongiovanni, la Sua carezza arriva dopo otto minuti. Di conseguenza, a noi il sole non deve dare, ci ha già dato; l’amore di Cristo non deve darci una carezza, l’ha già data, l’ha già partorita. Noi che viviamo in un pianeta tridimensionale la riceviamo dopo, per ragioni di spazio, di tempo e per i nostri limiti umani, ma se ci trovassimo in un’altra stella potremo ricevere la carezza solare in tempo reale. Bisogna aspettare che ci arrivi, ma Lui l’ha già emessa. Non dobbiamo chiedere al Sole, a Cristo: “dammi”, perché Lui a noi ha già dato e questo è l’amore più grande di tutti gli amori. Quando realizzeremo una tale verità, che abbiamo già ricevuto da Cristo e dobbiamo solo aspettare di godere questo beneficio, questa carezza, in quel momento forse riusciremo veramente ad avere fede e dare la vita per Lui, per questo Essere che ci ha donato l’amore, la vita e continua a darcela ogni giorno.
Se non ci succederà nulla di violento nella vita, né verremo colpiti da una grave malattia, noi lasceremo il nostro corpo a ottanta, novanta o forse cent’anni. Il Sole invece vive dieci, dodici miliardi di anni, quindi non siamo niente, solo una piccola apparizione infinitesimale della vita dell’universo a livello fisico. Per noi è difficile pensare di vivere mille anni o cento milioni di anni, tant’é che un miliardo di anni ci appare incalcolabile; infatti nel Vangelo Gesù dice: “Vi condannerò alla morte eterna”, ma non è così; anche il filosofo Giordano Bruno fu condannato perché, criticando l’idea dell’inferno, sosteneva che il fuoco non fosse eterno per nessuno, nemmeno per i demoni.
Gesù invece lo dice, non perché si è sbagliato; perché per l’uomo è inconcepibile pensare ad un miliardo di anni. Se quell’astro, che ogni mattina si affaccia alla nostra finestra mentre facciamo colazione, è spuntato nello stesso posto per cinque miliardi di anni, io di fronte al Sole sono niente. Ma siccome ho conosciuto Cristo, ho sposato la Sua Verità e credo in quello che Lui mi ha dato, oggi posso dire: “Io, di fronte al Sole spirituale sono un Suo figlio, perché il Sole spirituale è Cristo. Ma io, spirito, sono più grande del sole fisico. Io, particella infinitesimale, faccio parte della Terra, che è mille volte più piccola del Sole, tuttavia sono molto più grande del sole fisico, perché lui può vivere fino a dieci miliardi di anni, mentre io posso vivere in eterno. Io vedrò la nascita e la morte di migliaia di soli e di galassie, perché non morirò mai”. Questo lo dice solo Cristo! Infatti gli antichi abitatori d’Egitto e di Atlantide, che si erano fatti ingannare dalla materia e pensavano che il sole fisico, riconosciuto come re di un sistema solare abitato da esseri cristici, avesse una durata eterna; e che, tuttavia, dopo quei miliardi di anni, sarebbero morti anche loro. In verità gli esseri di luce hanno un corpo di luce che dura dieci miliardi di anni del nostro tempo; poi “muoiono”, cioè cambiano frequenza, lasciano quel corpo ed emigrano in un altro sole per altri dieci miliardi di anni, e cosi via fino all’infinito perché hanno lo spirito eterno, cosi come lo abbiamo noi.
Cristo ci dice: “Tu sei eterno” e, se sono eterno, ho visto la nascita di questo sistema solare e della galassia. Perciò, nel momento in cui prendi coscienza che il sole spirituale compenetrante questo sole fisico è Cristo e che il sole spirituale che compenetra il tuo corpo è il tuo vero ego sum, hai conosciuto la verità e sei libero. Noi dobbiamo essere coscienti che siamo eterni e che possiamo fare tutto quello che vogliamo solo se lo vogliamo. Se non fosse così e non riuscissimo ad averlo è perché in fondo in fondo non lo desideriamo. Prima di tutto lo dobbiamo volere.
D: Con questo vuoi dire che Atlantide non aveva avuto il livello di insegnamento spirituale…
G: Sì, lo ha avuto, ma l’ha perduto. Lo stesso è accaduto anche agli Ebrei. Loro sapevano che Adonay era lo Spirito eterno, ma poi hanno degenerato nella materia, nella ricchezza. Cristo è eterno, e parlava di un Dio eterno e di uomini che avevano lo spirito eterno. Gesù lo disse anche ai sadducei e ai farisei che, divenuti materialisti, affermavano: “Non abbiamo altro padre che Abramo”, ribadendo cosa disse Dio a Mosè: “Io sono il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe” e che questi sono vivi, perché Dio non è il Dio dei morti, ma dei vivi.
Quindi Atlantide, poi Israele e oggi anche noi, abbiamo ripetuto l’errore. Sappiamo che la morte non esiste, ma in realtà non ci crede più nessuno ad eccezione di una piccola parte del popolo orientale, degli induisti e pochissime persone in Occidente. Nessuno crede veramente nell’eternità dello spirito e che esiste la vita dopo la morte; il resto sono solo riti.
Quindi Atlantide, poi Israele e oggi anche noi, abbiamo ripetuto l’errore. Sappiamo che la morte non esiste, ma in realtà non ci crede più nessuno ad eccezione di una piccola parte del popolo orientale, degli induisti e pochissime persone in Occidente. Nessuno crede veramente nell’eternità dello spirito e che esiste la vita dopo la morte; il resto sono solo riti.
D: Di fatto l’uomo vive come se questa fosse l’unica vita che ha ed il riflesso è nelle scelte della vita.
G: Si, e per questo motivo siamo egoisti e materialisti. Voi sapete che sono un provocatore… e io dico che quasi nessuno di voi crede profondamente che esista la vita eterna. Crederci non significa credere in buona fede a me o al Vangelo.
D: Attraverso gli inviati, Atlantide ricevette lo stesso insegnamento che Cristo ha portato senza la sua incarnazione?
G: Era una forma di offerta di redenzione, ma quella di Gesù non è stata l’unica per l’uomo, bensì la più grande.
G: Era una forma di offerta di redenzione, ma quella di Gesù non è stata l’unica per l’uomo, bensì la più grande.
D: Lui era presente in Atlantide?
G: Non con la stessa forma palese di duemila anni fa.
D: Non c’era l’incarnazione Cristica?
G: No, duemila anni fa Lui ha offerto la più grande e non più ripetibile offerta di redenzione. Anche oggi con la mia presenza, e quella di altri messaggeri, è in atto un’offerta di redenzione, ma non è della stessa grandezza di Cristo, anche perché noi siamo solo dei testimoni che annunciano il Suo ritorno. Quindi, la mia è un’offerta di redenzione come emulo di Gesù, come seguace, ma di fatto è Lui che la offre. L’offerta più grande, completa ed eclatante è avvenuta duemila anni fa perché di fronte alla scienza, alla stampa rappresentata dagli scribi, di fronte alla chiesa, al governo e ai giudici di quel tempo, Gesù ha dato sul piano fisico le prove fisiche, scientifiche, spirituali che sono state le più eclatanti di tutta la storia dell’umanità.
I grandi esseri cristici come Krishna, i grandi maestri orientali, tutti gli avatar fino a Yogananda sono stati dei grandi insegnanti che hanno compiuto anche miracoli, ma le manifestazioni del soprannaturale, dell’imponderabile manifestate da Gesù sono state le più grandi nella storia dell’umanità. Per tale motivo è stata la più grande offerta di redenzione data a tutti gli uomini. Gesù non richiamava, come avviene oggi, la fede. Egli l’ha imposta, cioè ha dimostrato e dato la possibilità di credere; ha dato dimostrazione della Sua Verità offrendo la possibilità, l’unica nella storia del mondo, di credere anche a chi non ha fede. Gesù è sceso dal piano divino ed ha incontrato le persone che dovevano avere fede, coloro che voleva avessero fede, ma ha offerto il Suo insegnamento divino anche alle persone che non l’avevano e non riuscivano a credere, facendo prodigi che superavano di gran lunga tutta la scienza e le credenze che essi avevano sposato.
Immagina di ritrovarti nello stesso scenario di duemila anni fa e di vivere con la tecnologia attuale. Supponi che oggi Gesù, come fece allora, scenda a Gerusalemme e diventi un capo rivoluzionario, il guru di una scuola spirituale seguito da dodici persone poi da settanta e formi dei centri spirituali. Pensa inoltre che in Italia giunga voce che, di fronte alle telecamere, Lui resusciti un uomo morto da tre giorni, putrefatto e mangiato dai vermi, e le persone, in fila per chilometri, che andavano o venivano portate nella Sua umile casa a Cafarnao, supponiamo un appartamento di una palazzina, vengano guarite all’istante. Tutti! Immagina poi di recarti al lago di Tiberiade e di vederLo camminare sulle acque o, mentre fa una conferenza di fronte alle telecamere, che tutti i ciechi e i malati di cancro provenienti dall’intero pianeta vengano guariti istantaneamente, senza nemmeno chiedersi se fossero mafiosi o delinquenti, semplicemente per la fede che avevano in Lui. Pensi che non sarebbe successo niente? Malgrado ciò, organizzerebbero una congiura contro di Lui, accusandoLo di realizzare trucchi di prestigio, di guarire milioni di persone con la suggestione e che il morto putrefatto sia resuscitato grazie ad una truffa organizzata, con uso di determinati acidi. Così verrebbe processato al tribunale di Gerusalemme per truffe gravissime e quant’altro. Dal momento che in quel paese vige la pena capitale, Lo condanneranno a morte, dopo tre giorni risorgerà e si farà vedere da tutti i Suoi amici. Questa è la più grande offerta di redenzione ed è ancora in atto, perché Lui disse: “Io vi manderò i Miei messaggeri, stimmatizzati, ecc., ma tornerò con potenza e gloria solamente quando direte: “Benedetto Colui che viene nel nome del Signore”. E Lui ritornerà e ci farà a pezzi.
I grandi esseri cristici come Krishna, i grandi maestri orientali, tutti gli avatar fino a Yogananda sono stati dei grandi insegnanti che hanno compiuto anche miracoli, ma le manifestazioni del soprannaturale, dell’imponderabile manifestate da Gesù sono state le più grandi nella storia dell’umanità. Per tale motivo è stata la più grande offerta di redenzione data a tutti gli uomini. Gesù non richiamava, come avviene oggi, la fede. Egli l’ha imposta, cioè ha dimostrato e dato la possibilità di credere; ha dato dimostrazione della Sua Verità offrendo la possibilità, l’unica nella storia del mondo, di credere anche a chi non ha fede. Gesù è sceso dal piano divino ed ha incontrato le persone che dovevano avere fede, coloro che voleva avessero fede, ma ha offerto il Suo insegnamento divino anche alle persone che non l’avevano e non riuscivano a credere, facendo prodigi che superavano di gran lunga tutta la scienza e le credenze che essi avevano sposato.
Immagina di ritrovarti nello stesso scenario di duemila anni fa e di vivere con la tecnologia attuale. Supponi che oggi Gesù, come fece allora, scenda a Gerusalemme e diventi un capo rivoluzionario, il guru di una scuola spirituale seguito da dodici persone poi da settanta e formi dei centri spirituali. Pensa inoltre che in Italia giunga voce che, di fronte alle telecamere, Lui resusciti un uomo morto da tre giorni, putrefatto e mangiato dai vermi, e le persone, in fila per chilometri, che andavano o venivano portate nella Sua umile casa a Cafarnao, supponiamo un appartamento di una palazzina, vengano guarite all’istante. Tutti! Immagina poi di recarti al lago di Tiberiade e di vederLo camminare sulle acque o, mentre fa una conferenza di fronte alle telecamere, che tutti i ciechi e i malati di cancro provenienti dall’intero pianeta vengano guariti istantaneamente, senza nemmeno chiedersi se fossero mafiosi o delinquenti, semplicemente per la fede che avevano in Lui. Pensi che non sarebbe successo niente? Malgrado ciò, organizzerebbero una congiura contro di Lui, accusandoLo di realizzare trucchi di prestigio, di guarire milioni di persone con la suggestione e che il morto putrefatto sia resuscitato grazie ad una truffa organizzata, con uso di determinati acidi. Così verrebbe processato al tribunale di Gerusalemme per truffe gravissime e quant’altro. Dal momento che in quel paese vige la pena capitale, Lo condanneranno a morte, dopo tre giorni risorgerà e si farà vedere da tutti i Suoi amici. Questa è la più grande offerta di redenzione ed è ancora in atto, perché Lui disse: “Io vi manderò i Miei messaggeri, stimmatizzati, ecc., ma tornerò con potenza e gloria solamente quando direte: “Benedetto Colui che viene nel nome del Signore”. E Lui ritornerà e ci farà a pezzi.
D: Quasi una violazione del libero arbitrio.
G: No, sarebbe stata una violazione del libero arbitrio se Lui si fosse imposto con autorità, se invece di dire a Pietro “Riponi la spada”, avesse chiamato dodici legioni di angeli prendendo il comando di tutto. Egli al contrario ha dimostrato di essere il Figlio di Dio e poi ha detto: “Non ci credete? Fate la morte seconda”. Infatti Lucifero e Satana hanno preso possesso del mondo appena Gesù ha affermato: “Tutto è compiuto”, ed è spirato. In quel momento il Padre ha detto a Lucifero: “Il regno è tuo. Finché non ritornerà Mio Figlio, fai tutto quello che vuoi con l’uomo, ma non devi toccare i miei fratelli”. Infatti i 144.000 eletti che Gesù raccomandava al Padre non sono stati toccati, perché si dovevano moltiplicare. Erano 144.000 i buoni nel mondo, non è che non ci fossero. Poi si sono moltiplicati, e secondo me voi siete il risultato della moltiplicazione dei 144.000. A Lucifero ora non interessa attaccare il mondo, perché è già nelle sue mani, comprese le borse, le chiese, etc; siccome è ingordo e gli eletti non li può toccare, Lui attaccherà voi, i figli degli eletti e se gli darete spazio vi farà a pezzi. Gesù non può salvarvi perché è stato detto: “Molti i chiamati e pochi gli eletti”, e se lo ha detto c’è un motivo. Lui può salvare solo gli eletti. Cari fratelli, sarete provati. Non pensate che la vita che state conducendo adesso sarà sempre così. Avrete delle prove terribili, non credete che la prova sia sempre economica poiché faticate ad arrivare a fine mese. Quella, di fronte alle prove che arriveranno, è una sciocchezza, tanto è che rimpiangerete la situazione in cui vi trovate oggi. Malgrado ciò, noi supereremo tutto se avremo fede e rimarremo uniti. Quante volte ho pronunciato la parola uniti? Un miliardo di volte…
D: Puoi riprendere in sintesi il discorso della manna?
G: La manna è caduta mentre il popolo di Israele cercava la terra promessa da Dio, guidato da Mosè, Suo strumento contattato dagli angeli di Dio e da Cristo. Grandi sono state le prove, tra queste la gravissima crisi, che oggi noi chiameremmo crisi economica, nell’attraversare una parte di terra dove non c’era niente da comprare e niente da mangiare, rischiavano di morire di fame. Allora Mosè disse loro: “Se avrete fede, anche rischiando la vita, il Signore provvederà; se invece non avrete fede moriremo tutti e non arriveremo alla Terra promessa”. Oggi la nostra Terra Promessa è la seconda venuta di Cristo e tutti possiamo essere pronti a riceverLo, con le mani salde nell’aratro perché la crisi che stiamo vivendo non ci ha ridotti alla fame, bensì ci ha tolto le risorse economiche. Per poter andare avanti e arrivare alla Terra promessa, cioè fare l’Opera, abbiamo bisogno della manna; come ho detto prima, se avremo fede la manna cadrà dal Cielo, perché è già caduta ai figli di Dio che hanno creduto ai dieci comandamenti e, come dice il Vangelo, “…ne raccolsero a sufficienza per attraversare il deserto e raggiungere la terra promessa”.
D: Gesù disse: «Sarete odiati da tutti per causa del Mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà» (Lc 21,17). Puoi spiegare l’apparente contraddizione tra queste parole e il dare la vita per una giusta causa?
G: Se volete che nessun capello del vostro capo perisca, dovete essere disponibili a dare la vita. Esserlo non significa darla per forza, ma il Signore che legge nei vostri cuori sa se siete disponibili o meno. Io non lo so, non sono il giudice, bensì un vostro semplice ed umile fratello. Gesù dice: “Io non vi toglierò nemmeno un capello se voi sarete disponibili a dare la vita”. Disponibili significa che, se domani dovessimo trovarci in mezzo alla strada o se venissimo arrestati e trascinati in galera senza motivo, interiormente saremo nelle stesse condizioni di felicità, gioia e fede nelle quali ci troviamo oggi. Se così sarà, il Signore manterrà la Sua promessa, altrimenti saremo imprigionati, torturati, etc. Questa è l’apparente contraddizione.
D: Tu dici sempre di stare uniti, perché l’unione ci salverà. Quali sono le qualità essenziali per non perdere l’unione, non solo spirituale, ma anche fisica?
G: L’amore fraterno, l’umiltà, la solidarietà, non essere gelosi, né invidiosi, il non sentirsi vittime, il non volersi sempre sentire al centro dell’attenzione, non credere che ti manca sempre qualcosa, che continuamente qualcuno ce l’ha con te o non ti rispetta. Devi invece sentirti amico degli altri, volere bene a tutti e lottare tenacemente anche a costo di perdere tutto, compresa la vita, per ottenere questa unione. Se tutti facessimo così, la lotta diverrebbe meno dura. In sostanza è l’amore fraterno che tiene uniti, non ci sono altre parole. Ci possono essere progetti diversi nei metodi, e noi ne abbiamo sperimentati tanti in questi ventitré anni, ma è l’amore, nonostante tutti i nostri limiti, che ci tiene ancora in vita. Oltre a questo, c’è un altro dettaglio che mi preoccupa molto: l’amore che provate per me, il calice della comunione. Non sarà sempre festa: prima o poi verrà il Padrone di casa e se lo porterà via, perciò dobbiamo lavorare adesso affinché voi siate uniti anche senza il calice.
D: Riguardo allo spirito di servizio, un passo dice chiaramente che chi sarà pervaso dallo spirito del servitore si salverà.
G: Il metodo è questo: essere pronti a servire. Io posso usare tutte le parole di questo mondo e di tutti i Vangeli di questo pianeta, ma non riuscirò mai a trasmettervi quello che voglio se non con l’esempio. Quando mi vengono rivolte queste domande cerco di rispondere, come sto facendo, con il Vangelo, anche se, con tutto il rispetto per il nostro Re, è limitato se non viene dato l’esempio. Io vi spiego prima il Vangelo, ma soprattutto vi dico: “Guardate quello che faccio e come lo faccio”. Certamente non posso dirlo in una conferenza o ad una persona che mi ha incontrato poche volte. A voi invece, che mi conoscete da tanti anni e a tutte le persone che mi vedono e mi ascoltano anche da casa, lo dico. Della mia vita quotidiana voi sapete tutto quello che faccio, ad eccezione delle interviste con i pentiti, per ovvie ragioni di sicurezza. Conoscete ogni aspetto della mia vita e ne venite costantemente informati dalla mia famiglia e dai miei stretti collaboratori. Quindi l’esempio, il mio esempio per voi, è il Vangelo. Se io, Giorgio, lavorassi tre ore al giorno per poi passare il resto del mio tempo davanti alla televisione o al circolo con gli amici, se giocassi a tennis tutti i giorni o andassi in vacanza con Sonia Alea per trascorrere la settimana bianca e poi fare la predica, il mio sarebbe un esempio legittimo, ma discutibile con il Vangelo. Invece voi sapete sempre cosa sta facendo Giorgio, quando sanguino, quando vado a Pordenone, a Bari o a Palermo, come tengo uniti i fratelli, etc. Non mi sono mai vantato della mia vita, ma francamente posso dire che l’esempio di come stare uniti con i fratelli io l’ho dato durante tutta la mia esistenza. Adriana, Saro e Lorella, che oggi si trovano in questa sala, sono le persone che mi conoscono più di ogni altro e possono tranquillamente affermare che ho dedicato tutta la mia vita solo ed esclusivamente ai fratelli; allora fate come ho fatto io. Ho rinunciato alla mia famiglia, a moglie e figli, a tutto pur di stare con loro; ci siamo abbracciati, abbiamo litigato, alcuni se ne sono andati e poi sono ritornati.., ma io ho sempre cercato i miei fratelli. Quando ero giovane ed abitavo a Floridia rimproveravo sempre Saro, che allora abitava a Gaggi, perché lui non veniva mai da me, dovevo sempre andare io da lui. E gli dicevo: “Vabbè, non ti preoccupare. Anche se non vieni tu, io verrò sempre”. Infatti è venuto da me due volte in cinquant’anni che ci conosciamo ed io sono andato da lui infinite volte. Se io lo avessi atteso, lo avrei incontrato tre volte in tutta la mia vita. Invece non l’ho mai aspettato e sono andato da lui. Questo non significa che Saro è cattivo ed io sono buono, lo dimostra il fatto che oggi, dopo vent’anni, siamo qui insieme a seguire Gesù. Ho semplicemente risposto alla tua domanda: la qualità più grande è lo spirito di servizio. Gesù ne è l’esempio massimo, ma siccome per voi Gesù è irraggiungibile, vi riporto un altro esempio della mia vita di uomo comune, che ha fede in Cristo. Io ho diversi colloqui con i fratelli celesti e mi danno grandi insegnamenti; a volte però voglio essere un po’ consolato e gli rivolgo delle domande alle quali, per pena e commiserazione, Loro mi rispondono. Un giorno chiesi a Setun Shenar: “Voi, che avete a disposizione il computer cosmico, potete dirmi quante riunioni, conferenze, programmi alla radio e colloqui personali con i fratelli ho fatto? E lui mi ha risposto che, da quando porto i sacri segni sul mio corpo, ho fatto più di 70 mila riunioni. Questo è un esempio. Ti sembra poco? Per tenere uniti i fratelli devi dare la vita.
D: Possiamo dedurre che la qualità migliore che tu abbia usato sia l’umiltà?
G: Questo non lo so, perché sarebbe un po’arrogante affermarlo. L’umiltà sicuramente c’era, ma non era la cosa più importante. Io non sono all’altezza di grandi esseri umili che adoro e di fronte ai quali mi inginocchio. C’è stata una cosa più forte dell’umiltà e non è nemmeno poco: l’amore vero che provo per i miei fratelli. Io li amo tantissimo, a volte commetto qualche sciocchezza, ho preso alcuni fischi per fiaschi, azzardando delle esperienze che magari a fin di bene ho voluto fare e non dovevo. Me ne sono reso conto, ma tutto sommato su settantamila riunioni ne avrò sbagliate una cinquantina, cercando per orgoglio o ambizione, non certamente personale, di accelerare i tempi e di ottenere i risultati. Tuttavia, se su settantamila, 69.950 sono state tutte al servizio, posso fare le olimpiadi dell’universo e vincerle. Posso dare l’esempio ed insegnare a voi ragazzi come mettere in pratica le diverse metodologie per tenere uniti i fratelli. Questo sì, lo posso fare e sono sicuro di esserne in grado. Certo, ho commesso qualche errore nella mia vita personale umana, per me insignificante. Io sono cosciente di avere dei peccati umani e se Gesù me lo chiedesse, non avrei nessun problema a svelarli. Ma se mi chiedeste: “Tu hai mai sbagliato?” Io vi risponderei: “Certo che ho sbagliato, ma non ho mai sbagliato nell’Opera. Mai!” Di questo ne sono cosciente. È una cosa che voglio dire a tutti i presenti e a coloro che mi ascoltano. Se io facessi un errore nell’Opera di Cristo, non sarei più degno di servirLo. Non è una questione di estremismo, è una logica pura e semplice, perché sono in questo mondo e seguo Dio anche per logica. Io ho sempre considerato la mia Opera come l’Opera di Gesù e tutto quello che riguarda la Sua Opera pubblica l’ho fatto: stimmate, metodologie, divulgazione della realtà extraterrestre, Antimafia, impegno sociale con Funima, appoggiare la politica dei giusti…
Se poi, come mi viene spesso chiesto, Egli ha avuto anche dei rapporti sessuali con Maria Maddalena, posso solo affermare che non lo so e non ho avuto mai il bisogno di fare il guardone. Gesù è perfetto e se anche si fosse accoppiato con Maria Maddalena, io posso solo dire: “Beato Te”, perché lei era una bellissima donna. Quale poteva scegliere il Figlio di Dio? La più bella di tutte, è una deduzione logica. Se Gesù ha scelto di fare l’eunuco o si è sposato con Maddalena a me non importa, perché quella è la Sua vita privata e a noi non cambierebbe assolutamente nulla. Gesù non aveva debolezze, gli apostoli invece sì, facevano casino dalla mattina alla sera, ma Cristo non li ha mai giudicati per le loro debolezze, bensì per le opere, e su questo sono stati perfetti. Sicuramente nel loro percorso hanno avuto delle scappatelle con qualche donna, ma Gesù li perdonava o li tollerava. Come loro sono stati perfetti nell’opera, io sono perfetto nella mia. Gesù non compromette la Sua Opera, se un giorno mi volessero screditare con accuse infamanti, qualsiasi esse siano, non credeteci. Sinceramente non penso che verrò accusato o processato per aver rubato 500milioni di euro allo Stato, fornicato, aver stuprato o ucciso qualcuno, perché non è questo il tempo e stavolta non ci sono più agnelli da sacrificare in tal senso. Non ci sono accuse per me, tuttavia potrei essere accusato dai delinquenti o da Berlusconi e poi incarcerato, ma voi avete il discernimento e saprete benissimo dove sta la verità. È molto difficile che io cada su questo piano, semmai potrei cadere su quello della stanchezza, ma poi arriverebbero segni di consolazione dalla Madre Celeste e mi risolleverò. Così anche voi dovete essere perfetti nell’Opera, altrimenti succederà quello che è accaduto in passato a qualche mio amico che, l’ha lasciata, dopo aver seguito Eugenio per trent’anni. Ecco io non vorrei che questo succedesse a voi per il semplice fatto che rovinereste tutta la vostra vita. Se decideste di lasciare quest’Opera e, ad esempio, vi impegnereste con Emergency, non avrete lasciato nulla, semplicemente vi siete spostati da un istituto che fa del bene ad un altro; vi siete quindi mossi da un organismo che serve Cristo e si trova nell’alluce del Suo corpo ad uno che si trova nel polpaccio. Se invece, dopo trent’anni di opera, ve ne andrete a giocare tutto il giorno ai cavalli, avrete perso una vita. Io credo che sia così.
Se poi, come mi viene spesso chiesto, Egli ha avuto anche dei rapporti sessuali con Maria Maddalena, posso solo affermare che non lo so e non ho avuto mai il bisogno di fare il guardone. Gesù è perfetto e se anche si fosse accoppiato con Maria Maddalena, io posso solo dire: “Beato Te”, perché lei era una bellissima donna. Quale poteva scegliere il Figlio di Dio? La più bella di tutte, è una deduzione logica. Se Gesù ha scelto di fare l’eunuco o si è sposato con Maddalena a me non importa, perché quella è la Sua vita privata e a noi non cambierebbe assolutamente nulla. Gesù non aveva debolezze, gli apostoli invece sì, facevano casino dalla mattina alla sera, ma Cristo non li ha mai giudicati per le loro debolezze, bensì per le opere, e su questo sono stati perfetti. Sicuramente nel loro percorso hanno avuto delle scappatelle con qualche donna, ma Gesù li perdonava o li tollerava. Come loro sono stati perfetti nell’opera, io sono perfetto nella mia. Gesù non compromette la Sua Opera, se un giorno mi volessero screditare con accuse infamanti, qualsiasi esse siano, non credeteci. Sinceramente non penso che verrò accusato o processato per aver rubato 500milioni di euro allo Stato, fornicato, aver stuprato o ucciso qualcuno, perché non è questo il tempo e stavolta non ci sono più agnelli da sacrificare in tal senso. Non ci sono accuse per me, tuttavia potrei essere accusato dai delinquenti o da Berlusconi e poi incarcerato, ma voi avete il discernimento e saprete benissimo dove sta la verità. È molto difficile che io cada su questo piano, semmai potrei cadere su quello della stanchezza, ma poi arriverebbero segni di consolazione dalla Madre Celeste e mi risolleverò. Così anche voi dovete essere perfetti nell’Opera, altrimenti succederà quello che è accaduto in passato a qualche mio amico che, l’ha lasciata, dopo aver seguito Eugenio per trent’anni. Ecco io non vorrei che questo succedesse a voi per il semplice fatto che rovinereste tutta la vostra vita. Se decideste di lasciare quest’Opera e, ad esempio, vi impegnereste con Emergency, non avrete lasciato nulla, semplicemente vi siete spostati da un istituto che fa del bene ad un altro; vi siete quindi mossi da un organismo che serve Cristo e si trova nell’alluce del Suo corpo ad uno che si trova nel polpaccio. Se invece, dopo trent’anni di opera, ve ne andrete a giocare tutto il giorno ai cavalli, avrete perso una vita. Io credo che sia così.
D: Nel Vangelo Cristo profetizza il martirio, la persecuzione e la tortura di persone e poi dice: «Sarete odiati da tutti per causa del Mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà» (Lc 21,17). C’è forse un momento storico nel quale è concesso al diavolo di martirizzare i servitori di Cristo e un momento dove al male è impedito di attuare questo tipo di violenza? Oppure fa riferimento soprattutto al piano spirituale, piuttosto che a quello materiale?
G: È soprattutto spirituale. La risposta a questa domanda, come nel Vangelo, Gesù la lascia alla disponibilità e alla fede che noi abbiamo, quando afferma: “Se avrete fede vi succederà questo, se voi non l’avrete vi succederà quest’altro”. Mi spiego meglio: in base alle scelte di coloro che seguono la Verità, chiamiamoli chiamati ed eletti, Gesù determina alcuni eventi. Se la scelta dei primi è una scelta forte di unione e di fede, coerente e resistente, nonostante debolezze e peccati, determinati eventi Lui non li realizzerà. Una mia eventuale persecuzione o ingiusta tortura, ad esempio, dipende dalla vostra unione. Se l’unione c’è, come io sento che è così, malgrado il bisogno di superare ancora la paura di dare tutto, la mia persecuzione non sarà necessaria. Se invece l’unione in tutte le arche è debole, sarà inevitabile una selezione per lasciare in piedi le persone più forti. La determinazione di questi eventi dipende da noi, dalla nostra unione, mentre la realizzazione di alcuni eventi divini non dipende da nessuno, avverranno e basta. Un esempio l’ho citato poc’anzi. Diverse volte ho detto che entro il 31 dicembre 2012 mi avrebbero potuto ammazzare e invece non è successo. Senza ombra di dubbio c’è stata una reazione positiva o negativa da parte di tutti voi, che ha evitato questo evento.
Ciò non significa che la Madonna, Gesù o i fratelli del Cielo non abbiano permesso la manifestazione di questo evento per consolarmi o per non rattristarmi, perché io, se me ne andassi sarei l’uomo più felice del mondo; semmai mi hanno reso triste lasciandomi qui. Ovviamente, siccome sono servo di Gesù mi rendo felice subito. C’è stata invece qualche cosa in voi di positivo, che mi ha permesso di rimanere e sicuramente il maligno ora organizzerà un’azione negativa contro di voi, affinché io parta. Lui è felicissimo se andassi nel Sole, nella Luce, perché pensa: “Cristo, il Tuo Giorgio Bongiovanni a me non interessa. Lui è Tuo, tienilo con Te.. Io mi tengo tutti gli altri e li metto sotto le mie ali da pipistrello”. Lui pensa proprio così! Ma io sono ancora qua e c’è rimasto male. Quindi, un progetto del diavolo per attaccarci e dividerci è già in atto!
Ciò non significa che la Madonna, Gesù o i fratelli del Cielo non abbiano permesso la manifestazione di questo evento per consolarmi o per non rattristarmi, perché io, se me ne andassi sarei l’uomo più felice del mondo; semmai mi hanno reso triste lasciandomi qui. Ovviamente, siccome sono servo di Gesù mi rendo felice subito. C’è stata invece qualche cosa in voi di positivo, che mi ha permesso di rimanere e sicuramente il maligno ora organizzerà un’azione negativa contro di voi, affinché io parta. Lui è felicissimo se andassi nel Sole, nella Luce, perché pensa: “Cristo, il Tuo Giorgio Bongiovanni a me non interessa. Lui è Tuo, tienilo con Te.. Io mi tengo tutti gli altri e li metto sotto le mie ali da pipistrello”. Lui pensa proprio così! Ma io sono ancora qua e c’è rimasto male. Quindi, un progetto del diavolo per attaccarci e dividerci è già in atto!
D: Riscoprire il Vangelo significa anche riscoprire che è sempre attuale, cioè che oggi è come duemila anni fa e viceversa. Oggi c’è stato un quid quando hai parlato di questi otto minuti di incommensurabile donazione che danno veramente una speranza unica. Aprire il Vangelo di Giovanni, visto che facciamo parte della tribù giovannea e leggere: “In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di Lui, e senza di Lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste”, dopo aver pensato a questi otto minuti, subito dopo il Verbo, scorrere il passo rivolto allo spirito di Elia, il Battista: “Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Egli (la Parola) non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce”, non può che farmi sentire onorato di leggere in questo momento queste righe. Ogni tanto dici “Io non sono di questo mondo”, però Lui manda un uomo e io mi chiedo: “Sei di questo mondo? Sei questo uomo?” E comunque sono felice di riassaporare il gusto di duemila anni fa che è lo stesso gusto di oggi.
G: Ti ringrazio. Anche per me è un onore essere qui con i miei fratelli, che siete voi. È la verità: io non sono di questo mondo, sono solo nato nel mondo. Presto, molti di voi, forse tutti, scoprirete che siete venuti qui per aiutare i fratelli di questo pianeta. Se lo siete anche voi, lo saprete alla fine, se sarete rimasti integri. Adesso sapete che probabilmente non siete di qua, perché sposate i valori della fratellanza, dell’amore cristico, della solidarietà, della pace, della passione, del perdono anche se è difficile; perché vivete in una bolgia infernale dove ogni giorno siete chiamati e tentati nell’essere materialisti, egoisti, guardinghi, chiusi e diffidenti. Malgrado ciò, voi resistete abbastanza bene, altrimenti oggi sareste per gli affari vostri ed io per gli affari miei. Sono convinto che, se siamo qui, è perché voi non siete di questo mondo, con la piccola riserva dubitativa, che se vi perderete strada facendo, lo eravate. Se anche voi, come me, persevererete fino alla fine, non eravate di questo mondo. Ci sono poche cose nella mia vita delle quali sono sicuro ed ho certezza assoluta, ed altre di cui dubito perché siamo uomini e possiamo cadere. Tra le prime: che Cristo esiste, Dio esiste e che Gesù ritornerà, così come sono certo che esiste la Madre Santissima. Un’altra certezza della mia esistenza, per la quale sono veramente pronto a dare la vita, è che l’amore esiste perché io l’ho provato, lo provo e vengo ricambiato. Sono ricambiato in una forma molto più alta ed eccelsa di quanto io dia ai miei fratelli e alle mie sorelle, perché ho degli amici che per me si farebbero uccidere e molte sorelle che mi servono come se fossi non solo il loro sposo, ma il loro re. Questo è amore. Sento l’amore dei miei figli, come mi amano e come io li amo, dei miei amici che, quando chiedo un aiuto, non ho mai sentito dirmi di no. Questo è amore, la mia prova che l’amore nel mondo esiste, anche in una forma più disinteressata dell’amicizia, tra persone che si conoscono a malapena o bene, ma non si frequentano e in quel momento manifestano un amore, un rispetto, una grande stima reciproca. Questo io lo vivo nell’amicizia con i familiari di vittime della mafia, della quale mi sento tanto onorato.Noi ci incontriamo esclusivamente per motivi di lavoro, non trascorriamo le vacanze insieme né ci frequentiamo; quindi un’amicizia inaspettata che io chiamo amore. Io sono convinto che l’amore esiste e sono pronto a dare la mia vita per le persone che mi hanno amato, le madri dei miei figli, come Lorella la quale mi ha dato tutta la sua vita ed il suo amore infinito.. Anche Eugenio mi ha amato tanto, i miei genitori. L’altra cosa di cui sono sicuro, scusate l’arroganza, è che io non mi perderò mai. Ecco perché non sono di questo mondo. Fratelli, fatevi tentare da tutto quello che volete, dai dubbi, da situazioni personali o con i fratelli delle arche, ma non dubitate che io mi possa perdere, perché nel momento in cui inizierete a farlo sarete nelle mani di Satana, senza nemmeno rendervene conto. Questo è importante ed è un’altra certezza che ho. Io sono uno che oggi, nel XXI secolo, ha toccato Cristo, ha cenato, ha pranzato con Lui e fatto la comunione. Cristo mi ha toccato le stimmate e mi ha detto vai in Sud America, mi ha benedetto la fronte… Una volta mi trovavo in un luogo della Terra e Gesù, fisicamente, mi ha ordinato: «Prendi un bicchiere d’acqua e versalo sulla Mia testa..» mi ricordo ancora le goccioline che Gli cadevano sul viso; io so cosa volesse dire e Gli ho dovuto ubbidire. La maggior parte delle esperienze che ho avuto con Gesù e con gli extraterrestri, diciamo il 90%, non le ho mai raccontate a nessuno, nemmeno ai miei figli, a Lorella o a Sonia Alea. Nessuno. Voi pensate che io mi possa perdere? No, e questa è un’altra certezza che ho. Posso peccare, questo si, ma peccare è una cosa, perdermi è un’altra. Un altro aspetto di cui sono certo è che finché avrò salute e Gesù mi permetterà di stare qui, io sarò sempre con voi, con i miei fratelli, a vostra disposizione per parlare della Verità. Se mi toglieste la Verità mi ucciderete, per cui se nessuno me la potrà togliere rimarrò qua a testimoniarla. Ho anche tantissime intuizioni e progetti, ma le mie certezze sono queste: Cristo ritornerà, esistono l’amore e l’universo, non mi perderò e che ci sono i miei fratelli, pochi ma buoni. Una notizia che ho ricevuto di recente sul maligno nei miei riguardi, è che ha smontato l’ufficio tentazioni spirituali contro Giorgio Bongiovanni, operava per farmi passare dalla parte del ‘male’ e ha licenziato tutti. Ha lasciato ancora in vigore l’ufficio tentazioni contro Giorgio Bongiovanni nel corpo, nell’umana natura, ma è normale che sia ancora aperto. È vero, non sto scherzando!
D: Tu hai un conto in sospeso con Berlusconi…
G: Berlusconi ed io ci ‘amiamo tantissimo’: lui era Erode, quindi il nostro è un rapporto molto ‘privilegiato’. Grazie a Dio in questa vita non l’ho conosciuto, anche se molto spesso lo sogno a colori. La signora Veronica Lario gli ha fatto causa e l’ha vinta, ottenendo un’indennità di mantenimento che le consentirà di continuare il suo ex tenore di vita. Pochi giorni prima di Natale è stata depositata la sentenza di divorzio, che ha disposto il risarcimento di 3 milioni di euro al mese, ossia 100mila euro al giorno, per tutta la vita finché morte non la visiti.
Infatti Vauro ha pubblicato una vignetta su Il Fatto Quotidiano, intitolata “Divorzio Berlusconi. Tre milioni di euro mensili a Veronica Lario”. Il pupazzo di Vauro dice: “Poveretta, anche lei non sa come arrivare a fine mese… Non riesce a spenderli tutti!”
Infatti Vauro ha pubblicato una vignetta su Il Fatto Quotidiano, intitolata “Divorzio Berlusconi. Tre milioni di euro mensili a Veronica Lario”. Il pupazzo di Vauro dice: “Poveretta, anche lei non sa come arrivare a fine mese… Non riesce a spenderli tutti!”
D: Sarebbe bello se la moglie di Berlusconi contattasse la Funima?
G: Io a questa battuta rispondo con una risposta seria. Non voglio i soldi da queste persone. Se loro volessero fare una donazione anonima li accetterei, perché non so da dove provengano e li userei per Cristo. Ma se lei personalmente esprimesse la volontà di fare una donazione non li accetterei mai, perché la vedrei come una tentazione. Se le donazioni arrivano da amici, fratelli o da persone per bene le accetto, perché non è una tentazione ma una consolazione. I soldi offerti da Satana sono una tentazione, a meno che tu non sia capace di rubarli con astuzia per darli ai poveri. Sarebbe un gesto nobile, ma io questo mestiere lo facevo nelle vite precedenti; oggi non lo faccio più. Adesso sono incarnato, sono un predicatore, faccio l’annunciatore e difendo i miei fratelli giusti, alcuni dei quali si sono incarnati nella magistratura; in onore e in rispetto di queste persone non accetto compromessi, corruzioni, concussioni con nessuno. Tutto quello che faccio lo devo fare legalmente. Non sono perfetto come nessuno di voi lo è, ho commesso qualche piccolo errore legale, ho preso qualche contravvenzione, un mancato pagamento di tasse, ma sono cose normali. Quello che non faccio è corrompermi e neppure farmi ricattare. Un’arma vincente della nostra missione è che il vostro fratello maggiore e capo guida non è ricattabile da nessuno, nemmeno se venissero messi ingiustamente e vigliaccamente alla gogna i miei peccati umani. Moralmente sono talmente pulito che i miei peccati non sono ricattabili comunque. Non c’è nessuno fino ad oggi che può dirmi: “Una volta io ti ho dato questo”, possono al massimo affermare: “tu hai fatto questo peccato umano”. Non sono andato contro la legge, nemmeno sotto indagine: sono innocente. Quindi, cari fratelli, lasciate godere alla signora Veronica Lario centomila euro al giorno, che noi ci godiamo la nostra integrità, le nostre difficoltà economiche, ma siamo molto più ricchi della signora Veronica, molto più di quanto voi possiate immaginare. Invece se mi chiamasse Berlusconi e mi dicesse: “Ti voglio donare cinque milioni di euro per la lotta alla mafia, li vuoi?” Io risponderei: “Sì, accetto l’offerta alla sola condizione che tu dica tutta la verità, da dove provengono i soldi e diventi un collaboratore della giustizia”. La signora Lario è una persona per bene, incensurata. È la moglie di Berlusconi e gli ha dato tre figli molto belli e bravi, ma se lei mi facesse un’offerta non l’accetterei, perché sa benissimo che sono soldi sporchi e da dove vengono, che suo marito è uno sporco delinquente e lei non l’ha mai denunciato. Ha dichiarato che lui frequenta le prostitute e per tale motivo ha chiesto il divorzio ed il risarcimento. Legalmente è legittimo, ma per essere eticamente accettabile, avrebbe dovuto ammettere che suo marito è un delinquente mafioso e criminale, pretendere un adeguato risarcimento e andarsene. In quel caso andrei a trovarla e le proporrei di contribuire alla realizzazione di un progetto di Funima International. Se al contrario si fa mantenere per tutta la vita da quel marito, nonostante le pesantissime accuse che lo riguardano, io rispetto di più Berlusconi nella sua criminalità che la signora Veronica nella sua ipocrita, cattolica, diabolicità. Non li prenderei tre milioni al mese da un marito mafioso e criminale, chiederei un indennizzo vitale, ma non mi farei mantenere. Che cosa avrò mai fatto nella vita per guadagnarmi tre milioni di euro al mese? Ho cresciuto tre figli? Tutti li sanno crescere. Sono stata la moglie di Berlusconi? Tutte possono essere la moglie di Berlusconi. La signora Lario doveva dare l’esempio di vera etica e troncare qualsiasi rapporto di lavoro pecuniario, solo così l’avrei rispettata. Quindi per me è un’approfittatrice.
D: Maestro, se mi è permesso, vorrei esprimere una mia perplessità riguardo al fatto che nel corso della fine del 2012 non sia successo nulla di quanto comunicato nei messaggi ricevuti dagli esseri di luce, che possa identificarsi come inizio della fine di questa civiltà.
G: Io non sono maestro…. Non è vero che non è successo nulla. Io non ho mai detto che nel 2012 sarebbe iniziata la fine, ma ho sempre dichiarato che sarebbe stato l’inizio di un grande cambiamento, e infatti lo è. Questo inizio lo vedremo nei prossimi anni con tutto ciò che accadrà, sia dal punto di vista delle catastrofi naturali e degli eventi mondiali, sia delle apparizioni celesti. E siccome hai occhi per vedere e orecchie per udire, a partire da quest’anno, giorno per giorno fino all’anno prossimo, potremo aprire un’agenda ed annotare le cose che accadranno. Se non succederà niente nei prossimi due o cinque anni, possiamo sedere insieme, fare un’istanza ai fratelli della luce e dire: “Il 2012 è passato e ancora non è accaduto nulla”. Ma io ti assicuro che avverranno delle catastrofi naturali devastanti, dei segni celesti sempre più grandi e sempre più eclatanti, finché non diremo: “Benedetto Colui che viene nel nome del Signore”. Bisogna solo aspettare ed avere un po’ di pazienza; tuttavia di cose ne sono accadute già tantissime, anche se non hanno coinvolto sette miliardi di persone: tsunami, terremoti, apparizioni in cielo, etc. In uno degli ultimi messaggi ho scritto: “PER ORDINE DEL PADRE ADONAY E DEL CRISTO SCUOTERÒ IL FUOCO, SCUOTERÒ LA TERRA, SCUOTERÒ L’ARIA, SCUOTERÒ L’ACQUA..[..] COLPIRÒ CON LE FORZE DELLA NATURA TUTTA LA TERRA E VI METTERÒ IN GINOCCHIO AFFINCHÈ POSSIATE NUOVAMENTE REALIZZARE IL TIMORE DI DIO E TEMERE LA SUA SANTA IRA. Se non succederà nei prossimi cinque, sette anni, reclameremo al Cielo, ma io sono convinto che accadrà. Certamente nessuno ha mai rivelato il giorno e l’ora del ritorno di Cristo, questo lo sa solo il Padre.
D: I 144.000 si trovavano tutti a Gerusalemme?
G: Tutti erano incarnati sulla Terra, molti si trovavano a Gerusalemme. Infatti dai dodici ai trent’anni Gesù non si è fatto una passeggiata, ma ha viaggiato per il mondo, in India, Asia, Medio Oriente e nelle Americhe per incontrare gli eletti. È andato nelle altre scuole spirituali dove si trovavano gli spiriti eletti, altrimenti non si spiega il motivo del Suo viaggio per diciotto anni. Pensate a quanta gente abbia incontrato e nessuno lo sa; la maggior parte del tempo della Sua missione l’ha passata con gli iniziati, solo tre anni l’ha resa pubblica.
D: Salvare anche solo un’anima è importantissimo, anche se in verità vorremmo risvegliare migliaia di persone. Fino ad ora abbiamo chiesto aiuto al Cielo e si sono aperte tante porte, ma in situazioni piccole. È giusto avere dei progetti importanti?
G: È giusto avere progetti importanti su cui discutere e lavorare insieme, ma prima dobbiamo lavorare giorno per giorno nel gruppo e vedere se c’è la disponibilità totale a servire la Verità. Disponibilità significa fare sacrifici di giorno, di notte, non dormire, etc. Nella vita ognuno di voi ha delle priorità. Sebbene non ci piaccia, nella pratica la prima è lavorare, altrimenti moriremmo di fame. Anche se nel cuore ne abbiamo un’altra, non possiamo essere ipocriti: la nostra priorità è andare a lavorare ogni mattina per guadagnare soldi sufficienti ed arrivare a fine mese. Un’ingiustizia gravissima, ma resta comunque la priorità assoluta; la seconda dipende da voi. Può essere la fidanzata, fare la spesa, la mamma, curare la propria persona, avere rapporti con le amiche, andare a fare ginnastica, qualsiasi cosa bella, leggere.. oppure l’Opera. Ecco, bisogna stabilire, e mi rivolgo a tutti i fratelli, quale sia la priorità oltre lavorare per mantenere la famiglia e noi stessi. Se la seconda necessità della vostra vita è l’Opera, Gesù lo vede e vi si apriranno le porte, i castelli e quant’altro. Al contrario, se Gesù vedrà che la lotta alla mafia è al quinto o sesto posto, non chiedete e non sperate che le porte si spalanchino, perché la porta non si aprirà mai. Se la vostra priorità è la fidanzata o il fidanzato, scelta comunque legittima, io sono obbligato a rispondere legittimamente e dirvi che per me è quest’Opera, mentre tua moglie non lo è, nemmeno i tuoi figli. Se i miei figli e mia moglie non mi volessero seguire nella missione che sto facendo, li lascerei per seguire la mia Opera. Questo è dare.. Vendersi la casa non è disponibilità a Cristo. È un gesto nobile, straordinario, bellissimo, ma essere disponibili a Cristo significa lasciare le cose che ami più di ogni altra cosa al mondo. Io Giorgio, non posso chiedervi di lasciare moglie e figli, casomai ve lo chiederà Cristo; ma sono disposto a lasciare tutto e la mia priorità ogni mattina è fare l’Opera nel modo migliore. Rinnego i miei sentimenti, anche me stesso, faccio finta di essere morto, che non ci sono più, questo è sempre stato il rapporto con la mia famiglia, con mia madre, mio padre ed i miei figli. Voi tutti conoscete la mia vita privata. Le persone che mi accompagnano, da Sonia Alea, Sonietta, al resto della famiglia che mi sta vicino, Lorella, Giovanni, Mara ecc. fino ai fratelli delle arche, sanno che devo servire Cristo e sanno anche che loro ci sono, forse. Ogni attenzione che posso dare deve essere per loro un dono di Dio, un miracolo, perché io sono di Cristo e in questo momento non c’è nient’altro che servire Lui e i miei fratelli, i quali sono il corpo di Cristo. Questa disponibilità, se un giorno voi la realizzerete, vi libererà dalla schiavitù. Più chiaro di così non vi ho mai parlato.
D: Dovremmo vendere la casa?
G: No, vi sbagliate quando pensate questo. Io vi chiedo di peggio: lasciare le persone che amate di più e non c’è casa che tenga. La cosa più bella che vi possa capitare è che la vostra compagna o compagno vi segua, rinnegandovi l’un l’altro pur di servire Cristo; dove dormire insieme e fare l’amore succede, ma non è indispensabile perché voi fate l’amore con Cristo. La mia vita è dedicata solo a Gesù e a salvare le anime di questo mondo, che si stanno perdendo tutte: non voi, gli uomini. Chi è con me deve rinnegare se stesso, a cominciare dalla persona con cui dormo insieme, alle persone di casa che mi servono, ai fratelli delle arche che mi ospitano e mi trattano come un principe. Io non darò nulla a voi. Io e te, abbracciandoci e amandoci, dobbiamo dare a Lui, per noi non deve esserci niente. Se io e te, insieme, daremo a Cristo allora ci potremo amare, baciare, accarezzare e consolare a vicenda con i fratelli. Non possiamo parcheggiare Gesù nemmeno per una notte. Certo puoi dedicare tempo ai tuoi figli, ma solo se in quel momento vi rientra Cristo, altrimenti no! Ecco perché tanta gente fa il missionario e non si sposa. Sulla Terra gli uomini e le donne comuni esigono uno spazio per la vita privata, l’intimità. La mia casa è invece un porto di mare. Questa è la mia vita.
D: Gesù è davvero nato il 25 di dicembre?
G: Io non ho idea se Gesù sia nato in questa data. Anzi, penso proprio di no, ma è la tradizione e per me qualsiasi giorno si decida di collocare la nascita di Cristo va benissimo. L’importante è ricordare la Sua nascita come l’incarnazione del figlio di Dio.
D: La nascita è avvenuta come noi la conosciamo?
G: Cristo non ha avuto un rapporto sessuale con la Madre Santissima, perché Loro non hanno le nostre necessità procreative. La nascita è avvenuta attraverso un parto astrale, dove la Madre Celeste, incinta e vergine, ha partorito Cristo; l’Avatar Cristo era il ginecologo spirituale del Suo stesso corpo nel seno della Santissima Maria, che lo ha partorito.
Cristo ha trasformato il Suo seme maschile dal piano della luce solare al piano umano; quel seme solare che proveniva da un sole particolare, chiamato Sirio. Cristo l’ha fatto diventare spermatozoo e poi l’ha inseminato con le Sue stesse mani di luce nell’utero della Madre Santissima. Nel Suo ventre Cristo stesso ha costruito il corpo di Gesù, che è nato con un intervento della luce cristica. Lo spirito di Cristo presente nella mangiatoia ha fatto uscire il bambino senza provocare alla Madre Santissima lacerazioni e sanguinamenti, solamente i dolori del parto, come ogni madre deve avere. Così si è formato Gesù Figlio dell’Uomo, il quale è un essere divino perché il seme solare di Cristo lo ha fecondato, fatto nascere ed il Cristo, Figlio di Dio, lo ha compenetrato. Durante la crescita Gesù ha avuto un’entità individuale propria, che lo ha accompagnato fino ai 30 anni: davanti c’era Gesù e dietro la Sua spalla, attaccato come un’aquila, vi era Cristo Figlio di Dio; al compimento del trentesimo anno l’ha personificato. Questa è solo una spiegazione teologica per farvi capire nei dettagli che Gesù è Cristo sempre, perché Cristo è sempre con Lui. Non dovete pensare che Gesù a volte sia con Cristo e a volte non lo sia. È solo una questione di compenetrazione: nel momento in cui Lo ha cristificato Gesù non è più Gesù, è Cristo. È stato Cristo a concepire anche la Santissima Madre Celeste con il suo seme spirituale, che ha inserito nell’utero materializzandolo; quindi Maria non è solo la mamma di Gesù, è la Santissima Madre di Cristo.
Cristo ha trasformato il Suo seme maschile dal piano della luce solare al piano umano; quel seme solare che proveniva da un sole particolare, chiamato Sirio. Cristo l’ha fatto diventare spermatozoo e poi l’ha inseminato con le Sue stesse mani di luce nell’utero della Madre Santissima. Nel Suo ventre Cristo stesso ha costruito il corpo di Gesù, che è nato con un intervento della luce cristica. Lo spirito di Cristo presente nella mangiatoia ha fatto uscire il bambino senza provocare alla Madre Santissima lacerazioni e sanguinamenti, solamente i dolori del parto, come ogni madre deve avere. Così si è formato Gesù Figlio dell’Uomo, il quale è un essere divino perché il seme solare di Cristo lo ha fecondato, fatto nascere ed il Cristo, Figlio di Dio, lo ha compenetrato. Durante la crescita Gesù ha avuto un’entità individuale propria, che lo ha accompagnato fino ai 30 anni: davanti c’era Gesù e dietro la Sua spalla, attaccato come un’aquila, vi era Cristo Figlio di Dio; al compimento del trentesimo anno l’ha personificato. Questa è solo una spiegazione teologica per farvi capire nei dettagli che Gesù è Cristo sempre, perché Cristo è sempre con Lui. Non dovete pensare che Gesù a volte sia con Cristo e a volte non lo sia. È solo una questione di compenetrazione: nel momento in cui Lo ha cristificato Gesù non è più Gesù, è Cristo. È stato Cristo a concepire anche la Santissima Madre Celeste con il suo seme spirituale, che ha inserito nell’utero materializzandolo; quindi Maria non è solo la mamma di Gesù, è la Santissima Madre di Cristo.
D: Perché il mondo intero è contro l’Iran?
G: Il mondo occidentale è schierato contro l’Iran perché è manipolato dall’informazione, guidata dagli Stati Uniti d’America e da tutti i suoi alleati, compresa la maggior parte, se non tutta, dell’Europa. La Russia e la Cina non sono sorelle dell’Iran, ma hanno interessi, oserei dire vitali, con l’Iran e in un certo senso la proteggono.
L’Iran è una nazione che quasi sicuramente vuole costruirsi la bomba atomica per difendersi; infatti nemmeno la Corea del Nord, né gli altri stati sono così folli da pensare di usare l’arma atomica per attaccare, perché sanno che verrebbero annientati. In questo momento non c’è nessun governo, nessun potente sulla Terra che abbia la mentalità dei terroristi talebani o dei kamikaze, che si mettono la bomba nel petto e si fanno esplodere; nemmeno gli ayatollah che governano l’Iran. Magari sono fanatici, ma sono sempre politici potenti pienamente consapevoli che un attacco da parte loro con armi atomiche li condannerebbe all’annientamento. Ecco perché il timore infondato che l’Iran possa usare la bomba atomica è il pretesto per poter fare una guerra per ragioni economiche, per produrre armi e tutte le ragioni che in questi anni vi ho spiegato e che spero abbiate capito. Nemmeno Gheddafi l’aveva, neanche Saddam Hussein.
Per quest’anno, probabilmente in primavera, è stato programmato un attacco da parte di Israele con gli israeliani, o addirittura i caccia della Nato troveranno il pretesto per bombardare le centrali nucleari dell’Iran. Noi organizzeremo delle proteste e loro ci lasceranno fare, perché gli conviene l’immagine di un governo democratico, di un’Italia che protesta, mentre continueranno a fare la guerra.
Sono diabolici.
Cari fratelli vi auguro buon anno, seguitemi ….
L’Iran è una nazione che quasi sicuramente vuole costruirsi la bomba atomica per difendersi; infatti nemmeno la Corea del Nord, né gli altri stati sono così folli da pensare di usare l’arma atomica per attaccare, perché sanno che verrebbero annientati. In questo momento non c’è nessun governo, nessun potente sulla Terra che abbia la mentalità dei terroristi talebani o dei kamikaze, che si mettono la bomba nel petto e si fanno esplodere; nemmeno gli ayatollah che governano l’Iran. Magari sono fanatici, ma sono sempre politici potenti pienamente consapevoli che un attacco da parte loro con armi atomiche li condannerebbe all’annientamento. Ecco perché il timore infondato che l’Iran possa usare la bomba atomica è il pretesto per poter fare una guerra per ragioni economiche, per produrre armi e tutte le ragioni che in questi anni vi ho spiegato e che spero abbiate capito. Nemmeno Gheddafi l’aveva, neanche Saddam Hussein.
Per quest’anno, probabilmente in primavera, è stato programmato un attacco da parte di Israele con gli israeliani, o addirittura i caccia della Nato troveranno il pretesto per bombardare le centrali nucleari dell’Iran. Noi organizzeremo delle proteste e loro ci lasceranno fare, perché gli conviene l’immagine di un governo democratico, di un’Italia che protesta, mentre continueranno a fare la guerra.
Sono diabolici.
Cari fratelli vi auguro buon anno, seguitemi ….
Sandra De Marco
8 aprile 2013
San Giovanni di Polcenigo
8 aprile 2013
San Giovanni di Polcenigo