CON LA SUA PASSIONE GESÙ HA SALVATO ANCHE TE FRATELLO, CHE TI RISVEGLI
Di Sandra De Marco
Mentre le emozioni ancora vive e pulsanti vissute ieri, sabato Santo, stentano ad allentare la presa sui nostri spiriti, nuove ed altrettanto intense emozioni si preannunciano in questa domenica di Pasqua. Grande, immensa è la gioia di ritrovarsi nuovamente uniti. Molti fratelli di Pordenone, Bari e Crotone, in viaggio già dalle prime ore del mattino ci hanno raggiunto qui all’arca a Sant’Elpidio a Mare, mentre altri ancora si stanno unendo a noi attraverso il collegamento streaming dalle varie arche del mondo: Sicilia, Uruguay, Serbia Jugoslava, Pordenone, Varese.
Maurizio, amico e fratello di vecchia data, inaugurerà questo pomeriggio pasquale esibendosi in una bellissima performance con la sua chitarra elettrica, un breve repertorio di capolavori dei Pink Floyd che Giorgio da sempre grande ammiratore, definisce ‘gli dei dell’Olimpo’. Musica che non conosce tempo, che armonizza, che ci porta in perfetta sintonia; una sincronia che cura le ferite dell’anima, che ci fa stare bene, che ci invita a volare verso orizzonti lontani. Accompagnati da queste magiche note anche gli ultimi arrivati prendono posto: fratelli, amici, soldati, fedeli compagni di viaggio, ci stringiamo uno accanto all’altro, seduti, in piedi, sulle ginocchia del fratello, rannicchiati sugli scalini, anche dall’estremità opposta del pianeta… l’importante è esserci, l’importante è stare uniti fisicamente o nello spirito.
Uniti, in questi tempi bui dove l’uomo non riconosce più il fratello, dove l’essere umano ha soppresso la propria umanità e, con la sua arroganza e la sua superbia ha rimosso il timor di Dio. Un uomo che uccide, stupra, violenta, tortura il suo simile. Tempi bui dove uomini come Vittorio Arrigoni vengono lasciati soli, a morire per quegli ideali e quegli insegnamenti che il nostro Maestro Gesù Cristo ci ha lasciato facendosi crocifiggere e morendo sulla croce.
Giorgio invita suo figlio Giovanni a leggere uno scritto che Eugenio Melandri, dirigente del Cipsi e suo amico ha dedicato la vigilia di Pasqua a Vittorio, il pacifista italiano ucciso sulla striscia di Gaza.
“Ecco l’Uomo”. Con queste parole Pilato lo mostrò alla folla dopo averlo fatto flagellare. Quasi a significare che in quel corpo martoriato ci fosse l’essenza dell’Umanità. Sì ecco l’Uomo. Schiacciato dal potere. Con l’unica colpa di aver dato voce ai poveri. A quelli che non contano. Di aver fatto vedere i ciechi. Parlare i muti. Udire i sordi. Di aver risuscitato i morti. Di avere annunciato che c’è speranza per i diseredati. Colpevole di aver dichiarato beati i poveri, i nonviolenti, gli ingenui dal cuore puro, i costruttori di pace, i perseguitati a causa della giustizia. Di aver detto che il Regno di Dio è loro. Mettendo in scacco ogni potere. Sia politico che religioso.
“Ecco l’Uomo”. Era lì Vittorio. La faccia tumefatta. Gli occhi bendati, La testa trattenuta da una mano. Non poteva parlare, lui che aveva fatto della parola il luogo della denuncia di ogni ingiustizia. Della proclamazione di una speranza difficile per i palestinesi e per tutti gli oppressi. Era lì. Incapace di reagire, ma gridando con quell’immagine drammatica la sua sete di Umanità. Restiamo Umani. Anche lui schiacciato da un potere che non guarda in faccia a nessuno. Che giunge fino a chiudere in una prigione, come topi in gabbia, persone che hanno come unica colpa quella di voler vivere liberi nella loro terra. Colpevole di aver denunciato le bombe su Gaza. Gli spari contro i pescatori o contro i contadini che andavano nei campi a coltivare la terra. Morto per aver creduto – e fortemente – in un sogno. In Palestina, come prima nel Congo, a Bukavu, dove una guerra senza nome aveva fatto oltre cinque milioni di vittime. “Ecco l’Uomo”.
“Ecco l’Uomo”. Invisibile stavolta. Sepolto sotto i flutti del Mar Mediterraneo trasformato da mare che unisce a muro di divisione.. Travolto dalle onde nella ricerca di un luogo dove coltivare la speranza. In fuga da guerre e miseria. Con la voglia di costruire una umanità diversa. Senza barriere: Senza l’idolatria della propria razza. Senza l’assolutizzazione della propria fede. Ecco l’Uomo. Sacrificato giorno dopo giorno alle logiche di un mondo che lascia liberi i capitali, ma tiene imprigionate le persone. Oggi è là il sepolcro. Chiuso non da una pietra, ma sommerso da un’acqua pesantissima che toglie ogni luce. Che affossa ogni speranza. L’Uomo oggi non è sepolto nella tomba messa a disposizione da Giuseppe d’Arimatea, ma nel grande cimitero coperto dall’acqua. E’ là che lo condanniamo ogni giorno. In nome di una sicurezza che nulla ha di umano. Di una economia fatta per il portafogli dei ricchi e dei potenti. Di una politica pavida e vigliacca che si basa solo sulla difesa ad oltranza dei propri privilegi. “Ecco l’Uomo”.
Pilato forse pensava che, mostrando l’Uomo, flagellato, la folla si sarebbe accontentata. Avrebbe avuto un moto di compassione. Forse mostrandolo voleva sottrarlo alla morte. Ma il potere è capace di svilire anche i sentimenti. Di aizzare la folla chiedendo il suo consenso ai propri disegni disumani. “Non lui, ma Barabba”. Così Pilato lo abbandonò nelle loro mani. Condannò l’Uomo in nome del consenso democratico. Di quel voto popolare strappato con l’inganno e la persuasione occulta. Con il favore e il clientelismo, Con la compravendita e il mercanteggiamento. Trenta denari per Giuda. I persuasori palesi o occulti. I ricatti religiosi e politici. Le promesse di favori e prebende. Perchè per il potere, per ogni potere, è meglio Barabba che l’Uomo. “Ecco l’Uomo”.
Quando Vittorio è arrivato a Roma, nessun uomo di potere ad accoglierlo. Solo i suoi amici. Così come con l’Uomo di Nazareth erano rimasti solo alcuni discepoli e alcune donne. Perchè il potere si commuove e spende parole solenni per chi cade sul campo di guerra. In fondo è espressione della sua forza. Dei suoi muscoli. Ha paura invece di chi sogna. Di chi immagina un mondo diverso. Perchè, se si realizzasse, “rovescerebbe i potenti dai troni ed esalterebbe i piccoli”. Per questo si accanisce contro di loro. “Lasciatelo là” ha scritto qualcuno. Perchè ormai l’Umanità non abita più qui. L’Uomo deve essere invisibile e muto. Neanche la sua tomba può parlare. “Ecco l’Uomo”.
Si sono rimpallati l’Uomo. Da un capo all’altro del paese. Da un capo all’altro dell’Europa. Tendopoli e non case. Perchè non pensi di poter prendere dimora. Al Sud e non al Nord. Perchè qui l’Uomo non ha tempo per essere umano. Deve fare affari. Contare i soldi. Non perdere tempo. Così si fabbrica il consenso. Si prendono i voti. Mandando l’Uomo “foera du ball”. “Ecco l’Uomo”.
Quanto è difficile restare Umani in questa Pasqua. Quanto è difficile credere che, così come si è aperta la grande pietra che copriva il Suo corpo, un giorno i sepolcri si aprano anche per noi e l’Uomo possa uscire allo scoperto. Camminare le nostre strade. Vivere la nostra vita. Condire di umanità la nostra esistenza.
Non è facile restare Umani. Perchè vuol dire battersi in nome dell’Uomo.
Non facciamo Pasqua solo facendo cerimonie. Imbellettando gli altari. Dicendo preghiere. Non facciamo Pasqua accettando vigliaccamente che il potere, sia esso religioso o politico, si appropri dell’Uomo. Perchè l’Uomo vero è quello che Pilato ha mostrato dopo averlo fatto flagellare. È quello inchiodato sulla Croce. O ammazzato a Gaza. O sepolto nel mare che dovrebbe unirci.
È quello l’uomo che, se ci crediamo davvero, un giorno romperà ogni sepolcro e ricomincerà a camminare le nostre strade, Dando da mangiare a chi ha fame. Da bere a chi ha sete. Da vestire a chi è nudo. Guarendo le malattie e risuscitando i morti. Soprattutto gridando che, finalmente, dei poveri e solo dei poveri è il Regno dei Cieli. Restiamo Umani.
Auguri,
Eugenio Melandri
“Giovanni, i tuoi amici sono anche i miei” conclude Giorgio che dopo un minuto di raccoglimento, riprende la parola.
“Da un mese a questa parte un essere che io amo tanto mi accompagna. Un essere che mi sollecita a concentrarmi sui segni che porto e a ricevere il Cristo che mi chiama. È un grande Maestro che io amo. Questo essere, che in questo momento fa un po’ da tramite, è il Maestro Yogananda Paramahansa. Ascoltate la sua voce”.
Giorgio ci introduce così a questo genio solare e ci invita ad ascoltare il canto cosmico del Maestro ‘Oh God Beautiful’ a cui seguirà un altro canto devozionale di Yogananda. Vere e proprie esaltazioni di Gesù, che ci immergono questa volta in una nuova dimensione, in un’atmosfera sacra, le cui vibrazioni elevano le nostre coscienze e ci portano più vicino alla percezione di Dio, e ad entrare in contatto con la nostra essenza.
“È proprio Yogananda che mi ha guidato nella mia ultima esperienza con Gesù. Forse le preghiere insistenti del mio fratello Eugenio Riganello di Crotone al Maestro Yogananda lo hanno fatto scomodare dal suo trono di luce per venirmi a cercare. Una sera prima di andare a letto guardo la sua immagine sulla copertina del suo libro e lui mi sorride: mi preannunciava un incontro con Gesù”.
E Sonia Alea così descrive questo suo incontro in sogno con il Maestro:
“Giorgio si trova ad entrare in un tempio dove scorge nel fondo la presenza del santo sepolcro. Si avvicina lentamente passo dopo passo e giunto dinanzi al sarcofago di cristallo dove giace una bellissima statua del maestro Gesù si inginocchia e inizia a battere sul vetro chiamando il suo Signore: “Signore, Signore mi senti? Signore, Signore sono io Giorgio!” Sempre più forte batte su quel vetro perché il desiderio di parlare con il suo Maestro è troppo grande. Tutta la passione esplode dal suo petto attraverso la sua voce che grida: “Signore Gesù mi senti? Sono io, quello che ti deve dare la vita!”. Il Maestro Gesù apre quindi i Suoi grandi occhi. Occhi scuri e profondi, occhi che riflettono l’immensità del creato, la bellezza del firmamento, l’amore per l’umanità. Quegli occhi amati lo guardano intensamente e quel volto antico dolcemente gli sorride. Gesù porta infilzata sulla testa la corona di spine. Giorgio con le sue mani coperte dai guanti accarezza il volto del suo Signore asciugando il sangue che riga il Suo viso, ad ogni carezza i guanti si impregnano del sangue del Maestro fino a divenire intrisi di quel sangue sacro. Il Maestro ferma quindi la mano di Giorgio prendendo il suo braccio e con un cenno sembra dirgli: basta! Gesù si alza quindi dal sepolcro e avvicinando la Sua mano al viso del Suo calice vivente ancora in ginocchio, tocca delicatamente con il Suo lungo indice la fronte di Giorgio nel terzo occhio”.
Giorgio riprende la parola: “Quando Gesù mi tocca il terzo occhio io mi sveglio. E il giorno dopo io ho scritto quello che Lui mi ha detto:
SONO IO, ASCOLTATEMI!
CHI ASCIUGA IL SANGUE DELLA MIA CORONA REGALE ENTRA NELLE MIE GRAZIE ED IN QUELLE DEL PADRE MIO.
VI HO GIÀ DETTO CHE SONO PRESENTE ED OPERANTE SULLA TERRA INSIEME A DODICI LEGIONI DI ANGELI (ESSERI DI LUCE), ALCUNI DEI DODICI APOSTOLI E LA MIA SANTA MADRE. MOLTO PRESTO MI RENDERÒ VISIBILE A TUTTO IL MONDO CON LA POTENZA E LA GLORIA PROMESSE. (MATTEO CAP. 24).
HO GIÀ DATO POTERE ALLE FORZE DELLA NATURA (ZIGOS) DI SCUOTERE LE VOSTRE ANIME PER RISUSCITARE NEI VOSTRI SPIRITI IL TIMORE DELLA GIUSTIZIA DI DIO.
IO VI AMO FIGLIOLETTI CARI, MA VOI NON VI AMATE COME IO VI AMO.
IL MALIGNO VI TENTA NELL’ORGOGLIO E NELL’IGNORANZA ED HA LA CAPACITÀ DI METTERE IL FRATELLO CONTRO IL FRATELLO.
IN VERITÀ VI DICO: SE VI AMATE IO VI RICONOSCERÒ NELL’ULTIMO GIORNO E SARETE OPERAI NELLA MIA VIGNA QUELLA DELLA NUOVA ERA. AMATEVI COME IO VI HO AMATO E SIATE TESTIMONI DELLA VERITÀ.
IL MIO SERVO PORTANTE LE STIGMATE SANGUINANTI TRA NON MOLTO ADDITERÀ IL ROSTRO DELL’ANTICRISTO AFFINCHÈ SIA RESA GLORIA AL PADRE E A ME. EGLI, NIBIRU ARAT RA, CERCAVA IL MALE E LO HA TROVATO. PER ANNIENTARLO NELLO SPIRITO. EGLI NON SARÀ SOLO, CON LUI SARANNO PRESENTI SHILA, TABITA ED ENOCH.
IL MALE NON SIETE VOI, FIGLIOLI CARI, IL MALE È FUORI. VOI A VOLTE SIETE DEBOLI E CONFUSI PERCHÈ NON FATE ESERCIZIO SPIRITUALE DI AZIONI, PREGHIERA E CULTURA DEL VANGELO.
IL MALE SONO I POTENTI CHE DOMINANO CON LE GUERRE, I VENDITORI DELLA MORTE, GLI ASSASSINI DELLA VITA, GLI AFFAMATORI DEI POPOLI, I CRIMINALI MAFIOSI, I VIOLENTATORI DELLA MADRE TERRA, MAMMONA (IL DENARO) E TUTTI COLORO CHE SPECULANO SULLA PELLE UMANA.
STATE ATTENTI DUNQUE E VIGILATE! SIATE PRUDENTI E ABBIATE DISCERNIMENTO, IL MALIGNO HA IL POTERE DI FAR CREDERE CIÒ CHE NON ESISTE. SIATE UNITI INTORNO AL MIO CALICE VIVENTE DELLA COMUNIONE E VIVETE LA PASQUA DELLA MIA VENUTA IN AMORE ED ARMONIA.
PACE!
DAL CIELO ALLA TERRA
PER BOCCA DEL MIO SERVO E SERVO VOSTRO
L’altalena di emozioni sembra non concedere tregue. E sulle note di ‘Abbey road blues’ degli Era Giorgio ci fa partecipi di una poesia che lui stesso ha scritto a Gesù; una sinfonia il cui ritmo mi riporta al passo sontuoso di un destriero che, cavalcato da un nobile guerriero di luce, attraversa in uno scenario di morte e distruzione un’umanità agonizzante che ha già scelto di morire.. avanza, imperterrito, vero la meta stabilita..
SIGNORE, SONO IO IL TUO SERVO.
NON SONO DEGNO DI ASSISTERE AL TUO SUPREMO SACRIFICIO. NON SONO DEGNO DI PARTECIPARE AL DOLORE DELLA TUA SANTA MADRE MARIA.
SIGNORE, SONO IO IL TUO SERVO CHE IMPOTENTE ASSISTE AL TUO CALVARIO, ALLA TUA OSTINATA SCELTA DI SALVARE TUTTI NOI, I TUOI AMICI. TUTTI NOI INDEGNI DEL TUO AMORE, DELLA TUA INFINITA MISERICORDIA.
SIGNORE SONO IO IL TUO SERVO, QUELLO CHE TI HA PROMESSO LA SUA VITA PER ESSERE TESTIMONE DELLA TUA VENUTA, DELLA TUA GLORIA.
SIGNORE GESÙ, SONO IO IL TUO SERVO CHE GRIDA NEL DESERTO DEL CUORE DEGLI UOMINI. SIGNORE IL TUO SANGUE PREZIOSSISSIMO HA REDENTO IL MIO CUORE ED IL MIO SPIRITO.
TI PREGO SIGNORE, PROTEGGI TUTTI I MIEI FRATELLI E LE MIE SORELLE DALLE TENTAZIONI DEL MALIGNO E DAMMI FORZA NEL SUPERARE IL MIO CALVARIO PER LA GLORIA DEL PADRE TUO E NOSTRO.
SIGNORE, SIGNORE GESÙ, AMICO MIO. MAESTRO MIO, MIO RE, MIO DIO.
TUO IN ETERNO.
GIORGIO BONGIOVANNI
Lacrime rigano il mio volto mentre cerco di soffocare il pianto della mia anima che invoca ‘Signore, non sono degna del tuo amore, di servirti, o di servire il tuo servo’.
Le parole di Giorgio squarciano il mio cuore, esprimono un amore troppo grande che non può essere totalmente contemplato dalla pochezza dei nostri spiriti, schiavi delle nostre debolezze umane e delle nostre paure. Giorgio, fratello, amico e Maestro, servo umile del nostro Re e dell’ultimo dei suoi fratelli, prova vivente di un amore tanto grande che non può non lasciarci estasiati.
La serata continua con la cronaca di Sonia Alea, con le lettere dei fratelli, con il racconto di alcuni sogni dove i nostri fratelli Francesco, Domenico e Ausilia sono stati visitati dal Maestro, per poi dare spazio alle domande dei fratelli. Giorgio riprende infine il microfono: “Sono qui per servirvi… Sono a vostra disposizione, fatemi domande…”
E le domande non si fanno certo attendere: ecco spuntare rivolte al cielo le mani dei fratelli, come studenti in questa scuola di vita, per apprendere la conoscenza in quel meraviglioso cammino che è l’evoluzione…
D: Perché ci siamo cosi abituati al dolore di Gesù?
R: Perché la gente non ci crede. Le persone non credono in quello che fanno e se lo fanno è per folklore, per tradizione.
R: Gli apostoli credevano. Avevano solo paura. Paura che poi hanno tutti superato con il sacrificio. Invece noi che non siamo apostoli, siamo increduli. Nessuno o quasi nessuno di quelli che vanno in chiesa o partecipano al rito per tradizione, credono. C’è stata un educazione diabolica, nefasta, anticristica. Ci siamo abituati perché non crediamo, perché credere all’insegnamento di Cristo significa andare contro il nostro modo di vivere che è completamente sbagliato, andare contro tutta la nostra vita.
R: Il dito sulla fronte è un segno di iniziazione, di grazia, di consolazione, di benedizione. Per il resto non lo so, ma non escludo niente. Nemmeno che con questa benedizione possa avermi dato un potere. Per gli assassini spero non sia così, perché lo userei volentieri. Se quel dito mi ha conferito un potere per fare giustizia, lo userò volentieri. Ma per ora ho solo la lingua e io grido. Ma di questo non si devono preoccupare i miei fratelli, ai quali non farei mai del male, e nemmeno i miei fratelli che non mi vogliono bene. Ma i criminali si.
R: Lui era un esempio di stoltezza nella visione della fede, o dell’interiorità. Lui era molto passionale, però Gesù lo amava. E grande è stata la sua missione: Gesù infatti lo ha preso come esempio e grazie alla sua incredulità dirà ‘Beati saranno coloro che credono senza vedere’. Quindi chi non ha visto, credo come la maggior parte di voi, sarà beato. Mentre io che ho visto, non mi posso collocare tra coloro che non hanno visto. Io devo guadagnarmi la beatitudine dando la vita perché ho visto, e non posso tornare indietro. Invece voi che avete creduto senza vedere siete beati. Ma per chi ha visto non è sufficiente credere. Chi ha visto deve dare la vita al Signore, e siccome iol’ho visto non è sufficiente la mia predica, né sono sufficienti le mie azioni per quanto buone siano. Sarà sufficiente solo quando darò la vita a Colui che ho visto e toccato. Io ho visto Gesù, ho mangiato con Lui, quindi non posso tornare indietro. Devo dare la vita. Ho avuto questo onore, privilegio, fortuna, grazia, miracolo. Non voglio tornare indietro. L’ho visto e l’ho toccato con le mie mani. Esiste, e ci credo. Ed è in mezzo a noi. E presto Lo vedrai, tu come tutti gli altri che siete qui. Presto Lo ascolterete. Nell’attesa dobbiamo operare. Perché se ci facciamo trovare senza fare niente saranno guai per i nostri spiriti. E se ci facciamo trovare ad operare nel male saranno guai per i nostri spiriti. Se ci facciamo trovare ad operare per il bene sarà la gioia dei nostri spiriti, che ci condurrà verso la meta.
D: Qualche settimana fa mi è arrivata una mail con un messaggio per il Papa affidato alla veggente Conchiglia, dove chiedeva al Papa stesso di essere il sasso per abbattere Golia che è il Vaticano, la Chiesa come sistema di potere. Come interpreti questo modo di cercare di parlare al Papa o ai responsabili della sua chiesa? Non riesco ad immaginare come Gesù veda il Papa e che cosa veda nel suo cuore.
R: Gesù ha mille facce tutte positive. Lui usa l’autorità, la conoscenza, la scienza, l’umiltà, la semplicità per parlare a chi deve parlare. Sono mille le strade che usa Gesù. Io non sono l’unica. Io sono una delle strade, ma ce ne sono altre, ci sono altre anime semplici che interpretano la sua Parola. In modo che un giorno lo stesso Gesù al Papa e ad altri personaggi potenti possa dire ‘Io ti avevo parlato con mille voci, dalla più semplice alla più autoritaria. Ma tu non hai ascoltato’. Se il Papa non ascolterà dovrà rendere conto.
D: Hai detto che noi siamo beati perché non abbiamo visto, mentre tu non puoi tornare indietro perché hai visto. È vero, noi il Maestro non l’abbiamo visto, però abbiamo visto e toccato il segno, e quindi non possiamo dire che non abbiamo visto e non abbiamo toccato. O che possiamo tornare indietro. Anche noi abbiamo una responsabilità.
R: Se tu lo dici.. Tu l’hai detto. Però vedere me non è la stessa cosa che vedere Lui.
D: Non sempre è facile applicare il discernimento e talvolta per far ciò mi chiedo cosa avrebbe fatto Gesù in quella determinata circostanza.
R: Secondo te, quando hai sete è giusto bere? E se hai fame è giusto mangiare? E che cosa ti spinge a nutrire o dar da bere ai tuoi figli? L’amore. Quello è il discernimento. Il discernimento è fare la cosa giusta. Che a volte è anche quello che noi pensiamo e quello che noi sentiamo. Ma a volte è anche quello che noi non pensiamo, né nella testa, né nel cuore. Ma è giusto farlo. Quello è il discernimento. È giusto difendere i deboli? Si, ma noi possiamo pensare anche di no. Possiamo anche sentire nel cuore di non farlo, però è giusto farlo. Quindi bisogna farlo. Il discernimento è fare la cosa giusta.
D: Ma talvolta noi abbiamo un concetto sbagliato dell’amore.
R: Ci sono casi in cui Dio ti mette alla prova nel discernimento. Cosa fai se in questa stanza entra un feroce assassino per fare del male ai tuoi figli, e l’unica possibilità di difenderli è quella di neutralizzarlo uccidendolo? Il quinto comandamento dice di non uccidere ma noi dobbiamo attuare il discernimento. E che cos’è il discernimento? Fare la cosa giusta. E qual’è la cosa giusta in quel momento? Difendere gli innocenti. Quindi lo eliminiamo, e Dio approverà. Il discernimento è fare la cosa giusta e ti faccio un altro esempio. Un giorno vi appare un extraterrestre che dice di chiamarsi Setun Shenar, e ordina a tutti voi di sterilizzarvi per non avere più figli. A questo punto il mio discernimento mi porta nel file del mio spirito e mi domando se è una cosa giusta, o se non è una cosa giusta. Realizzo che non è una cosa giusta e quindi lui non è l’extraterrestre che io conosco perché altrimenti mi avrebbe detto la cosa giusta.
R: La rosa è il simbolo di Cristo, ma anche della Madre Terra.
R: Perché la rosa è il fiore più completo e con la vibrazione più alta. Ed è l’odore dello spirito di Cristo, l’odore dell’astrale di Cristo. Quando sentite l’odore della rosa Gesù è presente.
R: Il gelsomino è il profumo degli esseri di luce, gli angeli.
R: I discorsi non sono diabolici, ma sono poveri, sterili, freddi. C’è una ragione per cui il Papa fa così ed è una ragione molto triste: quella di non dire la verità. Perché dire la verità significa risvegliare le anime, significa perdere tutte le pecore che ha la Chiesa, significa conoscere Gesù nella sua reale essenza. E questa Chiesa, questa istituzione, Gesù nella sua reale essenza non Lo vuole fare conoscere. Vuole fare conoscere un Gesù comodo, che perdona tutto, un Gesù che appoggia i potenti, che è amico dei ricchi, un Gesù che tollera la tirannia, un Gesù che cerca di mediare con i potenti per cercare una soluzione ipocrita della pace. Invece non capisce e non si rende conto che quello che gli propone Satana è la rovina. Se la Chiesa appoggiasse i deboli, si scatenasse contro i tiranni, i potenti, le chiese sarebbero stracolme di gente, di poveri, di persone che aiuterebbero la santa madre chiesa nella sua missione. Ma finché la chiesa sarà così ipocrita perderà consensi. Questo è quello che penso. Mi fa pena il Papa, è un povero cristo. A me fanno pena tutti i cattolici: sono persone chiuse, cieche, sorde, stupide, stolte, egoiste, ignoranti e spesso sono degli assassini e nemmeno lo sappiamo. Tra questi però ci sono anche grandi personaggi come Don Ciotti che è un grande cattolico e che io adoro, e qualche altro missionario. Ma sono pochi.
R: Il nostro Re è già sulla Terra. È già tornato, ed è in mezzo a noi, circola in mezzo a noi. Deve solo manifestarsi pubblicamente. Però è già ritornato, ed è già una bella notizia. La data, l’ora e il giorno che si manifesterà pubblicamente non la conosco. Da quello che so, dai messaggi che ricevo, è che questa data è prossima. Non passerà questa generazione prima che Lui ritorni.
R: Io ho conosciuto la sua opera in questi trent’anni della mia vita spirituale. Ho saputo di lui tutto quello che si poteva vedere. Ho visto le importanti opere che lui ha posto in essere, gli ospedali dove migliaia di bambini vengono curati gratuitamente, in un Paese dove una pastiglia antidolorifica costa mezzo stipendio. E anche mense, alloggi, scuole. Dal punto di vista dell’azione non possiamo non elogiare. E per quanto riguarda il messaggio, i suoi insegnamenti coincidono perfettamente con l’insegnamento di Cristo. Ma per quanto riguarda il suo autoproclamarsi l’avatar degli avatar sopra tutte le incarnazioni divine, ammettendo che lui l’abbia detto ma credo di si, questo io non lo credo. Per me più grande di Gesù Cristo non c’è nessuno. Il fatto che sia morto nei giorni di Pasqua potrebbe significare che è stato accolto nella luce. Ho visto alcune videocassette dove lui materializzava oggetti, ed esercitava il potere della guarigione, ma io non condivido l’espressione di questi fenomeni. Non di non farli, perchè se sono necessari per risvegliare gli altri, bisogna fare anche questo. Ma non farli passare come esibizionismo non utile allo spirito. E con assoluta sincerità non ho condiviso il rapporto di amicizia che lui aveva con i potenti dell’India che sono degli assassini. Una personalità divina come lui, se tale, doveva giudicarli, additarli come ha fatto Cristo, come ha fatto Gandhi. Però è una mia opinione che non conta niente, l’opinione di un miserabile servo di Cristo. Ma l’ho detta perché io non so mentire, nemmeno ai messaggeri di Dio. Come dice l’insegnamento orientale, ognuno si scelga il suo guru, la sua guida. La mia guida è stata Eugenio Siragusa e il mio Dio è Cristo. E la figura dei maestri orientali moderni, contemporanei a cui faccio riferimento, a cui mi sento in un certo senso devoto, dopo Cristo, è il maestro Parahmansa Yogananda. Ma prima di tutti c’è Cristo.
R: Perché il Papa è un’istituzione politica e deve sottostare a delle leggi politiche. Per il Vaticano aiutare i profughi rappresenterebbe una scelta nefasta, e il Papa lo ucciderebbero. Il Papa oramai non è più una figura spirituale e tutto quello che riesce a dire dal punto di vista spirituale è molto controllato, tutto deve essere vagliato dagli alti vertici del Vaticano che comandano e che io considero mafiosi. Teoricamente comanda tutto, ma di fatto non comanda più: comandava di più prima quando era il Prefetto della Congregazione della fede. Talvolta ha delle esternazioni che a me piacciono. Come ad esempio quando accusa, anche se in maniera molto blanda, le vergogne della chiesa, cosa che prima da Prefetto non lo faceva. Quando ritornerà Gesù non vorrei essere nei panni del Vaticano. E saranno pianto e stridor di denti. Ammesso e non concesso che Gesù trovi il Vaticano, perché penso che sarà distrutto dalle forze della natura. Credo che Gesù li non troverà niente.
R: Certo. Le azioni cristiche che tu compi, se le fai è perché Lui te le fa fare. Quindi il merito è tuo, ma prima Suo. Lui ti da la grazia di farle. Mentre quando facciamo del male siamo condizionati dalla forza-bestia, dal demonio. Noi da soli ce la facciamo ad essere altruisti, ma la spinta maggiore te la da la forza divina.
D: Gesù ha guarito il suo corpo tranne le ferite della crocifissione. Per quale motivo?
R: Ha guarito tutte le ferite tranne le stigmate per un motivo molto semplice. Perché Lui si fa riconoscere dai segni delle stigmate. Quando vedete le stigmate, è Lui. Chi le porta non c’è più. Quando Gesù si manifesterà al mondo avrà le stigmate. Se non le ha non credete che sia Lui. Tutti gli stigmatizzati precedono il suo Ritorno.
R: Il significato è molteplice. La croce è il calvario di Cristo. La rosa è il suo Ritorno. La Croce sono le stigmate. La rosa è la cristificazione. La Croce è Gesù. La rosa è la Madre Celeste, essere cristico crocifisso. La rosa che cresce sulla Croce è la Madonna che consola le sofferenze del Figlio. La croce sono le stigmate e la rosa sono la consolazione spirituale di queste stigmate. La croce è il precursore del Cristo. La rosa è il Cristo che ritorna e profuma questa croce. Sono tanti i significati, e tutti si racchiudono nello stesso significato. “La rosa fiorirà sulla Croce” è una frase alchemica che usava il conte di Cagliostro quando parlava di sé stesso, della Massoneria, quella vera. Cagliostro è stato l’Apostolo Giovanni, figura rappresentata da Eugenio Siragusa.
R: Non la conosco ma non mi meraviglio. Ho sempre detto che non sono l’unico messaggero sulla Terra. Mi preoccuperei alquanto se fossi l’unico sulla Terra, perché tutto peserebbe su di me e quindi è meglio di no. Ogni messaggero ha la sua missione.
R: Nel deserto Gesù non prende a legnate il demonio perché il demonio è un suo funzionario. Perché devi prendere a legnate uno che lavora per te e che sta facendo solamente il suo dovere? In quella circostanza gli si presenta davanti un suo funzionario perché è il Padre del nostro Re che lo ha mandato. Quindi perché deve arrabbiarsi con il diavolo quando sa che a mandargli il diavolo è stato Suo Padre per rafforzarlo nel corpo e nello spirito? In quel momento Cristo è incarnato, Cristo si è umanizzato. Quindi nel momento in cui si umanizza, acquisisce automaticamente le debolezze della carne. Quindi per fortificare e annullare le debolezze della carne, deve spronarlo e provocarlo attraverso il funzionario più esperto a Sua disposizione, che è il demonio. Gesù gli risponde benissimo e il demonio se ne va.
R: È la giustizia di Dio. Anzi Gesù è stato elegante per i miei gusti. Ha fatto un gesto simbolico, profetico, e sarà molto più potente quando ritornerà. Caccerà i mercanti dal tempio, distruggendo il Vaticano. Oggi al posto delle bancarelle ci sono i palazzi, per cui al posto delle catene dovrà usare una bella scossetta di terremoto. E lo farà, tant’è vero che esiste Iddio. Se mi sbaglio, dirò che mi sono sbagliato e che sono un falso profeta. Se però non mi sbaglio dirò ‘non sono un profeta, però avevo ragione’.
R: Il nemico di Dio? Se Dio ha dei nemici significa che ha dei rivali, e se ha dei rivali non c’è un solo Dio. ‘Io sono il Signore Dio tuo. Non avrai altro Dio all’infuori di me’. Quindi se Dio è uno chiunque, anche il male, lavora per Lui. Può essere il nemico di Cristo, ma non il nemico di Dio. Dio permette o non permette. Se vuoi trovare un nemico di Dio, io te lo posso trovare, ed è l’uomo. L’uomo è diventato il nemico di Dio, e siccome Dio non vuole nemici molto probabilmente lo annienterà. Anzi, siccome Dio è amore, diciamo che non lo annienta, ma gli fa una proposta che non può rifiutare, e cioè che deve cambiare. Satana lavora per Dio e per Gesù Cristo, e ti faccio degli esempi. Nel Vangelo Gesù rivolgendosi all’indemoniato dice ‘Ti ordino di uscire da quell’uomo!’. Ma se fosse suo nemico, come ti spieghi il fatto che glielo impone? Se c’è una guerra, tu credi che un generale potrebbe impartire degli ordini al generale avversario? Ma che guerra sarebbe? Quindi noi dobbiamo sviluppare il nostro discernimento. Gesù vuole che siamo colti. Umili ma colti. Non umili e ignoranti. Se Cristo ordina ai demoni, allora per chi lavorano i demoni? Se un servo riceve degli ordini, per chi sta lavorando il servo? per il suo nemico? Dio è un grande giocatore. Dio non ha rivali. Noi dobbiamo sviluppare l’umiltà con la devozione a suo Figlio Gesù Cristo. Il nemico nostro è il demonio e non ci dobbiamo fare allettare dagli istinti materiali. Il demonio ci offre molta materialità. Ed è li che noi purtroppo cadiamo. Però quando gli appare la Madonna, il demonio se ne se ne va e quindi non è un nemico. L’uomo invece si, perché l’uomo sta sfidando Dio con l’energia atomica, con la violenza alla Madre Terra e quant’altro.
R: Probabilmente. Non sono le centrali a causare i tre giorni di buio. Le centrali e le bombe atomiche possono causare l’inverno nucleare, ma l’oscuramento del sole è un’altra cosa.
R: Alla Chiesa di Cristo, quella cattolica universale. Quella oggi rappresentata dal Vaticano, invece, è la Chiesa cattolica temporale. Quando la città del Vaticano sarà distrutta, completamente rasa al suolo, rimarrà la chiesa spirituale di Cristo, che attualmente è sopraffatta, schiacciata, usurpata, dominata, stuprata, violentata dal Vaticano. Adesso, in questo momento, la chiesa di Cristo è invasa, schiacciata dal Vaticano, da questa feccia nefasta. Ma non riuscirà a prevalere su di essa perché lo stesso Cristo sarà il nostro Liberatore.
R: Perché Pietro deve risvegliare gli iniziati e deve fare da tramite, accompagnarli alla loro realizzazione. Pietro è anche colui che deve indicare la strada a coloro che devono fare la morte seconda. Gesù giudicherà tutti ma userà degli strumenti: chi giudicherà la Chiesa sarà Pietro l’apostolo.
R: Significa che sarà lui, Pietro, a giudicare chi è degno di andare nella sua chiesa, chi è degno di oltrepassare la materia e quindi di godere il paradiso, e chi invece deve andare all’inferno. Cristo è Giudice Supremo ma usa i suoi strumenti, e userà Pietro come giudice. Pietro è il giudice della chiesa sotto l’osservazione costante di Cristo. Pietro è anche l’accompagnatore occulto di Giovanni, quello che deve dire la Verità. Infatti Pietro si fa vedere solo ogni tanto. Lui ha fatto un percorso molto esoterico in questi duemila anni.
D: ‘Ciò che avrai sciolto sulla terra resterà sciolto nei cieli’. Cosa intende per ‘sciogliere’?
R: Per sciogliere si intende il potere di separare il grano dalla gramigna. Sulla Terra perchè la chiesa era sulla terra. In cielo per chi deve andare nella Luce.
D: Come faccio a capire se sto vivendo una tribolazione mandata da Cristo, oppure se è una cosa mia interiore?
R: Se questa cosa tua interiore ti porta al decadimento, alla perdita della tua personalità, ad allontanarti da Cristo, dai tuoi fratelli e dall’ opera, a chiuderti in te stesso, ad essere intollerante verso gli altri, viene da te o dal demonio. Se invece questa tua tribolazione anche se soffri ti porta a scoprire di più l’amore, la comprensione, la tolleranza, e ti avvicina di piu’ alla fede e a Cristo, allora viene da Lui.
D: Perchè l’avanzare dell’età porta ad una sofferenza fisica? Non si poteva arrivare alla morte senza sofferenza?
R: La sofferenza ti aiuta a capire quei valori che nella vita non sei riuscito a realizzare. Quindi a volte è necessario morire soffrendo. Soffrirai se è necessario al tuo spirito, se hai bisogno di capire. La persona anziana che soffre, se si chiude in sé stessa, se rinuncia ad amare i propri cari, se rinuncia ad amare sé stessa, muore prima nello spirito e poi nel corpo. L’anziano buono, per quanto sofferente ti da un grande insegnamento: ti insegna a credere nella vita, ad andare avanti, e benedice il Signore per quello che ha.
D: Lo stare insieme alimenta in noi l’amore, l’unione, e tutti i grandi valori Cristici; questo indubbiamente ci porta ad operare a favore del prossimo, ed ad aiutare te nel nostro piccolo, nella tua opera, nella lotta contro il male. Ma è anche vero che alla fine non facciamo comunque abbastanza. E questo lo deduco dal fatto che se mio figlio stesse morendo, io farei di tutto, ma veramente di tutto per cercare di salvarlo. Quindi lo sforzo, l’impegno sarebbe decisamente più forte rispetto a quello che faccio per i bambini che muoiono di fame. Arriverà il giorno in cui lotteremo davvero con tutte le nostre forze?
R: Nel nostro piccolo, con le nostre limitazioni, stiamo già facendo. E comunque nel caso non lo stessimo facendo totalmente, come tu giustamente affermi, candidiamoci a farlo. E candidarsi a farlo significa facciamolo. Io non posso imporvi, né imporre di fare quello che faccio io. Quindi diamo a noi stessi la prova che lo vogliamo fare. Magari rinunciando a delle cose, se ci sono cose a cui si possono rinunciare, organizzando manifestazioni se si possono organizzare, come voi fate già da anni. Però se possiamo fare di più, facciamolo. Dobbiamo solo fare. E lo sappiamo cosa fare.
D: L’altra sera volevo guardare il film ‘La Passione di Cristo’, ma non sono riuscito a vederlo. La rabbia ha preso il sopravvento, tanto che avrei spaccato tutto e dopo pochi secondi ho cambiato canale. Perché secondo te?
R: È comprensibilissimo. Il senso di giustizia ti ha portato ad una ribellione. Però noi dobbiamo sforzarci di capire che Gesù sottomesso a quelle atroci sofferenze ha salvato anche noi, e ha salvato anche te che ti risvegli. Senza la sua crocifissione tu eri all’inferno con me. Quindi noi dobbiamo trasformare la nostra rabbia contro i carnefici di Gesù in una gioia immensa verso di Lui che ci ha salvati. E dobbiamo avere il coraggio, la sincerità, la trasparenza, e l’onestà di vederla tutta questa Passione, e di rivederla, e di rivederla ancora. Perché Lui ha liberato noi. Quindi io non mi arrabbio con i fratelli che lo stanno crocifiggendo, ma mi arrabbio con me stesso. Io devo ringraziarLo e dire ‘Signore l’hai fatto per me e il minimo che posso fare è darti la vita predicando il Tuo Vangelo’. Quindi devo avere il coraggio di vedere quella Passione perché ha salvato me. Se io invece fossi stato innocente, allora avrei tutto il diritto di ribellarmi a quella crocifissione, a non essere d’accordo con Gesù e potrei anche dirgli “Ma chi te l’ha fatto fare? Ti sei fatto crocifiggere per un branco di sciacalli!”. Ma siccome in quel branco di sciacalli c’ero anch’io, la posizione cambia. Perché con questo sacrificio il Signore mi permette di esistere, con quel sacrificio Lui fa sorgere il sole, con quel sacrificio la terra dà i suoi frutti, i bambini nascono, la gente si sposa, i pesci nuotano nel mare… Ma senza quel sacrificio questo mondo sarebbe buio, di ghiaccio. Quindi dobbiamo trasformare questa rabbia in volontà di cambiare il mondo, protestando, gridando. Dobbiamo vedere la Passione perché ci da forza: io quando la guardo vedo la forza di Cristo, vedo quest’Uomo-Dio che non si ferma davanti a niente, vedo l’uomo più forte del mondo, l’amico che ti ha dato la vita, che non ti ha rinnegato. Vedo la forza, i valori. È tutto un grande esempio. Non mi fa pena Gesù, mi faccio pena io che lo sto guardando. Ma so anche che questa volta quando ritornerà userà le catene di fuoco e se io sono stato un giusto lui mi darà diritto a partecipare al trionfo della sua giustizia altrimenti sarà pianto e stridor di denti.
D: Vedendo il film, la frase che più mi ha scosso è stata la risposta che Gesù ha dato a sua madre quando lei cercava di aiutarlo “Io faccio tutte le cose nuove”.
R: Dalla morte ci ha dato la vita, quindi una cosa nuova. Una cosa che doveva andare a finire male per tutti noi, Lui la trasforma in bene per amore infinito, misericordioso. Perché in fondo i suoi amici che eravamo noi, per quanto codardi, vigliacchi, imbelli non erano il male. Lui sapeva che non eravamo il male, però doveva liberarci dalla paura e dalla vigliaccheria, che avevamo o che ancora abbiamo, per metterci sul sentiero della Sua benedizione. Quindi ha fatto una cosa nuova. La cosa più nuova che ha fatto è il concederti la possibilità di superare il Karma. Ti permette di modificare con l’amore incondizionato la legge insopprimibile, insostituibile del karma. Quindi una cosa nuova che negli antichi insegnamenti orientali e occidentali non c’era. Lui, il più grande Essere Divino, per dimostrare, per sancire, bollare col sigillo divino questa legge è sceso sulla terra. Nessuno poteva cambiarla, solo Cristo lo poteva fare. Ecco perché dice: “faccio le cose nuove”
E Lui ti dice anche che puoi modificare il karma di tuo fratello se assumi il Suo karma su di te. quindi lo liberi e tu invece di avere due karmi vai nella divinità. Prima invece la legge era ‘occhio per occhio dente per dente, chi di spada ferisce di spada perisce’. La legge non è mutata ma Cristo offre una ulteriore offerta di redenzione. Se respinta la legge interviene implacabilmente.
D: Quando ti ascoltiamo non sempre sentiamo se il Maestro Gesù in quel momento ti personifica. È importante riconoscerlo?
R: Non cambia nulla. Nemmeno io lo so. L’importante è capire il messaggio, l’insegnamento. Il resto è secondario.
R: Tutti voi qui presenti viaggiate in astrale nel cosmo. Te lo fanno fare per permetterti di orbitare nei valori cristici. Viaggiate con le astronavi, esplorate con i fratelli extraterrestri.. ma di tutto questo vi rimane solo la sensazione di aver vissuto qualcosa di bello. Non ve lo ricordate perché altrimenti non riuscireste a vivere, impazzireste..
Si conclude qui questa giornata di Pasqua, nuovamente testimoni del Suo amore infinito, giusto e misericordioso che attraverso quei sacri Segni rinnovano la Sua offerta di Redenzione.
E non smetterò mai di ringraziare il Signore per avermi donato la grazia di trascorrere queste giornate con i fratelli, per gli insegnamenti ricevuti, per la capacità di discernimento offerta. Anche oggi si è aperto un nuovo piccolo orizzonte nella comprensione di quella Verità che ci renderà liberi, ma liberi davvero.
Sandra De Marco
San Giovanni di Polcenigo
8 maggio 2011