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Il valore del Natale
Siamo ancora convinti che la pace, il perbenismo e amare il prossimo siano aspetti schematici relegati al Natale, il consumismo ci porta a ignorare l’aspetto religioso, pensiamo più che altro che sia tradizione, in più passare le feste in allegria e compagnia ci piace non vogliamo questioni, le evitiamo, ci facciamo regali per riceverne altri e non vediamo l’ora che arrivi il Natale per scartarli, le lucine ci riempiono gli occhi e ci scaldano il cuore, chi se ne frega delle bollette? Vogliamo gli addobbi, i cerchietti con le corna delle renne e i cappelli da Babbo Natale, per mantenere e tramandare questa storiella soltanto per vedere lo stupore nei volti dei propri bimbi, introducendoli nel mondo delle illusioni, per questo si dice che il Natale è magico, ci fa illudere che sia tutto bello e incantato, non esiste gente che soffre, che muore, le guerre e le violenze, noi siamo al riparo non vediamo fuori siamo concentrati dentro ma non nell’introspezione, dentro il nostro nucleo sociale, nell’apparire.
Vogliamo veramente tutto quello che abbiamo comprato o vogliamo le attenzioni e i complimenti che durante l’anno ci sono venuti a mancare? Come nella trama dello schiaccianoci, crediamo veramente che degli oggetti possano realizzare i nostri sogni senza sapere di alimentare le nostre illusioni? Certo dipende dall’uso che ne facciamo. Viviamo in un mondo materiale ci sembra normale tutto questo, come potremmo rendere il Natale meno illusorio e più emozionante? Se iniziassimo, come tradizione natalizia, al posto dei regali, a scambiarci quello che realmente pensiamo l’un l’altro, aspettando con la stessa curiosità e frenesia che arrivi Natale per saperlo; molte volte evitiamo di dire cose sgradevoli un po’ come dicevo all’inizio del testo per perbenismo e un po’ per ammorbidire gli altri. Molti dubbi verrebbero risolti, si chiarirebbero molte cose e si inizierebbe l’anno nuovo più alleggeriti del peso delle cose non dette. Questo per quanto riguarda la nostra cerchia sociale, per quello che concerne le persone che soffrono, muoiono e vivono in guerra la domanda più comune che sorge spontanea è «Che possiamo fare?» i governi ci fanno sentire impotenti a riguardo non ci fanno scegliere con il voto. Potremmo esprimere anche a loro un pensiero sincero e rivolgergli i doni che per noi sarebbero semplice motivo di superficialità e vanità diventando per loro utilità, ricevendo in cambio il reale stupore negli occhi della gente, quello stesso stupore che si ottiene dai bambini raccontando di Babbo Natale e altre illusioni.
Dovrebbe essere questa la vera tradizione natalizia spegnendo le luci delle illusioni e accendendo quella interiore.
La Luce e le tenebre del solstizio d’inverno
Celebrando il Natale camuffando una festa pagana in ricorrenza del solstizio d’inverno dove le notti si allungano e i giorni si accorciano, non troviamo molta luce, quindi siamo facile preda delle illusioni.
Quando Gesù è nato non poteva essere inverno perché i pastori non avrebbero potuto dormire all’aperto, c’è chi sostiene fosse primavera, infatti la simbologia del sacrificio, della luce e della speranza legate all’Agnello sono simboli primaverili e non associabili al buio invernale.
Allora di quale luce parla il Natale? Di quella interiore più forte delle tenebre delle ipocrisie, del conformismo e dell’indifferenza non si tratta delle luci illusorie degli addobbi natalizi.
Siamo abituati a nascondere la verità: credendo che sia a fin di bene, per convenienza, per crederci furbi etc. D’altronde spesso dicendo la verità non veniamo creduti, veniamo derisi, chi si crede più furbo approfitta della nostra sincerità. Come comportarci? Perseverando nella verità e coltivando la pazienza, colui che ci darà la conferma e il tempo.
Come ci insegna il nostro Maestro, la verità viene attribuita a coloro che mettono in evidenza la verità degli altri in primo piano invece della propria, evitando così anche l’egoismo; avendo la capacità di farsi carico delle sofferenze altrui e mettendo da parte le proprie.
Celebrando la nascita di Gesù commemoriamo anche un infanticidio per mano di Erode e oggi anche se sono cambiati i nomi e le epoche non è cambiata la storia. Per poterla cambiare dovremmo cambiare per prima noi stessi.
Con speranza e affetto
Laura Tuttolomondo
22 Dicembre 2024