Di Emanuele
Ore 19:10. La terra trema. Ci si guarda intorno per qualche secondo, le scrivanie, i lampadari, tutto oscilla di fronte all’immensa forza della Terra che ci ricorda che siamo suoi ospiti passeggeri… Il tempo di reagire, i muscoli si tendono, sussultano e in quel momento viene fuori da noi il meglio, il meglio dell’essere umano. Quel desiderio, quella certezza che ogni tuo amico, compagno di viaggio sia al sicuro, al riparo per far sì che il viaggio continui…
Il tempo di prendere lo stretto necessario, nel mio caso il cellulare.
Un apparecchio con il quale ogni giorno facciamo di tutto, ma che in attimi come quelli può salvarti la vita o “semplicemente” tranquillizzare quella di chi ti ama.
Anche Facebook ha tirato fuori una nuova funzionalità che fa crescere le nostre notifiche… Con un click puoi dire se stai bene agli amici del tuo account. Non male.
Ore 21.18. Nuova scossa, più intensa, provo una sensazione nuova, il suolo si trasforma in un materasso ad acqua su cui fai difficoltà a star stabile.
Nel giro di pochi minuti ti ritrovi a rivivere nuovamente una scena già vista, un loop temporale ma dal quale scaturisce una decisione.
Questa notte si resta insieme ed è “magnifico” assaporare questo momento… Nelle avversità, INSIEME. Nell’amare il prossimo tuo, INSIEME.
I più piccoli con i loro angeli premurosi, le madri, vengono abbracciati dagli uomini, amici e compagni di vita, che con il calore dell’amore Cristico scaldano le loro anime. Una delle nostre piccole tremante mi abbraccia, come aggrappata ad una roccia, in attesa dei suoi genitori e mi chiede: “resta con me, ho tanta paura”.
Ti senti impotente dinnanzi a tanta forza ma allo stesso tempo cerchi di trasferire in lei tutta la tranquillità di cui sei capace, promettendole che le sarai al suo fianco.
Ci si dà da fare con in lontananza le voci dei vari tg che parlano di crolli, strade chiuse, corrente assente e pioggia torrenziale che anche sulle nostre spalle si deposita, mentre trasportiamo il materiale che ci darà l’opportunità di passare la notte l’uno vicino all’altro. L’unione che scaturisce da questi momenti è difficile da spiegare in parole…
Le ore scorrono e ci vedono ascoltare le parole del nostro maestro spirituale Giorgio, parole ferme, pacate e serene. Parole che ci ricordano che finché resteremo con le mani salde sull’aratro non ci sarà sfiorato un capello… ricordandoci di avere Fede nel Padre che ogni cosa governa.
La nostra Arca ci accoglie come sempre, fa del suo meglio. Lei è in simbiosi con noi, più noi la sosterremo, più lei ricambierà il nostro sentimento. È il nostro specchio.
E come un fulmine a ciel sereno, delle umili e tenaci frasi pronunciate da un’appena dodicenne mi sono arrivate dritte al cuore, squarciando quella corazza che a volte indosso per proteggermi dal mondo, dalle notizie, in cui sono immerso quotidianamente: “Io è qui che voglio restare perché questo posto è benedetto da Dio!”
È stato detto: “Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.”
Grazie piccola sorellina, facciamo del nostro meglio… non è semplice ma ci proviamo.
Con amore fraterno.
Emanuele
27 Ottobre 2016