DAL CIELO ALLA TERRA
ADELINA, SORELLA DEL MIO SPIRITO.
MI HAI CHIAMATO CON FORZA, CORAGGIO E FEDE E SONO GIUNTO A TE. TI HO GUARITO PER LA GLORIA DEL CRISTO FIGLIO DEL SANTO SPIRITO.
SONO SCESO SULLA TERRA PER SERVIRE E MANIFESTARE LA POTENZA DEL MIO CIELO E DEL MIO REGNO.
GODETE DELLO SPOSO FIGLIOLA CARA, GODETE DEL BANCHETTO DELLE NOZZE DELL’AGNELLO.
GODETE DELLA MIA CONOSCENZA COSMICA E AMATEVI COME IO VI AMO.
PACE AL TUO SPIRITO E BENVENUTA NELLA MIA MENSA DELLA CONFRATERNITA GIOVANNEA AFFIDATA AL MIO FEDELE SERVO, LO SCRIVENTE.
PACE!
CON AMORE UNIVERSALE VOSTRO ADONIESIS.
Adoniesis
Pianeta Terra / 26 agosto 2024 / G.B.
Il mio risveglio
– di Adelina Pani –
Chi sono.
Mi chiamo Adelina e abito a Pordenone per lavoro. Sono una OSS, e in ospedale lavoro nel reparto di medicina interna. Le mie origini sono abruzzese da parte di madre e sarda da parte di padre.
Il periodo più difficile della mia vita, dopo un’infanzia molto sofferente, è stato nel novembre 2009 quando mio fratello morì a 35 anni per un incidente. Finì sotto un treno, attraversando i binari, non vide arrivare un pendolino. Da quel momento ho covato per anni, nei confronti di Dio, una grande rabbia che mi ha devastata. Nello stesso anno, all’epoca abitavo a Gorizia, il 12 agosto vidi una sfera luminosa. Inizialmente non capii cosa fosse. Era bellissima e si fermò proprio sopra di me, rimase lì ferma per 10/15 secondi, senza fare rumore, per poi schizzare via. Da quel momento mi sono sempre chiesta cosa fosse.
Il mio risveglio.
La storia del mio risveglio ha inizio a novembre del 2022 quando mia sorella Marina mi parla di Pier Giorgio Caria e mi gira un video del quale rimasi sconvolta. Dopo qualche giorno ebbi modo di vedere un altro video con te Giorgio, intervistato da Pier Giorgio Caria. Sempre in quei giorni conobbi il nuovo cappellano dell’ospedale, e anche questo incontro segnò quel cambiamento che stava avvenendo. Due nuove figure entrarono a far parte della mia vita e stravolsero il mio modo di vedere le cose. Da quel momento iniziai a guardare vari video con le tue interviste. Quei video, li vidi e rividi per captare sempre qualcosa di nuovo che ai primi ascolti mi poteva essere sfuggito.
Tu Giorgio sei portatore della Parola, ed è come se avessi soffiato intorno a me e scacciato quelle nuvole scure che mi avvolgevano.
Il Don, in quel periodo, fu l’unica persona alla quale io riuscii a parlare di me e a raccontargli la mia storia e fu in quel periodo che scoprii quanto amore Dio può donarci. Con te e il Don capii che la mia rabbia verso Dio era sbagliata e piansi molto per questo.
In quei giorni mi si aprì un mondo che non conoscevo.
Amo molto il mio lavoro ma da quel momento lo vidi con occhi diversi, con meno superficialità, e di conseguenza modificai il mio rapporto con i malati mettendoci tutta me stessa.
Nel dicembre del 2022 decisi di consacrarmi a Cristo come mio sposo e di seguire un percorso di preparazione. Chiesi inoltre a Cristo, essendo sua sposa, di poter soffrire anch’io per avvicinarmi a Lui. Di quel periodo ricordo anche che quando decisi di mettere sulla mia divisa il Tau di San Francesco venni derisa, umiliata e offesa dai miei colleghi. Non ne capivo il perché, visto che mi conoscevano bene, (la domanda che mi ponevo “perché tanta cattiveria?”). Ma il Don mi diceva “Vai avanti, hai Gesù nel tuo cuore”.
In quel periodo decisi anche di rendermi più disponibile nel rapporto con i malati durante le ore di lavoro. Rimanevo lì con loro più tempo, li assecondavo nelle loro richieste, ero più vicina a loro, in tutti i loro bisogni e soprattutto nel momento del trapasso, consolando i familiari, recitando qualche preghiera, regalando qualche abbraccio. Ma tutto ciò non mi bastava, mi risuonavano nella mente le tue parole Giorgio: “Dio non vuole solo preghiere, ma vuole opere”.
Ne parlai con il Don, parlai di te Giorgio, ma lui non ti conosceva e cercai di spiegargli la tua missione. Al Don, che è il mio Padre Spirituale, gli spiegai che il solo lavoro non bastava, e che non avrei salvato la mia anima in quella maniera. Mi consigliò di fare volontariato con i malati nel reparto, dopo le ore di lavoro. L’ospedale mi concesse questa opportunità per una mezza oretta al giorno. Fui contentissima! Nelle mie preghiere offrii a Dio di rimanere in medicina e anche se le mie condizioni di salute non me lo permettevano a causa di alcuni problemi fisici. Nonostante la possibilità di essere spostata in un altro reparto, decisi di rimanere nel reparto di medicina. In quel periodo lavoravo con Gesù e la forza non mi mancava.
Ma il Padre che è un Grande, dopo che gli offrii me stessa in quel reparto, che fa?
La malattia
Da alcuni esami di routine scoprirono che ero affetta da Leucemia mieloide, prima cronica e poi, con una grande velocità, si trasformò in Leucemia acuta mieloide secondaria, a sindrome mielodisplastica – mieloproliferativa ….
Dovetti lasciare subito il lavoro perché ero a rischio di infezioni. Mi misero in malattia. Ero disperata! Non per la malattia, ma perché non avevo più la possibilità di stare accanto ai malati. Ogni giorno chiedevo a Dio perché mi avesse allontanata dai miei malati. Non capivo. Un giorno ebbi la risposta. La mia malattia era una grazia.
Mi ricoverai in un reparto di ematologia in isolamento per iniziare la chemio e questo ricovero fu vissuto da me come una grazia. Quelli erano reparti nei quali nessuno poteva entrare, solo infermieri, medici e i parenti, con limitazioni. In quei reparti ebbi la possibilità di portare la Parola del Vangelo, lì dentro dove regnava disperazione, rabbia e tristezza molti pregarono per la mia salute e, in quel periodo ricordavo loro di non essere tristi per me, perché ero nelle mani di Dio e la mia vita sarebbe stata secondo la Sua volontà. Durante il ricovero ero serena, tranquilla e non stavo malissimo, avevo ancora tante forze e affrontavo tutto con grande serenità.
Le cure non funzionano
Il primo ciclo di chemio non funzionò. I globuli bianchi che dovevano abbassarsi schizzarono quasi a 80.000 pertanto decisero di farmi subito un altro ciclo di chemio per abbassare i valori. Rimasi serena anche in quella circostanza, per altre 5 settimane, camminando con Gesù e accettando la volontà del Padre.
Iniziai la seconda chemio il giorno della Festa degli Arcangeli, 29 settembre 2023.
Nei momenti di dolore chiamai spesso Adoniesis e, come dici tu Giorgio, è un suono stupendo che esce dalle nostre labbra ed io l’ho sentito vicino più volte.
Per me sei una guida Giorgio e sapevo che prima o poi ti avrei incontrato.
Il secondo ciclo di chemio funzionò sterminando tutto, dai globuli bianchi, alle piastrine ecc.. ma il midollo che sarebbe dovuto ripartire non ripartì più. Mi mantennero in vita per più di 45 giorni con le trasfusioni.
Agli inizi di settembre, quando c’erano ancora tutte le premesse di seguire un protocollo di terapia, il reparto di ematologia si attivò per trovare un donatore compatibile nel registro dei donatori, al quale mia sorella anni prima si era iscritta come donatrice, quindi possedeva tutti i suoi dati. Contemporaneamente, oltre ad inviare la richiesta per un donatore e attendere la loro risposta, mia sorella si sottopose nuovamente agli esami, al reparto di trasfusioni di Udine, per cercare la compatibilità. Dagli esami fatti a Udine mia sorella risulta compatibile ed idonea alla donazione. La cosa che ci sorprese è che dal registro dei donatori la compatibilità con mia sorella non venne fuori. (Questo è stato considerato un fatto molto strano. La compatibilità dal data base non viene fuori, ma risulta dagli esami in parallelo!)
I giorni a seguire furono giorni sempre più complicati ma sapevo di voler vivere per iniziare un nuovo percorso di aiuto al prossimo e anche per me stessa, sempre che il Padre me lo permettesse. Purtroppo, si esamina la propria vita solo quando ci si trova in questi momenti di tanta sofferenza.
In quelle giornate, chiusa in quella stanza, avrei dato non so cosa per sentire il vento e il calore del sole sul mio viso o il cinguettio degli uccelli…, chiusi in isolamento si vive una grande grande prova. In quei giorni sentivo di portare la Croce con il mio sposo Gesù. Era un continuo cadere e rialzarsi verso il Calvario. Anche se vedevo una strada lunga, chiedevo sempre di voler vivere.
L’intervista di Pier G. Caria a Giorgio del 30 settembre “l’inarrestabile forza della Verità”, mi ha commosso, ma anche dato tanta forza interiore.
Il trapianto.
Prima del trapianto iniziai il terzo ciclo di chemio e iniziai a stare sempre peggio. I dolori erano lancinanti. Ebbi molte infezioni e sentivo che il corpo non mi apparteneva più, sentivo che mi stava abbandonando. Chiamavo Adoniesis e gli chiedevo di aiutarmi.
Tu fratello Giorgio sei stato la mia salvezza spirituale reindirizzandomi nel binario giusto e ti sarò grata a vita per avermi dato la possibilità di conoscere la Verità.
Non c’erano più speranze. Il 30 novembre e 1 dicembre, con due donazioni di mia sorella feci i due trapianti con urgenza.
Il 15 dicembre le nuove cellule iniziano ad attecchire e il midollo inizia a ripartire lentamente.
Ma i dolori non mi lasciavano. Le infezioni aumentavano. Stavo malissimo e, sono sincera fratello Giorgio, ogni notte disperata e piangendo chiamavo Adoniesis e gli chiedevo di portarmi via, di riprendermi con se. Soffrivo troppo. Volevo che salvasse qualche bimbo al mio posto. Fu il periodo della rabbia. Gli stessi medici non sapevano che fare e ogni mattina ero sempre più arrabbiata per essere ancora viva.
Una sera, agli inizi di gennaio, intorno alle 19:30, per i tanti dolori che avevo, mi feci aiutare da un’infermiera a mettermi in posizione semiseduta sul letto per cercare di riposare un po’.
La stanza veniva illuminata da un riflettore esterno, che non spegnevano mai. Ero girata verso destra, dove avevo il comodino. La stanza era molto illuminata, oltre che dal riflettore esterno, dalla luce accesa del bagno con porta semiaperta e anche delle lucine sempre accese presenti nella stanza. Quella sera accadde qualcosa di impensabile. Chiusi gli occhi per riposarmi, ma mi accorsi che continuavo a vedere la stanza, come se li avessi aperti. Riapro gli occhi ma l’ambiente circostante non cambiava. Riaprii e chiusi gli occhi per due o tre volte e vedevo sempre le stesse cose, sia con gli occhi aperti che con gli occhi chiusi. Alla quarta o quinta volta che richiusi gli occhi, (assurdo lo so) vidi seduto accanto al letto, altezza comodino di ospedale, un omino molto scuro che mi guardava e, seduto sul letto dandomi il fianco, un altro omino, ma molto chiaro rispetto al primo. Aprii subito gli occhi, ma i due omini non c’erano. Richiusi gli occhi e li rivedo nella stessa posizione.
Riaprii, non c’erano. A quel punto decisi di chiuderli e di rimanere a guardarli. Sinceramente non ero per nulla spaventata. Allungai il braccio destro e gli dissi di fare tutto quello che volevano.
I due omini parlavano tra loro con dei suoni, come bisbigli. Io li osservavo e non avevo alcun dolore al braccio. Di lì a poco non vidi più la stanza ma l’oscurità. Rimasi con gli occhi chiusi e mi addormentai.
Il mattino seguente, al risveglio, pensai di essere diventata matta.
Non ho subito raccontato questa storia, ma quando, dopo gli effetti del terzo ciclo di chemio, la pelle iniziò a mutare (è un effetto della chemio, la sostituzione di nuove cellule epidermiche) vidi tra il polso e l’avambraccio due piccole cicatrici che non avevo prima, proprio nel punto dove i due omini quella sera stavano manipolando.
Il 16 gennaio 2024 lasciai l’ospedale, dopo quasi 5 mesi in isolamento posso tornare a casa con la felicità di tutti. Nessuno in reparto si aspettava questo finale e, come mi disse il primario, “ero un soggetto riuscito dal buco della serratura”. Tutti in reparto dissero che ero stata miracolata perché la mia era una Leucemia bastarda.
Pian piano recupero le forze e, grazie ad Elisabetta che mi indirizza all’arca Alea-Lores, siamo riuscite ad organizzare il primo incontro. Ho conosciuto Mara, Valter e Domenico persone a dir poco stupende…
Mara informa me e mia sorella che il 15-16 agosto ci sarà un evento nella sede dell’associazione dove potrò incontrare Giorgio e finalmente parlargli della mia storia…
In questa storia comunque devo aggiungere anche qualcos’altro di molto importante.
La famiglia e Medjugorje tra Agosto-Settembre-Ottobre 2023.
Quando la mia famiglia, composta da mia madre, mia sorella e mio nipote, venne messa a conoscenza della mia malattia, mia sorella, che aveva già programmato un viaggio a Medjugorje, decise di anticiparlo. Tra agosto e ottobre 2023 andarono 4 volte a Medjugorje a pregare. Durante quelle 4 visite accaddero cose straordinarie.
Racconto solo le due principali.
La prima volta, appena arrivano, la terra inizia a tremare. Avvertono delle vibrazioni molto forti provenienti dal sottosuolo, (solo loro) talmente forti che mia sorella, durante il tragitto per andare dalla Madonna, sbandava nel camminare. Le vibrazioni erano talmente forti che le facevano perdere l’equilibrio. Parlando con le persone del posto, le spiegarono che era un segnale per la famiglia. Erano attesi.
Nell’ultima visita ad ottobre, il 13 ottobre, salirono di nuovo sul monte mia sorella e mio nipote Davide. Durante questa visita si fermarono a lungo sotto la statua. Quel giorno c’erano pochissime persone, e pregarono sotto la statua per chiedere il miracolo. Mia sorella sapeva bene che le chemio non avevano funzionato e in quale situazione mi trovavo perché prima di partire aveva parlato con i medici. Durante questa visita–preghiera per chiedere di salvarmi, era pomeriggio tardi, nella piazzola della statua c’erano solo una decina di persone. Mia sorella e mio nipote trovarono posto proprio sotto la statua, isolati dalle altre persone, e iniziarono a pregare. Mio nipote, che era lì anche lui a chiedere la mia guarigione, a fine preghiera, quando mia sorella andò vicino la croce, sentì una voce dietro al suo orecchio: “Sarà fatto!” Davide rimase sconvolto da quella voce che definì una voce molto piena, quasi come un tuono, qualcosa di molto particolare, perché non era né una voce femminile, ma nemmeno maschile…!
Rimase sconvolto e senza parole per un po’ e poi lo disse a sua madre. Ringraziarono la Madonna e mi dissero tutto al loro ritorno.
Adelina Pani
24 agosto 2024
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