Anime nel Sentiero

ANIME NEL SENTIERO

Dieci … nove … otto … sette …
Gli strumenti a bordo indicano i parametri di volo e segnalano il tempo. Il conto alla rovescia è iniziato. Richiesta massima concentrazione e massima lucidità. Allacciare le cinture di sicurezza e prepararsi al tremendo impatto mantenendo stretto il posto di comando.
Distrarsi, abbassare la guardia, lasciare il proprio posto di comando significa morire.
Stiamo entrando in una pioggia di asteroidi … dobbiamo evitarli uno per uno, ed ora una tempesta solare … la pressione è sempre più forte …  tra poco entreremo nella ultima fase prima dell’impatto finale. Dopo saremo finalmente liberi.
Come in un film scorrono dinanzi ai miei occhi le immagini di questo tempo. Tempi duri e difficili in cui le prove arrivano come piogge di asteroidi e le alte vibrazioni solari tempestano i nostri spiriti richiedendo la realizzazione dei valori universali.
Chi abbassa il livello di guardia viene colpito e disintegrato, ma come capire che il livello di attenzione si sta abbassando?
I sintomi sono chiari e si ripetono sempre nello stesso modo.
1.  Il pensiero da altruistico inizia a tramutarsi in egoistico. Il dare non ti appaga più. Il pensiero e l’emozione fissano il proprio sguardo sulla propria insoddisfazione, su ciò che ci manca e che vorremmo avere.
2. La fede inizia a vacillare. I tempi del ritorno del Cristo non appaiono più così chiari e il dubbio si insinua lentamente fino ad intaccare il valore della missione a cui sei stato chiamato.
3. L’occhio spirituale lentamente si chiude e  tutto viene visto e vissuto umanamente. Il valore spirituale della vita si perde lasciando il posto al valore umano-razionale preda di pensieri distruttivi che aprono il canale dell’incertezza attraverso cui, come fiumi in piena, scorrono i dubbi.
4. La nostra pochezza non ci permette di ammettere le nostre incapacità e le nostre incoerenze, le nostre frustrazioni vengono rigettate e proiettate contro colui o coloro che salvarono o comunque diedero un senso alla nostra vita, contro il messaggero divino che incarna la missione.
5. Il vuoto interiore ci toglie ogni capacità di agire, il nostro essere si trasforma mutando il pensiero e l’azione. Diveniamo un altra persona. L’arroganza cancella il senso di gratitudine per quanto ricevuto e annienta il timor di Dio. Lasciamo la missione a cui eravamo stati chiamati senza che alcun aiuto possa distoglierci dall’unica idea fissa: andarsene.
6. La grazia della chiamata con i suoi incomparabili vantaggi ci viene tolta e senza quasi accorgercene in breve tempo rientriamo nel flusso e riflusso karmico comune della vita mostrandoci quanto niente siamo quando la mano di Dio ci lascia.
Un tempo, durante la nostra tenera età, i nostri genitori e i nostri nonni ci raccontavano la storia di due esseri che affiancavano ciascuno di noi e ci mettevano in guardia sul chi dare ascolto: l’angioletto o il diavoletto. Una storia di bambini che però rispecchia la realtà. Siamo come dei contenitori: a seconda di ciò che facciamo entrare, diveniamo una cosa o l’altra. Ogni attimo scegliamo, ogni giorno siamo chiamati a schierarci. I colori, le forze, i valori che si antepongono l’uno all’altro sono sempre due: il bianco o il nero, il positivo o il negativo, il bene o il male, l’altruismo o l’egoismo. Ogni secondo la nostra vita è sottoposta a questa scelta  in ogni pensiero, in ogni azione.
Ciò che è importante quindi è guardarci dentro e decidere qual’è la nostra meta. Avere l’occhio dell’intenzione sempre aperto e in base a questo muovere la nostra vita. Abbiamo detto “SI” alla chiamata del Cielo: e “SI” sia. Ricordiamoci che siamo in guerra, la battaglia di armaggheddon, il bene contro il male, è in pieno svolgimento. Il baluardo della nostra bandiera sia “SI” alla chiamata del Cristo, ogni giorno, fino alla fine, anche se dovremo fare ciò che non vorremo fare, dire ciò che vorremmo tacere e andare lì, dove non vorremmo andare. Avremo tempo per godere le bellezze della vita nell’eternità del nostro esistere. Ora pensiamo agli innocenti che soffrono e che non hanno ciò che noi abbiamo, contro questa ingiustizia battiamoci a costo della vita.

Teniamo alto il livello di attenzione quindi, perchè il nostro peggior nemico siamo noi stessi.

Dall’Italia salutata l’amata famiglia e gli amati amici e collaboratori, Giorgio Bongiovanni è nuovamente in America Latina e noi ancora una volta lo accompagniamo in questa nuova visitazione. Mentre i suoi centri spirituali (arche) nel mondo proseguono il loro corso con le varie attività sociali, suoi piedi sanguinanti procedono il cammino doloroso e glorioso della croce.
L’incontro con i fratelli e collaboratori dell’arca di Montevideo è come sempre carica di profondo sentimento spirituale. “Abbiamo attraversato momenti di grandi prove” dice John, un nostro giovane fratello avvallato da molti componenti dell’arca, rivolgendosi a Giorgio “ma le abbiamo superate … è importante aprirsi e parlare quando attraversiamo questi momenti, per poterli superare”. “Potrete superare le prove” risponde Giorgio “soltanto se credete veramente nell’opera che servite e se siete sicuri di volerla servire, ma tutto ciò sarà possibile solo se sentirete dentro la gioia di esistere. Il demonio ci attacca per distrarci dalla realtà, con il ricordo di ciò che abbiamo vissuto insieme e con il desiderio di stare insieme possiamo vincere, non dobbiamo perdere la fede nel ritorno di Gesù, la giustizia divina ha iniziato, infatti, il suo corso anche se non ci rendiamo conto.
L’amore, l’entusiasmo, sia sempre dentro i nostri cuori altrimenti diverremo indifferenti. Dobbiamo essere felici. Quando sentiamo dentro la Gioia di Esistere sappiamo che il Cristo è con noi. Anche se soffriamo per ciò che accade nel mondo, anche se a volte siamo tristi, dobbiamo essere  felici dentro, sereni, pronti e disponibili al Cielo. Quando Gesù Cristo ha sofferto la passione sulla croce dentro si sentiva felice perchè Amava.
Abbiate sempre dentro il desiderio di essere pronti e disponibili anche a fare una rivoluzione, a indire una marcia di protesta, a organizzare manifestazioni pubbliche fino a morire di passione gridando al mondo che il Cristo sta ritornando. Questo è un messaggio per voi: il Cielo vi sta dicendo che per lottare contro le miserie umane bisogna essere felici dentro, così come lo sono i bambini perchè la vita è più bella della morte. Noi crediamo nella legge di causa ed effetto. La nostra Chiesa è l’Umanità, il nostro Corpo è il Tempio di Dio. Tutti i fratelli del mondo fanno parte della Chiesa di Cristo che è la Madre Terra. Non facciamo l’errore di fanatizzare il messaggio creando nuove istituzioni, quando Gesù ritornerà potrà salvare noi insieme all’ateo o magari salvare l’ateo e non noi perchè il giudizio sarà emesso in base alle opere. Dobbiamo essere sicuri di ciò che siamo e di ciò che abbiamo dentro, dobbiamo chiederci se siamo sicuri degli ideali che seguiamo e della scelta che abbiamo fatto. Il demonio ci tenta per farci cadere e dimostrare che non siamo in grado di portare avanti ciò che diciamo, quindi, in realtà, siamo noi il problema, lui scopre solo le nostre carte tentando di dimostrare al Padre, che invece crede in noi, che si sbaglia (in realtà il Padre non si sbaglia mai). Dobbiamo quindi parlare con noi stessi dentro e chiederci cosa vogliamo veramente e chi vogliamo servire. La situazione più grave che mi potrebbe accadere sarebbe che mi lasciaste solo ma vi assicuro che pur con grande sofferenza, andrei avanti comunque perchè sono sicuro di ciò che ho scelto”.
La gioia per averlo nuovamente tra loro è grande e le domande si susseguono numerose. Il braccio di un bimbo da qualche minuto si alza, il desiderio di trovare una risposta a quella domanda è forte, la fede nel servo di Dio è grande ma anche la paura, la paura di vivere in un mondo folle e assurdo. Il cuore mi si stringe nel petto: “La bomba atomica scoppierà anche qui?” domanda con profonda sofferenza. “No, non ti preoccupare, qui non scoppierà, tesoro mio” gli dice Giorgio mentre lo stringe a se. Gli occhi grandi e profondi di Gabriel, 11 anni, figlio di una coppia di fratelli di Fray Bentos, si riempiono di lacrime che iniziano a rigargli il viso … la purezza e la disperazione di un Angelo  del Cielo si manifesta in mezzo a noi … E un immagine si fa viva nel mio spirito insieme a quelle parole “Lasciate che i bambini vengano a me!”.
Ed eccoli, i bambini, tanti, arrivano con i piedi scalzi e con un piatto nelle mani, siamo davanti al nostro comedor “Rayo de luz” e Giorgio con accanto Raul Bagatello li accolgono salutandoli e sedendosi a consumare il pasto caldo insieme a loro. Anche noi siamo li. Stiamo accanto a loro per regalargli sorrisi e carezze, mi sento così piccola dinanzi a loro, nuda. Angeli che camminano portando sulle loro piccole spalle il peso della nostra croce. Lo sguardo di Dio attraverso la purezza di quegli occhi penetra nella profondità del nostro spirito scuarciandolo dentro ancora una volta. Bimbi dalla pelle bianca, bimbi dalla pelle nera, una piccola neonata che ciuccia il latte dal seno della propria mamma, tutti lì insieme a consumare quel pasto benedetto che gli assicura la vita anche oggi. Elena, la responsabile della casa che ospita la mensa, accoglie i piccoli angeli servendo un bel piatto di pasta caldo a ciascuno di loro. Si sofferma poi a parlare con Nicolas, un bambino di circa dieci anni particolarmente “vivace” dicendogli che è importante comportarsi bene a tavola perchè ci si deve rispettare a vicenda altrimenti non si può mangiare insieme… Giorgio interviene parlando con lui direttamente “… Guardami devo parlare con te … guardami … siediti e mangia insieme agli altri … Elena ha ragione … ascoltala … tesoro, ricordati che la vita ti sta dando un opportunità, fanne tesoro, e lei te ne sarà grata e te ne darà tante altre. Nella vita non te lo dimenticare mai questo insegnamento” timidamente il bimbo lo guarda e inizia a mangiare ridendo con gli altri piccoli amici, felice di poter stare insieme a loro. Giorgio e Raul li abbracciano tutti, quei bambini, con lo sguardo, con il cuore ma soprattutto con i fatti. Giorgio chiama Mara al telefono perchè possa condividere quel momento insieme a tutti noi, rappresentando Giovanni, Lorella e tutta la Funima International che ogni giorno con passione lavora per garantire a questi angeli il necessario che la società non gli garantisce. Bimbi bellissimi, ognuno con una bellezza unica, magica, occhi dai diversi colori: azzurri, verdi, marroni e neri, tutti brillanti e scintillanti di luce, volti che esprimono timidezza, allegria, complicità e tanta Gioia di vivere. Quanto insegnamento dobbiamo trarre da questi nostri piccoli maestri di vita.
La casa di Elena, di suo marito Ariel e della propria figlia, la dolce Liliana, tanto piccola e umile, è stata divisa per lasciare il posto alla mensa della funima, e ai due bagni che sono in fase di ultimazione, entriamo dentro fino alla cucina e ho difficoltà a esprimervi ciò che provo … piccola … piccolissima … su un piccolo ripiano  e sulla piccolissima cucinetta sono appoggiati due grandi contenitori pieni di pasta fumante. Elena, Ariel e Liliana ci mostrano, felici e orgogliosi, i lavori fatti fino ad ora … guardo Giorgio che esce nel cortile della casetta con il volto rigato dalle lacrime, piange e fa difficoltà a riprendersi … quanto bene si può fare se chi non ha niente riesce a dare anche quello che non ha? Quanto potrebbe dare chi ha? Mi rendo conto dei parametri differenti che abbiamo nel stabilire il necessario! Raul intanto parla con Ariel stabilendo i lavori da ultimare e programmando la costruzione di una mensa più grande all’esterno dove i bambini potranno mangiare tutti insieme. Infatti fino ad ora,  visto l’aumento progressivo dei bimbi, hanno dovuto consumare il pasto a turno per la mancanza di spazio. Ora potranno stare tutti insieme, soprattutto d’inverno quando fuori piove e il fango riempie le strade, non dovranno aspettare fuori al freddo dopo aver camminato per chilometri per arrivare alla mensa. Alcuni con la nonna, altri con la mamma, ma la maggior parte da soli, a volti fratellini che dal più grande al più piccolo arrivano tenendosi per mano fino a qui. Giorgio si inserisce nel discorso di Raul e Ariel e chiede quanti soldi mancano per terminare i lavori. Circa 900 euro gli viene risposto. “Bene” esclama “nel giro di una settimana faremo arrivare questi soldi”. Raul si sofferma a parlare anche con i nostri Ignazio (Chacho) e Soledad responsabili della Funima in Uruguay mettendo a punto la situazione con nuovi accorgimenti e nuovi lavori da fare …. la grata che chiuda il buco aperto che va sotto terra per il passaggio dell’acqua piovana e che arriva dritta nel tombino della fogna pericoloso per i bambini, un cartello nuovo all’esterno che sostituisca il vecchio scritto con un pennarello dove appare il nome “Rayo de luz”, l’importanza di insegnare ai bambini a lavarsi le mani e i dentini prima e dopo il pasto ecc. Raul segue le sue mense, accompagnato sempre dalla sua compagna Gaby, con attenzione e cura e con la totale fiducia dei responsabili di ciascun comedor. È ora di andare, salutiamo i bambini pensando a quanto ci sentiamo impotenti di fronte al problema della fame che è tanto vasto e che però potrebbe essere risolto anche solo se i capi di stato dei paesi più potenti del mondo mettessero a disposizione ciò che viene speso per le armi.
Ma come può divenire una civiltà tanto assurda?
Pensieri che scambiamo con lo stesso sentimento d’animo con i nostri amati fratelli argentini. Il nostro Juan Alberto che non manca mai di raggiungere Giorgio in tutte le sue conferenze, un esempio di forza, fede e devozione per tutti noi più giovani di lui, e poi i nostri amati Ines, Carmen, Vanessa, Nonno Edgardo e la sua signora Norma, Jorje Abrusky, Juan Antonio e un giovane dell’arca di Rosario, Andres Volpe,  altri esempi da imitare e da tenere come punti di riferimento nel cammino della nostra missione. Viviamo i due giorni che preparano la conferenza di Giorgio all’Ateneo di Montevideo con loro e con i fratelli che vivono con noi nella nostra casa come una famiglia, la nostra amata Erika e il piccolo Giorgio-David, Georges Almendras, Ignazio, Soledad, Anubis, Gonzalo, Sebastian e Natalia, Tania e  Marinella. Giorgio mette a punto il programma per i prossimi mesi con Raul, Juan Alberto e gli altri responsabili, conferenze, appuntamenti, riunioni con le arche, trasmissioni televisive, ecc… Momenti attraverso i quali si trova lo spunto per parlare di tante cose, approfondire gli aspetti spirituali della vita che ci presenta spesso le sue difficoltà. Tutto è pronto, quindi, per la conferenza. Circa 300 persone riempiono la sala dell’Ateneo e ancora una volta il Verbo si fa parola, risvegliando nuove anime alla verità del tempo di tutti i tempi. Raul, Juan Alberto e George Almendras presentano la conferenza, approfondendo alcuni aspetti della missione “Dal cielo alla terra” e della “Funima” e presentando il nuovo libro di Giorgio “El retorno del Hijo del Hombre” appena uscito e consegnato da Raul a Giorgio, con la pubblicazione di tutti i messaggi più importanti dal 2004 ad oggi, che uscirà presto anche in Italia. La trasmissione televisiva “Cafè Versatil” su Canal 5 Uruguay, come sempre, aveva annunciato la conferenza chiamando in trasmissione Giorgio che aveva parlato dei segni dei tempi e del prossimo ritorno di Gesù Cristo sulla terra. Il rispetto e la serietà con cui si affrontano certi temi in queste terre non ha niente a che vedere con la corrispondenza italiana che si mostra, purtroppo, troppo spesso superficiale e ironica. Anche il settimanale “Cronicas Economicas”, che cura uno spazio riservato ai personaggi pubblici, ha pubblicato un articolo di due pagine, con il richiamo e la foto di Giorgio in prima pagina, su una intervista di quaranta domande rivolte a Giorgio dal giornalista venuto appositamente in casa con il fotografo.
Mentre l’opera prosegue quindi il suo corso anche gli eventi nel mondo continuano a manifestarsi e, come in una grande scacchiera, vengono mosse le pedine, protagoniste dell’ultima partita. Quella decisiva.
In Italia Silvio Berlusconi con la sua coalizione di partiti vince le elezioni, vince quindi il potere mafioso, il potere colluso con la mafia, l’anticostituzionalità, l’illegalità. A testa bassa dobbiamo accettare la realtà del nostro Paese, vergognandoci per quel 45 per cento di cittadini che hanno votato colui e coloro che hanno fatto bene il loro lavoro mostrando un’apparenza che inganna. “Una nuova Resistenza” commenta Salvatore Borsellino, fratello del giudice assassinato dalla mafia, “è questo il messaggio che ci deve dare l’energia per continuare la nostra lotta. Quanto abbiamo fatto fino ad ora non è bastato, dobbiamo fare di più, la nostra rabbia deve aumentare e dobbiamo comunicarla agli altri ma deve essere una rabbia che porta a costruire, non a distruggere (cioè la giustizia ndr). Paolo Borsellino e Giovanni Falcone sono con noi, dobbiamo riprenderci il nostro Paese e realizzare il loro sogno”. Un invito al quale Giorgio, in qualità di direttore del giornale Antimafia Duemila e al  medesimo tempo di semplice cittadino  risponde, appoggiando e sostenendo l’analisi e l’appello. 
Altro risultato invece, pochi giorni dopo in Paraguay. Siamo felici infatti di apprendere la notizia della vincita dell’ex vescovo di sinistra Fernando Lugo Mendez che, subito dopo l’esito delle elezioni nazionali, si rivolge così ai suoi cittadini: “Vi chiediamo di non lasciarci mai soli, la democrazia la faremo insieme … che questo popolo sia conosciuto da ora in poi per la sua onestà e non per la sua corruzione”. La violentissima campagna sporca contro di lui sembra abbia ottenuto l’effetto contrario sperato. Infatti invece che spaventare gli elettori li ha convinti a votare per lui, il vescovo Lugo, sospeso dal vaticano. Un anno fa antimafia duemila aveva pubblicato una intervista rilasciata a Fernando Lugo nella quale l’allora candidato esponeva il suo programma politico e spiegava le profonde ragioni della sua scelta. Dopo 27 anni infatti il vescovo lascia la chiesa cattolica e si candida alle presidenziali. Il suo obiettivo quello di restituire la dignità ai cittadini e garantire una giustizia uguale per tutti.
Negli stessi giorni il Papa si reca in visita negli Stati Uniti incontrando Bush, tra gli altri luoghi, in una base militare: “Dio benedica la libertà americana” esclama rivolgendosi al Presidente Bush che a sua volta ribatte “Il mondo ha bisogno del suo messaggio per respingere il messaggio del relativismo”. In questi scambi reciproci è racchiuso il senso dell’incontro alla Casa Bianca. Nei discorsi del Papa non vi è neanche un accenno a temi che possano marcare la distanza con gli USA.
Nello stesso momento in cui movimenti politici, dietro i quali si celano grandi interessi economici,  eseguono le proprie mosse, il mondo continua la sua corsa verso l’autodistruzione.
Un servizio, trasmesso dal TG1 in Italia, ci mette al corrente sul grido d’allarme lanciato da Greenpeace  sull’agonia dell’Amazzonia  “Tra cento anni” ci commenta il servizio “la foresta ammazzonica diverrà una savana”. Fallire nella protezione della foresta amazzonica significa non soltanto un disastro per milioni di persone che vivono in quella regione, ma anche una gravissima minaccia per la stabilità climatica del mondo.
Con la medesima tristezza e sconforto apprendiamo anche le dichiarazioni di Jean Ziegler, relatore speciale Onu sul diritto al cibo: “ L’aumento globale dei prezzi del cibo sta conducendo a un silenzioso omicidio di massa … l’occidente è responsabile per la morte per fame nei paesi più poveri… è un omicidio di massa silenzioso …”  sottolineando in un intervista la “follia” di chi pensa che la fame dipenda dal fato.

Teniamoci forte, quindi, il tremendo impatto è alle porte, non facciamoci trovare impreparati ai grandi eventi celesti e umani prossimi a manifestarsi.

Con profondo affetto
Sonia Alea

Montevideo (Uruguay), 24 aprile 2008