ANCHE IL SUD ESISTE

elsurexisteANCHE IL SUD ESISTE
Di Erika Pais
Anche il Sud esiste, è una frase che abbiamo ascoltato molte volte. Una frase che ci è familiare da sempre, da quando il nord del pianeta si trasformò nel nostro oppressore, che ci ha sempre indicato con il dito, chiamandoci barbari, poveri, mendicanti. Prima perché eravamo indios, successivamente per le nostre dittature militari sanguinose e più tardi per i nostri “debiti”. Tutto ciò che è in eccedenza va a finire al Sud e dal Sud esce tutto il marcio.

Ma l’Uomo vestito di “sacco” è proprio qui che diresse i suoi passi molti anni fa, seminando in queste terre veri concetti cosmici, preparandoci per i momenti attuali, insegnandoci che il rancore non serve a niente. “Voi non siete benvenuti in Europa, vi accusano, vi maltrattano, ma presto avverrà l’opposto, presto, molto presto, saranno gli europei che verranno qui, non fate voi il loro stesso errore, voi dovete riceverli con l’Amore che Cristo ci ha insegnato; siamo tutti cittadini del pianeta”, diceva Giorgio in una conferenza più di 5 anni fa, quando abitava in queste terre. Impossibile dimenticare l’allegria con la quale mostrava la sua carta di identità uruguaiana. Lui, sempre contro corrente, sempre con i diseredati, trasmettendo il suo amore, la sua missione, donando il suo sangue per tutti ed ognuno di noi. 
Dopo più di un anno di assenza, ci ritroviamo all’areoporto unendoci in un lungo abbraccio, molto lungo, cercando di trasmettere tutti i sentimenti vissuti in questo periodo. Quante cose sono successe nel mondo in questo anno, moltissime, tutte quelle che Giorgio aveva predetto che sarebbero successe. Troppe.
“Voi state vivendo adesso quello che noi viviamo da molti anni”, diceva Domingo Silva, il nostro fratello dell’Arca nella piccola riunione spontanea il giorno dopo l’arrivo di Giorgio. Perché lo disse? Perché colui che guida i nostri passi approfittò del momento per aggiornarci sugli ultimi giorni in Italia, il trasferimento della redazione di antimafia in Sicilia, la situazione economica mondiale, la crisi che sta colpendo, principalmente l’Europa e gli Stati Uniti. Per noi è normale non cambiare la macchina, anzi, è molto normale per noi non avere proprio la macchina. Siamo abituati a non poter pagare le bollette di casa, addirittura molte volte ci tagliano la luce, il telefono, l’acqua, per mancanza di danaro, mentre questi servizi essenziali dovrebbero essere garantiti dai nostri stessi Stati ai cittadini. Per noi è prassi cambiare alimentazione, il nostro è un paese la cui economia si basa anche sull’allevamento del bestiame, la nostra carne viene esportata e venduta (o veniva venduta) al miglior offerente e a noi rimane la carne di  qualità più bassa. È normale per noi che i governanti ci mentano. Infatti, oramai, non votiamo il più onesto, ma colui il quale mente meno. Ora comprenderete perché quando venivate in ferie nei nostri paesi, nelle nostre coste e spiagge invidiabili, a bere la nostra acqua pulita, vi trovavate nel mezzo di scioperi del personale dell’areoporto che causavano ritardi ai vostri viaggi. Ora comprenderete perché venivano alzate barricate nelle strade per protesta; ora comprenderete perché la polizia reprimeva i nostri reclami economici. Prima erano considerati dei reclami da parte di indios ignoranti; ora l’Europa comprende che eravamo derubati del nostro patrimonio da questi stati corrotti. Ora l’Europa sente sulla propria carne cosa significa mettervi la mano in tasca e togliere il pane ai vostri figli. Ora sì comprendete che gli stessi che rubavano a noi, adesso rubano a voi. E allora, ecco che è arrivato il momento di creare un unico fronte perché quando si condivide l’ignominia, si può condividere la lotta. Condividiamo già la missione, l’Opera di Giorgio, che ci ha già uniti; ora uniamoci in un’unica lotta mondiale contro questo essere oscuro che domina il nostro pianeta e che poco a poco sta mostrando il suo vero volto. Ma la nostra legione è quella della luce, quella della Giustizia, quella del Cristo.
Insieme a chi lo ha accompagnato in questo viaggio, Giorgio si avvia a riabbracciare una parte dei suoi fratelli dell’America Latina. Dico una parte perché deve ancora vedere tutti i cari fratelli dell’Argentina, del Cile e del Paraguay, che aspettano con pazienza e devozione il loro momento per condividere un po’ di tempo con lui.
Sonia, Sonia Tabita, Lorella, Antonella e Pier lo accompagnano all’Arca ed ha inizio un’ennesima
lezione spirituale:
G: “L’arca dell’Uruguay, come quella dell’Argentina, del Cile, del Paraguay, del Messico ed i fratelli del Sudamerica che ci accompagnano, sono fondamentali per la mia missione, sono un scudo spirituale, un sostegno, una forza, per sconfiggere l’anticristo. Questo sarà il tema prevalente di questi giorni, insieme alla Venuta di Cristo. La mia presenza qui, nonostante le nostre difficoltà e la stanchezza che voi potete notare, una stanchezza interiore più che fisica, perché dopo ogni sanguinazione Cristo mi dà la forza per continuare il lavoro che devo fare, nonostante questo, ho una missione e ho l’obbligo di stare con i miei fratelli dell’America latina, perché la nostra unione è fondamentale e se non sentite questo sarebbe una delusione, una tristezza, ma credo che invece sentiate tutto ciò, perché altrimenti non sareste qui. La nostra unione è fondamentale affinché la persona o le persone che devono smascherare l’anticristo possano farlo. Ognuno di voi, dall’ultimo che non è l’ultimo, fino al primo che non è il primo, è protagonista di questa missione. Protagonista significa che con la sua energia, con la sua presenza, con la sua solidarietà verso questa missione, è un punto in più, un voto in più, per colui che come la punta di una lancia, deve colpire il cuore del male. Ecco la nostra forza, e questo è il motivo per cui mi trovo qui a Montevideo e a Rosario. Noi non siamo gli unici che parliamo di Cristo, non siamo gli unici che annunciano la Sua venuta, non siamo gli unici che parlano della presenza extraterrestre, non siamo gli unici che annunciano la fine dei tempi, questa è la Verità e lo abbiamo detto migliaia di volte. Ma abbiamo un’unicità che altri non hanno e non lo dico io, ma personaggi importanti, italiani e stranieri, che ci visitano e che partecipano con noi nella lotta contro la mafia o nei progetti per aiutare i bambini, oltre che nella divulgazione della realtà E.T. In particolare, lo dice gente della società italiana che lotta insieme a noi contro l’Anticristo; gente come Giulietto Chiesa o politici onesti. Amici miei, riconoscono in noi, e per me dirlo a voi, i miei fratelli, è motivo di orgoglio, che  siamo dei militanti. Differentemente da loro che non li hanno. Mi dicono: ‘Tu hai dei militanti, Giorgio, noi, con i nostri partiti, abbiamo milioni di persone, ma non sono militanti, sono persone presenti, ma non sono dei militanti. E mi inorgoglisce dirlo, siamo militanti di Cristo, ovviamente, non di un partito politico, ma militanti di cause giuste come la causa dell’antimafia o dell’anticorruzione o dell’ecosistema, dell’antinucleare, tutte battaglie che facciamo da anni. È importante capire questo a livello spirituale. Questo premio, questa gratificazione che ci danno gli uomini terrestri di potere, che siamo militanti, è vero, e questo bisogna difenderlo, bisogna realizzarlo, bisogna che lo manteniamo vivo dentro di noi. Perché questo è quello che ci farà vincere contro l’Anticristo: questa unione, questa militanza. Ed è proprio questo che temono gli Anticristi del potere: il fatto che esistono cellule nel mondo pure, pulite, che hanno idee che possono incentivare i giovani, e queste idee possono rimanere, amplificarsi per secoli, decine di anni. E prima o poi vincere il male. Facciamo un esempio: nostro Signore aveva undici persone ignoranti che nessuno conosceva, ma grazie a queste undici persone e a coloro che lo accompagnavano, oggi è il personaggio più conosciuto. Quasi nessuno mette in pratica i suoi insegnamenti, ma nessuno può dire che non lo conosce. Grazie ai Suoi militanti. Per non parlare di gente meno importante di Cristo che si riuniva nelle cantine delle vecchie case o vicino ad un cimitero. Faccio un altro esempio: in una caffetteria vecchia e sporca di Torino o Genova nel 1911 o 1912, Antonio Gramsci, insieme ad altri quattro sconosciuti, fondò il partito comunista italiano che successivamente sarebbe diventato il partito comunista più potente del mondo occidentale; ed erano solo quattro persone. Questo è potuto accadere perché erano idee che magari noi non condividiamo, ma avevano buoni propositi di solidarietà, di fratellanza, di unione, e dopo solamente 25 anni queste quattro persone diventarono 35 milioni in Italia. Perché erano onesti, coerenti ed erano militanti, cioè diedero la vita per le loro idee. Allora, quando la gente ci osserva vede che, comunque, siamo gente impegnata, pur con le nostre contraddizioni, nel bene e nel male, e quando mi dice  che ho dei militanti significa che potenzialmente possiamo riuscire a realizzare i nostri sogni o progetti. Purtroppo c’è un ma, ed è che quello che noi chiamiamo demonio, anticristo: Satana è sempre pronto a mangiarci, annichilarci, distruggerci, per dividerci, affinché queste idee che abbiamo, muoiano dentro i nostri cuori, e per convincerci che, senza soldi, senza vanità, senza violenza, senza autorità e senza tirannia, non arriveremo da nessuna parte e falliremo;che siamo gente che non vale niente; che abbiamo degli ideali  è vero, ma che senza la ricchezza materiale e la notorietà, l’ambizione, il materialismo e soprattutto l’orgoglio non arriveremo da nessuna parte. Questo è quello che il signore demonio ci propone tutti i giorni in migliaia e migliaia di modi. Questo è un problema gravissimo perché riconosco che può vincerci, che potrebbe separarci, che ha argomenti per convincerci che non ne vale la pena. Ed ha anche la forza e la possibilità di corromperci perché ci offre opportunità per migliorare il nostro stile di vita e potrebbe farci desistere di andare avanti con un’idea che potrebbe darci problemi. A questo punto io non potrei fare niente, cioè posso fare qualcosa, ma non posso intervenire con la forza. Che cosa posso fare io? Essere presente, e oggi sono qui. Essere coerente con le mie idee che sono le stesse di 4, 5, 3 o 20 anni fa. Dimostrare con la mia cultura, con la mia forza spirituale, con la mia preparazione interiore, che tutto ciò che il Cristo mi ha detto si sta realizzando, che si sta compiendo tutto quello che Cristo e gli Esseri di Luce mi hanno detto da 20 anni, e prima di me hanno detto ad Eugenio Siragusa, che è stato la mia guida, un discorso che incomincia nel 1952 e che arriva fino ad oggi, e che sono convinto si stia realizzando. Questo posso fare, posso continuare a sanguinare, tutti i giorni o quasi tutti i giorni. Onestamente devo dire che ora sanguino ogni 3 o 4 giorni perché il Cielo mi dà un po’ di respiro, perché oramai non ho più la forza che avevo quando ero giovane, ora sono più vecchio, ma continuo a sanguinare almeno due volte la settimana come minimo. Posso continuare a scrivere i messaggi che il Cielo mi dà; denunciando il male e accusandolo posso continuare ad annunciare la venuta di Cristo, a diffondere i segni del Cielo che si stanno manifestando nel mondo grazie a persone come Pier Giorgio che è qui oggi e come Maussan, come Almendras e come altri nostri amici che ci aiutano a diffondere questo messaggio. Che cosa posso fare? Posso continuare ad appoggiare i giusti, a Palermo, ora che vivo lì più che mai, i giudici che stanno dando la vita per difendere la poca democrazia che ci è rimasta. Posso essere presente nelle arche lottando per l’unione di tutti voi, ma più di questo non posso fare, più di promettervi  che fino a quando avrò respiro darò la vita e lotterò come un guerriero non posso fare. Anche promettere che si manifesteranno segni che vedrete con i vostri occhi, questo è quello che posso fare. Queste sono le mie armi per evitare che il demonio convinca tutti voi che non ne vale la pena e che secondo lui, non secondo me, tutti i giusti che arrivano al potere lui li corrompe e li conquista. Cosa hanno fatto i grandi rivoluzionari che presero il potere in questo paese? Magari non è perché sono cattivi, ma non riescono. Io so perché non possono, ve lo spiego ora in due minuti. Perché l’Anticristo governa il mondo, ce l’ha nelle sue mani, anche l’Uruguay. Vi faccio un esempio assurdo: se un giorno in Uruguay voi scegliete un personaggio, Giorgio Bongiovanni,  quest’ultimo, quando si troverà a governare la Repubblica Orientale dell’Uruguay, avrà due opzioni, come è successo al Presidente Mujica: avviare un piano politico rivoluzionario affinché in 6 mesi cambi il paese e firmare la sua condanna a morte immediata in 30 o 60 giorni, e nessun’altra soluzione. Allora firmerà la sua condanna a morte, perché se lui metterà in pratica in questo paese il suo piano, attuerà una politica economica diversa, una produzione di energia propria, da fonti naturali. Al contrario degli altri rinuncerà alla globalizzazione, affrontando migliaia di difficoltà, ma sarà autonomo. Egli avrà una sola opzione: resistere con la consapevolezza che in 60 o 90 giorni l’ammazzeranno con un’autobomba, uno scandalo o uno sparo; in caso contrario dovrà adattarsi al sistema cercando di fare qualcosa di buono ma ubbidendo al piano mondiale delle dittature e della schiavitù che l’anticristo sta mettendo in pratica. Voi vi state rendendo conto giorno per giorno di quello che sta succedendo per esempio in Europa.
In questo modo le parole rimarranno impresse col fuoco, ma ogni giorno quasi sottilmente si percepisce che queste saranno le ultime armi che questo Grande Capo ci lascerà per concludere la battaglia. Dopo quattro anni di convivenza continua e oltre 300 riunioni insieme a lui, dopo oltre 300 sanguinazioni di cui siamo stati testimoni, questo Maestro che tanto amiamo cerca con disperazione di trasmettere le ultime parole che è autorizzato a dire, gli ultimi avvisi, gli ultimi segni.
Una delle chiavi, oltre a quella dell’unione che è la più importante, è quella della lotta contro l’ingiustizia, vista da tutti gli angoli. Ingiustizia spirituale, ingiustizia economica, ingiustizia storica. Lottare a fianco dei giusti, difenderli, proteggerli ed accompagnarli. Dovrebbe essere il compito più semplice, semplicemente perché i giusti ogni giorno sono meno, ma ad ogni modo il potere dell’anticristo ha raggiunto  livelli tanto alti che poco a poco questo compito è diventato apostolato. Sarà dovuto al fatto che man mano che l’Armagheddon avanza la decisione di schierarsi sarà sempre più ostacolata. Schierarsi dall’altro lato tuttavia comporta apparentemente più gratificazioni, ma ovviamente queste sono solo materiali e nient’altro, cose effimere come il male stesso.
Sulla scia di questa lotta per la giustizia, per la necessaria preparazione interiore ed anche intellettuale, invitiamo ad un incontro presso la nostra arca il giudice Enrique Viana, che ci aggiorna sul sistema di illegalità, furti ed usurpazione che vive il nostro paese, tanto verde, pieno di colori, di aria pura, di acqua fresca, ma tuttavia obiettivo delle grandi multinazionali, macchine generatrici di denaro a danno della natura, al fine d’implementare i loro meccanismi di progresso, di sporcizia. Se ne dovessi fare una caricatura disegnerei una grande macchina da macinare, in cui, da una parte entra un uccello e dall’altra esce un biglietto da un dollaro o peggio ancora da una parte entra una goccia di acqua pura e dall’altra esce un titolo del debito dello stato. E così poco a poco ci stanno privando del nostro habitat creando zone protette nelle quali sicuramente noi non ci saremo.
Enrique Viana, magistrato dello stato e difensore del paese, o, per meglio dire difensore del bene comune, dedica la sua vita ad investigare e denunciare di ufficio tutte le assurdità ambientali alle quali siamo sottomessi. Lavoro che ha pagato con molti trasferimenti e intralci ma che svolge comunque con fermezza e con la certezza che il sistema giudiziario mondiale è entrato in un processo di declino globalizzato.
A mio parere, il comportamento di quelli che si definiscono di sinistra e che quando arrivano al potere fanno tutto l’opposto di quanto dicevano nei loro discorsi, persone che hanno vissuto il carcere per i loro ideali, che hanno visto dei morti stesi sul marciapiede che lottavano per l’uomo, e che invece oggi vendono il paese, vendono la terra, vendono l’uomo, è tradimento. “Io ti chiedo scusa per questo che dico, tu sei un uomo di stato, ma per me lo stato sta tradendo coloro che lo hanno votato.”
Le parole come pietre, come frecce sicure ed accusatrici verso una persona che senza  dubbio condivide queste accuse ma che tuttavia occupa il posto di coloro che rappresentano lo Stato, arrivano al cuore. Parole che segnano una differenza, parlano di quell’unicità di cui Giorgio parlava il giorno precedente. “Tu sei qui, ti abbiamo invitato, ma da te cerchiamo solo il meglio, perché il peggio l’abbiamo già sbattuto in faccia giorno per giorno, non ci fidiamo più dello Stato, speriamo soltanto che tu voglia fare qualcosa con il cuore e con l’anima.”
Le parole di questo magistrato che lotta contro corrente ci danno la speranza di un cammino intrapreso da chi crede in un orizzonte nuovo. 
“Se siete a conoscenza di un delitto ambientale, denunciatelo, non siate complici.” Esordisce il giudice Viana. La variabile della scala economica non è più il salario, ma la contaminazione ambientale: + contaminazione ambientale = + guadagno + guadagno > capitale di investimento      > capitale di investimento > corruzione > impunità  (più contaminazione ambientale più guadagno, più guadagno maggiore capitale di investimento, maggiore capitale di investimento maggiore corruzione, maggiore corruzione maggiore impunità).
L’impunità si traduce in abbandono.
Giorgio: “Dr. Viana, io sono cosciente che lei rappresenta il Potere Giudiziario, ma non posso non farLe una domanda politica. Di fronte ad una situazione per me drammatica, gravissima, quale il tema ambientale, che interessa tutto il mondo, questo paese ha avuto la fortuna (anche se adesso non so se dire disgrazia) che a vincere le elezioni è stato un governo di sinistra, composto da persone intellettuali che hanno fatto una battaglia a favore dell’ecosistema negli anni 70, 80, 90, che denunciarono la destra etichettandoli come fascisti e nazisti perché stavano distruggendo il paese, lo stavano mangiando. Possiamo dire che il presidente della repubblica è l’emblema di quella lotta, che anelava una nazione pulita che doveva produrre energia alternativa, schierarsi contro il nucleare… Ora questo governo cosa sta facendo? Sta appoggiando i corrotti, appoggia l’impunità; si è pentito delle sue idee?
Viana: Chi esercita una funzione pubblica esercita una funzione politica, perché la politica è governare. La politica è esercizio del potere, esercizio del governo. Poi abbiamo la politica dei partiti… Ci sono paesi che stanno comprando territori nazionali, e apparentemente questo vorrebbe dimostrare che stiamo progredendo produttivamente. La dignità che si aveva nel 1965 quando si disse no ai trattati di investimento, non è la stessa dignità di questi anni, in cui stiamo facendo l’opposto. Stiamo retrocedendo a passi giganteschi e stiamo vivendo una specie di neo colonizzazione come 200 anni fa. Abbiamo gli elementi per agire di fronte alla giustizia, processi giudiziali, etc. ma al di là di questo la cosa importante è che esistano giudici e pubblici ministeri indipendenti. La mia strada, quella della mia procura è una strada solitaria; è così.

Come riuscire a spiegare la luce negli occhi di Giorgio? La sete di Giustizia con cui parlava al Pubblico ministero e la veemenza con la quale sottolineava il nostro diritto a reclamare quello che è nostro, ad unirci in una grande manifestazione mondiale per chiedere quello che ci appartiene di diritto, ma non per una forma materialista di possesso, ma per la sopravvivenza della specie. L’acqua, l’aria, il suolo, il mare, godere di questi elementi è il nostro diritto inalienabile ed è stato acquisito al momento di essere concepiti dal Padre e depositati su questo bellissimo pianeta.
Questa è la forza con cui percorre il mondo e cammina tra i morti vivi resuscitando le loro anime oscure, frustando i nuovi mercanti con fruste verbali.

I giorni trascorrono vertiginosamente e siamo già a metà settimana quando abbiamo ricevuto una chiamata telefonica che sollecitava un’intervista a Giorgio. Si trattava di un programma molto seguito in Uruguay trasmesso da Canale 12, uno dei tre canali televisivi aperti dell’Uruguay. L’intervista è stata realizzata lo stesso pomeriggio direttamente a casa nostra.  In un clima caldo, seduti di fianco al fuoco della stufa, tutta la vita e l’Opera di Giorgio iniziarono a transitare lungo i corridoi della memoria. “Chi è Giorgio Bongiovanni?” Con quella domanda si aprirono le porte dell’universo. Ascoltare dalla sua bocca chi è e cos’è la sua Opera, la sua vita, si trasforma veramente in un cielo di stelle, dove la coerenza e la donazione sono il sole e la luna di un sistema solare formato da solitudine, da lotte sociali, da amori, da inganni, da abbandoni, ma soprattutto di certezze. La certezza che Cristo ritorna e che questo mondo sta già esalando i suoi ultimi respiri. E dal centro di quel mondo, gli esseri si alzano, si svegliano e si liberano della terra secca, della sabbia marcia e delle radici tumefatte. Esseri che erediteranno un mondo nuovo, un pianeta di luce, di Giustizia, di Pace e di Amore. 
Camminando lungo i sentieri della Giustizia, in un’occasione, Giorgio aveva incontrato il Giudice Penale Pablo Eguren, un altro giusto attaccato senza senso per il solo fatto di fare onestamente il proprio dovere. Solo per quel motivo. Ma a Giorgio non importano gli attacchi, né verso di lui né tanto meno verso i suoi amici. Per questo motivo la loro amicizia si è consolidata nel tempo. Questa amicizia si è suggellata mercoledì sera condividendo una gradevole cena a casa di Giorgio. Ovviamente non sono mancati i commenti sull’infamia chiamata “governo di sinistra.”
Siamo agli ultimi giorni della permanenza di Giorgio in Uruguay, presto i suoi piedi stanchi visiteranno l’Argentina, gli aspetta ancora una conferenza a Montevideo e dopo, l’aereo decollerà dalla pista e insieme alle ruote anche le nostre illusioni accompagneranno il nostro amico, fratello e soprattutto Maestro.

Erika País

Montevideo (Uruguay) 
18 agosto 2011