Di Flavio Ciucani
Fece scalpore la pubblicazione sul sito OnePeterFive, del 15 maggio 2016, di una intervista fatta a padre Ingo Dillinger, vecchio professore tedesco di Teologia e molto amico del Cardinal Joseph Ratzinger, allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. La giornalista tedesca Maike Hickson aveva avuto una lunga conversazione con padre Ingo, che lei stimava molto anche per le vicissitudini di vita che il prete aveva avuto. Infatti Ingo, giovanissimo, venne imprigionato con altri due amici dai liberatori americani con l’accusa di essere partigiani nazisti. La verità era che, sul finire della seconda guerra mondiale, il Secondo Reich aveva forzatamente chiamato alle armi adolescenti e pre-adolescenti per utilizzarli nella contraerea. Essi venivano chiamati Flakhelfer, parola composta che può essere tradotta in italiano in “bambini soldato”. Ingo riuscì inizialmente a far liberare i suoi due amici, poi, uscito di prigione, scoprì la spiritualità cristica. Andato in visita da Teresa Neuman, la nota stimmatizzata, gli fu predetto “Tu sarai un prete!”. Diventato sacerdote, sentì parlare di padre Pio e partì in treno dalla Germania verso San Giovanni Rotondo per conoscerlo. Difronte al francescano, egli si presentò: “Sono padre Ingo.” Padre Pio gli disse: “Ah, si! Padre Joachin”, chiamandolo col suo vero nome di battesimo. Padre Ingo visitò padre Pio molto spesso e con lui ebbe colloqui intimi. In uno di questi incontri lo stimmatizzato italiano gli confidò che i nemici del cattolicesimo erano all’interno della Chiesa e che avevano molto potere.
Ritornando all’incontro con la giornalista Hickson, padre Ingo parlò della sua amicizia con Joseph Ratzinger e raccontò che, dopo la pubblicazione nel giugno 2000 del Terzo Segreto di Fatima, l’amico gli confidò che c’era una parte del segreto ancora non pubblicata. Inoltre Ratzinger avrebbe aggiunto che la Madonna aveva confidato alla veggente Lucia “di un cattivo Concilio e di una cattiva Messa”.
La notizia fece il giro del mondo; molti scrittori e giornalisti riportarono la notizia; fu fatto molto clamore. Non tardò la smentita del Vaticano. Così scriveva La Stampa il 23 maggio del 2016: “La smentita, inedita e secca, è arrivata il 21 maggio attraverso un comunicato della Sala Stampa vaticana dove sono riportati dei virgolettati di Benedetto XVI. «Alcuni articoli apparsi recentemente hanno riportato dichiarazioni attribuite al Prof. Ingo Döllinger, secondo cui il Card. Ratzinger, dopo la pubblicazione del Terzo Segreto di Fatima (avvenuta nel giugno 2000), gli avrebbe confidato che tale pubblicazione non è stata completa». «A tale proposito – continua il comunicato – il Papa emerito Benedetto XVI comunica “di non aver mai parlato col prof. Döllinger circa Fatima”, afferma chiaramente che le esternazioni attribuite al prof. Döllinger su questo tema “sono pure invenzioni, assolutamente non vere” e conferma decisamente: “la pubblicazione del Terzo Segreto di Fatima è completa”». La smentita dunque è triplice: Ratzinger afferma la non veridicità della circostanza (il dialogo con il teologo tedesco su Fatima); del contenuto (le parole negative di Maria sul Concilio e la messa scaturita dalla riforma liturgica) e pure del tormentone sul segreto non svelato.”
La cosa strana di questa smentita è che in pratica si sconfessa, non tanto il vecchio amico tedesco padre Ingo o la signora Hickson, ma direttamente il papa emerito Benedetto XVI che, nella spianata del Santuario di Fatima il 13 maggio 2010 durante l’omelia, coram populo aveva dichiarato: “Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa. … L’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo… Possano questi sette anni che ci separano dal centenario delle Apparizioni affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria a gloria della Santissima Trinità.”
La notizia interessante però arriva nel 2017, e sono già passati cento anni da quel messaggio mariano! Padre Ingo, saputa la smentita da parte del vaticano, con una reazione tipica di un suddito fedele della Chiesa (per altro comprensibile), in un breve colloquio telefonico con la signora Hickson ha umilmente osservato: “Se Roma l’ha negato, allora noi dobbiamo stare in silenzio e non difenderci.” Un suo amico però, non ecclesiastico ma affermato politico, non se l’è sentita di tacere e, conoscendo la sincerità, la dignità e l’umiltà dell’anziano professore, ha alzato il telefono e chiamato il dottor Giuseppe Nardi, direttore dell’autorevole sito cattolico tedesco Katholisches.info, ha affermato che tutto quello pubblicato da Maike Hickson corrisponde a ciò che lo stesso padre Dollinger ha confidato a lui 17 anni fa. La nuova fonte si chiama Gottfried Kiniger, vecchio amico del professor Dollinger, e si dichiara disposto a rilasciare una intervista.
Il 17 gennaio il direttore Nardi sbobina il colloquio con Kiniger e lo pubblica sul sito. “Non ricordo la data esatta, ma eravamo ancora nel 2000, di questo sono certo – afferma Kiniger–. Nell’autunno ho fatto visita, come di consueto, a Padre Döllinger, essendo amici di lunga data. In quell’occasione lui mi rivelò di aver incontrato il cardinal Ratzinger, poco dopo la conferenza-stampa. E il Cardinale gli disse: “Ciò che abbiamo pubblicato, non è tutto il Segreto”. In quel momento, in sagrestia erano presenti anche altri sacerdoti, alcuni dei quali alti prelati. … “Siamo stati incaricati di farlo”. Parole, che padre Dollinger interpretò così: Giovanni Paolo II avrebbe voluto e ordinato questo. Quando padre Döllinger mi disse queste cose, erano presenti anche altre persone.”
Il signor Gottfried Kiniger non sembra avere voglia di tacere e aggiunge: “Anche negli anni a seguire, padre Döllinger ha parlato più e più volte di questo episodio in occasione dei nostri incontri, la maggior parte delle volte sempre in presenza di altri. Non erano un segreto. Questo è quanto il Cardinale gli disse, questo è quanto lui riferiva. Per me non v’è alcun dubbio che padre Döllinger, di cui ho piena fiducia, abbia descritto questa storia in modo veritiero. Perché avrebbe dovuto inventarsi questa conversazione ed il suo contenuto, parlandone oltre tutto così apertamente? Non so per quale motivo Roma smentisca. È come se si volesse chiudere il caso Fatima. Ma non funziona».
Non funziona proprio perché non si può nascondere la verità.
Non funziona perché ancora Fatima è uno degli avvenimenti fondamentali dei segni dei tempi; ancora Fatima ci rivela l’assurdo spettacolo di “cardinali contro cardinali”; ancora Fatima ci convalida le previsioni di Gesù riportate nel capitolo 24 del vangelo di Matteo; ancora Fatima ci ricorda la preoccupazione evangelica “troverò la fede quando ritornerò”; ancora Fatima ci annuncia la seconda venuta di Cristo.
Non funziona, non può funzionare.
19 Marzo 2017