AMERICA LATINA Ott/Nov 2009 1° parte

LA FINE DEI TEMPI E LE NOZZE DELLO SPOSO

Sospesi nell’aria viaggiamo verso il grande continente americano. Da quassù tutto sembra diverso.  Le case, le strutture che l’uomo ha costruito con tanta compiacenza di se  si rimpiccioliscono sino a scomparire sotto i nostri occhi. Penso agli astronauti che volano nello spazio e hanno la possibilità di vedere il meraviglioso pianeta azzurro per intero sospeso nello spazio sconfinato … la nostra casa… nostra madre. Mi domando con quale sentimento possano vivere quei momenti, quali riflessioni scaturiscono dai loro cuori. Ritorno all’interno dell’abitacolo e guardo Giorgio seduto nel piccolo sedile dell’aereo stracolmo di persone pronto ad affrontare questo nuovo sacrificio. Una sola parola lo muove: Unione … ripetuta all’infinito… unione per un obiettivo comune, il Cristo, che racchiude in se i valori universali della vita. Davanti a noi Anna Petrozzi, la caporedattrice del nostro periodico AntimafiaDuemila e Giulietto Chiesa il giornalista europarlamentare che ha lavorato e lavora tutt’ora per il quotidiano italiano “La Stampa” e che è stato per tanti anni corrispondente per il quotidiano italiano “L’Unità” a Mosca. Vediamo Giulietto Chiesa assorto a studiare la lingua cinese con tutti i suoi particolari caratteri da un libro in lingua russa. Un uomo che ama conoscere, sapere e soprattutto dire la verità e lottare per una giustizia sociale cosciente. Abbiamo il piacere di viaggiare insieme a lui fino a Buenos Aires dove si fermerà per due giorni prima di arrivare a Rosario invitato dalla nostra redazione come relatore  per il Congresso Antimafia.

Mi soffermo ad osservare le persone e rifletto che la conoscenza e la cultura sono essenziali per superare la soglia dell’ignoranza, dell’ottusità che rende l’uomo schiavo del potere di turno, prigioniero di se stesso, incapace di elevare il suo stato, di spingersi con il pensiero verso il miglioramento, perché questa è la natura della vita, l’evoluzione dell’uomo.
Guardo di fianco a me e vedo un uomo stigmatizzato, guardo di fronte e vedo un uomo laico ma considero che le idee che li accomuna sono le stesse, così come quelle che accomunano tutti gli uomini assettati di verità e giustizia che lottano per gli stessi ideali in una visione universale della vita.
Arriviamo a destinazione. A Buenos Aires alcuni carissimi fratelli ci vengono a prendere tra i quali
da Rosario che ci portano direttamente nella cittadina argentina in provincia di Santa Fe.
Come sempre è un grande piacere rincontrare tutti e sembra sempre che il tempo non sia trascorso, questo ci dà la prova di quanto ci sentiamo uniti.
Poter riabbracciare Giorgio è un balsamo per tutti, una rinnovata carica vitale.
In questi due giorni che precedono il congresso approfittiamo per riprendere fiato dopo il viaggio soprattutto Giorgio che arriva dall’Italia molto stanco. Oramai vederlo così, arrivare allo stremo delle sue forze sta diventando una costante, il tempo sembra sfuggirgli dalle mani e lui non si da pace, perché le cose da fare sono tante e il tempo è sempre poco. Il lato economico è quello che in questo momento è il più difficile da gestire perché viviamo alla giornata, purtroppo il denaro che tanto detestiamo è quello che in questa società ci permette di portare avanti la lotta su un livello più alto. A tante persone nel mondo è stato dato il talento del denaro, un talento materiale ma che può diventare spirituale se diviene un mezzo da mettere a disposizione per una causa giusta. Sarà però come il Cielo vuole e in base a quanto l’uomo sia disponibile a comprendere il vero significato e il profondo valore di sentirsi partecipe con i propri mezzi di una vera lotta sociale.
Giorgio approfitta quindi per riposarsi un pochino, poi il lavoro delle varie attività lo insegue e quindi lo vediamo al telefono o al computer immerso in riunioni o comunicazioni operative. Ci rechiamo quindi all’arca Lily Mariposa di Rosario per incontrare tutti i fratelli di questa bellissima città di Rosario. Come sempre  il luminoso e curato ambiente che troviamo è di grande armonia e di piacevole allegria con tanti giovani nuovi e questo è per Giorgio una vera carezza nell’anima, una gioia e un piacere per tutti noi. Tra abbracci e scambi personali che sfruttiamo fino all’ultimo arriva il momento della riunione. Dopo che la cara, frizzante, giovane Anita presenta uno per uno i componenti dell’arca, con la giovialità che la contraddistingue, Giorgio saluta i presenti e con la profondità e la delicatezza della sua voce, con quella vibrazione che conosciamo, inizia a parlare dell’importanza di questo gruppo: “Questa arca è un premio per il lavoro costante che ha svolto Juan Alberto e la sua famiglia, Ines e gli altri … Non per casualità infatti ha un nome per me sacro, il nome di un essere nostro che ci guida, che ci ama che sento aleggiare qui intorno … di fatto il vero fondatore di quest’arca è lei … la protettrice … l’angelo di Liliana … lei sta lavorando costantemente per proteggerla con le sue ali, per questo per me ha un valore sacro. Non voglio minacciarvi … ma questa arca per me è un termometro … perché questa è l’arca di Lili e quindi non può fallire, distruggersi, perché significherebbe un castigo di Dio. Non è una casualità che il cielo mi abbia dato l’ordine di fare qui la riunione di tutte le arche del mondo … Mantenetevi così, quindi, migliorate, siate un punto di riferimento a prescindere che la mia base in Latino America sia a Montevideo … quindi vi raccomando l’entusiasmo, la disponibilità, la tolleranza, il discernimento, le iniziative a fare sempre di più, aprite le porte e non chiudetele a nessuno ma con discernimento … sono importanti i giovani che avete qui dovete indirizzarli e seguirli … essere onesti … avere chiari i propri limiti e dirli …” Tra le lacrime del nostro Juan Alberto seduto accanto a Giorgio e quelle nostre ascoltiamo assorti in quelle parole. Poi lo spazio passa alle domande che si susseguono fino al termine della serata quando ci ritroviamo in un locale non troppo distante, per cenare insieme.
Giunge quindi l’atteso giorno del Congresso, si respira la tensione dei fratelli che hanno lavorato sodo affinché tutto fosse organizzato con grande cura e che ovviamente si augurano il successo dell’incontro.